Egitto. In crociera con i faroni e misteri

Ciao a tutti, voglio raccontarvi la mia esperienza in Egitto, malgrado il viaggo l'abbia effettuato 2 anni fa. Negli ultimi anni, con mio figlio Andrea, mi piace prendere nota e poi allestire un resoconto sulle visite effettuate e credo che sia utile mettere a disposizione di altri le proprie esperienze Diario di viaggio di Claudio, Monica e...
Scritto da: Ama
egitto. in crociera con i faroni e misteri
Partenza il: 01/08/2005
Ritorno il: 15/08/2005
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 2000 €
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Ciao a tutti, voglio raccontarvi la mia esperienza in Egitto, malgrado il viaggo l’abbia effettuato 2 anni fa. Negli ultimi anni, con mio figlio Andrea, mi piace prendere nota e poi allestire un resoconto sulle visite effettuate e credo che sia utile mettere a disposizione di altri le proprie esperienze Diario di viaggio di Claudio, Monica e Andrea 01.08.2005 Finalmente si parte: le vacanze sono arrivate!!!! E la nostra meta è l’Egitto, la terra dei Faraoni. L’euforia non manca anche se una settimana prima (23.07.2005) si è verificato un grave attentato terroristico proprio a Sharm El Sheik, meta del nostro soggiorno balneare.

Appuntamento all’aeroporto di Milano-Malpensa per le ore 14.20, consegna dei documenti di viaggio e attesa al gate per l’imbarco del volo Egyptair MS 706 delle ore 16.50 con destinazione Luxor, città che ricopre la parte meridionale dell’antica Tebe, capitale dell’Egitto durante il Medio e Nuovo Regno. L’aereo parte con 40 minuti di ritardo (nessun problema, siamo in vacanza!). Dopo quattro ore di volo atterriamo a Luxor, dove ci attende il nostro accompagnatore nubiano, Amro, che ci conduce alla nostra nave “Miss Esadora” e ci presenta la nostra guida, l’egittologo Mahrus. Espletate le formalità di arrivo saliamo nella nostra confortevole cabina per riposarci qualche ora!! prima della grande avventura.

02.08.2005 Sveglia alle 04.30 e partenza (un po’ assonnati e dopo una sostanziosa colazione) alle 05.30, per il Tempio di Karnak, dove la guida ci spiega che si tratta del tempio più grande in Egitto con una superficie di 61 ettari. Dedicato al dio sole Amon-Ra, sorge sulle sponde del Nilo. E’ diviso in 4 parti: il cortile aperto con l’altare di alabastro; la sala del colonnato con 134 colonne di cui 12 rappresentavano i mesi dell’anno mentre le rimanenti 122 rappresentavano le feste in onore del dio Amon che si svolgevano durante l’anno; la zona dei due obelischi dedicati uno alla regina Hatshepsut e il secondo al faraone Thutmosi I; il santuario, una sala di granito, rettangolare e aperta alle estremità nel quale potevano entrare solo il capo dei sacerdoti e il faraone Terminata la spiegazione e la visita, ci rechiamo alla Valle dei Re nei cui anfratti sono state scoperte 62 tombe. Le tombe sono quelle dei faraoni della XVIII, XIX e XX dinastia, costruite allo scopo di preservare il corpo del re sia dal degrado naturale che da quello provocato dagli uomini: erano formate da lunghe gallerie scavate in profondità nella roccia della montagna, in parte sfruttando fenditure naturali, con scalinate, strettoie, pozzi-trabocchetto e infine sale a pilastri per il sarcofago e “annessi” per il corredo funerario. Alle pareti sono raffigurate scene tratte da “libri sacri”. Naturalmente il faraone è raffigurato in compagnia o al cospetto di molte divinità: le figure divine che si vedono più spesso sono quelle legate all’ambito funerario come Osiride, Iside, Anubi ma anche Horus (figlio di Osiride e Iside), la dea Hathor e Ra, il dio solare.

Abbiamo visitato le tombe di Ramsete I, Ramsete IV, Ramsete IX e di Tutankhamon.

Dopo la Valle dei Re, visitiamo il tempio funerario della regina Hatshepsut, la prima donna-faraone, prima a commerciare con la Somalia. Edificio di stile classico, con caratteristici portici sostenuti da pilastri che conducono fino al santuario scavato nella montagna, conserva un aspetto incredibilmente moderno, grazie alla sua struttura geometrica e all’elegante semplicità. Il tempio si trova tra la Valle dei Re e quella delle Regine.

Finita la visita a questo tempio, abbiamo raggiunto la Valle delle regine, con tombe simili a quelle della Valle dei Re, dove abbiamo visitato le tombe della regina Titi e di suo figlio.

Alla fine di questa lunga mattinata, i colossi di Memnon, giganti di pietra alti 15 metri posti al centro della piana per proteggere la vallata. Un tempo, ogni mattina, vicino ai colossi si sentiva una musica che era provocata dal vento che passava tra le fessure dei colossi, apertesi a causa di un terremoto. In seguito furono fatti dei restauri che chiusero le fessure e la musica svanì.

Pranzo nel ristorante di un hotel e col pullman abbiamo raggiunto la nave a Esna. Il pomeriggio l’abbiamo passato nella piscina della nave, a rinfrescarci.

03.08.2005 In navigazione raggiungiamo Kom Ombo dove visitiamo l’omonimo tempio. Questo tempio tolemaico-romano (risale, infatti, al regno di Tolomeo VI) dall’aspetto di acropoli, era dedicato al dio-coccodrillo Sobek e a Haroeris, una delle raffigurazioni solari di Horus, e per questo ogni elemento architettonico è doppio: sulla facciata due porte introducono, tra due doppie file di colonne, a doppie camere e santuari. All’interno del tempio e stato ritrovato un antico calendario. Ripresa della navigazione e arrivo ad Assuan 04.08.2005 Sveglia alle 06.30 e partenza alle 07.30 per il tempio di Philae, complesso templare della dea Iside. Questo tempio si trovava originariamente sull’isola di Philae ma dopo la costruzione della prima diga (detta Diga Bassa) l’innalzamento del livello delle acque era stato tale da determinare l’allagamento del tempio per 10 mesi l’anno. Con la costruzione della Diga Alta (1971) la situazione di Philae, che venne a trovarsi nel tratto di fiume fra le due dighe, divenne drammatica e per evitare la perdita dei monumenti l’UNESCO aiutò l’Egitto in un’impresa di salvataggio straordinaria, durata complessivamente otto anni, per trasferire il tempio (blocco a blocco) sulla vicina isola di Agilkia che offriva la possibilità di ricollocarlo 30 metri più’ in alto, ovviamente nella disposizione e orientamento originali. Raggiungiamo il tempio con un battello che collega l’isola regolarmente. A visita conclusa ci rechiamo al museo Nubiano, dove sono raccolti interessanti reperti archeologici e manufatti e dove è possibile approfondire la conoscenza degli usi e costumi tipici di questa zona. E’ poi la volta della Diga Bassa e di quella Alta detta anche Grande Diga, colossale opera realizzata tra il 1960 e 1971 che ha creato il bacino lungo 500 km del lago Nasser (dal nome del Presidente Egiziano che ha voluto la costruzione della diga). Pur offrendo a tutto il paese energia elettrica e miglior irrigazione, ha creato un vero e proprio sconvolgimento ambientale che ha portato alla necessità di spostare monumenti che sarebbero stati sommersi dalle acque, come i templi di Abu Simbel e Philae.

Pranzo e nel pomeriggio gita in feluca sul Nilo. Abbiamo incrociate le barchette costruite dai bimbi del luogo che ci “abbordavano” e appena capivano la nostra nazionalità intonavano una canzonetta. “Quel mazzolin dei fiori” e “Bella ciao” per gli Italiani e “Aloutte” per i Francesi.

05.08.2005 Il gruppo si divide: chi parte in pullman alle 04.00 (3 ore !!!!di viaggio) e chi come noi in aereo alle 09.55 (30 minuti!!!! di viaggio). Destinazione: Abu Simbel. Benché il progetto di salvataggio dei monumenti della Bassa Nubia abbia riguardato complessivamente più’ di 20 edifici, la fama e la bellezza di quelli di Abu Simel ha finito per prevalere sl punto che si pensa all’operazione come al salvataggio die questo singolo sito. L’intervento, durata quattro anni (1964-1968), ha comportato lo spostamento di circa 200 metri e l’innalzamento di 65 dei due templi. Trattandosi di templi rupestri, quindi scolpiti e scavati nella roccia, per spostarli fu necessario “tagliarli” a blocchi (1036 il cui peso variava fra le 10 e le 40 tonnellate) e ricomporli in un antro artificiale formato da moderne cupole di cemento armato (larga 200 metri e alta 40 x il tempio grande) opportunamente mimetizzate, rispettando la posizione relativa e l’orientamento originari.

I templi furono fatti costruire da Ramses II. Il Tempio Grande dedicato da Ramses II a stesso divinizzato e agli dei Amon-Ra, Horakhtz e Ptah e il Tempio Piccolo eretto in onore della dea Hathor e di Nefertari, moglie prediletta di Ramses II La facciata del Grande Tempio (larga 36 metri e alta 33) ospita 4 statue di Ramses II seduto (alte circa 20 metri, la seconda da sinistra senza volto, già crollato per un terremoto in epoca faraonica) con il copricapo di stoffa detto “nemes” e la doppia corona. Vicino alle gambe del faraone ci sono le figure eleganti di principesse e principi i suoi figli, quelle di sua moglie Nefertari e di sua madre Tuya . In altro sopra la facciata stanno una serie di babbuini seduti e con le zampe anteriori alzate in segno di saluto al sole dell’alba. L’interno del Tempio Grande presenta una prima sala a otto pilastri osiriaci con un magnifico soffitto alto 10 metri dipinto con avvoltoi ad ali spiegate (simbolo della dea Nekhbet, la protettrice del Sud).Il decoro a bassorilievo delle pareti privilegia scene di guerra e le dediche agli dei. I passaggi laterali della sala portano a magazzini e stanze di servizio. Dal centro della sala si passa a una seconda cha ha quattro pilastri decorati. La saletta trasversale successiva (vestibolo profondo solo 3 metri)era quella dove si presentavano le offerte. Di qui due port4e laterali danno su due cappelle e quella centrale immette nel sacrario (4×7 metri, in fondo al quale si vedono quatto statue sedute, scolpite nella roccia della parete e ormai molto danneggiate: da sinistra sono il dio Ptah, pi Amon, Ramses II e Ra-Horakthz. Nella sistemazione originale, ogni anno per due volte (20 febbraio e 20 ottobre) la luce del sole penetrava nel santuario illuminando la statua del faraone, mentre nella risistemazione dei templi questo suggestivo effetto, per un lieve errore di allineamento e’ purtroppo perduto.

Per il Tempio Piccolo fu scelto un punto 100 metri più’ a nord. La facciata è formata da sei statue (alte quasi 10 metri), quatto di Ramses II e due di Nefertari, con figli (con il re) e figlie (con la regina, incorniciate da iscrizioni che riportano i loro nomi, i titoli e qualche frase augurale. All’interno troviamo una sala (11×11 metri) a sei pilastri (alti 3.20) su cui sono raffigurate sei dee. Da questa sala si passa al vestibolo, dal cui centro si accede al piccolo sacrario dalla cui parete di fondo vediamo la statua di Hathor in sembianza di vacca che protegge il re. Il Tempio Piccolo testimonia la considerazione in cui il grande Ramses II teneva sua moglie Neferari.

Entrambi i Templi sono decorati con immagini sacre.

Nota aggiuntiva: durante il viaggio di ritorno il nostro aereo è incappato in diversi vuoti d’aria che hanno portato allo sconvolgimento di diversi stomaci. Ripresa della navigazione con sosta a Kom Ombo per permettere la visita del tempio all’altro gruppo in nave e arrivo a Edfu.

06.08.2005 Sveglia alle 06.00 e partenza alle 07.00 per la visita del grande Tempio tolemaico, dedicato al dio Horus, il dio dalla testa di falco la cui statua domina il cortile ed ancora in perfetto stato. Le decorazioni sono quasi tutte di carattere religioso-mitologico e rappresentano formule magiche e riti sacrali.

Ripresa della navigazione in direzione di Esna, dove abbiamo passato l’omonima chiusa e sbarco per la visita del Tempio dedicato a Khnum, il dio creatore dalla testa di ariete. La costruzione è di origine greco-romana e venne successivamente ricoperta di sabbia. Di notevole bellezza sono le colonne che contribuiscono ad accentuare quest’aria di monumentale solennità.

Ripresa della navigazione e arrivo a Luxor.

07.08.2005 Sveglia alle 06.30 e partenza alle 07.30 con la scorta della polizia e dopo 3 ore di viaggio raggiungiamo Abydos e relativa visita al tempio funerario di Seti I, dedicato ad Osiride. Costruito in arenaria presenta le seguenti caratteristiche: il primo e il secondo pilone sono crollati; salita la breve scalinata d’accesso ci si trova davanti la fila di dodici pilastri; due sale colonnate che attraversate conducono a sette santuari. Su una trave che sostiene il tetto di una delle due sale colonnate, si trovano 3 disegni che potrebbero somigliare a un elicottero, a un carrarmato e a un sottomarino: le spiegazioni sui significati sono diverse.

Il tempio è quindi dedicato a sette divinità: da sinistra, il re Sethi stesso, Ptah, Ra-Horakthy, Amon-Ra, Osiride, Iside e Horus. In una sala della cosiddetta “ala sud” del tempio, troviamo i cartigli dei 77 sovrani predecessori di Sehti I e Ramses II: dal mitico Menes fino a Sethi I (dalla lista sono esclusi l’eretico Akhenaton e i suoi successori Smenkhkar, Tutankhamon,e Ay oltre alla regina Hatshepsut. Dietro il santuario di Osiride troviamo un altro tempietto con tre santuari dedicati a Osiride, Iside e Horus. Riprendiamo il viaggio verso Dendera dove troviamo il complesso funerario della dea Hathor, madre di tutti gli dei. L’edificio principale era circondata da una cinta muraria. All’interno troviamo la prima sala con 18 colonne il cui soffitto rappresenta il cielo e quindi decorato con figure astronomiche tra le quali la dea Nut che partorisce il sole (alba) che aveva inghiottito la sera prima (tramonto); la seconda sala con sei colonne: la sala delle offerte ed in seguito il santuario, detto grande trono che conteneva la statua della dea in oro massiccio oltre alla barca sacra. Sul terrazzo si trovano le cappelle dette la tomba di Osiride. In una delle cappelle il soffitto è decorato con uno zodiaco circolare composto da costellazioni a noi famigliari. Si tratta del famoso zodiaco di Dendera o meglio di una sua copia in gesso perché l’originale fu asportato dai francesi e si trova al Louvre. Alle spalle del tempio principale si trova il piccolo edificio dedicato alla dea Iside. Al termine della visita, torniamo alla nostra nave per una breve pausa ricreativa di 2 ore, prima del ritrovo alle 18.00 e partenza per il Tempio di Luxor. Tempio iniziato da Amenophis III (che lo dedicò al dio Sole Amon-Ra, alla sposa Mut e al loro figlio, la divinità lunare Khonsu), successivamente continuato da Tutankhamon e abbellito da Ramsete II. Degli obelischi che ornavano il tempio uno venne donato a Luigi Filippo di Francia e ora troneggia in Place de la Concorde a Parigi. Del viale che da Karnak arrivava a Luxor possiamo vedere gli ultimi cento metri, fiancheggiati da sfingi a testa umana. Il primo pilone è forse la l’immagine più famosa dell’Egitto dei faraonico. Costruito durante il lunghissimo regno di Ramsete II, raffigurato seduto in trono ai lati della porta (statue scolpite da blocchi di granito alti 16 metri). A sinistra della porta svetta il bellissimo obelisco in granito rosa di Assuam (alto 25 metri) “orfano” del gemello. Appena entrati ci troviamo in un cortile circondato da un portico a doppia fila di colonne. Lungo il portico a destra troviamo una porta che metteva in comunicazione il Tempio con il pontile del Nilo, dove approdava la barca sacra di Amon proveniente dal Tempio di Karnak per la Festa di Opet (Anno nuovo). In fondo al cortile vediamo una porta che immette in un corridoio con sette colonne per parte alte quasi 16 metri. Percorso il corridoio colonnato si arriva alla porta che introduce ad un altro cortile circondato da un portico a due file di colonne e aperto su una sala trasversale con quatto file di otto colonne. Proseguendo per il santuario si attraversano due sale a colonne consecutive, dette prima e seconda anticamera, poi la stanza della barca sacra e infine la terza anticamera, a 12 colonne. Da qui si accede al santuario. Affascinante il tramonto mentre ancora ci trovavamo in visita al Tempio che ci ha permesso di vedere lo stesso illuminato per la notte.

Ultima notte in nave!! 08.08.2005 Sveglia alle 06.30, colazione e tanti saluti di buon proseguimento: infatti, il gruppo si divide, solo 11 di noi proseguono per Il Cairo, mentre per gli altri inizia la settimana al mare.

Atterriamo nella capitale egiziana (la città pi grande dell’Africa con ca. 18 milioni di abitanti e alquanto caotica!!) alle 09.30 e subito ci dirigiamo verso la Cittadella, la moschea Ibn Qalawn e quella di Muhammad Ali. Fondata dal Saladino alle falde della collina chiamata Moqattam, la Cittadella è ripartita in tre zone, ognuna con mura e torri proprie. La Cittadella nasce come postazione militare difensiva, poi è stata residenza dei governatori dell’Egitto. Oggi c’è ancora una piccola guarnigione, ma per il resto è una “Cittadella della memoria” con 5 musei e diverse moschee. Proseguiamo la nostra visita verso una di queste.

La moschea fatta costruire da Ahmad Ibn tulun, governatore di origine turca ma cresciuto ed educato in Iraq, è una costruzione semplice ma imponente doppia cinta muraria che delimita una sorta di corridoio, dal quale per mezzo di brevi scalinate semicircolari si entra all’area della moschea vera e propria, costituita dal portico della preghiera e da altri tre portici; al centro del “cortile” la fontana delle abluzioni, Nello spazio fra le due cinte murarie, il minareto.

Lasciata questa moschea ci dirigiamo (a piedi) verso la moschea di alabastro di Muhammad Ali. L’edificio ha dimensioni gigantesche. L’interno è coperto da centinaia di tappeti; sulla destra c’è la tomba di Muhammad Ali, ma l’occhio è attirato dalla vastità vertiginosa delle volte, dalle lunghissime catene che piovono dal soffitto per reggere le 365 lampade di cristallo, dai colori vivaci degli stucchi e dallo stile ridondante, detto “barocco ottomano”, che caratterizza tutta questa opera. Tra le curiosità c’è la torre quadrata con l’orologio del cortile esterno, donata dal re di Francia per “ricambiare” il dono dell’obelisco del Tempio di Luxor (come già spiegato in precedenza). Dal giardino a sud della moschea si gode un bel panorama della città e se la visibilità è buona, dell’orizzonte occidentale fino alle Piramidi (che distano quasi 20 km): è stato il nostro giorno fortunato, non solo le Piramidi di Giza ma anche quella di Saqqara!! Visita terminata, si procede verso l’hotel “Le Meridien Pyramides” (proprio di fronte alle Piramidi!!), pranzo e pomeriggio rilassante in piscina. 09.08.2005 Sveglia alle 06.30 e partenza per la necropoli di Saqqara, che dista 30 km dal Cairo, il cui monumento più imponente è la Piramide di Zoser (primo sovrano del Regno antico e primo a farsi edificare una piramide). E’ una costruzione a gradoni alta 60 metri e realizzata a strati di tombe o mastaba sovrapposti. Il complesso funerario, racchiuso da un grandioso muro di cinta (in origine alto 10 metri) è composto da una superficie di 544×277 metri con un solo portale di ingresso, dove si percorre un corridoio, lungo 50 metri con 20 semicolonne per parte, che sfocia nel grande cortile meridionale alla cui destra troviamo la Piramide a gradoni.

A nord del complesso di Zoser, ci si trova davanti al rudere della piramide di Userkaf e più avanti ad un ammasso di pietre, ciò che resta della piramide di Teti. Proseguiamo e visitiamo la mastaba dell’”ispettore dei sacerdoti di Teti”, Kagemni e quella di Merruka, un altro funzionario con incarichi civili e religiosi. Le tombe (VI dinastia) sono articolate in una serie di stanze come fossero vere e proprie abitazioni, decorate con splendide scene di vita quotidiana e di offerta Il nostro viaggio prosegue per Memphis, prima capitale dell’Egitto fondata nel 3100°.C. Da Menes e rimasta in via per ca. 4000 anni, dove si possono ancora ammirare imponenti resti quali uno dei due Colossi di Ramses II, la sfinge di Alabastro, statue obelischi e colonne del palazzo di Memeptah e della Casa del Toro di Api.

Torniamo in hotel per il pranzo e poi di nuovo in viaggio ma questa volta verso una delle sette meraviglie del mondo: la Grande Piramide di Cheope e poi le due minori di Chefren e Micerino.

Dapprima sostiamo davanti alla Grande piramide e permettiamo ad alcuni del gruppo di visitarne l’interno (solo 150 visitatori al giorno ne possono entrare). Alta in origine 146 metri e con un lato di base di 230 questa piramide occupa una superficie di 53’000 mq e ha un volume di 2’600’000 mc. Fu realizzata tra il 2550 e 2530 a.C. Dall’architetto Hemiunu.Il complesso comprende anche il tempio alto a est, la rampa e il tempio in valle (quest’ultimo ormai scomparso). Attorno alla base della piramide, verso est e sud, sono state trovate delle fosse per le barche sacre, ossia per le barche necessarie alla navigazione nell’Aldilà: in una fossa è stata trovata una barca in legno di cedro del Libano, smontata in 1224 parti, formata da una scafo lungo 43.5 metri e largo 6, senza chiodi ma tenuto da un perfetto sistema di legature che garantiva la capacità di galleggiare e di navigare. Oggi la barca è esposta in un cosiddetto museo (una specie di container di cemento) costruito sopra la fossa dov’era sepolta.

La Piramide di Chefren, detta anche Seconda Piramide, in origine era alta 143.5 metri (oggi 136) con un lato di base di 215. L’elemento più famoso del complesso è la Sfinge (lunga 73 metri e altra 20, che raffigura Chefren con corpo di leone) in parte scolpita nella roccia e poi completata con blocchi in muratura. Davanti alla Sfinge si vedono i pochi resti del tempio di mummificazione mentre fra le zampe anteriori troviamo una grande stele, detta la Stele del Sogno perché fu eretta dal faraone Thutmosi IV dopo aver visto in sogno la Sfinge che lo pregava di liberarlo dalla sabbia che la copriva.

La più piccola delle piramidi è quella di Micerino, in origine alta 66 metri. A parte tre piramidi minori i resti del complesso sono scarsi. Il sarcofago di Micerino è noto per la descrizione che ne fecero gli archeologi inglesi che nel 1836-37 entrarono nella piccola piramide: era di basalto, privo di iscrizioni e con un bel decoro a “facciata di palazzo”. Purtroppo andò perduto nel naufragio della nave che lo doveva portare a Londra.

Rientriamo in albergo per rilassarci in piscina e dopo cena ritorniamo alla piramidi ad assistere da una grande terrazza al grande spettacolo “Suoni e Luci”: da qui si ha un bel colpo d’occhio sul sito archeologico più famoso del mondo.

10.08.2005 Sveglia alle 07.30 e partenza per il museo egizio, la cui storia risale solo al 1858 quando l’archeologo francese Mariette ottenne di esporre alcuni oggetti nella vecchia sede di una compagnia di navigazione. Fino a quel momento la maggior parte dei reperti era stata prelevata da paesi stranieri tramite i rappresentanti diplomatici, i quali si erano spartiti il territorio nell’indifferenza totale delle autorità locali. Questo saccheggio autorizzato ha permesso di costituire importanti collezioni europee quali quella di Torino (nel 1835, primo museo egizio del mondo), Firenze, Bologna, Londra, Parigi, Leida e Vienna.

Nel museo sono esposti circa 40’000 pezzi (mentre altri 72’000 sono conservati in magazzini)- E’ il classico museo stipato di reperti; presto sarà pronto il nuovo Museo della Civiltà dove sarà collocata una parte del patrimonio del Museo egizio secondo criteri più moderni. Non abbiano certo potuto sostare davanti ad ogni pezzo, ma dopo una sapiente informazione di carattere generale (della durata di un’ora e mezzo), la nostra attenzione si è indirizzata al tesoro di Tutankhamon (diventato re a nove anni e morto a diciannove), che da solo occupa le sale e le gallerie Nord ed Est con circa 2000 pezzi esposti. E’ il solo corredo faraonico che si conosca (scoperto il 22 novembre 1922 dall’archeologo inglese Carter), in quanto tutte le altre tombe di faraoni furono trovate vuote e saccheggiate. La ricchezza del tesoro è impressionante: basti pensare al sistema “a scatole cinesi” (o a “matriosche”) degli otto sarcofagi che proteggevano il corpo del giovane faraone. La camera funeraria (aperta nel febbraio 1923 e per dare un’idea dei tempi di lavoro, la mummia fu raggiunta solo nel novembre 1925) era interamente occupata da una grande cappella in legno dorato (1) che ne conteneva di misura altre 3 (tot 4), una dentro l’altra. Dentro la quarta cappella fu trovato uno splendido sarcofago in quarzite che aveva all’interno un altro, detto sarcofago esterno (altezza 2.25 metri) in legno dorato che ne racchiudeva uno appena più piccolo, l’intermedio in legno laminato d’oro, il quale conteneva di misura il sarcofago interno, in oro massiccio a 22 carati e del peso di 110 kg (e siamo arrivati a 8), trovato coperto da un sudario di lino finissimo. Il corpo del re era stato deposto con il capo a ovest, avvolto nelle bende di lino, protetto da 140 amuleti e dalle sue armi personali. Si scoprì che era alto circa 1.65 m, mummificato con gli occhi aperti e con il pene fasciato in posizione eretta; sul volto la splendida maschera d’oro e lapislazzuli che ne riproduce le sembianze, forse il reperto archeologico più famoso al mondo.

Rientriamo al presente (in effetti, la visita al tesoro ci ha fatto sognare la storia egizia) e ci dirigiamo alla sala delle mummie reali fra le quali quella di Ramses II e Sethi I. Terminata la visita al Museo, è ora di pranzo, organizzato su un ristorante battello.

Nel pomeriggio, salutiamo la nostra guida Mahrus, che rientra ad Alessandria, e visitiamo il bazar di Khan el Khalili, rientro in albergo e svago fino a cena. Prima della buona notte salutiamo gli altri componenti del nostro gruppo; domani, infatti, il nostro viaggio prosegue per Sharm El Sheik, mentre gli altri rientrano in Italia.

Una particolarità: siamo rimasti 3 notti al Cairo e ogni sera si è svolto un maestoso matrimonio egiziano nelle sale del nostro albergo.

11.08.2005 Sveglia alle 07.00, colazione e partenza per l’aeroporto , dove ci attende l’aereo per il Mar Rosso. Espletate le formalità di arrivo, ci conducono al Club Fanara (in origine avremmo dovuto soggiornare al Club Reef, ma l’attentato terroristico del 23.07 ha indotto tanti turistici a rinunciare a partire per Sharm con conseguente chiusura di alcuni complessi alberghieri) dove trascorriamo 4 giorni in pieno relax: mare e sole.

15.08.2005 Le vacanze sono finite!!!! Sveglia alle 05.30 e partenza con un volo interno per il Cairo, dove proseguiamo per Milano. Il nostro viaggio nel tempo, alla scoperta dell’antico regno egiziano, si è così concluso e si ritorna alla nostra vita quotidiana acnhe se pesno giâ alle prossime; un’idea ce l’ho Sri Lanka e Maldive, chissà!!



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