È la terra che non smette mai di stupire, ma per scoprirne tutti i suoi segreti è questo l’itinerario di 8 giorni che dovrai fare nel 2025

8 giorni di cultura ibero-islamica, di magnifici palazzi dove stili diversi si alternano, di “miradores” e moschee diventate cattedrali. Insomma, di Andalusia, terra che non smette mai di stupire. E che scopriamo con questo diario di viaggio di Lucia.
Indice dei contenuti
Diario di viaggio in Andalusia
Giorno 1 – Arrivo a Malaga
Partiamo con una coppia di amici alla volta dell’Andalusia, da Roma Fiumicino con destinazione Malaga (52euro a/r solo zainetto) con volo Ryanair. Ci affidiamo a Andalusiando viaggi (sito trovato su Internet), che si occuperà per noi dei trasferimenti da città a città, da/per aeroporto, accompagnamento in centro città (quando richiesto), acquisto biglietti per i monumenti e prenotazioni hotel. La prima sera la trascorriamo a Torremolinos presso l’hotel Alua Soul Costa Malaga. Un albergo in centro, molto carino, belle stanze, con una ottima colazione e piscina, ad un passo dalla Calle San Miguel, folkloristica stradina pedonale, piena di localini e negozi che, in discesa, porta alla spiaggia. Pranzo da Los Pescaitos – calle Europa,11, che stra-consiglio per il menù fisso a 10€ (con un paio di varianti) e l’autenticità del locale e dei gestori. La sera tapas presso localino di cui non ricordo il nome, vicino alla spiaggia.
Giorno 2 – Nerja, Granada
Partenza per Nerja, famosa per la piazza principale denominata il balcone d’Europa, e rimaniamo incantati dalla vista verso tutta l’Andalusia e dalla spiaggia sottostante! Dopo una passeggiata proseguiamo per Frigiliana, tipico Pueblo Blanco, cioè un paese caratteristico per le sue case tutte imbiancate a calce. Pranzetto nella Plaza de las tres culturas. Molto bella la vista dal Miradores. Arriviamo a Granada in serata pernottiamo presso l’hotel Macia Condor (non male, ma con moquette nelle stanze), buona colazione, abbastanza vicino al centro, su una strada principale.
Granada è fantastica! Posta a 700 m di altitudine è più fresca rispetto alle altre città dell’Andalusia. Si può salire per visitare l’Alhambra comodamente con il bus c32 (euro1,60 a persona solo andata). Vi consiglio di dedicare una intera giornata a questa meraviglia, di passeggiare comodamente fra palazzi, giardini e fontane oppure uscire e rientrare (avvertendo la biglietteria) per andare a pranzo nel ristorantino di fronte all’ingresso. La vera magia è il palazzo Nasridi, con prenotazione a parte (attenzione all’orario! Sono molto fiscali!). Anche il Generalife è molto bello, ma niente a che vedere con il Palazzo precedente. Nelle due serate che abbiamo trascorso a Granada abbiamo cenato alle Botegas Castagneda (cibo buonissimo, prezzo ragionevole, atmosfera andalusa) e alla taberna casa Enrique, molto caratteristico, ma piatti scarni e prezzo sostenuto. Abbiamo visitato la casa de Zafra (biglietto ingresso 3 € – gratis per i pensionati) per avere un’idea della struttura delle case arabe, la cattedrale e la cappella reale. Purtroppo i bagni arabi erano chiusi, hanno degli orari particolari.
Informatevi bene presso i centri di informazioni turistici, perché ci dovrebbe essere un biglietto unico più conveniente (noi lo abbiamo saputo dopo) che include gli ingressi a più monumenti. Interessantissimo è anche il quartiere Alcaiceria, a cui si accede tramite un arco a fianco dell’ingresso alla Cattedrale. Nei vicoletti pieni di negozi e di gente si respira un’atmosfera tutta orientale.
Giorno 3 – Cordoba
Nella tarda mattinata partenza per Cordoba. Patria di Seneca e sede della imperdibile Mezquita-Cattedrale, bella da mozzare il fiato e dell’Alcazar dei re cristiani (è possibile anche acquistare su Civitatis i biglietti per il tour della Moschea e dell’Alcazar di Cordova che includono la guida in italiano, gli auricolari e gli ingressi a entrambi i siti). Sconsiglio invece di visitare la Juderia, almeno la prima parte, quella da cui si accede tramite la Puerta de Almodóvar che, a parte una piccola visita dentro il cortile di una casa tradizionale, ho trovato un quartiere un po’ anonimo. Forse con l’aiuto di una guida avrei potuto apprezzarlo di più. Ma la Juderia va dalla porta Almodovar fino alla cattedrale, e lì invece il quartiere si fa interessante. Una breve visita alla Calleja de las Flores (una stradina con vasi attaccati alla parete-niente di che) e ad una casa andalusa Al-lksir (ingresso 4 euro), molto molto bella. Abbiamo pranzato alla Taberna Agora Calleja de las Flores, localino andaluso, buon servizio, ottimo cibo (tutto a base di pesce) e buon prezzo. Nel pomeriggio partiamo per Siviglia.
Dopo una bella passeggiata per il centro e visitata la Plaza de España (d’impatto, ma costruita all’inizio del 1900), abbiamo pranzato nel quartiere arabo alle Tres Teresas, localino dove ho gustato un ottimo gaspacio e delle tapas. La sera, prima di rientrare all’hotel Silken, dove alloggiavamo, abbiamo cenato alla Taberna Pepe Hillo. Questo è il ristorantino che maggiormente mi è piaciuto durante questo viaggio. Piccolino, bella atmosfera accogliente, vicino alla plaza de Toros e al ponte di Triana (a proposito, la sera è tutto illuminato e la gente passeggia lungo le sponde del Guadalquivir). Ho mangiato un’ottima coda de toro (l’equivalente della nostra coda alla vaccinara) e mio marito del baccalà. Vi consiglio entrambi i piatti, di proporzioni esagerate e prezzi più che onesti (entrambi i piatti più una cerveza e un bicchiere di tinto del verano 28 euro in due). A Roma neanche una pizza, in Andalusia un pasto completo.
Purtroppo non abbiamo potuto visitare l’Alcazar della città, forse l’attrazione principale di Siviglia, perché i biglietti erano esauriti. Bisognava prenotare on line almeno un paio di giorni prima, peccato! Stupenda la Cattedrale, che fra le tante meraviglie ospita anche le spoglie del nostro Cristoforo Colombo e di suo figlio, e la Giralda, la torre che anticamente era un minareto, dalla quale si gode un ottimo panorama della città. All’interno non ci sono scale, ma un un’unica rampa in salita che permetteva al muezzin a cavallo di salire in cima per intonare l’invito alla preghiera. Vicino alla cattedrale (biglietto incluso in quello previsto per la visita alla cattedrale e alla torre) consiglio di visitare la chiesa del divino Salvatore ed i suoi sotterranei. Molto d’effetto è la struttura di architettura contemporanea Parasol, ma il biglietto per accedervi è un po’ caro e si deve rispettare un orario. Bellissimo è anche il Palacio de las Duenas, residenza dei Duchi di Alba.
Giorni 4 e 5 – Ronda
Dopo Siviglia passiamo qualche ora a Ronda. Che spettacolo! Dal ponte Nuevo la vista è pazzesca! Arunda fu fondata dai Celti verso il IV secolo a.C., poi passò sotto il dominio fenicio, poi fu conquistata dai Greci che cambiarono il nome in Runda ed infine, in epoca romana, divenne un importante insediamento militare. Fu poi conquistata dagli arabi e nel 1485 dai Re Cattolici che trasformarono o distrussero molti dei sontuosi palazzi, giardini e moschee. Il torrente Guadalevin ha scavato da tre lati la roccia formando uno spaventoso e scenografico dirupo, il Tajo, ovvero un taglio profondo circa 100 metri. Entriamo anche a visitare l’arena, la più antica di Spagna (1779) patria del matador Romero che introdusse lo stile di Ronda, nel quale il torero era a piedi e usava la cappa per distrarre il toro. Lo Stile di Ronda si contrappone allo Stile di Siviglia, dove invece il torero era a cavallo (credo di avere capito così). A Ronda dal 1987 riposano le ceneri di Orson Welles che scrisse: Un uomo non appartiene al luogo in cui nasce, ma a quello in cui desidera vivere. Per finire breve visita a Setenil de las Bodegas, paese suggestivo della provincia di Cadice, praticamente incastonato fra le rocce.
Giorni 6 e 7 – Malaga
Ultima tappa del viaggio in Andalusia è Malaga. Alloggiamo all’hotel El Pintor, molto carino con una buona colazione su ordinazione. Molto interessante è stata la visita al castello Gibralfaro. Per raggiungere la fortificazione abbiamo fatto a piedi la salita, molto impegnativa, ma al ritorno abbiamo preso il bus n. 32. Attenzione a non fare il contrario, perché il percorso in discesa è scivoloso. Il museo Picasso è molto bello, ma bisogna prenotare l’entrata e ci sono comunque file lunghissime. La sua casa natale un po’ meno interessante, perché non è stato conservato nulla di originale. I mobili sono antichi, ma non è il vero salotto della famiglia Ruiz-Picasso, in cui pittori e intellettuali si riunivano all’epoca. Vi consiglio, soprattutto se visitate Malaga nel periodo primavera/estate, di prendere un bus (nn. 8/11/3 vanno tutti in quella direzione) e visitare il quartiere di El Palo, dove si trovano le più belle spiagge della città e si può pranzare presso i chiringuitos, ristorantini che cucinano pesce alla brace sulla spiaggia.
Noi siamo andati alla Taberna Los Cuñaos, dove abbiamo assaggiato un piatto particolare, la Fideuà, cioè una paella a base di spaghetti spezzati anzichè riso. Interessante è anche la Calle Larios, molto larga ed ariosa, esclusivamente pedonale, fiancheggiata da negozi e palazzi in stile scuola di Chicago, cioè edifici liberty con angoli arrotondati, tanto da permettere alla brezza marina di muoversi più facilmente tra i palazzi. Pranzi e cene da El Pimpi (vi conviene prenotare due giorni prima) e Casa Lola (ce n’è più d’una in vari punti della città). Naturalmente il lungomare è bellissimo, con l’originale Palmeras de Las Sorpresas, struttura progettata nel 2011 che è una pergola ombreggiante che ricorda la struttura di una nave. Il Palmeras nasce al posto di vecchi edifici per lo stoccaggio delle merci, demoliti e sostituiti da giardini, fontane ed un palmeto, parallelo al quale sorre il Paseo del Parque, un fantastico viale che costeggia il mare. Riposare un po’ su quelle panchine è stato rigenerante.
Giorno 8 – Rientro
si rientra a Roma. L’aeroporto di Malaga è ben fornito di tutto, quindi, se pensate di acquistare gli ultimi souvenir o di mangiare qualcosa, qui potete farlo.
Viaggio indimenticabile! L’Andalusia è sicuramente il paese delle meraviglie!