È il tesoro delle Ande: in questa terra si scoprono migliaia di anni di storia, da montagne sopra ai 5000 metri fino all’oceano

Una delle 7 meraviglie del mondo moderno, la straordinaria bellezza di paesaggi incontaminati, tutta la sorpresa di passare dalle sponde dell’Oceano Pacifico fino ad alcune delle vette più alte delle Ande: è il Perù, come ce lo racconta il nostro TPC Osky. Buona lettura!
Indice dei contenuti
Diario di viaggio in Perù
Prenotiamo con lauto anticipo il volo (Latam) e io inizio a pianificare l’itinerario. La prima cosa che faccio è comprare i biglietti per Machu Picchu (bisogna per forza appoggiarsi a delle agenzie locali, io mi sono affidato al sito bigliettomachupicchu ed è consigliabile farlo con almeno 3 mesi di anticipo perché gli ingressi giornalieri sono numerati e si esauriscono in breve tempo). Alberghi e pullman notturni (noi abbiamo optato per la compagnia Cruz del Sur) li ho prenotati prima della partenza, mentre per le escursioni lo faremo una volta arrivati sul posto.
Lima
Atterriamo alle 05:15 del mattino (ora locale di Lima) e subito mi premunisco di una SIM peruviana per avere internet per tutta la vacanza. Usciamo dall’aeroporto e troviamo il taxi, prenotato tramite Booking, ad aspettarci; ci porterà direttamente al nostro hotel (Miraflores Colon Hotel). Abbiamo scelto questo albergo perché abbiamo letto che il quartiere di Miraflores è un quartiere moderno, turistico e soprattutto sicuro, situato lungo la costa che si affaccia sull’Oceano Pacifico. Dopo aver fatto il check-in anticipato, pagando una piccola differenza, e gustato la colazione, partiamo subito alla scoperta di Lima.
Come primo assaggio optiamo per il quartiere storico della capitale e per arrivarci prendiamo il Metropolitano (una specie di metro, ma che usa pullman che passano ininterrottamente ogni 5-10 minuti). Per poter fare il biglietto servono i contanti (i Sol peruviani) quindi per prima cosa cercate un cambio o chiedete in albergo. Arriviamo nel centro storico e a piedi raggiungiamo Plaza de Armas, dove troviamo la cattedrale, il palazzo del Governatore e tantissime altre meraviglie, tutte da vedere e scoprire. È domenica e girovagando a caso ci imbattiamo nel mercato della domenica, che fortuna! Credo che poter vedere i mercati locali ti dia la possibilità di osservare direttamente come vive la gente del posto, le loro usanze e il loro costumi. Facciamo merenda con i famosi Churros, ci godiamo una parata a cavallo delle Guardie del Governatore con tanto di banda musicale e, visto che il jet-lag inizia a farsi sentire, torniamo in albergo. Cena direttamente in albergo e poi nanna.
Il secondo giorno lo programmiamo così: mattina dedicata alla visita del Museo de Oro, dove si possono ammirare i pochi reperti in oro della cultura Inca, salvati dalle grinfie dei Conquistadores spagnoli, manufatti delle altre culture peruviane e tantissimo altro. Non avevamo grandi aspettative e invece lo consigliamo vivamente, merita davvero una visita. Dopo la visita al museo, prendiamo un taxi e ci facciamo portare nel quartiere di Barranco. Questo quartiere affacciato sull’oceano, una volta un piccolo villaggio di pescatori, è famoso per essere la casa di tantissimi artisti e ricco di bellissimi murales. Seguiamo un itinerario proposto dalla guida e arriviamo al Ponte dei Sospiri (non ha niente a vedere col ponte della nostra Venezia). Da qui, continuiamo sempre a piedi, scendiamo la scogliera e arriviamo alle spiagge di Lima. Che emozione poter toccare l’acqua dell’Oceano Pacifico! C’è vento e fa abbastanza freddo (è fine inverno qui!) ma ben coperti seguiamo il lungomare per tornare verso il quartiere di Miraflores. Durante la nostra camminata possiamo ammirare gli intrepidi surfisti che sfidano le onde e i coraggiosi parapendii che volano sopra le scogliere e nel cielo grigio di Lima. È ormai sera e tramite una passerella saliamo a Miraflores: qui scopriamo un quartiere che all’imbrunire si anima di luci e turisti. Sembra di essere nel centro moderno di una qualsiasi capitale occidentale. Ristoranti, negozi di marche famose, souvenir. A cena andiamo al ristorante della catena Don Belisario (ottimo).
Cusco
La mattina dopo ci godiamo ancora per qualche ora il quartiere di Miraflores e poi ci dirigiamo in aeroporto per prendere il volo interno che ci porterà a Cusco (sempre tramite la compagnia Latam). Rispetto ai classici tour turistici del Perù noi abbiamo deciso di fare il percorso al contrario: partiremo dai 3500 metri di Cusco, andremo ad Arequipa, passeremo dal deserto di Ica, per poi tornare sull’oceano a Paracas e da lì tornare a Lima. In albergo a Lima abbiamo conosciuto una ragazza, Carla, che lavora per un’agenzia che organizza tour in tutto il Perù, e col suo aiuto siamo riusciti a prenotare tutte le escursioni scrivendole direttamente su Whatsapp. Noi le dicevamo cosa volevamo, lei ci trovava il tour, ci riservava il posto, ci inviava il link per pagare con carta, e il gioco era fatto.
Atterriamo a Cusco e subito troviamo il nostro taxi (prenotato sempre tramite Booking) ad attenderci, che ci porterà all’albergo prenotato (Hawka Inka Hostal, ottimo per prezzo, servizi e posizione). Lasciamo gli zaini in camera (essendo a 3500 metri di altitudine, non vi dico che fatica salire fino al terzo piano senza ascensore con gli zaini carichi!) e via, alla scoperta di Cusco. Andiamo quindi verso Plaza de Armas (ogni città ne ha una qui!) e notiamo subito la differenza con Lima. La città risulta molto meno moderna, con ancora i palazzi di epoca coloniale, costruiti usando le pietre delle vecchie strutture Inca. Cena in un ristorante che si affaccia direttamente sulla piazza principale e poi a nanna presto: ci aspetta il tour del Valle Sagrado.
Sveglia ore 5:30, perché il pulmino, con la guida Joseph, passa a prenderci direttamente in albergo alle ore 6:00. L’albergo, visto l’orario, ci ha preparato una colazione al sacco, così abbiamo le energie per affrontare questa giornata che risulterà intensa. Prima tappa Chinchero. Questo piccolo villaggio a 3800 metri di altitudine merita una visita per le antiche rovine Inca, la chiesa coloniale costruita sulle fondamenta di un antico tempio (cosa abbastanza comune purtroppo!), il mercato giornaliero delle abili tessitrici locali e le tradizionali terrazze agricole sempre di epoca Inca ancora in uso. Qui facciamo il nostro primo acquisto peruviano: un bellissimo poncho di lana di alpaca lavorato e tinto in maniera artigianale. Tappa successiva, Moray. Il sito archeologico contiene una serie si terrazzamenti circolari concentrici, che formano una sorta di anfiteatro. Non è certa la funzione di questo luogo. Tra le varie ipotesi, la più accreditata è che fosse un sito dove gli antichi Inca praticavano tecniche di ibridazione tra varie coltivazioni (ad esempio la patata e il mais) in modo da ottenere mais che potesse crescere a quelle altitudini (sempre sopra i 3500 metri).
Questa ipotesi è avvalorata dai tantissimi resti di coltivazione trovati nel terreno. Ci spostiamo alle stupende e famose Salineras de Maras. Un luogo da cartolina, dove il sole riflesso dal bianco del sale ti acceca. Merita lo sforzo della salita il panorama mozzafiato che si può ammirare. Qui si trova un sorgente di acqua termale (37 °C, ricca di sali) che viene convogliata nelle varie vasche e lì decanta ed evapora lasciando il prezioso prodotto. Le singole vasche sono ad utilizzo privato: ogni famiglia ha la sua e nessun straniero può utilizzare questi posti, ma solo la popolazione indigena. Ogni famiglia raccoglie il sale, lo insacchetta e lo vende. Dopo una pausa pranzo compresa nel tour, arriviamo ad Ollantaytambo. Anche qui troviamo delle rovine Inca. Era una città dove l’antico imperatore Manco Inca cercò di raggruppare la resistenza dopo la caduta di Cusco. Ci inerpichiamo sui terrazzamenti per arrivare alle rovine del tempio (curioso trovare un bassorilievo che ricorda le costruzioni di Petra, in Giordania). Ai piedi dei terrazzamenti, si sviluppa una cittadina, stazione di partenza del treno che porta ad Aguas Calientes, ultimo avamposto prima di salire a Machu Picchu.
Risaliamo sul nostro pulmino seguendo al contrario il percorso del fiume Urubamba, affluente del Rio delle Amazzoni, per arrivare a Pisac. Anche lei è stata un’antica città Inca, con resti di terrazzamenti, templi e guarnigioni per i guerrieri. Francisco Pizarro ha messo piede anche qui, mettendo tutto a ferro e fuoco. Una specie di Attila del Nuovo Mondo (È molto curioso vedere il suo scheletro esposto nella cattedrale di Lima, ma la religione cattolica non finisce di stupirmi in maniera negativa). Ormai è sera e rientriamo a Cusco. Arriviamo in albergo dopo una cena a base di pizza (Aravi Pizzeria). La pizza ci è piaciuta moltissimo anche se è diversa dalla nostra. Il locale è gestito da una famiglia di Cusco e il proprietario ha voluto conoscerci e fare un sacco di foto con noi e la sua famiglia. Queste sono le sensazioni che più ci piacciono di queste vacanze: poter conoscere e parlare con la gente del posto. Li salutiamo con gli occhi umidi.
Machu Picchu
Oggi è il giorno in cui ci trasferiremo ad Aguas Calientes, avamposto per Machu Picchu. La mattina la dedichiamo alla visita di Cusco. Partiamo quindi alla ricerca della Pietra dai dodici angoli, percorriamo la famosa Calle Borreguitos, arriviamo al Mirador de San Cristobal e poi torniamo a Plaza de Armas per visitare la Cattedrale. Dopo una siesta nella piazza baciati dal sole, andiamo alla sede della IncaRail dove prenderemo il pullman che ci porterà ad Ollantaytambo. Un consiglio: noi abbiamo lasciato il grosso del bagaglio nell’albergo di Cusco, dove torneremo la sera successiva per un’ultima notte, e siamo partiti per Agua Caliente con due piccoli zaini col minimo indispensabile per una notte (non dimenticatevi il repellente per zanzare e mosquito). Aguas Calientes è fornita di ogni bene. Qualsiasi cosa dimentichiate la potrete comprare (anche il repellente!). Arrivati ad Ollantaytambo, saliamo sul treno e arriviamo a destinazione, ormai è sera. Check-in in albergo (Hostal la Payacha, struttura ottima, la nostra camera era affacciata sulla ferrovia ed è stato particolare vivere questa esperienza positiva), usciamo a cena in uno dei tantissimi ristoranti e lì incontriamo Paco, la guida che ci accompagnerà durante la visita a Machu Picchu. Il nostro biglietto di ingresso è alle ore 8:00 e quindi, su consiglio di Paco, ci mettiamo in fila per il pullman (per arrivare si percorre una strada sterrata con molti tornanti) alle ore 6:30. Altra levataccia, ma ne varrà la pena! Entriamo al sito e, dopo 5 minuti di camminata, compare davanti a noi in tutto il suo splendore una delle Meraviglie del Mondo: Machu Picchu!
Il cuore batte forte e non riesco a trasmettere le emozioni che abbiamo provato. Iniziamo il nostro percorso (noi abbiamo acquistato i biglietti per il circuito classico, cioè il numero 1) guidati da Paco (consigliamo vivamente una guida, altrimenti non potrete capire e notare tantissime cose, e poi avrete un fotografo per le foto, senza dover ricorrere a inutili selfie). Dopo 2,5 ore di visita Paco ci lascia all’interno del sito e ci godiamo ancora un po’ il sito per poi rientrare sempre in pullman ad Aguas Calientes, dove dopo un ottimo pranzo, riprenderemo il treno e poi il pullman che ci riporteranno a Cusco. Durante il viaggio contattiamo Carla e prenotiamo un’escursione per il giorno dopo alle famose Rainbow Mountain (la seconda meraviglia del Perù): noi abbiamo optato per la meno famosa Palcoyo rispetto alla famosissima Vinicunca. Le ragioni di questa scelta sono queste: Vinicunca è piena di turisti, oltre a richiedere una camminata di circa 3 ore per arrivare ai 5200 metri di altitudine con un dislivello di 300 metri mentre Palcoyo è molto meno turistica, ti dà la possibilità di vedere ben 3 montagne arcobaleno e richiede una camminata di un’oretta scarsa con un dislivello di 100 metri circa. Non essendo molto allenati (non è semplice superare questi dislivelli a certe altitudini) e preferendo un posto con pochi visitatori, abbiamo optato per la montagna di Palcoyo.
Per questa escursione ci aspetta la sveglia peggiore di questa vacanza: si parte alle 05:00 dal nostro albergo. Colazione compresa nel tour a base di mate di coca per aiutarci a reggere le altitudini e via, ci inerpichiamo col pulmino per una strada tutta sterrata sulle Ande peruviane, dove ogni tanto ci tocca attraversare ponti fatti di tronchi. Arriviamo a destinazione a 4900 metri e da lì parte la nostra camminata. Piano piano, passo dopo passo, con l’aiuto delle foglioline di coca offerte dalla nostra guida Guillermo, accompagnati da una miriade di alpaca liberi per i prati, ci avviciniamo al view point. Che vista ragazzi! Che panorami! I nostri occhi cercano di godere il più possibile della vista che si apre davanti a noi: emozionante! Rientriamo sempre con calma al parcheggio e per pranzo ritorniamo a quote più sopportabili. Torniamo in albergo dove ci hanno permesso di utilizzare ancora la camera per poter fare una doccia e riprendere i nostri zaini. Dopo cena ci incamminiamo verso la stazione della Cruz del Sur, dove prenderemo il primo pullman a tratta notturna di questa vacanza (10 ore di pulman). Il pullman è attrezzato davvero bene con dei sedili molto comodi che posso reclinarsi fino a 160°, quasi come un letto.
Arequipa
Ci addormentiamo quasi subito dopo la partenza e veniamo svegliati direttamente a destinazione: siamo arrivati ad Arequipa! Colazione e poi tramite un taxi (sempre sicuri e affidabili) arriviamo all’albergo prenotato (Vita Hoteles Arequipa). Avevo pagato il check-in anticipato e prendiamo possesso della camera (sono le 8 del mattino). Un attimo di relax e poi usciamo alla scoperta di questa città. La reception ci avvisa che la città è tutta senza corrente (in albergo c’è grazie ad un generatore) e che non saranno disponibili tutti i servizi. Arequipa è molto particolare, con le case bianche dovute alla pietra locale che è una pietra vulcanica (ad Arequipa si possono vedere 3 vulcani, di cui uno solo attivo) e sono tutte basse a causa dei frequenti terremoti. Mentre visitiamo la città contattiamo sempre Carla per poter fare un’escursione il giorno successivo. Scegliamo il tour alla Laguna de Salinas, a 4300 metri di altitudine. Prima di pranzo visitiamo il bellissimo monastero di Santa Catalina, una bellissima cittadella colorata di silenziosa devozione. Continuiamo a girovagare per la città godendoci Plaza de Armas con la Cattedrale.
Anche stavolta veglia presto per arrivare alla Laguna, percorrendo una strada sterrata e impolverata, dove incrociamo un continuo via vai di camion che trasportano a valle il prezioso minerale carico di boro che viene estratto dalle saline. Il paesaggio è meraviglioso, un contrasto di colori: il bianco del sale, il verde dei prati e delle montagne che avvolgono le saline, l’azzurro del cielo, e il grigio della roccia che affiora in continuazione. Qui ammiriamo la natura in tutta la sua bellezza, tra gruppi di vigogne (unico camelide selvatico presente in Perù) e fenicotteri. Oltre a tantissimi alpaca e lama, liberi di pascolare nei prati vicino alle saline. Rientriamo ad Arequipa per pranzo con successivo relax nella piscina dell’albergo (abbiamo pagato il check-out posticipato per avere la camera fino alle ore 20). La sera prenderemo un altro pullman notturno che ci porterà a Ica, sempre con la compagnia Cruz del Sur (durata del viaggio circa 12 ore).
Ica – Huacachina
Arriviamo ad Ica la mattina successiva e da lì, tramite taxi, raggiungiamo l’albergo prenotato all’Oasi di Huacachina (Rochabus). L’oasi è circondata dal deserto di Ica, un paesaggio marziano, fatto di dune altissime di sabbia. Prenotiamo un tour per il pomeriggio che si concluderà ammirando il tramonto dall’alto di una duna (Huacachina Tours). Molto adrenalinica l’escursione a bordo di una dune buggy da 9 posti. Anche qui emozioni infinite. Terminato il tour ci godiamo l’oasi nella sua bellezza notturna col gioco di luci dei numerosi alberghi disposti come mura protettive attorno al laghetto.
Penisola di Paracas
Dopo un’ottima colazione e alcune ore di relax a bordo piscina, sempre tramite taxi, ritorniamo a Ica dove ci aspetta il pullman (sempre Cruz del Sur) che ci porterà a Paracas. Un paio d’ore di viaggio e arriviamo a destinazione: possiamo riammirare l’Oceano Pacifico. Paracas è una località turistica piena di alberghi e ristoranti famosa per le sue spiagge, che durante la stagione estiva si popola fino a sembrare una piccola Rimini. Per il giorno successivo abbiamo prenotato una doppia escursione (Paracas Explorer, uffici di fronte al nostro hotel): prima andremo in barca alle Isole Ballestas e poi con un pullmino ci inoltreremo nella Riserva Naturale di Paracas.
Iniziamo cosi il tour prenotato. La prima cosa che possiamo ammirare è il Candelabro, un gigantesco geoglifo prestorico inciso sulla roccia della penisola di Paracas. Raggiungiamo le isole dove ammiriamo la fauna marina: leoni marini, pinguini di Humboldt, sule, pellicani, guanaco, cormorani e molto altro. Le isole sono famose, oltre che per la fauna marina, per il guano che viene raccolto fin dall’epoca dei Nazca e viene utilizzato come fertilizzante. Torniamo sulla terraferma e partiamo alla scoperta della Riserva Naturale di Paracas, dove il deserto di Ica incontra il mare. Scogliere a picco sull’oceano. Un festival di colori e sfumature incredibili. Rientriamo in albergo e ci godiamo il pomeriggio baciati dal sole a bordo piscina. Cena in una pizzeria di italiani (Waiki Pizza Bar). In questa vacanza giunta ormai al termine, abbiamo mangiato spesso pollo in tutte le varianti (chicharron, bistecca, cotoletta alla milanese) e riso (soprattutto arroz chaufa). Abbiamo provato il cuy (la cavia peruviana) e il ceviche, ma non ci hanno entusiasmato. Molto buone le empanadas, vendute per strada dalle signore locali. Provate il Pisco Sour come aperitivo: non vi deluderà!
Ritorno a Lima
È arrivato il nostro ultimo giorno in Perù e ripartiamo alla volta di Lima, sempre pullman Cruz del Sur. Per arrivare nella capitale percorriamo la famosa Panamericana che collega l’Alaska all’Argentina. Arriviamo in hotel (Ibis budget Lima Miraflores). Le ultime ore le dedichiamo allo shopping e possiamo ammirare un’ultima volta l’oceano e le scogliere. Per l’ultima cena peruviana torniamo al Don Belisario.
Siamo sul taxi che ci porterà in aeroporto. Le prime luci dell’alba chiedono spazio alle luci artificiali e mentre la città scorre davanti a noi, i nostri pensieri sono all’avventura appena vissuta. Alle straordinarie e umili persone incontrate, ai vivaci bambini, alle splendide meraviglie che i nostri occhi hanno potuto ammirare. I profumi, i sapori e anche gli odori. Ci accorgiamo di avere entrambi gli occhi lucidi. Eravamo tanto lontano da casa ma abbiamo trovato un popolo pronto ad accoglierci nella sua semplicità, nella sua durezza, nei suoi costumi. Prendo la mano di Cinzia, la guardo e ci facciamo una promessa: in Perù ci torniamo, questo è sicuro!