Cinque giorni in Slovenia
Riusciamo a godere di una bella acquetta prima di entrare col turno delle 12 nelle grotte di Postumia. Bellissime come le ricordavo con alcune piccole differenze: – Hanno ricoperto i passaggi con un cemento antisdrucciolo.
– Hanno tolto il proteo, una specie di salamandra bianca che vive solo qui, dalla vasca sul percorso dei turisti. Pare che questi gli dessero da mangiare facendolo star male.
– La grotta bianca è risulta molto più piccola di quanto non la ricordassi.
Queste grotte carsiche, italiane per quasi 30 anni, si estendono per 21km e sono forse le più famose al mondo. Al turista medio fanno fare un giro di circa 5 km di cui 2 su un trenino elettrico, 1,5 a piedi, e altri due sul trenino. In 200 anni sono venuti 30 milioni di visitatori.
Poi andiamo al castello di Prediana, poco lontano. “Poderoso, provocante e inespugnabile, come fatto apposta per divenire la dimora segreta del temerario cavalier Erasmo di Predjama” veramente una positiva sorpresa. Metà castello trova posto in una caverna; in alto internamente si accede ad un antro, ultima difesa del famigerato signore del luogo.
L’Hotel Jadran a Bled, famosa cittadina sull’omonimo lago, appare un buon compromesso qualità-prezzo. La finestra da’ sul castello sull’altra sponda del lago; sulle acque si esibiscono canottieri ed uccelli acquatici.
C’è ancora tempo per una visita alla gola di VINTGAR distante solo qualche chilometro. Il piccolo fiume, torrente mi parrebbe riduttivo, scorre in uno stretto canyon con rapide e cascate tra un frastuono assordante. Il percorso di 1,6 + 1,6 km attrezzato con passerelle e ponti rende possibile osservare il tutto da breve distanza. E’ stata una esperienza veramente affascinante.
L’ornitologo del gruppo ha visto pure un merlo acquaiolo tuffarsi nella corrente. Forse i nostri sfottò circa un avvistamento provocato dalla stanchezza erano ingiustificati perché l’uccello esiste veramente.
Non c’è più tempo se non per la cena, in un ristorante vicino al lago.
2 Il programma iniziale per venerdì: Tunnel sotto le alpi 8km, Klagenfurt città del drago, pranzo austriaco, Villach, Kraniscka Gora, escursione sul Triglav, ritorno a Bled viene modificato perché troppo impegnativo senza però assolutamente rinunciare al pranzo austriaco a base di porco e crauti, che alcuni definiscono fondamentale. Andiamo a Kraniscka Gora, la Cortina slovena, che è poco più di un paesotto pur con qualche negozio interessante e diversi alberghi. Dopo una breve visita attraverso il Wurzenpass arriviamo Villach. La strada non è molta ma le pendenze soprattutto dal lato austriaco sono notevoli (20%). Villach è una ridente cittadina con un piccolo centro storico in cui individuiamo il ristorante zum gold loewen in una antica caratteristica costruzione. Ottimi crauti per gli appassionati e buono il mio gulasch; prezzo incredibile come una pizza in Italia, meno di 15 Euro.
Grappino sul Wurzenpass ma comincia a piovere e la gita sul Triglav va a monte.
Il castello di Bled è una delusione: bello l’edificio, bellissima la collocazione ma poco interessante il contenuto. Un piccolo museo con molte cose in preparazione ma di talmente varia natura da non capire cosa ci volesse far vedere. E poi un ristorante, una rivendita di vini e 3 botteghe di souvenir, un bar: troppo poco per sette euro di biglietto di ingresso! Visto che c’è tempo andiamo ad una trentina di chilometri al lago Bohini che è bellissimo. Il posto è un po’ fuori mano e così è poco sfruttato turisticamente. C’è solo qualche albergo e un grande campeggio. L’acqua è straordinariamente limpida. Possiamo visitare una simpatica chiesetta in riva al lago con un grande san Cristoforo affrescato all’esterno. Peccato che sia tardi perché altrimenti sarebbe possibile un giro con un battello elettrico.
Cena a Bled in una vecchia gostilna che aveva festeggiato da poco i 120 anni. Mangio, dopo lunga attesa, una ottima trota.
3 Si parte; prima meta Skofia Loca, antica cittadina con storia millenaria (origine nel 973). La parte centrale conserva intatto l’impianto urbanistico medievale. Le case sono di uno due piani con una bella coerenza stilistica e solo qualche modesta concessione alla modernità. Il ponte di pietra bello e altissimo su uno dei due fiumi che qui confluiscono nel Sora. Il castello rifatto dopo il terremoto del 1511 ha più le caratteristiche del palazzo che quelle dell’opera di difesa. Contiene ora il museo etnografico della zona. Ci si arriva costeggiando un alto muro che costituiva la difesa della città. Non c’è tempo per una visita ma solo per prendere un buon espresso Illy nella piazza principale sotto un albero centenario. Verso mezzogiorno siamo a Maribor, città universitaria, già vista un paio di anni fa che continua a piacermi anche se ci accoglie con la pioggia. Breve giro in centro con rifugio in una trattoria dove il menù è solo in sloveno-tedesco. Il guaio è che il cameriere il tedesco lo sa meno di me ed in tale lingua riceve solo le ordinazioni indicate sulla carta. Sta di fatto che benché avessimo ordinato otto piatti, contati in italiano, tedesco e da lui in sloveno ne arrivano nove. Comunque si mangia. Passeggiata sul lungofiume con tanti cigni, la torre dell’acqua, la torre degli ebrei, ed un pezzo di muraglia vestigia di antiche fortificazioni lungo il fiume. Una antica vite orna la facciata di una cantina.
La città ha diversi ponti tra cui il monumentale in acciaio pitturato di rosso mattone in corrispondenza della piazza principale. Il castello è di fatto un palazzotto barocco austriaco.
La cosa più interessante di Maribor sono le viuzze del centro circondate da antiche case. Ci sarebbe anche un bel parco ma la pioggia consiglia di partire.
Facciamo tappa a Zice dove, dopo un lungo percorso troviamo la certosa, un insieme di edifici in vario stato di conservazione racchiusi da un alto muro. Alcuni pare non fossero ancora finiti prima della decadenza. E’ un insieme veramente notevole. Un piccolo museo mostra la storia del sito. Adiacente il Gastuz la più antica locanda dell’Europa centrale. Durante la visita smette di piovere ed appare luminosissimo il sole a farsi beffe dei nostri ombrelli. Visitiamo così anche l’orto con le piante officinali.
Arriviamo a Lubiana ed approfittiamo della vicinanza dell’albergo al centro per arrivarci a piedi e vedere la città by night. Cena in un piccolo locale che guarda la Ljubljanica, il fiume di Lubiana.
4 La visita di Lubiana, alla mattina della domenica, inizia dal centro invaso da improbabili venditori di robe antiche. Si va dal vecchio libro, al materiale elettrico d’epoca, dalle vecchie monete ai giocattoli in legno e lamiera. Non differisce molto dai nostri mercatini non fosse che i libri sono in sloveno.
Piazza del municipio con la fontana, la cattedrale il grande mercato sfruttato, i giorni festivi, come parcheggio.
Benché avessi detto che non ci sarei tornato, faccio da guida ai miei amici alla rinnovata teleferica per il castello.
Posizione bellissima ma restauro pessimo, sicuramente ispirato dal solito “geniale” architetto che per me avrebbe fatto bene a continuare il lavoro dei suoi avi, probabilmente usi alle fatiche dei campi. Tantissimo ferro cemento e un incredibile ristorante di stile vetero-futurista.
Da alcune finestre delle torri e da un piccolo tratto di camminamento sulle mura è possibile guardare dall’alto Lubiana. Mi pare che la situazione di avere un centro storico assediato da nuove costruzioni, comune anche a molte nostre città, sia qui particolarmente evidente viste le modeste dimensioni del centro e l’altezza degli edifici attorno a questo.
Lubiana si riscatta con il Tivoli, il parco cittadino, che oltre a essere molto grande è ben curato e dove vediamo anche dei simpatici scoiattoli europei.
Una spettacolare mostra fotografica all’aperto di paesaggi alpini attira la nostra attenzione; ritroviamo anche alcuni paesaggi italiani a noi cari. Finalmente dentro il parco troviamo la possibilità di pranzare con un modesto panino invece del solito ristorante.
Il pomeriggio partiamo in direzione Zagabria per il Monastero di Stična. Arriviamo con la pioggia ma ormai ci abbiamo fatto il callo. Nei locali del monastero è allestito un interessante museo; oltre a testimonianze di arredi sacri sono presenti alcuni quadri di un frate, ricostruzioni della vita dei monaci, arnesi per la gestione delle pergamene. Vediamo anche, dalla porta, il refettorio dei frati, il chiostro, la chiesa una volta solo dei frati ed ora aperta a tutti. Per questo sotto ogni banco c’è un calorifero. Nel cimitero dei religiosi le donne non possono entrare.
Conduce il tour una biondina, una studentessa universitaria ventenne, Manda se non ho capito male, che arrotonda il suo mensile facendo da guida ai turisti.
Le riesce una cosa incredibile: far molto apprezzare la visita del monastero ai nostri amici, notoriamente scarsi con le lingue, parlando loro in inglese. Evito di ricordare che alcuni sono fan del nostro primo ministro.
Proseguiamo poi per Novo mesto dove però ancora l’autostrada non è finita e incrociamo auto in colonna per 14 km in direzione Lubiana. Novo mesto è una città industriale ma il centro storico in una ansa del Krka ha un certo fascino. La salita alla chiesa è un po’ faticosa ma più perniciosa è la seduta in una pasticceria del centro dove i nostri si esibiscono in un “assalto alle creme e alle panne” che lascerà qualcuno un po’ imbarazzato.
Per tornare a Lubiana facciamo un lungo giro per evitare la coda dell’autostrada, seguendo il fiume Krka; passiamo per Zuzemberk dove c’è un maestoso castello.
Peccato che piova! 5 Il lunedì prima di partire da Lubiana andiamo a fare shopping al grande mercato. Mi compro una cintura nera “fatta in Slovenia” e tre girandole di cui una a forma di Ape Maia per la mia nipotina.
Si parte con destinazione Idria, la città della miniera di mercurio e dei merletti, una volta nella provincia italiana di Gorizia. La strada è di montagna, tutta una curva ma non abbiamo particolarmente fretta. Purtroppo si può vistare solo nel pomeriggio la galleria Antoni la parte più antica della miniera di cinabro di Idria. In compenso è aperto il grande museo cittadino nel castello. E’ un edificio ben conservato anche se le decorazioni del cortile interno appaiono un po’ kitsch. Il museo è ricco di documentazioni fotografiche delle miniere e di attrezzi relativi. La sezione dedicata al merletto mostra tovaglie e vestiti straordinari. Per la prima volta non si deve pagare nulla e ci pare una interessante novità.
In una trattoria in riva al fiume Idria prima di arrivare a Tolmino, mi faccio la solita trota che mi assicurano pescata in loco. Riprende forte la pioggia ed è un problema risalire in macchina. Seguiamo il corso dell’Idria e dell’Isonzo che nel tratto Sloveno ha un colore incredibile. Non mi azzardo a dire che sia smeraldo, come riportato da alcune guide, ma certamente è di un color azzurro-verde molto luminoso.
Siamo arrivati a Gorizia e passiamo il confine alla Casa rossa che una volta era un vero confine, economico e politico. Oggi la Slovenia appare in linea con gli standard europei e possiamo sentirla vicina e amica. Per molti aspetti assomiglia all’Austria anche se la lingua non ci viene familiare; comunque molti Sloveni parlano un po’ di Italiano.