Capodanno a Cipro

Cipro non è solo mare e sole ma un paese ricco di monumenti interessanti, da poter visitare anche fuori stagione (balneare). E si mangia anche bene!
Scritto da: Tonyofitaly
capodanno a cipro
Partenza il: 31/12/2014
Ritorno il: 07/01/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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È stato il prezzo del biglietto Easyjet che ci ha invogliato a trascorrere la settimana di Capodanno 2015 nell’isola di Cipro perché per due persone e un bagaglio da 20 Kg abbiamo pagato in totale 200€. E poiché eravamo in tema, abbiamo prenotato anche il soggiorno, giusto per star tranquilli fino alla partenza.

Tutto ciò è accaduto agli inizi di Maggio 2014, appena uscite le tariffe invernali della compagnia low-cost: in cerca di un luogo dove trascorrere l’ultimo dell’anno, la meta di Cipro si è presentata proprio come l’ideale grazie non solo al biglietto economico ma anche al clima mite che offre, ai monumenti da poter visitare e ai divertimenti presenti.

Il soggiorno, quindi, inizierà il 31 Dicembre e si protrarrà fino al 7 Gennaio dell’anno nuovo. Per completarlo, a metà Ottobre abbiamo prenotato presso la Europcar una Kia Picanto al prezzo di 120€ per una settimana in modo da poter girare comodamente per l’isola e fare un po’ di visite.

31 dicembre

L’alzataccia mattutina ci fa arrivare alla Malpensa che albeggia e, dopo aver lasciato l’auto al ParkinGo (il nostro parcheggio preferito) e il bagaglio al drop-off di Easyjet, ci concediamo un caldo cappuccino in uno dei bar del Terminal 2.

L’imbarco e il decollo alle 8 del mattino sono puntuali e tale è anche l’atterraggio all’aeroporto internazionale di Larnaca (Larnaka), dove un bel sole caldo e una temperatura di 16° ci accolgono a braccia aperte.

Ritirati il bagaglio e poi la maneggevole auto presso il punto Europcar, al parcheggio iniziamo a prendere confidenza con la guida a sinistra, non proprio pratica per chi ci ha mai guidato: un paio di giri a vuoto e imbocchiamo prima l’uscita e dopo la superstrada che ci conduce nel cuore della città fino all’aparthotel P. Ioannou flats, dove abbiamo prenotato un appartamento per sette notti al prezzo di 210€.

Il concierge ci accoglie con calore, ci mostra il nostro piccolo ma carino minilocale (una camera da letto con una sala cucina provvista di tutto e un bagno) e ci offre una bottiglia di vino e una fetta di dolce per festeggiare l’imminente Capodanno: ringraziamo e ci sistemiamo con calma.

Dopo un meritato riposo, prepariamo il cenone natalizio e poi, verso le 22.30, usciamo per raggiungere il lungomare e il punto dei festeggiamenti.

Larnaca ha un bel lungomare chiamato Finikoudes su cui si svolge la vita turistica della città con la presenza di moltissimi ristoranti, locali e negozi.

La serata volge al bello, un alto albero addobbato brilla al centro della piazzetta sita a metà percorso e tanta gente cammina lungo i marciapiedi o affolla i ristoranti e i locali. Dopo un breve giro, proprio davanti all’albero e giusto a mezzanotte partono i fuochi d’artificio così il nuovo anno è accolto con urla di giubilo, bottiglie stappate, auguri in multilingue e botti colorati.

Finita la festa, rientriamo in appartamento e ci riposiamo.

1 gennaio

Oggi ci dedichiamo alla visita della città base, poiché poi da qui compiremo una serie di gite dirette ai quattro angoli dell’isola.

La bella giornata ci porta di nuovo sul lungomare dove iniziamo le visite da Europa Square, in cui sorgono i primi edifici coloniali dell’Amministrazione britannica costruiti nel 1881 e restaurati per ospitare la Pinacoteca Comunale, il Museo degli Archivi Storici e dei Servizi Culturali Comunali della città.

Al centro della piazza c’è la statua di Zenone di Kition, famoso filosofo stoico che ha gettato le basi della scuola stoica di filosofia e cui Larnaca ha dedicato due statue.

Percorriamo dall’inizio il lungomare avendo alla nostra destra una serie di alberghi, ristoranti e locali mentre alla nostra sinistra ci sono il mare calmo e la spiaggia vuota di ombrelloni e sedie a sdraio, su cui molta gente cammina a piedi nudi. Nel frattempo, in mare, qualche temerario si azzarda anche a nuotare.

Discendendo, troviamo alcune sculture: la prima è il Memoriale al genocidio armeno; la seconda è un busto del generale Kimon, vincitore della battaglia di Salamina (in cui i Greci sconfissero i Persiani) e morto nell’antica Kition; l’ultima è una riproduzione del Leone di San Marco che celebra la dominazione veneziana sull’isola.

Questa statua si trova a metà del lungomare, nell’ampio spazio prospiciente l’accesso alla Fortezza medievale della Città (ingresso di 2,50€): costruita in epoca bizantina, fu rimaneggiata dai turchi nel 17° secolo e usata sia come luogo per l’esecuzione di detenuti sia come prigione fino al 1948. Oggi è un museo e nel cortile interno sono spesso organizzati eventi culturali e concerti.

Oltre il castello, il lungomare raggiunge un piccolo porto peschereccio e lambisce le case dell’ex quartiere turco dominate dal minareto della Grande Moschea o Djami Kebir, situata proprio alle spalle del forte: costruita nel 16° secolo, è ancora utilizzata dalla comunità musulmana locale.

Percorriamo brevemente Dionisou street e dietro ad un alto albero di Natale troviamo la Chiesa di San Lazzaro, una delle principali dell’isola. Questa chiesa deve il suo nome alla vicenda secondo cui Lazzaro, dopo essere stato resuscitato da Cristo, fu mandato in esilio a Larnaca dove venne ordinato vescovo. La chiesa fu costruita nell’890 sul luogo in cui fu rinvenuta la tomba del santo con l’iscrizione “Lazzaro, l’amico di Cristo” ma le reliquie, una volta trovate, furono portate prima a Costantinopoli e poi a Marsiglia, dove sono tuttora.

L’ingresso è gratuito ma le porte sono serrate quindi non possiamo ammirarne l’interno così decidiamo di andare a visitare le altre chiese sparpagliate per la città e, seguendo un tragitto lungo la nostra mappa, arriviamo alla piccola ma deliziosa Panagia Chrysogalaktousa immersa tra villette, ulivi e palme. A circa cinque minuti di distanza c’è l’alto campanile della Panagia Chrysopolitissa, circondato da un fresco giardino e altra chiesa ortodossa di Larnaca. Alle sue spalle c’è l’ingresso per scavi di Kition, l’antica città fondata su questo colle, che però sono chiusi: riusciamo a vedere le mura di alcuni templi che risalgono al 13° secolo a.C. oltre a quelle di protezione.

Ritorniamo verso il lungomare passando davanti alla Chiesa cattolica di San Giuseppe e ci fermiamo per uno spuntino a base di pitta e insalata greca da Luv-Souvlaki, spendendo poco più di 12€ in due.

Per il resto della giornata percorriamo il lungomare oltre il Castello fin quasi il porto peschereccio e poi rientriamo in albergo per un riposino e per la cena.

2 gennaio

Oggi si va a Nicosia (Lefkosia) utilizzando le gratuite e ben tenute autostrade: in appena trenta minuti raggiungiamo il parcheggio sito tra i bastioni delle mura medievali e, a piedi, ci inoltriamo per la Leda street, la lunga via pedonale che parte da Piazza della Libertà e divide in due il quartiere popolare o Laikì Gitonià, considerato il più turistico della città. Percorriamo questa isola pedonale – brulicante di vita per la presenza di numerosi negozi di souvenir, bar e locali notturni – e giungiamo al posto di blocco sulla Green Line, sorvegliato da un contingente dell’ONU e oltrepassato il quale si accede al settore turco, che però contiamo di visitare più tardi.

Ritorniamo indietro di qualche centinaio di metri e, poco prima della Torre Shacolas, ci addentriamo in Avana street e nel dedalo di strade e vicoletti che conducono alla Moschea Omerye, eretta subito dopo la conquista ottomana sulle rovine dell’antica chiesa di Santa Maria appartenuta all’Ordine degli Agostiniani. Proprio di fronte c’è l’ingresso ai bagni turchi Omerye, che ospitano i bagni e una sala da tè al momento chiusa.

Tenendo la destra, proseguiamo dritti e passiamo davanti al bel palazzo in stile ottomano di Hadjigeorgakis Kornesios, potente figura politica durante la dominazione turca, dove sostiamo per ammirare il delizioso interno e il giardino (per visitare il Museo di Etnologia che ha sede qui bisogna pagare il biglietto di 2,50€).

A poche centinaia di metri, girando sulla sinistra alla fine della strada, si ammira il complesso storico del Palazzo dell’Arcivescovo, distinto tra Vecchio e Nuovo: il Vecchio Palazzo Arcivescovile è un edificio del 18° secolo a due piani; il nuovo Palazzo in pietra di stile bizantino è la sede degli uffici dell’arcidiocesi, la residenza dell’arcivescovo e ospita il Museo Bizantino e la Biblioteca del Palazzo Arcivescovile. Un’altra serie di palazzi adiacenti ospita il Museo d’Arte popolare e il Museo della Lotta di Liberazione Nazionale mentre, nel mezzo, la Chiesa di San Giovanni si fa spazio tra gli edifici. Nell’ampio giardino interno un busto dell’Arcivescovo Makarios commemora il primo Presidente della Repubblica di Cipro.

Proseguiamo dritti fino a raggiungere il primo bastione delle possenti mura che circondano la città scorgendo, all’incrocio con la strada di circonvallazione interna, i resti dell’acquedotto romano. Di fronte, il Monumento alla Libertà celebra la liberazione dell’isola dal giogo britannico e si trova sul Bastione Podocastro, uno degli undici che costellano le mura medievali. Queste mura hanno una forma circolare e sono rafforzate da una serie di bastioni: erette in tutta fretta nel 1567 in previsione dell’assalto ottomano, furono impiegati sia la pietra locale di origine calcarea (che gli da’ un particolare colore giallo) sia i mattoni delle molte e belle chiese innalzate nei secoli precedenti.

Intervallate da una serie di porte, seguiamo il perimetro delle mura fino a quella di Famagosta che ha una facciata imponente ma della quale non riusciamo a visitare l’ampio passaggio a volta interno in quanto chiuso. Allora seguiamo per un altro po’ il perimetro fino ad arrivare al muro della Linea Verde, nascosto da una serie di cespugli e arbusti: ci avviciniamo con circospezione ma c’è nessuno a controllare così siamo liberi di poter sbirciare oltre, scattare foto e perfino fare una ripresa video dello stesso.

Da qui seguiamo una strada che ci conduce alla Agia Chrysaliniotissa, la più antica chiesa bizantina della città risalente al 1450 e nel cui interno ammiriamo delle belle e interessanti icone, lasciando un obolo prima di uscire.

Ritorniamo indietro costeggiando in alcuni tratti il muro fino ad arrivare alla Agia Faneromeni, costruita nel 1872 e considerata una delle più grandi chiese della città: il suo interno, ricco d’icone, è costantemente visitato da fedeli in preghiera e approfittiamo del silenzio e dell’atmosfera di pace per riposare un po’.

Per il check-point di Ledra street ci impieghiamo appena due minuti di cammino: con pazienza ci accodiamo alle persone in fila e, dopo aver presentato il nostro passaporto, ci viene timbrato con la data e con il visto (si può anche chiedere di avere un foglietto a parte da tenere tra le pagine) con cui possiamo ora accedere alla parte turca.

Appena oltrepassata la linea, notiamo che l’atmosfera occidentale e libertina si perde in quella un po’ più austera di questa zona: poche donne in giro e quasi tutte col velo; presenza prettamente maschile nei negozi; mercanzia più a buon mercato e tanti ma tanti dolci nelle vetrine.

Dalla piazzetta antistante al check-point ci muoviamo sulla nostra destra, addentrandoci per la Arasta tra negozi di scarpe, vestiti, di telefonia e alimentari fino a svoltare al primo incrocio a sinistra ed entrare nel Buyuk Han, il caravanserraglio restaurato e trasformato ora in centro culturale e commerciale con tanti negozietti e ristorantini.

Raggiungiamo poi la Moschea di Selimiye o ex Cattedrale di Santa Sofia, nata come chiesa di architettura gotica ma poi divenuta moschea durante il dominio ottomano con l’aggiunta di due minareti. Ci affacciamo alla porta d’ingresso per ammirare il suo interno, modificato con l’inserimento di elementi tipicamente musulmani come le colonne imbiancate a calce e il pavimento coperto di tappeti.

Proprio di fronte c’è l’ingresso al Bedestan, un centro culturale ed espositivo nato dal restauro di una chiesa bizantina trasformata nel corso dei secoli prima come chiesa ortodossa e, durante la dominazione ottomana, come deposito e mercato: affacciandoci sull’ampia navata, ammiriamo da lontano alcuni pezzi antichi esposti e poi ne usciamo per dirigerci verso il bazar Belediye, una struttura piuttosto anonima e moderna che nulla ha a che fare con i veri bazar del Medio Oriente.

Facciamo un breve giro all’interno e poi ci rechiamo da Kelebek, un ristorante sulla Arasta che prepara squisitissimi Kebab a prezzi proletari: un mixed kebab con una bottiglia d’acqua lo paghiamo appena 6€ al tavolo.

Per digerire l’enorme e lauto pranzo, ci dedichiamo all’acquisto di dolci e spezie e percorriamo la Girne Caddesi fermandoci ad ammirare prima la Colonna Veneziana, poi i tetti del Museo del Monastero Mevlevi e arrivando infine alla Porta di Kyrenia, proprio all’opposto rispetto al parcheggio dell’auto nella parte greca.

Ammirata la statua di Ataturk e ciò che rimane dell’originario ingresso (ora trasformato in ufficio d’informazioni turistico) ritorniamo indietro fino a riattraversare il check-point e ripercorriamo la Leda street svoltando poi a sinistra per entrare nel dedalo di viuzze che forma il Laikì Gitonià, il quartiere greco pieno di ristoranti (per turisti), locali e negozietti di souvenirs e fermandoci in uno di essi nell’attesa che un improvviso temporale termini quanto prima.

Ripartiti a mani vuote, scendiamo verso la porta di Paphos ma la troviamo in pieno restauro e allora rivolgiamo la nostra attenzione alla dirimpettaia Chiesa della Santa Croce, famosa perché i suoi muri fanno da confine con la zona turca e ai preti è vietato di aprire la porta d’accesso all’adiacente giardino. Notiamo bene anche qui il muro divisorio che addirittura passa su un presepe allestito in un anfratto di roccia e si vede dall’altra parte la desolazione delle case abbandonate. Ormai la visita volge al termine quindi ritorniamo al parcheggio e riprendiamo l’auto (per un totale di 4€ su una sosta di quasi otto ore) per rientrare a Larnaca, dove trascorriamo la serata in relax.

3 gennaio

Altra trasferta nell’isola e questa volta ci rechiamo nella zona di Limassol (Lemessos), ricca di siti storici e bellezze naturali.

Prima di imboccare la A1, andiamo a visitare la Hala Sultan Tekke situata sul Lago Salato alle porte di Larnaca: basta prendere la superstrada per l’aeroporto e al rondò finale ritornare indietro per imboccare il sentiero che conduce a quest’ameno posto.

Ci fermiamo per ammirare da lontano la struttura che si specchia nel lago e per vedere i fenicotteri che placidamente nuotano sull’acqua, facendo delle bellissime foto grazie anche alla magnifica giornata. La Moschea Hala Sultan Tekkesi contiene la tomba di Umm Haram, considerata a lungo una zia di Maometto mentre in realtà non era che la zia di un umile segretario del profeta che aveva voluto accompagnare il marito nella conquista ottomana a Cipro. Caduta dal mulo che la trasportava, morì finendo sepolta sul luogo stesso della sua caduta. Allora, nella seconda metà del XVIII secolo, fu iniziata prima la costruzione di una moschea e poi di un mausoleo, diventando così col tempo un importante luogo di culto e di pellegrinaggio per i musulmani e una piacevole visita da parte dei turisti. Il posto è veramente bellissimo e se non fosse per qualche rombo d’aereo in decollo o in atterraggio, ci sarebbe un’assoluta quiete.

Riprendiamo l’auto, imbocchiamo la A1 accompagnati da qualche nuvola di passaggio lungo il percorso (il tempo spesso è un po’ ballerino!) e usciamo poco dopo Limassol diretti a Erini, nelle cui vicinanze sorge il Castello di Kolossi, nostra prima tappa.

Parcheggiata l’auto e pagato il biglietto di 2,50€, entriamo nell’alto fabbricato che compone il castello, costruito su una precedente fortezza del 13° secolo e poi occupato da Re Riccardo I d’Inghilterra e dai Cavalieri Templari.

All’ingresso, immediatamente sulla destra, tutto ciò che resta delle vecchie decorazioni è un dipinto raffigurante la Crocifissione di Cristo mentre le pareti ampie, i camini intarsiati e una primordiale latrina indicano l’antico uso come maniero per le truppe. Saliti fino alla terrazza, ci godiamo un bellissimo panorama sulla costa e sui dintorni e notiamo le feritoie da cui si potevano lanciare olio o acqua bollenti sui sottostanti nemici. Ridiscesi, l’ultima visita ci porta ai sotterranei, utilizzati come cantine e ripostigli.

Dopo il Castello, è la volta degli Scavi di Kourion siti su una collina lungo la strada che porta verso Paphos e raggiungibili con un tragitto di dieci minuti: il biglietto di 4,50€ lo facciamo all’inizio della salita poi proseguiamo con l’auto fino in cima, dove c’è un ampio e comodo parcheggio.

La visita a Kourion si presenta lunga, visto che il sito archeologico testimonia la vita pubblica di una città greco-romana in epoca paleocristiana ed è famoso non solo per i bellissimi mosaici pavimentali presenti in alcuni scavi di antiche ville ma anche per il suo imponente anfiteatro greco-romano, per la basilica paleocristiana e per ciò che resta dell’Agora e delle terme romane. Tutto il complesso, infatti, si adagia lungo il costone di un’alta collina che si protende sulla sottostante spiaggia omonima e sulla baia, permettendo degli scorci panoramici meravigliosi soprattutto nei pressi dell’anfiteatro.

Ci aggiriamo quindi prima tra le rovine della Villa di Eustolius, poi andiamo nell’adiacente Anfiteatro (ricostruzione in scala minore dell’originale) e poi ci dedichiamo alla visita totale degli scavi, passando per l’Agora, per i resti del Nymphaeum romano, per la casa dei Gladiatori e terminando alla villa di Achille, la più lontana.

Effettuata la visita, riscendiamo verso Limassol arrivandoci per ora di pranzo: parcheggiamo dietro la Katholiki e, in pochi minuti, siamo sul trafficato lungomare. Una breve camminata ed entriamo nel centro storico fermandoci per uno spuntino, diventato poi pranzo con felafel e una mega insalata, da Ousia, un carinissimo locale in cui spendiamo 18€ per le ricche portate.

Rifocillati, giriamo per il piccolo centro storico tutto concentrato attorno al Castello medioevale, uno dei nove castelli di Cipro: questo castello venne costruito dai bizantini attorno all’anno 1000 insieme alla cappella di San Giorgio dove si suppone che Riccardo Cuor di Leone abbia sposato la principessa Berengaria di Navarra mentre lo accompagnava nella Terza Crociata. Anche se è stato quasi usato sempre come prigione, al giorno d’oggi funge da museo medievale con un’esposizione di diversi reperti come cannoni, incisioni su legno del XVII e XVIII secolo, dipinti, pietre tombali, statue, armature, monete, terrecotte, oggetti in metallo e in ceramica nonché manufatti in vetro e marmo.

Intorno ad esso moltissimi bar e ristoranti intrattengono turisti e locali mentre a poche centinaia di metri la Moschea di Djami Kebir svetta col suo minareto nel cielo blu.

E’ all’imbrunire che ritorniamo all’auto e rientriamo a Larnaca per un’altra tranquilla serata in albergo.

4 Gennaio

Splendida giornata di sole per compiere una bellissima escursione nei monti Troodos alla scoperta dei monasteri e delle chiese ortodosse dichiarate Patrimonio dell’Unesco: viste che sono tante, facciamo una cernita con la speranza di poterne visitare quante più possibili.

Poco fuori Larnaca passiamo prima davanti La Chiesa di Ayía Phaneromeni, dedicata alla Vergine Maria (sembra abbia poteri mistici poiché cura le malattie se una persona ci gira tre volte intorno lasciando dietro di sé pezzi di stoffa), poi davanti all’acquedotto ottomano di cui alcuni resti sono visibili dall’autostrada diretta a Limassol.

Proseguendo su quest’ultima, usciamo alla n. 28 in direzione Trimiklini e affrontiamo le erte salite e i numerosi tornanti fino alla città. Qui continuiamo la strada per Pano Platres con l’intenzione di fermarci all’Ufficio Informazioni ma purtroppo lo troviamo chiuso, essendo oggi Domenica: vuol dire che ci arrangeremo con le mappe, con le guide che abbiamo e con le indicazioni stradali.

Da Pano Platres percorriamo una strada che ci porta fino al Monastero Troiditissa, situato in una curva della strada che conduce a Pedoulas: l’ampio parcheggio è vuoto e siamo noi più una piccola comitiva di russi a visitare questo complesso abbastanza moderno ma la cui chiesa è deliziosamente affrescata da interessanti dipinti e contiene un’icona in argento che si ritiene miracolosa (aiuterebbe la fertilità).

Da qui riprendiamo il percorso che arriva a Pedoulas, dove facciamo una seconda sosta: trovato un comodo parcheggio nel dedalo di vicoletti, andiamo verso la grande chiesa bianca che sovrasta il paesino, accorgendoci dopo che si tratta della Chiesa della Croce Santa, maestosa e sita su un bellissimo belvedere. Alle sue spalle c’è una discesa che conduce alla Aghia Arcanghelos, la prima struttura religiosa che fa parte del gruppo di chiese dichiarate Patrimonio dell’Unesco: il tetto in paglia e l’aspetto quasi dismesso nascondono dei bellissimi affreschi d’epoca raffiguranti santi e profeti. Di fronte, il Museo Bizantino è ospitato in un piccolo edificio dalle forme neoclassiche.

Ritornati all’auto, andiamo in direzione Kalopanagiotys attraversando verdi pendii e scorci bucolici fino a giungere nella piccola piazzetta che sovrasta il delizioso villaggio. Prima di procedere nella visita ci fermiamo da Pantheon per un pranzo a base di pitta e insalata greca (7,50€ a persona) per poi scendere lungo i vicoletti erti e silenziosi (rubando dagli aranci sovrastanti le stradine dei succosi e invitanti frutti) fino ad arrivare al Monastero di Agios Joannis Lambadistis, situato oltre un ponte che scavalca una piccola valle scavata da un fragoroso torrente.

Il Monastero si presenta raccolto attorno ad un piccolo cortile dove ci sono gli accessi alla chiesa, alle stanze dei monaci e a una piccola mostra di antichi oggetti come un frantoio, una bilancia e un forno utilizzati anticamente per le esigenze degli abitanti. Visitiamo la chiesa ricca di affreschi, riuscendo a rubare un paio di foto e una rapida ripresa video, poi ci attardiamo nel piccolo cortile e nello spiazzo antistante che permette di ammirare il villaggio situato proprio di fronte.

Riattraversato il ponte, facciamo un giro tra i negozietti e i vicoli del centro, in cui trova sede una serie di traditional house hotel, fino ad arrivare alla Agia Marina, la chiesetta locale. Ritorniamo al parcheggio tramite un ascensore/funicolare panoramico (1€ a/r) e prendiamo la strada diretti a Nicosia, non volendo ritornare di nuovo tra i tornanti e le curve: purtroppo è tardi per raggiungere il Monastero di Kykkos e con dispiacere dobbiamo rinunciare alla visita.

Il ritorno a Larnaca lo facciamo percorrendo la B9, la strada che collega la parte nord dei monti alla capitale e che poi si congiunge con le autostrade alla sua periferia: è un tragitto che spesso rasenta il confine tra le due zone e ci accorgiamo che in lontananza si notano alte torrette e muri e che nei pressi della capitale, sulle poco lontane colline di Kyrenia, s’intravede addirittura una luminosa bandiera turca.

5 gennaio

E’ da notte fonda che sentiamo l’ululare del vento e lo scrosciare della pioggia sulle finestre, situazione che di mattino peggiora ulteriormente: il cielo è nerissimo e tremende bombe d’acqua accompagnate da un maestrale impetuoso ci impediscono di compiere la programmata escursione a Paphos. Dalla Tv apprendiamo che tutta l’isola è preda di un violentissimo maltempo e che addirittura nelle isole greche delle Cicladi è nevicato tantissimo: Santorini è coperta di neve!

Così la giornata trascorre nel totale relax a causa della forzata sosta in albergo.

6 gennaio

Sebbene il tempo continui a essere molto altalenante, le condizioni discretamente variabili ci convincono a compiere un’altra visita e, dopo una rapida consultazione del meteo locale, decidiamo di andare verso Agia Napa, poiché non sappiamo se a Paphos sarà possibile visitare la città.

Le strade sono ricoperte di foglie e rami spezzati e in alcune parti vediamo cartelloni pubblicitari divelti dal vento forte di ieri. Per fortuna la A3 che conduce ad Agia Napa è abbastanza pulita e libera (oggi è festività a Cipro) e quindi in poco più di trenta minuti usciamo a Sotiri/Nissi Beach, percorrendo la Nissi avenue fino al centro della città.

Agia Napa si presenta come un enorme divertimentificio a uso e consumo dei turisti di tutta Europa: sebbene siano ancora chiusi, si intravedono tantissimi pub a tema vario come quello dedicato agli Antenati con tanto di statue di Fred e Wilma, ai dinosauri (Tirannosauri e Brontosauri aspettano a bocca aperta i futuri turisti), ai cowboy e chi più ne ha più ne metta. Per fortuna non ci sono orribili grattacieli e abnormi condomini ma comunque l’atmosfera estiva sarà di sicuro quella classica dei luoghi di divertimento.

Parcheggiata l’auto, una breve passeggiata accompagnata da un vento insistente ci porta nella piazza principale e nel piccolo Monastero, un carinissimo angolo di quiete situato tra locali porno, ristoranti e un luna park desolatamente fermo.

Costruito dai veneziani nel 16° secolo, è circondato da una cinta muraria al cui ingresso un altro albero fa da guardiano e all’interno si trova una fontana coperta a forma di chiosco dello stesso secolo. Anche qui tutto è chiuso e non possiamo far altro che visitare le parti esteriori e desistere dal vedere la chiesa.

Ci rechiamo allora pian piano verso la zona portuale, vuota e poco trafficata, e siamo fermati proprio davanti alla piccola chiesa prospiciente il porto dal fortissimo vento e dagli spruzzi del mare mosso: non è il caso di proseguire oltre quindi torniamo indietro e decidiamo di andare a fare un giro verso Capo Greco e Protaras. Solo che, appena in auto, violenti scrosci di pioggia e nuvoloni neri all’orizzonte ci fanno cambiare idea e quindi ritorniamo verso Larnaka arrivandoci giusto per l’ora di pranzo.

Parcheggiata l’auto, pranziamo in un ristorante greco sito a pochi metri dal nostro appartamento dove l’accoglienza che riceviamo dalla proprietaria e dagli avventori nonché l’ottimo cibo ci sorprende: la gente che canta, gli inviti a bere ouzo accompagnato da deliziosi dolcetti offerti e un’aria di festa ci fanno trascorrere un paio d’ore in allegria.

Lasciata la simpatica compagnia, facciamo un ultimo giro sulla Promenade, approfittando di uno scampolo di sole e del vento che sembra in fase calante: compriamo qualche souvenir per gli amici e i parenti; facciamo incetta di prelibatezze culinarie e ci godiamo la brezza forte del mare che chissà quando rivedremo.

Dopo aver fatto un riposino e preparate le valige, usciamo nella serata per andare a cena ma il ristorante da noi prescelto si rivela vuoto e optiamo per uno situato vicino dove c’è più gente ossia il Monte Carlo Restaurant che ci offre un menù di meze di carne o di pesce: scegliamo quest’ultimo e ci viene proposto di tutto, dal pesce all’insalata fino a quello cotto al forno, facendoci dire basta dopo l’ennesima portata. Paghiamo in tutto 50€ e lo digeriamo con un bellissimo giro sul lungomare, l’ultimo di questa nostra vacanza.

7 gennaio

Il concierge ci ringrazia fino a piegarsi in due per il soggiorno che abbiamo trascorso presso la sua struttura e noi gli promettiamo di scrivere una buona recensione sia sul sito Tripadvisor sia su quello di Booking. Poi, ripresa la strada dell’aeroporto, portiamo al parcheggio “rent a car” la nostra auto, lasciandola all’addetto del ritiro.

Passato l’ingresso, aspettiamo nella grande hall che si apra il desk per l’imbarco poi, dopo aver lasciato la valigia e fatti i controlli, ci perdiamo per il duty free, dove compro per tradizione un paio di bottiglie di vino cipriota da assaggiare a casa.

Il volo Easyjet è puntuale e decolla da Larnaca in perfetto orario, sorvolando tra le nubi la zona di Paphos, che dobbiamo accontentarci di guardare dall’altro, e ci diciamo che abbiamo il motivo per ritornare a Cipro di nuovo: visitare la zona ovest dell’isola.

Come arrivare

Come già detto, il biglietto aereo della Easyjet è costato 200€ per due persone e un bagaglio da stiva di 20 Kg. Oltre alla Easyjet, al momento si può raggiungere Larnaca con la Aegean Airlines via Atene o la Austrian Airlines via Vienna e Paphos con la Ryanair da Roma Ciampino. La zona turca è servita da Pegasus e dalla Turkish via Istanbul fino all’aeroporto di Ercan.

Si può anche raggiungere Cipro via mare con traghetti dalla Turchia per il porto di Kyrenia (Girne) (e stagionalmente anche dalla Grecia).

Come muoversi

Noi abbiamo scelto l’auto, sia per coprire più facilmente lunghe distanze sia per raggiungere posti un po’ più difficili da utilizzare con i mezzi pubblici.

Intanto le strade sono ottime e una serie di autostrade gratuite collega Paphos a Nicosia, Larnaca e Agia Napa passando per Limassol e l’aeroporto internazionale. Le strade nazionali e secondarie sono abbastanza buone e solo nei monti Troodos si possono trovare alcune strade leggermente disconnesse.

La guida è a sinistra, cosa non facile nei primi tempi (quindi fare molta attenzione) ma con un po’ di pratica subito si riesce a padroneggiare le difficoltà. La segnaletica, inoltre, è bilingue (greco e inglese). Con l’auto noleggiata in zona greca si può andare anche nella zona turca pagando un’assicurazione al confine ma non si può fare il viceversa.

I trasporti pubblici sembrano funzionare bene sia nelle città sia con i collegamenti a lunga distanza ma non li abbiamo mai utilizzati quindi non sappiamo il grado di efficienza e comodità.

Dove alloggiare

Cipro offre una grande ricezione che va dagli alberghi lussuosi fino ai B&B per tutte le tasche. Personalmente suggerisco un appartamento, avendo notato che sono abbastanza forniti di tutto (o quasi: manca spesso un colapasta!) e sono a prezzo molto ragionevole soprattutto in bassa stagione. Ciò permette di essere autonomi e di decidere di volta in volta se cenare a casa o andar fuori: personalmente l’idea di far la spesa in un supermercato all’estero m’invoglia a conoscere anche un po’ la gastronomia e i prodotti locali. Ho comprato, infatti, dell’ottima feta e del pane buonissimo nei supermercati e ho potuto assaggiare prodotti freschi che da noi sono solo d’importazione in inverno, tipo i pomodori e le melanzane.

Detto ciò, bisogna però tener presente che la ricezione è volta ad un turismo soprattutto estivo quindi non tutti sono approvvigionati con mezzi invernali: nel nostro caso, un piccolo condizionatore faceva da riscaldamento per tutto l’appartamento con la conseguenza che il bagno era gelido o quasi.

Cosa mangiare

La cucina greca la fa da padrone e in ogni menù si trovano ottime insalate con olive e feta o le pitte da riempire con la carne e le verdure. Si trova anche del buon pesce e le meze, gli assaggi di pesce o carne (a scelta) che offrono i ristoranti, coprono con la loro abbondanza un pranzo o una cena.

Per un pranzo si possono spendere dai 5 ai 10€ mentre per una cena il prezzo si alza un pochino, per arrivare finanche ai 20€.

Nel lato turco, i kebap la fanno da padrona e posso essere misti oppure di agnello, di manzo o di vitello e sono sempre accompagnati da verdure e riso.

Assaggiare il caffè è un obbligo ed è sempre servito con un dolce: sul lato greco ottimi sono le frittelle calde ripiene di ricotta mentre nella zona turca baklava e lokum ai pistacchi sono i preferiti.

In ultimo, portarsi in Italia qualche bottiglia di buon vino cipriota.

Come vestirsi

D’estate non c’è problema su cosa indossare ma l’inverno crea qualche dubbio: farà caldo? Non pioverà? Ci sarà la neve sulle montagne? Il mare come sarà?

Intanto chi vuol fare il bagno è padronissimo ma l’acqua credo sia gelida e noi abbiamo visto solo i russi o persone dell’Est Europa che al tiepido sole erano in costume e facevano il bagno: d’altronde nel loro paese ci sono – 30° e per loro lì era primavera!

Essendo un’isola, è battuta dai venti e questi possono sia liberare il cielo in un attimo e offrirti una magnifica giornata che portare le nuvole e far piovere altresì. La temperatura è mite ma non va oltre i 16/17° di giorno e la sera comunque scende: meglio portarsi un giubbotto per le ore serali e tenere per il giorno un giaccone leggero con un pullover anche di cotone e una maglia a maniche lunghe. Insomma, è il caso di vestirsi a cipolla.

Link

www.wikipedia.it – www.wikivoyage.it –

Cipro – www.turismocipro.it – www.visitcyprus.com – www.cyprus-maps.com

Larnaca – www.larnaca.com – http://larnakaregion.com/

Nicosia – www.ilturista.info – www.nicosia.org.cy

Limassol – www.limassolmunicipal.com.cy – www.limassol.com

Monti Troodos – www.mytroodos.com

Paphos – www.visitpafos.org.cy – www.paphos.com

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