Capodanno a Berlino 3

Berlino: Cri, Fa e una piccola in pancia 26 dicembre Giornata di viaggio. Anche se un po’lungo lo scalo a Francoforte, ne approfittiamo per leggere e prenderci un cappuccino che scopriamo essere molto caro qui come in tutta la Germania. Una volta arrivati all’aeroporto andiamo all’ufficio informazioni dove con molta chiarezza ci spiegano...
Scritto da: Cristiana79
capodanno a berlino 3
Partenza il: 26/12/2009
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 500 €
Berlino: Cri, Fa e una piccola in pancia 26 dicembre Giornata di viaggio. Anche se un po’lungo lo scalo a Francoforte, ne approfittiamo per leggere e prenderci un cappuccino che scopriamo essere molto caro qui come in tutta la Germania. Una volta arrivati all’aeroporto andiamo all’ufficio informazioni dove con molta chiarezza ci spiegano come raggiungere la nostra casa. Prendiamo l’autobus 128 fino alla metro Osloer st e scopriamo che l’autobus costa 2,20€ a corsa. Arrivati alla metro decidiamo di comprare l’abbonamento settimanale ai mezzi pubblici, come ci avevano consigliato sul sito di Turisti per Caso, che costa 26,20€ che è abbastanza caro ma conveniente per chi prende i mezzi tutti i giorni parecchie volte al giorno. Arrivati ad Arkona Platz scopriamo che il nostro ostello non esiste è che ci danno una stanza in un appartamento molto carino al 4° piano a piedi (aiuto!!), la stanza è calda, confortevole, il bagno è di fronte e lo dovremmo dividere con gli inquilini della stanza accanto che però è vuota. La signora che ci accoglie non parla una parola di inglese e però capiamo con chiarezza dai fogli del check-in che non abbiamo la casa per il 31. C’è stato un errore di comunicazione con il tipo con cui ci siamo scritti le email e ora rischiamo di passare l’ultima notte all’addiaccio. Siamo abbastanza preoccupati. Sono ormai quasi le 11 e decidiamo di mangiarci i panini che fortunatamente ci eravamo preparati e riposare per essere in forma per domani.

27 dicembre La sveglia caricata alle 9 suona invano, ci mettiamo un po’ per prepararci, proviamo a suonare il citofono per vedere di risolvere il problema dell’ultima notte ma non ci risponde nessuno. Decidiamo di andare come prima tappa verso la Porta di Brandemburgo, simbolo di Berlino. Sono in corso i lavori di istallazione del palco per la festa del 31. La porta eretta nel 1791 come una delle 14 porte della città per anni è stata invalicabile perché praticamente circondata dal muro. Quando Napoleone nel 1806 entrò a Berlino passò per la Porta e ne portò via la quadriga, tutti gli eventi centrali della storia della città sono avvenuti qui. Fino all’abdicazione dell’imperatore nel 1918 solo i membri della famiglia reale potevano passare sotto l’apertura centrale. Qui Reagan pronunciò il famoso discorso “Gorbaciov abbatti questo muro”. La porta affaccia su Pariser Platz, una delle piazze di Berlino completamente ricostruite, visto che durante la guerra è stata completamente distrutta dai bombardamenti e poi rimasta un passaggio di frontiera durante gli anni del muro, oggi i maggiori studi di architettura hanno realizzato l’ambasciata francese, quella americana, l’edificio della DZ Bank, l’Accademia delle Belle Arti e l’Hotel Adlon (ricostruito uguale a quello distrutto). Passata la porta ci dirigiamo verso il quartiere governativo, che si sviluppa nella Spreebogen, un’ansa della Sprea, comprende vari edifici di nuovissima costruzione che si susseguono in direzione est-ovest e simbolicamente uniscono le due parti della città una volta divise, al centro c’è il Reichstag, la sede del Parlamento Tedesco, il Bundestag. L’edificio più imponente è la Cancelleria (Bundeskanzeramt) , poi a cavallo della Sprea si estendono la Elisabeth Luders (difensore dei diritti delle donne) Haus e la Paul Lobe Haus (primo parlamentare del spd), collegati con un doppio ponte, ospitano gli uffici dei parlamentari, la biblioteca e l’asilo nido. Purtroppo non abbiamo il tempo di visitarli bene, ne capiamo funzioni e struttura meglio poi dalla cupola, meriterebbero maggiore attenzione e una passeggiata sulla Sprea apposita (magari in primavera).

Quindi ci mettiamo in fila per salire sulla cupola del Reichstag, ci vorrà circa un’oretta, ma decidiamo che oggi c’è il sole e che forse da domani il tempo peggiora e quindi decidiamo di affrontare la fila al freddo. Nel frattempo ci danno tutti opuscoli (in italiano) che spiegano il progetto di ristrutturazione terminato nel 1999, curato dall’architetto inglese Norman Foster, che ha trasformato l’edificio del 1894 in un complesso all’avanguardia, mantenendo solo la struttura esterna originale e aggiungendovi la cupola di vetro, ma soprattutto ci spiegano in maniera anche un po’ridondante quanto la democrazia tedesca sia improntata ai principi della trasparenza e della partecipazione. Un ascensore ci porta alla base della cupola e da lì, grazie all’ausilio di un’audioguida (fenomenale) saliamo lungo il percorso a chiocciola mentre ci vengono illustrarti tutti gli edifici della città. Ottimo per iniziare la visita della città ed avere un’idea della collocazione dei principali edifici. La cupola è superba sia nella sua architettura sia nella sua funzionalità per i giochi di luce che produce all’interno della sala del parlamento. Da qui ci spostiamo verso l’Holocaust Mahnmal, inaugurato nel 2005, dopo ampie discussioni, a sud della Porta di Brandemburgo, progettato dall’architetto americano Peter Eisenmann, come una griglia di 2711 blocchi di cemento su un terreno ondulato, come un grande cimitero. Impressionante.

Da qui decidiamo di percorrere l’imponente Under den Linden, il viale dei Tigli, che è stato progettato come la sede di grandi edifici costruiti nel 1600-1800, di cui alcuni sono stati distrutti nei bombardamenti e oggi ricostruiti di nuovo. Deviamo causalmente verso Gendarmenmarkt, definita la più bella piazza di Berlino, voluta dal Grande Elettore Federico III nel 1700, è caratterizzata dalla presenza dei due duomi, quello tedesco e quello Francese, costruito dalla comunità Ugonotta (protestanti calvinisti) che cacciati dalla cattolica Francia vennero accolti dalla Germania. Al centro c’è Konzerthaus, realizzata da Schinkel nel 1821. Al centro la statua di Friedrich Schiller. Noi abbiamo potuto ammirare poco la bellezza architettonica della piazza e dei suoi edifici perché era completamente occupata dal mercatino natalizio, si paga 1€ per entrare, ma è molto carino, ha una parte al coperto riscaldata e una allo scoperto. Ci prendiamo un curry wurstel in panino, gustoso e tipico. Tornando sugli Under den Linden ci imbattiamo per caso nella Fransiskaner Klosterkirche, distrutta dai bombardamenti è stata ricostruita come nell’originale (molto bella, sobria, gotica) e riaperta nel 2005, oggi ospita un’esposizione di scultura. Costruita nel 1250 come monastero francescano è stata trasformata nel 1534 in una scuola prestigiosa. Quindi decidiamo di ripararci dal freddo visitando il Berliner Dom, che si staglia maestoso sull’isola dei musei, in stile rinascimentale. La guida dice che si paga ma noi entriamo gratuitamente anche se non capiamo dov’è l’accesso alla cupola. Maestoso e molto barocco, dentro è sfavillante d’oro. Ci riposiamo un po’ a casa e poi decidiamo di andare a Kreuzberg alla ricerca dei locali notturni che ci hanno segnalato sia Gabriele che il cugino di Fabio. Scendiamo a Moritzplatz e ci incamminiamo su Oranien Strasse, arriviamo al SO36, ma è un grande locale dove si balla e noi abbiamo fame. Torniamo su Oranien Platz dove ci ispira il Kuchen Kaiser, un locale che quantomeno nella selva di locali italiani e orientali ci sembra un po’più tipico. Scopriamo che qui, come da molte altre parti, la maggioranza dei ristoranti sono italiani o orientali (giapponesi, tailandesi e cinesi abbondano), molto più difficile è trovare un ristornate tipico. Ordiniamo un’ottima zuppa di patate e carote, il “Sauerbraten”, definito Classic German Speciality, manzo marinato servito con patate e rape rosse con mele, veramente ottimo. Fabio ordina un Gulash con funghi e gnocconi di pane, buono ma non speciale come il mio. Ottima cena per 30€! Poi proviamo ad entrare al SO36 ma l’ingresso costa 6€ e decidiamo che non conviene, non abbiamo gran voglia di ballare, passeggiando ce ne torniamo a casa. 28 dicembre Decidiamo di dedicare la giornata al Berliner Mauer, il Muro, che costruito nel 1961 ha diviso la città in due. Nonostante abbiamo visto già altri muri (in Palestina o a Belfast) questo ha un significato diverso: non divide due comunità, due popoli ma semplicemente una città sconfitta viene tagliata a metà. Notiamo inoltre che qui il lavoro sulla memoria è molto forte, lungo quasi tutta la linea dove c’era il muro c’è una striscia di mattoncini che ne ricorda il tracciato e nei punti più significativi ci sono delle colonnine esplicative con un messaggio registrato in tante lingue (italiano compreso). Inoltre esistono numerosi musei e un altro paio sono in costruzione.

Iniziamo da vicino casa, percorrendo a piedi Bernauer Strasse, la strada lungo la quale correva il muro. Qui il muro venne costruito in mezzo alle case, all’inizio la gente si buttava dalle finestre dei palazzi per raggiungere l’Ovest, poi le case furono evacuate e le finestre murate. Molte le foto delle fughe e anche una serie di fumetti (http://dawarmalwas.De/ ) che ripercorrono l’assurdità di questo muro. Anche una chiesa fu abbattuta per costruire questo muro, oggi è stato appena aggiudicata una gara per costruire un memoriale con una istallazione di pannelli e sagome di cui si può vedere il progetto. Quindi siamo andati a vedere il Centro di Documentazione del Muro (Gedenkstatte Berliner Mauer) in cui è disponibile una ricchissima documentazione, cartacea, audio e video purtroppo quasi tutta in tedesco, anche se i video delle fughe e delle manifestazioni sono molto interessanti. Nell’ edificio c’è anche una torre con piattaforma panoramica da cui é possibile vedere le parti tuttora esistenti della linea di frontiera. Ingresso gratuito. Quindi ci spostiamo al Check Point Charlie, simbolo della guerra fredda, era il principale punto di passaggio per gli Alleati, i diplomatici e gli stranieri autorizzati. Qui nel 1961 si confrontarono i carri armati sovietici ed americani sfiorando lo scoppio della guerra. Oggi è sostanzialmente un centro commerciale, non particolarmente significativo.

Raggiungiamo la Topografia del Terrore, poco più in là, una mostra all’aperto sulla spianata dove una volta sorgeva il quartier generale della Gestapo e delle SS, la mostra è incentrata su la persecuzione degli Ebrei, dei Rom e degli oppositori politici. Molto forte, anche se sono argomenti ben conosciuti e approfonditi, ci sono anche dei pannelli dedicati alle Fosse Ardeatine. Decidiamo di andare a mangiare in un mercatino natalizio a Potsdamer Platz, una piazza totalmente ricostruita, vetrina del rinnovamento urbano, simbolo della Nuova Berlino. Questa storica piazza era un crocevia trafficato prima della guerra e importante piazza che a causa dei bombardamenti e della costruzione del muro rimase un terra desolata. Negli anni ’90 fu indetto un grande concorso per la costruzione dei nuovi edifici, il progetto fu coordinato da Renzo Piano, di cui l’edificio più significativo è il Sony Center, inaugurato nel 2000, con una pizza centrale sormontata da una cupola di vetro. Anche qui c’è un mercatino con uno chalet austriaco dove ci fermiamo a scaldarci e mangiare una zuppa e un piatto di carne. Per finire il nostro giro del muro ci dobbiamo spostare dall’altra parte della città a Friedrichshain alla East Side Gallery: è la galleria d`arte all`aperto più grande del mondo. Nel 1989 subito dopo la caduta del muro, artisti di tutto il mondo hanno cominciato a dipingere sul lato est di esso, cosa che era vietata. Infatti il muro era dipinto e colorato solo nel versante ovest, mentre qui subito dopo la caduta del muro gli artisti di tutto il mondo hanno deciso di colorare l’est. Sulla guida leggiamo che molti dei dipinti sono rovinati invece quando arriviamo (anche se ormai è buio e fa molto freddo, infatti questo tratto di muro corre parallelo alla Sprea e su un grande vialone, dove si incanala il vento) scopriamo che sono tutti nuovi, infatti in occasione del ventennale della caduta del muro, lo stato Tedesco ha rintracciato tutti gli artisti, o quasi, e li ha invitati a restaurare le proprie opere d`arte. Su internet abbiamo trovato un video che racconta questo lavoro: . Abbiamo bisogno di un posto caldo dove riprenderci, Fabio decide di andare al Cafè Sybille, uno dei più popolari caffè di Berlino Est oggi gestito da una associazione per lo sviluppo del quartiere, dove la guida ci dice facciano delle ottime torte. Il caffè si trova su Karl Marx Allee, una via monumentale, uno dei lasciti più importanti del regime socialista, è un grande viale orgoglio della DDR, costruita nel cuore del quartiere popolare di Friedrichsahin. Vi si trovavano appartamenti moderni per molte centinaia di persone e serviva da sfondo per le parate militari, lungo questa strada l’armata russa si aprì il varco di ingresso a Berlino. Purtroppo in questi giorni di festa il caffè Sybille chiude alle 18 e non facciamo in tempo a prenderci il caffè di cui avremmo tanto bisogno. Torniamo a casa distrutti. Decidiamo di tornare a cenare a Kreuzberg, ma nella zona più a ovest lungo Bergmanstrasse, la zona un po’ più in del quartiere. La guida ci segnalava un buon ristorante austriaco, ma non c’è posto, quindi ripieghiamo su un localetto messicano molto carino, ma nulla di che. La serata è molto fredda e non c’è un’anima in giro, quindi riprendiamo la metro e torniamo a casa. 29 dicembre Decidiamo di percorrere la città come ci hanno consigliato sull’autobus 100. Il giro è molto carino e ci porta da Alexander Platz fino allo Zoo, al costo normale del biglietto. Dallo zoo andiamo a vedere l’imponente Kaiser Wilhelm Gedachtniskirche, una Chiesa pesantemente bombardata, lasciata così a imperitura memoria della guerra, con il campanile mezzo venuto giù. Nella Chiesa in rovina è allestita un mostra, accanto sorge la nuova chiesa tutta in piastrelle di vetro blu con un imponente crocefisso ligneo e organo.

Riprendiamo il 100 e scendiamo in prossimità dell’isola dei musei, a Bebelplatz, dove scopriamo il memoriale al più imponente rogo dei libri avvenuto durante il terzo reicht, una finestra sul pavimento che lascia intravedere una scaffalatura vuota. La piazza secondo i progetti di Federico Il Grande doveva diventare il nuovo centro intellettuale e artistico della città, per cui vi si affacciano imponenti palazzi come la Biblioteca, il Teatro Lirico e la cattedrale di Santa Edwige, ispirata al Pantheon di Roma, unica chiesa cattolica di Berlino fino al 1854, cuore della resistenza cattolica guidata dal parroco che morì nel viaggio verso Dachau. Poi visitiamo la Neue Wache (Nuovo Posto di Guardia), la prima commissione berlinese a Schinkel, oggi è un monumento alle vittime della guerra e della tirannide. Nel cortile interno c’è una commovente pietà, la scultura della Madre con il figlio morto, sotto cui sono sepolte le ceneri di un milite ignoto, un combattente per la resistenza e della terra proveniente dai campi di guerra e di concentramento. Quindi, mentre il freddo si fa sempre più intenso e pungente, ci avviamo verso l’isola dei musei, scopriamo che il famoso busto di Nefertiti è stato trasferito nel museo nuovo e che i biglietti per questo museo sono tutti esauriti, acquistiamo i biglietti cumulativi per gli altri musei al costo di 14€, anche se poi non faremo mai in tempo a vedere gli altri musei. Ci dirigiamo verso il Pergamon Museum, per fortuna noi abbiamo i biglietti e quindi non dobbiamo fare l’interminabile fila che c’è fuori. Dentro lo spettacolo è straordinario: ci sono interi pezzi di città dell’Asia Minore ricostruiti, dall’Ara di Pergamo, alla porta del Mercato di Mileto, alla porta di Ishtar a Babilonia. Sono opere ricostruite qui nella loro interezza, a grandezza naturale ma al chiuso! Spettacolare! L’audioguida inclusa nel prezzo ti aiuta anche a scoprirne dettagli e caratteristiche. Rimaniamo sbigottiti. Per cena decidiamo di tornare nel quartiere di Friedrichshain al Umspannwerk Ost (www.Umspannwerk-ost.De) , una fabbrica elettrica recuperata e diventata oggi un centro in cui ci sono un ristorante, un jazz club e il Berliner Kriminal Theatre, dove si rappresentano gialli e simili. Il complesso è veramente molto carino e il ristorante elegante, gustoso e piacevole, forse un po’troppo riscaldato. Ordiniamo un piatto di cacciagione guarnita con pere e more, rape rosse con mele e crocchette di patate, e un piatto di varietà vegetariane con salsa di fughi, asparagi, carote, zucchine, patate e cavolfiori. Ottimo anche il dolce, un tortino con pera, cannella e cioccolato. Abbiamo pagato 50€. Bellissimo! 30 dicembre Ci svegliamo con la neve! Berlino è imbiancata. Finalmente si sta avvicinando per noi la possibilità di una soluzione per la notte del 31, siamo finalmente riusciti a parlare attraverso un ragazzo con Miss Arndt e le abbiamo spiegato il nostro problema, intanto abbiamo fatto i bagagli per spostarci nell’appartamento. Abbiamo appuntamento per le 2 per sperare di trovare una soluzione.

Intanto decidiamo di tornare per l’ennesima volta a Kreuzberg per vedere la zona di Mariannen Strasse, e un edificio centrale sulla piazza ci colpisce il Kunstlerhaus Bethanien (http://www.Bethanien.De/kb/index/trans/en/page/mission), un imponente edificio, che era un ospedale ed oggi ospita un rifugio e un laboratorio creativo per artisti emergenti, con 25 studi e tre spazi e espositivi. Purtroppo noi lo troviamo chiuso, ma la piazza e la neve gli conferiscono un aspetto quasi magico.

Tornati a casa scopriamo che la fantastica soluzione che hanno trovato per noi è che una coppia che abita al primo piano ci affitta casa per due notti, mentre loro vanno a fare il capodanno da amici fuori. La casa piccola ma assai accogliente. Siamo felici, la piccola non nascerà al freddo e al gelo in una grotta a capodanno. Ritorniamo in centro e decidiamo di visitare il Municipio Rosso di Berlino ossia il Rothes Rataus, il rosso è dovuto ai mattoncini rossi che ricoprono questo grande edificio che ospita il sindaco di Berlino. L’interno è monumentale ma è più bello l’esterno. Poi ci spostiamo nel quartiere immediatamente alle spalle Nikolaviertel, un tentativo abbastanza riuscito degli architetti della DDR di ricreare il nucleo medioevale della città. La Ephraim Palace è la più famosa casa rococò di Berlino. Ritornando indietro ci fermiamo per una foto vicono alla statua di Marx e Engels. L’ultimo quartiere che ci manca è il Scheunenviertel, il quartiere dei fienili, noto per la presenza di numerose botteghe di artisti e importanti strade dello shopping, ma era anche il quartiere ebraico della città, ed oggi è caratterizzato dalla presenza imponente della nuova sinagoga. Lungo Grosse Hamburger Strasse si ripercorrono alcune tappe importanti della storia degli ebrei della città. In prossimità della prima casa di riposo israelitica, trasformata dai nazisti in centro di deportazione, oggi c’è una inquietante scultura che riproduce un gruppo di donne esauste che attendono il loro destino. Le bombe hanno raso al suolo l’edificio e oggi c’è un parco. Al 27 invece c’è la Missing House, un monumento alla memoria ideato dal francese Boltanski: l’edificio mancante era una casa abitata da famiglie ebree i cui nomi sono riportati sulle pareti dei due edifici adiacenti. Ma la vera attrazione de quartiere è una sorta di mega centro sociale il Kunsthaus Tacheles, un edificio mezzo diroccato di almeno 5 piani che ospita artisti contemporanei e le loro esposizioni, il paradiso delle produzioni indipendenti. All’esterno, nel giardino, è allestita una mostra di scultura con ferro e altri metalli, carina. Sotto c’è il Caffè Zapata dove si tengono concerti, oggi è in programma una serata ska lambretta, ci piacerebbe venire ma scopriamo che dentro il bar si può fumare e non è un’aria salubre per la nostra piccola, quindi rinunciamo. Mentre torniamo a piedi verso casa scopriamo le numerose fabbriche riconvertite con questi splendidi cortili, sono veramente dei gioiellini dell’arte moderna. In particolare ci fermiamo a Heckmannhofe, su Oranienburger Strasse, con un cortile che ospita caffè, negozi chic e una fabbrica di caramelle che purtroppo è chiusa. Poi su Augustestrasse ci fermiamo al Kunst-Werke Berlin (foto accanto) anche questo uno spazio culturale con le botteghe per lo più chiuse e un caffè al centro in un cubo di vetro e acciaio.

Per cena decidiamo di mangiare a Prenzlauer Berg, oggi un importante quartiere alla moda, a poche fermate di tram da casa. Andiamo nel ristorante più chic (e anche più caro) nel quale abbiamo mangiato, il Neugruns Koche (Schonhauser Allee 135): qui offrono due soli menù, uno regionale e uno del sud. Ovviamente optiamo per quello regionale, decidiamo però di assaggiarne soltanto alcuni piatti (completo costa 40€), quindi ordiniamo un tortino di coniglio con zucca e lenticchie, come piatto principale un ottimo filetto con accanto uno strudel di verza e un tortino di rape rosse e quindi il dolce immerso nei lamponi. Ottimo veramnete, inavvicinabile il vino, abbiamo speso 60€. Sulla strada del ritorno a casa, sotto una neve incessante andiamo a scoprire un posto enorme, il Kulturbrauerei, ex birrificio, un fantasioso complesso di 20 edifici decorati in mattoni, all’interno del quale sono ospitati caffè, cinema, supermarket (aperto tutta la notte), teatri ecc. Purtroppo essendo sera erano aperti solo i locali notturni.

31 dicembre Ancora nevica incessantemente, decidiamo quindi di dedicare la giornata all’arte contemporanea. Ci svegliamo con calma e decidiamo di avviarci verso il Kulturforum, dietro Potsdamer Platz, per visitare la Neue Nationalgalerie. Arriviamo quasi all’1 e scopriamo che per il Capodanno chiude alle 14! Quindi decidiamo di spostarci per vedere se invece la Hamburger Bahnof fosse ancora aperta, altro giro a vuoto. Fa freddo e continua incessantemente a nevicare entriamo nella stazione centrale di Hauptbahnof, realizzata per i mondiali del 2006, è la più grande stazione ferroviaria progettata nel pieno centro della città. All’interno è allestita una mostra di orsi (simbolo di Berlino) colorati che rappresentano tutti i paesi del mondo. Prendiamo la metro e torniamo a kreuzberg sperando che almeno la Berlineshe Gallerie sia aperta, ma ovviamente no! E quindi torniamo dal nostro Kuchen Kaiser per scaldarci un po’. La giornata è veramente rigida e noi siamo un po’delusi dal fallimento del nostro programma.

Torniamo a casa a riposarci, cenare, preparare le valige. Ci prepariamo un’ottima pasta alla amatriciana per cenare con una buona bottiglia di rosso e alle 10 belli coperti affrontiamo il capodanno berlinese. Scendiamo a Potsdamer Platz e da lì ci fanno incamminare insieme a migliaia di persone per il Tiergarten da dove raggiungiamo la festa che si svolge tra la Porta di Brandemburgo e la Colonna della Vittoria. Tutto il vialone 17 marzo è contornato di stand che vendono wurstel, dolci, cappelli e un po’ di tutto, ci sono anche dei palchi con altri concertini e dei gazebo discoteca. Alla porta il paco maggiore con il concerto. In mezzo c’è una grande ruota panoramica. La neve non si stanca mai di scendere e orami si cammina su uno strato di pappa molle, i piedi si sono completamente bagnati. La gente è tanta ma non c’è ressa, anche la mezzanotte scorre tranquilla, decidiamo di tornare a casa percorrendo gli Under Den linden. Aspettiamo la metropolitana un po’più del solito, c’è un sacco di gente ma alle 2 siamo a casa. Ci beviamo ancora un po’di vino con i biscotti e poi ci mettiamo a dormire, la sveglia è tra due ore mezza. L’aeroporto ci aspetta.

Berlino è una città straordinaria, ci ha colpito la velocità con la quale si è riconquistata uno spazio nella storia e tra le più belle città europee. Un po’fredda di inverno, ci piacerebbe tornarci d’estate per poter ammirare maglio le architetture e vedere i musei di arte contemporanea che non siamo riusciti a vedere.

Cristiana, Fabio e “Peppa”



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