Bracciano e dintorni

01 settembre 2007 sabato Sono le 6:00, albeggia appena dietro Cestello, quando scendiamo a prendere La Nera per partire per una breve vacanza nella zona del lago di Bracciano. Il sole sorge che abbiamo da poco passato Arezzo; usciamo ad Attigliano e prendiamo la strada che, passando proprio nel centro di Bomarzo, porta alla superstrada per...
Scritto da: graziano
bracciano e dintorni
Partenza il: 01/09/2007
Ritorno il: 05/09/2007
Viaggiatori: in coppia
Spesa: 1000 €
01 settembre 2007 sabato Sono le 6:00, albeggia appena dietro Cestello, quando scendiamo a prendere La Nera per partire per una breve vacanza nella zona del lago di Bracciano.

Il sole sorge che abbiamo da poco passato Arezzo; usciamo ad Attigliano e prendiamo la strada che, passando proprio nel centro di Bomarzo, porta alla superstrada per Viterbo. Usciamo a Viterbo sud e prendiamo la Cassia in direzione del lago di Bracciano dove giungiamo verso le 9:00.

La nostra intenzione sarebbe di fermarci a Bracciano per tre/quattro giorni ma qui, come pure ad Anguillara, non riusciamo a trovare un albergo perché in questi giorni ci sono delle manifestazioni. Ripieghiamo sull’interno e troviamo albergo in località Cura di Vetralla (albergo Il Pino Solitario 60,00 euro a notte per due con colazione).

Dopo pranzo andiamo nella vicina Sutri, borgo che si adagia sopra una collina di tufo.

E’ un paese di origine etrusca e conserva di fronte, proprio lungo la Cassia, una zona archeologica di grande interesse, e per noi fino ad oggi sconosciuta: iniziamo la visita dalla necropoli scavata nel tufo che confina con l’anfiteatro romano, di forma quasi circolare anch’esso scavato nel tufo; poco distante c’è un mitreo che ogni ora viene aperto per un breve visita. Saliamo al paese, medioevale, oggi pieno di gente per la locale “sagra del fagiolo”.

02 settembre 2007 domenica Fatta colazione, prendiamo l’auto e, seguendo la Cassia in direzione Roma, a circa quattro km dopo Cura di Vetralla, una strada sulla destra, tra i campi con piantagioni di noccioli,conduce a Barbarano Romano.

Poco prima del paese c’è un bivio a destra con l’indicazione ”necropoli”: lo seguiamo e dopo circa due Km giungiamo alla necropoli di San Giuliano; è in aperta campagna, in mezzo al bosco, a fatica troviamo posto per parcheggiare perché non vi sono aree di sosta; essendo però gli unici visitatori, lasciamo la macchina sulla provinciale e procediamo a piedi. A circa 200 metri dall’ingresso c’è la Tomba Cima con il suo grande dromos, senz’altro la importante di tutta la necropoli; discendendo nel bosco, la collina, ci sono molte tombe a dado tra cui quella della Regina e quella del Cervo.

Tornati alla macchina, partiamo per Blera, passando da Barberano Romano.

Si raggiunge Blera, che è situata sullo strapiombo di una profonda gola, attraversando un ardito ponte sul fosso Biedano; la cittadina è scavata nel tufo, e conserva i resti di un ponte romano, Tornando indietro e, ripassato Barberano, programmiamo l’Arianna per Civitella Cesi. Civitella Cesi è un piccolissimo paese su un poggio, difficile da raggiungere in macchina ma molto suggestivo da fotografare dalla collina di fronte. Ai pedi del paese c’è una sorgente, ci fermiamo a riempire la nostra bottiglia e lì troviamo un signore del paese con cui ci mettiamo a parlare e che ci dice che nel vicino Monte Romano ci dovrebbe essere la sagra della bistecca. Siccome siamo vicini a mezzogiorno, torniamo indietro e ci dirigiamo a Monte Romano che da Civitella dista circa 15 km. La sagra della bistecca non c’è – quel signore si era sbagliato di giorno – e noi ne approfittiamo per visitare il paese la cui vita si concentra attorno alla sua immensa e bella piazza.

Ci mettiamo alla ricerca di un ristorante, oramai la bistecca è diventata il nostro obiettivo e a questo scopo arriviamo a Vetralla: percorriamo il corso principale del paese (anch’esso come tutti i paesi del luogo adagiato su una collina di tufo) fino alla chiesa, ma non troviamo un ristorane. Riprendiamo la strada verso l’ albergo e poco prima di Cura finalmente troviamo il ristorante che fa per noi.

Il pomeriggio è dedicato alla visita di Bracciano e del suo castello.

Arriviamo a Bracciano verso le cinque e riusciamo a fare i biglietti per l’ultima visita.

Le viste sono solo guidate, il biglietto costa 7,00 euro, non sono permesse né foto né riprese video; secondo noi è uno dei castelli più belli che abbiamo mai visto (e ne abbiamo visti parecchi nei nostri viaggi) sia per la posizione che per la manutenzione e cura da parte dei proprietari.

Il lago ci appare dal parapetto dell’ingresso al castello e, varcato il portone monumentale, la guida ci conduce al piano nobile e al secondo piano, spiegandoci le destinazioni d’uso nel corso dei secoli delle varie stanze e dicendoci i nomi di chi vi ha abitato; camminiamo su pavimenti originali, i soffitti sono pure originali come anche quasi la totalità dell’arredo. Saliamo con una scala a chiocciola sul camminatoio di ronda fino sulla terrazza di una delle torri e…Che panorama! abbiamo tutto il lago disteso davanti ai nostri occhi. Ridiscesi, passiamo dal cortile nobiliare per visitare le ampie cucine.

Ci dirigiamo poi a Anguillara che si trova su uno sperone sulla riva orientale del lago, ripartiamo per Cura, ma decidiamo di fermarci a cena a Sutri alla “sagra del fagiolo”.

03 settembre 2007 lunedì Ci siamo alzati presto, prima delle sette, per andare al lago di Vico che da qui dista circa quattro Km. In macchina facciamo quasi tutto il giro del lago, molto piccolo per la verità, fino alla punta naturale opposto al luogo in cui siamo.

Il lago di Vico, a differenza di quello di Bracciano non ha paesi sulle sue rive.

Un’ampia zona forma un parco naturale, ci sono noccioleti e canneti, mucche portate al pascolo sulle rive e tanti uccelli acquatici: nessun rumore turba il silenzio di quest’ora.

Alle otto rientriamo in albergo per la colazione e poi partiamo alla volta di Tuscania che dista da Cura di Vetralla circa 30 km risalendo verso Viterbo.

Ci arriviamo alle 9:30; cominciamo la visita del paese dalla splendida chiesa di Santa Maria Maggiore che si trova a sud-est fuori dal centro abitato: è gotica, splendidi i tre portali, notevoli gli affreschi all’interno e nell’abside – assolutamente da vedere! La troviamo aperta grazie a dei volontari che si adoperano perché questo patrimonio comune possa essere visto e goduto da tutti. Al di sopra del colle si delinea la sagoma della chiesa di San Pietro, che dista da qui circa 300 metri. A San Pietro invece la custodia è regolarmente organizzata ed è per questo che troviamo chiuso essendo oggi lunedì; ne approfittiamo per farci delle foto nel vicino piazzale dove ci sono resti di sarcofagi etruschi.

Ci dirigiamo in paese e, parcheggiata La Nera, andiamo prima alla fontana delle Sette Cannelle e al vicino lavatoio medioevale; poi saliamo al belvedere: davanti a noi Santa Maria Maggiore, San Pietro, il colle Rebellino con i resti del palazzo comunale…! In cima al paese, la piazza del Duomo con la sua bella fontana.

Un giardino pubblico, il Parco di Labello, corre tutto lungo la parte muraria sud della città: troviamo ristoro all’ombra di un grande albero.

Riprendiamo la macchina e, raggiunto piazzale Trieste, prendiamo via dell’Olivo che porta in aperta campagna.

Ad un Km circa dal paese c’è la chiesetta della Madonna dell’Ulivo, vicino l’omonima necropoli con la grotta della Regina aperta solo su prenotazione.

Proseguendo, circa dopo 3 km, una strada sulla sinistra in discesa conduce all’abbazia di San Giusto, chiusa per restauro: ne vediamo dalla strada la parte superiore della torre campanaria a forma quadrata.

Un riposino dopo pranzo, poi, oltre Sutri, poco dopo Monterosi, risalendo la statale per circa un Km, e poi girando a destra, si giunge a Nepi.

Parcheggiamo vicino alle mura e ci dirigiamo nel centro del paese: bella la rocca borgiana, vicino ci sono resti di mura di origine etrusca e romana, l’acqua di una cascatella della sua famosa fonte si perde nel borro sottostante.

Le abitazioni sono quasi tutte di tufo, la piazza più grande è quella su cui sorge il comune.

04 settembre 2007 martedì

Oggi il cielo è nuvoloso; dedichiamo la mattinata alla visita della cittadina di Caprarola che dista dal lago di Vico circa 5-6 km. E’ famosa per la coltivazione delle nocciole ed è situato a circa 500 metri sul livello del mare.

Il paese, completamente costruito con il tufo, si estende sul crinale di un colle; quasi tutte le strade portano alla sua sommità dove si trova Palazzo Farnese, costruito nel 1500 su una rocca eretta precedentemente su un progetto del Sangallo.

Le visite sono solo guidate a pagamento; noi facciamo il biglietto per quella delle 10:00 che prevede la visita al palazzo ed al giardino.

Nei giorni feriali, tali visite sono affidate ai custodi, mentre nei festivi ci sono delle visite con “con guide ufficiali” a pagamento.

Ben presto ci accorgiamo che la “custode” che ci accompagna non si limita a condurci nei vari locali ma ci fornisce ampie e dettagliate notizie della storia del palazzo, sull’evoluzione degli ambienti nel corso dei secoli, su chi vi ha abitato… Grazie signora, fossero tutti come lei i custodi… Veniamo così a sapere che il palazzo è diviso in due ali identiche: una estiva e una invernale, come pure due sono i giardini pensili all’italiana.

Uscendo dietro il palazzo, un percorso in salita, tra alberi secolari, in circa 400 metri porta alla “casina di caccia” che proprio casina non è, ma un bel palazzo di 4 piani con fontane con giochi d’acqua e giardino. La visita dura circa un’ora e mezzo.

Andiamo alla Coop a comprare dei panini e, tornando verso l’albergo, ci fermiamo a mangiare sulla riva del lago di Vico,; ci sono solo gabbiani e due belle papere molto “interessate” al nostro pranzo.

Nel pomeriggio, visitiamo Caprinica: all’inizio del paese si trova la chiesa della Madonna del Piano; percorriamo poi tutto il corso fino all’estremità opposta del borgo.

Andiamo poi a Bracciano; facciamo in macchina il giro del lago e decidiamo di fermarci a cena ad Anguillara: il vento forte increspa le acque e riusciamo a fermare con lo scatto insolite immagini del lago al tramonto.

Dopo cena dal lungolago facciamo delle notturne al castello di Bracciano che, illuminato, fa capolino tra i pini.

05 settembre 2007 mercoledì Oggi è il nostro ultimo giorno di vacanza.

Subito dopo colazione, ci dirigiamo verso Roma: abbiamo deciso di “passare” da Ostia e nel pomeriggio rientrare a Firenze.

Da Vetralla, il parcheggio degli scavi di Ostia Antica dista circa 90 Km: noi ci arriviamo intorno alle 10:00. Il biglietto d’ingresso agli scavi costa 6,50 euro e l’audio-guida 2,50 euro (a noi non è stata utile in quanto segue un percorso per temi e non lineare con il percorso archeologico).

Il sito archeologico è grande: il percorso è agevole e ombreggiato da pini secolari: il viale ci porta prima a quel che resta della Porta Romana con la vicina statua di Minerva, per poi percorrere tutto il decumano massimo fino alle terme di Nettuno prima, ai magazzini, al Teatro fino al cardo massimo all’altezza dell’immenso complesso del Foro con il Capitolium, la Basilica, le terme… per condurci poi fino alla porta Marina dall’altro limite della città.

Abbiamo fatto un giro di circa 4 ore, ma sono appena sufficienti per una visita superficiale del sito (museo escluso); la varietà, l’importanza e la moltitudine dei monumenti richiede una visita e più lunga e più particolareggiata di ciascun edificio sacro o civile.

Un pasto veloce al selfservice e ci rimettiamo in macchina diretti a Firenze dove giungiamo verso le 18:00.

Abbiamo percorso 1295 chilometri.

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