Belgio tra mare e terra

Una vacanza di una settimana tra il Mare del Nord e le città fiamminghe, tra i colori della natura e le architetture del Belgio, con generose concessioni alla gastronomia
Scritto da: enrico61
belgio tra mare e terra
Partenza il: 16/06/2012
Ritorno il: 22/06/2012
Viaggiatori: 5
Spesa: 500 €
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16 giugno 2012

Partenza alle tre di notte da Lecco. Durante il viaggio siamo accompagnati dalla pioggia, ma al nostro arrivo a Ostenda (alle 15 e trenta circa) ci accolgono un bel sole e tantissimo vento. Il camping in cui abbiamo prenotato un bungalow si trova a pochi chilometri ad est, a Bredene, proprio vicino al mare. Il camping è lo Jagershof-Kerlinga. In effetti più che un camping sembra piuttosto un deposito di case-mobili e bungalow, ma è comunque molto ordinato e pulito e a noi serve soprattutto come base per dormire. Non resistiamo alla tentazione di andare a vedere il Mare del Nord, per cui, appena sistemate le nostre cose, prendiamo il ponte che supera la strada a scorrimento veloce che porta ad Ostenda e siamo sulla duna. La duna è abbastanza alta, ricoperta da una vegetazione molto diversa dalla macchia mediterranea e ad un certo punto si apre sulla spiaggia e sul mare. L’emozione, devo dire, è molto forte: la spiaggia è enorme, deserta, il mare ha un colore tra il verde ed il marrone e tira un vento incredibile. Sullo sfondo Ostenda. I figli corrono sulla spiaggia e mettono i piedi nel mare (gelido!) e i gabbiani si alzano in volo e gridano. Per finire la giornata facciamo un giro per il centro di Bredene. Niente di particolare. Scopriamo inoltre che i negozi sono aperti solo nei week end! Prendiamo da mangiare ad una friggitoria (che qui chiamano frituur): patatine, scampi, merluzzo, wurstel e chi più ne ha più ne metta. Attenzione alle porzioni: le patatine per due possono bastare tranquillamente per cinque! Il conto è abbastanza basso.

17 giugno 2012

Bellissima giornata di sole. Devo dire che con il tempo siamo stati piuttosto fortunati. Da casa, guardando le previsioni meteo, mi era sembrato che in Belgio ci fosse un clima pessimo,mentre invece abbiamo avuto un solo temporale di notte. Le nuvole passano velocissime, per cui si passa in un attimo dal sole al cielo nuvoloso. Il cielo ha sempre un colore molto vivido. La temperatura diurna si aggira sui 18-19°C,ideale per visitare città. Nel complesso un clima simile a quello di Londra.

Andiamo a visitare Ostenda. Si può parcheggiare al Parco Maria-Hendrika (Maria-Hendrika Park) gratuitamente e, lasciando un documento, si può prendere in affitto sempre gratuitamente una bicicletta per sette ore. Il parco è molto bello e ci passiamo quasi tutta la mattina: laghetti, percorsi nel bosco, giochi. Sembra di essere ad Hyde Park a Londra. Ci dirigiamo poi verso il centro della città. Anche qui c’è la piacevole sorpresa (per noi, che siamo Italiani) di trovare bellissime piste ciclabili che ti portano fino al mare, senza pericoli per i bambini. Si può visitare il porto, dove si trova il Mercator, nave scuola della marina belga, o un peschereccio che ha solcato i mari d’Islanda,l’Amandine, entrambi visitabili. Noi ci dirigiamo invece alla cattedrale dei santi Pietro e Paolo, che visitiamo (le biciclette hanno un utilissimo antifurto in dotazione) e poi passeggiamo bici a mano per l’animatissima via del centro, piena di negozietti. Compriamo panini e ci dirigiamo al mare. Ci sediamo a mangiare guardando il mare, osservati dai “locali”. Dopo poco capiamo il perché: appena tirati fuori i nostri panini veniamo letteralmente assaliti dai gabbiani ed io vengo derubato del mio! Tento inutilmente di riprendermelo. Dopo mangiato pedaliamo un po’ per il lungomare, che ha l’aspetto un po’ di una Cesenatico del nord, con tanto di negozietti di articoli per la spiaggia, anche se pochissimi coraggiosi fanno il bagno. I palazzi sul lungomare sono un po’ anonimi, ma il tutto ha comunque una sua bellezza, dovuta forse al fascino del Mare del Nord, così diverso dal Mediterraneo.

Per finire la giornata a Ostenda andiamo, sempre in bici, a visitare il Visserskaai, il quartiere dei pescatori, dove si trova un piccolo mercato del pesce, oggi quasi deserto, perché è domenica,ma soprattutto scopriamo dei bellissimi chioschi che vendono a poco prezzo piatti pronti di frutti di mare freddi (gamberetti, surimi, cozze etc) o caldi (lumache, piccantissime!). Se uno vuole si può fare confezionare un piatto a suo piacere, scegliendo tra le cose esposte.

Dopo aver consegnato le bici, siccome è ancora presto, decidiamo di andare a visitare l’Atlantikwall, cioè la serie di fortificazioni che i tedeschi avevano costruito durante la Seconda Guerra Mondiale, pensando che lo sbarco degli Alleati sarebbe avvenuto in Belgio. Si trova poco più a ovest della città. Si può lasciare la macchina sul lungomare e, seguendo le indicazioni per il Domein Raversijde, fare a piedi circa un chilometro (in ogni caso bisogna arrivarci a piedi). Oltre all’Atlantkwall nel Domein, cioè in questa vasta tenuta, ci sono la ricostruzione di un villaggio medioevale di pescatori e il memoriale del principe Carlo, che qui visse. Decidiamo di visitare solo le fortificazioni, che ci impegnano per circa due ore. Poiché lo sbarco è effettivamente avvenuto in Normandia, il tutto è ancora intatto. Ci sono le ricostruzioni dei vari ambienti, con scene di vita e manichini, come si usa da queste parti, camminamenti, bunker, cannoni, mitragliatrici, bombe etc. etc.; all’ingresso insieme al biglietto danno un’ audio-guida (purtroppo solo in francese o inglese) che permette di approfondire ciò che si vede. Molto interessante ed istruttivo, adattissimo anche ai bambini. Tornati a casa abbiamo preso in Biblioteca il film “Salvate il soldato Ryan”, che, pur svolgendosi in Normandia, ci ha fatto capire meglio quanto è successo durante lo sbarco.

Per finire questa lunga giornata le nostre due figlie han voluto provare a fare il bagno nel Mare del Nord…temperatura dell’acqua 14°C! Beate loro che sono giovani ed incoscienti. Cena in bungalow.

18 giugno 2012

Durante la notte piove abbondantemente, ma alla mattina ha smesso e a tratti il cielo si schiarisce. La temperatura è piuttosto fresca. Andiamo ancora ad Ostenda a visitare l’Earth Explorer, di cui ho letto meraviglie a casa. Si trova vicino al faro. Si tratta di una struttura che vorrebbe spiegare le forze della natura ai bambini ( e ragazzi) utilizzando degli esperimenti interattivi e dei giochi. Entrati, facciamo il biglietto cumulativo con il Sea Life di Blankenberge, sempre sulla costa, quasi al confine con l’Olanda, dove andremo oggi pomeriggio. Spendiamo 63 euro, utilizzando anche dei biglietti sconto trovati in camping. L’Earth Explorer è diviso in quattro sezioni: acqua, vento, terra e fuoco e per ognuna ci sono appunto i famosi giochi interattivi che spiegano il funzionamento delle forze che modellano la terra. Alcuni sono divertenti ed interessanti, altri un po’ meno. A completare ogni sezione c’è una attrazione “maggiore”: per la terra una simulazione di terremoto, abbastanza impressionante, per l’acqua un viaggio virtuale (un filmato in pratica) negli abissi con un sottomarino, bello ma piuttosto corto, per il fuoco un viaggio a bordo di un battellino dentro un vulcano, che si rivela però un po’ deludente, vista anche l’attesa, e per il vento gli effetti di un tornado in una cantina di un’abitazione americana (come quella degli zii di Dorothy nel Mago di Oz), bello ma anche questo un po’ deludente rispetto alle attese. Finiamo con un volo virtuale con una navicella spaziale, cioè dei seggiolini che ti portano in alto e poi ti lasciano cadere. Mangiamo nel baruccio della struttura, spendendo abbastanza poco. Nel complesso ci ha deluso un po’, forse perché le aspettative erano alte.

Il Sea Life invece, è molto interessante. Prima si visita un bell’acquario con un percorso obbligato. L’ambientazione è molto bella: giungla tropicale, interno di una nave ed una bellissima galleria in cui si è circondati dall’acqua e in cui nuotano degli squali. All’esterno poi ci sono varie aree: le tartarughe, i pinguini, le lontre, i polipi e le foche. Ogni mezz’ora circa dei ragazzi spiegano queste aree e danno da mangiare agli animali (le spiegazioni sono in francese, inglese e fiammingo). Inutile dire che la cosa più bella sono le foche e le otarie. Un centro fatto veramente molto bene ed un bel pomeriggio.

Dopo cena (in bungalow) andiamo a vedere il tramonto al mare. Fa un freddo terribile, ma lo spettacolo vale qualsiasi cosa. Bisogna tenere anche presente che qui, a queste latitudini, il sole tramonta alle 22 passate. Il rumore del mare e del vento, le grida dei gabbiani, i colori così accesi da non sembrare veri, rendono questa passeggiata sulla spiaggia veramente indimenticabile.

19 giugno 2012

La giornata è serena e limpida e la dedichiamo tutta a Brussels-Bruxelles, la capitale. Ci vuole un po’ più di un’ora di autostrada, che in tutto il Belgio è gratuita. Abbiamo però notato in questi pochi giorni il gran numero di incidenti, che ogni tanto causano dei rallentamenti e delle code. Sarà vero, come si dice, che i Belgi guidano così male? Grazie al navigatore riusciamo ad arrivare fino in centro, al parcheggio Albertine, vicino al Palazzo di Giustizia. È un po’ caro (2,50 euro/ora), ma vicinissimo al centro. Per prima cosa quindi ci dirigiamo a vedere il Manneken Pis (cioè il bambino che fa la pipì), simbolo di Bruxelles, per la foto di rito. È un po’ più piccolo di come ce lo aspettavamo e affollato di turisti, ma una foto riusciamo comunque a farcela. In ogni caso lo vedrete ovunque, in ogni negozio della città ed in tutte le forme possibili! Tappa successiva è la Grand Place, molto vicina al Manneken, che ci lascia stupefatti per la grandiosità e la bellezza degli edifici. Peccato che vi possano circolare le macchine, deturpando un po’ l’insieme. Gironzoliamo un po’ per i negozi che si trovano tutto intorno e nelle vie adiacenti e facciamo compere: cioccolato naturalmente (alcuni negozi sono carissimi, noi abbiamo trovato buona e conveniente la Chocolaterie Grand Place, dove si possono realizzare scatole personalizzate scegliendo singolarmente i cioccolatini), dolci alla Maison Dandoy (dove proviamo un po’ di tutto) e birre al De Bier Tempel (Il tempio della birra, il nome dice tutto). Entriamo anche nel negozio di gadget di TinTin, ma i prezzi sono veramente al di là della nostra immaginazione; per portare a casa comunque un ricordino, scegliamo alcuni quaderni ed un portachiavi, a prezzi “umani”. A proposito di TinTin , all’Ufficio Turistico, che ha sede nel Comune sulla Grand Place, è in vendita per pochi spiccioli una cartina che riporta tutti i murales riguardanti i fumetti dipinti sulle case di Bruxelles; la prendiamo, ma sono sparsi per tutta la città e ci metteremmo troppo tempo, per cui ci limitiamo al murales di TinTin vicino al Manneken Pis. Visitiamo anche le Galeries Agorà, descritte dalla guida come piene di negozietti di vestiti dai prezzi convenientissimi…e ci credo, perché sono solo “cineserie”; deludenti.

Con tutto questo shopping (e anche perché è ora di pranzo) ci è venuta fame. Vogliamo provare assolutamente un pub, che qui a Bruxelles si chiamano estaminet, e ci rechiamo al Poechenellekelder (nome impronunciabile, che vuol dire cantina del burattinaio), che si trova proprio nella piazzetta del Manneken. L’ambiente interno è molto suggestivo ed un po’ surreale: oggetti disposti dappertutto, dai quadri ai burattini, che spesso rimandano al bambinello che fa pipì. C’è persino un tavolo con un gruppo di manichini seduto ad aspettare l’ordinazione. Mangiamo croque-monsieur e fette di pane abbrustolite con burro e sardine (in scatola). Il tutto innaffiato naturalmente da birra, che ci viene consigliata direttamente dal proprietario scegliendola da una corposa lista. Conto per cinque persone 43 euro.

Ritornati alla Grand Place, ci dirigiamo alle Galeries St. Hubert, che ricordano un po’ la Galleria di Milano, eleganti ed ariose (negozi solo da guardare!) e alla Cattedrale di St.Hubert e Goudule, che visitiamo un po’ frettolosamente perché si sta facendo tardi.

La nostra ultima tappa è infatti il Museo degli strumenti musicali (Mim), dietro la stazione, ospitato in una magnifica palazzina stile Art Nouveau. In quattro piani di esposizione c’è una fantastica raccolta dei più strani e rari strumenti musicali (oltre a quelli classici, naturalmente) e il bello che all’ingresso vieni fornito di una cuffietta con cui, inserendo il jack davanti alla teca dello strumento, ne puoi sentire il suono. Purtroppo manca solo un’ora alla chiusura per cui dobbiamo visitarlo molto velocemente (una buona visita richiederebbe almeno due ore). Meriterebbe sicuramente una visita più approfondita. Unico appunto sono le cuffiette, che non sempre funzionano perfettamente.

Prima di tornare a Bredene, sempre grazie all’aiuto del navigatore, andiamo a vedere, almeno da fuori, l’Atomium, un altro dei simboli di Bruxelles, per le foto di rito.

Cena in bungalow prendendo patatine, boulette (polpette) e calamari al solito frituur a Bredene.

20 giugno 2012

Tempo bellissimo (in giornata la temperatura arriva eccezionalmente a 21°C. Abbiamo quasi caldo!). Dedichiamo tutto il giorno alla visita di Brugge- Bruges, che dista solo una ventina di chilometri da Ostenda. Parcheggiamo in centro, vicino a ‘T Zand, in un parcheggio coperto dal prezzo ragionevole (1,40 euro/ora). Percorriamo la via principale che porta in centro con tanti negozietti (le nostre figlie si perdono naturalmente nello shopping), arrivando al Markt, piazza stupenda, cinta di edifici a gradoni tutti colorati, che oggi, mercoledì, è occupata dal mercato alimentare. Lo giriamo un po’, godendoci i colori ed i suoni e comprando frutta e formaggio. Vorremmo mangiare moules e frites, piatto nazionale belga a quanto dicono le guide, ma i prezzi sono troppo alti (19-20 euro a persona per un piatto di cozze e patatine ci sembrano un po’ troppi), per cui ripieghiamo su una friggitoria ambulante al mercato, comprando spiedini e patatine e godendoceli seduti sotto la torre campanaria. Finito di mangiare visitiamo anche il Burg, centro antico della città, adiacente al Markt, anch’esso cinto di edifici stupendi (purtroppo tutti chiusi, vista l’ora). La visita di Bruges, il cui centro storico è Patrimonio dell’Umanità dell’Unesco, si può organizzare in molti modi: puntando sul giro delle chiese e degli edifici storici, sul giro in battello dei canali, sui musei di pittura, ma sono tutte modalità che stufano dei ragazzini, per cui decidiamo di giungere ad un onorevole compromesso e di dedicarci a due musei alimentari, il Museo del Cioccolato ed il Museo della Birra. Il primo si trova in una via adiacente il Burg e ci passiamo una bella oretta divertente ed istruttiva: su quattro piani è raccontata tutta la storia del cioccolato, dall’uso rituale del cacao presso i Maya e gli Aztechi arrivando alla produzione moderna, il tutto spiegato con modellini, ricostruzioni, foto ed oggetti. Completa il giro un filmato (anche se è solo in francese, inglese e fiammingo, le immagini sono molto esplicative) e la dimostrazione della preparazione delle famose praline, che al termine possiamo anche assaggiare. Prima di uscire si passa dal negozio, vera delizia per gli appassionati del cioccolato, dove compriamo varie cose, tra cui una tavoletta di cioccolato fatto secondo la ricetta azteca.

Ritorniamo al Burg e ci dirigiamo verso il Museo della Birra costeggiando i canali, molto romantici. Il Museo della Birra è in effetti l’ultimo birrificio artigianale che di trova in Bruges, de Haalve Maan, in Walplein 26. La visita dura circa tre quarti d’ora e ci vengono mostrate tutte le fasi della lavorazione (purtroppo le spiegazioni, come al solito, non sono in Italiano, per cui non riusciamo a capire tutto tutto) ed alcuni cimeli e fotografie d’epoca. Si sale anche sul tetto del birrificio, da dove si gode una vista a 360° sulla città.

Al termine della visita viene offerta una Brugse Zot, una delle (buonissime) birre di loro produzione ed ai ragazzi una Coca. Inutile dire che veniamo via facendo scorta di birra allo spaccio.

Prezzi del Museo del Cioccolato: 7 euro gli adulti, 6 euro gli studenti, gratis sotto i 12 anni

Prezzi del Museo della Birra: 29,25 euro tutta la famiglia.

Bruges è una città bellissima, che meriterebbe sicuramente una visita più approfondita, ma volendo, in una settimana, vedere quante più cose possibile, abbiamo per forza dovuto operare delle scelte. Sono state quelle giuste? Non lo sappiamo, ma abbiamo dovuto comunque tener conto della presenza e dei gusti dei nostri tre ragazzi. Possiamo comunque affermare che sono state scelte “gustose” ed apprezzate. Per risparmiare un po’, cena in bungalow.

21 giugno 2012

Purtroppo siamo già arrivati alla fine di queste brevi vacanze, e il tempo per la prima volta è brutto, molto nuvoloso, scende un po’ di pioggerellina a tratti. Migliorerà nel corso della giornata, facendo anche un caldo piuttosto insolito. Ci rimane da visitare la terza città importante delle Fiandre (ci resterebbe, a dire le verità, anche Anversa, ma è troppo lontana): Gent-Gand. Dista una sessantina di chilometri da Ostenda, che copriamo in un’oretta. Troviamo un parcheggio abbastanza in centro, in una viuzza laterale, per 2 euro l’ora; la macchina però può sostare al massimo tre ore. Ci dirigiamo allora di buon passo verso il centro. Devo dire che rimango un po’ deluso dalla città, che mi appare un po’ sporca e trasandata. Inoltre il centro storico è percorso dai tram e da numerose macchine, per cui bisogna anche fare attenzione a muoversi per strada. Arriviamo fino alla piazza centrale, molto ampia ma un po’ anonima, dove si affacciano lo Stadhuis (il Municipio) e alcune chiese, tra cui la Sint Baafskathedral, dove si può ammirare l’Agnello Mistico di Jan van Eyck. Preferiamo però dedicarci ad un giro in battello per i canali, visto che a Bruges non eravamo riusciti a farlo per questioni di tempo. Il giro in battello ci costa 28 euro per tutti e cinque e comprende una guida che parla in francese o inglese (per fortuna però ci viene dato un foglio in Italiano con tutte le spiegazioni). Il giro dura circa 5° minuti ed è bello, perché permette di scoprire Gand da un’altra angolazione, che è forse quella migliore, perché dal basso si vedono solo i canali, le belle case a gradoni e non si vede il traffico. Alcuni canali sono molto romantici e ricordano un po’ Venezia.

Finito il giro, riprendiamo la macchina e, sempre grazie al navigatore, andiamo a visitare il Beghinaggio (Begijnhof), inserito nei Patrimoni dell’Umanità dell’Unesco. A quanto riporta la guida, le beghine erano le mogli di quegli uomini che nel Medioevo partivano per le Crociate o comunque per la guerra, lasciandole a casa con scarsi mezzi di sostentamento, ma anche non sposate. Queste si riunivano allora tra di loro, dando vita a queste comunità di tipo quasi religioso, in pratica di mutua assistenza, in cui vivevano praticando la preghiera e la carità, ma senza prendere i voti.

Il Beghinaggio è una specie di convento, circondato da mura e a cui si accede da un portone. All’interno c’è un grande prato con in mezzo una grande chiesa barocca (chiusa) e tutto intorno le case delle beghine, a gradoni, belle nella loro semplicità, alcune abitate. In tutto il luogo si respira un’aria di grande pace e serenità. L’ingresso è gratuito, ma purtroppo le case non si possono visitare internamente.

Tornati a casa ci concediamo una cena al Frituur Alaska di Bredene. Fanno delle ottime e abbondantissime insalate ad esempio con gli scampi, succulenti panini (io prendo quello col tonno, piccantissimo!), cotolette, moules e frites a prezzi abbordabili, gelati et. Alla fine il conto è di 97,80 euro per tutti e cinque, degna conclusione alla vacanza.

22 giugno 2012

Un po’ mesti andiamo a salutare un’ultima volta il Mare del Nord e partiamo. Per spezzare il viaggio, ci fermeremo una notte a dormire in Lussemburgo. Ci restano nel cuore i colori del cielo del Belgio e quelli del Mare del Nord, nelle orecchie le grida dei gabbiani e nelle arterie un po’ di colesterolo, visto la quantità enorme di frites ingurgitate in questa settimana!

Guarda la gallery
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il lungomare di Ostenda

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al Museo della birra, Bruges

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il Mare del Nord

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il Mare del Nord

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Bruges, il Markt

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Bruxelles, la Grand Place

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Frituur a Gand

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Gand

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il Mare del Nord

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tramonto sul Mare del Nord

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al Museo del Cioccolato, Bruges

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il Begijnhof a Gand

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Gand

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Bruxelles, l'Atomium

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tramonto sul Mare del Nord

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Atlantikwall

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Atlantikwall

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Ostenda, la Cattedrale

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Ostenda, Maria Hendrikapark

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canali di Bruges



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