Viaggio tra Paesi Bassi e Belgio, scoprendo tradizioni e innovazioni nel cuore libero d’Europa

Due paesi vivaci, multiculturali, accoglienti, dove il progresso non rinnega il passato
Scritto da: J.LOW
viaggio tra paesi bassi e belgio, scoprendo tradizioni e innovazioni nel cuore libero d'europa

Questo viaggio era stato programmato per Marzo 2020 ma, come potete immaginare, l’abbiamo dovuto rimandare a data da destinarsi. Finalmente nel Settembre 2023 siamo riusciti a farlo, rinunciando, però a una delle visite più pittoresche, quella al Parco Keukenhof, il parco dei tulipani aperto ogni anno da fine Marzo a fine Maggio, quando si riempie dei mille colori dei fiori primaverili. Il viaggio, comunque, vale la pena anche in altre stagioni, perché questi due paesi sono veramente pieni di tantissime attrazioni. L’Olanda, che a differenza di ciò che pensiamo, non è l’intero paese ma solo una regione dei Paesi Bassi, è un posto veramente all’avanguardia sia per la difesa dell’ambiente che per i diritti delle persone. La maggior parte delle persone gira in bicicletta, le auto sono tutte elettriche, l’energia è prodotta per lo più dalle pale eoliche, inoltre non ci sono differenze di genere da nessuna parte, nemmeno nei bagni e c’è rispetto nei confronti di qualsiasi cultura o scelta personale. Il Belgio, dal canto suo, essendo sede del Parlamento Europeo, è veramente multietnico e creativo, pur mantenendo un forte legame con le proprie tradizioni.

Diario di viaggio

Giorno 1 – Amsterdam, Begijnhof e Joordan

Partiamo di mattina presto da Bologna per Eindhoven. Dopo una colazione da Starbucks prendiamo il pullman, prenotato online, che dall’aeroporto ci porta in circa un’ora vicino alla Stazione Centrale di Amsterdam. Il servizio costa 25 euro a persona ed è molto pratico se si ha poco tempo a disposizione. Una volta in città, visto che il nostro hotel è a una mezz’oretta a piedi di distanza, decidiamo di lasciare i nostri bagagli in uno dei tanti negozi che si offrono come deposito per 5 o 6 euro al giorno per bagaglio. Ci sono diverse siti da cui si possono prenotare e pagare. Noi ne abbiamo scelto uno che fosse aperto fino a tarda sera. Dopo qualche foto al bellissimo edificio della stazione e al canale su cui si affacciano alcuni antichi edifici, ci fermiamo a mangiare qualcosa da KFC che, come in molti paesi del Nord Europa, ha ottime opzioni anche per noi vegetariani. Si parte, poi, alla scoperta della città, percorrendo il Damrak, viale principale che ci conduce al Dam. Questa è la piazza più importante della città su cui si affacciano il Palazzo Reale, il Museo di Madame Tusseauds e la De Nieuwe Kerk, chiesa ora utilizzata per mostre temporanee.

Da qui raggiungiamo uno dei luoghi più suggestivi della città, il Begijnhof, un cortile circondato da case antichissime in cui vivevano le beghine, una specie di suore laiche, e in cui, tuttora, vivono solo donne come in una comunità. All’interno di queste mura, malgrado la grande quantità di turisti, regnano una pace e un silenzio unici. Ci dirigiamo verso Piazza Spui, con i suoi famosi locali, come il Cafè Hoppe o il biscottificio Van Stepele. Vorremmo assaggiare uno dei loro famosi wafer al doppio cioccolato e proviamo a metterci in fila, ma, quando stiamo per arrivare alla porta, una commessa ci avvisa che i biscotti sono esauriti! Devono essere davvero buoni, ma non lo sapremo mai! Ci avviamo, un pò sconsolati, verso il Mercato di Fiori che si svolge tutti i giorni lungo le sponde del Siegel, il canale principale che circonda il centro storico. Il mercato è un susseguirsi di banchi pieni di bulbi di ogni genere, non solo tulipani, ma anche giacinti, narcisi, amaryllis e qualsiasi altra varietà. Ci riempiamo gli zaini di bulbi da portare a casa ad amici e parenti e proseguiamo verso il quartiere detto Delle 9 Strade. Qui è pieno di gallerie d’arte, negozietti trendy e localini all’aperto. Raggiungiamo il quartiere Joordan e ci fermiamo per una fetta di torta di mele con panna al Winkel 43. Dicono che sia la torta più buona della città e noi confermiamo, anzi  per noi è la torta di mele più buona mai assaggiata.

Dopo questa pausa golosa ci dirigiamo verso il Museo di Anna Frank, prenotato online un paio di mesi prima per non rischiare di non trovare posto. Effettivamente è pieno di gente e, malgrado il senso di tristezza e angoscia che lascia nell’animo, è assolutamente da non perdere. Il museo si trova nella casa che ha fatto da rifugio per due anni ad Anna e alla sua famiglia durante la persecuzione nazista e in cui Anna ha scritto il suo famoso diario per sopportare le lunghe ore che doveva trascorrere nascosta e in silenzio in attesa della libertà. Purtroppo il nascondiglio fu scoperto e tutti gli inquilini deportati. All’interno del museo è spiegata, con un’audioguida multilingue compresa nel prezzo del biglietto, la vita quotidiana e le speranze delle persone che qui vivevano. Il padre di Anna fu il solo a sopravvivere e, finita la guerra e trovato il diario della figlia, decise di pubblicare il diario e di far aprire questo museo per ricordare a tutti il valore della libertà.

Usciti dal museo è già buio. Prendiamo qualcosa per cena in uno dei tanti supermarket Albert Heijn e torniamo a prendere i nostri bagagli. Facciamo un’ultima tappa al Coffee Shop The Bulldog, ormai famoso in tutto il mondo e che ha diverse sedi lungo la stessa via. Nei coffee shop si può anche mangiare e bere, oltre che fumare, ma quando arriviamo noi non cè più nulla così facciamo qualche foto e compriamo un pò di merchandising per gli amici e ci dirigiamo verso la Pensione Homeland, un hotel molto carino che si trova nel parco dell’ex Marina. La giornata è stata lunga, daremo un’occhiata ai dintorni domani.

2° giorno – Marken, Volendan, Edam e Zaanse Schans

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Oggi attraversiamo il parco del nostro hotel e arriviamo, attraverso una bellissima scorciatoia, nei pressi della stazione, dove ci aspetta il pullman per l’escursione nei dintorni di Amsterdam. Abbiamo scelto una visita organizzata perché muovendoci con mezzi pubblici avremmo bisogno di almeno due giorni per vedere tutti i posti che ci interessano. Cominciamo dal piccolo e suggestivo paese di pescatori Marken. Con le sue casette di legno e i suoi giardini ben curati che si affacciano su piccoli canali è un gioiellino. Ci fermiamo, poi, in una fattoria dove producono tantissime varietà di formaggio Gouda. Ne assaggiamo di tutti i tipi, fra cui quello buonissimo al cocco da mangiare con mostarda di mango che non possiamo proprio evitare di comprare! Carichi di formaggi, fatti tra l’altro con caglio vegetale, ci dirigiamo verso Volendam, altro villaggio di pescatori, un pò troppo turistico per i nostri gusti, ma con scorci carini se ci si avventura nelle stradine più interne e silenziose. Ci fermiamo ad ammirare una paperella che costruisce il nido attorno al suo pulcino in un piccolo stagno, poi, rifocillati con una porzione gigante di patate fritte, ci avviamo verso Edam.

Attraversiamo un paesaggio di campi verdissimi, pieni di mucche al pascolo con i loro vitellini e greggi di pecore paffute che prendono il sole, e arriviamo a Edam, patria di un altro celebre formaggio, il cui commercio in passato l’aveva reso uno dei villaggi più ricchi dei Paesi Bassi. Rientrati al pullman succede una cosa un pò spiacevole. Una coppia non rientra all’orario stabilito e viene lasciata lì, malgrado le nostre richieste di aspettarli. Ho saputo, poi, che è una prassi abbastanza comune, quindi se partecipate a una gita di gruppo mi raccomando guardate l’orologio! Terminiamo la giornata con la visita più bella, quella ai mulini di Zaanse Schans. Il paesaggio, fra terra e acqua, è davvero incantevole e si presta a tantissime foto. Uno dei mulini è anche visitabile a pagamento, ma poiché a noi interessa più il paesaggio, facciamo una bella passeggiata nel paesino e visitiamo la fabbrica degli zoccoli, dove sono esposti zoccoli di tutti i tipi e dove si può vedere una dimostrazione della loro lavorazione, oltreché comprarli per usarli come calzature. Dopo otto ore piene di visite e di souvenir torniamo alla stazione di Amsterdam. Qui prendiamo un traghetto gratuito che ci porta nel quartiere Noord.

Di traghetti gratuiti per attraversare il canale ce ne sono tre a poche decine di metri l’uno dall’altro a seconda di dove si vuole scendere, quindi bisogna scegliere quello giusto. Passano ogni cinque minuti e si riempiono in fretta di pedoni e soprattutto ciclisti. Una volta dall’altra parte saliamo sull’A’DAM Tower e ci prepariamo a un’esperienza adrenalinica. Sul tetto, infatti, c’è un’altalena in cui ci si dondola, ovviamente opportunamente legati, sospesi nel vuoto. Il costo del biglietto è un pò alto ma ne vale la pena. Aspettiamo il tramonto ammirando il panorama della città e bevendo una fresca birra olandese. Attraversiamo, poi, di nuovo il canale e ritorniamo all’hotel.

3° giorno – I musei di Amsterdam e il giro in barca

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Oggi ci dirigiamo verso la zona dei musei. Attraversiamo Waterlooplein, dove ogni giorno c’è un animato mercato dell’usato, vediamo da fuori la casa di Rembrandt e la De Sluyswatch, un’antica casa che sorge in bilico all’incrocio di tre canali e che ora è adibita a ristorante, passiamo di fianco all’Opera e ci fermiamo a far colazione in un piccolo cafè con giardinetto sul retro, il Zuivere Koffie. Il posto è molto carino, ma il servizio è talmente lento che, quando finalmente arriva la colazione, dobbiamo ingozzarci per poi correre verso il Van Gogh Museum, dove abbiamo dovuto prenotare online un orario preciso, anche se poi all’entrata non ci fanno gran caso. Il museo è molto bello, distribuito su tre piani e con spiegazioni esaustive della vita e delle opere del pittore. Per chi ha tempo ci sono altri musei molto interessanti in questa piazza, come il Moco e i Rijskmuseum. Noi, invece, ci dirigiamo verso l’attracco della Blue Boat Company, di fronte all’Hard Rock Cafè, per concederci un giro in barca attraverso i canali della città. Il giro, essendo su una barca grande e turistica, non è particolarmente entusiasmante, ma permette di rilassarci ammirando questa fantastica città da un’altra prospettiva. Scesi dal battello siamo affamatissimi e ci fermiamo a mangiare un ottimo pasto plant based al Vegan Junk Food Bar. Pieni e soddisfatti cerchiamo il punto in cui si dovrebbero vedere 15 ponti contemporaneamente all’incrocio fra Harengracht e Reguliersgracht. In realtà se ne vedono solo 7, ma l’atmosfera al tramonto, con il sole riflesso nell’acqua e le barchette su cui la gente prende l’aperitivo, è talmente piacevole che ci fermiamo un pò qui.

Ripartiamo verso Rembrandtplein, un’altra bella piazza piena di giovani e di locali. Aspettiamo qui un amico che viene dal Sudafrica e sta girando l’Europa e gli facciamo da guida nel centro storico che noi abbiamo già visitato. Ci concediamo uno stroopwafel ricoperto di fragole, cioccolato e altre golosità e poi facciamo un giretto nel Red District (De Wallen) che di sera è pieno di gente curiosa. In realtà, a parte le signore in vetrina e i tanti porno shop, è una zona molto pittoresca, con i suoi canali illuminati e la movida serale. L’importante, come vietano i cartelli, è non fare fotografie alle vetrine e non fare pipì per strada! Salutato il nostro amico nei pressi della stazione, torniamo all’hotel. 

4° giorno – Giro per Amsterdam e partenza per il Belgio

Oggi è il nostro ultimo giorno ad Amsterdam. Abbiamo già fatto e visto tutto ciò che le guide consigliano, compreso l’ultimo mulino della città, così possiamo dedicarci a girovagare in posti più insoliti e a fare le ultime spese. Attraversiamo di nuovo gratuitamente il canale di fronte alla stazione, ma questa volta ci dirigiamo verso NSDM, una zona di ex cantieri navali trasformati in laboratori di artigiani e in gallerie di arte moderna. Dopo un’abbondante e buonissima colazione da Bagels and Beans, una catena di ristoranti che si trova in tutta la città, girovaghiamo nel regno della street art. Volendo, qui c’è anche il Museo della Street Art, ma noi preferiamo quella lungo le strade. Ammiriamo il grande murales di Anna Frank intitolato Let me be myself e ci avventuriamo dentro a un capannone dove scopriamo uno spazio in cui chiunque può creare ed esporre le sue opere d’arte. Vorremmo prendere un trancio di pizza nel piccolo Kebec Corner, ma a mezzogiorno è già esaurita, così riprendiamo il traghetto e girovaghiamo per il centro. Compriamo profumatissime miscele di tè nel negozio di tè più piccolo del mondo e attraversiamo il quartiere cinese diretti verso la Marina. Per caso ci imbattiamo in un altro negozietto che vende tranci di pizza e calzoni napoletani e questa volta non ce li facciamo scappare. Il posto si chiama Mangia Pizza Zeedijk e lo consigliamo vivamente. Per goderci la nostra cena saliamo sul tetto del Nemo, il museo della scienza, da cui si può godere gratuitamente di un panorama mozzafiato. Ammiriamo l’ultimo tramonto olandese, recuperiamo i nostri bagagli e torniamo alla stazione, dove ci attende il treno che in un paio d’ore ci porterà a Bruxelles. Questa sera dormiamo in un grazioso appartamento a dieci minuti a piedi dal centro della città. Per 3 notti spendiamo, qui, la metà che ad Amsterdam, soprattutto perché nel weekend end a Bruxelles i prezzi sono molto più bassi che durante la settimana.

5° giorno – Gand e Bruges

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Anche oggi abbiamo prenotato un tour organizzato per riuscire a vedere in un solo giorno sia Gand che Bruges. Con i pain au chocolat e i croissant di Aux Merveilleux de Fred iniziamo la giornata alla grande. Partiamo per Gand, una graziosa cittadina fiamminga, ricca di palazzi medievali. Visitiamo la Cattedrale di San Bavone, il Palazzo della Posta, il Castello e girovaghiamo lungo i canali alla caccia di scorci fotografici. Ripartiamo per Bruges, cittadina ancora più pittoresca con le sue stradine acciottolate, i negozi di artigianato e le miriadi di cioccolaterie piene di vere e proprie opere d’arte da mangiare. Noi, fra tutte, consigliamo The Chocolate Line, ma c’è davvero l’imbarazzo della scelta. Attraversiamo i giardini del Begijnhof, visitiamo la Chiesa di Nostra Signora con l’unica opera di Michelangelo che si trova fuori dall’Italia (una bellissima Madonna con Bambino), attraversiamo il Boniface Bridge, detto anche Ponte degli Innamorati, ammiriamo la bellissima Piazza del Mercato, su cui si affacciano le tipiche case fiamminghe e il campanile della città e, infine, arriviamo al Burg. Questa è la piazza più bella con il Municipio che ricorda in piccolo quello di Bruxelles e, soprattutto, la piccola Basilica del Santo Sangue, un concentrato di bellezza sia fuori che dentro assolutamente da non perdere. Dopo un waffle e un pò di shopping ritorniamo verso Bruxelles.

Qui ceniamo con pizza e poke sulle panchine davanti alla cattedrale illuminata e poi facciamo un salto alla Grand Place che, con le luci che si riflettono sugli stucchi dorati dei suoi palazzi, sembra un posto magico da Mille e una Notte.

6° giorno – Bruxelles

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Oggi lo dedichiamo tutto a Bruxelles. Il nostro quartiere nel weekend si riempie di banchi di mercanzie degli abitanti della zona che vuotano armadi e garage dando vita a un mercatino delle pulci vivace e fantasioso. Ci dirigiamo verso la Zinneke (Statua del cane che fa la pipì) per poi raggiungere la Manneken Pis e che è un pò il simbolo della città. Ha addirittura un intero guardaroba di abiti che viene custodito nel Museo della Città e che gli vengono fatti indossare in occasioni speciali. Nella strada attigua c’è un fornitissimo negozio di gadget di personaggi dei fumetti, molti dei quali sono nati proprio qui in Belgio. Anche i muri della città sono tappezzati da personaggi dei fumetti come Tintin o i Puffi e noi ci divertiamo ad andare a caccia di questi murales.

Andando verso la Grand Place ci imbattiamo in un gruppetto di persone che fa la fila per toccare alcune parti di una statua in bronzo incastonata nel muro. Non sappiamo perché lo fanno, ma immaginando che porti fortuna, lo facciamo anche noi. Non si sa mai! Scopriamo, poi, che è la Statua di Everard t’ Serclaes, un personaggio che nel XV secolo diede la vita per difendere la città e che, per qualche motivo a noi sconosciuto, sembra portare fortuna. Entriamo nella piazza che oggi è vestita a festa ed è piena di personaggi vestiti con abiti tradizionali. Ci sono banchetti con prodotti delle varie regioni del Belgio e noi ne approfittiamo per assaggiare un’ottima torta di riso. Nel cortile del Municipio, invece, ci sono quattro o cinque coppie di sposi che stanno festeggiando e noi ci mischiamo curiosi alla gente del posto. La piazza ha un aspetto diverso dalla sera prima, ma è così allegra e vivace che siamo proprio contenti di essere lì. Dopo un pò ci spostiamo e andiamo verso Place du Grand Sablon, una zona di antiquari e gallerie d’arte. Qui scopriamo una piccola chicca, la casa editrice Tascher specializzata in libri di grandi fotografi e di cui abbiamo qualche edizione a casa. Entriamo ed è come entrare in un museo con edizioni limitate che costano anche migliaia di euro. Siamo affamati e decidiamo di fare un pò di spesa in un negozio di alimentari e di fare un picnic nel giardino della Place du Petit Sablon. Circondati da imponenti statue ci godiamo il nostro pranzo per poi proseguire verso il Museo di Magritte, che si affaccia insieme ad altri musei sulla Place Royale. Il museo ci lascia molto insoddisfatti perché molte delle opere sono in prestito e quelle che sono esposte non sono fra le più famose. Usciti, passiamo davanti al Museo della Musica, un edificio art decò molto bello e diamo un’occhiata da fuori al Palazzo Reale, che però non ha niente di speciale. Decidiamo di saltare il Quartiere  Europeo con le varie istituzioni, perché nel weekend, essendo tutto chiuso, non è molto interessante.

Ci dirigiamo, invece, all’Atomium, altro simbolo della città. Dopo un lungo tragitto in tram che attraversa tutta la periferia multietnica di Bruxelles, arriviamo infine in vista dell’Atomium. Il parco circostante è pieno di gente che gioca, passeggia e si fa selfie, in attesa che questa enorme creatura di acciaio venga illuminata da mille lucine che la rendono ancora più spettacolare. L’interno, ci hanno detto poiché era già chiuso, non è molto interessante, ma l’esterno è davvero molto bello. A fatica, sbagliando vari tram, riusciamo a tornare verso il centro e, stanchi morti, andiamo a concludere l’ultima serata di vacanze nel locale Le Cercueil, un posto molto particolare dove si brinda tra bare e teschi con cocktail dai nomi lugubri e inquietanti. Ci manca ancora un’ultima foto, quella alla Statua Della Bambina Che Fa La Pipì, che purtroppo si trova alla fine di un vicolo pieno dei tanti locali che fanno parte della famosa birreria Delirium Cafè. La ressa è tanta e ci sono addirittura i buttafuori che non fanno passare uomini con pantaloni della tuta (le donne invece possono passare!), ma alla fine riusciamo a fare la foto e soddisfatti ci concediamo un waffle super decorato in un angolino appartato.

Un ultimo sguardo alla Grand Place scintillante nel suo abito da sera e poi di corsa a fare le valige. Al mattino, essendo una delle domeniche senza auto, andiamo alla stazione a piedi. Mangiamo un pain au chocolat davanti al palazzo della Borsa e con calma attraversiamo tutta la città fino alla Gare du Midi dove due di noi prenderanno il bus per l’aeroporto di Charleroi mentre gli altri due raggiungeranno in treno la loro prossima meta: Parigi!

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