Alla scoperta di Ustica…
L’indomani dedichiamo parte della giornata alla visita dei principali siti di Palermo a portata di gamba e sotto il solleone partiamo per la lunga passeggiata che ci porterà ad ammirare il Teatro Massimo, i Quattro Canti, la magnifica Fontana Pretoria, la chiesetta della Martorana, l’immensa Cattedrale con salita alla passeggiata panoramica, la Cappella Palatina, un trionfo di oro e colori presso Palazzo dei Normanni, sede della Regione Sicilia, del quale possiamo visitare alcune sontuose stanze.
Nel primo pomeriggio pranziamo all’ombra del cortile alberato della Pizzeria 59 ed andiamo a ritirare i nostri bagagli al deposito dell’hotel. Un taxi ci accompagna al porto dove alle 16:30 ci imbarchiamo sull’aliscafo per Ustica. Dopo un’ora di viaggio iniziamo a intravedere la sagoma dell’isola, della quale m’innamoro a prima vista. Dopo un’altra mezz’ora entriamo nel porticciolo raccolto e ordinato come un bianco anfiteatro di casupole e localini. Ustica è quello che cercavamo, piccola, isolata, verde e con una cittadella vivace e graziosa come un presepe abbarbicato sulla costa.
Alle 18:00 sbarchiamo e incontriamo ad attenderci il signore che ci affitta la casa e che, mentre Roberto ritira lo scooter a noleggio, mi accompagna a destinazione, in zona Tramontana. C’è da dire che Ustica è così piccola che una zona vale l’altra: non si è mai tanto lontani da niente.
Dopo esserci ricampati dall’intensa giornata palermitana, andiamo a cenare all’Ariston che è un hotel con terrazza-ristorante sul porto. Cous cous e tagliatelle con gamberi e pistacchi, così, tanto per entrare anche col palato nelle atmosfere mediterranee.
L’indomani il nostro primo vero giorno isolano inizia con una colazione a base di granita e brioche presso il Bar Centrale. Il cuore pulsante dell’isola è la cittadella stessa con la piazzetta, purtroppo carrabile nelle ore diurne, dominata dalla Chiesa di San Bartolomeo, patrono venerato e festeggiato il 24 Agosto. Attorno alla piazza ci sono bar, alcuni ristoranti, uffici del turismo, diving center, negozi di souvenir e minimarket. E’ qui che giornalmente facciamo la spesa prima di andare al mare.
Armati di bibite, panini, pinne e maschere partiamo alla ricerca del primo scoglio della vacanza; perché chi si aspetta morbide spiagge sabbiose, magari servite da chioschi e ombrelloni, non potrà che esser deluso. Ustica è fatta per chi desidera vivere appieno della natura selvaggia, del mare limpido e pescoso che soltanto una riserva marina come la sua può regalare, ed è disposto a sacrificare un po’ delle comodità sulle quali ci siamo tutti fin troppo adagiati, per godere di una libertà che pochi sanno ancora apprezzare.
Saliamo dunque sul nostro scooter e, dopo aver percorso il perimetro dell’isola in una manciata di minuti, iniziamo a studiare la costa per capire dove appostarci per la balneazione. Ci accorgiamo con sgomento che il turismo sull’isola non manca e visto che le cale “accoglienti” scarseggiano ci troviamo a Punta del Gorgo scendendo una ripida scalinata in mezzo ad altri bagnanti che nell’ora di punta hanno già occupato ogni centimetro quadrato d’ombra disponibile tra gli scogli. Poco male per noi che amiamo immergerci ad esplorare i paesaggi sottomarini. Piazziamo borse e teli e armati di pinne, maschera e boccaglio ci tuffiamo nelle acque limpide per il primo bagno della vacanza. Raggiungiamo a nuoto il faraglione che dista un centinaio di metri e sul quale mi arrampico per una breve sosta. Al ritorno ci fermiamo giusto il tempo per asciugarci al sole e andiamo a mangiarci un panino al chiosco di Punta Spalmatore. Da casa nostra avevamo notato un sentiero sterrato che seguiva l’alta scogliera rivolta al tramonto. Torniamo quindi per inforcare pantaloncini e scarpe da running e via! per una corsa serale in faccia al sole che si tuffa all’orizzonte. Sono molti gli appassionati di jogging che qui si incrociano per strada a tutte le ore del giorno e devo ammettere che in un luogo così incantato e salubre è tutto un altro correre…
Durante questo percorso s’incontra un sito archeologico a cielo aperto: i resti di abitazioni risalenti al Paleolitico.
Per cena consumiamo una buona pizza all’Isolotto.
Il giorno successivo ci piazziamo nuovamente a Punta del Gorgo e pensiamo che ci serva un piano B per evitare di trascorrere il resto della vacanza stipati tra altri turisti: o si perlustra la costa palmo palmo per trovare un luogo più isolato o si deve noleggiare una barca per il resto della vacanza! L’indomani andremo in esplorazione. Per ora ci consoliamo tra un tuffo e una nuotata. La sera ceniamo da Giulia che sembra essere il ristorante più quotato dell’isola. La cucina non delude, peccato solo non vi siano tavoli all’aperto.
Il giorno di Ferragosto parcheggiamo nei pressi di Punta Gavazzi dove inizia il Sentiero di Mezzogiorno e su questo ci incamminiamo nella speranza di scoprire qualche angolo inesplorato e lontano dalla portata dei turisti. Percorse poche decine di metri, su questa passeggiata che corre alta sulla scogliera notiamo che forse, con tutto il nostro spirito d’avventura possiamo tentare la discesa verso gli scogli piatti e deserti che si intravvedono appena giù in fondo. Scendiamo cautamente tra rocce appuntite, siepi spinose e rinsecchite, su pendenze da pista nera e con un terreno arso e sabbioso che ogni tre passi ci fa rischiare uno scivolone. Dopo una ventina di minuti e l’ultimo stretto passaggio tra due grandi rocce, in stile free climber giungiamo alla meta: un angolo di paradiso con mare di fronte, scogliera alle spalle, larghi ed accoglienti pietroni su cui crogiolarsi al sole ed ampi spazzi d’ombra dovuti alle sporgenze della costa frastagliata. Inutile dire che è qui che siamo tornati per il resto della vacanza. La solitudine ad agosto è una cosa impagabile ma bisogna conquistarsela! Piazzati i teli, io rigorosamente al sole, Roberto rigorosamente all’ombra, e dopo un meritato riposo ci tuffiamo in mare. Ed è qui che realizziamo cosa significa “riserva marina”. Lo scoglio solitario si trova appena fuori dal confine della Zona A ovvero l’area più protetta dove è vietata la navigazione, l’ormeggio e la sosta di ogni tipo di imbarcazione ed è interdetta la pesca e ogni attività che possa recare disturbo o alterare le caratteristiche naturali dell’ambiente. Questo il motivo per il quale si possono fare incontri ravvicinati con branchi di castagnole, cernie, ricciole, salpe, orate, dentici e stelle marine.
La sera ceniamo a base di pesce da Umberto, vivace trattoria con veranda adiacente la piazza. Con piacere scopriamo che quella sera nella piazzetta di fronte alla chiesa c’è un concerto ed è solo ora, con tutta la gente sotto al palco, che ci rendiamo conto dell’affluenza turistica che un isolotto come Ustica riesce ad attrarre.
I giorni successivi li abbiamo trascorsi in quello che abbiamo ribattezzato lo Scoglio Solitario mentre per cena siamo tornati più volte all’Ariston, da Giulia, da Umberto e al ristorante Schiticchio, appena fuori centro, con un fresco ed accogliente spazio esterno.
La mattina del 19 ci siamo dedicati ad un servizio fotografico completo ai murales che decorano tutta la cittadella. Scivolando per le sue vie si possono ammirare i variopinti disegni che arricchiscono i muri delle case. Sono opere di stimati artisti che rispondendo al richiamo di un sindaco illuminato, il signor Litterio Maggiore hanno contribuito a dare lustro alla storia infinita dell’Isola. Purtroppo, dopo che l’iniziativa si era ripetuta negli anni è da un po’ che è stata interrotta. Si spera che venga ripresa al più presto perché l’isola ne trarrebbe soltanto dei vantaggi, dal punto di vista artistico e da quello turistico.
Dopo una granita al bar Sabrina, dove servono anche il gelato alla mandorla più buono del mondo, decidiamo di percorrere tutto il famoso Sentiero di Mezzogiorno. Si tratta di una vecchia mulattiera che noi imbocchiamo da Punta Gavazzi e che porta sino al paese percorrendo un lungo tratto di costa tra zone impervie ed arse, e verdeggianti boschetti ombrosi. E’ una passeggiata di circa un’ora che non ci si può assolutamente perdere durante il soggiorno per scoprire scorci di straordinaria bellezza tra rocce laviche e fitta vegetazione mediterranea e vedute aeree di baie dai riflessi smeraldo.
Per gli ultimi giorni di vacanza noleggiamo una piccola imbarcazione a motore che ci permette di percorrere il periplo dell’isola sostando a piacere all’ingresso di silenziose baie deserte e di visitare le numerose grotte che perforano la costa. Consiglio a tutti di provare questa esperienza per il senso di libertà e avventura che permette di vivere anche ad un costo piuttosto modico. Queste barche sono dotate di un morbido materasso sul quale stendersi al sole e, all’occorrenza schiacciare un pisolino tirando su il tettuccio parasole. Guidarle è abbastanza semplice e ormeggiare è divertente anche se spesso serve più di un tentativo. Molto più facile legare la cima ad una delle tante boe presenti in quasi tutto il perimetro.
Il 23 trascorriamo l’ultimo giorno a visitare il sito delle tombe ipogee e quello dei faraglioni in mattinata e pranziamo alla Rosa dei Venti. Al tramonto ci concediamo l’ultima corsa sul sentiero sterrato che corre alto sulla costa davanti a casa sicuri che lo rimpiangeremo spesso quando faremo jogging al ritorno. La sera ci godiamo il concerto in piazza di Eugenio Bennato, perfetto per sugellare la nostra vacanza.
Il mattino seguente riprendiamo il largo sull’aliscafo che ci riconduce a Palermo per il volo di ritorno.
Lasciamo Ustica certi di aver goduto appieno dei suoi luoghi incantati, dei suoi sapori, delle sue atmosfere e non vediamo già l’ora di assaporare nuovamente le minuscole lenticchie, souvenir obbligatorio per chi viene da queste parti.