Alla scoperta delle splendide città andaluse

Malaga, Granada e Cordova: città ricche di storia, di tradizioni e di allegria... e che la presenza araba ha reso imperdibili
Scritto da: battirena
alla scoperta delle splendide città andaluse
Partenza il: 19/02/2017
Ritorno il: 26/02/2017
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €

MALAGA, GRANADA e CORDOVA (19/2-26/2/2017)

Che bella terra l’Andalusia! Che splendide le sue città: ricche di storia, di tradizioni, di allegria, di vita e che la presenza araba ha reso imperdibili. Già visitata la perla Siviglia eccoci a Malaga per iniziare un altro viaggio alla scoperta di questo lembo di Spagna. Siamo i soliti: anzianotti, ma sempre in cerca di buone avventure!

MALAGA

Arriviamo da Bologna nel tardo pomeriggio e depositati i pochi bagagli nel piccolo hotel a due passi da P.za de la Merced, iniziamo l’esplorazione. Il centro storico di Malaga, molto ben restaurato, è un vero gioiello. I palazzi sono tutti ristrutturati e ben tenuti. Molti presentano come in altre città spagnole, deliziosi e caratteristici terrazzini strettissimi che si allargano un pò dal parapetto. Troverete bar e taberne, ristorantini e locali più moderni e non c’è rischio di annoiarsi passeggiando senza meta. Piccoli vicoli e piazzette conducano alla parte più moderna di Pza de la Costitucion e del Paseo de Larios: la zona dello shopping. L’ampia area pedonale racchiude le principali attrazioni e si spinge dai piedi dell’Alcazaba fino al verdeggiante Paseo del Parco sul mare. Una grande ruota panoramica domina la zona del porto. Per carnevale tutto il Paseo de Larios è coperto da un tunnel di luci che lo rendono veramente spettacolare. Come quasi sempre accade in queste città la bella Cattedrale è stata costruita su una moschea della quale rimangono alcune vestigia e un piccolo patio di aranci. Alla cattedrale manca il secondo campanile abbandonato per i soliti costi elevati. Per questo la chiamano Manchita, la signora senza un braccio. Grandioso l’interno con un maestoso coro ligneo (dalle 8,30 alle 9,30 l’ingresso è gratuito). Davanti alla cattedrale si apre una piccola piazzetta con fontana e il bel palazzo Episcopale. In c/le S.Agustin nei pressi della colorata chiesa omonima si trova il museo Picasso che la città ha dedicato al suo cittadino più illustre. Il museo raccoglie circa 200 opere provenienti dal patrimonio familiare. Assolutamente da non perdere. Molto belli i ritratti di alcuni familiari ed in particolare del figlioletto Paulo. Negli scantinati vestigia fenicie, romane, arabe e medioevali. Poco più avanti si apre la grande piazza alberata de la Merced ed è obbligatoria una foto sulla panchina di Pablo alla spalle della quale si trova la fondazione e la casa natale di Picasso (si può visitare). Nella zona date un’occhiata al teatro Cervantes. Poco distante e sopra il piccolo teatro romano si eleva la fortezza-cittadella-palazzo dell’Alcazaba. Fu costruita dagli Arabi nel XI secolo e ha subito numerosi cambiamenti e restauri ma ha grande fascino e merita un’accurata visita. Si sale seguendo una tortuosa stradetta lastricata attraversando porte, arcate e giardinetti lussureggianti con vasche e fontanelle zampillanti. I colori delle mura sono il grigio del calcare e il rosso dei mattoni: di grande effetto. La vista si apre sulla città e sul porto e i punti panoramici non mancano. Si visitano poi i palazzi e gli alloggi con ricostruzioni e piccolo museo. Peccato che una parte non sia aperta al pubblico. Dall’Alcazaba si può salire (seguendo il Paseo Don Juan) fino al castillo del Gibralfaro, una volta raggiungibile percorrendo il passaggio murato della Coracha. Noi non l’abbiamo potuto fare perché la zona era interdetta per il vertice franco-spagnolo con Hollande e Rajoi. Il mercado Atarazanas è un altro luogo da visitare come tutti i mercati spagnoli. E’ una bella struttura in ferro con portale moresco e vetrate colorate. Si vendono prodotti alimentari di tutti i tipi e qualità che è un piacere vedere ! Naturalmente, appollaiati su seggioloni, sia all’interno che all’esterno, si può mangiare molto bene spendendo poco. Da assaggiare tapas e frittino misto di pesce alla malaguegna con un bicchierino di “fino”, sherry secco, per finire.

Noterelle Dall’aeroporto il centro di Malaga (Paseo del Parco) si raggiunge con il bus A, ma c’è anche il treno C1. Per la stazione dei bus, sempre dal Paseo, si può prendere il 19 o altri. Si dorme presso Hotel Casa de la Mercedes vicino al teatro Cervantes. Piccolo e tranquillo : può andare. Si cena alla taberna El Piyayo (ottimo fritto di pesce) e a Casa Lola (buonissime tapas) entrambi in Calle Granada con meno di 20 € (in due!).

Purtroppo dobbiamo lasciare Malaga e lo facciamo con un po’ di dispiacere come ci capita quasi sempre quando partiamo. Ma ci aspetta Granada… La raggiungiamo viaggiando su un comodissimo bus ALSA e percorrendo veloci autostrade gratuite. La moderna stazione autobus di Malaga è a un passo dalla modernissima e polifunzionale stazione Renfe: da vedere!

GRANADA

Il viaggio dura meno di due ore ed è piacevole: prima si attraversa una porzione del parco naturale Montes de Malaga poi dolci colline dove gli olivi sono a perdita d’occhio. Con il bus 3 appena fuori dalla stazione bus si raggiunge facilmente il centro. Noi ci siamo fermati alla fermata Catedral sulla Gran Via de Colon. A due passi, in una stradetta parallela (calle Elvira), lasciamo i bagagli alla Posada del Toro. Granada è una città che offre molto ai visitatori in particolare perché fu l’ultimo baluardo arabo in Spagna e cadde in mano dei Re Cattolici (quelli di Cristoforo Colombo) solo nel 1492. Qui si trova la più conosciuta e importante testimonianza della civiltà araba in Europa: l’Alhambra, il palazzo rosso! Infatti Granada, dove vivevano abbastanza tranquillamente anche Ebrei e Cristiani era una delle città più popolose e prospere d’Europa raggiungendo nel XIV secolo i 350.000 abitanti. L’Alhambra sovrasta la città: la collina scende verdeggiante verso il Realejo, il quartiere ebreo. Dall’altra parte a picco sotto le mura, si trova il Rio Darro scavalcato il quale si sale la collina del quartiere arabo: l’intrigante Albayzin. Più in alto il Generalife. Già l’ambientazione non è male. I minibus C 3, da p.za de Isabel con il monumento di Colombo che spiega alla regina la sua idea, vi condurrà alla biglietteria e all’ingresso dell’Alhambra. L’ingresso è aperto, ma la visita ai palazzi Nazaries dovrà essere eseguita in orario assegnato. Il biglietto si può acquistare via internet (come abbiamo fatto) scegliendo la fascia oraria preferito, ma si dovrà passare dalla biglietteria per la conversione. Andate presto la mattina onde evitare notevoli file (penso che in alta stagione sia un problema)! Molto utile e ben fatta l’audioguida. Sconti per i “vecchietti”! Noi abbiamo cominciato la visita dal Generalife (palazzo e giardini) che sarebbe poi la residenza estiva degli emiri e che si trova fuori delle mura. Come si faceva al tempo degli arabi anche adesso, tra il Generalife e le mura si coltivano ortaggi di tutti i tipi in perfetti filari. Nell’Alhambra poi c’è un po’ di tutto: la fortezza dell’Alcazaba con la torre della Vela e i quartieri d’abitazine, un villaggio, la chiesa costruita sulla moschea, i bagni arabi, il convento di S. Francesco e il grandioso palazzo quadrato fatto costruire da Carlo V con un bellissimo cortile rotondo e un bel museo. Ma il gioiello è naturalmente il palazzo Nazaries con il suo cuore che è il Patio dei Leoni. Bisogna visitarlo con calma, soffermarsi ad ascoltare il fruscio delle acque, osservare i particolari ed immaginare come doveva svolgersi la vita entro queste splendide sale. Non c’è descrizione che non occupi diverse pagine, quindi… visitatelo!

Per tornare in città siamo scesi per la stradetta acciottolata che scorre sotto le mura e si precipita sulla Carrera del Darro. A proposito del Darro: è un piccolo rio di che s’incunea tra l’Alhambra e l’Albayzin, il quartiere arabo. Una passeggiata lungo il suo corso partendo da piazza Nueva è indispensabile. Vi sembrerà di non essere i città, ma di camminare per le strade di un tranquillo paesotto con i ponticelli a schiena d’asino ,chiesette e nobili palazzotti sotto l’incombente Alhambra. Dalla carrera del Darro si può (anzi si deve) salire al quartiere arabo. Qui si può camminare percorrendo senza meta le stradette acciottolate tra le bianche case e residenze arabe con giardino soffermandosi nelle piazzette e naturalmente presso i Mirador, il più famoso dei quali è quello di San Nicolas dal quale si gode uno stupendo panorama. Se trovate aperto visitate il monastero di Santa Isabel la Real. Se scendete per Calle Caldereira Nueva,che sbuca proprio davanti al nostro albergo, percorrerete una stradetta piena di locali, teterias e negozietti in stile suq marocchino. Al di là della Gran Via di Colon si trova la grande Cattedral, un po’ stretta tra altri edifici e costruita dopo la Reconquista con i bianchi interni rinascimentali. Addossata alla cattedrale si trova la più interessante Capilla Real con i sepolcri dei Re Cattolici Ferdinando e Isabella che riunirono la Spagna sotto una sola corona. Vicino a loro si trovano la figlia Giovanna “la Pazza” e il marito Filippo il Bello. I corpi sono conservati nella cripta. Nelle vicinanze si può visitare la Medraza, scuola e università araba, e il Corral del Carbon, mercato e poi locanda dei mercanti di carbone. Intorno alla Cattedrale c’è la zona dei negozietti di souvenir e di spezie e la bella piazza Bib-Rambla. Allontanandosi un po’ si raggiunge la Basilica di S.Juan de Dios che va visitata perché difficilmente troverete una chiesa e un museo così opulento di decorazioni, addobbi, abbellimenti e dorature. Veramente pesante e non di buon gusto pensando anche che lo scopo della Compagnia di S.Juan era quello di aiutare i poveri. Molto più sobrio il vicino Monasterio de S.Jeronimo con la Chiesa affrescatissima e un maestoso retablo. Si possono comprare i dolcetti delle monache. Se avete tempo e con il bus 7 che parte dalla scenografica piazza Triunfo si può visitare il tranquillo e ben conservato Monasterio del la Cartuja. Se volete salire all’Albayzin dalla Gran Via potete utilizzare il minibus 1 che fa un percorso circolare. Se invece volete raggiungere il Sacromonte ( la montagna sacra di Granada) servitevi del minibus 2. La zona si trova ai margini della città al di là dell’Albayzin ed è la parte gitana della città con le sue particolari abitazioni in grotta. C’è un interessante museo etnico ( de Cuevas) e l’Abadia ,proprio in cima al monte.

Noterelle Si dorme presso la Posada del Toro, in centro. Camera grande e silenziosa che si affaccia sul patio, bagno con bidet (!), doccia idromassaggio e bagno turco, colazione abbondante anche se con parte dei prodotti confezionati: consigliabile. Si cena sempre a base di tapas alla Botega Castaneda a due passi dall’albergo. Sempre piena, ma va benissimo! Qualche spuntino ce lo facciamo dove capita tenendo conto che a Granada vige la tradizione che chiedendo da bere una tapas è sempre gratuita. Consigliabile un pranzetto a base di stuzzichini al mercato S. Agustin non lontano dalla cattedrale, magari con un bicchiere di Vermuth! Se volete assaggiare buonissimi churros con cioccolata calda fateveli al Gran Cafè Bib-Rambla nell’omonima piazza. Se poi vi viene voglia di un buon thè con dolcetti esotici fermatevi in una Teteria, magari in calle Caldereira.

CORDOVA

E ora si va a Cordova sempre usufruendo dei comodi bus ALSA. Il viaggio dura circa 3 ore con breve fermata nella cittadina di Lucena. Dalla stazione dei bus di Cordova si arriva in calle Dario (tempio Romano) con il numero 3. A due passi troviamo i nostro hotel: Casa de los Azulejos. Sotto gli Arabi cacciati nel XIII secolo, la città crebbe fino a divenire florida e popolosa con moltissime moschee, bagni pubblici, giardini e fontane dove, come quasi sempre accadeva nelle città andaluse convivevano pacificamente, o quasi, musulmani, ebrei e cristiani. Testimonianza di questa grandezza è l’affascinante Mezquita, la grande moschea più volte ampliata e divenuta poi cattedrale, ma che per fortuna è rimasta quasi integra. Infatti la cattedrale cristiana eretta al centro della moschea, con il suo sontuoso retablo ed il coro di mogano dà seguito alla sacralità del luogo anche se il re Carlo V non fu particolarmente soddisfatto del fatto che una parte della moschea fosse stata distrutto. Entrare nella Mezquita è come fare un salto indietro di centinaia di anni: ci si sente quasi persi nella selva delle agili colonne collegate dalle doppie arcate bianche e arancio. L’ambiente è grandioso, la penombra è rotta dalle tenui lampade rosse, i soffitti non sono alti: era veramente un luogo di preghiera e raccoglimento. Bellissimi per le decorazioni il mihrab, che indica la Mecca e le due laterali maksura, il luogo di preghiera dei califfi sotto la bellissima cupola. Al centro della grande moschea la penombra è rotta dalla luce proveniente dalla cattedrale cristiana, l’effetto è notevole! All’esterno si trova il grande patio degli aranci utilizzato per le abluzioni e l’attuale campanile che in realtà era il minareto. A nord della Mezquita si stende la città vecchia con il quartiere arabo e quello ebraico. Qui è un divertimento passeggiare tra le strette stradette acciottolate tra le case bianche e basse. Peccato che molte strade sono invase da negozietti di souvenir, ma si può sempre trovare angoli e piazzette tranquille e appartate. Qui nella Juderia si può visitare la piccola e raccolta Sinagoga decorata con stucchi e la casa de Sefarad con un museo della cultura sefarida. Poco distante merita anche la Capilla Mudejar. Cordova è anche la città dei patios o giardini interni. Di probabile origine romana la tradizione del mantenimento e dell’abbellimento dei patios è arrivata fino ai nostri giorni fino a sfociare nella festa primaverile durante la quale i giardini vengono aperti e premiati i migliori . Passeggiando date una sbirciatina ai patios attraverso i cancelli di ferro battuto. Ce ne sono anche visitabili come la Casa de Cabezas o il Palacio de Viana. A sud della Mezquita si scende al Guadalquivir e al bel ponte di origine romana da non perdere specialmente di notte. Al termine del ponte si trova la squadrata torre de la Calahorra di origine araba e che contiene un interessante museo sulla cultura islamica in Spagna. Sempre vicino al fiume si trova l’Alcazar de los Reyes Cristianos, il palazzo costruito su resti arabi e che sembra abbia ospitato la prima visita di Colombo alla regina Isabella. Il palazzo espone anche dei bellissimi mosaici romani trovati negli scavi di piazza de la Carradera altro luogo da vedere insieme ai resti del tempio romano con le sue undici colonne particolarmente belle quando illuminate. Nei pressi si trova plaza Tendilas e la zona moderna e dello shopping di Cordova. Da non perdere una passeggiata nei giardini terrazzati dell’Alcazar tra aranceti, fiori e laghetti e una visita agli imponenti bagni dell’Alcazar arabo lì davanti. Percorrendo il lungo fiume, verso ovest, si raggiunge la piazzetta l del Potro (puledro), qui potete visitare il centro flamenco Fosforito dedicato a questo famoso ballerino e ubicato all’interno della Posada descritta come locanda da Cervantes nel Don Chisciotte e magnificamente restaurata. Vicino troverete il museo dedicato al celebre pittore locale Romero de Torres noto per i dipinti delle donne andaluse che è anche il più visitato di Cordova. Non male anche Cordova…

Noterelle Si dorme presso L’Hotel Casa de los Azulejos con un bel patio, grandi stanze dalle alte porte e splendidi azulejos. A due passi abbiamo cenato alla taberna Salinas che è un po’ un’istituzione. Il padrone vi riceverà sulla porta per avviarvi verso una delle diverse salette ben arredate. Ottime tapas e raciones potrete assaggiare alla taberna Societas des Platores (argentieri) in un tradizionale bar-ristorante. Da non mancare un pranzetto al Mercado Victoria (paseo Victoria) che non è un mercato, ma un grande ristorante dove numerosi stand vi offriranno cibi di tutti i tipi. Prendete quello che volete e vi sedete dove trovate posto. Ottimo cibo a bassi prezzi!

Per finire

Anche questa volta, con grande rammarico, dobbiamo rientrare. Sempre con bus Alsa raggiungiamo Siviglia: una breve passeggiata nei pressi della Torre de Oro, poi all’aeroporto per il volo verso Pisa. Ma stiamo già pensando a un altro viaggetto in terra spagnola : che ci sia preso il mal di Spagna? Mah!

N.B. Abbiamo viaggiato con Ryanair da Bologna a Malaga e da Siviglia a Pisa (140 € a/r in due).Trasferimenti Malaga-Granada-Cordova-Siviglia con bus Alsa prenotando via internet solo Cordova-Siviglia, ma in alta stagione forse è meglio premunirsi per tempo. Assolutamente da prenotare con buon anticipo la visita all’Ahambra. Per mangiare non abbiamo mai speso più di 25 € in due. Non siamo grandi mangiatori, ma ci piace assaggiare un po’ di tutto. Se siete over 65 (ahimé) chiedete sempre se ci sono sconti per gli ingressi, spesso non sono segnalati e a volte si entra anche gratis!

Buon viaggio.

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