Tra gazpacho e architetture islamiche: bastano 5 giorni per scoprire la regione più incredibile della Spagna
Per i miei 40 anni ho scelto come regalo di compleanno un viaggio. Io e la mia fidanzata siamo appassionati viaggiatori e, non appena il lavoro ce lo consente, organizziamo e partiamo. Non abbiamo molte pretese e facciamo tutto da soli: o meglio, Vale organizza (tutto nei minimi dettagli!) e io do il mio benestare. Scherzo ovviamente! Per fortuna siamo entrambi appassionati di arte, cultura e storia e quindi troviamo sempre il giusto compromesso. Così è stato per questo viaggio nella bella Andalusia! Volevamo una destinazione calda, dovendo partire ad ottobre, e le opzioni erano Portogallo e Spagna: la prima opzione è stata scartata a priori, non perché non ci piacesse (anzi!), ma perché non c’erano i giusti collegamenti dalla Sardegna. Il caso ha voluto che il nostro primo viaggio insieme fosse proprio in Spagna e quindi siamo stati ben felici di tornare in terra spagnola! La scelta dell’Andalusia è dovuta al nostro desiderio di vedere una regione molto interessante dal punto di vista storico/culturale ma anche per il fatto che è bagnata dall’oceano atlantico: mettere i piedi nell’atlantico è sempre stato un nostro sogno! Questa regione, situata nella parte sud-occidentale della Spagna, è ricca di storia, cultura, natura e gastronomia. Essendo stata governata da diversi popoli, tra cui Romani, Visigoti, Arabi e Cristiani, questi diversi popoli hanno lasciato il loro segno sull’architettura, l’arte e la cultura andalusa. Tra le attrazioni storiche e culturali più famose dell’Andalusia infatti ci sono: la cattedrale gotica di Siviglia, l’Alcázar e la Plaza de España. L’Andalusia è anche ricca di bellezze naturali; tra le varie attrazioni troviamo Il Parco Nazionale di Doñana, una riserva naturale che ospita una varietà di specie animali e vegetali, che ahinoi non abbiamo potuto visitare causa tempo. La gastronomia occupa un posto fondamentale nei nostri viaggi e anche, e soprattutto qui, l’abbiamo saputa apprezzare. La cucina andalusa è ricca di sapori e profumi, ed è influenzata dalla storia multiculturale della regione. Alcune delle specialità andaluse più famose includono: il Jamon iberico ossia il prosciutto crudo affumicato, il Gazpacho, una zuppa fredda a base di pomodori, cetrioli, peperoni e pane senza dimenticare la Tortilla de camarones, una frittata di gamberi tipica della città di Cadice.
Indice dei contenuti
Informazioni pratiche
Il nostro viaggio è durato 5 giorni ed era così strutturato:
- 1° Giorno: Arrivo a Siviglia, Plaza de Armas, Plaza de Toros, Passeggiata sul Guadalquivir, Torre dell’oro, Santa Cruz.
- 2° Giorno: Cattedrale di Siviglia, la Giralda, Real Alcazàr, Chiesa del Divino Salvador, Museo di Belle Arti, las Setas.
- 3° Giorno: Triana, Mercato, Museo della ceramica, Stadio Sevilla FC, Parco Maria Luisa, Plaza de España, Festival de las Naciones ai Giardines del Prado de San Sebastiàn.
- 4° Giorno: Cadice! Plaza de San Juan de Dios, Teatro Falla, Park Genovés, Castello di San Sebastiàn, Cattedrale di Cadice + Torre campanaria.
- 5° Giorno: Torre Sevilla, ultimo giro per Triana e via all’aeroporto!
Diario di viaggio
1° Giorno – Siviglia
Finalmente è arrivato il giorno della partenza: 26 ottobre! La mattina inizia con la sveglia che suona presto. C’è da mettere le ultime cose in valigia, da fare colazione e da partire per l’aeroporto. L’aria è frizzante, il cielo è azzurro e il sole splende. È una giornata perfetta per partire! Il nostro volo parte alle 10:10 ma alle 9 siamo già all’aeroporto di Cagliari-Elmas. Per fortuna il volo è in orario e arriviamo a Siviglia intorno alle 12: qui il cielo è grigio ma ci sono comunque 20 gradi. Appena usciti dall’aeroporto ci mettiamo alla ricerca del bus EA che ci porterà direttamente in Plaza de Armas. Non è stato difficile trovarlo: il biglietto, che costa 4 Euro solo andata, si fa direttamente sul bus oppure alla biglietteria vicino alla fermata e in circa 40 minuti si arriva a destinazione.
Una volta scesi in Plaza de Armas, dato che non potremo fare il check-in nell’appartamento che abbiamo prenotato prima delle 15, decidiamo di entrare nel piccolo centro commerciale che sorge lì vicino. A colpire subito è lo stile arabeggiante dell’edificio! Andiamo alla ricerca di cibo dato che ormai è ora di pranzo ma c’è un unico posto dove è possibile mangiare e decidiamo di proseguire oltre. Iniziamo a girovagare e ci fermiamo per pranzo in un ristorantino molto carino ed accogliente: El Uno. Prendiamo un’insalatona (davvero squisita, la frutta aveva un sapore buonissimo!) e una frittura di mare con le famosissime patatas bravas, una vera goduria! A fine pasto ci è stato offerto un digestivo, che dire: accoglienza top!
Dopo esserci rifocillati, decidiamo di proseguire sulla via del nostro appartamento in Calle General Castaños, nel quartiere di El Arenal, nel centro storico di Siviglia. Giusto il tempo di controllare che fosse tutto ok e depositare i nostri bagagli che siamo già in strada. Abbiamo una lista di cose da vedere ma decidiamo di camminare senza una meta per oggi: arriviamo così a Plaza de Toros, la più antica arena spagnola. Questo sontuoso edificio color bianco e giallo ocra ha una caratteristica forma ovale e una elegante facciata in stile tardo-barocco spagnolo ed è impreziosito da archi, balaustre in marmo e sculture. L’arena della Real Maestranza ha ben 14 mila posti a sedere, ed è proprio qui che si svolgono le principali corride di tutta la Spagna. Oltre all’arena è possibile visitare il museo taurino di Siviglia, al suo interno si trovano stampe, foto e dipinti di artisti come Goya e Velazquez. Inoltre è possibile visitare anche l’infermeria, la capilla dove ogni torero prega prima di entrare a “combattere” e le scuderie dei cavalli. Nel nostro precedente viaggio a Madrid avevamo visitato l’arena e il suo museo ma stavolta, di comune accordo, abbiamo deciso di non farlo e ammirare il tutto da fuori. Comunque per chi fosse interessato, il costo del biglietto è di 10 Euro.
Poco distante ci imbattiamo in locale dove si stanno svolgendo delle prove di flamenco! Siamo stati molto tentati dall’affacciarci ma il buon senso ha prevalso: avremo tutto il tempo di ammirare dei ballerini di flamenco! Decidiamo allora di attraversare la strada e fare una bella passeggiata sul fiume che attraversa la città: il Guadalquivir. Un fiume lungo più di 600 chilometri che nasce nella Sierra de Cazorla e sfocia nell’Oceano Atlantico. Qui è possibile fare delle mini crociere sulle sue rive oppure semplicemente fare lunghe passeggiate. Noi abbiamo optato per la passeggiata e, passeggiando passeggiando, siamo arrivati alla Torre dell’Oro. Si tratta di una torre di controllo militare che si erge sul lungofiume della città. La torre infatti, con i suoi 36 metri di altezza, fu costruita per proteggere l’entrata del porto da possibili attacchi nemici. Il nome probabilmente deriva dagli azulejos dorati, ossia le piastrelle in ceramica, che originariamente decoravano la torre. Oggi al suo interno è ospitato un museo che narra la storia navale di Siviglia: non solo la storia della torre e del porto, ma è possibile anche osservare antichi strumenti di navigazione, modellini e documenti storici. Senza dubbio la parte più interessante della torre è la terrazza superiore, dalla quale è possibile godere di una vista eccellente sul fiume e su buona parte della città. Il costo è di 3 Euro, assolutamente ben spesi!
La stanchezza inizia a farsi sentire perciò decidiamo di tornare alla base, prima di cercare un posticino per mangiare. Spinti dalle tante recensioni lette online decidiamo di provare con la Bodega de Santa Cruz, un tipico localino dove è possibile assaggiare le tipiche tapas immersi in un’atmosfera unica come dei veri locals. Il locale era già bello pieno ma non ci siamo scoraggiati e siamo riusciti a conquistare un tavolino d’appoggio all’esterno e gustare le loro fenomenali tapas! Confermiamo le innumerevoli lodi espresse da chi ci ha preceduto. Se avete occasione, provatele! E ora dritti a letto, oggi abbiamo avuto solo un assaggio della città ma domani la giornata sarà davvero piena e noi non vediamo l’ora!
2° Giorno
Come in ogni viaggio che facciamo insieme, io e Vale, impostiamo la sveglia presto. Dobbiamo cercare di vedere il più possibile e siamo degli instancabili camminatori! Quindi il tempo di prepararci e di fare una veloce colazione e ci dirigiamo verso il Real Alcazàr. Qui ci sta una precisazione: acquistate il biglietto online solo ed esclusivamente dal sito ufficiale ma fatelo, perché noi abbiamo perso più di un’ora per fare la fila per acquistare il biglietto. Solitamente acquistiamo tutto online ma per quest’attrazione avevamo paura di sbagliare ed incappare in un biglietto-truffa quindi avevamo deciso che l’avremo acquistato in loco. Comunque oltre la fila chilometrica, a causa del maltempo dei giorni precedenti, non era possibile visitare i giardini (la parte più bella secondo molti). Il prezzo del biglietto era sempre e comunque di 17,50 euro. Mi raccomando portatevi dietro un documento di identità e ricordatevi che come metodo di pagamento è accettato solo quello elettronico! Quando è arrivato il nostro turno, erano rimasti solo ingressi dopo le 13, perciò abbiamo prenotato per le 14:30 e siamo corsi alla Cattedrale. Dopo tutto il tempo che avevamo perso dovevamo recuperare in qualche modo! Anche qui c’era una bella fila ma per fortuna abbastanza veloce. Passati i controlli, abbiamo acceduto alla biglietteria: 12 Euro per un biglietto che includeva la visita alla Cattedrale, alla Giralda e alla Chiesa del Divino Salvador.
La Cattedrale di Siviglia, costruita sui resti di un’antica moschea, è il tempio gotico più grande del mondo nonché la terza chiesa al mondo per dimensione. Ha 10 porte di accesso e non appena si è al suo interno si rimane esterrefatti dalla magnificenza, dallo splendore e dalle incredibili dimensioni nonché dal suo immenso patrimonio artistico. Da non perdere: il Retablo Maggiore, un’opera d’arte in legno policromo dalla superficie di ben 400 metri quadrati con svariate rappresentazioni di santi; la Tomba di Cristoforo Colombo, attrazione per eccellenza della cattedrale, è un magnifico monumento che appare sostenuto da quattro figure allegoriche che dovrebbero simboleggiare i quattro regni spagnoli dell’epoca. Vi è poi la Giralda, nata come minareto della moschea e poi divenuta il campanile della Cattedrale. Questa torre, alta 101 metri e con 24 campane, è uno dei luoghi più visitati della città. Ed è assolutamente comprensibile: dopo le 35 rampe che portano in cima (rampe, non scalini! Quindi fattibile un po’ per tutti), la stanchezza è ripagata da una vista a 360 gradi sulla città. Meraviglioso vedere i monumenti dall’alto e le stradine che vi si intrecciano tutt’intorno!
Inizia ad essere tardi e decidiamo di uscire alla ricerca di un buon panino con jamón. Proprio lì di fronte alla cattedrale c’è un negozio che vende prodotti tipici e fa anche panini. Sarà l’ora, sarà la fatica ma era davvero buonissimo! Torneremo sicuramente per un break o per qualche souvenir.
Ci riposiamo un po’e poi decidiamo di metterci in fila sotto il sole caldo di Siviglia in attesa di entrare al Real Alcazár. Si tratta di una fortezza difensiva costruita nel 912 alla quale si aggiunsero nei secoli edifici più eleganti, progettati come residenza dei nobili spagnoli e il risultato è un’affascinante mescolanza di stili mudejar, rinascimentale, romanico, granadino. La struttura è stata modificata varie volte nei secoli, passando da fortezza, a residenza del califfato, ad appartamenti dei monarchi spagnoli, fino a set del Trono di Spade! Una cosa è certa: c’è da restare incantati sia all’esterno che all’interno. In modo particolare la Sala de Embajadores, che vi lascerà a bocca aperta con la sua sontuosa cupola; i Bagni di Maria Padilla, con il favoloso effetto ottico di profondità; Il Patio de las Doncellas, uno dei cortili più belli del palazzo, circondato da colonne e archi e con un bellissimo stagno al centro. Insomma vi rifarete gli occhi in ogni dove! Un vero peccato non poter visitare i giardini ma pazienza, gli abbiamo potuti ammirare dall’alto sui balconi del palazzo.
Ancora estasiati da tanta bellezza, ci dirigiamo di nuovo verso la cattedrale perché, come ricorderete, avevamo un biglietto cumulativo per vedere la chiesa di Del Divino Salvador, che domina l’omonima piazza. Questa chiesa, eretta sui resti della moschea di Ibn Adabbas, è un’imponente costruzione in stile barocco nonché il tempio più grande di Siviglia dopo la Cattedrale. Ciò che colpisce maggiormente è il bellissimo organo barocco del XVIII secolo, situato proprio sopra l’entrata principale; ci sono poi diversi retabli oltre a quello maggiore come quello dedicato alla Virgen del Rocío o a Santa Ana. La chiesa, inoltre, dispone di un bellissimo spazio esterno, conosciuto con il nome di Patio de los Naranjos, in cui è possibile contemplare i resti dell’antica moschea.
Dopo la tappa al negozio di souvenir lì nel patio, è arrivato il momento di un break: una cerveza meritatissima! Anche perché dobbiamo capire come arrivare alla prossima meta: il Museo di Belle Arti. Un tempo adibito a convento, questo magnifico museo, è uno dei più belli in tutta la Spagna. Costruito intorno al 1600, ha al suo interno 14 sale con opere di artisti come Murillo, de Vales Leal e de Zurbaran. Non perdetevi l’inquietante opera in legno di Torregiani, lo scultore, collega di Michelangelo, famoso per aver rotto il naso al grande Maestro. Il museo è visitabile gratis per i cittadini dell’Unione Europea!
Prima che cali il sole decidiamo di tornare all’appartamento per darci una sistemata e dirigerci a Las Setas, a quanto pare la sera è uno spettacolo! Con Las Setas si intende il Metropol Parasol, una bizzarra costruzione di dimensioni colossali nata come riqualificazione di Plaza de la Encarnacion e che ora è un icona della città. Il Metropol Parasol, inaugurato nel 2011, è formato da 6 strutture enormi di legno unite da una passerella e ha al suo interno: un mercato, un museo archeologico, diversi bar e ristoranti e ampio spazio ombreggiato open-air al primo piano. Il costo per accedere al belvedere è di 15 Euro.
Fatta la foto di rito con la scritta “I love Sevilla”, possiamo scendere e cercare un bel ristorantino, la scelta è piuttosto ampia! Optiamo per La Gorda De Las Setas, un bar tapas informale che offre un menù classico di tapas spagnole, oltre a birra, vino e cocktail. Ottimo direi! Anche per oggi è andata!
3° giorno
Oggi il nostro programma prevede di andare a visitare un quartiere di Siviglia situato al di là del fiume Guadalquivir, un quartiere che racchiude la vera anima della città e numerosi monumenti, spesso ignoti ai turisti: Triana. Il quartiere si raggiunge attraversando il Puente Isabel II. Lì, sulla destra troviamo la nostra prima tappa: Il Mercato! Noi andiamo pazzi dei mercati, spesso sono il centro nevralgico della città e dei suoi abitanti ed è bellissimo mescolarsi ai locali tra profumi, colori e sapori. Si tratta di un mercato coperto con diverse attività commerciali al suo interno. È un ottimo posto per fare acquisti di prodotti freschi, gustare piatti tipici andalusi e immergersi nell’atmosfera del quartiere di Triana. Vi consigliamo altamente una visita, anche solo per curiosare.
Appena fuori dal mercato, dopo una breve camminata ci siamo imbattuti nel museo della ceramica. Triana è conosciuto per i suoi azulejos, le piastrelle in ceramica, prodotte in laboratori artigiani, che già in tempi lontani utilizzavano il fango dalla riva del fiume per realizzarle, quindi era una tappa obbligatoria quella del museo. Nell’antica fabbrica di ceramica Santa Ana si svolgono varie attività: visite ai vecchi impianti, alla collezione permanente di ceramica e a esposizioni temporanee.
Il Centro occupa due piani: al pianterreno sono esposti vari forni storici, il pozzo, i depositi di argilla, le macine, il tornio del ceramista e altre strumentazioni di vario tipo; al piano superiore si combinano vari spazi con varie funzioni: punto turistico, salone per eventi, centri informativi e varie sale. Il prezzo del biglietto è di 2,10 Euro. Tutta la zona è piena di piccoli negozi di artigiani, lasciatevi incantare dalle meraviglie che vi troverete esposte!
Dopo aver comprato qualche souvenir ed essere tornati al mercato per prendere qualcosa per pranzo da mangiare al volo, ci dirigiamo verso lo Stadio Ramón Sánchez-Pizjuán. Ebbene sì, sono un patito di calcio e lo stadio è tappa fissa nei nostri viaggi. Stavolta ho dovuto scegliere, perché Siviglia ospita due importanti squadre di calcio: il Sevilla FC e il Betis. Stavolta è toccato al Sevilla FC! Questo stadio, che ha una capienza di 45 mila posti, è noto per l’atmosfera calda e coinvolgente che crea, che ha contribuito a farne uno degli stadi più temuti dai rivali. Ci siamo recati presso la biglietteria per acquistare l’ingresso per il tour al costo di 12 Euro. Si parte dal museo con diversi materiali che raccontano le origini della squadra, la sala dei trofei e le zone più esclusive come la sala stampa e lo spogliatoio. Si passa poi al campo attraverso il tunnel da cui passano i giocatori e dove è possibile ascoltare l’inno del Sevilla FC cantato dai suoi fedeli sostenitori. Che dire, un tour veramente ben fatto! Che naturalmente si conclude con lo shop: altri souvenir, per lo più per me stavolta!
Dopo esserci riposati un pochino, ripartiamo alla volta del parco di Maria Luisa: il polmone verde della città. Si tratta di un enorme parco di circa 34 ettari con diverse attrazioni al suo interno: prima fra tutte Plaza de España. Poteva filare tutto liscio? Certo che no! Premesso che il parco ha diversi accessi, al cancello dove ci siamo recati c’era un cartello: chiuso causa danni dovuti dal maltempo. Potevamo fermarci al primo cancello? Certo che no! Morale della favola, abbiamo circumnavigato tutto il parco! Ammirando le meraviglie che si intravedevano ma siamo arrivati all’ingresso di Plaza de España stremati! Ma la bellezza del posto ha avuto la meglio e, anche se stanchi, abbiamo iniziato ad esplorarla.
Plaza de España è un’opera monumentale e maestosa caratterizzata da una forma ellittica che simula un abbraccio fra la Spagna e le antiche colonie. È presieduta da un grande edificio centrale delimitato ai lati da due torri di stile barocco alte oltre 70 metri. L’edificio è coperto da una loggia con soffitto a cassettoni ed è decorato da una serie di panche, 48 come le province spagnole. Una delle attrazioni principali della piazza è un canale di 500 metri di lunghezza coperto da 4 ponti che simboleggiano i quattro antichi regni di Spagna. Mentre percorrevamo in lungo e in largo la piazza, il cielo si è coperto e ha iniziato a piovere! Incredibile! Per fortuna siamo riusciti a fare un bel po’ di foto prima di scappare via e ad assistere a uno spettacolo di flamenco, finalmente!
Ci siamo riparati sotto le logge di Plaza de España finché non ha smesso di piovere. Volevamo tornare in centro ma usciti di lì, abbiamo sentito della musica provenire da un parco (che avremo poi scoperto essere il Prado de San Sebastiàn). Non sapevamo di cosa si trattasse ma abbiamo deciso di entrarci e vedere cosa stava succedendo. C’erano tantissimi stand di tanti Paesi del mondo, tanto cibo, musica e bancarelle di ogni tipo: era il Festival de las Naciones. C’era un atmosfera molto bella, le persone interagivano tra loro, ballavano e brindavano! Spesso e volentieri, senza capirci veramente a vicenda! Siamo andati via verso ora di cena perché dovevamo necessariamente riposare dato che il giorno seguente sarebbe stato davvero impegnativo. È stata una tappa inaspettata ma molto interessante e divertente!
4° giorno
Oggi ci aspetta Cadice! La sveglia è suonata ancora prima perché dovevamo tornare al Prado de San Sebastián da dove partono i bus. Abbiamo optato per il viaggio in bus perché più economico e la stazione è più facilmente raggiungibile di quella dei treni. Il biglietto, a/r nemmeno 20 euro a testa, si può acquistare direttamente alla biglietteria dei bus e la compagnia è la Comes. La durata del viaggio è di circa 1 ora e 45 minuti e si scende alla stazione centrale di Cadice.
Noi da lì siamo andati dritti alla Plaza de San Juan de Dios, la piazza principale della città e sede del municipio, della chiesa di San Giovanni di Dio e di numerosi altri edifici storici. Sarà che siamo a fine ottobre e qui il culto dei morti è una tradizione molto sentita, ma la piazza è piena di teschi colorati enormi che stanno tutt’intorno alla bella fontana che troneggia sulla piazza. Impossibile non fotografarli e farsi una bella foto con loro! In giro per la piazza ci sono poi tanti artisti che vendono la loro arte: segnalibri, calamite, braccialetti e simili.
Decidiamo di proseguire tra un negozio di souvenir e l’altro, fino ad arrivare alla Cattedrale. Il cielo era grigio e mentre valutavamo se entrare alla Cattedrale o proseguire oltre, si è scatenato il diluvio! Insieme a un gruppo di turisti francesi abbiamo preso d’assalto il gazebo di un bar chiuso e siamo stati lì finché non ha smesso. Mezzo infreddoliti siamo andati a compare un ombrello e dato che in realtà la cattedrale era ancora chiusa, abbiamo proseguito fino ad arrivare al Teatro Falla. Il Gran Teatro Falla è un importante teatro costruito in stile neomudéjar con una facciata in mattoni rossi e decorazioni in ceramica. La facciata è caratterizzata da tre grandi porte ad arco a forma di ferro di cavallo, e da una serie di colonne e archi che decorano la parte superiore. Di fianco c’è l’Università di Cadice.
Il cielo minaccia ancora pioggia e quindi decidiamo di muoverci: seguiamo le indicazioni per il Park Genovés. Si tratta di un parco pubblico situato nel centro di Cadice di circa 20 ettari. Al suo interno ci sono tantissime specie di piante e fiori, varie sculture e perfino una grotta e un laghetto! Ma ciò che noi cerchiamo è l’immensità dell’oceano e ce lo troviamo di fronte all’improvviso: è un’emozione difficile da descrivere. Ci si sente davvero piccoli di fronte alla sua immensità. Decidiamo di percorrere per un po’ il “lungomare” osservando l’infinito e cercando di immortalare questi momenti unici! È una di quelle attrazioni davvero da non perdere. Tuttavia vederlo dall’alto non ci basta quindi partiamo in direzione del Castello di San Sebastián. Prendiamo il bus 2 al costo di 1,10 Euro e scendiamo a poca distanza dalla passerella che conduce al castello. C’è un vento bestiale e il cielo non promette niente di buono ma noi non ci scoraggiamo. Certo, vederlo in una bella giornata di sole sarebbe stato diverso ma è un’emozione incredibile attraversare il piccolo lembo di terra che separa la fortezza del castello dalla terraferma. Non è possibile visitare l’interno ma è tutto molto suggestivo. Sono sicuro che scatterete delle foto meravigliose! Se poi sarete fortunati come noi, vi farete anche dei bei gavettoni! Sulla via del ritorno decidiamo di deviare verso la spiaggia. Dobbiamo realizzare il nostro sogno: col sole o con le nuvole i piedi nell’oceano vanno messi! E così abbiamo fatto! Abbiamo riso come bambini e fatto foto orrende ma è stata una della parti più belle del viaggio. Finché un’onda un po’ più forte ci ha bagnato fin quasi al ginocchio. L’oceano è così: mai fidarsi! Nonostante ciò non abbiamo perso l’appetito e, una volta risistemati, ci siamo fermati al ristorantino che c’è proprio all’ingresso de La Caleta. Ci siamo fatti consigliare dal cameriere e abbiamo fatto bene: è stato il pranzo più buono di tutto il viaggio. Abbiamo mangiato polpo con patate e cipolle, calamari fritti e infine Tortilla de camarones! Tutto buonissimo e a prezzi modici!
Il tempo passa e quindi decidiamo di muoverci, dobbiamo tornare in centro ma non prendiamo subito il bus ma facciamo un po’ di lungomare dato che la giornata è un po’ migliorata e ora c’è un timido sole. L’ultima tappa è quella della Cattedrale di Cadice. Si tratta di una delle principali attrazioni della città ed è costituita da un edificio in stile barocco con una facciata in marmo bianco. Ai lati le due torri campanarie con base ottagonale. Vi suggerisco di salire sulla Torre de Poniente per godere di una delle viste più belle della città e magari scattare qualche foto ricordo. Per poter entrare ad una delle due torri è necessario il biglietto di ingresso generale alla Cattedrale che include: la visita alla chiesa, l’ingresso alla Cripta, al Coro, alla Casa Contaduría, e una delle due torri; il tutto per 7 Euro a persona. Abbiamo ancora un po’ di tempo e, oltre a comprare qualche altro piccolo souvenir, ci fermiamo per una cerveza prima di incamminarci nuovamente verso la stazione degli autobus. Cádiz è stata un’ottima scelta: è una città molto affascinante, ricca di storia, cultura e vita! Tappa consigliata per una visita in Andalusia.
5° giorno
Oggi è il nostro ultimo giorno in Andalusia, ma decidiamo di prendercela comoda. Ieri è piovuto tutta la notte e oggi la giornata è grigia ma senza pioggia, meno male dato che avremo lo zaino appresso. Usciamo per fare colazione: cioccolata e churros prima di fare un altro giro per Triana. Stamattina decidiamo di andare a vedere da vicino la Torre Sevilla. Al suo interno vi è un centro commerciale con diversi negozi di tutti i generi, bar e ristoranti. Perdiamo un po’ di tempo lì dentro prima di continuare ad esplorare il quartiere che ci ha tanto incantato. Abbiamo trovato tante piccole chiese molto interessanti e suggestive, viuzze e piccole botteghe. Per pranzo torniamo in centro: dobbiamo comprare un po’ di prodotti tipici e approfittiamo per assaggiare ancora il loro buonissimo prosciutto. Se non si fosse capito, amiamo la gastronomia dei Paesi che visitiamo e non ci stanchiamo mai di assaggiare le loro prelibatezze!
Prima di prendere il famoso Bus EA che ci riporterà in aeroporto, passiamo nuovamente a vedere da fuori le cose che ci hanno fatto innamorare di questa splendida città: la sua Cattedrale, il Real Alcazàr, la torre dell’oro e il Guadalquivir.
Con un po’ di malinconia salutiamo Siviglia e l’Andalusia: abbiamo trascorso cinque giorni fantastici, esplorando queste città affascinanti e scoprendo la loro ricca storia e cultura. Abbiamo visitato i centri storici, con le loro strade strette e acciottolate, le case colorate e i numerosi negozi e ristoranti. Abbiamo visitato cattedrali, castelli e musei. E poi abbiamo visto e toccato lui: l’oceano!
Chissà, forse torneremo a visitare la Spagna. Dopotutto, come dice il proverbio, non c’è due senza tre!