Abruzzo: weekend in Val di Sangro

A metà ottobre ho deciso di raggiungere alcuni amici che vivono in Abruzzo, per visitare la Valle del Sangro, che si estende nella provincia di Chieti. Il venerdì mattina siamo partiti da Lanciano, uno degli insediamenti più antichi della regione. In Piazza Plebiscito abbiamo visitato la cattedrale, che venne innalzata su tre arcate...
Scritto da: robirimini
abruzzo: weekend in val di sangro
Partenza il: 14/10/2005
Ritorno il: 16/10/2005
Viaggiatori: fino a 6
Spesa: 500 €
A metà ottobre ho deciso di raggiungere alcuni amici che vivono in Abruzzo, per visitare la Valle del Sangro, che si estende nella provincia di Chieti.

Il venerdì mattina siamo partiti da Lanciano, uno degli insediamenti più antichi della regione.

In Piazza Plebiscito abbiamo visitato la cattedrale, che venne innalzata su tre arcate dell’antico ponte di Diocleziano. Ho sempre trovato affascinante l’idea di erigere un edificio sui resti di qualcosa di più antico, reinventandone l’utilizzo e garantendone la preservazione.

Sempre sulla piazza si trova la Chiesa di San Francesco, che custodisce la reliquia del Miracolo eucaristico.

Il prodigio avvenne nell’VIII secolo, quando un monaco, mentre celebrava la Messa, fu tormentato dal dubbio circa la reale presenza di Gesù Cristo nel sacramento: improvvisamente l’ostia si trasformò in carne e il vino in sangue.

Non ho una religiosità così profonda da apprezzare le reliquie, tuttavia il Miracolo eucaristico custodito a Lanciano è interessante, anche perché è considerato il primo miracolo di questo genere di cui si abbia testimonianza. L’antichissima reliquia è stata sottoposta a diversi esami chimici e biologici ed è ancora oggi oggetto di studi e di pellegrinaggio. A Lanciano abbiamo pranzato al Ristorante I Vecchi Sapori; con circa 20 euro si può fare un pranzo completo, a base di tutti i piatti tipici della zona, come i famosi maccheroni alla chitarra.

Nel primo pomeriggio abbiamo lasciato Lanciano e preso la statale che percorre il fondovalle: mano a mano che si procede verso l’interno della regione, le pianure coltivate lasciano il posto ai boschi tinti dagli splendidi colori autunnali e ai pascoli ancora verdi.

A Bomba, piccolo paese con stradine ripide e case in pietra e mattoni, si trova un lago artificiale, creato dalla diga sul Sangro. La migliore vista del lago, che nelle belle giornate è di un luminoso blu cobalto, si gode da Colledimezzo, paesino medievale che si inerpica ardito sul crinale del colle Castellano. Dopo un giro per i vicoletti del paese e dopo un caffè al bar della piazza principale, ci siamo diretti verso Monte Pallano.

Qui abbiamo visitato i resti delle mura megalitiche costruite dai Frentani, antico popolo guerriero, spesso alleato dei Sanniti nella lotta contro la romanizzazione.

Il tratto meglio conservato delle mura risale al V secolo a.C. Ed è lungo 163 metri, alto circa 5 metri con uno spessore di 4; è formato da blocchi di pietra calcarea e vi si aprono tre porte. In Abruzzo si trovano diversi esempi di fortificazioni preromane, ma quelle di Monte Pallano sono probabilmente l’esempio meglio conservato e più imponente. Verso sera ci siamo fermati a pernottare a Roio del Sangro, paese natale dei miei amici.

Roio è conosciuto come “il paese dei cuochi”, perché molti abitanti in passato emigrarono, diventando chef nelle ambasciate di tutto il mondo, nelle case di nobili e famiglie reali, in alberghi di lusso e ristoranti.

Il monumento al cuoco, che si trova all’ingresso del paese, rende omaggio a questa tradizione.

Nel bar di Roio, gestito dalla simpatica Vincenzina, si possono incontrare chef che hanno lavorato in tutto il mondo, come il mitico Peppino, che per diversi anni ha cucinato prelibatezze alla famiglia reale saudita. Gli aneddoti che queste persone raccontano della loro vita professionale, vissuta nelle case di famiglie ricche e prestigiose, fanno da contrasto alle storie delle loro famiglie, che hanno dovuto lottare per secoli contro la povertà, fino a spingere i loro figli a emigrare verso Roma, Milano, la Germania, l’America in cerca di lavoro.

Il sabato mattina, approfittando di un’altra stupenda giornata, abbiamo raggiunto la vicina Rosello. Parcheggiata l’auto, siamo scesi lungo il breve e ripido sentiero, per ammirare le cascate del Verde; il fiume precipita per 200 metri, formando tre salti tra la fitta vegetazione. In autunno è veramente uno spettacolo! La zona tra Quadri e Borrello è ricchissima di tartufi con caratteristiche di profumo e sapore tra i migliori in Italia. A Quadri, passeggiando sul ponte all’ingresso del paese, si vedono le acque del Sangro correre veloci e spumeggianti verso valle.

A Borrello, al “Rio verde tartufi”, abbiamo acquistato carpaccio di tartufo bianco, ma vi si trova tutto ciò che si può fare con il tartufo e con i frutti del sottobosco.

Il paesaggio della media Valle del Sangro, quasi al confine con il Molise, è dominato dall’aspro massiccio della Maiella.

Le colline circostanti sono inadatte all’agricoltura, ma fino a trent’anni fa venivano faticosamente coltivate a cereali e ortaggi, garantendo un minimo sostentamento alla popolazione.

Lungo le strade e i sentieri si incontrano i resti delle masserie abbandonate ormai da decenni.

Oggi queste terre, non più sottoposte allo sfruttamento agricolo, stanno ritornando allo stato originale, quando erano coperte da boschi di faggi, querce e abeti. Dalla strada si vedono in lontananza i paesini di Capracotta, Civitaluparella, Pescopennataro e Pizzoferrato, comunità montane sorte nel medioevo, quando le esigenze difensive costringevano le popolazioni ad insediarsi su rupi rocciose e sui crinali più impervi.

Questi paesi meritano tutti una visita: la loro bellezza risiede nelle loro antiche origini, nelle testimonianze degli anziani che hanno vissuto il periodo durissimo della Resistenza e del Dopoguerra, nella loro posizione estremamente panoramica.

Lungo la strada per Pizzoferrato il paesaggio si fa più aspro, caratterizzato da spuntoni di roccia circondati da boschi, dove un tempo vivevano orsi e lupi.

Durante la seconda guerra mondiale, gli abitanti di Pizzoferrato furono protagonisti di un’eroica resistenza contro i soldati tedeschi che controllavano la zona.

Ancora oggi la chiesa e alcune case conservano i fori delle pallottole sparate durante la battaglia finale.

Dopo un giro in paese abbiamo pranzato a La Preta Tarantini, ristorante appena fuori dal paese, dove abbiamo mangiato un ottimo agnello alla brace. Con circa 20 euro anche qui si possono apprezzare i piatti tipici della tradizione abruzzese, l’agnello è allevato dagli stessi proprietari del ristorante.

Sempre alla ricerca di antichi insediamenti, di cui io e i miei amici siamo appassionati, nel pomeriggio siamo scesi più a valle e abbiamo raggiunto la zona archeologica di Juvanum.

Municipio romano citato da Plinio il Vecchio, conserva le tracce di due templi gemelli, del foro e del teatro, emersi dagli scavi iniziati negli anni sessanta.

La sera abbiamo raggiunto Villa S.Maria, anch’essa come Roio patria di cuochi che hanno servito i Savoia, Walt Disney, Hitler, Mussolini e Fidel Castro. In questo piccolo angolo d’Abruzzo si trova la “Scuola Alberghiera Statale”, che conta numerosissimi allievi, destinati a lavorare come cuochi in tutto il mondo.

Ogni anno, durante il secondo weekend di ottobre, si svolge una manifestazione di cucina.

Il sabato sera la manifestazione, sponsorizzata dalla De Cecco, prevedeva la preparazione di primi piatti; al prezzo stracciatissimo di un euro abbiamo ricevuto due ottimi primi e un bicchiere di vino, che abbiamo consumato sui lunghi tavoli allestiti nella via principale del paese.

Specialità della serata le mezze maniche alla transumanza, maccheroni con melanzane, pomodoro e ricotta stagionata.

La serata migliore per visitare la manifestazione è tuttavia la domenica, quando ci sono degustazioni ed esposizioni di piatti preparati dai più famosi cuochi della zona.

La domenica mattina abbiamo sconfinato nel vicino Molise, raggiungendo Pietrabbondante.

Situato a circa 1000 metri sul livello del mare, le case del nucleo più antico del paese sono costruite su un costone roccioso.

Sul pendio di Monte Saraceno, appena fuori dal centro abitato, sorgono i resti di un maestoso complesso di culto edificato nel II secolo a.C Il complesso è costituito da un teatro, un tempio e due edifici porticati ai lati di quest’ultimo. La sua storia e il suo valore archeologico sono estremamente interessanti, in quanto si tratta della più cospicua testimonianza del Sannio preromano.

Chi è interessato ad approfondire l’argomento può trovare molte informazioni in questo sito: xoomer.Virgilio.It/davmonac/sanniti/ Tornando indietro ci siamo fermati nella cittadina molisana di Agnone. Anch’essa arroccata su un lungo costone roccioso, offre panorami spettacolari.

Lungo le strette e tortuose viuzze si trovavano un tempo le botteghe degli artigiani del rame e del ferro battuto.

Agnone è famosa per l’antica fonderia pontificia della campane Marinelli, dove da secoli si producono campane per le più prestigiose chiese del mondo, tra cui la campana che ha aperto il giubileo del terzo millennio.

Annesso alla fonderia c’è un piccolo e interessante museo, con un filmato sulla produzione delle campane e un’esposizione di calchi, attrezzi e modelli.

Tornati a Roio abbiamo pranzato dallo Scamorzaro, un grazioso agriturismo nei pressi di Rosello dove si gusta la cucina tipica, tra cui la scamorza alla brace e gli arrosticini, che sono degli spiedini di agnello.

Nel pomeriggio sono ripartita, ma tornerò sicuramente in gennaio o febbraio, quando la valle sarà coperta dalla neve e saranno aperti gli impianti sciistici di Capracotta e Pizzoferrato.

Chi è interessato ad indirizzi di hotel, agriturismo, ristoranti e altre informazioni sulla media valle del Sangro può visitare il sito della Comunità montana del Medio Sangro: www.Dimmidove.Com/uncemabruzzo/cm-medio-sangro/



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