A zonzo tra la verdissima Slovenia e il magico Tarvisiano
Questa volta tocca alla Slovenia e la scelta si rivelerà azzeccatissima.
La nostra base è Kranjska Gora, una cittadina situata subito dopo il confine con l’Italia: risulterà essere un villaggio molto carino e curato, circondato dalle belle Alpi Giulie, lambito da un torrente pulitissimo e da un laghetto trasparente.
La nostra “casa” è l’hotel Spik, situato a circa 2 km dal paese: che dire! Rimaniamo molto soddisfatti per la tranquillità e la bellezza del posto, per gli ottimi servizi (tra i quali delle belle piscine idromassaggio con vista monti), per i grandi spazi interni ed esterni e anche per la ristorazione.
Una volta insediatici, ha inizio la nostra vacanza!!
Il primo giorno, ci rechiamo nella vicina regione italiana del Friuli, per visitare i laghi di Fusine e fare una bella escursione al vicino rifugio Zacchi. Si tratta di laghi di origine glaciale davvero belli: in un ambiente naturale molto integro e quieto ci accolgono due pulitissimi e grandi specchi d’acqua in cui si riflette la maestà del gruppo montano del Mangart.
Il secondo giorno, invece, ci attende una traversata attraverso la storia e la natura: la valle dell’Isonzo, che gli Sloveni chiamano Soca.
E’ una giornata alquanto impegnativa per i tanti chilometri da percorrere spesso su strade di montagna, ma molto intensa.
Innanzitutto raggiungiamo il passo Virsic dopo innumerevoli tornanti e il panorama che ci si para davanti è mozzafiato: una vasta distesa di vette dal colore violetto.
Riscendiamo per la verdissima valle dell’Isonzo: qui nasce questo storico fiume, famoso per le sue acque dall’incredibile colore verde che, tuttavia, durante la tragica esperienza della prima guerra mondiale, si tinsero di rosso!
Facciamo una sosta a Trenta, un minuscolo paese della valle, adagiato su una radura a bordo del fiume e sormontato dall’imponente massiccio del Triglav, la montagna più alta di queste Alpi e che ogni sloveno che si rispetti deve scalare nel passaggio dalla fanciullezza all’età adulta.
Qui visitiamo un interessante museo sulla civiltà della regione e sul suo incredibile habitat naturale: ci accompagna un ragazzo davvero simpatico e preparato, che ci fa entrare appieno nello spirito, aperto e pure fiero degli sloveni, divenuti nazione solo da poco con la disgregazione della Jugolavia che, fortunatamente per questo popolo, non si è tradotta in guerre e massacri come altrove.
Proseguiamo lungo la valle dell’Isonzo e, su suggerimento del ragazzo del museo, percorriamo a piedi uno dei tratti più suggestivi del lungo fiume, ammirando forre e grotte, illuminate dai cangianti colori dell’acqua: più in là, vediamo anche tanti sportivi praticare kayak.
Concludiamo il tour con la visita del Museo di Kobarid (per noi italiani, Caporetto), dedicato alle famose battaglie che durante la prima guerra mondiale opposero i soldati austro-ungarici ai soldati italiani proprio in questa valle, sino alla terribile disfatta italiana e al conseguente arretramento del fronte sul fiume Tagliamento e poi sul fiume Piave. E’ una visita che ci emoziona e ci lascia senza parole (e con gli occhi lucidi per la commozione). Le nostre guide sono due signori colti e appassionati che ci accompagnano lungo il percorso, spiegandoci il significato degli innumerevoli reperti e lasciandoci dentro una gran voglia di pace. Penso che valga la pena visitare questo museo per capire meglio la storia e i suoi tragici errori e per spronarci tutti a custodire il prezioso valore della pace.
Il terzo giorno ci aspetta una nuova escursione, sempre in Friuli al Santuario del Monte Lussari. Si tratta di un minuscolo borgo sviluppatosi intorno ad una chiesetta, situato sul Monte Lussari, contornato da altre e più alte vette in uno scenario di suggestiva bellezza, comodamente raggiungibile in funivia. La particolarità del posto è la fratellanza che ha sempre ispirato: da secoli il santuario è luogo di pellegrinaggio degli italiani, degli sloveni (anche quando erano ancora parte della Jugolasvia e vi si recavano a piedi attraversando il confine) e degli austriaci, a riprova che le barriere tra i popoli e territori sono soprattutto steccati mentali che si possono (e si devono) abbattere!! La nostra “guida” è Riggi (alias Ruggero), la guida per caso dell’Austria, da noi contattata attraverso questo sito, che si ci ha offerto il suo tempo e la sua conoscenza dei luoghi con simpatia e amicizia.
Il quarto giorno ci aspetta Lubiana: qui veniamo “guidati” da Eliano, un giovante ingegnere italiano “emigrato” per amore in Slovenia, attualmente guida turistica e docente al Centro di cultura italiana della città.
Beh, che dire: grazie Eliano! Se ci siamo innamorati tutti di Lubiana è anche merito suo: ci addentriamo con lui attraverso i ponti, le piazze e le vie di questa splendida città dal centro interamente pedonale, una città un po’ austriaca e un po’ slava, allegra ma tranquilla, piena di tradizioni come i suoi mercatini all’aperto ma anche con una vivace popolazione giovanile e soprattutto con una ricchissima offerta culturale. Concludiamo la visita con Eliano su uno dei tanti ponti, brindando con un liquore fatto in caso portato da lui! Su suggerimento di Eliano, ci fermiamo a pranzo in un ristorante di pesce lungo il fiume, con vista sul famoso triplice ponte dove a prezzi contenuti assaporiamo ottime fritture e insalate di polpo. Quindi, per nostro conto, ci rechiamo al castello che domina la città, da cui si ha una un’incomparabile vista su questa affascinate capitale, che lasciamo nel tardo pomeriggio stringendo la mano al suo primo ministro e al primo ministro francese, Holland, in visita ufficiale in Slovenia, i quali (ahimè molto diversamente dai nostri politici) si prestano a intrattenersi con la gente, nella piazza antistante il palazzo governativo, salutando tutti e rispondendo anche alle domande. Sì, proprio una bella giornata.
Il quinto giorno abbiamo in programma ancora un’escursione e ancora in Friuli: ci rechiamo nella tranquilla, verde e bella Valbruna da dove raggiungiamo con un percorso abbastanza ripido il rifugio Pellarini del CAI. Anche in questo caso, boschi, fiume e silenzio: davvero un altro bel posto per rappacificarsi con se stessi, dimenticando stress e lavoro. Comunque, anche senza inerpicarsi su per la montagna, è molto piacevole sostare nella valle, così bella e silenziosa, servita anche da un bar con tavoli all’esterno.
Il sesto giorno ci attende un programma veramente stupendo: dapprima ci rechiamo alle gole di Vintgar, distanti pochi chilometri da Bled. Si tratta di un percorso su una comoda passerella di legno lungo un canyon creato dal fiume Radovna, che consente anche ai meno allenati di godere di un paesaggio incantevole: tra pareti roccia ricoperte da una fitta vegetazione, si attraversa più volte il fiume dal cangiante colore verde acqua sino ad una fragorosa cascata!
Dopo circa due ore, ci rechiamo a Bled dove c’è sicuramente uno dei più bei laghi di montagna finora visitato. Innanzitutto, con una romantica gondola detta “pletna” (costo: 12 euro a persona; 10 euro se si è in gruppo) ci rechiamo alla piccola isola che si trova al centro del lago sulla quale, al termine di una lunga gradinata, si trova la chieda dell’Assunta, da cui si gode un bel panorama sul lago. Quindi, tornati a riva, alcuni di noi (i più volenterosi) percorrono a piedi il periplo del lago, altri (i più gaudenti) si godono un bel bagno nelle sue calde e pulite acque. Ciò che mi è piaciuto veramente tanto di questo posto è l’assenza di cemento, di case, di moli: la gran parte delle rive è circondata da prati e alberi, con tante persone che prendono il sole, fanno bagni, si tuffano dagli alberi. Una vera meraviglia.
Da visitare anche la Villa di Tito: già residenza reale, questa elegante costruzione bianca (oggi adibita ad albergo e ristorante) e il suo fresco parco divennero la residenza estiva del maresciallo Tito che vi ricevette importanti ospiti (come Gandhi). Anche se non si è ospiti dell’hotel, è tollerata la presenza di turisti curiosi come noi, godendo di una bella vista del lago.
Concludiamo la giornata al lago di Bohinj, che si raggiunge da Bled attraverso una valle verdissima e selvaggia che si incunea tra le montagne, nel cuore di un parco naturale: altro posto incantevole, anche qui boschi, acque pulitissime, pochissime costruzioni. Molto suggestiva la chieda medioevale di San Giovanni Battista, che si vede a destra non appena si arriva: piccola, tutta in pietra e con begli affreschi alle pareti.
Il settimo giorno, che è una domenica, è dedicata al riposo: alcuni noleggiano una bicicletta in albergo e partano allo scoperta della valle, attraverso un ameno sistema di piste ciclabili; altri a piedi raggiungono Kranjska Gora e qui c’è chi assiste alla messa (in lingua slovena) e chi va per bancarelle e per negozi (alcuni molto eleganti). Non può mancare, poi, la sosta al lago vicino Kraniska Gora: anche qui il tempo pare essersi fermato. Non vi sono edifici, ma prati e greti lungo il fiume, e tanti sloveni che fanno il bagno.
L’ottavo giorno è in programma una visita nella vicina regione austriaca della Carinzia: facciamo sosta alla cittadina di Klaghenfurt, poi alcuni si recano al castello (di proprietà privata) di Hochosterwitz (ma devo dire che, a parte una bella vista dall’alto sulla valle, il costo elevato del biglietto non ci è sembrato essere compensato da ciò che abbiamo visto, essendo visitabili solo poche stanze non particolarmente belle); quindi ci rechiamo tutti a Maria Worth, sul versante meridionale del lago Wothersee. Un posto carino ma dopo aver visto i piccoli e selvaggi laghi sloveni, questo grande lago, quasi interamente circondato da case e alberghi, non ci ha colpito molto.
Purtroppo la vacanza è finita: il giorno dopo si torna a casa, ma con tante belle immagini e sensazioni impresse nelle mente.
Come impressione conclusiva posso dire che la Slovenia è un piccolo paese davvero bello: noi ci siamo soffermati sulle sue regioni interne al confine con l’Italia ci è piaciuto tutto ciò che abbiamo visto, dall’affascinante e tranquilla capitale, agli incantevoli laghi di Bled e Bohinj, dalle imponenti Alpi Giulie alla valle dell’Isonzo dove sport e natura si intrecciano alla storia e alla cultura.
Inoltre la vicina regione italiana del Tarvisiano offre paesaggi montani non meno belli e lontani dalla brulicante folla di altre più note località alpine.
Insomma, un viaggio che consigliamo vivamente: non vi deluderà.