A Sydney per la prima volta
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In tal modo ho potuto scoprire e visitare questa immensa città con lo sguardo più approfondito del semplice turista.
Ho scelto un volo della Emirates Airlines in partenza da Venezia, con cambio a Dubai. Peccato che il volo parta già con 45 min. di ritardo, che mantiene anche alla tappa intermedia. Ciò mi preoccupa alquanto perché il tempo per la coincidenza è appena di 1 h e 50 min. Infatti riesco a malapena ad imbarcarmi sul secondo aereo ma non riescono ad intercettare il mio bagaglio che pertanto, mi assicurano, arriverà col volo successivo. Informo Anna della situazione via sms. Dopo alcune ricerche mi risponde che all’arrivo in areoporto, vicino i rulli per il ritiro bagagli, dovrò compilare un modulo chiamato “Property Irregularity Report”, in questo modo mi porteranno la valigia direttamente a casa il giorno successivo senza spese aggiuntive. Non è certo la situazione ottimale, ma almeno mi evita, una volta arrivata a destinazione, di dover aspettare in aeroporto o di doverci ritornare perché il mio volo è l’ultimo della serata, prima che l’aeroporto chiuda per la notte.
Infine recupero nel corridoio, prima della dogana, una “Guide to Sydney” in più lingue, gratuita, che riporta nelle ultime pagine dei tagliandi sconto per i principali musei ed attrazioni in città.
Il cambio di fuso orario mi mette ko per tutta la mattina successiva, ma per il pomeriggio Anna mi ha prenotato un giro turistico a piedi nel centro di Sydney anche allo scopo di meglio orientarmi, e lo ha fatto con un’associazione “I’m free” (www.imfree.com.au) che, come dice il nome, è gratuita salvo mancia finale. La giovane guida indossa una maglietta verdina con la scritta “I’m free”. La spiegazione dei luoghi visitati, ovviamente, è solo in inglese e inglese spedito, non capirei, infatti nulla se Anna, accompagnandomi, non provvedesse alla traduzione.
Tuttavia è molto utile: ci manteniamo sulle strade principali, George Street, Elizabeth Str. e Mc Quaire Street, e attraversiamo il Quenn Victoria Building, Sydney Tower, Hyde Park, Barracks, Martin Place, per finire al Costums House (l’antica dogana, dove è visibile una riproduzione in scala del centro) e dopo Cicular Quay, dove attraccano i vaporetti, The Rocks. L’itinerario è sempre a piedi, tra grattacieli altissimi, e mi sento veramente una formichina. Per oggi non è andata male.
Il mattino successivo devo arrangiami da sola, perché Anna lavora.
Ma lei mi ha procurato fin da ieri l’abbonamento settimanale all’autobus, mi pare a 48 $ che copre anche una parte della metropolitana e dei treni. A proposito degli autobus, tuttavia, segnalo la cattiva abitudine della costante aria condizionata presente in tutti i mezzi pubblici. Tutte le volte che ci viaggio mi pare di passare dal freezer al forno in un batter d’occhio e ciò a volte mi esaspera causa la mia costante cervicale.
Visito la New Gallery of New South Wales: la pinacoteca che è gratis e che contiene qualche quadro con bei paesaggi australiani dell’800 e di arte moderna, che però non mi entusiasma. L’appuntamento con Anna è per l’una all’angolo di Hyde Park. Desidero visitare, al di là dell’Harbour Bridge, la casa di Mary McKillop, l’unica santa australiana. Nata a Melburne nel 1842 e morta a Sydney nel 1909 fu una specie di salesiana femminile, visto che si dedicò principalmente all’insegnamento gratuito dei bimbi indigenti di qualsiasi religione fossero, e pur colpita da un ictus che la inchiodò ad una sedia a rotelle, raggiunse anche la Nuova Zelanda. Accanto alla chiesa, che ne custodisce le spoglie, c’è anche un museo. Ho notato tra l’altro che qui in Australia il concetto di museo non è statico come da noi, ma molto dinamico e interattivo coinvolgendo così assai meglio il visitatore.
Concludiamo il pomeriggio con una vista all’acquario veramente bello che merita una visita. Lì sono esposti in grandi vasche una miriade di specie acquatiche, dagli squali, ai pesce pagliaccio, ai pesce sega, alle meduse e via dicendo. Si passa anche attraverso una galleria situata in una grande vasca, ed in tal modo passano accanto e sopra la testa, ogni specie acquatica.
GIOVEDì
Mia figlia ha ottenuto al lavoro 3 biglietti gratis per il Tarunga Zoo situato su una collinetta dall’altra parte della baia. Vi andiamo via mare col battello insieme ad una sua amica filippina. Lo zoo è molto ricco della fauna locale ma non mancano molte altre specie asiatiche: leopardi, elefanti, gorilla, ippopotami, oltre ai canguri, ai Koala, ai cacatua, al Diavolo della Tasmania. Anche qui, per soli 3 $ a testa otteniamo una guida, un “Voluntiueer” per la precisione, che ci accompagna e ci spiega le varietà faunistiche dello zoo, infine ci porta a due spettacoli con gli animali, uno con uccelli e l’altro con le foche. Questi spettacoli, non sono i soli, ma è tardi e dobbiamo andare. Nel pomeriggio raggiungiamo con bus la spiaggia di Bronte e poi a piedi, per un piacevole lungomare, quella di Bondi dove vediamo finalmente l’oceano con numerosi surfisti, provetti e non, che sguazzano in acqua come se ci fossero nati.
La cena, in un piccolo ma accogliente ristorante italiano di Bondi.
Venerdì
Oggi Anna lavora tutto il giorno, posso così organizzarmi più liberamente. Dapprima visito l’Anzac Memorial (Australian and New Zeeland Amry Corps) un mausoleo posto in Hyde Park in memoria dei caduti australiani della 1 guerra mondiale ma poi divenuto simbolo della partecipazione australiana a tutte le guerre successive.
I Barracks, con audioguida in italiano, che narra la storia dell’edificio: prima angusta prigione per i deportati e poi centro di raccolta e di smistamento, in particolare per gli immigrati. Che tristezza provo ascoltando il racconto!
A seguire il palazzo del Conio e la Biblioteca che conserva, oltre ai libri risalenti all’epoca di Cook, anche la prima mappa dell’Australia, riprodotta in grande sul pavimento della sala Marshall. Una volontaria – tanto per cambiare – me la spiega in un lento inglese, mostrandomi come la parte occidentale dell’Australia, della Tasmania e orientale della Nuova Zelanda fosse già conosciuta dagli olandesi prima dello sbarco di Cook a Botany Bay a sud di Sydney nel 1770.
Nel pomeriggio visito l’Australian Museeum, che riproduce l’ambiente, i reperti antropolologi dell’intero paese. In direzione della famosa Opera House, sosto nella cattedrale neogotica di St. Mary e poi il Royal Botanic Garden veramente grande e bello. Infine arrivo al monumento più conosciuto di Sydney. Mi prende un po’ di palpitazione a vedere finalmente coi miei occhi tanta ardita bellezza celebrata in ogni immagine o ricordino della città. Le mie foto ritraggono la costruzione in tutti i versi. Opera degli anni ’60 costruita su progetto dell’architetto danese Utzon è veramente eccezionale per la lucentezza del materiale e la semplicità e l’armoniosità delle linee.
SABATO
Evviva! Oggi finalmente andiamo per mercatini.
Iniziamo da quello più “periferico” di Paddington e poi in centro quello di The Rocks, forse più bello del primo con qualche compera. A volte mi debbo trattenere, parendomi d’essere la protagonista del libro “I love shopping” che lessi tempo fa per divertimento.
Nel pomeriggio andiamo in treno a Cronulla a sud in una zona un po’ chic dove un amico di Anna, cuoco, ci ha invitato a cena: pesce e carne di canguro che a me ricorda un po’ il manzo. Nel ritorno in treno ci sediamo nel vagone del conducente che dall’esterno si distingue dagli altri per una piccola luce blu in alto. Questo per prevenire eventuali incontri serali non esattamente piacevoli.
DOMENICA
Alla Messa nella parrocchia di Anna, incontriamo i giovani cantori e ci tratteniamo con loro per un piccolo e piacevole spuntino.
Il pomeriggio è invece dedicato all’incontro con la piccola comunità multi etnica dei focolarini oltre l’Anzac Bridge nella parte occidentale di Sydney. E’ tutta gente molto simpatica e soprattutto accogliente cha Anna conosce. Mi commuove il loro individuale saluto a me, mamma di Anna, che vedono solo per la prima volta.
In tarda serata ci rincontriamo per una nuova passeggiata a The Rocks, sempre con la stessa associazione e la solita mancia. Stavolta oggetto della visita sono le più vecchie costruzioni di Sydney, gli antichi pubs che la guida spiega agevolmente. Una volta era una zona malfamata ma ora è diventato il quartiere più antico e caratteristico della città.
LUNEDì
Oggi abbiamo deciso per una gita organizzata a Canberra, capitale dell’Australia anche se dista ben 280 Km. A Canberra, risiede, infatti, il Parlamento, anzi si può dire che l’intera città è stata progettata con questo fine. La sua costruzione risale, infatti, al 1913. L’impianto urbanistico è molto regolare con vie dritte e squadrate.
Anche qui – tanto per cambiare – iniziamo la visita all’Anzac Memorial che è assai più grande di quello visto a Sydney e che conserva nei sotterranei un pregevole museo di cimeli storici delle guerre, dal 1914 alla guerra con l’Irak. Peccato solo che la guida sia una specie di starter e ci crede i corridori più veloci al mondo. Visitiamo varie cose, ma in modo disordinato e neppure ci permette si sostare nel negozio dei suvenire, tanta è la sua fretta di condurci in fondo al grande viale dove si erge in marmo bianco, il Parlamento.
Opera di un architetto italiano, di cui non ricordo il nome, ha all’interno la Camera e il Senato. Nel primo, assistiamo ad una seduta. L’aula ricorda un po’ la Camera dei Comuni a Londra, anche se più grande e luminosa.
Infine in un altro museo, possiamo ammirare alcune opere di artisti aborigeni che un’altra guida, assai più calma, ci spiega con tanta pazienza. Anna ne esce ammirata per la ricchezza dei significati iconografici. Ma il merito, penso, va quella buona guida. Per concludere la giornata, l’autista transita col pulman nel quartiere delle varie ambasciate, la cui originalità sta nel fatto che ogni paese, nel costruirla, poteva edificarla nel proprio stile nazionale. E’ spettacolare vedere così tanti stili diversi riuniti insieme. Ne vediamo persino una in costruzione e l’associamo a qualche nazione che sta lottando per l’indipendenza o per la sua costituzione.
MARTEDì
Altra visita guidata. La meta stavolta è più vicina: Jenolan Caves e le Blue Montains. Le prime sono grotte naturali assai belle e ben sfruttate, le seconde sono tre cucuzzoli simili alle torri del Vaiolet in Trentino. Credo siano così chiamate poiché sorgono in un parco naturale dove crescono numerose piante di eucalipti e che rendono l’atmosfera un po’ azzurrognola, da qui il nome. Il ritorno passa per il Villaggio Olimpico e poi per una piccola crociera in battello fino a Circular Quey. Per farlo, passiamo proprio sotto l’Harbour Bridge che riprendo col la videocamera. Che spettacolo. La giornata è soleggiata e lungo la baia si vedono barche a vela che si sfidano in regata o qualche canoista isolato.
MERCOLEDì
Dopo la frenesia dei due giorni passati, sentiamo la necessità di rilassarci un po’, così in mattinata restiamo a casa e solo nel pomeriggio visitiamo il Chinese Garden. Questo giardino, un po’ manufatto in stile orientale occupa l’area di un ettaro e fu donato alla città di Sydney dalla Cina per il bicentenario dell’Australia. E’ strano però vederlo così attorniato da grattacieli altissimi. E’ tuttavia una piccola oasi nel caos cittadino. In serata siamo ospiti di Grace, l’amica filippina, in un tipico ristorante del suo paese. Sono contenta di conoscere a poco a poco l’enturage di Anna.
GIOVEDì
Avevamo deciso già da alcuni giorni di andarcene da Sydney per vedere un diverso aspetto dell’Australia, così a Melbourne, che inizialmente volevamo visitare, preferiamo la Tasmania.
I voli però per la capitale, Hobart, sono costosi, così ci accontentiamo di Launceston, la seconda città più grande dell’isola con circa 70.000 abitanti. La mattina ci alziamo prestissimo perché abbiamo il volo alle 7,10. Atterriamo alle 9,30 e poi con un pulmino raggiungiamo la cittadina. Il veicolo si ferma direttamente ad ogni albergo richiesto dal turista, così ci sbrighiamo a depositare i bagagli e poi un salto all’ufficio informazioni per vagliare qualche possibilità di gita nei dintorni, ma i costi son davvero alti. Domandiamo anche per un noleggio di bici e ce lo indicano ma poi il proprietario ci chiede ben 40 $ a testa. Usciamo dal negozio mogie mogie, visto che con la guida a sinistra non mi azzardo a noleggiare un’automobile e la bici sembrava la soluzione migliore.
Visitiamo dunque la cittadina molto calma e tranquilla, con casette tutte in stile vittoriano-coloniale (“ma anche un po’ morta”, come preferisce dire Anna). Launceston è attraversata da un fiume. Vediamo il Museo Vittoria, piccolo ma omnicomprensivo, che espone dalle vecchie auto, ai treni, ai giochi ottici, ai dinosauri e contiene pure un planetario che visitiamo. Poi dopo pranzo entriamo in un bel giardino pubblico con aiuole ben curate e fiori dai vivaci colori, godendoci il fresco.
In città scopriamo poi con gioia la presenza anche qui di un negozio della catena “Vinnies” con insegna bianca in campo blu, che è pure presente in ogni quartiere di Sydney. La particolarità sta nel fatto che vende solo oggetti usati a prezzi modici, ma i prodotti, prima di essere rivenduti, sono accuratamente testati. Oltre all’abbigliamento espone anche oggetti per la casa, mobili, giochi ecc. Si fonda sul principio solidaristico: molte persone, infatti, dismettono anche solo oggetti fuori moda o non più usati. Questi negozi li raccolgono e li rivendono se in buon stato. Lì, abbiamo sempre trovato le più svariate ed ottime occasioni.
La sera a cena in un ristorante messicano scelto a caso.
VENERDì
Oggi abbiamo tutto il giorno da programmare. E’ una giornata soleggiata e fresca. Per scrupolo consulto la guida lonley-planet che ho portato con me, e scopro che anche l’ostello della gioventù noleggia bici a soli 15 $ a testa. Ci precipitiamo in loco e inforchiamo bici e caschi.
Dirigiamo verso Tamar Valley, che però, incuneandosi in una gola, occorre raggiungere a piedi dopo un certo punto. Arriviamo perciò ad un bel laghetto artificiale e qui mangiamo, nonostante la presenza insistente di alcuni pavoni che accanto a noi ci guardano in attesa di cibo. Poi, riprese le bici andiamo lungo il fiume sulla pista ciclabile che lo costeggia. E’ davvero piacevole il luogo, il tempo e la cordialità degli abitanti.
A sera scegliamo stavolta un piccolo ristorante tailandese.
SABATO
Fin dall’arrivo abbiamo notato un parcheggio che diventa mercato ortofrutticolo il sabato mattina, perchè gli agricoltori della zona si ritrovano esponendo la loro merce. E’ una specie di mercato rionale ma vario e gradevole. Consumiamo lì anche la colazione e facciamo conoscenza con una coppia di simpaticissimi australiani. Provengono da una cittadina a sud di Perth e festeggiano i 50 anni di matrimonio. Ci chiedono di noi e noi di loro. Alla fine il marito ci regala tre mele appena comprate allo stesso mercato. Vaghiamo ancora un po’ per le strade.
Alle 13 viene a prenderci in hotel il pullman per l’aeroporto. Addio Tasmania, mi spiace solo non aver avuto più giorni a disposizione. Tornati nel caos di Sydney, anche perché è Mardi grass (la festa degli omosessuali) andiamo a cena da una famiglia libanese amica di Anna e rechiamo in dono due marmellate della Tasmania comprate al mercato di Launceston.
DOMENICA
In mattinata programmiamo la visita alla casa del Governatore, (entrata gratuita) dietro all’Opera House. L’edificio è bello, in stile neo-gotico e situato in un bel giardino ma ha subìto nel corso degli anni, vari rimaneggiamenti. La guida però si sofferma più sui meriti dell’attuale Governatore del New South Weles che sugli aspetti storici o architettonici dell’edificio e diventa perciò un po’ noiosa.
Procediamo per la cattedrale, St. Mary, per la visita guidata che inizia alle 12. Anche qui, più che all’architettura, la guida pone l’accento alla simbologia iconografica cristiana ed in particolare alle vetrate della navata. Nella parte inferiore di esse, infatti, è rappresentata la storia del faticoso insediamento e diffusione della religione cattolica in una terra coloniale allora tutta anglicana. Infine la cripta.
Nel pomeriggio incontriamo un’altra conoscenza di Anna e andiamo in autobus a visitare a Botany Bay, il luogo dove Cook piantò per primo la bandiera inglese sul continente. Il tempo piovviginoso e ventoso ci guasta un po’ il pomeriggio, ma l’allegra compagnia supplisce la mancata visita.
A sera ospitiamo a cena un altro suo amico poi giochiamo insieme a Cluedo.
Che bello, par d’essere in famiglia.
LUNEDì
Il mattino visitiamo il Museo marittimo a Darling Harbour, composto dal museo vero e proprio al coperto, e da alcune imbarcazioni ancorate al molo e visitabili. Sono queste ultime, a mio avviso, le più interessanti da vedere. Visitiamo la nave da guerra “Vampire” ed il sottomarino “Onslow”. In tal modo apprezziamo meglio la vita di sacrificio dei marinai a bordo. Dal sottomarino poi, il periscopio è puntato sulla Sydney Tower, alta 310 m, il punto più alto di osservazione della città.
Infine visitiamo la copia accurata, costruita 20 anni fa, del brigantino Endeavour col quale Cook approdò in Australia. Un volontario, ci spiega poi un’infinità di piccoli particolari, comprese le più comuni malattie dei marinai dell’epoca. Lasciata la nave ci arrampichiamo su un faro, che era posto originariamente a Brisbane e poco utilizzato. Da lì abbiamo una bella visione del porto. La visita si protrae più del solito così nel pomeriggio torniamo un attimo a casa per riposarci.
Stasera siamo invitate a cena dalla comunità del Focolare a Fivedock. Nell’andarci col bus, attraversiamo il quartiere italiano di Leichhardt e Anna mi spiega un po’ tutti gli edifici piu tipicamente italiani. In effetti, lo si vede anche dall’architettura delle palazzine.
La cena è genuina e rilassante soprattutto perché condivisa con persone buone e simpatiche. Per loro ho preparato a casa uno dei miei dolci preferiti, il Tiramisù che condividiamo come conclusione del pasto.
MARTEDì
E’ mio desiderio oggi visitare la grande Sinagoga di Sydney, accanto a Hyde Park alle 12. Vi andiamo e la guida, dopo un filmato, risponde alle nostre domande circa l’edificio, la comunità ebraica presente a Sydney, la religione e i simboli, in particolare ci mostra la Thorà (cioè i primi cinque libri della Bibbia o Pentateuco). L’interno ha la volta stellata ed è suddivisa in due ordini, quello a piano terra per gli uomini, quello superiore riservato alle donne. Si vede che è ben tenuta, ma in tutta Sydney, dice la guida, ve ne sono altre 34. La visita si conclude al piccolo museo ebraico.
Siamo di nuovo in strada. Procediamo ora per il Sydney Museum che rievoca la storia della città dalle origini ai giorni nostri ed è situata sul luogo dove sorgeva la casa dei primi Governatori dal 1791 al 1846.
Lasciato il museo ci dirigiamo verso la spiaggia di Coogee, dove Anna ha lavorato per qualche tempo come gelataia. La giornata è bella, passiamo un po’ di tempo a bighellonare sulla spiaggia.
Stasera l’appuntamento è all’Osservatorio Astronomico, sopra The Rocks, in pieno centro (occorre prenotare in anticipo). Il cielo è limpido e ottimo per scrutar le stelle. Dalla collinetta, col telescopio osserviamo la costellazione di Orione e la croce del Sud, i crateri della Luna, una nebulosa e Giove con quattro satelliti galileiani. La Croce del Sud, mi dice Anna, è stata poi collocata come simbolo, sulla bandiera australiana, a lato dell’Union Jack. La guida al solito, parla speditamente e come sempre mia figlia fa la traduzione. Infine a casa per il meritato riposo. Domani è l’ultimo giorno.
MERCOLEDì
Oggi è mercoledì delle Ceneri. Insieme, prendiamo la messa di inizio Quaresima nella chiesa di St. Patrick vicino all’Harbour Bridge, poi per le ultime compere di ricordini, Anna mi porta a Paddy’s market a Market City, nel quartiere cinese di Haymarket. Questo mercato, infatti, è aperto solo da mercoledì a domenica e vende tutte le chincaglierie possibili, l’abbigliamento e la frutta e la verdura a prezzi veramente stracciati. Nel secondo piano, c’è invece un super-market.
Da Circular Quay prendiamo il battello per Watson Bay che è l’estrema penisola a sud, che separa la baia di Sydney dall’oceano Pacifico. La guida cartacea che abbiamo (della National Geographic che ho trovato utile e ricca di notizie) ci indica una piacevole passeggiata fino al faro, che facciamo indisturbate nella natura.
Per raggiungerlo attraversiamo una spiaggetta denominata Camp Cove Beach. E’ qui che Phillip approdò con la First Fleet nel 1788. Il faro di Hornbay, invece, fu costruito nel 1858 per impedire ulteriori naufragi dopo i due avvenuti l’anno precedente e ricordati più in là dalle relative ancore.
La giornata è splendida e soleggiata, e non tira neppure troppo vento. Dal promontorio si stende sotto di noi l’immensità dell’oceano. Un gelato vicino a casa e poi veloci in aeroporto. Ciao Australia, ciao Anna, bimba mia, e grazie per tutto il tempo che mi hai dedicato.