A spasso per le vie di Praga

Nella capitale della Repubblica Ceca per scoprire piazze e castelli
Scritto da: Robert
a spasso per le vie di praga
Partenza il: 22/09/2015
Ritorno il: 26/09/2015
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
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Da qualche anno a settembre visitiamo una capitale europea, questa volta la nostra scelta cade su Praga capitale della Repubblica Ceca per secoli al centro della storia europea prima con il regno di Boemia che faceva parte del Sacro Romano Impero e poi con la sua unione alla casa di Asburgo e all’impero austro-ungarico. Nel secondo dopoguerra dietro la cortina di ferro dei paesi comunisti la città e la nazione avevano perso importanza ma dopo la caduta del regime il suo ruolo è stato in gran parte ripreso. Con i suoi 1.200mila abitanti è una capitale relativamente piccola rispetto ad altre, amministrativamente Praga è divisa in 10 distretti chiamati Praga1, Praga2 ecc. la parte turistica è praticamente tutta nel distretto di Praga1 il consiglio è di prenotare un hotel in questo distretto per avere tutto a portata di mano o meglio di piede, noi abbiamo alloggiato all’hotel Axa dieci minuti a piedi da Piazza San Venceslao e dieci minuti dalla piazza della Città Vecchia, un buon albergo con servizi e pulizia ottimi ed una abbondante prima colazione.

La zona storico/turistica è poi divisa in 4 quartieri, HRADCANY (spesso le parole ceche sono di difficile pronuncia per noi latini) la cittadella del castello sorge su una delle dolci colline che circondano la valle dove si estende Praga, MALA STRANA il “Piccolo Quartiere” racchiuso tra la collina del castello e la riva sinistra del fiume, STARE MESTO la “Città Vecchia” sorge in una ansa della Moldava sulla riva destra collegata a Mala Strana con il Ponte Carlo, NOVE MESTO la “Città Nuova” (costruita nel 1400) è un ampliamento a raggera di Stare Mesto.

Martedì 22/09

Partiamo da Fiumicino e con due ore di volo raggiungiamo l’aeroporto di Praga, si può raggiungere la città con il bus denominato AE (Aeroport Express) che con 30 – 60 minuti a seconda del traffico vi porta senza fermate intermedie alla piazza di Namesty Republik al costo di 60 corone (2,5 euro circa). La repubblica ceca non ha adottato l’euro, per i turisti ci sono numerosissimi sportelli di cambio di varie agenzie da cercare ovviamente il più economico, in effetti quasi tutti i negozi e ristoranti accettano anche l’euro ma spesso adottano tassi di cambio personalizzati a sfavore del cliente quindi è comunque conveniente avere in tasca corone oppure pagare con carta di credito.

Una volta sistemati in albergo, nel quartiere di NOVE MESTO, partiamo per il primo giro lungo Na Porici (nella lingua ceca Na significa Via e Namesty vale Piazza). Al numero 7 in un palazzo ottocentesco tuttora esistente il grande scrittore Franz Kafka ha lavorato vari anni come impiegato in una compagnia di assicurazioni una attività per lui grandemente alienante. Al numero 15 della stessa via c’è il bellissimo Caffè Imperial, affacciatevi nelle sue sale per una breve visita sono splendidamente decorate con pregiate piastrelle di ceramica multicolore. Lungo la via numerosi altri palazzi attirano la nostra attenzione fino a quando arriviamo nella Namesty Republik, piazza un po’ amorfa dominata da un lato dall’enorme palazzo del Palladium, un grande centro commerciale costruito all’interno di una ex caserma che ha conservato un bel colore rosa sulla facciata e dei merli in tutto il tetto. Nella piazza la struttura più antica è la Prasna Brana (Porta delle Polveri) una delle porte-torri che sorgevano lungo le scomparse mura medioevali. Nel corso dei secoli è stata adoperata come carcere, come fortezza e come deposito di polvere da sparo. A ridosso della porta c’è l’Obecni Dum (municipio) un bellissimo edificio in stile art noveau con mosaici colorati, terrazzi e bovindi in ferro lavorato, vetri dipinti.

Proseguiamo per Na Prikope altra via centrale con edifici grandiosi, al termine il palazzo di Koruna enorme con decorazioni dorate e come pezzo forte una corona sul tetto che si illumina di notte. Arriviamo infine a Namesti Vaclavske (Piazza San Venceslao), la piazza delle proteste storiche contro tutti gli occupanti austriaci, tedeschi, russi, la piazza della cosiddetta rivoluzione di velluto che ha provocato la caduta del regime comunista. In effetti è un lungo vialone leggermente in salita, ai lati due file di tigli mimetizzano alberghi e strutture edili in parte d’epoca e in parte moderne con negozi delle principali griffe internazionali, ristoranti e quant’altro sia utile alla folla di turisti e praghesi che si ritrovano nella piazza. Domina il tutto il grande, ma poco aggraziato, monumento a San Venceslao con il santo a cavallo (prima di essere santo era stato Re di Boemia) che è circondato da altri quattro santi praghesi, nelle vicinanze abbiamo visitato la chiesa francescana di Panna Maria Snezna (Santa Maria della neve) con un soffitto altissimo ed un interno tutto affrescato a lato della chiesa, entrando sotto un arco, degli splendidi e curatissimi giardini dove ci siamo riposati dopo la lunga passeggiata. Per la cena abbiamo esplorato nelle vie attorno ed alla fine la scelta è caduta sul ristorante Milani dove con circa 200 corone a testa abbiamo preso insalata di pollo e birra, un locale senza particolari doti né positive né negative.

Mercoledì 23/09

Oggi visita di STARE MESTO di buon mattino, per evitare code alla biglietteria, ci rechiamo a Josefov il vecchio ghetto ebraico. La zona era racchiusa da mura e coperta da case vecchie e malsane con vicoli e stradine buie, tra la fine del 1800 e l’inizio del 1900 il ghetto fu bonificato abbattendo le mura, non più necessarie in quanto erano finalmente decadute le leggi che obbligavano gli ebrei a vivere nel ghetto, e distruggendo i vecchi edifici per poi ricostruire palazzi liberty e vie ariose che sono quelle che percorriamo oggi. Si possono visitare diverse sinagoghe ed il cimitero ebraico. E’ possibile scegliere tre tipologie di biglietti diversi noi abbiamo acquistato il biglietto da 300 corone ed abbiamo visitato per prima cosa l’antico Cimitero Ebraico. In uso per circa trecentocinquanta anni lo spazio ristretto ha costretto la comunità ebraica ha seppellire i suoi morti in strati sovrapposti uno sull’altro fino a rialzare il terreno per sei metri, le lapidi affastellate evocano il sovraffollamento a cui gli ebrei dovevano sottostare da vivi e da morti. Le antiche pietre tombali (il cimitero non è più in uso dal 1787 anno in cui l’imperatore Giuseppe II con un editto permise agli ebrei di uscire dal ghetto) presentano simboli delle professioni, scritte in ebraico, biglietti di preghiere e sassolini lasciati in ricordo. Insomma, un luogo suggestivo e di grande fascino. Usciti dal cimitero abbiamo visitato con lo stesso biglietto la vicina Sinagoga Spagnola, costruita nel 1868 richiama lo stile moresco all’interno ogni superficie disponibile è coperta da una profusione di motivi floreali e geometrici (nella religione ebraica è proibito raffigurare uomini o animali) in tonalità di rosso, verde e blu. Sempre nelle vicinanze la Sinagoga Staronova è la più antica di Josefov ed uno degli edifici più antichi di Praga, in stile gotico ha un altissimo timpano triangolare orlato da denti a sega; la sinagoga è legata alla figura storica del rabbino Low, un eminente studioso della bibbia e severo capo della comunità ebraica nel XVI secolo, e del mitico Golem una specie di Frankenstein ebraico costruito con la creta e animato dal rabbino con versetti sacri. Esistono varie versioni della leggenda in tutte comunque il mostro-robot prima difende gli ebrei dai soprusi ma poi si ribella al suo padrone rabbino che riesce comunque a “disattivarlo” e lo nasconde, in attesa di usarlo di nuovo, proprio nell’altissima soffitta della sinagoga Staronova, purtroppo la soffitta è chiusa al pubblico e non è stato possibile controllare. Da Josefov ci spostiamo verso la Staromestske Namesti (Piazza della città Vecchia), poco prima in un angolo c’è la chiesa di San Nicola con la facciata adornata di statue e l’interno un po’ spoglio dove comunque si può ammirare un enorme lampadario rotondo in cristallo, naturalmente di Boemia, e delle gallerie in ferro battuto. Ci dicono che l’acustica della chiesa è perfetta e spesso vi sono ospitati concerti, Praga è una città che ama la musica troverete molti luoghi dove la sera si suona musica classica e da camera. Finalmente arriviamo nella Piazza della Città Vecchia certamente la più spettacolare di Praga, vi si affacciano molte case dai colori vivaci, il Municipio Vecchio con la sua torre e la chiesa di Tyn, la piazza è animata da una folla vivace e allietata da spettacoli di artisti di strada, quasi al centro il nero e gigantesco monumento a Jan Hus è il pezzo più nuovo della piazza dato che è stato inaugurato solo nel 1915. A dire il vero penso che se fosse rimosso il senso estetico ci guadagnerebbe perché il monumento male si adatta agli edifici barocchi circostanti ma per i cechi fin dalla costruzione ha rappresentato un potente simbolo del nazionalismo e della rinascita nazionale. Hus nato nel 1372 in una famiglia povera grazie al suo ingegno ebbe fortuna negli studi, diventò sacerdote e un predicatore dal grande seguito, le sue idee di una chiesa povera, di libri sacri scritti nella lingua del popolo per essere meglio compresi, la sua contrarietà alla vendita delle indulgenze lo portarono a scontrarsi con le gerarchie ecclesiastiche che lo scomunicarono. Dopo che gli fu concesso un salvacondotto dall’imperatore Sigismondo si recò al concilio di Costanza per difendere le sue opinioni, i delegati papali dichiararono che la loro autorità era maggiore di quella dell’imperatore e così lo fecero arrestare, processare dall’inquisizione e bruciare sul rogo come eretico il 6 luglio del 1415. Le sue idee gli sopravvissero, un secolo dopo quando Lutero iniziò la riforma trovò in Boemia una popolazione già in gran parte convinta della necessità di staccarsi dalla chiesa di Roma. Tornando al monumento ha di buono che lungo tutti i suoi lati ci sono comode panchine per riposare un po’ ammirando la piazza che ci circonda. Il Municipio Vecchio è una bella costruzione gotico-rinascimentale abbellita da medaglioni colorati e con al fianco la grande torre alta circa 70 metri. Nella torre è incastonato l’Orologio Astronomico che per molti visitatori è una delle principali attrazioni della città. L’Orologio, iniziato a costruire nel 1410 e con aggiunte varie fino alla fine del 1800, è complesso. Si sviluppa su tre quadranti che segnano le ore in tre diversi sistemi di cui uno è il sistema attualmente in uso (esclusa naturalmente l’ora solare), ci sono poi meccanismi che indicano le fasi lunari e i periodi zodiacali. Allo scoccare di ogni ora si raduna una folla di turisti per ammirare lo spettacolo meccanico delle figure che si animano, gli apostoli che escono dalle finestrelle, quattro figure allegoriche poste nei pinnacoli sottostanti (la Morte, la Vanità, l’Ebreo, il Turco) muovono gli arti e alla fine un gallo dorato che batte le ali e emette il suo chicchirichì. L’altro edificio della piazza che colpisce di più per la sua imponenza e maestosità è la gotica chiesa di Tyn con due torri di grandezza diversa irte di pinnacoli e guglie. La chiesa rimane circondata da altri edifici e non è facile apprezzare la sua grandiosità se non da lontano. L’interno è alto e stretto con decorazioni barocche, nella navata destra la tomba di Tycho Brahe il famoso astronomo danese che insegnò a Praga e gettò le basi per le scoperte del suo allievo e successore Giovanni Keplero. Dalla piazza partono due caratteristiche e antiche vie Na Karlowa e Na Celetna, una verso il Ponte Carlo e una verso la Prasna Brana dove è bello perdersi, entrambe con negozietti e attrazioni per i visitatori, lungo le strade case medioevali con antiche insegne o altre particolarità come la casa della Campana di Pietra o la casa della Madonna Nera. Consigliati da un italiano che vive a Praga ci siamo recati a cena al ristorante “U Parlamentu” sulla via Kaprowa vicino all’enorme edificio del Rudolfinum (dateci un’occhiata) dal nome sembrerebbe un locale tipico sardo invece si tratta di un buon ristorante di cucina ceca arredato e gestito in modo giovanile, abbiamo mangiato un ottimo gulash con canederli e naturalmente bevuto birra al prezzo accessibilissimo di circa 250 corone, da notare che nella repubblica ceca è consentito fumare nei locali pubblici per cui qui come altrove potreste trovare dello sgradito odore di fumo.

Giovedì 24/09

I nostri passi si dirigono verso MALA STRANA. Facciamo prima una disgressione e andiamo alla stazione ferroviaria centrale la cui parte vecchia si trova sulla via Wilsonova ed è un bellissimo edificio liberty con una sala interna ben restaurata che vale la pena di vedere. Da qui tra l’altro parte il bus diretto AE per l’aeroporto. Prima di superare il fiume visitiamo la barocca chiesa di San Francesco con un interno pieno di marmi e di ori, arriviamo poi al famoso Karlov Most (Ponte Carlo) il ponte che con la sua funzione di collegamento delle due sponde del fiume ha dato vita alla città di Praga così come è successo per altre città poste su grandi fiumi (Parigi, Londra, Roma). Da questa parte all’entrata del ponte c’è una torre merlata decorata con statue di santi e re, dalla parte di Mala Strana le torri sono due, disuguali e collegate tra loro da un passaggio in pietra su cui si può salire. Il ponte, costruito nel 1357 dall’imperatore Carlo IV per sostituirne uno spazzato via dalla piena del fiume, è senza dubbio uno dei monumenti più conosciuti e visitati di Praga. La sua più famosa particolarità sono le statue che sui due lati e per tutta la lunghezza sembrano accompagnare chi vi transita sopra. Magari non tutte le statue sono di particolare valore artistico ma nell’insieme, con il castello sullo sfondo, danno un favoloso colpo d’occhio forse ancora più amplificato la sera quando si accendono le luci. Proseguendo diritto dal ponte si arriva poco dopo alla Malostranske Namesti (Piazza del Piccolo Quartiere) una bella piazza acciottolata, in pendenza in parte circondata da portici ad archi, domina la piazza la grandiosa chiesa di San Nicola (da non confondere con la San Nicola di Stare Mesto). La chiesa, costruita dal celebre architetto tedesco Dientzenhofer, è in stile barocco con l’interno affrescato e una grande cupola. Si può salire sulla galleria per ammirare la navata dall’alto. A fianco della chiesa il grande campanile, 301 gradini vi portano in cima dove si gode del bellissimo panorama su Mala Strana, la Moldava e il Ponte Carlo. Secondo una recente leggenda metropolitana durante il comunismo la polizia approfittava di questa posizione per tenere d’occhio le vicine ambasciate dei paesi occidentali… se è vero non lo sappiamo. Comunque la vista è bellissima e vale la fatica. Dalla piazza parte verso il castello l’antica via Nerudova con molte case dotate di portoni medioevali e antiche insegne in pietra o legno usate un tempo al posto dei numeri civici. Due aquile giganti sorreggono il portale del palazzo Thun al numero 20 della via dove ha sede l’ambasciata italiana. In palazzi vicini ci sono le ambasciate della Romania, Francia, Usa, Germania e Gran Bretagna. Leggermente più distante il palazzo Waldstein, sede del Senato, è il più grandioso di tutti, d’altronde è stato costruito e concepito per rappresentare degnamente il proprietario: il duca Albrecht von Waldstein, comandante delle armate imperiali durante la guerra dei trent’anni. Fu un grande stratega e condottiero, vincitore degli svedesi e dei sassoni fu sospettato di volere cambiare bandiera e passare dalla parte dei protestanti per essere in cambio nominato re di Boemia. L’imperatore Ferdinando d’Asburgo nel 1634 lo fece assassinare mentre era a letto ammalato. Nel quartiere di Mala Strana ci sono poi numerosi giardini, alcuni salendo verso il castello altri lungo il fiume, tutti ben curati con prati perfetti, salici piangenti e verdi siepi. Merita una visita l’isola di Kampa dove si arriva a piedi scendendo la scalinata che la collega al Ponte Carlo. L’isola è una piccola oasi con caffè, antichi mulini una piazza di forma ovale e un bel parco lungo il fiume. Sempre su indicazione di residenti questa sera siamo a cena al ristorante “U Glacibu” proprio sotto i portici della Piazza di Mala Strana, un locale con interni e mobilio in stile antico dove abbiamo gustato una buonissima cena con piatti forse anche troppo abbondanti e prezzi ancora contenuti.

Venerdì 25/09

Andiamo ad HRADCANY il castello, sede ancestrale dei re di Boemia, è a tutt’oggi sede del potere perché è la residenza ufficiale del presidente della Repubblica Ceca. I primi edifici furono costruiti già nel IX secolo ma dopo secoli di incendi, costruzioni e ricostruzioni di essi nulla è rimasto. Attualmente dall’esterno e dal basso della città si vede principalmente un lungo ed austero muro rinascimentale su cui si affaccia la grandiosa mole della cattedrale di San Vito. Un primo cortile, abbastanza spoglio, è caratterizzato dalla presenza di due sentinelle in alta uniforme. Tutti i giorni a mezzogiorno c’è il cambio della guardia con una parata accompagnata da un gruppo di ottoni. Il secondo cortile è abbellito da una fontana in pietra del 1600 e da una scultura moderna rappresentante un felino alato. Da qui in poi per proseguire occorre acquistare un biglietto che può essere di due tipologie diverse, visita lunga o visita breve. Noi abbiamo fatto quella breve che comunque comprende tutti i principali luoghi di visita. Il terzo cortile è occupato quasi interamente dalla cattedrale di San Vito immensa e maestosa. Nel sito anticamente sorgeva un tempio pagano, come in tanti altri luoghi per simboleggiare la vittoria della nuova religione il tempio fu abbattuto nell’anno 929 per costruire una prima chiesa a sua volta distrutta nel 1344 per fare posto alla nuova cattedrale voluta dall’imperatore Carlo IV (lo stesso del ponte). La costruzione procedette a stento e il completamento ed inaugurazione avvenne ben cinque secoli dopo nel 1859 con “ritocchi” ancora più recenti. All’interno si rimane subito colpiti dall’altezza impressionante della navata e dalle vetrate a piombo colorate che illuminano la chiesa, queste vetrate sono una aggiunta moderna (1920 – 1930) e se guardate bene in alcune si leggono i nomi delle ditte (banche, assicurazioni) che ne hanno sponsorizzato la realizzazione. Nella parte del coro, dove si trova l’altare, vi sono alcune antiche tombe reali e la tomba di San Giovanni Nepomuceno. Questo santo ignoto ai più in Italia, ha una tomba sontuosa anche eccessiva tutta in argento massiccio. Jan Nepomucky, questo il suo nome in ceco, era un sacerdote che nel 1393 fu torturato e poi gettato nella Moldava su ordine del re Venceslao IV per essersi rifiutato di rivelare ciò che la regina gli aveva confidato in confessione. I gesuiti, nell’ambito delle lotte contro i protestanti, proprio per enfatizzare il ruolo del sacramento della confessione contestato dai luterani, fecero canonizzare ed esaltarono la figura del sacerdote nuovo santo. Secoli dopo alcuni documenti hanno rivelato che la ragione della morte di Giovanni fu più prosaicamente uno scontro avuto con il re per delle nomine ecclesiastiche. Dentro la cattedrale in una cappella a parte ci sono le spoglie di San Venceslao patrono di Boemia. La cappella è grandiosa con due fasce di affreschi del 1400 e con incastonate centinaia di luccicanti pietre dure di Boemia. Usciti dalla chiesa si può ammirare la Zlata Broma (Porta d’Oro) con un notevole mosaico sulla lunetta rappresentante il giudizio universale con angeli che aiutano le anime a salire in cielo e diavoli che con una corda trascinano i dannati all’inferno. Di fronte alla Porta d’Oro c’è l’entrata all’antico palazzo reale. Si possono visitare varie sale alcune ancora in stile gotico e si arriva ad una terrazza panoramica che offre una bella veduta di Praga. Infine si accede alla sala della Cancelleria della Boemia, detta anche sala della defenestrazione, famosa perché qui il 23 maggio del 1618 alcuni nobili di religione protestante gettarono dalla finestra i due governatori cattolici nominati dall’imperatore Ferdinando I e con questo gesto prese il via la Guerra dei Trent’anni il più sanguinoso conflitto europeo prima delle guerre mondiali. La visita prosegue con il famoso Zlata Ulicka (Vicolo d’Oro) una viuzza affiancata da minuscole casette colorate all’inizio abitate da servitori del castello, poi riconvertite in quartiere alla moda per artisti (vi ha abitato anche Kafka) ed attualmente trasformate in una specie di museo diffuso dove in ogni casetta c’è un ambiente diverso (erborista, fabbro, sarto ecc.). Per la visita del castello ci siamo avvalsi del servizio dell’”Ombrello Italiano” un gruppo di giovani guide, perlopiù italiani residenti a Praga, che si ritrovano tutti i giorni nella Piazza della Città Vecchia; cercate un ombrello aperto con i colori della bandiera e li troverete, sono preparati, entusiasti, simpatici e, cosa che non guasta, anche economici. Insomma, noi ci siamo trovati bene e li consigliamo.

Usciti dalle mura del vero e proprio castello nel quartiere si possono ammirare alcuni palazzi rinascimentali appartenenti alle più potenti e ricche famiglie dell’epoca in alcuni si può anche accedere noi, per mancanza di tempo ci siamo imitati all’esterno. Proseguendo lungo la via Loretanske si arriva al santuario di Loreta con una facciata in stile barocco, all’interno un grande chiostro con un prato verde racchiude la Santa Casa. Con le pareti ricoperte di bassorilievi in stucco è una fedele riproduzione della Santa Casa di Maria a Nazareth che, secondo la leggenda, è stata trasportata dagli angeli dalla Terrasanta alla collina di Loreto nelle Marche dove sorge attualmente. All’interno del santuario la chiesa della natività è una versione in miniatura di San Nicola a Mala Strana, si può visitare il tesoro ricco di oggetti preziosi, reliquiari e ostensori in oro e in argento. Scendendo dalla collina di Hradcany per la prima volta abbiamo usato la metropolitana per recarci al castello di VISCHERAD (Castello Alto). Per quel poco che abbiamo constatato la metro è rapida e veloce l’unica difficoltà può essere una certa confusione per fare i biglietti perché ci sono diverse zone tariffarie. Usciti dalla stazione di Vischerad sulla linea rossa camminiamo per tre-quattrocento metri e ci ritroviamo all’interno della fortezza in mattoni rossi. È un luogo carico di miti, secondo la tradizione qui si fermarono le tribù slave giunte dall’est guidate dal leggendario re Krok, un Enea ceco che cercava una nuova patria per la sua gente. Da qui, sempre secondo il mito, sua figlia Libuse seguendo le indicazioni di un dio attraversa il fiume e fonda la città di Praga sul colle dell’Hradcany. Storicamente sappiamo che sul ripido colle si susseguirono varie fortificazioni fino a quella costruita dagli Asburgo nel 1600 e di cui vediamo ora i resti. Gli edifici rimasti non sono una grande cosa: una casamatta/prigione sotterranea, una torre rotonda, parte delle mura, ma la posizione a picco sul fiume e la prospettiva insolita rispetto alla parte più conosciuta di Praga ne fanno comunque una meta interessante. Bellissimo è il parco che è stato ricavato all’interno del castello con grandi prati e aiuole fiorite, da vedere la chiesa neogotica di San Pietro e Paolo costruita alla fine del 1800 con l’interno decorato da affreschi in stile art noveau. A fianco della chiesa il curatissimo Cimitero di Vischerad, voluto dal movimento di rinascita nazionale anti-asburgica anche questo a fine del 1800, ospita le tombe di artisti ed intellettuali cechi importanti per la loro nazione ma spesso sconosciuti al di fuori. Rientriamo in centro città e per l’ultima cena a Praga scegliamo…una pizza. Siamo un po’ stanchi della carne che domina i piatti della cucina ceca e che noi non amiamo molto così, consigliati da un marocchino che gestisce un negozio a Mala Strana ma che precedentemente ha vissuto 7 anni in Italia, ci rechiamo in una via laterale alla Piazza della Città Vecchia e troviamo la pizzeria “Da Giovanni” dove gustiamo una buona pizza con varie scelte tra rosse e bianche.

Sabato 26/09

Abbiamo solo due o tre ore di tempo prima di andare in aeroporto, un ultima passeggiata per le vie del centro, una visita a qualche negozio poi prendiamo il bus e salutiamo la bellissima città di Praga ripromettendoci in futuro di tornare ancora.

Roberto & Corina



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