100 ore nei Paesi Baschi

Un weekend lungo alla scoperta di un angolo di Spagna davvero… poco spagnolo!
Scritto da: mque_mque
100 ore nei paesi baschi
Partenza il: 20/10/2010
Ritorno il: 24/10/2010
Viaggiatori: 5
Spesa: 500 €
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5 persone, 1070 km, 4 giorni, 360€ a testa tutto compreso.

Da molto aspettavamo un’offerta low-cost per volare nei Paesi Baschi, ma sembrava un’impresa impossibile combinare le date a minor costo con i periodi disponibili ad una breve vacanza. Alla fine però, per soli 22 euro a testa, salta fuori un bel Bergamo-Santander che ci permette un weekend lungo di 4 giorni, dal 20 a 24 ottobre: perfetto! Noleggiamo un’auto con il nostro solito broker, economycarrentals.com: un minivan Citroen Berlingo, comodo e spazioso visto che siamo 5 e vogliamo girare parecchio. Per i pernottamenti, abbozzato il tour cerchiamo su booking degli alberghi che abbiamo una doppia e una tripla disponibili. Decidiamo di dormire a Santander la prima notte, visto che arriviamo là di sera, dopodiché San Sebastian, Pamplona e Bilbao, lungo un giro ad anello che ci riporti a Santander la domenica sera per il volo di rientro.

MERCOLEDÌ 20/10 – SANTANDER

Arriviamo in perfetto orario a Santander alle 21.20, recuperiamo l’auto e attiviamo Rosssario, il nostro navigatore (cambia nome a seconda della nazione, ed essendo in Spagna ci voleva un nome… caliente!) che ci porta rapidamente all’hotel, vicino alla spiaggia del Sardinero. Santander ci sembra una bella città, molto signorile, con un lungomare chilometrico molto curato e fiorito; l’hotel, molto spazioso ma un po’ old-fashoned, è in un grazioso quartiere residenziale di ville inizio secolo, a pochi metri dal mare. Lasciati i bagagli, torniamo in centro e cerchiamo un posto per cenare; i locali sono tutti abbastanza vuoti, ma in fondo è mercoledì, e c’è pure una partita di calcio spagnolo in TV. Mangiamo (bene) alla Bodega Mazon, dove sono esposti enormi orci di terracotta per il vino.

GIOVEDÌ 21/10 – LA COSTA BASCA

Lasciata la camera, andiamo a far colazione in un bar di fronte al mare. La spiaggia è splendida, e ci sono un sacco di persone che corrono, passeggiano col cane e…fanno il bagno! Brrr che coraggiosi. Non fa freddo e c’è un bel sole, ma da lì a fare il bagno… Salutiamo Santander, che decidiamo di non approfondire oltre, e prendiamo l’autostrada (gratuita) fino a Guernica, dove usciamo per raggiungere la costa. Facciamo una deviazione per il “Bosque pintado” (cioè bosco dipinto), vicino alla grotta di Santimamine, ma purtroppo non lasciano più raggiungere il sito con l’auto e c’è un sentiero di ben 3 km da fare a piedi.. Coi tempi non ce la facciamo, e lasciamo perdere. Si trattava di un bosco di pini in cui un pittore anni fa aveva decorato i tronchi con sagome astratte che, viste in prospettiva, andavano a comporre figure e paesaggi. Molto particolare, peccato. Lungo splendide valli verdi, ricche di boschi e prati dove pascolano centinaia di mucche, pecore e cavalli, arriviamo al mare, a Elantxobe. La costa è rocciosa, e i boschi si buttano letteralmente in mare; sembra di essere in Irlanda. Qua e là si aprono belle spiagge rosate, le più belle in zona Lada e Laga; essendo oceaniche, le spiagge si ampliano e si restringono moltissimo secondo le maree. Ad ogni foce di fiume, un fiordo molto profondo taglia la costa, e anche la strada fa lunghi ghirigori per passare oltre. L’atmosfera un po’ da “fuori stagione” ci piace molto, non c’è nessuno sulla litoranea e la giornata è calda e assolata: che meraviglia! Ci fermiamo per pranzare con qualche tapa (qua li chiamano pintxos) a Lekeitio, dove c’è un bel porticciolo di pesca e una chiesa gotica che però all’ora di pranzo è chiusa.Risaliamo la costa fino a Getaria, dove c’è un grande porto pieno di pescherecci e un grazioso mini-centro storico di poche case antiche. Qui molte famiglie di pescatori fecero enormi fortune a Terranova con la pesca dei merluzzi, e divennero armatori di intere flotte, alcune delle quali servirono poi per la scoperta delle Americhe. Molto caratteristica la chiesa romanica, con la strada che…ci passa sotto! Ancora qualche km di questa bella strada costiera, che fino alla fine è quasi tutta per noi, e siamo a S.Sebastian. La città nella sua parte meno antica ci ricorda molto i grandi boulevard alla francese; il casco viejo invece è davvero spagnolo, e i locali di pintxos sono innumerevoli. C’è un ponte verde di inizio secolo che attraversa il fiume, e una bella zona pedonale affacciata sulla baia della Concha, dove un sacco di gente si gode il tramonto di fronte al mare, sulle panchine. Per cena ovviamente.. Un giro di pintxos, cozze comprese! Per la notte, visti i prezzi folli di S.Sebastian centro, abbiamo trovato posto in un hotel sulla collina a sinistra della città, con un bel panorama del faro e del mare. Certo che senza le coordinate GPS del nostro Rossssario non l’avremmo mai trovato.

VENERDI 22/10 – I PIRENEI DI NAVARRA

Dopo un’ottima colazione in hotel, lasciamo la costa in direzione sud, verso Pamplona e la Navarra. Deviamo però a un certo punto verso i Pirenei, perché vogliamo andare a vedere Roncisvalle, dove ci fu la leggendaria battaglia tra Carlo Magno (che le prese sonoramente) e i Mori, e da dove parte il tratto spagnolo del Camino de Santiago. Arriviamo tra bei prati verdi, ma il panorama è decisamente cambiato rispetto alla costa basca: i colori gialli e marrone della campagna ci ricordano che siamo in Spagna. Roncisvalle ospita un ricco santuario, con una bella chiesa romanica, e un grande ospizio dei pellegrini. Da qui a Santiago ci sono 790 km.; diversi viandanti a piedi, con lo zaino in spalla e il classico bastone dei pellegrini, passano scendendo verso Pamplona. Tagliando le colline senza scendere in pianura, ci dirigiamo verso la valle del Salazar. Passiamo in zone quasi deserte, dove l’uomo si nota sola in pochi paesini minuscoli, dalle belle persiane rosse (il rosso è il colore della Navarra) e sono gli animali al pascolo, bovini e tante, tantissime pecore, a fare da padroni. Queste zone sono davvero affascinanti, solo in Francia ci era capitato di vedere un pezzo d’Europa ancora così poco popolato, di sicuro simile al panorama che vedevano i pellegrini mediovali. In alto volteggiano centinaia di rapaci di ogni dimensione; in queste aree, complice anche la ricchezza di prede, sono stati reintrodotti con grande successo l’avvoltoio e il grifone, ormai estinti. Le dimensioni di questi rapaci sono davvero gigantesche. Ci fermiamo al belvedere delle gole di Arbajun: che spettacolo! Il fiume ha scavato per più di 6 km una gola gigantesca, profonda più di 300 m., totalmente inaccessibile all’uomo. Il belvedere, molto ben segnalato lungo la strada, permette di gustarsi un panorama eccezionale; questo è uno dei posti più belli che vedremo durante il nostro tour. Poco dopo le gole di Arbajun, si arriva a Lumbier. Nei pressi del paese, ci sono altre gole, più piccole (poco più di un km) ma visitabili a piedi lungo una comodissima strada sterrata che le percorre tutte. Lungo queste gole infatti, fino a inizio secolo passava la ferrovia. Pagati due euro al forestale all’ingresso, ci incamminiamo, e passato un breve tunnel eccoci nella gola: bei colori autunnali della vegetazione, e ovviamente tanti rapaci in alto.. Ci fa un po’ impressione camminare sotto lo sguardo vigile degli avvoltoi che ci osservano dai loro nidi, su in alto. Ci sentiamo un po’ come nei cartoni animati, basterebbe una distrazione e… gnam! Lasciata Lumbier, attraversiamo un’area grandissima dove stanno costruendo una nuova autostrada. Poco distante, c’è il monastero di Leyre, antichissimo (fondato ben prima dell’anno 1000), con una bella chiesa dallo splendido portale gotico e un ampio panorama sul lago (che in realtà è un invaso artificiale). Il posto però un po’ ci delude: ci aspettavamo qualcosa di più caratteristico. Sulla via verso Pamplona, ci fermiamo a Sanguesa, che dovrebbe avere un bel centro storico e una chiesa che è definita “la perla del Romanico di Navarra”. Purtroppo però, la chiesa è aperta solo la mattina.. Che disdetta! Il paese ha molte belle case rinascimentali dai caratteristici sottotetti di legno intarsiato, davvero particolari. Peccato però che questi palazzi, a parte uno che è sede del Municipio, stiano letteralmente cadendo a pezzi. Speriamo che Sanguesa scopra presto il turismo! Sono ormai le 18, e siamo a Pamplona. Il nostro hotel è nei pressi dell’aeroporto; è un tre stelle decisamente bello, ma c’era una super-offerta per il fuori stagione, e avendo l’auto per noi non è un problema. Anche questo hotel, senza coordinate GPS non l’avremmo trovato, perché le vie di questo nuovo quartiere sono senza nome. Dopo un riposino, andiamo in città per cena. Lasciamo l’auto in un park sotterraneo proprio nella piazza principale, e poi facciamo una bella passeggiata nel casco viejo, dove ammiriamo soprattutto il municipio, una costruzione ricchissima di decorazioni, che illuminata è davvero bella. Le vie sono affollate di gente che consuma il rito delle tapas. Noi ceniamo in un asador, senza infamia e senza lode.

SABATO 23/10 – VITORIA E BILBAO

Torniamo nella città vecchia, per fare colazione e soprattutto visitare la cattedrale, che ieri sera era già chiusa. Ci piace molto davvero. Lasciamo la Navarra per Vitoria, capitale dei Paesi Baschi, dove arriviamo in un’oretta di comoda autostrada. Finora abbiamo trovato pochi tratti a pagamento, e decisamente poco costosi. Altro che la nostra Pianura padana! A Vitoria il casco viejo è un’insieme di vie avvolte attorno ad una collinetta ovale; ad un’estremità c’è la cattedrale, all’altra una grande piazza. Per prima cosa visitiamo la cattedrale, che è in restauro da una decina d’anni, ma il cantiere si può visitare. L’iniziativa è molto interessante: dotati di caschetto, entriamo ad osservare i lavori, spiegati da un video; la chiesa era a rischio di completa implosione, cosa che ha richiesto interventi molto pesanti sulle sottostrutture portanti, ma ha portato alla luce tutta la storia della città, che aveva avuto origine al tempo dei romani proprio accanto alla cattedrale. Usciti dalla cattedrale, troviamo per le vie i partecipanti a moltissimi matrimoni, sia civili che religiosi, di cui osserviamo rapiti le misés (alcune davvero improbabili). Arriviamo fino all’altro estremo del casco viejo, e dopo un rapido kebab presso un indiano che aveva lavorato alcuni anni a Brescia, ritorniamo all’auto. Vitoria ci ha piacevolmente sorpreso, sicuramente più interessante di Pamplona, che ci pare vivere di rendita con S.Firmin e la corsa dei tori. Riprendiamo l’autostrada verso Bilbao, dove dormiremo. La periferia di Bilbao è impressionante: enormi impianti industriali e petrolchimici, km e km di svincoli e tangenziali, brutti quartieri dormitorio ma anche uno splendido parco urbano, curatissimo. Il passato industriale della città è ancora fortemente presente. Vogliamo uscire dall’autostrada alla Portugueta, vicino al porto, per visitare il “Puente colgante” (cioè ponte collegante), patrimonio Unesco, ma il navigatore non è aggiornato alle ultime novità della tangenziale di Bilbao, che è in completo rifacimento, e giriamo parecchio prima di trovarlo. Il ponte è una struttura in ferro di fine ottocento, che anziché reggere la classica strada per le auto e i pedoni, fa scorrere tra le due rive del fiume una piattaforma mobile su cui trovano posto una decina di auto alla volta. Davvero strana questa soluzione, ma funzionale alla necessità di lasciare una luce libera sotto il ponte sufficiente al passaggio delle navi. Saliamo con l’ascensore fino alla passerella panoramica, su in alto: il panorama è ampio, anche se da qui la città non si vede; pannelli illustrano la storia del ponte, e sotto i piedi (..un po’ impressionante, guardar giù, a dir la verità) si vede passare avanti e indietro il carrello con le auto. La visita merita assolutamente. Ritorniamo verso la città, fino al Guggenheim. Esternamente è incredibile, ha la forma di un fior di loto che si alza dalle acque.. Lucido per il titanio che lo riveste, ogni scorcio è diverso. Eccezionale. Imprescindibile anche la visita all’interno: anche se di arte contemporanea non capiamo nulla, già solo la visita dell’atrio interno, che si può osservare da tre diversi livelli, vale la pena. Eppoi, per nostra fortuna c’è una mostra temporanea di pittori fiamminghi (questi si che li capiamo!) ed essendo già le 17, il biglietto ha pure uno sconto: bene! Visitiamo anche la sezione di arte contemporanea, ma a parte poter dire di aver visto un Warhol dal vivo, confermiamo la nostra incompatibilità! Raggiungiamo l’hotel, che è lungo il fiume proprio di fronte al casco viejo. E’ molto spartano, ma è pulito, ha un parcheggio interno a pagamento (il parcheggio lungo le vie è pura utopia.. E oggi è anche sabato!) e ci permette di raggiungere a piedi in 5 minuti il centro con i locali. Le strade sono affollate di gente, ci colpisce come anche le persone di mezza età ed anziane siano in giro per locali, con un bel bicchiere di vino in mano a chiacchierare. Passeggiamo in su e in giù, c’è una maratona in corso lungo il fiume; le vie del centro sono carine, anche qui ci sono i classici balconi verandati, tipici di questa zona. Ceniamo ottimamente in uno dei locali, che difatti è affollato di gente del posto.

DOMENICA 24/10 – LA CANTABRIA

Oggi il tempo promette pioggia. Ci è già andata più che bene, finora nemmeno una nuvola! Dopo una bella colazione con cioccolata calda e i churros, che L. Aspettava da quando siamo partiti, visitiamo rapidamente la cattedrale, che ieri sera era chiusa, e poi lasciamo Bilbao per la Cantabria. Raggiungiamo Puente Viesgo, dove c’è la Cueva del Castillo, una grotta ricca di pitture rupestri. Tutta la zona è punteggiata di grotte abitate in epoca preistorica; qua vicino c’è anche la famosissima Altamira, definita la “cappella sistina dell’arte rupestre”, ma non si visita più perché le pitture stavano soccombendo all’umidità prodotta dai visitatori. C’è una copia poco distante, ma noi preferiamo vedere qualcosa di meno eccezionale, ma vero. Arriviamo alla grotta ed inizia a piovere… anzi, diluvia! La nostra visita guidata parte dopo una mezz’oretta, e nel frattempo leggiamo la storia della grotta e della sua scoperta su grandi pannelli luminosi. Il sito è importantissimo per l’archeologia, perché è stato abitato per più di 500.000 anni e permette perciò di studiare l’intera evoluzione dell’uomo, dal Cro-Magnon all’uomo moderno. Dal punto di vista più spettacolare, poi, ci sono ben 20.000 pitture rupestri, soprattutto animali (bisonti, mammuth, cervi, cavalli, ecc) e mani umane (colorate in negativo, cioè soffiando il pigmento intorno alla mano) ma anche figure geometriche di cui non si sa il significato. La guida è molto brava e coinvolgente, e la visita, che dura un’oretta, ci affascina. Tra l’altro, l’ingresso costa solo 2 euro a testa: in Francia ce ne avrebbero chiesti almeno 8! A pochi km dalla grotta c’è Santillana del mar. Si tratta di un borgo medievale molto caratteristico, perché splendidamente intatto: c’è la chiesa, le case dei mercanti, il lavatoio, le strade acciottolate. E’ un sito molto turistico, difatti ogni casa ospita un ristorante o una bottega di prodotti tipici e souvenir, ma la visita vale la pena. Tra l’altro, la pioggia si è sfogata mentre stavamo mangiando, e durante il giro ci dà tregua. Abbiamo ancora un paio d’ore di tempo prima di riconsegnare l’auto in aeroporto, e decidiamo di andare ancora fino alla costa, a Comillas. Qui facciamo l’ultima passeggiata sulla spiaggia, di fronte ad un mare mosso e un cielo nero davvero affascinanti, poi cerchiamo il famoso “Capricho de Gaudì”, una delle poche costruzioni dell’architetto catalano al di fuori della sua terra. Seguendo le indicazioni stradali, arriviamo al cancello (è una villa privata, immersa nel verde) ma la domenica si visita solo la mattina. Cerchiamo allora il modo di poterla perlomeno vedere da distante, e dopo un paio di tentativi riusciamo nell’impresa: bisogna entrare nel parco pubbico che porta al Palacio de Sobrellana, che è proprio accanto al Capricho, e da lì se ne può vedere un bello scorcio, oltre che un grande panorama sulla costa e il mare. Il Palacio stesso merita uno sguardo: è opera di un altro catalano, Martorell, ed è in uno stile così neogotico che potrebbe quasi essere la casa della famiglia Addams, se non fosse così grande! Dopo un salto nella piazza di Comillas, molto carina e contornata di case mediavali ben conservate, ci dirigiamo all’aeroporto di Santander per il rientro. Questo tour ci è piaciuto davvero tanto, alla scoperta di un angolo di Spagna davvero…poco spagnolo!



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