Dimenticatevi Vietri: la vera città delle ceramiche nel Sud Italia è un piccolo gioiello di storia della Puglia
Cammino per le viuzze di un centro storico realizzato sul modello tipicamente pugliese, circondato da voci, colori, monumenti e arte esposta. Il mio viaggio antropologico lungo la storia della Puglia passa oggi da Grottaglie, una delle capitali italiane della ceramica. Il Castello Episcopio domina la vista, con quella sua imponenza e quella sua eleganza non troppo nascosta. Sotto, quasi in religiosa devozione, un quartiere speciale, un avamposto dell’artigianato che conserva tesori frutto di una maestria antica. Le botteghe dei mastri ceramisti sono lì, ferme da secoli, con quelle strutture costruite nella roccia e affacciate su balconi panoramici che si mostrano rustici, semplici. Sono venuto a Grottaglie per provare da vicino la particolarità di questa arte, per capire come funziona la lavorazione e per fare una sorta di analisi storica all’origine.
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La ceramica di Grottaglie: quando il quotidiano diventa straordinario
La nascita della tradizione grottagliese parte dalla natura argillosa del territorio sul quale poggia il comune pugliese. Con tanta materia prima diventava quindi naturale sviluppare un tipo di lavorazione specifica, che valorizzasse il materiale e cercasse di soddisfare le esigenze della comunità. La ceramica aveva uno scopo sociale: serviva alla conservazione del cibo, del vino, delle provviste tutte. Era quella che veniva definita con il termine di “ceramica d’uso”.
Ogni famiglia conservava in casa una cinquantina di manufatti, di dimensioni differenti. Se venite in Puglia e fate un giro per i tanti mercatini che affollano questo angolo di paradiso italico, troverete sicuramente manufatti dai colori incredibilmente vivaci (i pumi) e grandi recipienti utilizzati, oggi, come ornamento per giardini e balconi signorili (i capasuni).
La lavorazione
Entrando in una delle botteghe più antiche di Grottaglie, ho avuto la possibilità di vedere da vicino come funziona la lavorazione dell’argilla. Vi assicuro che è un processo lungo e complicato, in cui la mano dell’artigiano fa la differenza. Il tornio, per me, si è dimostrato un nemico impossibile da domare. Seduto su quella sedia, intento a lavorare la materia sul modello Swayze, sono riuscito a produrre un manufatto dalla forma indescrivibile.
Tornando a noi, volendo andare nello specifico, vi dico che i primi torni furono introdotti dai Greci ed erano scavati nella pietra; da questi, poi, sono stati creati quelli in legno e quelli elettrici, utilizzati oggi. Coloro che erano destinati a diventare mastri ceramisti venivano mandati a bottega fin da bambini, con l’obiettivo dichiarato di riuscire a sviluppare una sapienza artigianale per ogni fase del processo di creazione.
Le fasi da apprendere per realizzare un manufatto sono tante e molto complicate. Si parte con la “tirata”, quella che dà forma all’argilla attraverso un movimento verso l’alto che necessita di forza e tecnica. Si prosegue con l’introduzione nella lavorazione della “stecca” in ferro, utilissima per perfezionare la forma. Si conclude con la “toccata”, quella che consegna bellezza e sinuosità al pezzo.
Per quanto riguardo la pittura, la ceramica di Grottaglie ha preso positivamente spunto dalle tecniche perfette tramandate durante il Regno di Napoli, quelle stesse tecniche che hanno permesso di arrivare ad una perfezione stilistica basata anche sul grande uso di colori accesi e allegri.
Cosa vedere a Grottaglie
Volete ornare i vostri salotti, i vostri giardini, i vostri balconi? Bene, se la risposta è affermativa, allora vi consiglio di farvi due passi per questo centro storico. Ci sono proposte per tutte le tasche, botteghe in ogni dove. Se ancora non siete convinti su cosa acquistare fatevi anche un giro nel Museo della Ceramica (Castello Episcopio, Largo Maria Immacolata. Aperto dal martedì alla domenica 10-13 e 15.30-18.30), dove avrete l’opportunità di vedere manufatti dal XVII secolo fino ai giorni nostri.
Da ammirare anche la Chiesa e il Convento di San Francesco di Paola, ricostruiti in stile Barocco a inizio Settecento, oltre alla splendida Chiesa Madre di Maria Santissima Annunziata con la splendida cupola in ceramiche policrome.