Il luogo più inquinato al mondo si trova in Italia, ma l’uomo non c’entra: hai mai sentito parlare della Mefite?

Oggi ci avventuriamo niente di meno che verso la porta dell’inferno, un luogo che insospettabilmente si trova tra dolci colline e bellissimi borghi medievali, ma che sembra invece uscito da un racconto mitologico. Siamo nel cuore dell’Irpinia, a Rocca San Felice in provincia di Avellino, e più precisamente presso la sua Mefite: una pozza ribollente di gas e vapori sulfurei che da millenni spaventa e affascina chiunque le si avvicini. La Mefite di Rocca San Felice è un fenomeno naturale così potente, da essere stato identificato come il sito non vulcanico con la maggiore emissione di anidride carbonica al mondo. Virgilio ne “L’Eneide” descrive questo luogo come una delle porte degli inferi, in grado di condurre al sonno eterno chiunque vi si avvicini troppo. Ma questo e tanto altro rende Rocca San Felice un gioiello medievale pieno di storia e leggende.
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Il borgo di Rocca San Felice e di come la natura forgia la storia
Il borgo medievale di Rocca San Felice è senz’altro uno di quelli che sembra conservare assolutamente intatta la sua anima antica. A 750 metri sul livello del mare, il borgo si sviluppa attorno ai resti della sua antica fortezza longobarda, un tempo utilissima per difendere e sorvegliare il confine tra il Ducato di Benevento e quello di Salerno. Il Donjon, una torre cilindrica, ancora oggi è simbolo indiscusso di Rocca San Felice e la sua sommità regala, come possiamo immaginare, una vista incredibile e ineguagliabile sulle colline irpine. Del resto l’Irpinia è famosa per offrire alcune dei balconi panoramici più belli al mondo, non solo a Rocca San Felice. Al centro del borgo troviamo la piazza principale dominata dallo spettacolare “tiglio della libertà”, un tiglio ormai secolare piantato niente di meno che nel 1799 durante la Rivoluzione Napoletana.
Su questa suggestiva piazza si affaccia anche il Palazzo De Antonellis-Villani, con uno stupendo loggiato in pietra e la sua fontana monumentale, da sempre punto di riferimento e d’incontro per gli abitanti di Rocca San Felice. Per quanto riguarda l’architettura, meritano assolutamente una visita la Chiesa di Santa Maria maggiore, ricostruita negli anni ‘90 in seguito al terremoto del 1980, e il Santuario di Santa Felicita, situato oggi in un luogo dove anticamente veniva venerata la dea Mefite. Ed è proprio alla sua Mefite, che Rocca San Felice deve gran parte della sua notorietà, un posto incredibile che sembra trasportarci direttamente in un altro mondo.
La Mefite e il respiro antico della terra
A pochi minuti dal borgo, entrando nella Valle d’Ansanto, si percepisce improvvisamente un odore acre e pungente, che anticipa di molto lo spettacolo a cui si sta per assistere. La Mefite di Rocca San Felice si presenta visivamente come un piccolissimo lago di origine sulfurea, con acque che ribollono ininterrottamente grazie alle potenti esalazioni di gas che provengono dal sottosuolo. Il paesaggio circostante si discosta totalmente dal paesaggio irpino a cui siamo abituati, e si presenta spoglio, con un’atmosfera quasi lunare.
In questo luogo la vegetazione non sopravvive e gli animali ne stanno ben lontani, a causa di questa manifestazione geologica davvero unica nel suo genere. Davanti alla Mefite siamo di fronte ad un fenomeno naturale straordinario, con alcuni punti dove l’aria diventa irrespirabile, a causa del ribollire dell’acqua e le emissioni di anidride carbonica. Per secoli e secoli questo luogo è venerato e temuto, tanto da diventare un punto centrale e fondamentale dei culti delle popolazioni italiche: proprio qui sorgeva infatti un santuario dedicato alla dea Mefite, protettrice delle acque e della fertilità.
Gastronomia e tradizioni di Rocca San Felice
Come spesso accade, la storia di questi borghi segna così profondamente la vita e le abitudini dei suoi abitanti, da intrecciarsi strettamente con una tradizione gastronomica che riflette a pieno, nei suoi sapori, la forza e la resilienza della sua comunità. Simbolo di Rocca San Felice è sicuramente il pecorino di Carmasciano, un formaggio dal sapore davvero unico, dovuto ai pascoli ricchi di zolfo che caratterizzano la zona e conferiscono una nota aromatica particolare al latte delle pecore. Impossibile poi non assaggiare i Cravaiuoli, ravioli ripieni di ricotta di Carmasciano, l’agnello alla brace e la particolarissima pizza di ricotta con scaglie di cioccolato.
Rocca San Felice è anche rinomato per essere un borgo pieno di vita e di iniziative culturali: ogni strada si trasforma per esempio in un teatro vivente, durante il festival “Medioevo e la Rocca”, suggestiva rievocazione storica in cui praticamente tutto il paese indossa vestiti d’epoca. Tra danze medievali, spettacoli di falconeria e cibi cucinati rigorosamente seguendo antiche ricette, sembra veramente di fare un balzo indietro nel tempo.
E’ proprio questo armonico connubio di natura, storia e leggenda a rendere Rocca San Felice e la sua Mefite dei luoghi a dir poco straordinari. A contatto con i più grandi fenomeni della natura, lontano dalle rotte turistiche più battute, questo angolo quasi nascosto dell’Irpinia saprà sorprendervi con il suo fascino e il suo mistero.