È la capitale mondiale delle bollicine: in Francia c’è una città dove si brinda ad ogni angolo

Manuela Titta, 02 Ago 2024
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Lo Champagne non è semplicemente un vino, ma rappresenta una delle tante conquiste che sono state fatte in termini di tecnologia e gusto, un vino nato dal tentativo di controllare la fermentazione che da sempre accompagna la storia dell’uomo. Ma lo Champagne è anche e soprattutto una grandiosa esperienza sensoriale, in particolar modo quando gli abbinamenti a tavola sono perfetti. Se si pensa allo Champagne ci si proietta sempre verso un’idea di esclusività: il pregio di questo vino è indiscutibile e lo si percepisce come qualcosa di inarrivabile, quasi fosse un vino destinato solo alle grandissime occasioni. La storia ricca e blasonata, il successo planetario e la fama che lo contraddistinguono, lo rendono un prodotto dalle enormi aspettative. Ma cosa ha di così speciale e soprattutto dov’è che nasce? Facciamo un viaggio nella sua zona di produzione, per conoscere la capitale mondiale delle bollicine. 

La strada dello Champagne

Quando si arriva in auto e ci si addentra nei percorsi segnalati, ma non si ha ben chiaro cosa aspettarsi: il luogo dove nasce lo Champagne è una dimensione dalle caratteristiche omogenee, dove si susseguono delle dolci colline interamente dedicate alla viticoltura. È un viaggio lento fatto di stradine a ridosso dei filari, tutti perfettamente curati a creare un paesaggio armonioso, interrotto qua e là da piccoli paesi. Questa dimensione così raccolta sembra molto distante da tutta la scintillante immagine del vino più desiderato al mondo, eppure è così: i vigneti delle marche più famose sono accanto a quelli di piccoli produttori che vantano, però, tutta la tradizione che c’è dietro questa straordinaria produzione. Farsi un’idea di questi luoghi significa non solo percorrere un viaggio in mezzo ad uno scenario particolarmente bello e affascinante, ma significa anche ripercorrere le antiche strade che un tempo venivano battute dai cavalli che trasportavano le bottiglie per essere vendute.

Il cuore 

Al centro di tutto ciò spicca la cittadina di Epernay che, insieme a  Reims, rappresenta il cuore pulsante, meta imperdibile per chiunque voglia vivere fino in fondo questa meravigliosa zona della Francia. Iniziamo con il dire che siamo non molto distanti da Parigi, a circa centocinquanta km: la zona dello Champagne si trova a est della capitale e si divide in cinque principali aree di coltivazione. Epernay è la capitale mondiale delle bollicine perchè che si trova al centro del “Champagne Tourist Route“, da qui si parte per tutti i circuiti che portano alle 114 cantine, in un viaggio tra i filari più famosi. Epernay stessa è un concentrato di Maison, basta andare in Avenue de Champagne; Château Perrier è sede del Museo del vino di Champagne e di Archeologia regionale, occasione formidabile per fare il pieno di notizie sull’universo che ruota intorno a questo vino. Ma facciamo un breve viaggio virtuale nella Maison che ha segnato davvero lo spartiacque nella storia dello Champagne: vediamo perché questa cantina  spicca su tutte le altre. 

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Le gallerie della Maison Mercier scavate nel gesso

Coraggio e lungimiranza

Questa celebre cantina fu fondata nel 1858 da Eugène Mercier, un imprenditore dalle iniziative dirompenti, la cui eredità ha cambiato e ha segnato la svolta nella storia dello Champagne. Capacità tecniche e grande visione, fanno di Mercier un uomo che, a soli venti anni, aveva già le idee chiare sul da farsi. Nel 1871 iniziò il progetto di scavo della cantina, che oggi attrae moltissimi visitatori perché stiamo parlando di ben diciotto km di tunnel. Queste gallerie sono percorribili grazie ad un trenino che sviluppa un percorso guidato, alla scoperta di questa incredibile struttura scavata nel gesso, la roccia sedimentaria che contraddistingue la zona dello Champagne.  Ad accogliere i visitatori alla Maison c’è la Grande botte che fu esposta all’Expo Universelle del 1889, un’opera voluta per contenere il corrispettivo di 200.000 bottiglie: fu una delle attrazioni in contemporanea con la Torre Eiffel. Grazie all’innovativa campagna pubblicitaria realizzata in collaborazione con i fratelli Lumière, Mercier rompeva tutti gli schemi intorno allo Champagne che, secondo lui, doveva diventare un vino apprezzato da tutti.  

I vitigni

Lo Champagne è un vino che si ottiene assemblando diverse varietà di uve, ma è possibile realizzarlo scegliendo solo il vitigno a bacca bianca: in questo caso si parla di un Blanc de Blancs, realizzato con Chardonnay. Partiamo proprio con questo vitigno che, ormai, ha conquistato tutto il mondo: è l’unico vitigno bianco in grado di dare quella struttura che permette di avere un ottimo spumante. La sua fortuna è proprio questa e, infatti, viene impiegato per le spumantizzazioni metodo classico anche negli altri paesi. È un vitigno originario della Borgogna dove ci registrano le prime testimonianze nel periodo medievale, grazie alle cure dei cistercensi dell’Abbazia di Pontigny. Alto livello di produzione e spiccata acidità, ne fanno il vitigno ideale non solo per la spumantizzazione, ma anche per i lunghi affinamenti. Lo Chardonnay è il vitigno principe della Côte des Blancs, a sud di Epernay, esattamente nella Marna: dona grande freschezza allo Champagne. 

Blanc de Noirs

Con questo termine si intendono gli spumanti ottenuti da uve a bacca nera: stiamo parlando degli altri due vitigni che sono impiegati per lo Champagne. Gran carattere e struttura per questi vini ottenuti con la vinificazione in bianco, una pigiatura soffice che evita la colorazione rossa, grazie anche alla separazione immediata delle bucce dal mosto. 

Meunier

Il Pinot Meunier prende il suo nome dalla parte inferiore della foglia che sembra, apparentemente, imbiancata di farina: Meunier in francese significa mugnaio. Questo vitigno risulta più affidabile, in termini di produzione, nelle zone più fredde che sono a rischio gelate primaverili, prevalente nella Vallée de la Marne. In cuvée con gli altri due vitigni, rende il vino più armonico e apporta rotondità. 

Pinot Noir

Questo vitigno è il 38% dei vigneti della Champagne, il principale della Montagne de Reims e della Côte des Bar: rotondo e fruttato, con gli aromi di frutti rossi, questo vitigno dona allo Champagne corpo e struttura avvolgente. 

Abbinamenti

Quando si tratta di bollicine è sempre buona abitudine tener presente il dosaggio zuccherino del nostro spumante, per poter procedere al meglio con gli abbinamenti. Extra Brut e Brut Nature sono i vini con la minor quantità di zucchero, particolarmente secchi, si abbinano con piatti poco strutturati. Sono ideali per l’aperitivo, i carpacci e crudités sia di pesce che di verdure e, ovviamente, le ostriche: qui si può apprezzare tutta la freschezza e la finezza delle bollicine. Va sempre tenuto presente che vino e piatto devono trovare un bilanciamento in modo che nessuno dei due sovrasti l’altro: in generale si sconsigliano piatti troppo salati o piccanti che possono compromettere la degustazione. Il Brut è il dosaggio maggiormente in uso per gli champagne e grazie alla sua grande versatilità si abbina molto facilmente. Si può usare tutto pasto, tenendo sempre presente che si prediligono sempre piatti non particolarmente complessi: va benissimo con un secondo di pesce al forno o alla griglia, formaggi freschi e mediamente stagionati, torte salate. Come regole generali basta tener presente questo: se abbiamo una spiccata tendenza acida abbiniamo piatti di mare, ma anche formaggi di capra e salumi. Con un buon equilibrio di zuccheri e acidità scegliamo piatti più elaborati come primi, carne, pesce e anche i formaggi a pasta molle. Con un maggior residuo zuccherino abbiniamo, secondo la regola della concordanza, i dolci, ma anche foie gras e formaggi erborinati.
Con lo Champagne Rosé si possono abbinare a salumi pregiati, in modo che la consistenza dei grassi risulti abbastanza morbida: la capacità naturale delle bollicine di ripulire il cavo orale, darà quella sensazione di perfetta armonia con il cibo, regalando estrema freschezza.



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