Circondato da mura che lo proteggono come un abbraccio, il “Borgo dei Borghi” friulano è la terra… delle zucche!

Un borgo rinato dalle macerie, più bello che mai! Un antico sentiero celtico che vi farà scoprire le bellezze naturalistiche di questo luogo.
Cristian Vicari, 21 Giu 2024
circondato da mura che lo proteggono come un abbraccio, il “borgo dei borghi” friulano è la terra... delle zucche!
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Tra le foreste delle Alpi carniche, Venzone è un piccolo scorcio sul passato, un borgo fermo al Trecento, un museo a cielo aperto. Dichiarata monumento nazionale e vincitrice del premio “Borgo dei Borghi” nel 2017, Venzone rimane poco nota fuori regione, ma rappresenta uno dei migliori esempi di restauro architettonico. 

Un nome, di origine prelatina, da “Avenzon” , quindi Avenzone e infine Venzone; un nome che deriva sicuramente dalla vicinanza del torrente Verzonassa. Il territorio di Venzone era sicuramente già un centro abitato prima e durante il periodo romano, il primo nucleo urbano delle Venzone medievale risale quasi sicuramente al periodo carolingio. In seguito, con un diploma del 1001 i privilegi sulle “chiuse”, ovvero il controllo sul passaggio lungo la via Julia, vennero dati al Patriarcato di Aquilea. Solo però nel Duecento, quando il Patriarca concesse in fedo il borgo alla famiglia Mels, di qui a poco, Venzone sviluppò istituzione del mercato settimanale. Un territorio costantemente rivendicato dai vari poteri locali, ma questo non impedì a Venzone di trarre comunque profitto dai commerci. Questo borgo si arricchì di numerosi edifici religiosi e laici, come ad esempio, l’ampliamento del Duomo- che fece salire la rivalità tra Venzone e Gemona- la costruzione di svariate chiese, del campanile, molte abitazioni e del Palazzo Comunale. 

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La gloria, la tragedia e la rinascita

Nel 1420, quando il Principato Patriarcale del Friuli cessò d’esistere, Venzone entrò a far parte della Repubblica veneziana, nel 1509, durante la guerra con la lega di Cambrai, un suo concittadino, Antonio Bidernuccio, con altri quaranta uomini, sconfisse e ridusse alla fuga un contingente imperiale, a questo periodo ci furono altri lavori di abbellimento del borgo, chiaramente in stile veneziano. Ma una tragedia si abbatte su questo meraviglioso luogo, il borgo venne completamente raso al suolo nel 1976, da un terribile sciame sismico che distrusse gran parte degli edifici in tutta la regione. Grazie ai vari aiuti ricevuto e all’instancabile lavoro dei suoi abitanti, Venzone risorse. Venne riedificato il Palazzo comunale, il centro storico nel 1988 e infine il Duomo del 1995, Quasi tutti gli edifici del borgo vennero restaurati seguendo il processo dell’anastilosi, le pietre degli edifici vennero raccolte, numerate e riposizionate nel modo più fedele possibile. 

Un borgo che grazie a questo enorme lavoro, oggi gode di un primato, e merita tutta la sua bellezza e ammirazione, addentrandoci nel centro storico una delle mete più visitate è indubbiamente il Duomo, del XIV secolo, interessante esempio di connubio tra il gusto tosco- marchigiano e lo stile gotico d’oltralpe. Poco distante, la cappella di san Michele, edificio del Duecento, è oggi sede delle Mummie di Venzone. Si tratta di spoglie mummificate, la prima rinvenuta nel 1647, una pratica non di mummificazione (sepoltura) ma di una particolare muffa. 

Un sentiero che porta alla pace dei sensi e fa scoprire tanta arte 

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Attorno al borgo, seguendo i sentieri, si possono esplorare il Parco naturale delle Prealpi Giulie, passeggiate attraverso l’antico sentiero celtico che collega diverse chiesette medievali che circondano Venzone, come la Chiesa dei Santi Anna e Giacomo, eretta tra i secoli X-XI, questa chiesa era annesso a un romitorio, ovvero un luogo isolato dove vivevano coloro che praticavano una vita eremitica. All’interno di questa chiesa sono ancora visibili degli affreschi del Trecento, e conservato un altare ligneo seicentesco, proseguendo si potrà visitare la chiesa di Santa Caterina e, attraversando il torrente Venzonassa, la chiesa di Sant’Antonio Abate. 

Una bellissima festa, arancione e allegra

A ottobre c’è aria di festa a Venzone, la Festa della Zucca, che ha una storia, quasi trent’anni fa, si basa su una vecchia storia popolare, secondo cui il popolo di Venzone fu beffato dal costruttore del campanile. La storia narra, infatti, che dare le ristrettezze finanziarie n cui si trovava il borgo, al mastro non fu pagato l’intero compenso, così egli, salì sull’impalcatura, ancora presente, fino in cima al campanile, si riprese la sfera d’oro del pinnacolo e la sostituì con una zucca fresca. Solo dopo diverso tempo i venzonesi si accorsero della burla. 

Venzone è quindi una meta di eccellenza, un luogo rinomato, con una storia che fa riflettere, spirito di intraprendenza degli abitanti, voglia di rinascere e sperare. La sua storia, combattente, di un popolo fiero del proprio luogo di nascita è la vostra meta futura!



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