Ai piedi dei grattacieli, ma immersa nel verde: ecco il luogo dove 900 anni fa è nato uno dei formaggi più amati dagli italiani (e non solo)
Il suo nome è da sempre associato alla ricchezza enogastronomica italiana, i cui prodotti e le tavole imbandite sono un simbolo stesso della nostra cultura popolare. Ma forse sono in pochi a sapere che questo formaggio, così amato e diffuso in tutto il mondo, ha una origine tanto insolita quanto umile. Nel corso del Medioevo, infatti, tanti dei prodotti che costituiscono le fondamenta della dieta mediterranea nacquero, o vennero affinati, proprio all’interno dei monasteri e delle abbazie, luoghi di spiritualità ma anche centri produttivi e di conservazione della cultura. Ed è ciò che è avvenuto con il Grana Padano, la cui ricchezza di sapore è, da quasi 900 anni, sinonimo del miglior made in Italy.
Indice dei contenuti
Una tradizione antica che affonda le proprie radici in epoca medievale
Il Grana Padano è uno dei prodotti italiani DOP più richiesti e venduti e, rappresenta una vera e propria eccellenza italiana apprezzata e riconosciuta in tutto il mondo. Se siete curiosi di conoscere qualcosina in più sulle sue origini, allora, quanto descritto nelle prossime righe vi piacerà sicuramente. I numerosi documenti e i racconti tramandati nel corso del tempo, ci dicono che il Grana Padano nacque quasi mille anni fa, nel 1135, in quella che oggi conosciamo come abbazia di Chiaravalle, a Milano. Fu proprio qui, un meraviglioso complesso monastico cistercense di stampo gotico che, grazie al sapiente lavoro dei frati del posto diventati casari, veri e propri maestri nell’arte del formaggio, nacque il Grana Padano. Originariamente chiamato “Caseus Vetus”, che significa Formaggio Vecchio, venne poi ribattezzato “Formai De Grana”.
È solo nel 1951, con la Conferenza Europea di Stresa, che il Grana, nato nell’abbazia di Chiaravalle, lavorato nelle zone del Piacentino e del nord del fiume Po divenne ufficialmente Grana Padano. Per produrre anche solo una forma di questo delizioso formaggio servono sapienza, competenza e passione, fondamentali imprescindibili, da applicare in tutti i passaggi della catena produttiva. Una delle caratteristiche fondamentali del Grana è l’utilizzo esclusivo del latte proveniente dalle stalle della zona di produzione che, può essere raccolto in non più di due mungiture nello stesso giorno. Un’ ulteriore peculiarità delle forme di Grana Padano DOP è la loro stagionatura, variabile da un periodo di tempo minimo di nove mesi fino a venti ed oltre. Insomma, cos’altro dire se non riconoscere la grandezza di questo prodotto davvero speciale e dal gusto unico ed inimitabile che, sorprende e delizia il nostro palato ad ogni minimo assaggio.
L’Abbazia di Chiaravalle, un tesoro tutto italiano
Divenuta famosa, come già anticipato, per l’invenzione del prestigioso quanto rinomato formaggio, l’Abbazia di Chiaravalle è anche una struttura dal fascino unico, esempio perfetto di architettura gotica ottimamente conservato. Il complesso monastico si trova nel quadrante sud-ovest di Milano, una zona agricola e verdissima che sembra lontanissima dall’atmosfera moderna del capoluogo lombardo, ma che dista meno di 10 chilometri dal Duomo di Milano, e si raggiunge in appena mezz’ora in automobile o con i mezzi pubblici (Metropolitana linea M3 fino a Corvetto, poi autobus 77). Ancor più precisamente, ci troviamo nell’area naturale protetta del Parco agricolo Sud Milano, nato con lo scopo di valorizzare e proteggere l’economia agricola della zona, a tratti caratteristici della Pianura Padana.
L’ingresso al Monastero di Santa Maria di Chiaravalle è davvero suggestivo, introdotto da una torre cinquecentesca. Una volta entrati, poi, si rimane colpiti dalla bellezza degli affreschi, del magnifico piazzale, del curatissimo e delizioso chiostro duecentesco e, dei resti delle antiche mura erette a difesa del luogo. Infine, non può passare inosservata la torre nolare, detta Ciribiciaccola, caratterizzata dall’abbondanza di archetti pensili di tante forme diverse, affascinanti e davvero belle a vedersi, che si estendono su più livelli seguendo una successione geometrica di particolare pregio, prima di culminare in una guglia conica che pare quasi voler imitare la forma di un trullo. Complessivamente, la torre arriva poco oltre i 56 metri d’altezza, dominando una zona prevalentemente agricola e dunque fungendo da elemento ideale di raccordo tra la vita nei campi e quella spirituale che ancora oggi va avanti nel perimetro di Chiaravalle.