Danimarca: terra per bambini

Una settimana on the road con una bimba di 4 anni tra castelli, sabbie, navi vichinghe e uomini primitivi, dalla capitale Copenaghen sino alla punta estrema della penisola
Scritto da: ck910
danimarca: terra per bambini
Partenza il: 11/06/2016
Ritorno il: 19/06/2016
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
11-19 giugno: queste le date del viaggio che è iniziato e concluso nella capitale, Copenaghen, con un’ottima offerta volo Ryanair. Ma i prezzi favorevoli si esauriscono o quasi con il volo stesso. Ho chiamato questo racconto “terra per bambini” perché’ c’è un luogo, a Odense, la città natale del famoso scrittore di fiabe H.C. Andersen, che per loro è magico, ma soprattutto perché’ c’è un così grande mix di storia e modernità, di città e natura, che coesiste e che lascia tutti noi viaggiatori a bocca aperta a meravigliarci, proprio come fanno i bimbi.

Ecco anzitutto qualche consiglio pratico

– In pratica c’è una sola grande strada che attraversa il paese, quindi se si entra nell’ora di punta il traffico è pazzesco. Da tenere presente nella programmazione degli spostamenti.

– I negozi aprono alle 10 e chiudono alle 17: a partire da quest’ora scordatevi di vedere anima viva in giro, anche se il sole splenderà alto nel cielo ancora per molto non avrete nessun posto da visitare.

– La cena è tassativamente dalle 18 alle 20, se vedete qualche posto ancora aperto dopo quell’orario è solo per portarvi da bere ma non vi cucineranno

– Il mio consiglio quindi è fare un veloce pranzo al sacco per sfruttare in pieno l’orario di apertura, poi dopo le 17 concedervi un po’ di ristoro dalla giornata, andare a fare cena alle 19 max. oppure utilizzare le 2 ore dalle 17 alle 19 per spostarvi da un luogo a un altro.

– L’autobus per andare da Copenaghen a Malmö è molto affollato e soprattutto non dimenticate il documento di identità perché’ si va in un altro stato: io non solo sono rimasta a piedi, ma avevo anche lasciato le c.i. nella cassaforte dell’hotel e giravo con le copie.

– Se andate con bambini, ma vale anche per noi adulti, prima di partire leggete le più famose fiabe di Andersen perché’ ci saranno molto spesso riferimenti o citazioni.

– Molti hotel e appartamenti non hanno tende oscuranti, non si sa perché’ dato che il sole tramonta tardi e sorge molto presto. In un appartamento a Skagen ho usato degli asciugamani scuri per coprire la finestra, è bene portarsi qualcosa per limitare i danni. C’è da dire che gli hotel più seri (significa costosi) non hanno di questi problemi. Comunque cvi consiglio di cercare questo particolare nelle recensioni.

Ora ecco il tour vero e proprio con una piccola premessa: ho dormito 2 notti ad Odense perché’ il castello di Egeskov che volevo a tutti i costi visitare era chiuso per un festival privato il primo giorno. Però consiglio solo 1 notte e di usare la mezza giornata in più ad Aarhus. Per il resto come sempre tour assolutamente a misura di bimbo come orari e come spostamenti.

si parte!

Atterriamo a Copenaghen, noleggio auto, partiamo direzione Odense con una prima piccola deviazione per fare una foto con il ponte di Oresund: ho fatto la foto dalla cittadina di Dragor, circa 10 minuti dall’aeroporto costeggiando il mare. Arriviamo dopo 2h a Odense attraversando il ponte Storebealt che unisce le due isole danesi, costo 34 euro (240dkk) per auto solo andata (i costi si trovano sul sito). Arriviamo all’ora di cena, cittadina ovviamente deserta.

Il giorno dopo spendiamo mezza giornata nel meraviglioso luogo per bambini che si trova proprio accanto alla casa natale di Andersen (non visitata per ragioni di salute in quanto avevo un mal di schiena allucinante): il Tinderbox, in danese Fyrtojet, costo 80 dkk=11 euro, aperto però solo dal Venerdì alla Domenica. Ogni anno questa specie di museo-gioco viene allestito con una diversa fiaba: a noi è toccato il Soldatino di Stagno. Le bambine potevano vestirsi da ballerine così come le loro mamme, i maschi da soldatini insieme ai papà. Poi c’erano anche riferimenti alle altre fiabe, così che i bimbi in pratica vivono dentro di esse. Nel pomeriggio decidiamo di andare sino a Ribe ben 1h30’ solo andata: è la più antica città danese, ma, dovendo tornare a Odense, non ne è valsa la pena anche se sicuramente è piacevole passeggiare tra le vie curate di quella città. Restiamo solo mezz’ora, poi ripartiamo per fermarci a Fredericia, al Madsby Playpark: primo perché’ gratuito, secondo perché’ aperto sino alle 19. E’ un parco giochi con scivoli, macchinine, un piccolo zoo-fattoria e possibilità di fare bbq.

Il giorno seguente ci dirigiamo a sud verso il castello di Egeskov, costo adulti 124dkk (24 euro) ben spesi, peccato che la giornata fosse piovigginosa perché’ la bimba non ha potuto godere appieno dei giochi siti sul magnifico giardino. Ben tenuto, con un interessante visita autoguidata grazie ai volantini forniti all’ingresso, sono presenti anche esposizioni di auto e moto d’epoca, nonché’ di calessi, attrezzi agricoli, mobili e altri reperti appartenuti alla famiglia nobile nel corso della storia. Partiamo sotto la pioggia per andare dritti fino alla punta estrema, arriviamo a Skagen all’ora di cena, verso le 19, dopo 4 ore e mezzo di viaggio (con mezz’ora guadagnata grazie alle strade deserte del nord danese, mentre dalle 15 alle 17 l’autostrada è piena di traffico). Ci sistemiamo, andiamo subito a fare cena presso i ristorantini del porto, sotto il sole del tramonto che riscalda un po’ l’atmosfera leggermente fresca. Facciamo poi un giro presso questa bella cittadina di mare, ovviamente deserta a quell’ora, e rimpiango di non essere arrivata qualche ora prima, per godermela con i negozi aperti.

La mattina dopo, dopo una veloce spesa al supermercato per il pranzo al sacco, andiamo verso Grenen dove parte il trattore-pullman chiamato Sandormen, che ci ha portati sino all’incontro dei due mari. C’era un vento fortissimo, comunque non l’avrei fatta a piedi lo stesso, perché’ si tratta di quasi 1h solo andata. Tornati in auto ci dirigiamo verso la Tilsandede Kirke, la chiesa sommersa dalla sabbia, una facile passeggiata di 5/10 minuti solo andata. Ci fermiamo poi per un pranzo pic-nic nell’area attrezzata del parcheggio della chiesa sommersa: da considerare che tutta l’area del nord Danimarca, lo Jutland, ha molte area di sosta pic-nic attrezzate complete di bagni. Ripartiamo dopo pranzo per arrivare ad Aarhus alle 15 circa, entrando subito al Den Gamble by, secondo me imperdibile per chi visita questa cittadina. E’ un museo all’area aperta dove sono state trasportate le case di tre periodi storici e ricostruiti minuziosamente anche gli interni, con tanto di negozi, ecc. Davvero molto molto bello. Ci sistemiamo in hotel e facciamo cena lungo il canale, Aarhus è una cittadina universitaria e si capisce dato che finalmente, pur essendo passate le 17, le strade sono piene di gente. Come letto su altri racconti ci capita di aspettare quasi 1h mezza prima di mangiare, anche se per fortuna la bimba era stata servita subito. Al momento di pagare il cameriere greco cerca di fregarmi con il resto: mentre la sera prima avevo preso il resto da una ragazzina danese senza neanche guardare, con il greco giustamente non mi fido e recupero ben 50 corone danesi. Insomma, turisti sì, ma italiani.

La mattina seguente dovevamo scegliere tra l’Aros, il museo di arte moderna, e il Moesgard, museo di etnografia: conoscendo i gusti di mio marito scegliamo il secondo e devo dire che anche per mia figlia è stata una bellissima esperienza. Soprattutto perché’ si tratta di un museo super-tecnologico, interattivo, dove il fatto che ci sia davvero un unico importante reperto, la mummia di Grauballe, passa in secondo piano grazie alla sapiente ricostruzione e alla realizzazione delle altre parti del museo che gli sono intorno. Mezza giornata è sufficiente, il cibo della caffetteria aveva un odore e una vista orribili, decidiamo di uscire e fermarci su un supermercato per comprare qualche panino. Arriviamo al porto di Aarhus per prendere il traghetto di linea che ci farà tornare in Sealandia, l’isola di Copenaghen: facciamo pranzo direttamente a bordo, su tavolini attrezzati. Poi ci trasferiamo nella saletta bimbi, cioè una stanza del traghetto con i sedili per i genitori, una Tv che trasmette cartoni animati e dei giochi appositi come costruzioni, puzzle, etc. con cui i bimbi possono liberamente intrattenersi per far sì che l’ora di viaggio passi in fretta. Come in effetti è stato. Prezzi e orari sul sito Mols Linien.

Riprendiamo l’auto e ci dirigiamo verso Copenaghen, dove sistemiamo i bagagli presso un hotel centrale ma costoso, molto molto costoso, che però rispetto agli hotel dietro alla stazione di fatto mi fa spendere solo 200 euro complessivi in più su 3notti ma mi risparmia quasi 1km a piedi. Parcheggiamo l’auto per la notte, pagando quasi 30 euro.

Il giorno dopo andiamo a riprenderla per visitare in sequenza: il castello di Helsingor, quello di Amleto, solo esterno, il castello di Hillerod, con i suoi bei giardini, solo esterno, il museo delle navi vichinghe di Roskilde, anch’esso ben fatto ma molto molto piccolo perché sostanzialmente si compone di una zona all’aperto dove gli artigiani stanno ricostruendo le navi con le tecniche di allora e dove i bambini possono in poi giocare a fare i vichinghi, e di una zona chiusa con un cinema che mostra la scoperta della navi, e poi le navi stesse. Visita max. 2h. A Roskilde andiamo anche in centro per vedere la cattedrale patrimonio Unesco. Prima di tornare in centro passiamo in aeroporto a lasciare l’auto a noleggio: i prossimi due giorni gireremo Copenaghen a piedi.

Su cosa vedere a Copenaghen troverete di tutto: io vi consiglio solo di non perdere il castello di Rosenborg con i gioielli della corona, ma anche la Rundetaarn e ovviamente Tivoli (dove però pagate sia l’entrata che le attrazioni). Guardate sui vari siti prezzi e orari, a Tivoli andate a vedere i fuochi d’artificio sul ponticello sopra al fiume.

Per chi va con i bimbi o è appassionato di vichinghi c’è anche:

– Vicino Odense il Vikingemuseet ladby, ricostruzione di una nave trovata nei pressi del fiordo, solo se c’è bel tempo

– A Lejre, zona Roskilde, il “Land of Legens”, un parco dove viene ricostruita la vita a tempo dei vichinghi, con persone travestite come all’epoca che fanno i mestieri come allora, etc.

In conclusione un’altra splendida e inaspettata vacanza: fiabe, leggende, storia e modernità si fondono in questo paese dal quale avremmo solo da imparare quanto a intrattenimento e cultura verso i bambini, e verso i loro genitori.



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