Arrivo ad Atene: Leonida, le Termopili e il Partenone
Ultima tratta in pedalata verso Atene
Smonto la tenda, godendo dell’alba sulla spiaggia di Pelasgia e ammicco a Fernanda: ultima tratta in pedalata verso Atene.
I paesaggi sono sempre incantevoli, si passa dal mare alle piane ricche di ulivi, si sta procedendo alla raccolta e osservo che alcuni la fanno manualmente mentre altri procedono con metodi più moderni. Ci sono molti tabernacoli lungo la via, molto belli da vedere. Lo stomaco brontola: ho fame, mi fermo in una taverna lungo la via e con mia sorpresa mi accoglie una “Bella ciao” cantata e suonata con la fisarmonica! Hanno compreso che sono italiano, per ringraziare dell’accoglienza dono anche a loro il mio apribottiglie. Devo dire che questo semplice dono è stato molto apprezzato e ormai li ho quasi terminati. Segno che il rapporto umano durante questo viaggio certo non è mancato. Altra cosa… non ho patito la fame! Il mio peso è inalterato (forse un chiletto in più). Accantonati questi pensieri, via, di nuovo in sella… mi avvicino, incontrando pastori e le loro greggi (e i loro cani) al “Ferro di cavallo di Maliakos” o “Ferro di cavallo della morte”: qui si trova la parte più stretta della strada che collega il nord e il sud della Grecia, che ha molte curve ed è nota soprattutto per una famosa battaglia combattuta nel 480 A.C.: la battaglia delle Termopili.
Le Termopili sono una località greca dove nell’antichità esisteva uno stretto passaggio costiero. Il nome significa all’incirca “porte calde” e deriva dalla presenza di numerose sorgenti naturali di acqua calda, Il luogo è veramente suggestivo e fermandomi a osservarlo mi pare di sentire i rumori della battaglia di Leonida contro i persiani! Sono a poca distanza da Lamia che si trova quasi nel mezzo della distanza tra Salonnico e Atene, ancora un tratto e mi fermerò a riposare per la notte:
Domani sarò ad Atene
Domani sarò ad Atene! La mattina successiva è un susseguirsi di uliveti fino alle porte della città di Athina: ATENE, la mia meta che altro non è che un nuovo punto di partenza! L’odierna Atene si affaccia sul golfo Argosaronico con un lunghissimo litorale e occupa un ampio bacino limitato ad est dal Monte Imetto. L’arrivo è dedicato al Progetto Boudza-tè, agli amici del Congo, agli amici di Turisti per Caso e Italia Slow Tour. Purtroppo vi dedico questo istante poiché il traffico cittadino assorbe la mia attenzione come ciclista: è veramente caotico, la città ha fama di essere caotica e cementificata, e in effetti mantiene questa fama… non è semplice qui l’uso della bicicletta. Culla della civiltà antica e della democrazia, Atene è un’immensa metropoli dove ad ogni angolo ci si può imbattere in rovine millenarie. Simbolo della civiltà classica, Atene è una capitale dalla forte personalità che combina moderno e antico in un mix unico. È cominciato tutto qua: filosofia, arte, storia, politica e democrazia. Soprattutto democrazia. Per questo era importante per me visitare Atene, percorrere questo tragitto, anche come cittadino dell’Europa. Di fronte alle difficoltà economico-finanziarie che hanno colpito severamente la Grecia negli ultimi anni, autorevoli opinionisti hanno parlato senza mezzi termini del rischio-declino della civiltà occidentale. Come dimenticare la crisi e le manifestazioni che ne seguirono, ancora oggi non è raro imbattersi in una manifestazione per strada, simbolo di un paese certamente in crisi, ma che non si è arreso… quasi a dire che dove tutto ha avuto inizio, tutto potrebbe anche finire. Che sia così o meno, credo che il peso della storia sia un elemento al quale non si possa sfuggire. In ogni caso si sta facendo sera e mi reco a casa di Anee, che mi accoglie in Atene.
GRANDISSIMA ANEE! Trovo un’aperitivo di benvenuto sul suo terrazzo, con vista sulla città e come sfondo il Partenone, non ho parole per ringraziare a sufficienza… e nemmeno occhi abbastanza grandi per ammirare tutto questo, domani inizierò l’esplorazione di questa meraviglia e ci vorrà del tempo, certo qualche giorno almeno… il turismo non banalizza la storia di Atene. Siamo infatti al cospetto del più grande complesso architettonico dell’antica Grecia che, nonostante le vicissitudini occorse nei millenni (solo per dirne una, i Veneziani in guerra contro i turchi nel 1687 bombardarono l’Acropoli) è arrivato fino ai giorni nostri.
Al mattino successivo mi reco…dove secondo voi?! Il Partenone e l’Acropoli patrimonio dell’ UNESCO dal 1987, Fernanda è indispettita con me, non ha potuto salire al Partenone ma è potuta entrare nello stadio delle prime Olimpiadi Moderne, non posso darle torto, da quassù si gode di una vista su questa città immensa, davvero unica. Oggi è solo l’inizio della scoperta a cui sono giunto grazie a tanti che lungo la via mi hanno accolto e che dal mio canto, se vorranno scoprire la Valle d’ Aosta saranno ospiti miei al rientro!