Viaggio in Scandinavia 2
Evelina ed io con nostra figlia diciottenne Sara (la navigatrice) partiamo di buon’ora da Genova col nostro Berlingo carico con tenda, materassini, sacchi a pelo, vestiario e provviste. E’ giovedì e non c’è molto traffico.
La strada fino ad Amburgo l’abbiamo già percorsa l’anno scorso con al traino la nostra roulottina, ma questa...
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Evelina ed io con nostra figlia diciottenne Sara (la navigatrice) partiamo di buon’ora da Genova col nostro Berlingo carico con tenda, materassini, sacchi a pelo, vestiario e provviste. E’ giovedì e non c’è molto traffico. La strada fino ad Amburgo l’abbiamo già percorsa l’anno scorso con al traino la nostra roulottina, ma questa volta viaggiamo leggeri: i chilometri che ci aspettano sono tanti. Con l’autostrada A26 arriviamo a Gravellona Toce, prendiamo per Verbania, poi costeggiamo il lago Maggiore e passiamo la frontiera svizzera a Brissago (bollino autostradale già acquistato); da qui Locarno, Bellinzona e ci dirigiamo verso il S.Bernardino. Scopriamo con sorpresa che il Gottardo è chiuso e ci aspettiamo code bestiali. Invece solo qualche deviazione dal percorso “autostradale”. Nel tunnel ancora qualche tratto stretto per lavori. Proseguiamo per Chur, St.Margreten, verso il lago di Costanza; grazie al bollino per l’Austria sfruttiamo l’autostrada per superare Lindau, e dopo un breve tratto stradale troviamo la A96 in territorio tedesco, lungo l’itinerario E43; ore di viaggio monotono ed ecco Wurzburg (E45, sulla A7), Kassel, e poco dopo, verso le 19, percorsi 1015 km, arriviamo ad Hann-Munden, dove montiamo la tenda nel campeggio vicino, comodo per andare a piedi alla graziosissima città vecchia e rifocillarci con una cena a base di Wiener schnitzel (la “milanese”). Inauguriamo in pochi minuti la tenda e i tre materassini autogonfianti. Al mattino la luce che filtra dalla tenda ci sveglia. Per fortuna abbiamo con noi delle mascherine per gli occhi (per la prossima volta, ormai siamo svegli). Si riparte per Hannover (E45, A7), Hamburg, Flensburg , Kolding (E20), Odensee; da qui un ponte a pedaggio per l’isola dov’è Kobenhavn che ci ripromettiamo di visitare al ritorno; un percorso in galleria porta a un’isola artificiale da cui un alto ponte (a pedaggio) unisce a Malmo. Utilizzando un traghetto il percorso sarebbe stato più corto ma avremmo perso tempo nell’attesa del ferry e nella traversata. Proseguiamo verso Goteborg, ceniamo in un MacDonald lungo la strada e ci fermiamo a 165 km da Oslo, percorsi altri 806 km, nel campeggio di Tanums. Senza problemi, grazie alla nostra Camping Card Scandinavia, acquistata via Internet mesi prima, prendiamo la nostra prima hytte. Nella casetta (e questo vale per tutte) troviamo tre-quattro letti a castello disposti ad angolo, tavolo e sedie, due piastre elettriche e un frigo Alcune hytte hanno anche l’acqua corrente. Ci sono anche caloriferi elettrici e solitamente troviamo anche cuscini e piumini. Le tendine alla finestra lasciano passare molta luce e noi le integriamo appendendo coperte e un lenzuolo “spaziale” che pur di uno spessore infinitesimo ripara dalla luce e (forse) anche dal caldo/freddo. Grazie ai fornelli l’indomani abbiamo avuto una dolce colazione. Nella zona servizi dei campeggi si trova sempre una grande stanza provvista di fornelli e attrezzature per cucinare. E’ sabato 24 e dirigiamo su E18 verso Oslo, che visitiamo brevemente. All’entrata della città una porta a pedaggio. Ne troveremo altre, in alcuni casi si passa sotto un arco da cui una telecamera riprende la targa e invia automaticamente l’addebito (?) a casa. La visita di Oslo ci prende due ore. Al porto c’è una manifestazione pacifica che dev’essere una festa per il solstizio di estate. Considerata la composizione delle coppie si direbbe un “Gay Pride”. Una piccola nota: abbiamo usato la guida del Routard e i numeri che trovate tra parentesi sono le pagine in cui si trova la descrizione del luogo. Partiamo per Drammen, passiamo Tønsberg (*330), Sandefjord (330), Kragerø (*331), Arendal (332), Kristiansand (332) e verso le 20 ci fermiamo a Mandal, porticciolo, dove non riusciamo a trovare una casetta e, stanchi per i 979 km percorsi, affittiamo un “apartment”. Ci costa quasi il doppio di una casetta ma è spazioso, comodo ed Evelina ci prepara una buona cenetta. Ci aspettiamo schiamazzi notturni (dei taxi fanno la spola da e per i bar per evitare ai clienti brilli di guidare) ma non veniamo disturbati. Nella notte piove anche e poi il tempo si risistema. Non troveremo pioggia per il resto del viaggio. La mattina della domenica nel grazioso porto di Mandal tutto tace. Passiamo Feda, Flekkefjord (337); da Sandnes prendiamo il primo traghetto a Lauvik per Oanes, e da qui un breve tratto per il parcheggio da cui parte l’itinerario per il Preikestolen (****344). Questo è uno dei posti più celebrati della Norvegia: una roccia a picco per 600 m su un fiordo. Per noi vale il viaggio. I km percorsi oggi in auto sono solo 312 (siamo a più di 3000 km da casa), ma ci aspetta un duro tratto a piedi indicato in 2 ore, che a noi ne richiederà 3. Grazie ai ritardi accumulati dalla partenza al traghetto e durante la ricerca dell’itinerario, che stranamente non è per niente pubblicizzato, partiamo alle 15. Vista l’ora, potremmo anche fermarci e affrontare la salita la mattina successiva, ma qui il tempo cambia rapidamente e il timore di trovare nuvole e magari pioggia l’indomani ci spinge a partire subito. Anche adesso il tempo è nuvolo ma speriamo che su sarà diverso. Pensiamo di essere preparati fisicamente ma l’itinerario che ha un dislivello di 400 metri offre aspre salite su grosse pietre spesso in bilico, alternate a discese, tratti in acquitrino in pianura (per fortuna su lunghe passerelle di legno), altre salite sfiancanti, ed oltre alla fatica, occorre badare bene ad ogni passo per scegliere il percorso meno insidioso. Ogni tanto alcuni cartelli mostrano il percorso, con le distanze e le pendenze da affrontare. Il sentiero è ben indicato da segnavia con una “T” rossa e comunque lungo tutto il percorso c’è un andirivieni di altri turisti, equipaggiati nei modi più svariati, dagli anfibi agli infradito (!). Quando finalmente si intravede uno specchio d’acqua in distanza, siamo ancora a oltre un’ora dal Preikestolen. Verso le 18 arriviamo e ne vale veramente la pena. Il panorama stupendo ci rinfranca e le nuvole che non ci hanno fatto sudare all’andata sono scomparse. Una sosta, alcune foto e purtroppo dobbiamo tornare. La discesa, alternata a risalite, presenta difficoltà anche maggiori: bisogna prestare molta attenzione a dove si mettono i piedi per evitare distorsioni o peggio. Finalmente alle 21 siamo nel parcheggio e ritorniamo velocemente verso il camping Preikestolen che non ha casette, per cui montiamo la tenda, mangiamo un’abominevole “pizza” al bar e ci vediamo la partita Olanda-Portogallo. A mezzanotte (ma quanta luce c’è ancora!) in branda. Ripartiamo per Sand (348),Røldal (348), vediamo le belle cascate Latefossen (*349), Odda (349), Kinsarvik (350), traghettiamo per Kvanndal, Norheimsung, e ci fermiamo a Lone, poco prima di Bergen (*351), in una hytte vicino a un lago. Sono 339 km oggi e innumerevoli panorami visti passando. Abbiamo anche visitato una chiesetta in un paesino su un fiordo, con l’annesso cimitero. Visto cascate e attraversato arditi ponti. Troviamo anche, e questa è una costante, molte gallerie, alcune lunghe anche diversi chilometri (anche 6 o 7), che uniscono spesso la parte terminale (fondovalle) di un fiordo a quella del prossimo, evitando traghettamenti. Non ci sono autostrade, ma i distributori non mancano e ci sono molte aree con WC. In una troviamo locali per uomini, donne e anche, stando all’immagine che rappresenta un autotreno, anche camionisti. In effetti sono stanze con brande per riposare, cosa vi credevate. L’indomani a Bergen, ingresso a pagamento, visita al porto, al mercato in cui troviamo alcuni studenti italiani (Erasmus) che ci offrono di assaggiare le specialità locali. Notevoli le caratteristiche case in legno (Bryggen) che vengono preservate accuratamente e nei cui negozi troviamo graziosi souvenirs. Nel pomeriggio il tragitto ci porta, con due traghettamenti da Hyermeland per Nesvik e da Oppedal per Lavik, e si prosegue per Moskog, e a Birkjelo dove ci fermiamo. Km percorsi 374 e ci siamo avvicinati all’obiettivo di domani, Geiranger. Nella mezza giornata non si poteva fare di più, considerata la tortuosità delle strade che spesso sono anche piuttosto strette. Mercoledì 28 da Byrkjelo (374) per Vassenden, Utvik (374), Olden, Loen, Stryn (375), Grotli, e finalmente avvistiamo dall’alto l’incantevole vista di Geiranger (**376), l’immagine classica del fiordo con immancabile nave da crociera nel blu intenso. Scesi al porto prendiamo il primo traghetto in partenza che ci porta, dopo una mini crociera nel fiordo di circa 2 ore, a Hellesylt. All’inizio è ancora freddino ma il sole ci scalda e non siamo costretti sottocoperta. Un breve tratto di strada ci porta a Lyadygda da cui un altro ferry ci traghetta a Stranda. Passiamo Eidsdal, vediamo le punte ancora innevate dei Trollstingen (**383), stupendi panorami alpini a 200-400m di quota; passiamo Andalsnes (377, 381), Eidsvag, Sunndalsøra (385), Oppdal (399), e in vicinanza di Trondheim cerchiamo un campeggio. Quello vicino alla città non ha hytte libere; nella notte potrebbe piovere e non vorremmo usare la tenda. Dato che il campeggio non ci sembra ben frequentato, allontanandoci ne troviamo un altro piuttosto spartano e pernottiamo in una roulotte molto ben tenuta. Oggi i km sono 565, tanto, considerati i traghettamenti. Alla mattina visitiamo Trondheim (385) con la sua cattedrale, le sue caratteristiche case in palafitta sul porto, poi, acquistato salame di renna e di alce al mercato, via verso Steinkjer (403), Bardal, Grong (403), Bjerka (cascata, prima di Finneidfjord), Mo-i-rana (404), ed eccoci al circolo polare artico (407) e alla hytte nel vicino camping Polar, al km 629 per oggi. Inutile dire che a mezzanotte è ancora chiaro. Intorno al CPA notiamo alcuni piccoli cumuli di pietre che i turisti costruiscono a scopo votivo e anche noi non ci sottraiamo al rito. Venerdì 30 siamo a Fauske (407) e a Skutvik (409) ci imbarchiamo per Svolvaer sulle isole Lofoten (**412-415-426). La traversata dura circa 2 ore e il tempo splendido ci permette, nonostante il vento apparente, di goderci il notevole panorama. Arriviamo nella piccola isola di Skrova e proseguiamo per Svolvaer (416). Da qui prendiamo verso sud e visitiamo il porticciolo di Stamsund, cercando gli essicatoi per i merluzzi, che troviamo sempre vuoti (fuori stagione). Ci avviciniamo a una spiaggetta e ci bagnamo i piedi nell’acqua gelida. Poi ritorniamo verso nord e con un traghetto raggiungiamo Stokmarknes, nelle isole Vesteralen (427), dove pranziamo in un ristorante a buffet assaporando salmone e stoccafisso. Poi ci guardiamo la partita Italia-Ucraina, esultando in silenzio mentre gli altri avventori soffrono ogni volta che l’Italia segna. Alle 23 troviamo il vicino campeggio con la reception chiusa e ci montiamo la tenda. Dopo di noi altri arrivano a tarda notte. Fanno 427 km oggi. La temperatura si è decisamente alzata. Prima eravamo sotto i 18 gradi alla mattina, adesso oltre i 20. La mattina dopo, imbucato nella cassetta delle lettere il corrispettivo per la notte (la reception apre alle 10), ripartiamo per Sortland, e tramite una serie di arditi ponti passiamo senza traghettare sulla terraferma. Harstad, Malselvfoss con le sue cascate e la vasca con i salmoni “portoghesi” che guardano i turisti che invece hanno pagato; passiamo Burfjord, e al termine di 760 km fatti oggi arriviamo ad Alta (437) e troviamo una hytte. Anche stasera è sabato ma non c’è movimento. Vicino al campeggio, in un recinto, vediamo le prime renne. Come per le cascate, alla fine non le conteremo nemmeno più. E’ domenica 2 luglio, il giorno di Capo Nord! Da Alta, Russenes, Kafjord (441). Qui troviamo ancora il piazzale in cui tempo fa i turisti in auto attendevano ore e talvolta giorni il traghetto per Honnisvag. Adesso un tunnel piuttosto lungo (7km) e costoso ha sostituito il traghetto e in pochi minuti siamo sull’isola, a Honnisvag, diretti a NORDKAPP (***443). Per la prima volta incontriamo la nebbia (e anche alcune renne per la strada, nella nebbia) e disperiamo di poter vedere il panorama che ci attende. Arrivati, troviamo un ingresso obbligato a pagamento (molto caro) per il parcheggio e, ben coperti, visitiamo il centro di accoglienza scattando le foto di rito. Intanto la nebbia si solleva e riusciamo a vedere il panorama. Questo è il culmine del nostro viaggio. Nel pomeriggio torniamo verso Kafjord (stesso tunnel, stesso pagamento), incontriamo parecchie altre renne e riusciamo ad avvicinarne una. A Russenes prendiamo verso Lakeselv e arriviamoa Karasjok. Inutilmente cerchiamo un ristorante e alla fine cuciniamo nella casetta presa nel campeggio. Fa caldo e ci sono moltissime zanzare, aggressive. Per fortuna la casetta è provvista di zanzariere e riusciamo a prendere il sopravvento. Oggi “solo” 512 km. La mattina del lunedì nel centro informazioni di Karasjok riusciamo a farci rimborsare le tasse relative agli acquisti nei negozi TAX-FREE, poi proseguiamo in territorio finlandese, su una strada senza storia in un ambiente monotono. Non si vedono case per decine di chilometri. Se dovessimo avere un guasto, nel paese della NOKIA, speriamo di trovare almeno il segnale del cellulare. Una breve sosta in un supermarket (le scritte in finnico sono incomprensibili, piene di “k”). Poi verso Rovaniemi, dove si passa il Circolo Polare Artico (Napapiiri in finnico!) e c’è il villaggio di S.ta Klaus, molto commerciale ma con la casa di Babbo Natale ed il suo ufficio postale dove arrivano letterine di bambini da ogni paese. Proseguiamo per Tornio, passiamo la frontiera con la Svezia e dopo alcune peripezie per trovare il campeggio arriviamo a Tore Havn dopo 663 km. Qui la casetta è da sei persone. Sempre più caldo (siamo oltre 20°C) e ancora zanzare in quantità. Da qui in avanti nei campeggi troviamo anche la sauna. Da Tore Havn vari tratti di autostrade e strade per Lulea, Skelleftea, Harnosand, Sundsvall (S251), tappa a Gavle (S249) dopo 872 km. In Svezia si sono scatenati nella gara “asfalta e vinci”: sensi unici alternati e code sotto il caldo. Per la strada abbiamo acquistato del salmone fresco e nella nostra capanna ce lo gustiamo insieme a burro salato locale gentilmente regalatoci dalla padrona del camping. E’ mercoledì; a metà mattinata sostiamo in un grandioso ipermarket vicino a Uppsala (S240), e seguendo grazie a Sara le indicazioni della guida, a mezzogiorno arriviamo a Stoccolma (**S213), km percorsi 205, nel campeggio Bredangs (a SW della città, trovato senza problemi, vicino all’omonima stazione del metro, pardon, Tunnelbana). Alloggio in una specie di container con finestre, piuttosto caldo. Per entrare nei servizi del camping occorre digitare un codice e all’interno dei rispettivi locali per uomini e donne le docce sono senza separazione! Nel primissimo pomeriggio partiamo a piedi, acquistiamo un biglietto turistico con cui per 24 ore possiamo prendere tutti i mezzi e affrontiamo Stoccolma. Partiamo da Gamla Stan, l’isola della città vecchia e giriamo per ore. La città è molto animata, popolata da persone e razze di ogni tipo (anche se con scarsa presenza di ispanici) e vestite in ogni modo. A sera troviamo un ristorante dove servono piatti locali e Sara assaggia i saltimbocca di renna. Dopo cena, con ancora molta luce, ritorno alla stazione della Tunnelbana e al campeggio. Le linee della metro sono spesso duplicate o triplicate: a fianco al nostro treno ne viaggia simultaneamente e per diverse stazioni un altro che va nella stessa direzione! Secondo giorno di visita a Stoccolma. Il biglietto turistico vale fino alle 15 e cerchiamo di sfruttarlo ancora con tratti in Tunnelbana e in autobus. Ci dirigiamo verso una chiesa che ci appare in distanza e copriamo un lungo percorso a piedi prima di raggiungerla. All’interno, piuttosto spoglio come d’obbligo nelle chiese luterane, alcune modelle posano per un qualche spot. Prendiamo anche un battello che ci porta nelle zone più caratteristiche delle varie isole che compongono la città. Alla fine arriviamo al parco di Skansen, dove bambini e adulti possono trovare ambienti caratteristici del Paese nell’800, fattorie e villaggi in cui si può visitare il fornaio, il fabbro, il ferramenta, il vetraio con personaggi reali che accolgono e forniscono spiegazioni. Inoltre c’è un discreto zoo di animali locali, con foche, orsi, alci. Il parco è molto esteso e la visita ci prende tutto il pomeriggio, per cui torniamo esausti per una cena al ristorante Thai del campeggio. Venerdì mattina partiamo presto da Stoccolma e dopo un lungo percorso ritroviamo il ponte/tunnel da Malmo per Copenhagen, dove, ancora stremati dalle lunghe camminate a Stoccolma decidiamo di non fermarci, per cui proseguiamo verso il ponte per Odensee (qui troviamo traffico intenso e qualche coda), poi arriviamo a Kolding e a Flensburg,in territorio tedesco e verso sera intraprendiamo la ricerca del campeggio, che troviamo a Bad Segeberg dove ci accomodiamo con la tenda in un campo pieno di minuscole rane e poi ceniamo in un pub nel paese. Abbiamo guidato per 1079 km, a velocità autostradale. Passiamo Amburgo, Hannover, Kassel, Wurzburg. Le autostrade tedesche sono trafficate e spesso i lavori in corso limitano la larghezza delle corsie. Per fortuna è sabato e non troviamo traffico pesante. Arriviamo a Lindau e questa volta, senza il bollino austriaco impieghiamo parecchio tempo a riprendere l’autostrada svizzera per Chur. Arriviamo a Thusis per la cena, che gustiamo nella trattoria del campeggio. Montiamo per l’ultima volta la tenda e torniamo a vederci la finale di Germania-Portogallo. Anche oggi sono 1003 km. Passato velocemente il S.Bernardino, solita strada via Bellinzona, Locarno, Verbania, Gravellona, Genova. Oggi è la terza domenica in viaggio e non troviamo autotreni, così dopo “solo” circa 400 km siamo a casa. In totale abbiamo percorso circa 11000 km, di cui circa 4800 solo per il tragitto di avvicinamento. Il viaggio è lungo e faticoso. Originariamente l’avevamo concepito con un volo low-cost più auto a noleggio, ma non abbiamo potuto prenotare con l’anticipo necessario per avere tariffe basse e così abbiamo optato per l’utilizzo della nostra auto. In questo modo abbiamo potuto portare con noi alcune comodità ulteriori, che alla prova dei fatti non tutte sono servite. Evelina ed io ci siamo alternati al volante grosso modo ogni 300 km o tre ore e Sara ci ha fornito preziose indicazioni seguendo l’itinerario sulle carte stradali. Il Berlingo si è dimostrato come sempre affidabile, comodo da guidare, ampio e confortevole per i passeggeri. Prevedendo un uso più frequente della tenda ho portato un inverter per avere la 220V e collegare i vari caricabatterie di cui non abbiamo la versione a 12V. Avevamo anche un pacco batteria a 12V nel caso avessimo dovuto tenere l’auto distante dalla tenda. Abbiamo scattato un migliaio di foto digitali e alcuni brevi filmati e li abbiamo salvati, giorno per giorno, su un hard disk portatile e su un laptop. Il PC fungeva anche da deposito per brani musicali che scaricavamo su schedine di memoria in comune tra le fotocamere ed un lettore MP3 collegato all’autoradio e che ci hanno aiutato nei lunghi tragitti. Eravamo anche provvisti di un fornelletto con mini-bombole di gas, tavolino e sedie pieghevoli, ma grazie all’utilizzo delle casette non ne abbiamo mai avuto bisogno. Costi e considerazioni varie: Il cambio tra l’Euro e le varie corone Danesi, Svedesi e Norvegesi non ci è favorevole (rispetto all’entrata in vigore dell’Euro il cambio è migliorato per noi rispetto alla Svezia e leggermente peggiorato rispetto alla Norvegia; in Danimarca non ci siamo neanche fermati), e tutto costa un po’ di più. Abbiamo fatto largo uso di carte di credito, quasi sempre accettate, mentre poche volte abbiamo trovato POS utilizzabili con il Bancomat. Il gasolio costa mediamente il 10% in più ma ho notato delle percorrenze nettamente migliori (circa 14-15 km/lt invece dei soliti 12,5) che a mio parere compensano ampiamente il maggior costo. In campeggio una cabina (3 persone) costa circa 50 Euro e in tenda si spende poco più della metà. A parte i pedaggi per i due ponti in Danimarca (circa 120 euro in tutto tra andata e ritorno, ma cosa sarebbe costato il traghetto) c’è una dozzina di pedaggi stradali da 2 euro, 60 euro AR per il tunnel di Nordkapp e 15 euro per ognuno dei traghetti meno lunghi. Gli altri sono intorno ai 50 euro. L’ingresso a Nordkapp ne costa 70. Il tutto considerando un’auto e tre persone adulte. Se avessimo trainato la roulotte il viaggio sarebbe durato alcuni giorni in più, con consumi, logorii e pedaggi maggiori e il risparmio nei campeggi rispetto alle casette non li avrebbe compensati. Quasi tutti i campeggi sono provvisti di hytter e vale il detto “chi tardi arriva male alloggia”, quindi attenzione ad arrivare molto tardi. Sarà che eravamo a inizio stagione, ma abbiamo trovato sempre tempo buono, poco traffico e disponibilità di casette libere. Da quello che abbiamo sentito parlando con i locali, gli italiani arrivano solitamente in agosto, quando il tempo inizia a guastarsi, e trovano più code. Abbiamo gustato molto le fragole, vendute in negozio, mercato o talvolta per la strada. Alcuni resoconti di viaggio consigliavano di portarsi una quantità enorme di viveri da casa e così pure per l’acqua. Devo dire che le cibarie non costano molto di più e che in Norvegia l’acqua è buona, fresca e abbondante, per cui non abbiamo avuto bisogno di acquistarne in bottiglie. Ultime considerazioni. I locali sono cordiali e disponibili; quasi tutti parlano un buon inglese e sono decisamente rilassati. Vestono senza pretese e sono ugualmente eleganti. Limiti di velocità: sono adeguati alle strade nelle peggiori condizioni climatiche, ma piuttosto bassi per la bella stagione. Nella maggior parte della Norvegia non ci sono autostrade e il limite è di 80, che scende spessissimo a 60. Nei centri abitati (e bastano poche casette) sono 50 e si viene avvisati dei controlli che sono affidati a telecamere alloggiate in appositi ripari sul lato delle strade. Non abbiamo sempre rispettato i limiti, spesso seguendo altre auto, cercando di non disturbare e di non dare nell’occhio. Siamo stati sorpassati da auto che viaggiavano molto più velocemente e non siamo mai stati fermati.