UGANDA, sorprendentemente meravigliosa

Giovedì 25/10/2007 KAMPALA Alle ore 8.30 decolliamo da Dubai, destinazione Entebbe, Uganda. Il volo prevede uno scalo ad Addis Abeba di circa un’ora, senza però scendere dall’aeromobile. Totale del volo, inclusa la sosta, meno di 7 ore. L’aeroporto internazionale di Entebbe sembra una stazione di pullman, è piccolo ma...
Scritto da: csanti
uganda, sorprendentemente meravigliosa
Partenza il: 25/10/2007
Ritorno il: 03/11/2007
Viaggiatori: in coppia
Giovedì 25/10/2007 KAMPALA Alle ore 8.30 decolliamo da Dubai, destinazione Entebbe, Uganda. Il volo prevede uno scalo ad Addis Abeba di circa un’ora, senza però scendere dall’aeromobile. Totale del volo, inclusa la sosta, meno di 7 ore.

L’aeroporto internazionale di Entebbe sembra una stazione di pullman, è piccolo ma essenziale.

Muovendo i primi passi in terra d’Africa ho il seguente pensiero: sono arrivata, ma quando ci tornerò? L’incaricato dell’agenzia con cui abbiamo prenotato il tour ci aspetta fuori. Ci accompagna a Kampala, la capitale (circa 1 ora di auto) alla sede del tour operator dove conosciamo il ns. Contatto italiano che vive oramai da 3 anni in questo paese e che ci fornisce gli ultimi dettagli circa il viaggio che andremo a fare.

Ci trasferiamo all’hotel Humura dove facciamo la conoscenza con i ns. Futuri compagni di viaggio.

Siamo un totale di 6 italiani, divisi in due gruppetti da 3 su due jeep diverse.

La cena, consumata in hotel, sarà lentissima. La pacatezza africana ci sfinisce. Aspettiamo una vita e siamo gli unici ospiti del ristorante.

Venerdì 26/10/2007 LAGO BUNYONYI Partenza di buon’ora, verso le 7.00.

Usciamo da Kampala senza non poche difficoltà. Il traffico è caotico e non c’è nessuna disciplina.

Biciclette e motorini si accalcano sulla strada e le macchine fanno lo slalom, buttandosi con audacia nel marasma per riuscire a muoversi solo di qualche metro. Schivando anche tutti i milioni di pedoni.

Finalmente allontanandoci dalla città il traffico si calma ed iniziamo ad ammirare il paesaggio intorno a noi. Premetto che Kampala si trova a 1200 metri di altitudine.

La vegetazione è lussureggiante di un verde intenso, e il panorama intorno a noi è collinare. Soprattutto si notano distese infinite di piantagioni di banane. Il tutto condito dalla vita quotidiana della popolazione che inizia a distinguersi per i sorrisi smaglianti ed i saluti al ns. Passaggio.

La prima tappa è il punto in cui passa l’Equatore, dove scendiamo per alcune foto.

Successivamente ci fermiamo di nuovo perché lungo la strada troviamo dei bellissimi banchi di frutta e verdura, che sembrano quasi delle opere d’arte . Siamo subito contorniati dai bambini che curiosi, ma mai invadenti, ci avvicinano. Ci tocchiamo, li accarezzo, si fanno fotografare. Ad una bambina con i capelli (perché di solito sono sempre rasati) regalo delle mollettine colorate. I sorrisi che regalano, hanno un valore inestimabile. Vorresti abbracciarli uno per uno e portarli via con te… Pranziamoa Mbarara in un ristorante mentre fuori si scatena il diluvio.

La strada continua a salire.

Arriviamo a Kabale dove visitiamo il museo dedicato alla popolazione Bakiga che ne illustra lo stile di vita.

Verso le 17.00 raggiungiamo il ns. Lodge, dopo aver percorso una strada completamente dissestata dalle enormi voragini scavate dall’acqua.

I cottages si trovano sopra una collina da cui si domina il Lago Bunyonyi Rimaniamo tutti estasiati dallo spettacolo che si apre di fronte a noi, sembra di ammirare una cartolina.

La superficie del lago è punteggiata da tanti isolotti pieni di vegetazione che sembrano essere stati gettati casualmente come tante biglie, ma che alla fine si sono disposti creando un’incredibile armonia.

L’atmosfera è particolare e nonostante l’aria pungente rimaniamo ad ammirare il panorama fino a che il sole non sparisce dietro le montagne. Siamo a ben 2200 metri e la temperatura è di 19 gradi (10 gradi in meno rispetto ad oggi) Cena presso l’Arcadia dove ci raggiunge il 7’partecipante al tour appena arrivato dal Rwanda dove poche ore prima aveva visto i gorilla.

Sabato 27/10/2007 BWINDI IMPENETRABLE FOREST Al risveglio ci accoglie nuovamente lo splendido paesaggio, adesso con una luce diversa. Partiamo per la navigazione del lago, il piu’profondo d’Uganda, che dura un’ora e mezza , durante la quale possiamo ammirare diverse specie di volatili. Scansiamo per poche decine di minuti un forte temporale.

Proseguiamo in jeep per la strade molto dissestate e dopo essere stati ben bene sballottati, arriviamo al Kitandara tented camp, nel parco nazionale di Bwindi. La ns. Camera è una tenda con annesso “open” bagno. E’dotata di tutti i comfort (vero letto, vero bagno, luce e acqua calda) ma saranno due notti di passione per me che sono terrorizzata dagli animali.

Cena e a letto presto. Domani è il gran giorno. Ci aspettano i gorilla. Passerò una notte agitata al pensiero. Non so cosa aspettarmi, sono terrorizzata. Ho anche paura di non essere in grado di reggere il trekking, vista la mia assoluta mancanza di preparazione fisica.

Domenica 28/10/2007 BWINDI:L’INCONTRO CON I GORILLA Oggi è il gran giorno! Alle 8.00 circa di raduniamo al visitor centre dove incontriamo la guida e i rangers che ci scorteranno. Ci vengono forniti i bastoni.

Siamo stati assegnati alla famiglia “MUBARE”, composta da 9 elementi, l’ultimo arrivato è un gorillino di 4 mesi. E’la prima ad essere stata visitata, 10 anni fa. Faccio la scelta giusta di prendere una portatrice. E’una ragazza di 19 anni che porterà per tutto il percorso la mia borsa e che mi terrà per mano tirandomi per il terreno impervio.

Dopo tutte le istruzioni e regole da rispettare inizia la camminata, anzi direi la scalata.

E’stata durissima perché abbiamo subito iniziato a salire , da 1400 a 1900 metri di altitudine. Un dislivello a cui non ero preparata , oltretutto scivolando e affondando nel fango.

Dopo 2 ore da incubo arriviamo al punto dove ci dicono di abbandonare gli zaini .Possiamo proseguire solo con le macchine fotografiche. Camminiamo per qualche decina di metri nella foresta impenetrabile con i rangers che ci fanno strada tagliando la vegetazione con il macete e…Ma, non è possibile… è uno scherzo? siamo in televisione?…

No è tutto vero. Due gorilla , i “ragazzi” sono davanti a noi e poi più in la la femmina con il piccolino in braccio di 4 mesi e poi ancora il Silver back, il maschio dominante. Da adesso in poi possiamo stare con loro 1 ora Ad un certo punto il “ragazzo” che fino ad allora era stato spaparanzato a mangiare, si muove e viene verso la mia parte. Si ferma ad un metro da me. Tutti mi osservano…Hanno paura che faccia qualche movimento brusco. Mi dicono di stare immobile, mi dicono che la mia faccia era spaventata. Io non ho il coraggio di guardarlo. Passano degli attimi interminabili.

I loro occhi sono così umani che ti viene quasi voglia di tendere la mano e dire, Hi, I’m Carla. Nice to meet you.

La guida mi tende la mano e mi fa allontanare Intanto lui se ne va…

Poco dopo più o meno stessa scena, altro “ragazzo” che correndo si butta giù dalla collina e sfiora la schiena mia e di Marco. Al suo passaggio, la terra trema sotto i ns. Piedi.

Continuiamo a muoverci nella foresta per seguire i loro spostamenti ed avvicinarci.

Ci fermiamo tutti in un piccolo spazio, tra il Silver back da un lato e la femmina con il gorillino dall’altro. Il ranger gli taglia un po’della vegetazione davanti per permetterci di fotografarlo meglio. Improvvisamente si rende conto che siamo un ostacolo e forse un pericolo per la sua gorilla. Emette un urlo, un boato, una sorta di ruggito , non so nemmeno come chiamarlo. Il sangue ha smesso di scorrere nelle mie vene. Mi sono sentita lo stomaco trafitto dal panico e ho pensato: è finita..

Poi con due balzi si è allontanato, raggiungendo la sua gorilla. E noi con grandi sospiri di sollievo abbiamo ripreso la via del ritorno.

La discesa non è stata assolutamente semplice. Continuavamo a cadere, scivolando sul fango.

Arriviamo alla jeep e riprendiamo un po’il fiato facendo amicizia con i tanti bambini che , incuriositi, amano circondarci e regalando loro delle caramelle.

Sporchi e stravolti raggiungiamo la ns. Tenda.

L’incontro con i gorilla di montagna è stata un’esperienza incredibile. Ancora adesso fatico a credere di averli effettivamente visti e di esser stata loro così vicina.

Ci assomigliano così tanto, con quegli occhi espressivi spesso anche di più di molti umani. Il gorillino sembrava veramente un neonato particolarmente peloso.

E’stata dura. Vesciche ai piedi, gambe a pezzi, caviglie e ginocchia doloranti, ma ne è valsa veramente la pena. Il totale dei gorilla è di circa 700 esemplari, di cui circa 320 sono in Uganda. Le famiglie che si possono avvicinare sono solo 4. Gli altri si trovano tra il Rwada e il Congo. Ogni giorno possono essere rilasciati al massimo 8 permessi per ogni famiglia al costo di usd 500 cadauno.

Dopo una doccia ristoratrice, facciamo due passi per il piccolo villaggio di Bwindi. Ad un certo punto sentiamo dei canti e ci avviciniamo ad una costruzione in cemento appartenente all’orfanotrofio. Qui decine di bambini/ragazze e ragazzi stanno cantando e ballando. Assistiamo a questo splendido spettacolo e rimaniamo estasiati dall’energia che mettono nel ballare. Ci viene spiegato che questo orfanotrofio ospita circa 160 bambini. Alcuni sono orfani di entrambi i genitori, alcuni solo di uno. Altri invece sono stati abbandonati perché la famiglia non riusciva a mantenerli.

Quante storie sono passate dai loro occhi, quanta sofferenza e quanta povertà. Ma hanno l’Africa dentro e fuori. Sono forti, luminosi e coraggiosi. Mi trasmettono un’incredibile energia.

Lunedì 29/10/2007 QUEEN ELIZABETH NATIONAL PARK Lasciamo Bwindi e ci dirigiamo verso il parco nazionale di Inshasha. Qui il panorama si è trasformato completamente. Siamo nelle tipica savana africana, dalle grandi distese e dai colori caldi. Oltre alle bellissime e svariate specie di antilopi, abbiamo la fortuna di incrociare alcune leonesse con 2 cuccioli.

La strada veramente impervia che mette a dura prova la ns. Schiena prosegue fino a raggiungere il parco piu’famoso dell’Uganda. Il Queen Elizabeth national park. Ci imbarchiamo su di un battello che percorrerà il canale Kazinga, tra il lago Gorge e il lago Edward, e che ci permetterà di ammirare numerose specie di uccelli, ma soprattutto ippopotami, bufali, coccodrilli ed elefanti. Una giro veramente interessante. Ceniamo e passiamo la notte presso Il Mweya Safari Lodge, a mio parere il migliore di tutto il safari. Fuori dalla ns.Porta finestra affacciata sul giardino e il canale Kazinga, sentiamo dei grugniti. Dei facoceri stanno facendo uno spuntino sul prato all’inglese. Piu’ tardi scopriamo che un ippopotamo girava indisturbato per il giardino del lodge.

E adesso parliamo un po’ di Richard il ns.Autista. Ci ha raccontato la sua storia.

Ha 26 anni , una fidanzata ed una figlia di 3 anni. Al momento non si è ancora sposato perché per il matrimonio la tradizione vuole che il futuro sposo acquisti per i futuri suoceri degli abiti particolari ma anche costosi. Lui al momento sta lavorando come guida ma deve ancora finire gli studi. Quindi molto probabilmente riuscirà a sposarsi tra un anno.

Fa parte di una famiglia di 44 fratelli. Suo padre ha infatti 12 mogli. Lui ha vissuto in una casa con 4 delle mogli (di cui una era chiaramente sua madre) e 22 fratelli. Suo nonno aveva avuto 82 figli.

Ci diceva che le famiglie così numerose esistono ancora nei villaggi, mentre chi si trasferisce nella capitale Kampala deve darsi una regolata visto l’elevato costo della vita.

Martedì 30/10/2007 QUEEN ELIZABETH NATIONAL PARK La mattina inizia piu’presto del solito perché facciamo un game drive subito dopo l’alba. Anche qui avvistiamo un sacco di animali ma in particolare i leoni che troviamo subito a 300 metri dal lodge (che non ha protezioni…) Nel pomeriggio è prevista l’escursione nella Gola di Ciambura, lunga 16 chilometri e profonda 100 metri.

Iniziamo il trekking nella foresta alla ricerca degli scimpanzé. Siamo subito travolti dalla fastidiosa umidità che rende faticosa la camminata . Attraversiamo il canale Kazinga per raggiungere l’altra parte della gola, con um’imbarcazione di fortuna (una zattera con dei bidoni di latta per tenerla a galla). La sorpresa arriva quando per riattraversare il canale, l’unico sistema è trascinarsi a cavalcioni di un tronco. Tocca mettere da parte la paura dell’acqua e dei coccodrilli che regnano nel canale, le vertigini e procedere perché non ci sono alternative. Qui l’agenzia si è presa una serie di accidenti non ripetibili. E, chiaramente, non abbiamo visto neanche uno scimpanzé.

Lungo la strada per il lodge abbiamo la fortuna di incrociare un folto gruppo di elefanti che al tramonto sta migrando alla ricerca di una pozza d’acqua dove trascorrere la notte.

E subito prima del lodge, incontriamo un leone assonnato che steso sull’erba ammira il tramonto sul lago e si fa fotografare quasi fosse un divo del cinema.

Mercoledì 31/10/07 MURCHISON FALLS Solita sveglia all’alba.La giornata purtroppo è di solo trasferimento. Le piogge torrenziali che ci sono state a fine agosto hanno reso inagibile la strada che avremmo dovuto percorrere per cui dobbiamo allungare il tragitto di diversi chilometri. Rimarremo in macchina per 12 ore, con brevissime soste e facendo molto sterrato.

Costeggiamo la famosa catena montuosa del Rwenzori, le montagne della luna.

Arriviamo al parco nazionale delle Murchison fall, al Paraa safari lodge in tempo per una doccia prima della cena. E’molto caldo e molto umido. Siamo a 400 mt di altitudine sul fiume Nilo.

Giovedì 1/11/07 MURCHISON FALLS Sveglia alle 6.00 per un game drive nel parco nazionale più grande di Uganda, dove il Nilo Albert incontra il Nilo Victoria per poi formarsi il Nilo bianco che prosegue in Sudan e poi in Egitto.

Incrociamo bufali, impala, giraffe, gazzelle e antilopi.

Dopo pranzo facciamo una piacevolissima crociera di due ore sul Nilo Victoria fino ad arrivare ai piedi delle cascate Murchison falls. Anche qui avvistiamo uccelli vari, ippopotami, babbuini bufali e coccodrilli.

Venerdi 2/11/07 KAMPALA Ci imbarchiamo sul ferry alle 7.00 e ci avviciniamo a Kampala dove arriveremo dopo 10 ore circa.

La prima tappa, dopo 1 ora dal Paraa Lodge, è top of the falls. Praticamente andiamo sopra le cascate, formate dal Nilo Victoria, che ieri avevamo visto in barca dal basso.

Non sono molto alte ma la portata di acqua è potente, quindi il frastuono è forte e ci inzuppiamo come pulcini.

La tappa successiva è la riserva Ziwa dove accompagnati dai rangers camminiamo alla ricerca dei rinoceronti. Ne troviamo tre , spaparanzati per terra , che si riposano. Un ranger li chiama in modo che non si spaventino. Finalmente uno si alza. E’ imponente, sembra di vedere un furgone grigio/marrone. Vedono poco come i bufali ma hanno un ottimo olfatto.

Ritornando verso la Jeep passiamo per un villaggio (2 capanne) dove una donna contorniata dai bimbi si accinge ad accendere il fuoco, chiaramente con il metodo dello sfregamento. E’ un immagine molto dolce e anche molto vera, sembra di essere catapultati indietro nel tempo.

Proseguiamo il viaggio con la sosta pranzo in un piccolo ristorantino dove regaliamo pennarelli a due bellissime bambine con la divisa scolastica e ci mettiamo insieme a disegnare.

La strada adesso è asfaltata ma piene di buche per cui Richard deve fare lo slalom gettandosi più volte nello sterrato laterale che è meno disastrato.

Facciamo una breve sosta ad un mercato che vende ogni genere di bene. Montagne di frutta e verdura, macellai con carne appesa alla piacevole temperatura di 30 gradi. Pesce secco di ogni dimensione che rilascia un odore intenso non proprio gradevole. Poi ancora scarpe, pentole e vestiti.

Raggiungiamo Kampala e rimaniamo imbottigliati nel suo caotico traffico. Siamo frastornati. Lo scenario è completamente mutato. Non eravamo abituati a tutto questo frastuono . Ci manca il rumore della natura e dei suoi abitanti.

Facciamo una sosta in centro dove tutti sporchi ed impolverati entriamo in un locale dove vendono il famoso caffè ugandese.

Finalmente arriviamo all’Hotel Humura per una doccia ristoratrice e poi l’ultima cena insieme anche con le guide ed un responsabile dell’agenzia, dal quale apprendiamo maggiori informazioni su questo splendido paese E’tempo di saluti…Domattina ognuno di noi prenderà strade diverse …

Sabato 3/11/07 KAMPALA-ITALIA Abbiamo qualche ora a disposizione, avendo il volo nel pomeriggio. Prendiamo un taxi e ci facciamo portare in centro. La città non è bella e non c’è niente da vedere. Passeggiamo nella speranza di trovare qualche negozio di souvenir o comunque di qualcosa da comprare. Purtroppo non troviamo niente di interessante o caratteristico.

Nonostante sia la capitale di uno stato africano, notiamo che la gente è molto cordiale, non ci si sente assolutamente in pericolo e non ci sono mendicanti per strada (tranne un signore anziano che chiedeva l’elemosina ed un bambino che ci ha seguito per un po’nella speranza di ricevere soldi) Certo, bisogna un po’abituarsi alle guardie che girano con dei fucili alti come me, ma per il resto è meglio di tanti altri posti Ci saluta una pioggia torrenziale dalla durata di 15 minuti che trasforma subito le strade in fiumi. Raggiungiamo Entebbe e l’aeroporto internazionale costeggiando il Lago Vittoria, il più grande d’Africa (250 km x 200 km) che tocca anche Kenya e Tanzania.

ARRIVEDERCI AFRICA Immaginavo arrivando in Uganda di trovare un paese interessante essendo Africa ma anche situazioni di tensione e persone chiuse nel loro dolore.

Invece mi ha sorpresa più che positivamente.

Un paese sconosciuto ai più, io stessa non riuscivo a collocarlo geograficamente, e di cui si è sentito parlare solo per le feroci guerriglie e la dittatura che lo ha governato fino a 20 anni fa.

Invece oltre ad avere l’enorme ricchezza rappresentata dai gorilla di montagna, che già di per se valgono il viaggio, ci ha stupito per la varietà ed infinità di paesaggi, i colori e la possibilità di vedere dei parchi meravigliosi e diversi tra loro, pullulanti di animali. Per non parlare della cordialità dei suo abitanti. Purtroppo i tempi ristretti e le distanze da percorrere in strade impervie non ci hanno permesso di stare a contatto con questa popolazione come avremmo voluto veramente.

I pochi momenti, sono dei ricordi indelebili di cui farne tesoro.

Abbiamo visto così tanti bambini…Fuori da ogni capanna di fango ne contavi almeno una dozzina. Bastava fermarsi e subito eri raggiunta da decine di loro, con i loro sorrisi sempre generosi e gli occhioni curiosi e così espressivi.

Ci siamo toccati accarezzati e presi per mano. Li abbiamo resi felici solo regalando una caramella.

Per non parlare delle scarpe che siamo riusciti a distribuire.

Qualche bimba addirittura si inginocchiava per ringraziare Al ns. Passaggio in auto correvano sempre verso il ciglio della strada per salutarci , urlandoci Hallo, how are you , chiamandoci Mzungu (uomo bianco).

E durante i trasferimenti li incontravamo per strada che camminavano per chilometri e chilometri con il loro semplice quadernetto in mano diretti verso la scuola più vicina.

Ma molti altri ancora erano costretti a rimanere a casa, a giocare davanti alle misere capanne di fango, magari con l’acqua di una pozzanghera. Molti di loro non hanno un futuro.. Hanno una ricchezza così grande dentro per la loro origine , per la terra da cui vengono, ma questa è spesso piegata dalla povertà o dall’aids o anche da malattie più banali.

Vi prego, resistete, siate forti. Non vogliamo vedere il vostro sguardo abbassarsi o il vostro sorriso spengersi. Non diventate banali e superficiali come noi, sfruttate la vostra potenzialità che noi oramai abbiamo perso, logorata dal consumismo e dalla vita moderna.

So di non avere abbastanza coraggio per aiutarvi come vorrei, ma prego per voi e siete sempre nei miei pensieri.

L’Africa è la malattia da cui non vorrei mai guarire.

Un GRAZIE ai miei compagni di viaggio che hanno reso ancora più indimenticabile questa esperienza: CLAUDIO di Torino, l’iperattivo GIORGIO di Ravenna, l’intenditore GABRIELE di Grosseto, il riflessivo MARCO di Alba, il riservato Un particolare GRAZIE a mio marito ANDREA , per aver insistito nel voler intraprendere questo viaggio, che inizialmente mi spaventava non poco.



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