Tour in Turchia

Alla scoperta di Istanbul e della Cappadocia
Scritto da: MARISOL
tour in turchia
Partenza il: 09/03/2012
Ritorno il: 16/03/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 1000 €
Eccoci ancora una volta pronti ad affrontare un altro viaggio. Questa volta si vola verso la Turchia, dove effettueremo un bel tour della bellissima Cappadocia, di cui conosciamo la fama per le sue incredibili concrezioni e formazioni uniche al mondo. Sappiamo già all’incirca ciò che ci aspetta, perchè ci siamo documentati su internet, ma sicuramente la realtà sarà superiore alla più ottimistica aspettativa. Dunque eccoci in aeroporto. Arriviamo ad Istanbul nel tardo pomeriggio del 9 marzo, dove ad attenderci c’è l’incaricato che riunisce anche gli altri turisti. Un bel pullman ci sta aspettando fuori per condurci al nostro albergo. La guida, il cui nome in italiano è Alpi, -come le vostre montagne- ci dice, comincia subito il suo lavoro con alcune spiegazioni. Innanzitutto l’aeroporto è situato nella parte asiatica, mentre il nostro albergo si trova nella parte europea, dunque ci attende un bel tragitto, durante il quale attraverseremo il famoso poste sul Bosforo. Partiamo ed il pullman si tuffa subito in un traffico caotico, del resto Istanbul ed il suo circondario contano ben 18 milioni di abitanti. Percorriamo una larga strada a più corsie e qui siamo subito colpiti da alcune stranezze: tra le macchine che scorrono in file parallele, fanno lo slalom uomini che vendono di tutto, come frutta, caschi di banane e chitarrine, proprio così strane chitarrine presumo in legno. Incredibile! Ma come si fidano a zigzagare tra le macchine, che non vanno veloci dato il traffico, ma comunque sfrecciano loro pericolosamente vicino. Il tragitto si rivelerà piuttosto lungo, e quando è ormai quasi buio, giungiamo in vista del ponte sul Bosforo. E’ illuminato e molto lungo, attraversandolo giungiamo in Europa: due continenti divisi solo da un ponte e la guida ci dice che la maggior parte dei turchi, come pure lui, vivono in Asia ma lavorano in Europa. Ancora un buon tratto di strada e quindi siamo al nostro albergo, l’Hotel Antik. Una breve rifocillata e scendiamo subito per la cena. Alpi ci vuole portare in un localino tipico della zona dove chi vuole potrà gustare il famoso kebab che, ci dice, non ha nulla a che vedere con quello che conosciamo in Italia. Percorriamo un buon tratto di strada a piedi e già possiamo ammirare la Moschea Blu illuminata. E’ molto bella naturalmente; la strada è trafficata di macchine, ma ci sono anche tanti turisti a piedi dato che la serata non è neanche troppo fredda. Ceniamo da “Omàr”. Il locale si sviluppa in altezza e noi siamo serviti all’ultimo piano, cui si accede da una stretta scala. Quasi tutti vogliono assaggiare il famoso kebab, io invece opto per una bistecca, che nulla ha a che fare con le nostre buone bistecche. Dentro il locale si sente uno strano odore di spezie, che non mi fa proprio impazzire, ma so che dovrò rassegnarmi, perchè questi odori mi perseguiteranno ogni volta che andremo a mangiare. Rientriamo, anche perchè domani si comincia presto con un bel giro in città. La mattina siamo pronti: il pullman ci porta subito al famoso Ippodromo Bizantino, dove ammiriamo gli obelischi e la colonna serpentina. Pochi passi e ci Dirigiamo verso la Moschea Blu. Nel cortile porticato la guida ci dà alcune indicazioni su ciò che andremo a vedere. Si tratta di una delle moschee più importanti della città ed al suo interno la caratterizzano più di 20.000 piastrelle turchesi, colore predominante da cui prende il nome di Moschea Blu. Entriamo, naturalmente non prima di esserci tolti le scarpe che porteremo con noi in un sacchetto di plastica. E’ semplicemente bellissima, siamo senza parole. A pochi passi ecco Santa Sofia, dove Sofia vuol dire “sapienza”. Anche qui ciò che ammiriamo ha dell’incredibile, specialmente la sua gigantesca cupola. Famosi sono i suoi mosaici, che possiamo ammirare, nonché i grandi medaglioni che riproducono i nomi sacri musulmani, tra cui Allah e Maometto. Proseguiamo a piedi verso il Gran Bazar, che è uno dei più grandi mercati coperti al mondo. Qui ci accoglie un dedalo di strade in cui è facile perdersi, quindi cerchiamo di tenere a mente dei punti di riferimento tra tanto caos di gente che va e viene. I negozi sono tantissimi, soprattutto di oreficeria, ma anche negozietti di souvenir che ci attraggono e che visitiamo con piacere. Qui è d’obbligo contrattare: si parte da cifre assurde per poi scendere a cifre irrisorie per piccoli oggettini ricordo. Torniamo in albergo per il pranzo, quindi partiremo per Ankara. Lungo la strada, con la nuova guida Ugo, ci fermiamo in un tipico negozio di spezie: l’odore è fortissimo! Giungiamo ad Ankara in serata, all’hotel Ickale dove ci attende una discreta cena. La mattina ecco il nostro pullman per il giro della città. Da qui in poi ci accompagnerà una simpatica ragazza di nome Gagla ( si pronuncia Cialla), che ci porta al famoso mausoleo di Ataturk. E’ imponente e sorge su una collina, costruito nel 1953 in memoria del padre dei turchi nonchè primo presidente di questo Paese. Questa mattina fa veramente freddo. Assistiamo al cambio della gGuardia, molto interessante ed emozionante, con questi bei ragazzi che marciano solenni. La tomba di Ataturk è situata all’interno sorvegliata da una guardia che rende gli onori. Il corpo in realtà è sepolto nella terra, in profondità, perchè secondo la religione i corpi debbono tornare alla terra. Il Viale dei Leoni è abbellito da 24 statue di leoni, uno per ogni ora del giorno ed oggi è particolarmente suggestivo perchè c’è tanta neve ai lati. Lungo questo viale seguiamo i soldati che hanno finito il turno di guardia e che rientreranno ai loro alloggi. Qui possiamo vedere anche Immagini del funerale di Ataturk avvenuto nel 1938, ed anche il carro con cui venne trasportato il feretro, le macchine da lui usate e perfino un motoscafo. Si torna al pullman per un giro nella città prima di giungere al Museo delle Civiltà Anatoliche, o Museo degli ittiti. Possiamo vedere un’importante collezione di reperti risalenti Al paleolitico e neolitico, dell’età del bronzo, del periodo ittita e del periodo frigio. Sosta per il pranzo in un ristorante in città e partenza verso la Cappadocia. Ci fermiamo brevemente al Lago salato, da dove si estrae il sale che alimenta una fiorente industria salina della zona. Giungiamo a Urgup al nostro albergo.

La mattina in pullman attraversiamo vaste zone innevate prima di giungere alla città sotterranea di Kaimakli. La visita qui è veramente impegnativa perchè dobbiamo scendere percorrendo alcuni cunicoli particolarmente stretti e bassi, ma è una cosa unica e stupefacente. In questi luoghi affascinanti e misteriosi si rifugiavano le popolazioni quando erano minacciate dai nemici e qui restavano anche per sei mesi, tanto bene era organizzata la vita lì sotto. Proseguiamo per Uchisar, dove ci attende un panorama strabiliante: questa valle offre scorci unici, le formazioni sembrano sbuffi di panna montata e i picchi di tufo perforato da mille cavità rendono questo luogo unico. Anche la Valle dei Piccioni è bellissima: il panorama che si apre ai nostri occhi ha dell’incredibile e le parole per descrivere tutto ciò non rendono minimamente l’idea. Dopo il pranzo, ci dirigiamo verso la Valle di Goreme. Questa meravigliosa valle pietrificata è considerata un museo all’aperto, perchè conserva un complesso monastico di chiese e cappelle rupestri risalenti al tempo dei Bizantini. Dopo alcune spiegazioni, la guida ci lascia il tempo libero per le foto. Peccato solo che il cielo sia coperto, ma comunque non perdiamo questa occasione unica per catturare ogni immagine, ogni angolo con lo sguardo e con le foto. La Valle di Pasabag invece ci accoglie con i famosi Camini delle Fate. Eccoli finalmente, siamo davanti a queste rocce che rendono il panorama fiabesco. Quasi non si può credere ai nostri occhi: ciò che qui ha scolpito la natura nel corso dei millenni è semplicemente straordinario! Tutto questo, ci dice la guida, è opera di due vulcani della zona ormai estinti e del paziente lavoro di madre natura in circa 8 milioni di anni. Che spettacolo unico! E’ un peccato dover andare via, ancora un po’…. l’indomani dobbiamo alzarci prestissimo perchè ci attende un bel giro in mongolfiera. Giungiamo al luogo d’incontro che è affollatissimo, c’è una grande confusione, ma tutto sommato c’è anche una buona organizzazione. Presto ci fanno salire nel grande cesto che comincia pian piano a librarsi nell’aria. Che sensazione strana! E tutt’intorno a noi tantissime altre mongolfiere si alzano in volo. Siamo circondati! L’alba in mongolfiera è un’esperienza unica, che ci mancava! Saliamo anche piuttosto in alto, poi si ridiscende quasi a sfiorare le formazioni della valle, è un’emozione che ci travolge! Il volo dura circa un’ora, quindi ci prepariamo all’atterraggio. Non è stato molto semplice: siamo sbattuti giù e poi rimbalzati, prendendo una botta fortissima, mentre il cesto cominciava pian piano a piegarsi su un lato. Per fortuna il personale che ci ha assistito si è dimostrato in gamba, così che finalmente siamo potuti scendere: con i piedi sulla terra ferma mi sono sentita un po’ più sicura. Comunque è un’esperienza che va sicuramente vissuta perchè è unica e particolarmente emozionante. Si torna in albergo per la colazione, quindi andiamo a visitare il caravanserraglio di Sultanhani, mentre ci dirigiamo verso Konya. Questo è il caravanserraglio più grande della Turchia, costruito nel 1229, con un’entrata di grande impatto. La prossima tappa molto importante è il Mausoleo di Mevlana, il monumento più importante e famoso di Konya. Visitiamo il sepolcro del mistico Mevlana, fondatore dei dervisci, ordine tutt’ora attivo. L’interno è molto bello, in modo particolare la fontana delle abluzioni e il minareto con la cupola conica rivestito di maioliche verde smeraldo: questo mausoleo è considerato una seconda mecca. Da Konya, lungo la famosa via della seta, ancora esistente per alcuni tratti, si giunge a Pamukkale, non prima di aver pranzato in un caravanserraglio ormai trasformato in ristorante. Durante il tragitto, ci fermiamo per assistere ad una dimostrazione di tessitura dei tappeti e di trattamento dei bozzoli per ricavarne la seta. Tutto ciò è piuttosto interessante, anche se poi dovremmo acquistare uno dei tappeti che vengono srotolati ai nostri piedi. Siamo ormai abituati a dimostrazioni varie, molto interessanti, ma comperare non è nelle nostre intenzioni. A sera giungiamo a Pamukkale all’hotel Lycus River, molto bello, dove possiamo usufruire anche di un bagno alle terme.

L’indomani piove un po’ e fa decisamente freddo. Qui il gelo Si farà sentire in modo particolare, anche perchè visitando la città di Hierapolis, ci troviamo all’aperto. Quest’antica città sorta sul fiume Lykos è un patrimonio eccezionale per lo studio dell’arte funeraria in Asia Minore. I sepolcri più antichi sono a forma di tumulo, altri a forma di edicola e poi numerosi sarcofaghi su cui spicca l’immagine di Medusa, che aveva il potere di trasformare in statua chi la guardava. Quindi la sua immagine è scolpita sulle tombe per proteggere quest’ultime da eventuali saccheggi. Attraversiamo le rovine della città ed alla fine ci attende una sorpresa: le terme più famose della Turchia, cioè Pamukkale. Il suo nome significa “Castello di Cotone” e la bellezza del sito si deve ai sedimenti lasciati dalle acque termali, che hanno formato delle formazioni che scendono a cascata. Dunque quello che appare ai nostri occhi è una cascata bianca, come panna montata. E’ incredibile, tutto bellissimo, anche qui uno spettacolo che ci lascia senza fiato, anche se fa molto freddo. Toccando con mano, l’acqua è calda, ma qui non è più possibile bagnarsi proprio per proteggere il valore di questa zona. Però alcuni cagnolini non si preoccupano di divieti vari e passeggiano indisturbati nell’acqua tiepida. Ci rimane solo una visitina al Santuario di Apollo ed allo stadio di Hierapolis, prima di avviarci per il pranzo lungo la strada. Il pomeriggio è invece dedicato all’antica città di Aphrodisias, un sito sacro risalente addirittura al 5800 a.c. Un grande trattore che trascina una specie di vagoncino, ci porta dentro il sito: anche questa curiosità è per noi motivo di scherzo e risate con gli altri amici della vacanza. Anche questo sito è estremamente interessante e ricco di storia, ma la nostra guida ci porta a vedere una meraviglia unica: lo stadio. Aveva una capacità di 30000 posti ed è un misto di arte greco-romana dei primi del II° sec. , ed è uno dei migliori e ben conservati al mondo. Anche il Tetrapylon è veramente ben conservato dopo la restaurazione del 1990. Come lo stadio, è del II° sec ed era un passaggio monumentale verso il tempio di Afrodite. Una capatina al museo, un’ultima foto e si torna indietro col trattore. L’ultima sera della vacanza la trascorriamo a Kusadasi, dove ceniamo. La mattina è dedicata ad un luogo mistico: la casa della Vergine Maria. Immersa nel verde, c’è una casetta di due stanze, il soggiorno e la camera da letto, che ora è un santuario meta di tanti pellegrini, sia cristiani che musulmani. Si ritiene che questa sia l’ultima dimora della Vergine; qui si viene per pregare, per lasciare ex voto e per bere l’acqua benedetta. Ridiscendendo la strada, giungiamo al sito qrcheologico di Efeso, nella confusione di pullman e turisti. C’è infatti una gran folla e per entrare dobbiamo fare un po’ di fila. Dai primi scavi iniziati nel 1869, la città è pian piano riemersa in tutto il suo splendore ed oggi è uno dei siti in assoluto più visitati. L’Odeon, il Tempio di Domiziano, la Fontana di Traiano, ma soprattutto la Biblioteca di Celso, sono semplicemente sorprendenti in tutta la loro bellezza e poi tanti mosaici rinvenuti nelle case che sono tutt’ora allo studio degli esperti. Le latrine pubbliche qttirano la nostra curiosità: sono ben conservate, una a fianco dell’altra, perchè nell’antichità non ci si facevano molti scrupoli, quindi anche quei momenti erano un motivo di incontro. Qui ad Efeso c’è una bella curiosità: la prima pubblicità del mondo. Lungo la Via dei Marmi, protetto solo da una fragile barriera, la guida ci fa notare l’impronta di un piede sinistro che indica la direzione da seguire, nonché la figura di una donnina. Dunque, avanti a sinistra c’è il bordello, a beneficio di chi ne volesse approfittare. Anche lo stadio di Efeso è molto grande e bello; conteneva 25000 spettatori e dall’alto si gode un panorama unico sulla città e sul porto antico. Ultima tappa di questo viaggio: la basilica bizantina di San Giovanni con la sua presunta tomba, perché Il santo visse e morì qui, a pochi chilometri da Efeso. In questo paesino di Ayasuluk, ci colpisce la presenza delle cicogne, ce ne sono tante e la guida ci spiega che la prima cicogna che si guarda ci informa sul nostro futuro: se è ferma, per quest’anno non partiremo, ma se è in volo ci aspetta un bel viaggio. Per fortuna la mia cicogna volava! Però per adesso il nostro viaggio è finito.

Domani si rientra in Italia, ma di sicuro avremo con noi tanti ricordi, tantissimi nelle innumerevoli foto scattate, ma tanti altri ancora nella nostra mente. Il tour è bellissimo, permette di vedere tante cose, ma non dà la possibilità di apprezzare al meglio gli alberghi, nei quali si trascorre una sola notte e poi si va via. Comunque anche questo viaggio è stato unico, bellissimo, tutto si è svolto bene, così come volevamo, dunque… alla prossima partenza!



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