Turchia a tappe: ecco come vivere al meglio il paese delle mongolfiere e dei 1000 siti archeologici
La destinazione delle mie vacanze lo scorso anno è stata guidata da un impulso improvviso. Tuttavia, se devo essere onesta con me stessa, è stata l’immagine delle mongolfiere che ha catturato la mia immaginazione e ha spinto alla decisione di esplorare questo affascinante paese, la Turchia.
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Decidendo di non limitarmi a un’unica esperienza, ho optato per un tour che prometteva di farci immergere completamente nella sua bellezza. Il mio entusiasmo ha contagiato gli inseparabili compagni di viaggio, mio marito e specialmente mio figlio Oscar di 17 anni, il quale è stato attratto dalle prospettive di esplorare i mercati locali per il cosiddetto “vestiario contraffatto”. In poco più di tre ore, considerando anche il fuso orario, il nostro aereo è atterrato in uno dei più grandi aeroporti di Istanbul, a Sabiha Gökçen. Veniamo accolti da una guida che, in un battito di ciglia, ha orchestrato il trasferimento in pullman per alloggiare 47 persone in tre hotel diversi, ognuno destinato a un tour differente. Mentre osservo il gruppo che mi circonda, noto immediatamente che, a differenza di altri tour fatti in passato, l’età media dei partecipanti è sorprendentemente giovane. La guida, ci informa che in altre stagioni dell’anno la media di età tende ad aumentare, fortunatamente per noi, abbiamo colto il momento giusto. Pensavamo di avere del tempo libero per avere la prima infarinatura della città di Istanbul, ma la suddivisione nei vari hotel ha fatto sì che arrivassimo giusto in tempo per la cena; zuppa di verdure, pollo arrosto e verdure cotte, il tutto servito in una splendida terrazza con una vista mozzafiato. La prima notte, tuttavia, ci ha riservato una sorpresa inaspettata. Il muezzin, con il suo canto, ci ha svegliati all’alba, dal minareto vicino, invitandoci alla preghiera. Una tradizione, una cantilena stabilita per chiamare i fedeli alle cinque del mattino alle preghiere canoniche. Nella hall incontriamo la nostra guida Rasim, un giovane e vivace compagno di viaggio che ha conquistato immediatamente la nostra simpatia con il dono di un dolcetto appena saliti a bordo del pullman, un gesto tradizionale per augurarci una buona giornata.
Diario di viaggio
Magnificenza Sacra
Prima di entrare nella prima moschea, Rasim ci ha assegnato i “bady“, ossia chi doveva controllare chi, assicurandosi di non dimenticare nessuno quando ci riunivamo. Agli uomini è stato richiesto di indossare pantaloni sotto il ginocchio, mentre le donne, oltre a coprire le gambe, anche la testa e le spalle. Questo ha scatenato la nostra vena di creatività e, da buoni italiani, abbiamo iniziato a scherzare e sorridere di fronte a questo nuovo outfit. In fila da bravi bambini, (per fortuna eravamo tra i primi arrivati), abbiamo notato nei paraggi dei carretti che vendevano le castagne e le pannocchie, sotto il sole cocente … direi un po’ fuori stagione.
Prima di immergerci nella magnificenza della nostra prima moschea, siamo stati avvolti da un odore penetrante di piedi. Era inevitabile, tutti eravamo a piedi scalzi. Le scarpe, rigorosamente tolte all’ingresso si potevano lasciare in spazi appositamente designati, oppure potevano essere portate con se, anche in sacchettini presi in hotel. Restiamo incantati dalla Moschea Blu, costruita nel XVII secolo dal sultano Ahmet per la sua sontuosa architettura. Il suo nome deriva dai magnifici mosaici blu che adornano le pareti interne, creando un’atmosfera eterea e magica. La luce naturale filtra attraverso le finestre decorate, creando un’atmosfera di divina ispirazione. Veniamo catapultati in un mondo di spiritualità.
Situata nel centro del distretto storico di Istanbul, a breve distanza a piedi, visitiamo la grandiosità della Moschea di Santa Sofia, conosciuta localmente come Ayasofya, nel quartiere di Sultanahmet, che domina il panorama della città. La sua storia abbraccia più di un millennio, l’architettura ed è un incrocio tra il mondo cristiano e islamico. L’imponente cupola centrale, che si eleva maestosamente, è una delle più grandi del suo genere.
Abbandonata la parte sacra, giungiamo al Palazzo Ottomano, Topkapi costruito nel XV secolo e ha servito come residenza principale dei sultani ottomani per secoli. Un design imponente e maestoso. Si estende su un’ampia area e comprende diverse corti, padiglioni, harem e sale cerimoniali. Unica nota dolente di questa visita, è stato l’eccessivo tempo libero a nostra disposizione, che ci ha portato a momenti di noia. Fortunatamente la mania di farmi immortalare con uno scatto fotografico durante un salto, in ogni luogo visitato, ha aiutato a far trascorre il tempo.
Esplorando il Gran Bazar
Arriviamo finalmente dopo una mattinata già piuttosto intensa, al nostro primo ristorante a buffet, ci troviamo al tavolo con dei ragazzi di Roma divisi purtroppo, per quantità di spazio, dal resto del loro gruppo. Scatta subito la sintonia tra noi, e mentre mi sforzavo di apprezzare il mio piatto con misto di pietanze arrancate velocemente dal buffet, inizio una conversazione formale, durata ben poco, scivolando in aneddoti divertenti e riflessioni su questo e passati viaggi. La magia accade proprio quando, dopo aver bevuto il primo sorso di caffè turco, io feci una smorfia di disgusto. È bastato un caffè “schifoso” per creare connessioni autentiche di amicizia. E mentre le prime risate risuonavano al nostro tavolo, mio figlio toccava il tempo, il Gran Bazar lo attendeva.
Tra i minareti, i richiami del mercato, e gli vari odori ci siamo avventurati nel magico labirinto del Gran Bazar. La gioia contagiosa di mio figlio, che non vedeva l’ora di immergersi nell’arte millenaria del fare affari con i prodotti locali. Corridoi dai colori vivaci e dagli odori avvolgenti, siamo subito stati travolti dall’atmosfera di questo mercato storico. Oscar, animato dalla prospettiva di acquisti intriganti, ha iniziato a tessere la sua strada tra bancarelle, contrattando e analizzando la qualità dei prodotti, dopo ovviamente essersi fatto una cultura su internet per imparare a mercanteggiare. Il tempo a nostra disposizione era di solo un’ora, decisamente troppo poco per girare tutto il bazar e trattare le merci, inoltre abbiamo avuto un momento di smarrimento tra quelle viuzze tutte uguali. Purtroppo nessun affare e solo due acquisti deludenti.
L’Ingegno dei Romani
Rasim, senza badare se nel tragitto fuori dal bazar fossimo stati tutti presenti causa l’elevata confusione, e la nostra puntualità, inizia a camminare velocemente attraversando il mercato, portandoci senza fare la fila, direttamente all’ingresso di una delle gemme nascoste di Istanbul, l’antico Acquedotto Romano. Sin da subito, siamo stati conquistati dalla sua imponenza e dalla sua eleganza architettonica. La vista dell’acquedotto, con i suoi archi perfettamente conservati, ci ha lasciati senza fiato, catturando la nostra immaginazione, sentendoci catapultati indietro nel tempo, immersi nella grandezza dell’antica Roma. Un capolavoro di ingegneria che ha resistito al trascorrere dei secoli. Tuttavia, la vera magia è iniziata quando abbiamo esplorato le sue profondità sotterranee, le cisterne Romane. La nostra guida, ci ha svelato i segreti nascosti e aneddoti affascinanti lungo il percorso. ci siamo trovati circondati da una bellezza misteriosa. Le pareti umide e le luci soffuse hanno contribuito a creare un’atmosfera magica. Scattare foto non rendeva abbastanza ciò che ai nostri occhi si palesava.
Navigando tra Due Continenti
La decisione di partecipare o meno alla gita extra ha diviso il gruppo, ma per coloro che hanno scelto di salire a bordo della nave, si è rivelata un’esperienza indimenticabile durante la crociera sul Bosforo. Una prospettiva unica sulla storia e la bellezza di Istanbul, incastonata tra Europa e Asia. Abbiamo trovato il nostro rifugio sul ponte, godendoci il viaggio con una tazza fumante di tè per me e una birra fresca per mio marito. Il panorama spettacolare si srotolava davanti a noi, con le moschee maestose e i palazzi storici che punteggiavano la riva. Nonostante la guida che cercava di svelarci i segreti di ogni luogo lungo il percorso, alcuni di noi hanno lottato con la connessione intermittente degli auricolari. Tuttavia, la vista magnifica era così coinvolgente che molte volte ci siamo ritrovati immersi nel paesaggio, ignari delle parole della guida. Nonostante il fascino di queste meraviglie, devo confessare che il leggero cullare della nave e il mormorio del Bosforo hanno avuto un effetto ipnotico su di me. Nonostante i miei sforzi di rimanere attenta alle spiegazioni della guida, il sonno ha preso il sopravvento, trasformando il viaggio in un sogno pacifico.
La giornata era stata impegnativa, ma una serata turca in un locale dall’atmosfera accogliente, dove la musica e i cocktail tipici, promettevano di regalarci un’esperienza indimenticabile. La tentazione di esplorare la vita notturna era forte, i ragazzi mi trasmettevano un’energia contagiosa, tuttavia, noi abbiamo esitato con un grosso senso di rimpianto da parte mia. Il costo eccessivo e la stanchezza, ha vinto su di noi.
Nuovi chilometri ci aspettano
Il nostro secondo giorno di viaggio inizia con un risveglio anticipato alle 4.30 del mattino, guidato dalla promessa di un viaggio attraverso l’incantevole Anatolia, in direzione di Ankara. Varchiamo il famoso Ponte Euroasia, un’iconica struttura che collega due continenti, Europa e Asia. Le strade di Ankara sono animate da una moltitudine di veicoli, ma ci colpisce subito la predominanza di auto Fiat, un marchio che sembra avere una presenza ben più marcata rispetto alla nostra Italia.
La nostra guida, Rasim, ci racconta che in Anatolia possedere un’auto è un segno di status e benessere. Sorprendentemente, il numero di auto di lusso non corrisponde necessariamente al livello di prosperità della regione. Rasim svela un aspetto interessante della cultura locale. “Qui, le auto sono uno status symbol,” ci spiega con un sorriso complice. “Le persone desiderano dimostrare al mondo che stanno bene, anche se la realtà potrebbe essere diversa. Alcuni possessori di auto di lusso potrebbero persino trovarsi in situazioni finanziarie difficili, ma preferiscono mantenere le apparenze.” “C’è chi noleggia auto di lusso solo per il piacere di farsi vedere. È come se l’auto diventasse una tela in cui dipingere la propria immagine di successo.”
Le strade statali e non solo ci hanno condotto attraverso scenari pittoreschi, regalandoci una prospettiva autentica della cultura turca semplicemente attraverso il finestrino del pullman. È stata la profusione di bandiere nazionali ad attirare la nostra attenzione e a diventare un elemento distintivo di questo viaggio indimenticabile. La mezza luna bianca su fondo rosso, così come la stella a cinque punte che la accompagna, rappresenta la forza e la perseveranza della nazione turca. La bandiera è intrisa di simbolismo, richiamando l’eredità dell’Impero Ottomano e la moderna Repubblica di Turchia.
Museo delle Civiltà Anatoliche
Oggi il sole cocente ci accompagna al museo Anadolu Medeniyetler i Musezi che ospita una vasta collezione di reperti che raccontano le epoche che hanno plasmato la civiltà anatolica. Antiche statue, manufatti e mosaici cariche di storia, ci hanno offerto uno sguardo sulla ricca eredità culturale di questa terra. Dopo aver assaporato la storia, ci siamo indirizzati verso il ristorante rinomato per gustare il Kebab di Alessandro Magno, Iskender fatto di manzo di alta qualità e tipicamente servito con yogurt e burro fuso. Affamati e entusiasti, il gruppo si è seduto con aspettative elevate, Oscar in particolar modo. Il ristorante era pieno di altri turisti, ci siamo resi conto che le porzioni erano leggermente ridotte. Sebbene il sapore del Kebab fosse eccezionale, la sensazione di fame persisteva, lasciandoci con una leggera delusione. Intanto a tavola con altri partner del gruppo, l’affiatamento andava via via aumentando.
Tra calura e stupore
Il viaggio verso il lago salato è stato lungo, con ore di strada che si sono susseguite tra paesaggi che cambiavano continuamente di fronte ai nostri occhi. Abbiamo raggiunto la destinazione attesa con ansia, il magnifico lago salato. Siamo stati accolti da un caldo infernale, che ci avvolgeva come un abbraccio ardente.
Il sole, impareggiabile nel suo splendore, rifletteva la sua luce sulla vasta distesa di cristalli salini, creando uno scenario mozzafiato. L’orizzonte sembrava sfumare tra il cielo azzurro e la superficie scintillante del lago, regalando un’atmosfera surreale.
Nonostante la calura intensa, ci siamo sentiti piccoli di fronte a tanta bellezza naturale. Abbiamo svariate foto e selfie, cercando di immortalare la grandiosità del paesaggio senza fine. Tra le immagini, spiccavano soprattutto i miei salti, diventati ormai famosi tra gli amici del gruppo, che hanno cominciato a copiare la mia folle mania. Dopo aver esplorato la zona circostante, abbiamo sentito il bisogno di rifocillarci. Fortunatamente, un unico locale era lì ad accoglierci, offrendo un rifugio dal calore opprimente. Un’oasi di refrigerio che ci ha permesso di rigenerarci e poter far mangiare due gelati a mio figlio “costano pochissimo allora non ne prendo uno solo”.
le Profondità claustrofobiche di Derinkuyu
Non posso dimenticare la misteriosa città sotterranea di Derinkuyu, affascinante, seppur un po’ claustrofobica. La sensazione di scendere sempre più in profondità nel ventre della terra ha reso l’atmosfera carica di emozioni, eravamo immersi in un mondo sotterraneo fatto di intricati passaggi e stanze nascoste. La città sotterranea di Derinkuyu, scavata nelle viscere della Cappadocia, offre una testimonianza straordinaria dell’ingegno umano nel creare luoghi di rifugio unici. Tuttavia, una delle esperienze più inattese, è stato l’incontro con le signore anziane appena riemersi dai sotterranei. In passato, queste donne accoglievano i visitatori quasi saltandogli addosso, spaventandoli e catturando la loro attenzione con i loro prodotti artigianali.
Ora, sono state obbligate a rimanere ai lati della strada, chiamando a gran voce i visitatori e implorandoli di acquistare i loro pupazzi fatti a mano. Guardando queste donne anziane con i loro prodotti, non ho potuto fare a meno di provare una profonda tenerezza. Mentre contemplavo i loro lavori, il dilemma di decidere cosa acquistare, è stato interrotto dall’appello della guida. Salii sul pullman con il rimorso di non aver potuto sostenere quelle donne nel modo che avrebbero meritato.
Un volo tra nuvole e amicizia
Il cuore batteva forte mentre il grande giorno era finalmente giunto, quel momento tanto atteso che ha reso il mio viaggio in Turchia ancor più speciale: l’esperienza unica di volare in mongolfiera. Non tutti i membri del nostro gruppo erano pronti a sfidare le altezze; i miei uomini per esempio, e un altro signore, hanno deciso di rimanere a terra, imprigionati dalla loro paura. Un giovane titubante, invece, fu persuaso dagli amici a unirsi all’avventura. Eccoci tutti pronti e sonnolenti alle 4:15 presso la hall del nostro hotel. Nonostante la stanchezza, l’atmosfera era carica di eccitazione. Battute scherzose animavano il gruppo mentre ci preparavamo per l’avventura. La nostra guida ci aveva avvertito che fino all’ultimo momento non avremmo avuto la certezza di sollevarci in aria, dipendendo dalla forza e dalla direzione del vento. Il nostro obiettivo? Ammirare l’alba dalla maestosa prospettiva di un volo in mongolfiera.
Mentre la tensione cresceva, c’era Rasim al telefono che coordinava i nostri autisti dei mezzi, che ci avrebbero condotto alla base delle mongolfiere. I minuti trascorrevano lentamente, e un’ora sembrava un’eternità, ma alla fine la decisione fu presa: avremmo comunque iniziato la nostra avventura. Divisi in piccoli gruppi, ci siamo diretti verso le mongolfiere, la mia auto fu incaricata anche di recuperare i sacchettini della colazione per tutti.
L’aria fredda e fresca del mattino ci accoglieva mentre ci dirigevamo verso la base delle mongolfiere in fermento. La vista delle enormi sfere multicolori che si preparavano al decollo alimentava la nostra eccitazione. L’equipaggio si muoveva freneticamente per assicurarsi che tutto fosse pronto per il nostro viaggio impagabile. Il processo di gonfiaggio delle mongolfiere è stato uno spettacolo affascinante da osservare. Il bruciatore riempiva con un suono rassicurantele enormi sagome che prendevano forma, pronte a sollevarsi nell’aria. Il sole stava emergendo all’orizzonte, dipingendo il cielo con sfumature di rosso e arancione, regalando uno spettacolo mozzafiato che ha reso il momento ancora più memorabile.
Il nostro entusiasmo ha raggiunto l’apice quando siamo stati divisi nelle varie ceste. Io ho avuto la fortuna di essere assegnata al gruppo di ragazzi provenienti da Roma, con i quali avevo già condiviso un’affinità immediata sin dal nostro primo incontro. Saliti a bordo, il cuore pulsava di gioia e adrenalina. Lentamente, la mongolfiera iniziò a sollevarsi, portandoci in un viaggio magico al di sopra della suggestiva regione turca. Le meraviglie della Cappadocia si svelavano sotto di noi e ai nostro occhi increduli. Le forme straordinarie delle rocce, i villaggi incastonati tra le valli e il paesaggio assumeva gradualmente i colori caldi dell’alba. Il nostro cuore si riempiva di gratitudine in quanto stavamo vivendo un momento straordinario. Immersi in questa scena spettacolare, non potevamo fare a meno di sentirci commossi dalla bellezza circostante. Gli smartphone sono emersi da tasche e borse, ognuno di noi ha cercato di catturare l’essenza di quel momento unico. Selfie, foto di gruppo, paesaggi che si aprono sotto di noi, ogni angolo era degno di essere immortalato. È un’esperienza viscerale, una sensazione di leggerezza e libertà che cattura l’anima. Mentre ci scattavamo selfie e ci perdevamo nella magnificenza dei panorami che si estendevano sotto di noi, non sapevamo che avremmo presto vissuto un’esperienza da brividi. I nostri piloti, abilmente al timone della mongolfiera, iniziarono a trasformare l’atmosfera di tranquillità in un caos controllato. La lingua turca dei nostri guide si animava, il tono della voce aumentava e le loro fronti iniziavano a gocciolare di sudore, mentre facevano manovre che, per noi passeggeri, sembravano decisamente rapide.
In un attimo di puro terrore, udimmo le parole “Landing position!“. Nel panico generale, mi abbassai istintivamente, purtroppo dalla parte sbagliata. Il pilota, con voce impetuosa, mi sgridò, e i miei amici di viaggio scoppiarono in una risata liberatoria di fronte al mio errore. Nel mentre io, ignara del pericolo imminente, osai chiedere con un tono spensierato: “Ma stiamo precipitando? Pensavo scherzavate!””. La risposta fu svelata da un repentino impatto su di un piccolo promontorio, seguito da uno scivolone lungo la parete. Fortunatamente, ci ritrovammo tutti sani e salvi, emergendo dal cesta con un mix di ansia e risate. A pochi metri da noi, un’altra mongolfiera aveva avuto lo stesso nostro destino, ma solo la nostra ciurma ebbe l’onore di assistere all’arrivo tempestivo dei soccorsi. Un furgone si avvicinò a noi e, con abilità, tirò via la nostra mongolfiera, portandoci in salvo e mettendo fine all’adrenalina che aveva caricato l’aria.
Liberi dalla tensione, iniziammo a raccontarci la nostra epica avventura, ridendo a crepapelle. Con un messaggio semplice ma efficace a mio marito, ignaro dell’accaduto, che ancora dormiva, lo informai della nostra vicenda. La risposta di lui fu altrettanto semplice: “ok, sarà per la prossima volta!”. E così, brindammo al nostro volo che, nonostante il brivido, aveva avuto un lieto fine, lasciandoci con ricordi indelebili e un senso di gratitudine per la sicurezza riottenuta a terra.
Camini di Fata e le Città Sotterranee
Nella regione della Cappadocia visitiamo uno dei gioielli di questa regione, la Valle di Goreme dove si erge un museo all’aperto, catapultandoci in un vero e proprio set di Star Wars. Le sue formazioni rocciose uniche al mondo, chiamate “camini delle fate” o “ciminiere delle fate”, creano un paesaggio surreale ma soprattutto fiabesco. Inutile dire la molteplicità di fotografie selfie e salti che abbiamo fatto. I miei amici “ I Giovani Tatuati” oramai, non aspettavano altro che vedermi saltare con nuove acrobazie, e farsi quattro risate.
Visitiamo sotto un sole cocente, l’imponente Cittadella di Uchisar, una formazione rocciosa che domina tutto il paesaggio intorno. La sua struttura è stata scavata nel tufo vulcanico, creando un complesso labirinto di camere, gallerie e passaggi. Gli antichi abitanti di questa regione utilizzavano la Cittadella come rifugio naturale, per difendersi da incursioni nemiche e dalle intemperie.
Eccoci in seguito alla misteriosa Valle di Dervent – Ozkonak, nota per ospitare una delle città sotterranee più affascinanti della Cappadocia.
Come in TV
I laboratori artigianali sono spesso tappa fissa in molti itinerari turistici, poiché rappresentano un modo per immergersi nella cultura locale e di apprezzare il talento creativo. Che fascino i tappeti turchi con i loro colori vibranti e intricati. Abbiamo avuto l’opportunità di assistere al processo di produzione, ammirando la maestria con cui vengono realizzati questi autentici capolavori tessili. Era inevitabile non innamorarsi di qualche tappeto, ma il costo elevato e il mio personale non amore per la loro dislocazione in casa, mi ha bloccato all’acquisto.
Ma cosa dire della venditrice, se non una bravissima attrice/cabarettista, che ci ha mostrato pietre preziose della sua gioielleria? Coinvolgendo una coppia del nostro gruppo ha reso davvero molto piacevole la presentazione. Non sono un’amante di gioielli, ma dato che una cara amica mi aveva espressamente richiesto un ciondolo tipico turco, un acquisto questa volta l’ho fatto.
Meritato relax
Sorseggiare una birra gelata ai bordi della piscina, con musica a tutto volume, non ha prezzo. La vera ciliegina sulla torta, è stata quando il nostro amico Christian, ha avuto l’idea di creare una gruppo Whatsapp “I giovani tatuati” per condividere i video appena scaricati dell’avventura in mongolfiera e foto di gruppo. In un attimo, eravamo tutti connessi, rivivendo i momenti epici della giornata. La chat è diventata il nostro album digitale, un luogo dove conservare e condividere i nostri ricordi in tempo reale, e mantenere ancora oggi i contatti.
Mi sono dimenticata di spiegare il motivo per cui siamo battezzati dalla nostra giuda Rasim “i Giovani Tatuati” …semplicemente perché non gli era capitato così spesso di avere un bel gruppo di così tanti ragazzi giovani (anche noi ci reputiamo tali nonostante i molti anni di differenza con il resto del gruppo) e tutti dico tutti con almeno un tatuaggio sul corpo.
Pamukkale
Durante il tragitto abbiamo fatto una tappa rapida a Caravanserraglio di Sultanhal, in passato ristoro notturno delle carovane mercantili. Davvero una bellissima costruzione del tredicesimo secolo, che però ci ha lasciato uno sgradevole ricordo; l’odore nauseante, che invadeva tutta la sala con esposizione di tappeti, dove riposavano al fresco cani randagi. Mi sono concessa una pausa caffè turco, non male direi.
Il nostro viaggio continua verso le rovine maestose di Hierapolis, una città antica che oggi ancora conserva le testimonianze del suo passato. La guida ci aveva detto che si poteva usufruire della piscina naturale di Cleopatra, per fortuna prima di pagare abbiamo dato un’occhiata e… anche no. Esploriamo la vasta necropoli e ci immergiamo nell’antico teatro con il suo palco imponente che ci lascia senza fiato.
Cosa scrivere invece sulla straordinaria bellezza delle cascate pietrificate di Pamukkale? Un vero spettacolo della natura. L’acqua ricca di calcare, ha plasmato le rocce creando formazioni di calcare bianco brillante, creando uno scenario spettacolare: sembrava un paesaggio innevato, Mentre attraversavo questo paradiso calcareo con il mio gruppo di amici ( i miei uomini molto più avanti rispetto a me) il suolo irregolare e le formazioni scivolose ci facevano avanzare con cautela, le risate e le prese in giro, creavano una situazione ideale per fermarsi ad ogni passo per scattarci foto artistiche.
Cani ovunque
Durante il nostro viaggio, soprattutto ad Istanbul, abbiamo trovato molti cani randagi, in quanto vi è un alto tasso di abbandono. Sebbene l’amministrazione locale cerchi di portare avanti un programma di sterilizzazione, la quantità di randagi è fuori controllo. A riguardo la nostra guida ci racconta molte storie affascinanti, come per esempio quella del cane in Anatolia. La statua del cane ad Aksaray diventa un punto di riferimento significativo nel nostro percorso, simboleggiando la fedeltà e l’amore che questi animali hanno condiviso con gli abitanti della regione.
Dopo un lungo viaggio di 650 km, finalmente raggiungiamo il nostro hotel, un’oasi di lusso con una spa che si rivela il rifugio perfetto per il nostro relax. Dopo un ottimo buffet, la serata si anima quando decidiamo di condividere un cocktail in una tavolata con quasi tutto il gruppo di amici, circondati dall’atmosfera sofisticata dell’hotel. Il top della serata arriva con una danzatrice del ventre che intrattiene gli ospiti, aggiungendo un tocco di sensualità e fascino all’ambiente. Mentre chiacchieravo con le giovani ragazze, scoprendo proprio in quel momenti la maggior parte insegnati come me, la ballerina si fa strada tra il pubblico arrivando proprio nella mia direzione e con il tifo dei mie amici, vengo chiamata a unirmi a lei in una spettacolare esibizione di danza del ventre.
Il gruppo mi battezza “The Queen,” e la serata si trasforma in una festa indimenticabile. Rimango a ballare in discoteca con i meravigliosi amici che mi contagiano con la loro energia positiva, facendomi sentire come non accadeva da tempo, una vera giovane.
Efeso
Eccoci a Efeso, un sito archeologico straordinario che ci ha portato indietro nel tempo, immergendoci nella grandiosità dell’antica civiltà romana. L’aria afosa, anche se intensa, era comunque molto diversa da quella devastante che abbiamo lasciato in Italia.
Ci troviamo di fronte a testimonianze straordinarie del passato, tra cui il maestoso Tempio di Adriano, la magnifica biblioteca del Celso dove abbiamo scattato la foto dell’intero gruppo. Il nostro gruppo, ormai consolidato e unito dalle esperienze condivise, si trova a vivere un momento indimenticabile quando Rasim, suggerisce a una talentuosa cantante del nostro gruppo di esibirsi nel grande Teatro di Efeso. Già in pullman aveva deliziato i compagni di viaggio con la sua voce, ma ora aveva l’opportunità di far risuonare la sua arte in uno dei teatri antichi più grandiosi del mondo con un acustica che ancora propaga il suono in maniera eccellente.
Io, con il mio ruolo improvvisato di regista, decido di immortalare l’emozionante esibizione. La cantante si esibisce, incantando non solo noi ma anche gli altri turisti presenti. I volti estasiati e gli applausi scroscianti dimostrano quanto la sua performance sia stata apprezzata. La richiesta di un bis è inevitabile, e la mia dolce amica, ha acconsentito con un sorriso radiante.
Inaspettatamente modello
Non poteva mancare una sosta in una pelletteria, che si è rivelata un vero e proprio spettacolo di moda. Accolti calorosamente, siamo stati invitati a un aperitivo al fianco di una passerella, dove capi di pelle di alta qualità sfilavano con eleganza indosso a dei gran bei modelli (da lustrarsi gli occhi). Il vero colpo di scena è stato quando il presentatore ha scelto alcuni volontari, tra cui mio marito sott’obbligo, per far indossare altri capi della collezione. La sfilata è stata un successo, mio marito che ha sfoggiato un capo di pelle con una scioltezza e un’eleganza che nessuno si sarebbe aspettato, lui in primis. Le risate e gli applausi hanno creato un’atmosfera di gioia e divertimento, trasformando questa sosta in una delle esperienze più divertenti e inusuali del nostro tour.
Turchia by night
La voglia di divertirsi del nostro gruppo era così contagiosa che Rasim, e il nostro autista, hanno ceduto alle nostre richieste e ci ha portato nel centro di Izmir o Smirte, una città che si è rivelata essere sorprendentemente caotica e piena di vita, sembrava una città della nostra riviera romagnola. Quale meta potevano scegliere i Giovani tatuati? Un accogliente bar, dove poter gustare una bevanda analcolica, fumando narghilè. Risate, chiacchiere, mentre ci godevamo l’atmosfera del luogo. Il mio affetto per questi ragazzi cresceva di minuto in minuto, e il legame tra noi diventava sempre più forte.
Poiché abbiamo rispettato le regole della religione locale che vietavano il consumo di alcolici nel locale, i miei uomini hanno trovato un modo alternativo per bersi una birretta, andando a perlustrare zone limitrofe e scovando un mini supermercato. Dopo il divertente intermezzo, abbiamo deciso di fare una passeggiata lungo mare, affollata e animata, incrociando pure un venditore ambulante che offriva cozze fresche con limone, un tipico take away.
Le conclusioni del viaggio
Il nostro viaggio in Turchia stava giungendo al termine, e il nostro ultimo giorno è dedicato all’esplorazione di altri due tesori.
Pergamo, una città antica che ci accoglie con le sue rovine ancora oggi ben conservate. Camminando tra i resti antichi giungiamo al Teatro situato sul versante di una collina, offre una vista spettacolare sulla città sottostante. La Biblioteca, con il suo ricco patrimonio letterario, Il Santuario di Asclepio, dedicato al dio della medicina nella mitologia greca. Voglio essere sincera, ciò che mi lega a questo luogo, è il salto di gruppo che ho fatto con gli amici meravigliosi che hanno reso unica questa mia vacanza. Con il mio #saltovunquesono siamo stati immortalati per sempre: in salto al mio fianco.
Mentre ci dirigevamo alla nostra ultima tappa, una pasticceria di prodotti tipici, l’atmosfera sul pullman era un mix di emozioni. La nostra talentuosa cantante decide di sorprenderci con una cover della canzone “Furore” di Paola e Chiara, la preferita della nostra guida. La spontaneità dell’evento ci fece ridere e commuovere contemporaneamente, creando un clima indescrivibile.
Rasim, successivamente intrattiene il gruppo con un quiz a premi sulla cultura generale della Turchia e sui luoghi visitati, per testare la nostra attenzione alle sue spiegazioni e a ciò che abbiamo visitato. Il vero momento clou è stato il karaoke, in molti hanno dato sfogo alle loro capacità canore, fino a quando i miei ragazzi hanno insistito per una performance da parte della loro “Queen”. Nonostante le mia finta titubanza e la mia vera incapacità di cantare, mi sono ritrovata a capo del pullman, con una unica richiesta, una canzone di Antonello Venditti in onore dei mie amici romani, “Notte prima degli esami”. Sorprendentemente, ho deciso di abbandonare ogni inibizione e di mettere in scena una versione teatrale e drammatizzata della canzone, scatenando un’ondata di risate in tutto il pullman.
Con un nodo in gola, ci rendiamo conto che il nostro tempo in Turchia sta per giungere al termine.
Un epilogo indimenticabile
Il nostro viaggio è giunto al termine, usare le parole “le memorie di questa avventura rimarranno vive nei nostri cuori”, sono pura verità, perché se c’è una cosa che il viaggio può regalarti, è l’inaspettato, la Turchia lo ha fatto.
Un plauso a Rasim, la nostra guida (praticamente un faro nel buio), un ragazzo più europeo che asiatico. In uno dei tanti lunghi tragitti si è emozionato e ci ha incantato, raccontando la sua esperienza tragicomica, di quando da giovane laureato, è venuto in Italia a studiare la nostra lingua. Tra un aneddoto e l’altro, nonostante la diffidenza delle aspettative, ha capito che il nostro popolo è inclusivo e riconoscente con chi si impegna e si comporta con educazione. Poi abbiamo anche il bidet! Valutazione 5 Stelle perché 6 non se ne possono dare.
Nel ritorno verso casa, ricordiamo le risate condivise, le nuove amicizie e la ricchezza culturale che la Turchia ci ha offerto. Il nostro addio è un mix di tristezza e gratitudine, poiché lasciamo un paese che ha catturato il nostro cuore nella sua totalità.