Alla scoperta della Turchia

Due settimane on the road da Istanbul fino al mare Egeo passando per Ankara, la Cappadocia, Pamukkale
Scritto da: Fabio&Luciana
alla scoperta della turchia
Partenza il: 27/08/2011
Ritorno il: 10/09/2011
Viaggiatori: 16
Spesa: 2000 €

Torno di nuovo in Turchia dopo ben 40 anni con un giro simile a quello di allora ma stavolta piu’ approfondito e ampio. Una cosa mi balza subito agli occhi, al di la’ ovviamente delle differenze dovute al lungo tempo trascorso tra le due visite. La Turchia e’ ormai un paese occidentalizzato, con standard molto vicini ai nostri e con un residuo di cultura mediorientale ancora vivo ma ormai sempre piu’ minoritario.

Quando andai la prima volta mi sembro’ di viaggiare in un mondo molto diverso dal mio, con usi e cultura che conoscevo solo sui libri. Oggi la situazione mi sembra molto piu’ simile a quella delle nostre regioni piu’ meridionali che non ad un paese del medio oriente o dell’Africa del nord.

Insomma se cercate una meta esotica, come la cercavo io tanti anni fa, non è la Turchia il paese per voi.

Se invece volete vedere un paese in rapida evoluzione, con un buon equilibrio tra vecchio e nuovo, un’accoglienza cordiale, bellezze naturali senza uguali nel mondo, a portata di mano e soprattutto di tasca, allora preparate subito la valigia. Se poi volete sapere qualche dettaglio in piu’ potete continuare a leggere questo diario che ripercorre cronologicamente un tour organizzato da Viaggigiovani a cui ho partecipato, all’inizio con un po’ di diffidenza, ma alla fine con grande soddisfazione.

Il giro prevedeva di toccare in sequenza Istanbul, Ankara, Cappadocia, Pamukkale, Fethyie, Bodrum, Efeso, Kusadasi. Poiche’ il percorso, e quindi anche diario di viaggio, è un po’ lungo, se siete interessati solo ad alcuni luoghi potete andare direttamente al giorno in cui sono stato in quei posti e saltare il resto.

27/8/2011 Istanbul

Io e Luciana partiamo da Roma per Istanbul e sappiamo che il gruppo e’ formato da 16 persone in tutto: altre tre persone da Roma e tutti gli altri da Milano. La maggior parte dei compagni di viaggio sono ventenni/trentenni e di “diversamente giovani” come noi mi sembra che ce ne siano pochini. Speriamo bene!

All’aeroporto di Istanbul ci accoglie Fuat, la nostra guida locale, un personaggio che impareremo presto a conoscere. Ha studiato in una scuola italiana ad Istanbul, conosce molto bene l’italiano, l’Italia e la nostra cultura, come ci spiega durante il tragitto verso l’albergo, dove arriviamo nel primo pomeriggio. Soliti saluti, presentazioni e rituali vari alla fine dei quali Fuat ci lascia e se ne va. Per fortuna nel gruppo c’è Stefania che era gia’ stata ad Istanbul l’anno precedente e che, ancora fresca di ricordi, si offre di fare da vice-guida ad alcuni di noi per l’intero pomeriggio. Altri del gruppo decidono invece di andare a farsi un bagno turco al Cemberlitas, un bellissimo hamam storico di Istanbul immortalato da Ozpetek nel suo primo film “Hamam”.

Luciana era un po’ perplessa e quindi alla fine abbiamo purtroppo rinunciato mentre, anche sentendo gli altri che ci sono andati, e’ una cosa assolutamente da provare.

Nel nostro giro autoguidato siamo invece andati alla Moschea del Solimano, alla Moschea Rustem Pasha, al mercato Egiziano delle spezie per poi finire la serata in un ristorante vicino alla Moschea Nuova (Yeni Camii) a due passi dal Bosforo. La moschea del Solimano è grandiosa e simile alla piu’ famosa moschea Blu, mentre quella di Rustem e’ piu’ piccola ma molto graziosa, piena di mattonelle azzurre e quasi nascosta in mezzo ai vicoli del mercato egiziano. Assolutamente da vedere. Lungo il percorso passiamo per strade e viuzze in discesa verso il mare che ricordano molto l’angiporto di Lisbona o di Genova o di qualunque altra citta’ portuale mediterranea.

Tra l’altro sono i giorni di fine del Ramadan e quindi appena cala il sole, tutti si buttano per strada a bere e mangiare. Vengono allestite tavolate enormi davanti a bar e ristoranti e tutti si precipitano ad occupare i posti liberi. In pratica un’enorme festa di paese come quelle di una volta o se preferite le cene che si allestiscono per strada a Siena dopo la disputa del Palio, ma ovviamente tutto moltiplicato per mille. Siamo fortunati ad essere capitati proprio in questo periodo.

Al ristorante abbiamo il primo impatto col cibo turco, che è molto speziato e piccante, cosa da me gradita, ma non altrettanto da alcune compagne di viaggio settentrionali abituate a ben altri sapori. Il prezzo di un pasto si aggira sui 10 Euro a meno che non si vada in posti molto particolari… e questo rende il cibo sicuramente meno piccante!

Torniamo a piedi al nostro albergo (Hotel Barin), che si trova in una zona di hotel e ristoranti vicino la moschea del Solimano, abbastanza stanchi e assonnati.

28 /8/2011 Istanbul

La mattina si presenta Fuat con pullmino al seguito per portarci a fare un primo giro per la citta’. Cominciamo a conoscerci meglio tra noi e io cerco inutilmente di ricordare i nomi di tutti, cosa per la quale mi ci vorra’ un altro po’ di giorni. Cominciamo pero’ un po’ tutti a studiarci e a scrutarci cercando di capire il tipo di persona, le tendenze, il carattere, le idee, ecc. con la segreta speranza di non trovare sgradite sorprese.

Il giro della citta’ è quello classico che tutti fanno appena arrivano a Istanbul: Moschea Blu, S. Sofia, ippodromo bizantino, palazzo del Topkapi e gita in battello sul Bosforo (con un vento molto forte e abbastanza freddo considerando che siamo ad agosto). Non commento qui le cose viste perché potete trovare informazioni a volonta’ su qualsiasi guida. La vista sulla citta’ dal Topkapi è davvero molto suggestiva. Devo pero’ dire che non si ha mai la sensazione di grandiosita’ e ricchezza, a volte anche fastidiosa, che si prova spesso visitando i nostri palazzi reali o le nostre basiliche. Mi sembra in fondo tutto molto piu’ sobrio e contenuto, nonostante nel nostro immaginario l’oriente sia spesso associato a fasti e ricchezze senza pari. Fuat ci presenta al Ministro della cultura che stava al Topkapi con una troupe della TV locale. Abbiamo una guida con conoscenze importanti !

La sera prendiamo 4 taxi con 2 euro a testa e andiamo dall’altra parte del Corno d’oro (un braccio laterale del Bosforo appunto a forma di corno) nella Via Indipendenza (Istikal caddesi) che è la strada centrale e piu’ commerciale della citta’. Andiamo alla ricerca del 360, un bar-ristorante che sta sull’attico di un palazzo e da cui si gode la vista a 360 gradi di tutta Istanbul. Facciamo fatica a trovarlo perche’ non ci sono insegne sulla strada. Si entra da un normale portone di un palazzo al civico 163 e si sale con l’ascensore fino al sesto piano, dove si trova l’ingresso del ristorante. Purtroppo due di noi rimangono giu’ perche’ hanno i bermuda e non li fanno entrare. Il panorama è davvero splendido con tutta la citta’ illuminata sotto di noi, il posto è molto “fighetto” in stile moderno e i prezzi sono adeguati al tipo di locale. Niente affatto alti rispetto a quanto si pagherebbe in un ristorante analogo in Italia ma altissimi rispetto alla media turca. Decidiamo pero’ di scendere per recuperare gli altri rimasti fuori e ripiegare su una delle tante trattorie della zona. Poi passeggiata lungo la via che passa accanto alla torre di Galata e che e’ percorsa su e giu’ da un divertente tranvetto e infine gelato da Giolitti! Si’, proprio il famoso Giolitti di Roma che ha aperto li’ una succursale. Di nuovo taxi e tutti a nanna.

Ormai siamo tutti insieme da due giorni e cominciamo a conoscerci sempre meglio. Mi sta venendo un sospetto.

29/8/2011 Istanbul

Terzo ed ultimo giorno a Istanbul. Stasera partenza per Ankara con viaggio in cuccetta. Visitiamo la antica cisterna romana, un luogo assolutamente da non perdere. E’ un locale molto grande pieno di colonne che sorreggono la volta e con l’acqua sul fondo, acqua che riforniva la citta’ di Costantinopoli ma che ora non viene piu’ usata. L’atmosfera è molto suggestiva, luci gialle, musica classica di sottofondo e passerelle di legno che si snodano in mezzo alle colonne e dalle quali si puo’ ammirare l’intero locale che è davvero ampio. All’uscita è d’obbligo la visita al Gran Bazar e al Bazar delle spezie (dove eravamo stati due sere prima in maniera autonoma). Ovviamente tutti si immergono nell’orgia consumistica con acquisti vari e piu’ o meno lunghe contrattazioni. Il Gran Bazar è abbastanza ordinato, al chiuso e con indicazioni molto chiare. Insomma l’equivalente di un nostro centro commerciale in salsa turca. Forse piu’ per turisti che per turchi, che comunque non mancavano. Giannantonio riesce, dopo lunghe e complicate pluritrattative, a comprare un paio di “veri falsi Rolex” a 50 Euro l’uno ! Si’, perche’ esistono anche i “falsi falsi Rolex” fabbricati in Cina (come dichiarano i venditori con aria disgustata) che si prendono anche con meno si 10 Euro!!

Il Bazar delle spezie invece è all’aperto e piu’ ruspante, simile ai nostri mercati rionali, ma con una quantita’ inverosimile di spezie, dolciumi e frutta secca di tutti i colori esistenti di fatto in natura. Una vera goduria per il palato… e per le macchine fotografiche! Forse un po’ meno per i denti.

Il pomeriggio andiamo a visitare la chiesa di San Salvatore in Chora, praticamente l’unico esempio di mosaici bizantini rimasto ad Istanbul. Molto bella e interessante, senz’altro da vedere anche per chi è stato a Ravenna. Poi saliamo su una collina nel quartiere di Eyup, dove c’è un caffe’ molto caratteristico che si chiama Pierre Loti come il nome dello scrittore francese che lo frequentava circa un secolo fa e da dove si gode uno splendido panorama del Corno d’oro. Discesa a piedi fino a visitare la Chiesa Ortodossa principale di Istanbul (niente di diverso da una chiesa ortodossa greca) e poi con il pullman attraversiamo il Bosforo e andiamo nella parte asiatica fino alla cosiddetta “collina degli innamorati” da dove possiamo ammirare un panorama notturno mozzafiato di tutta la parte europea di Istanbul. Assolutamente da non perdere! Andando a cena passiamo col pullman lungo una via interminabile, piena di negozi moderni e anche abbastanza chic. Potremmo essere a New York, Berlino, Londra… Qui si respira un’aria veramente internazionale.

Dopo cena andiamo alla stazione e ci sistemiamo nelle cuccette che mi ricordano quelle italiane degli anni 60. Penso che sul lato ferrovie la Turchia abbia ancora molta strada da percorrere.

Dopo tre giorni noi del gruppo ci siamo ormai conosciuti abbastanza per capire che quello che sembrava un mio sospetto era invece una piacevole realta’. Cio’ che unisce il gruppo intero è un profondo e radicato antiberlusconismo! In pratica è rappresentata tutta l’opposizione italiana in tutte le sue sfumature, dalle piu’ estreme alle piu’ moderate. Questo era il secondo viaggio che facevo con la stessa agenzia e in entrambi i casi è successa la stessa cosa. Evidentemente è il tipo di meta o di viaggio (o è l’agenzia?) che seleziona le persone, altrimenti bisognerebbe rivedere tutta la teoria statistica. Oppure si sta ripetendo cio’ che succedeva con la Dc? Nessuno la votava ma alle elezioni poi prendeva il 35% !

Finalmente il treno parte in perfetto orario con destinazione Ankara. Forse Istanbul avrebbe meritato un giorno in piu’ ma il tour da fare e’ ancora molto lungo e quindi ci dobbiamo accontentare.

30/8/2011 Da Ankara alla Cappadocia

Arriviamo ad Ankara la mattina molto presto, troppo presto. E’ domenica e la citta’ è ancora tutta chiusa per cui giriamo su e giu’ con il pullman per le strade centrali ancora vuote, in attesa di fare le 11, ora in cui apre il Museo delle civilta’ anatoliche. Questo ci permette di visitare la parte piu’ antica della citta’, una collinetta dove le case sono rimaste come 80 anni fa e che somiglia ad un vecchio paesino dell’Italia centrale appenninica.

Da li’ si gode una bella vista della citta’ moderna ma anche di un paio di collinette piene di baracche che mi ha subito fatto pensare alle favelas di Rio de Janeiro. Ankara è essenzialmente una citta’ moderna ma brutta, in cui l’unica cosa interessante è il museo. Li’ si trovano tutti i reperti delle civilta’ Ittite, Frigie, Licie e di tutti gli altri popoli che nell’antichita’ hanno abitato l’attuale Turchia. E’ una raccolta completa e abbastanza esaustiva. Andiamo poi a visitare il mausoleo di Ataturk, una spianata con un edificio in stile littorio o se preferite sovietico tipico della fine degli anni 30. All’interno c’è un sarcofago molto semplice dove e’ sepolto Ataturk, che è il padre della Turchia moderna e che qui viene ancora ricordato e omaggiato. Un po’ come Garibaldi per noi ma in modo ancora piu’ intenso e soprattutto sincero.

Lasciamo Ankara senza rimpianti e ci dirigiamo verso la Cappadocia fermandoci per strada presso un enorme lago salato (Tuz Golu) dove proviamo l’ebbrezza di camminare su uno strato di sale coperto appena da un po’ di acqua. Il sale viene venduto come cosmetico per la pelle e in effetti sperimentiamo che funziona. Le persone che si aggirano come spettri sul lago mi ricordano un po’ una scena dantesca… sembrano quasi anime in pena alla ricerca della verita’.

Ripartiamo e finalmente arriviamo stanchi dopo varie ore di strada al nostro albergo nel cuore della Cappadocia. Con un grande sforzo di fantasia il nostro albergo si chiama Cappadocia Inn!

Ma per fortuna è di buona qualita’ e si mangia anche piuttosto bene.

31/8/2011 Cappadocia

L’albergo è un po’ isolato ed è vicino a Goreme, il paese principale da cui partono tutti i tour in Cappadocia. Stamani è previsto, facoltativo, un giro di circa un’ora in mongolfiera. Io e Luciana rinunciamo, vista anche la cifra piuttosto alta richiesta (140 E a persona, ma sembra che andando direttamente alle agenzie locali di Goreme lo si possa anche con 90-100 E) e cosi’ ci risparmiamo anche la levataccia alle 5 del mattino!

Chi è andato del nostro gruppo è tornato entusiasta e quindi se non avete grossi problemi di budget o di paura del vuoto è un’esperienza sicuramente da provare.

Alle 8,30, al ritorno dei nostri eroi delle macchine volanti, partiamo tutti col pullman per un giro nella famosa e tanto magnificata Cappadocia. Si tratta di una regione unica al mondo dal singolare paesaggio formato da rocce e concrezioni della forma piu’’ strana dovuta all’erosione del vento che nel corso di milioni di anni ha agito in maniera diversa sul tufo (piu’ friabile) e sul basalto (piu’ duro) dando luogo a stranissimi coni, voragini e costoni molto simili a forme di panna montata. Insomma quasi un pezzo di luna sulla terra.

Cominciamo la visita con una zona piena di chiese rupestri scavate nelle rocce. Gli abitanti del luogo avevano costruito case, rifugi, magazzini e chiese scavando e allargando i buchi naturali presenti nelle rocce di tufo. Tanto per capirci i Sassi di Matera in miniatura. E come i Sassi questo luogo, insieme agli altri simili della zona, è stato abitato fino a poche decine di anni fa. Nelle chiese ci sono residui di affreschi, alcuni molto infantili, altri decisamente piu’ evoluti, risalenti ai primi secoli dopo Cristo quando comincio’ la cristianizzazione dell’Anatolia. Da li’ ci spostiamo in pullman verso una zona caratterizzata dalla presenza di moltissimi cilindri di roccia di qualche metro di diametro che si elevano in cielo per una decina di metri o anche piu’, con una forma inequivocabile che da’ nome alla localita’ detta appunto Valle dei falli.

Andiamo infine nella parte piu’ famosa e piu’ fotografata che è la Valle dei camini delle fate (o Valle dell’Immaginazione). Qui la forma delle rocce è molto curiosa, Dalla terra spuntano dei coni di tufo bianco anche alti una decina di metri che hanno sulla punta un masso di basalto nero che sembra quasi appoggiato e messo li’ in bilico come cappello.

Un incredibile spettacolo della natura, simile alle sculture che si fanno sulla spiaggia lasciando cadere la sabbia bagnata. Arrivando li’ nel pomeriggio lo spettacolo è ancora piu’ suggestivo perche’ il colore del tufo vira verso il rosa e le ombre si allungano incredibilmente dando quasi l’idea di una valle incantata.

Insomma non a caso è uno dei posti piu’ famosi di tutta la Turchia. La giornata finisce pagando dazio in una fabbrica di tappeti dai prezzi inaccessibili caratterizzata dalla presenza di abili e viscidi venditori che adocchiando ognuno la sua preda, come squali a caccia di cibo, cerca di convincerla a comprare qualche meraviglioso prodotto della casa.

Io e Luciana, memori dell’esperienza fatta in Marocco, riusciamo a sgattaiolare fuori e a sottrarci dalle grinfie degli adescatori. Gli altri fanno un po’ piu’ di fatica ma alla fine riusciamo tutti ad uscire indenni e senza perdite (di soldi) da quel luogo infernale.

La cena in albergo è pantagruelica come in tutti gli altri alberghi in cui ceneremo. Si basa su un amplissimo self service a volonta’ che permette ad ognuno di scegliere in santa pace la dieta piu’ adatta a quel momento.

Caldeggio vivamente l’estensione di tale metodo a tutti i ristoranti italiani!

1/9/2011 Cappadocia

Ancora una giornata in giro in Cappadocia col pullman guidato dal nostro autista Inan con cui cominciamo ad entrare in confidenza nonostante non parli altro che il turco. La temperatura è abbastanza calda ma l’aria è molto secca e pulita e quindi si sopporta facilmente. E dato che siamo su un altopiano a 1000 metri di altezza la sera fa anche un po’ fresco.

Il giro di oggi prevede la visita di altre chiese rupestri meno belle e piu’ rozze delle precedenti ma situate in un bel paesaggio che mi fa pensare alle Alpi. Il posto si chiama Keslik.

Proseguiamo poi per vedere ”le tre belle” (tre rocce a forma di fungo di tufo sottile con cappello di basalto), la roccia del cammello (inutile spiegarne la forma) e un belvedere detto Burrone dell’Inferno dal cui bordo si gode lo spettacolo di un’infinita’ di rocce che sembrano fatte di panna montata.

Andiamo infine a visitare la cosiddetta citta’ sotterranea di Kayamakli, un labirinto di tunnel scavati nella roccia di tufo fino a 25 metri sottoterra dalle popolazioni locali al fine di conservare le merci e sfuggire ai nemici. Un luogo molto suggestivo ed originale ma da sconsigliare vivamente a chi soffre anche poco di claustrofobia.

La giornata si conclude con una visita forzata (la seconda e per fortuna l’ultima del viaggio) ad una fabbrica di gioielli e di argenteria.

Qui è piu’ facile sfuggire all’acquisto obbligato perche’ c’è molta gente e quindi i venditori sono quasi tutti impegnati. Comunque nelle vetrine si trovano anche oggetti a prezzi piu’ che abbordabili. E infatti alcune delle signore del gruppo, dopo la rituale contrattazione, si decidono finalmente a comprare qualcosa!

2/9/2011 Dalla Cappadocia a Pamukkale

Partiamo la mattina alle 6, particolare questo non secondario perche’ io la mattina anche se sono in piedi e sembro attivo, in realta’ dormo almeno fino alle 10. E infatti circa un’ora dopo la partenza, in una delle tante pause caffe’ mi accorgo di aver lasciato in albergo lo zainetto in cui per fortuna tenevo solo cose da bagno, caricatori di cellulari, ecc. Non solo, ma scendendo dal pullman mi si slogo rovinosamente la caviglia sinistra che immediatamente comincia a gonfiarsi come un pallone. La nostra guida si rivela molto utile perche’ si fa dare un sacchetto di ghiaccio dal bar e telefona all’albergo per far spedire lo zainetto a Bodrum dove saremmo arrivati 4 giorni dopo. Mi spiega che ci vuole tutto questo tempo perche’ è venerdi’ e i corrieri non lavorano per due giorni. Hanno subito imparato le abitudini occidentali!

Noi in Italia invece ci stiamo spostando verso il modello del suk arabo, aperto 24 ore al giorno, 7 giorni su 7.

Per fortuna il programma prevede un tragitto in pullman di ben 680 Km e quindi riesco a tenere il piede steso con il ghiaccio sopra (preso nei bar durante le varie soste “tecniche”) e senza camminare per circa 8 ore! Cosa che sara’ fondamentale per bloccare l’ematoma e poter proseguire il viaggio non dico in condizioni ottimali ma almeno decenti. Tra l’altro ho modo di sperimentare l’estrema solidarieta’ del gruppo: chi mi da’ la pomata (Marina, che era in pratica la nostra fornitissima farmacia ambulante), chi la benda, chi lo shampoo, chi la schiuma da barba, chi il caricabatterie, insomma tutti solidali e gentilissimi.

Nel percorso verso Pamukkale ci fermiamo al caravanserraglio di Sultahani, costruito nel 13° secolo e molto interessante da vedere anche perche’ e’ uno dei pochi restaurato in maniera dignitosa e quindi a Konya per visitare il mausoleo di Mevlana, un poeta divulgatore in Turchia del movimento mistico dei Sufi e dei Dervisci ruotanti. Purtroppo è giorno di festa e quindi il mausoleo è strapieno e inoltre non posso camminare piu’ di tanto. Peccato perche’ il posto, per la sua importanza culturale, meriterebbe una visita piu’ approfondita.

Arriviamo a Pamukkale che è sera ed è un peccato perche’ l’hotel è davvero splendido. Si chiama Pam Term hotel e penso sia a 4 stelle. Ha una piscina normale ed una termale dove alcuni dei baldi giovanotti e giovanotte del nostro gruppo si precipitano a tuffarsi non appena finiamo di cenare. Io purtroppo non posso peche’ mi sono anche fasciato la caviglia per maggiore sicurezza ma sedendo al bar in piscina posso assistere alla fine di uno spettacolo di danza del ventre. Le stanze si trovano in blocchi a forma di casette tutti circondati da un verde molto rigoglioso ed è un piacere per tutti mettersi finalmente in posizione orizzontale dopo 8 ore di pullman !

3/9/2011 Da Pamukkale a Fethyie

Lasciamo a malincuore l’albergo e andiamo a visitare Hierapolis, una citta’ romana di cui rimangono numerosi resti di abitazioni, strade, necropoli e teatro. Ma la caratteristica piu’ affascinante è che la citta’ si affaccia sulle cascate di Pamukkale, uno spettacolo unico al mondo. Piu’ che di cascate si tratta di un enorme anfiteatro formato da terrazze e piscine di acque termali, stalattiti e rocce di un bianco accecante dovuto al calcare e all’acqua termale che nel corso dei millenni ha plasmato questa meraviglia della natura. Non a caso in turco Pamukkale significa “castello di cotone”.

Tutti si tolgono le scarpe e non possono fare a meno di camminare in mezzo alle rocce e all’acqua calda che scivola lentamente verso valle. Mi tolgo la benda dal piede infortunato e mi avvio anche io dietro agli altri… succeda quel che succeda! (per fortuna nulla).

Il posto è ovviamente pieno di turisti ma anche di giovani turiste russe (o giu’ di li’) che in minuscoli costumi da bagno improvvisano una specie di servizio fotografico in stile Vogue, un po’ ridicolo direi, ma che fa la gioia di molti occhi maschili. Adesso capisco su cosa si basa l’amicizia tra Putin e Berlusconi.

Alessia decide che non puo’ essere da meno e pur essendo vestita normalmente si mette anche lei in posa “artistica” per farsi immortalare dalle nostre fotocamere. Non sia mai detto che le italiane si facciano battere dalle russe!

Da Pamukkale partiamo alla volta del mare e piu’ precisamente di Fethyie.

Andiamo a pranzare (ma ormai sono le 17) in un ristorante situato nei monti alle spalle di Fethyie costruito praticamente in mezzo ad una sorgente. Il posto si chiama Tlos e il ristorante Yakapark (www.tlosyakapark.tr). Se potete, andateci perche’ è un luogo incredibile, anche se la strada per arrivarci è un po’ tortuosa. Si mangia in mezzo all’acqua che scorre da tutte le parti, nei ruscelli e giu’ dagli alberi. Sul bancone del bar è incassato un canaletto in cui nuotano le trote e nel laghetto della sorgente ci sono trote enormi che aspettano il cibo lanciato dai clienti. Tra l’altro si puo’ mangiare gratis se si riesce a restare a bagno in quell’acqua ghiacciata per almeno 10 minuti (ma è meglio pagare!).

Finito di mangiare passiamo a vedere un canyon, formato da un fiume che scorre in mezzo ad una gola, chiamato Satli Kent Fethye. L’acqua del fiume è gelata come possono sperimentare Emiliano, Giusy (da noi simpaticamente ribattezzata Giuseppa, cosa da lei molto gradita), Federico e Manuela che vi si avventurano un po’ titubanti. Ma il luogo è molto particolare, un po’ simile alle gole dell’Alcantara vicino Catania. Lungo le sponde del fiume, quando un po’ piu’ a valle si allarga, ci sono poi delle enormi zattere galleggianti adibite a bar con tavolini e divani che fanno tanto atmosfera sudest asiatico.

Proseguiamo finalmente verso il mare e arriviamo quindi a Fethyie dove alloggiamo all’hotel Tellmessos, in un quartiere po’ fuori dal paese (che è invece sul mare) e formato solo da alberghi, bar, ristoranti e negozi per turisti. L’albergo per nostra sfortuna ha anche una piscina. Dico per sfortuna perche’ in realta’ la piscina di sera si trasforma in una vera e propria discoteca all’aperto piena di turisti anglosassoni ubriachi che fanno casino fino all’alba. Per poter dormire siamo costretti a stare con le finestre chiuse. Per fortuna c’è l’aria condizionata in camera. Nonostante l’albergo abbia uno stile pretenzioso, il servizio lascia molto a desiderare visto che c’e’ chi ha un solo asciugamano, chi il letto non rifatto, chi l’aria condizionata rotta, chi la stanza non pulita, ecc.

4/9/2011 Fethyie

Oggi finalmente giornata di mare in caicco. Facciamo un giro della costa e delle isolette vicine. La costa e il mare molto sono belli e poco abitati per cui è molto difficile arrivarci via terra, ma questo in fondo è un vantaggio per chi va in barca. I caicchi sono tutti molto belli e rigorosamente di legno. I turchi ne hanno fatto uno stile proprio, un po’ come le casette bianche con le finestre blu della Grecia.

Facciamo bagni a ripetizione nelle varie soste e al ritorno ci fermiamo a prendere un gelato nel paese, che è un classico paese di mare mediterraneo, simile anche a quelli italiani. Il ritorno in albergo e’ molto “emozionante”. L’albergo sta in una frazione di Fethyie distanti alcuni chilometri e circa a meta’ strada nel mezzo di una salita il pulman si ferma e il motore si spegne. Scendiamo tutti dapprima fiduciosi in una rapida partenza e poi sempre piu’ preoccupati, soprattutto quando il nostro autista tenta una ripartenza al volo a marcia indietro in discesa e a pochi metri da una curva cieca ! Tra l’altro sta facendo buio.

L’autista apre il motore e si viene a scoprire che la pompa del gasolio non pesca perche’ il livello è sceso troppo. La spia era accesa da giorni ma in realta’ era rotta e quindi Inan andava avanti ad occhio fidandosi della propria esperienza, che evidentemente non era cosi’ affidabile. Per fortuna c’è una tanica di riserva nel pullman e quando la prende mi guarda con un sorrisetto complice dicendo “turkish!”… esattamente come noi diciamo “italiani” quando diamo prova della nostra disorganizzazione.

Inizialmente nemmeno l’aggiunta di gasolio serve a far ripartire il mezzo ma alla fine fortunatamente l’autista riesce a fare una specie di riparazione volante e il pullman miracolosamente si mette in moto fra gli applausi di tutti.

Cena in albergo e a letto un po’ arrossati dal sole preso e disturbati dalla musica proveniente dalla piscina, dove purtroppo per noi si festeggia il compleanno di un sessantenne inglese (ubriaco).

5/9/2011 Fethyie

Seconda giornata di mare ma anche di fiume. Arriviamo infatti al fiume di Daylan dove saliamo su una barchetta che ci porta attraverso canneti vari alla spiaggia di Iztuzu dove le tartarughe marine vanno a deporre le uova. O forse andavano perche’ ormai è talmente piena di turisti che penso che le tartarughe si tengano ben alla larga. La spiaggia è assolatissima e calda, sembra quasi una spiaggia nordafricana. Gli ombrelloni sono di paglia e bassissimi per cui il sole ci passa tranquillamente e quando ti alzi dal lettino dai irrimediabilmente una craniata contro l’ombrellone. Dopo un paio di ore di rosolamento riprendiamo la barca e torniamo nel fiume dal quale si possono vedere, nelle collinette accanto, una serie di piccoli templi incastonati nella roccia che altro non sono che tombe della popolazione Licia di Kaunos che viveva da quelle parti molti secoli fa. L’impressione generale è abbastanza suggestiva, peccato che non si possano visitare a meno di non essere uno scalatore. Pranziamo in un ristorante lungo il fiume e poi andiamo verso una specie di piccole terme dove è possibile fare un bagno nel fango caldo e sulfureo. Meta’ del gruppo rinuncia e meta’, me compreso, si tuffa nel fango uscendone marrone-verdognolo tipo incredibile Hulk.

Poi doccia e ripartenza per l’albergo dove ceniamo e decidiamo poi di fare una passeggiata nei dintorni. In pratica una bolgia dantesca. Una via lunga un paio di chilometri con negozi, bar, ristoranti, discoteche messi uno sull’altro su tre strati! Ognuno con una sua musica sparata a tutto volume e con luci da illuminare il deserto del Sahara! Insomma un vero delirio con migliaia di persone sciamanti lungo questa specie di corso infernale.

Quando torniamo in albergo il solito chiasso della piscina ci sembra quasi un suono celestiale.

6/9/2011 Fethyie – Bodrum

Sveglia alle 6,30 e partenza per un porticciolo poco distante dove ci imbarchiamo su un caicco per un altro giro della costa e delle isolette. La prima sosta è piuttosto sfigata perche’ ci fermiamo in un punto pieno di meduse. E infatti quasi nessuno scende a fare il bagno. I punti successivi di sosta sono invece molto migliori e alla fine arriviamo in un isoletta con una spiaggia di sabbia sulfurea (sulla quale è vietato camminare). Ci sdraiamo sui lettini sotto gli alberi in compagnia di alcune galline razzolanti e davanti ad un mare di un celeste chiaro come quello della Sardegna o dei mari tropicali. Li’ vicino ci sono anche i resti di un piccolo teatro romano che andiamo a visitare prima di andare via. Pranziamo a bordo addirittura serviti a tavola dai marinai. Il programma prevedeva una sosta vicino ai resti subacquei di una citta’ romana ma in realta’ questa sosta non c’è. E pensare che Federico la sera prima aveva comprato appositamente una maschera da sub !

Ma il divertimento maggiore della giornata consiste in una specie di grosso tubo nel quale ci si infila da sopra la prua del caicco e dal quale si esce direttamente in mare sul fianco opposto dopo essere scivolati per un tunnel buio che passa a spirale nella pancia della barca. Ovviamente non bisogna soffrire di claustrofobia!

Alla fine del giro riprendiamo il nostro pullmino e proseguiamo per Bodrum dove arriviamo stanchi a sera inoltrata. L’albergo si chiama Guler Resort ed è appunto un resort degli anni 70, in fondo bello ma che dimostra tutti gli anni che ha.

7/9/2011 Bodrum

Oggi è il primo dei due giorni liberi previsti dal programma e ci precipitiamo subito sulla spiaggia che è poco distante dall’albergo. Alcuni invece preferiscono fare una gita a Kos che e’ un’isola greca poco distante da Bodrum.

La spiaggia non è molto grande ed è un susseguirsi ininterrotto di stabilimenti, bar e ristoranti. Prendiamo alcuni lettini e ci sdraiamo in mezzo ad altre persone ammassate uno accanto all’altro come sardine. E pensare che e’ settembre! L’acqua del mare è scura e sembra quella di un lago e anche li’ ovviamente c’e un sacco di gente. Insomma dal punto di vista marino direi che Bodrum è un luogo da evitare accuratamente.

Nel pomeriggio facciamo un giro nel centro storico vicino alla zona del porto che si trova dall’altra parte della citta’ rispetto al nostro albergo e alle spiagge. Vicino al porto ci sarebbe anche un castello con dentro un museo da visitare ma arriviamo troppo tardi e il museo è chiuso. Le stradine del centro sono invece una piacevole sorpresa. C’è meno confusione del solito e lo stile ricorda quello dei paesini di mare greci o anche, vagamente e con le dovute differenze, quello di Capri o Positano. Insomma un posto senz’altro molto turistico ma con un po’ piu’ di gusto rispetto a Fethyie.

Torniamo in albergo per la cena e li’ ho una piacevole sorpresa. E’ arrivato il mio zaino spedito quattro giorni prima dalla Cappadocia …. incredibile Turchia !

8/9/2011 Bodrum

Ieri sera Anna e Martino (una deliziosa incarnazione vivente dei fidanzatini di Peynet) hanno prenotato per tutti noi una gita in caicco e quindi appena siamo pronti andiamo al porto dove ci aspetta la barca.

Sette ore di navigazione con quattro soste-bagno, pranzo a bordo, bevande a volonta’, pullmino che ci prende la mattina in albergo e ci riporta la sera, tutto per 10 Euro a testa!! E poi ci domandiamo perche’ il turismo cala in Italia e cresce in Turchia! Sulla rotta del ritorno verso Bodrum i marinai sgombrano il ponte del caicco e comincia una vera e propria discoteca a bordo, pero’ con una particolarita’. Da sopra l’albero si apre una specie di pupazzo a forma di delfino che comincia a vomitare schiuma di sapone su tutti quelli che ballano sotto, cosa che attira ancora piu’ persone a ballare. Dopo un po’ sono tutti coperti di schiuma ma non smettono di ballare fino a quando non siamo in vista del porto e la schiuma e la musica smettono di impazzare. In fondo una cosa divertente e, almeno per me, abbastanza originale.

Dopo cena facciamo un altro giretto nella zona del porto che di sera con le luci è molto carina e in fondo nemmeno tanto affollata, con acquisto finale di varie scatole di dolcetti tipici turchi (quelli gommosi a forma di cubetto e ricoperti di zucchero)

9/9/2011 Bodrum – Kusadasi

Si parte la mattina presto alla volta di Efeso. Era una delle piu’ grandi e importanti citta’ del Mediterraneo e questo si capisce ancora oggi. Il sito è tenuto molto bene e dal tipo di costruzioni rimaste si vede che la citta’ doveva essere molto bella e raffinata. La cosa piu’ spettacolare da vedere è la biblioteca di Celso di cui è miracolosamente rimasta in piedi la facciata a due piani con portali, archi, statue e nicchie di una eleganza ed armonia stupefacente. Fa anche impressione vedere dal basso il teatro romano che è davvero enorme e che fa capire quanto importante e affollata fosse la citta’. Insomma un luogo assolutamente da non perdere.

Oggi è il compleanno di Stefania e Fuat ci stupisce tutti quando nel ristorante dove ci siamo fermati per il pranzo fa portare una torta con le candeline in onore della festeggiata. Anche l’autista non e’ da meno regalandole una bella collana.

Dopo pranzo andiamo a vedere il luogo e la casa dove si dice abbia abitato la Madonna fino alla sua morte.

Ha il classico aspetto dei santuari cristiani con una casetta (ovviamente ricostruita) immersa in un boschetto molto verde e riposante. Su di un muro sono attaccati migliaia di bigliettini di carta su cui sono scritte le piu’ varie richieste e preghiere. Fa pero’ un po’ impressione vedere due spazzini che con le scope raccolgono e buttano via i foglietti caduti per terra.

Arriviamo quindi a Kusadasi, una cittadina sul mare a pochi chilometri da Smirne dove pernotteremo per la nostra ultima notte in Turchia. Ci ero gia’ stato nel mio precedente giro perche’ me la avevano indicata come un posto di mare molto alla moda. L’albergo è dotato di piscina e cosi’ ci concediamo l’ultimo tuffo della gita. La cena in albergo è molto al di sotto dello standard medio e dopo mangiato decidiamo di fare un giro a piedi nel paese. Il lungomare e le case che vi si affacciano ricordano vagamente quelli dei paesi del nord mediterraneo, tipo Francia o Portogallo ma appena si va nell’interno ritorna subito il clima e l’architettura turca.

Non so come sia il mare e le spiagge dei dintorni ma, anche per quanto ricordo dalla volta precedente, non mi sembra davvero un posto imperdibile.

Con gli ultimi spiccioli rimasti prendiamo un gelato in un bar che si spaccia per italiano e torniamo in albergo con un piccolo autobus pubblico dove proviamo il brivido della guida turca. Velocita’ folle, curve su due ruote, scontro con altro bus evitato per miracolo e sguardi smarriti e tesi dei passeggeri (cioe’ noi).

L’arrivo in albergo e’ una specie di liberazione per tutti.

8/9/2011 Smirne – Italia

Oggi è l’ultimo giorno. Si va all’aeroporto di Smirne a prendere l’aereo per Istanbul e poi per l’Italia. Inevitabilmente le facce sono tristi e depresse e come se non bastasse Fuat aggrava la situazione prendendo i passaporti di tutti per fare il check-in… e sparpagliandoci per tutto l’aereo!

Atterriamo a Istanbul dove ci attende l’aereo per Milano e per Roma e dove il gruppo inevitabilmente si deve separare. Soliti abbracci, baci, promesse di rivederci, scambi di indirizzi e telefoni. In fondo siamo stati bene insieme e la Turchia ha lascito un bel ricordo in tutti noi. Chissa’ che stavolta le promesse non si avverino…



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