Viaggio nei parchi americani 2

ll nostro primo viaggio in America partendo da Los Angeles, passando per Las Vegas, Grand Canyon, Antelope Canyon, Monument, Bryce, Death Valley, Yosemite per arrivare a San Francisco in poco più di 2 settimane
Scritto da: Nicola Vassallo
viaggio nei parchi americani 2
Partenza il: 24/08/2011
Ritorno il: 09/09/2011
Viaggiatori: 4
Spesa: 3000 €

Mercoledì 24 agosto 2011 L’incidente a LOS ANGELES – California

Partenza da Imperia alle ore 3.00. Componenti della vacanza: Cinzia, Dario, Elisa e Nicola. Viaggio breve per l’aeroporto di Nizza dove parcheggiamo la piccola grande C3 nel P8 (longue durée :-)). Adempiamo a tutte le varie procedure per essere pronti a partire col volo delle 06.55, compagnia Lufthansa. A Francoforte cambiamo ed alle 9.55 decolliamo, sempre con Lufthansa, Boeing 747 – per Los Angeles (arrivo ora locale 12.35 sempre del 24 agosto!). Quando arriviamo facciamo tutti i vari step per entrare negli USA, comprese impronte digitali e motivazione del soggiorno ad un’ufficiale e poi …“Welcome to Los Angeles”! Prendiamo le valigie e saliamo sulla navetta Hertz che ci porta a noleggiare la nostra astronave: un mega Dodge nero, 7/8 posti + un bagagliaio infinito immatricolato proprio nel mese di agosto 2011! Nicola è il nominato: è il primo a guidare sulla freeway 6 corsie della metropoli più “metropolitosa” che abbiamo mai visto. Nonostante l’ansia e la macchina completamente automatica e molto sofisticata, raggiungiamo l’uscita ed il raccordo che ci porta sulla Vineland, al nostro hotel, dopo circa 40 minuti di viaggio. Peccato che proprio sull’incrocio Nicola frena allo scattare del semaforo giallo e… A te la parola Nicola per la redazione di un racconto sentito e drammatico! A pochi metri dalla meta, il semaforo scatta arancione. Tentenno un minimo ma mi fermo piano e prima dello stop. Boooom. Sbianco!! Guardo nello specchietto e vedo un omino pelato, nella macchina dietro di noi, che si agita e sbraccia. Comunico l’accaduto ai passeggeri e scendo in strada in stato di semi trance. La nostra auto non ha quasi danno ma non si apre più il bagagliaio e l’auto di James G. (questo il nome “dell’assassino”) ha il cofano sfondato e il liquido del radiatore che cola copioso sull’asfalto. La prima cosa che dico, rivolgendomi “all’indigeno” nel mio inglese maccheronico è: “this is my first day in the United States of America. I’m an Italian tourist” (questo è il mio primo giorno negli stati uniti d’america. Sono un turista italiano). La farò breve; ovviamente si scusa e si prende tutta la colpa e dopo scambi di nomi, telefonate incomprensibili alla Hertz e incredula disperazione di noi tutti, ripartiamo in direzione aeroporto per vedere che fare, con l’incubo di possibili deposizioni alla polizia. Arrivati all’agenzia, in pochi attimi ci danno un’altra macchina e senza fare troppe domande ci augurano buon viaggio. Quando finalmente arriviamo in hotel con la nostra nuova auto di bianco vestita crolliamo per lo stress e la stanchezza e ci addormentiamo prima di cena. Usciamo, nonostante tutto, per vedere la Walk of fame e la scritta (che non vedremo) ma lo facciamo in taxi! Niente stress e responsabilità! La Walk of fame… bruttina: poca gente e facce strane, un sacco di negozi cinesi, taxi vecchi e negozianti musoni. Io non mangio mentre gli altri si prendono un trancio di pizza in uno squallido bar. E’ proprio vero che a Los Angeles non vale la pena fermarsi. (Tempi di percorrenza del giorno dopo / Los Angeles – Las Vegas: 5h30m causa traffico, 435 km).

Giovedì 25 agosto 2011 Da Los Angeles a LAS VEGAS – Nevada

Il giorno seguente scappiamo dalla città subito dopo una cara ma magnifica colazione nel ristorante/lounge dell’hotel. Viaggiamo quasi tutto il giorno in un panorama desertico e facciamo sosta solo a Barstow (Outlet vecchio e con brutti negozi) per pranzare all’In&Out, un fast food dal claim “Quality you can taste!”. Arriviamo in tempo per un bel bagno nella piscina affollata del Luxor a Las Vegas. Le stanze sono vecchiotte e il bagno addirittura incrostato di calcare. Non parliamo della cena, per carità… il buffet dentro al Luxor sembra la peggior mensa di un collegio. Solo la cameriera si salva per la simpatia. Usciamo subito dopo cena per scoprire la città e ci becchiamo un forno ventilato a più di 40°!!! Abbiamo con noi 2 bottiglie d’acqua da mezzo litro che finiamo subito. Incredibile ed assurda la differenza di temperatura tra il caldo secco ed insopportabile della strada ed il gelo degli hotel e di tutte le gallerie in cui entri: sono pazzi questi americani! Sfiniti e mezzi distrutti ce ne torniamo abbastanza presto in albergo e facciamo la nanna dopo aver visto qualche facciata di hotel e lo spettacolo delle fontane del Bellagio. Tempi di percorrenza del giorno dopo / Las Vegas – Grand Canyon (Yavapai LW): h. 5,30 – 445 km.

Venerdì 26 agosto 2011 Da Las Vegas al GRAND CANYON – Arizona

Colazione da Starbucks dentro al Luxor e via! Altre 5 ore abbondanti di viaggio con deviazione sulla storica 66 che ci farà vivere brividi ed emozioni a palate: ci ritroviamo immersi in un inizio di bufera con piccoli mulinelli di sabbia, un temporale minaccioso in arrivo che man mano ci inghiottisce e ogni tanto qualche macchina sul lato opposto della strada che sembra essere sopravvissuta a ciò che abbiamo davanti a noi… io sono terrorizzata mentre Dario ed Elisa ridono nei sedili dietro, fotografano e mi prendono un po’ in giro… ultimo tocco: vediamo e sentiamo il tonfo di un fulmine che cade ad un centinaio di metri da noi producendo una bella vampata rossa! Basta! Finalmente il cielo si squarcia e torna il sereno mentre dalla 66 torniamo sulla highway in direzione Grand Canyon. All’arrivo facciamo subito l’annual pass e tra una cosa e l’altra arriviamo al pelo al tramonto con la navetta della Orange road, quella che porta a “Yaki puooooint” (come dice il simpaticissimo autista). E’ inutile che mi metta a descrivere lo spettacolo che ci è apparso davanti… continuo a ribadire che a mio avviso i nostri occhi non sono fatti per registrare una tale immensità.. ne percepiscono solo una parte; la profondità, il vero 3D, secondo me non lo riescono a vedere, a calcolare… Comunque, dopo aver goduto dello spettacolo del tramonto, torniamo nel village, facciamo un goccio di spesa al General store e ceniamo frugalmente nelle nostre stanze comunicanti del semplice ma ben ristrutturato Yavapai Lodge in un ambientazione incantevole. Immerse nella natura schiere di appartamentini uno attaccato all’altro, tutte allo stesso piano e circondati da alberi e chissà quanti abitanti del bosco. Meraviglioso! Questa prima tappa nei parchi americani è stata assolutamente rigenerante. Tempi di percorrenza del giorno dopo / Grand Canyon – Page (Courtyard by Marriott): possibili h. 3,00 – 220 km.

Sabato 27 e Domenica 28 agosto 2011

Tour sull’elicottero e arrivo a Page (Glen Canyon) – Arizona Questa mattina niente colazione: alle 7.50 si parte con l’elicottero della Papillon Tour! Un volo di 50 minuti sul Gran Canyon ci toglie il fiato e ci aiuta a percepire un po’ di più l’immensità di cui ho parlato sopra. Al ritorno da quest’esperienza indimenticabile ci colazioniamo al Canyon café e poi partiamo per la Hermit Route con la navetta rossa. A piedi camminiamo poco anche perché fa molto caldo però abbastanza da riuscire a scattare belle foto, sceme foto e tante foto! Ritorniamo per il pranzo, sempre con la navetta, al Canyon café: buono e la baked potato è veramente super! Ripartiamo alla volta di Page fermandoci ancora a Desert view e arriviamo alla sera col buio. Dopo il check in andiamo a fare la spesa da Walmart e anche questa sera ceniamo frugalmente. Comunque anche questo Hotel, Courtyard by Marriott, è molto bello e in un luogo molto panoramico. Dopo un buon riposo siamo pronti per la mia meta tanto sognata: l’Upper Antelope Canyon! Poco prima delle 12 partiamo con gli indiani Navajo e le loro jeep con le panche come sedili, per fare la visita giusto giusto sotto i raggi che filtrano negli slot. Durante il trasferimento di andata e ritorno attraversiamo dei wash sterrati ed aridi nonché arancionissimi, e ci prendiamo delle gran culate sulle panche di legno sulle quale siamo seduti!! Ma quanto ridere… ed è a causa di tutto questo trallallero che la bottiglietta d’acqua di Elisa si apre e fa la doccia al passaporto, al cel ed alla macchina fotografica piccolina che si era portata dietro in più 🙁 Questo rappresenta il momento sfigato della giornata, ma, stoici, decidiamo di proseguire lo stesso e andare a vedere il Lower: fa-vo-lo-so anche lui. Due mete assolutamente imperdibili per chi decide di intraprendere questo viaggio. L’Upper più famoso, suggestivo, ma anche più turistico. Il Lower ha sicuramente meno giochi di luce, ma è in un certo senso più avventuroso, per via della varie scalette e strettoie che bisogna fare. Dopo un po’ di riposo nel tardo pomeriggio e un bagno nella piscina del bel hotel di Page andiamo a mangiare una pizza al Canyon King Pizzeria: una pizzeria scovata da Nicola, realizzata all’interno di un vapore del Lago Powell, dismesso e piazzato lungo la strada del centro abitato… Beh, insomma, sta pizza è piena di aglio, uno schifo totale… meno male che ci sono anche altri italiani con cui, come al solito, Nicola attacca bottone e fa subito amicizia: la famiglia in questione è di Ragusa ma dei 4 componenti noi conosciamo solo il nome del papà: Salvatore. Tempi di percorrenza del giorno dopo / Page – Monument Valley (Goulding’s Lodge): possibili h. 2,30 – 200 km.

Lunedì 29 agosto 2011 Horseshoe Bend e MONUMENT VALLEY – Utah

Sveglia, colazione nell’hotel dei Navajo e partenza per il vicino Horseshoe Bend, la meta ambita di Dario: uno sballo! Una semplice ansa scolpita dal Colorado crea un panorama da cartolina, quasi unico e raro (esiste anche Dead Horse Point). All’arrivo alla Monument Valley (la meta di Nicola!) il meteo non è stupendo e non abbiamo nemmeno tanto tempo prima dell’orario di appostamento per l’osservazione del tramonto, ma decidiamo comunque di fare il loop drive con la nostra auto: e facciamo bene! (io con quel cielo nuvoloso mi stavo deprimendo…). Riusciamo a fare tutto in tempo e per giunta a vedere la Monument da vari punti così da non goderci solo il classico ed indimenticabile trittico! Il tramonto sul più bello si rovina con una nuvolazza grigia ma ormai il più è fatto: le foto di questo mistico luogo sono memorizzate sia nella Sd che nei nostri occhi! Che spettacolo! Il loop è stato un po’ frettoloso ma divertente e pieno di scorci unici. La vista dei “tre budini” dal visitor center in attesa del tramonto ha acquisito sempre più, col passare dei minuti e con la partenza dei turisti, connotati mistici e spirituali. La prima vera cena decente la si può riconoscere qui: al ristorante del Goulding’s Lodge, di gestione Navajo, dove tra insalata di pollo fritto, pane fritto e pasta al sugo riusciamo non solo a sfamarci ma anche ad uscire contenti. Tempi di percorrenza del giorno dopo / Monument Valley – Moab (Big Horn Lodge): possibili h. 3,00 – 240 km.

Martedì 30 agosto 2011 Saluti alla Monument Valley e breve visita di Arches NP, MOAB – Utah

Il mattino dopo comincia alla grande: vista dell’alba dal terrazzo dell’hotel che dà sulla Monument in lontananza. Mamma mia, ma ci rendiamo conto in che luoghi siamo finiti? Bagno a stomaco vuoto in piscina; colazione con pancakes full stack e via un’altra volta! Ci fermiamo per le foto di rito sulla panoramica 163 (mamma mia…mamma mia…che meraviglia…) e proseguiamo in direzione Moab. Quando arriviamo andiamo subito all’Arches National Park e cominciamo a vedere Park Avenue, Balanced Rock, la Windows Section e man mano crolliamo di stanchezza… un po’ per il caldo, un po’ perché non abbiamo fatto un pranzo degno di quel nome, un po’ perché il tempo si metteva male… insomma, morale della favola, salta il tramonto al Delicate Arch!! Peccato anche per la visita al parco degli archi in generale, perchè secondo me meritava più tempo e più forze di quelle che gli abbiamo dedicato. Pernottamento al bruttissimo Big Horn Lodge (classico motel americano). La sera cena da Pizza Hut. Tempi di percorrenza del giorno dopo / Moab – Bryce Canyon (Best Western Ruby’s Inn): possibili più di h. 5,00 – 440 km.

Mercoledì 31 agosto 2011 Scorci di Canyonlands e arrivo a BRYCE CANYON – Utah

Quella del Bryce al tramonto è una giornata faticosa… bella faticosa. In pratica ci svegliamo, facciamo colazione da Love muffin (carino, in centro paese e buono) e poi partiamo per Canyonlands. Ci godiamo le due maggiori viste di questo parco che è sicuramente una meraviglia incommensurabile ma che noi non abbiamo il tempo di approfondire, ahinoi… dopo alcune foto alla “zampa di gallina”, al Green Overlook ed al suo precipizio di 2 km di profondità, ripartiamo alla volta del Bryce. Anche in questo caso, peccato non averlo potuto vivere un po’ di più, perchè le premesse erano molto molto buone. Arriviamo giusto in tempo per il tramonto che forse, per via del periodo dell’anno, non ci regala particolari giochi di luce. Sarà sicuramente meglio l’alba. Un bel tuffo nella bella piscina del Best Western Ruby’s Inn e nanna presto. Tempi di percorrenza del giorno dopo / Bryce Canyon – Zion (Best Western Inn): possibili h. 2,00 – 143 km.

Giovedì 1 settembre 2011 Visita di Bryce e partenza per ZION NATIONAL PARK – Utah

Dopo un buon riposo aiutato dalla temperatura fresca montana (ricordo che siamo a 2400 m slm) al mattino ci svegliamo prestissimo e ci precipitiamo al Bryce Point per assistere all’alba, visto che già il tramonto non ci ha dato ciò che avevamo immaginato. E qui finalmente vediamo spettacolari pinnacoli di rosso vestiti. Infreddoliti e ancora un po’ sbadiglianti torniamo al Ruby’s Inn per la colazione ed il check out. Mangiamo male e paghiamo caro. In più, ormai abituati alle lunghe bevande americane chiediamo un cappuccino e ci arriva poco più che un caffé ristretto macchiato: ma come?! Proprio loro che preparano dei caffé che sono delle brodaglie pazzesche ti fanno sto cappuccio infeltrito?! Ma robe da matti! Una volta effettuato il check out ci dirigiamo al Sunset Point, punto di partenza della famosa escursione a piedi combinata Navajo Loop + Queen’s Garden che ci tiene piacevolissimevolmente impegnati fino a ca. le 13.30. Prima scendiamo giù a picco dentro al canyon e poi ci inoltriamo tra gli alberi. Conosciamo un dolcissimo scoiattolino che fa amicizia con Nicola tanto da infilarsi dentro al suo obiettivo della FZ20!

Nicola a te la parola. << E' successo tutto così all'improvviso. Ero seduto su una panchinetta che mi mangiavo un biscotto, ed eccotelo che mi viene tra i piedi a elemosinare cibo! Mi ci sono divertito tantissimo a farmelo girare intorno e fargli foto. Non mi era mai successo! Una cosa bellissima dei parchi americani è proprio questo continuo contatto ravvicinato con la natura.>>

Risaliamo la strada fino al Sunrise Point da cui prendiamo la navetta che ci riporta alla macchina e poi ci rifocilliamo nella paninoteca dell’hotel, soddisfatti dei panorami e degli scorci originalissimi che abbiamo avuto la fortuna di ammirare da vicino. A questo punto ci rimettiamo in viaggio per Zion. Siamo troppo stanchi per camminare ed esplorare, così ci ficchiamo in piscina e poi andiamo a cena da Pizza e Noodle… mamma mia, che porcata! Tempi di percorrenza del giorno dopo/Zion – Las Vegas: possibili h. 3,00 – 263 km.

Venerdì 2 settembre 2011 Visita di Zion e arrivo a LAS VEGAS – Nevada

Questa mattina, come deciso, facciamo le Emerald Pools e ci godiamo un gran caldo umido, delle cascatelle mezze asciutte e un casino di rovi. Torniamo in paese e dopo un murder burger x Dario e un burger con ananas x Nicola all’Oscar café ripartiamo per Las Vegas. Qui ci divertiamo più della prima sera… sappiamo dove andare, ci orientiamo bene e fa già molto meno caldo (pensare che è passata solo una settimana!). Mangiamo pure in un ristorante italiano: “Dal Toro” all’hotel Palazzo all’aperto davanti allo spettacolo dei pirati di Treasure Island. Quegli spaghetti al sugo resteranno una goduria per molti giorni. Dopo cena ci perdiamo dentro al Caesar Palace e dopo chilometri tra Colosseo, Trevi, Piazza di Spagna e altri monumenti, tutti all’interno dell’hotel naturalmente, ci ritroviamo dentro il Bellagio e ancora dopo dentro allo Vdara, con le suole consumate, pronti per andare finalmente a dormire! Tempi di percorrenza del giorno dopo / Las Vegas – Mammoth lake: minimo h. 9,00 – 630 Km.

Sabato 3 settembre 2011 Attraversata della Valle della Morte e arrivo a MAMMOTH LAKES (CA)

La Valle della Morte (meta di Elisa) è proprio come ce l’aspettiamo: con i suoi 47,5°C (117° F), Zabriskie point, il sale a Badwater, l’Artist Palette, Furnace Creek ed i suoi corvi, i gelati schifosi, i benzinai ladri e le dune di sabbia, ci fa passare una giornata pazzesca ed intrigante! A Badwater il caldo è così mortale e il vento così secco e rovente che io ed Elisa quasi ci sentiamo male e quando ritorniamo in macchina io sono rossa come un peperone (pur avendo sempre tenuto il cappello). Insomma la giornata è sfiancante ma ci diverte anche molto per la varietà di scorci, panorami ed esperienze nuove che ci offre. Le vedute sono effettivamente affascinanti e attraversare questo luogo sperduto, duro, impervio, al limite della vivibilità, ti dà l’idea di fare una cosa pazzesca, unica e particolare. Impieghiamo tutto il giorno per arrivare a Mammoth Lakes… alla fine della fiera abbiamo viaggiato circa 12 ore! E all’arrivo, Mammoth è a 60° F (15,5° C)!! Tempi di percorrenza del giorno dopo / Mammoth Lake – Yosemite: possibili h. 3,00 (con breve sosta a Mono Lake) – 180 km

Domenica 4 settembre 2011 Arrivo a YOSEMITE NATIONAL PARK – California

Oggi siamo davvero stanchi, la batosta della Death Valley con chiusura a 15° di Mammoth ci ha stremati e così ci trasciniamo a Mono Lake con la stessa forza di un bradipo in letargo. Nonostante tutto riusciamo: a goderci la bella vista e a fare tante belle foto, poi a salire sul Tioga Pass e a scendere quasi tutto lo Yosemite sino ad arrivare al nostro hotel. Alla sera, dopo aver fatto il bagno in piscina, aver fotografato Dario nel Merced River, andiamo in centro a fare la spesa e quando torniamo ci prepariamo la pastasciutta più favolosa che si possa immaginare!!! E con Pasta De Cecco, per giunta! Tempi di percorrenza del giorno dopo / Yosemite – San Francisco (B.W. Tuscany): possibili h. 4,00 – 300 km

5/6/7 settembre 2011 Arrivo a SAN FRANCISCO – California

Il 5/09 ripartiamo un po’ più energici alla volta di Glacier Point e delle Sequoia giganti dove passeggiamo come formichine in mezzo ai giganti. Essendo il Labor Day, l’equivalente del nostro 1° maggio, il parco è affollatissimo. Finita la visita partiamo per San Francisco, in cui arriviamo ormai di notte dopo un’altra cenetta da McDonald. Il 06/09 è una giornata fredda e ventosa, iniziamo a sperimentare la temperatura gelida della città e tutte le sue salite e discese! Il giro in cable car è molto divertente e la città si fa apprezzare bene. Per la sera abbiamo previsto una pizzeria nel quartiere italiano: Tony’s: peccato che sia il suo giorno di chiusura. Camminiamo nel freddo e nell’aria fastidiosa, affamati e un po’ dubbiosi e finiamo da “a’ pulcinella” dove il proprietario è un ragazzo napoletano parente dei Caputo, quelli della farina per il pane! La pizza è molto buona ma lascio a Nicola il divertimento di raccontare la scenetta di entrata. Chiusa anche la seconda serata a San Francisco ripartiamo la mattina seguente, il 07/09, per qualche giro e alcuni souvenir al Pier 39, guardiamo Lombard Street e poi al pomeriggio andiamo ad Alcatraz che ci lascia tutti soddisfatti. Beh, a questo punto la testa ormai è in valigia e nel lungo viaggio di ritorno, effettuato con un Airbus nuovo di zecca con schermini individuali su ogni sedile…La tristezza ci accompagna ed il jet leg pure! Sniff…

Il commento finale? Luoghi unici e sensazionali. In pochi Km (quasi 4500), abbiamo visto paesaggi naturali pazzeschi, molto diversi tra loro. Orizzonti da togliere il fiato e cieli azzurri infiniti. Natura “quasi” incontaminata abitata da indisturbati animali selvatici. Abbiamo visto cambiare, mangiando km giorno dopo giorno, la morfologia del terreno sotto le nostre “ruote” e sopra le nostre teste. Tutto è così vasto e spazioso. Tutto è così bello!



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