Namibia: terra di contrasti

Namibia……terra di contrasti QUANDO L’AVVENTURA DIVENTA VACANZA FLY & DRIVE 04 Agosto / 23 Agosto 2005 “….quel che desideravo fin d’ora era ritornare in Africa, Non l’avevamo ancora lasciata, ma già sapevo che, svegliandomi la notte, sarei rimasto in ascolto, pieno di nostalgia……” Verdi Colline D’Africa di...
Scritto da: Stefano Saccardi
namibia: terra di contrasti
Partenza il: 04/08/2005
Ritorno il: 23/08/2005
Viaggiatori: in coppia
Namibia…Terra di contrasti QUANDO L’AVVENTURA DIVENTA VACANZA FLY & DRIVE 04 Agosto / 23 Agosto 2005 “…Quel che desideravo fin d’ora era ritornare in Africa, Non l’avevamo ancora lasciata, ma già sapevo che, svegliandomi la notte, sarei rimasto in ascolto, pieno di nostalgia…” Verdi Colline D’Africa di Ernest Hemingway La novità nel racconto del viaggio di quest’anno sta nel fatto che comincerò dal “diario” relegando alla fine notizie e informazioni sulla Namibia.

Prima di iniziare è doveroso un pubblico ringraziamento all’amico Carlo che gentilmente ci ha accompagnato a Pisa.

1° giorno – Giovedì 04 Agosto: PISA – MILANO – JOHANNESBURG Come ho appena accennato Carlo è venuto a prenderci alle 15:00 e ci ha trasportati, guidando con la sua proverbiale cautela, fino all’ areoporto di Pisa.

Abbiamo fatto il check-in mandando i bagagli solo fino alla Malpensa; avendo tempo a disposizione preferiamo ritirarli dopo la “tratta” italiana e reimbarcarli noi per la destinazione finale.

Siamo partiti in perfetto orario, alle 17:20 sul volo di linea Alitalia Az1658.

L’aereo è un ATR72, abbastanza scassato; possiamo sedere dove vogliamo ed, appena in volo, una premurosa assistente ci serve velocemente i “rinfreschi” consistenti in un minicono di gelato.

Il volo è previsto durare 1h e 5’ ma in meno di 50’ sbarchiamo a Malpensa, Terminal 1. Desidero ribadire quanto già detto altre volte riguardo a questo aeroporto : da un punto di vista estetico è un orrore, mentre da un punto di vista logistico (segnaletica, informazioni) è caotico ed insufficiente. Un brutto biglietto da visita per Milano.

Rientrati in possesso dei bagagli andiamo al banco accettazione della South African Airways a fare il check-in; mandiamo i bagagli a Windhoek e riceviamo le carte d’imbarco per i voli Milano/Johannesburg e Johannesburg/Windhoek.

Tiriamo un sospiro di sollievo perché esisteva la possibilità, non tanto remota, di non partire in quanto il personale della compagnia aerea Sudafricana aveva effettuato uno sciopero, terminato il 1° Agosto, che aveva causato l’annullamento, per cinque giorni, di tutti i voli e conseguentemente tanti passeggeri rimasti a terra che dovevano essere smistati verso le varie destinazioni alla ripresa dei voli. Il traffico è ritornato normale da oggi; possiamo dirci fortunati.

Partiamo alle ore 21:05 e l’aereo è un nuovissimo Airbus 340-600 ( 333 passeggeri, lungo 75,30 m., apertura alare 63,50 m., alto 17,30 m., velocità di crociera 886km/h) dotato di nuovissima tecnologia. Sul monitor, posto nello schienale del seggiolino davanti, possiamo decidere, tramite apposito telecomando, quando e quale film vedere fra 11 disponibili (in varie lingue e..Udite, udite..Anche in italiano); se preferiamo altre attività ludiche abbiamo a disposizione un gran numero di giuochi elettronici, di vario genere, tali da soddisfate tutte le esigenze.

Dopo una ottima cena (peccato che quando è arrivato il nostro turno la scelta fosse terminata ed avessero solo “Salmone alla griglia con patate” per cui ho dovuto mangiare anche quello di Luciana cedendole in cambio la mia porzione di formaggio) innaffiata da vino sudafricano (le etichette cambiano ma, generalmente, il sapore rimane identico) ci siamo visti “One million dollar baby” (in italiano ovviamente) bellissimo anche se con un finale tristissimo e poi abbiamo deciso che era l’ora di dormire, aiutati da 15 goccie di Mielin.

2° giorno – Venerdì 05 Agosto: JOHANNESBURG – WINDHOEK (l’angolo del vento) Arrivo a Johannesburg alle ore 07:30 locali – International Arrivals. Sbrighiamo le formalità di sbarco e bighelloniamo in aeroporto visitando coscienziosamente tutti i negozi. Il tempo passa in fretta ed alle 12:50 ci imbarchiamo sul volo di linea South African Airways (Sa) 76 diretto a Windhoek ( a proposito mi hanno assicurato che la pronuncia corretta è “vindoc”).

Partiamo alle ore 13:20 su un Boeing 737-800 ( 157 passeggeri, lungo 39,50 m., apertura alare 34,350 m., alto 12,50 m., velocità di crociera 810km/h). Appena in quota ci servono il pranzo e dopo due ore di volo, alle 14:30 ora locale, sbarchiamo in Namibia (c’è una differenza di un’ora per cambio di fuso orario).

Il tempo è bello e soffia un piacevole venticello.

Terminate le formalità doganali e ritirati i bagagli troviamo ad attenderci, come previsto, un impiegato della “Eagles Rock Tour” (corrispondente in loco della “Oasis” di Lucca) che ci accompagna all’Avis per il ritiro della Toyota Condor prenotata.

Un vispo impiegato ci informa che non dispongono della vettura fissata per cui ci daranno, allo stesso prezzo, una vettura di clesse superiore ma, che al momento, non hanno disponibile la seconda ruota di scorta e che cercherà di reperirla. Mi fa apporre una quindicina di firme e mi ricorda che il contratto comprende: chilometraggio illimitato, assicurazione Collision Damage Waiver (che copre i danni sul veicolo) e Theft Loss Waiver (furto) senza franchigia, ma l’assicurazione danni non compre però alcune parti del veicolo come pneumatici, cerchioni e copri-cerchioni e sottoscocca i quali, qualora danneggiati, dovrebbero essere sostituiti a spese del noleggiante; da pagare in loco anche la Contract Fee di N$ 28.75.= totali. Andiamo a ritirare l’auto e scopriamo che si tratta di un pulmino per otto persone !!!!! Ci rifiutiamo di accettarlo e l’impiegato della Eagles Rock Tour chiama, con il suo cellulare, in sede per chiedere aiuto. Dopo non più di dieci minuti dalla sede richiama Rosanna per informarci che ha preso accordi con la sede centrale dell’Avis che ci consegnerà un auto in serata al ns. Albergo e che sarà una Toyota Condor 4×4 che ha, di serie, due ruote di scorta e che , restituito chiavi e contratto all’ufficio Avis in aeroporto, il suo impiegato ci accompagnerà ai loro uffici per la consegna dei voucher e per darci tutte le informazioni necessarie. Impieghiamo circa 60’ per raggiungere la sede della Eagles Rock Tour a causa dei limiti di velocità e dei rallentamenti per lavori in corso e ne prendiamo nota per il ritorno.

Facciamo conoscenza con la signora Litungeni (Litu) Kahana, che ha prenotato per noi, con la signora Rosanna, italiana di origine, e con Brian, una guida locale parlante perfettamente italiano, che ci spiega nei dettagli il percorso che seguiremo e che ci rassicura sul fatto che non occorre portare a bordo dell’auto una scorta di benzina in quanto sarà sufficiente fare il pieno ai distributori che incontreremo ( e che sono segnati sulla carta stradale) per non rimanere senza carburante.

Il tempo vola ed il sole è tramontato quando Brian ci accompagna in albergo attendendo con noi la consegna dell’auto che avviene intorno alle 18:00 e, mentre gli incaricati dell’Avis se la squagliano velocemente, lui si ferma per spiegarci come sostituire una ruota ed anche i comandi dell’auto; scopriamo che la seconda ruota di scorta, che non si vede, è posta orizzontalmente sotto la parte posteriore dell’auto e che, per farla apparire, dobbiamo fare una stranissima manovra con apposito strumento mentre la prima ruota di scorta è situata verticalmente all’esterno del portellone posteriore. Ci augura buon viaggio e ci saluta.

Debbo congratularmi con me stesso per la scelta dell’albergo con trattamento di pernottamento e prima colazione. L’ Hotel Pension Handke è situato in posizione veramente strategica, in una stradina tranquilla, a lato della grande arteria di scorrimento veloce Hosea Kutako Dr., per entrare ed uscire dalla città, ed a trecento metri dal “centro”. E’ gestita da una simpatica coppia di tedeschi, tutto è perfettamente funzionante, lindo ed in ordine. E’ immersa nel verde ed il parcheggio è all’interno del giardino con sorveglianza notturna. Non c’è la piscina ma noi non siamo venuti in Namibia per fare il bagno e rilassarci. Notiamo anche che in bagno mancano quegli oggetti che sono regolarmente rapinati dai turisti quali saponette, cuffia per doccia, body lotion, shampoo, ma scopriremo essere questa una caratteristica del paese infatti mancheranno anche in strutture a “5 stelle” ; troverete sempre asciugamani e “dispenser” di sapone. Quindi attrezzatevi.

Dopo una doccia ristoratrice decidiamo di andare a cena fuori per assaggiare il pollo in salsa piccante “peri peri ” da Nando’s. Una specialità locale che incontra in pieno il nostro gusto.

Visiteremo la città al ritorno.

3° giorno – Sabato 06 Agosto: WINDHOEK – KALAHARI DESERT (km. 275 dei quali 88 su asfalto e 187 su sterrato) Alle 7:00 siamo in sala da pranzo per una abbondante colazione a buffet, di tipo anglosassone, e riusciamo a partire solo alle 8:15.

Facciamo provvista d’acqua minerale in un meraviglioso supermercato di frutta e verdura Fruit Veg City Brauhaus, che risulterà molto più interessante della visita al museo locale.

Ci dirigiamo in direzione Sud sulla “B1” fino a Rehoboth (ore 09:15, 88 km. Percorsi) e lasciamo l’asfalto immettendoci sulla “C25” ; alle 11:15, dopo 223 km. Siamo a Hoachanai da dove prendiamo prima la “C21” e poco dopo la “D1268” che ci condurrà alla destinazione odierna : Bagatelle Kalahari Game Ranch dove abbiamo prenotato pernottamento e prima colazione. Arriviamo alle 12:35 dopo 275 km. Durante i quali abbiamo trovato un traffico scarsissimo. Come si comprende dal nome si tratta di una struttura che dispone di una propria riserva con animali selvatici e, tramite internet, abbiamo fissato due posti per il “Sundowner Drive” in partenza oggi alle 15:00. L’albergo ha un corpo centrale con reception, biblioteca, sala da pranzo, negozio di souvenir, boma e piscina e sulle dune, con vista deserto, gli chalets con camera da letto, bagno, wc e veranda. L’impianto di aria condizionata è ben dissimulato nell’arredamento, elegante e ricercato, ma ci ricorda che d’estate il caldo deve essere tremendo. Fortunatamente adesso è inverno e la temperatura è gradevole, la notte scenderà fin quasi allo 0 ma, sul letto, c’è un bel piumone.

La sabbia delle dune ha un colore rosso acceso, incredibile ! Il tour in fuoristrada con guida del luogo è interessante perché si svolge in un ambiente, il predeserto del Kalahari, per noi completamente nuovo, ma di animali ne vediamo ben pochi e ci manca soprattutto l’avvistamento dei ghepardi che, a detta delle guide pullulano da queste parti.

Alle 18:30 cena a buffet sontuosa a prezzi popolari, intorno al “ boma” in compagnia di un numeroso gruppo di italiani ; saranno queste “cene sontuose a prezzi popolari” e “turisti italiani” due circostanze che si ripeteranno con continuità nel corso di tutto il viaggio.

Prima di andare a dormire ci soffermiamo ad ammirare il cielo che rispende di un numero incredibile di stelle e possiamo scorgere chiaramente anche la “via lattea”.

4° giorno – Domenica 07 Agosto: KALAHARI DESERT – KEETMANSHOOP (km. 418 dei quali 220 su asfalto e 198 su sterrato) Alle 07:00 facciamo colazione ed alle 07:45 partiamo proseguendo sulla “D1268” in direzione sud fino all’intersezione con la “C20”, sulla quale ci immettiamo, girando a destra in direzione ovest ; alle 08:20, percorsi 43 km., incontriamo la “B1” ( e l’asfalto) che imbocchiamo dirigendosi verso sud. Superiamo Mariental, un grosso nome sulla carta stradale, ma trattasi di un piccolo agglomerato di edifici e proseguiamo fino a quando incontriamo il bivio per Berseba (“M98”), giriamo a destra, lasciamo l’asfalto e procediamo per 36 km. Poi all’incrocio con la “D3904” giriamo a destra per raggiungere “Brukkaros”. Trattasi di un vulcano non più attivo che si erge in mezzo ad una immensa pianura e che le guide consigliano di visitare. Paghiamo complessivamente 20N$ per l’ingresso e, lasciata l’auto al parcheggio, facciamo una passeggiata in pieno sole fino a raggiungere, dopo circa mezzora, il bordo del cratere. Siamo assolutamente soli e lo sguardo spazia a 360° : sensazione di infinito.

Torniamo indietro fino a riammetterci sulla “B1” alle 13:35. Proseguiamo verso sud fino a Keetmanshoop ( si pronuncia “kitmansop”) dove arriviamo alle 14:20 ma, anziché entrare in città giriamo a sinistra sulla “C17” per raggiungere, dopo 13 km., la Gariganus Farm all’interno della quale si trovano sia la “Quiver Tree Forest” (Kokerboom Forest – Foresta di alberi faretra), sia il “Giants Playgrounds”, due interessanti attrazioni. Lasciamo l’auto parcheggiata all’interno della fattoria e paghiamo un ingresso di 30N$ a persona. Gli “alberi faretra” (della famiglia delle Aloe) sono piuttosto comuni nella Namibia meridionale, ma, di solito, crescono isolati e sparsi, solo in questo luogo esiste un esteso bosco formato da solo questa specie di alberi. Molto, molto bello. Recuperata l’auto, proseguiamo per pochi chilometri e raggiungiamo il “Giant’s Play-ground” un giardino di pietre vecchio di 170 milioni di anni; le pietre, dette “rocce di ferro” hanno la forma di blocchi da costruzione di varie dimensioni e sembrano disposti in forme bizzarre non da uomini ma da giganti. Già che siamo lì vale la pena di fare una passeggiata in mezzo a questo simpaticissimo labirinto.

Alle 17:00 siamo a Keetmanshoop al Canyon Hotel dove abbiamo prenotato pernottamento e prima colazione. L’albergo, di buona classe internazionale, ha visto tempi migliori ed avrebbe bisogno di essere “rinfrescato”, ma il trattamento è buono ed il confort anche. A due passi distributore di benzina e supermercato. Sulla città meglio stendere un velo….

5° giorno – Lunedì 08 Agosto: KEETMANSHOOP – FISH RIVER CANYON (km. 344 dei quali 43 su asfalto e 301 su sterrato) Alle 07:00 colazione ed alle 07:45 partenza proseguendo il viaggio verso sud seguendo la “B4”. La semiarida regione del sud consiste in una savana molto soleggiata, dai colori particolari e dalle caratteristiche piante, come l’Aloe e l’Euforbia.

Deviamo quindi per la “D545” costeggiando il Naute Recreation Resort. In forte contrasto con le terre aride che la circondano, vi è la Stazione Turistica della Diga Hardap, con la sua distesa d’acqua di ben 25 Km quadrati, totalmente circondata da alberi. Questo luogo magnifico rappresenta una sosta rilassante per coloro che sono in viaggio ma per noi è un intoppo perché l’acqua che defluisce dalla diga ha invaso la sede stradale formando un piccolo lago del quale non conosciamo la profondità; poiché non si vede “anima viva” preferiamo fare marcia indietro e tornare sulla “B4”, proseguire fino a Seeheim, girare a sinistra, immettrsi sulla “C12” e, successivamente girare a destra sulla “C37” Sono le 10:30 quando, dopo 188 km., arriviamo al bivio con la “D324”. Svoltando a sinistra si va verso il ns, albergo mentre svoltando a destra si raggiunge il Fish River Canyon. Vista l’ora optiamo per la seconda soluzione.

Al cancello del parco riempiamo con tutti i ns. Dati il solito librone e paghiamo complessivamente 170N$ di ingresso. Dopo circa 9 km. Arriviamo al “Main View Point “ ed il Fish River Canyon ci appare in tutta la sua bellezza.

E’ realmente notevole, una gola lunga 161 km. E larga 27 km. Con una profondità che raggiunge i 550 metri. E’ per grandezza, ed anche per bellezza, superato solo dal Grand Canyon del Colorado. Andiamo in auto fino ad “Hikers View Point “, da dove parte l’unico sentiero che consente la discesa fino al fiume, ma purtroppo abbiamo una brutta sorpresa infatti un cartello dice a chiare lettere, che l’accesso a detto sentiero è consentito solo a coloro che hanno ottenuto il permesso di fare il treking di 5 giorni e 90 km. Fino ad Ai-Ais, per tutti gli altri l’accesso è vietato. Non ci resta che prenderne atto e sostare ad ammirare il paesaggio. Poi andiamo all’altro punto di osservazione raggiungibile in auto : “Sulphur Spring View Point”. Sono circa 15 km. Di strada molto dissestata ma ne vale la pena. Una stada praticabile solo con auto 4×4 (altri 20km. Circa) conduce a “South Eagle’s Rock View Point “, ma preferiamo rinunciare. Il tempo è stato nuvoloso tutto il giorno ed, a tratti, pareva che cadesse qualche goccia assomigliante ad una pioggerellina ma sarebbe assurdo dire che è piovuto. In compenso fa freddo pur indossando maglietta, camicia, pullover e giacca a vento.

Giriamo un po’ a piedi alla ricerca di scorci suggestivi, che non mancano, e poi decidiamo di andare al lodge e poi a vedere la cittadina termale di Ai-Ais.

Canon Lodge è uno dei più famosi e caratteristici lodge della Namibia ed ho insistito a lungo per andarci. E’ situato in un luogo incantevole e consiste in 30 bungalows costruiti in mezzo a grossi massi di granito che spesso costituiscono parte delle pareti, il tetto è di paglia e, sorpresa, fra il muro ed il tetto quella che dalle foto pareva una decorazione in legno si rivela uno spazio aperto, solo parzialmente chiuso da paletti di legno ben distanziati fra loro per cui la temperatura interna è uguale alla temperatura esterna. Un caratteristico edificio in muratura, di stile germanico, ospita reception, ristorante ed un negozio. Poco distante, all’aperto, una piscina ed un maneggio. Assolutamente da non perdere.

Ci liberiamo dei bagagli, non facciamo la doccia perché fa troppo freddo e, leggermente preoccupati per la prossima nottata, andiamo a vedere Ai-Ais che si rivela una delusione perché priva di qualsiasi attrattiva, salvo la piscina termale, che non ci interessa. La strada termina lì e per entrare in città ( un campeggio, un complesso residenziale, piscina termale, un albergo, ufficio turistico, un alimentare, un negozio di souvenir ed una pompa di benzina) ci sarebbe da pagare una tassa d’ingresso. Ci rifiutiamo spiegando che dobbiamo solo fare benzina, ma dobbiamo ugualmente riempire un modulo al cancello d’ingresso e farlo timbrare all’ufficio turistico per poter uscire.

Ritorniamo al lodge che è già buio ed andiamo a cena. Il ristorante è riscaldato da un grosso braciere, con immenso fuoco, posto al centro della stanza per cui…Viso caldo e schiena fredda o viceversa. Dedichiamo alcuni minuti per ammirare il cielo anche se, una luna crescente e quindi molto luminosa, fa scomparire molte stelle. Poi a letto. Sotto il pesante piumone troviamo una borsa d’acqua calda. Luciana si mette in testa un cappello di lana ed io mi faccio un turbante con un foulard. La temperatura è vicinissima allo 0. Il problema non è dentro il letto, ma uscirne fuori.

6° giorno – Martedì 09 Agosto: FISH RIVER CANYON (km. 275 su sterrato) Sveglia alle 06:30, fa molto freddo ma non c’è una nuvola in cielo e quindi presto il sole ci scalderà.

Poiché abbiamo fissato pernottamento e prima colazione per due giorni, nel corso della notte ho elaborato un’idea : cambiare albergo. Prima di colazione vado alla reception e chiedo se è possibile trovare una sistemazione alternativa. Non devo neanche insistere per ottenere il dovuto interessamento (probabilmente la mia richiesta è piuttosto comune) , si informeranno e mi faranno sapere. Ripasso dopo colazione e mi danno la buona notizia : possiamo trasferirci al Canon Village distante 500 metri, in linea d’aria, e 4 km. Per strada sterrata.

Decidiamo di spostarci nella tarda mattinata perché desideriamo prima esplorare la zona. C’è un sentiero dietro la costruzione principale che sale su una collina formata da un agglomerato di grossi massi granitici dalla quale si vede l’intero complesso ed, a 360°, una pianura desertica e cespugliosa con sparsi ammassi di rocce rossastre.

Andiamo a fare una lunga passeggiata nella pianura osservando le piante e notando moltissime orme di animali. Il caldo comincia a farsi sentire; sono le 11,30, facciamo il check-in out e cambiamo residenza.

Il Canon Village, inaugurato all’inizio del 2004, è costruito su un pianoro con alle spalle una corona di montagne. I bungalows sono in pietra con il tetto di paglia e si mimetizzano perfettamente nell’ambiente. Il corpo contrale che ospita reception, bar, ristorante etc., etc., è bellissimo direi di più : raffinato.

Lasciati i bagagli ritorniamo al Fish River Canyon con l’intenzione di rimanerci fino al tramonto. Arriviamo al cancello che sono da poco passate le 13:00 e la guardia ci informa che l’impiegato è in pausa pranzo per cui pagheremo al ritorno. Buona notizia perché alle 17:00 smettono di lavorare chiudendo l’accesso al parco e noi usciremo verso le 18:00 evitando il balzello.

Parcheggiamo poco distanti dal “Main View Point” e facciamo una lunga passeggiata lungo il crinale dal canyon. Alle 17:00 siamo a “Hikers View Piont” ad aspettare il tramonto sperando che le rocce si infiammino ma ciò non accade, o solo in minima parte, e dovevamo immaginarlo,perché qui il colore delle rocce va dal marrone al nero. Rientriamo che è buio ma ormai conosciamo bene la strada.

A cena l’atmosfera è quasi da favola.

7° giorno – Mercoledì 10 Agosto: FISH RIVER CANYON – LUDERITZ (km. 421 dei quali 307 su asfalto e 114 su sterrato) Oggi tappa di trasferimento abbastanza agevole perché per buona parte del percorso la strada è asfaltata.

Tempo splendido e temperatura frizzante alle 07:30 quando partiamo. Ripercorriamo in direzione nord la strada dalla quale siamo arrivati fino ad incontrare (sono le 09:30) la “B4” vicino a Seeheim, dove non ci fermiamo, e giriamo a sinistra procedendo verso ovest. Attraversiamo vaste pianure semidesertiche. Superiamo Goageb perché manca qualsiasi cartello indicatore della località, ma ce ne accorgiamo quasi subito e torniamo indietro per fare benzina. La pompa, uno spaccio disadorno e qualche costruzione non sono lungo la strada ma leggermente all’interno. Superiamo Aus senza vedere i cavalli selvaggi. La pianura lascia il posto al deserto ed a causa del vento che può depositare la sabbia sulla sede stradale gli ultimi 10 km., prima di Luderitz, sono estremamente pericolosi e vale la pena di seguire le indicazioni dei cartelli stradali e ridurre la velocità a 60 km/h.

Arriviamo a Luderitz alle 12,50 ed andiamo direttamente al Nest Hotel dove abbiamo prenotato per due notti con trattamento di pernottamento e prima colazione.

L’ospitale cittadina di Lüderitz, scoperta dal mercante di tabacco di Brema,Adolf Lüderitz, nel 1884 è stata la prima terra occupata dai tedeschi nel Südwestafrika (Africa del Sud-Ovest). E’ situata tra il deserto del Namib e l’Oceano Atlantico. Nella città si possono ammirare numerosi palazzi dell’era coloniale tedesca. Con alle spalle rocce nere e di fronte le acque cristalline del mare, questa eredità architettonica fa di Lüderitz un posto particolare.

L’albergo è situato su una piccola penisola nella baia ed al momento del nostro arrivo notiamo una grande animazione. Al cancello d’ingresso soldati, armati fino ai denti, ci chiedono documenti e motivo della nostra presenza in loco; mostriamo il voucher ed entriamo. Sul piazzale fotografi e gente di tutti i colori vestita con giacca e cravatta. Mentre scarichiamo i bagagli arriva un corteo formato da camionette militari ed “auto blu” : siamo arrivati in concomitanza con il Presidente della Namibia !! Prendiamo possesso della bella camera “vista mare” e poi partiamo alla scoperta della città. E’ molto caratteristica con molti edifici in stile tedesco e non sembrerebbe di essere in Africa se non fosse per…Gli abitanti. Poche sono le cose interessanti da vedere e si gira bene a piedi in brevissimo tempo. Acquistiamo cartoline e francobolli in un modernissimo ufficio postale. Prenotiamo per l’indomani mattina una gita in barca ad Halifax Island per vedere pinguini e delfini e, ripresa l’auto, ci dirigiamo a nord per andare ad Agata Bay.

I cartelli indicatori sono pochi ed ingannevoli, ma troviamo ugualmente la strada chiedendo informazioni ai “locali”. La strada costeggia una zona diamantifera, dove ovviamente è vietato l’ingresso, e vediamo diversi ungolati ed, in una pozza, numerosi fenicotteri rosa.

Agata Bay è molto bella e suggestiva. Completamente isolata ha alle spalle un deserto di dune ed una sabbia “granulosa” formata dai residui della lavorazione dei diamanti. Passeggiamo raccogliendo conchiglie di grandi dimensioni, presenti in quantità ma in pochissime specie, fino al tramonto.

Siamo un po’ stanchi e ceniamo nell’accogliente ristorante dell’ albergo ripromettendoci di uscire la sera successiva.

Dimenticavo una piccola annotazione : nella hall un cartello informa che la temperatura dell’oceano è 12° mentre quella della piscina è 14° !!!!!!.

8° giorno – Giovedì 11 Agosto: LUDERITZ (km. 120 su sterrato) Alle 07:45 siamo al Waterfront Jetty per imbarcarci sullo scooner “Sedina”. La minicrocera parte alle 08:00 e dura circa 2h e 30’ con gli obbiettivi di incontrare gli Heavi-side Dolphin, animali endemici di questa area, e visitare la colonia di Jack-ass Penguins al loro santuario su Halifax Island. Oltre a noi due sulla barca c’è solo una coppia di sposini di nazionalità…Italiana. Il tempo è bello ma, data l’ora, in mare fa abbastanza freddo ed indossiamo cinque strati di indumenti. L’oceano ha onde lunghissime che si infrangono rumorosamente sulla costa. Si “balla” parecchio.

I delfini sono latitanti, ne vediamo solo uno e da lontano; incrociamo qualche leone marino e, per quanto attiene ai pinguini, ci fermiamo talmente lontani dall’isola che se non avessimo i binocoli… All’andata abbiamo usato il motore mentre, tornando, con vento “al traverso”, usiamo la vela.

Recuperata l’auto riempiamo il serbatoio di carburante e faccio una prova per un dubbio che si è insinuato nella mia mente in nottata. Non so per quale ragione mi sono domandato con quale mezzo fosse assicurata la ruota di scorta posta sul retro dell’auto e, dato che oltre alla chiave di avviamento mi hanno dato un’altra chiave, ho immaginato ci fosse un lucchetto. La supposizione era esatta. Ho provato ad inserire la chiave per aprirlo ma al primo tentativo non è entrata; ai successivi tentativi è entrata un poco alla volta ma la serratura non scattava. Ho realizzato che, pur essendo la ruota coperta da una custodia, la polvere di chissà quanti chilometri di sterrato era penetrata all’interno del lucchetto ( entrerà anche in valigia) bloccandolo.

Sono andato al locale ufficio dell’Avis esponendo il problema ed un solerte funzionario ha impiegato 15 minuti ed un litro di prodotto per riuscire ad aprire il lucchetto. Meno male che non ho forato… Da quel momento in poi durante il giorno il lucchetto resta all’interno dell’auto e solo la notte lo posiziono a chiusura della ruota. Sono molto contento di aver fatto la “pensata” anche se avrei dovuto verificare il particolare alla consegna dell’auto. Come dice il proverbio “meglio tardi che mai”.

Abbiamo da vedere le innumerevoli baie che caratterizzano la penisola a sud di Luderiz, spiaggie incontaminate, lagune e scogliere.

Partiamo da “Second Lagoon” dove ci sono i fenicotteri, proseguiamo per “Griffith Bay”, ed a seguire “Sturmvogel Bucht”, “Shearwater Bay” per giungere a “Diaz Point” un promontorio dove è stata eretta una copia della croce lasciata nel Luglio del 1488 da Bartolomeo Diaz il quale approdò li il giorno di Natale del 1487 e chiamò la costa “Areias do inferno”: chiamò la città “Angra das voltas”(baia delle giravolte). Con il binocolo è visibile una colonia di leoni marini che vivono su un isolotto. Tira un vento fortissimo e fatichiamo a stare in piedi. Proseguiamo per “Guano Bay”, “Halifax Point”, “Knochen Bucht”, “Essay Bay”, “Eberlanz Hohle”, “Fjord”, “Klein Bogenfels” e per finire “Grosse Bucht”. Da qui rientriamo direttamente a Luderitz costeggiando un’altra zona diamantifera nella quale è vietato l’accesso; vistosi cartelli avvertono del divieto precisando che “prima vi spariamo poi chiediamo perché siete entrati”.

Non manca molto al tramonto e decidiamo di andare alla “gost town” di Kolmanskop per fare una foto ad una costruzione ristrutturata, molto caratteristica.

Per cena abbiamo cambiato idea : restiamo in albergo pechè ieri sera abbiamo mangiato troppo bene. Ottima decisione 9° giorno – Venerdì 12 Agosto: LUDERITZ – SESSRIEM (km. 527 dei quali 124 su asfalto e 403 su sterrato. Tempo di percorrenza : 8 ore) Alle 05:50 siamo a far colazione ed alle 06:20 partiamo per quella che è la tappa di trasferimento più impegnativa di tutto il viaggio.

Seguiamo a ritroso la “B4” in direzione est. Facciamo rifornimento ad Aus (la stazione di servizio è aperta dalle 07:00 alle 19:00), ed al primo bivio giriamo a sinistra in direzione nord sulla “C13” abbandonando l’asfalto che ritroveremo…Fra sei giorni. Alle 08:30, dopo 184 km., incontriamo a sinistra la “D707”, che seguiamo per 120 km., con un “fondo” molto tormentato ma con un panorama meraviglioso di dune rosse. A più riprese vediamo animali simili alle volpi europee : trattasi di “Bateareg Fox”. Due ore dopo siamo a Spes Bona dove incrociamo la “C27” (D407) che prendiamo in direzione nord girando a sinistra e costeggiando il Namib Naukluft Park che con un’estensione totale di oltre 49.768 km quadrati, non solo è il parco naturale più grande del paese, ma è riconosciuto come il quarto al mondo e il più inusuale. I paesaggi variano da impressionanti massicci montuosi a pianure desertiche ed infine a dune altissime, dalle foci di un fiume alla laguna. Questa è una vastissima regione, di oltre 50.000 kmq. Delimitata dall’Oceano Atlantico e dai fiumi Kuiseb a nord e Khoichab a sud, per una lunghezza di oltre 300 km. Ed una larghezza di 150. Qui si possono trovare le più alte dune sabbiose del mondo, alcune superano i 300 m. Di altezza. Sono entità sempre in movimento, le cui sabbie vendono trasportate dai venti che spesso soffiano su questa area. Fermata a Betta (ore 10:45) per fare il “pieno” e proseguiamo incontrando in rapida sequenza tre incroci privi di segnaletica e…Ci perdiamo. Dalla carta stradale in nostro possesso sembra impossibile ma, come abbiamo già avuto modo di constatare, non è completamente affidabile. Il traffico è praticamente inesistente e non incontriamo ne villaggi ne abitazioni isolate. Avvistiamo e fermiamo un “locale”, in bicicletta, che ci assicura che stiamo andando nella giusta direzione. Sono le 12:20 quando incrociamo la “C19” che non è la strada che avremmo dovuto percorrere ma che possiamo prendere con direzione nord per arrivare a destinazione. Incontriamo la “D845” giriamo a sinistra e, dopo 14 km. Ritroviamo la “C27” che non avremmo mai dovuto abbandonare. Alle 14:20 arriviamo a Sesriem. Pensavamo si trattasse di una cittadina, sia pur piccola, invece c’è un edificio con la sede del parco ed un negozio di alimentari, una pompa di benzina, un campeggio ed il Sossusvlei Lodge presso il quale abbiamo prenotato per due notti con trattamento di mezza pensione. Siamo nel cuore del Deserto del Namib (namib = vuoto) Con un’età stimata intorno agli 80 milioni di anni, in Namib è considerato il più antico deserto del mondo. La sua origine è dovuta alla rottura dell’antico continente Gondwana, quando l’Africa e l’America meridionale lentamente si separarono l’uno dell’altro. Il vero processo di desertificazione tuttavia iniziò non più di 2 milioni di anni fa, quando la distanza accumulata dai due continenti fu sufficiente da permettere alla gravità terrestre di trascinare verso nord la corrente fredda del Benguela, d’origine antartica, fino a raggiungere l’equatore. E’ questa corrente alla base degli immensi depositi di sabbia che sono stati spazzati via dal tumultuoso fiume Orange, dagli altopiani Sudafricani, e trascinati verso il mare sulle aride coste Namibiane, per poi essere trasportati verso l’interno dai forti venti di sud-ovest. Il particolare rosso delle dune dipende dell’ossido di ferro che ricopre i granelli di sabbia. L’area di Sossusvlei è la terra dalle dune alte 300 m, che circondano un immenso e arido altopiano. Le dune si estendono a vista d’occhio e le tinte variano dall’arancione pallido al rosso vivo. Durante la stagione delle piogge il fiume Tsauchab straripa nell’altopiano, creando un paradiso per gli uccelli acquatici. Anche durante la stagione secca si possono vedere orici, springbok e struzzi abbeverarsi lungo i corsi d’acqua. Andiamo subito in albergo e fa una certa impressione trovare, dopo ore ed ore di zone desertiche, un ambiente così bello e confortevole. Prendiamo possesso della casetta/tenda, non saprei esattamente come definirla; si tratta di una costruzione in muratura per quanto riguarda il bagno e l’ingresso mentre la camera da letto è “tendata”. Originale con arredo molto curato.

Scopriamo che contrariamente a quanto afferma la Bibbia (leggi guida Lonely Placet) non potremo vedere l’alba dalle dune perché il cancello del parco è aperto dall’alba al tramonto e solo i campeggiatori che sono posizionati dentro il recinto del parco possono avere questo privilegio.

Alle spalle del lodge c’è un’ampia pianura desertica e decidiamo di trascorrere le due ore che mancano al tramonto facendo una passeggiata, sia per prendere contatto con un ambiente totalmente nuovo, sia per sgranchire le membra compresse da otto ore di viaggio in macchina.

Alle 18:00 andiamo a cena e troviamo apparecchiato in “terrazza”. A nostro avviso fa troppo freddo e ci facciamo spostare in una sala interna; meno romantico ma più confortevole. Pochi seguono il nostro esempio ma appaiono anche stufe a gas che vengono posizionate vicino ai tavoli per mitigare il freddo. La cena a buffet è più ricca ed abbondante del solito. 10° giorno – Sabato 13 Agosto: SESSRIEM NAMIB DESSERT (km. 154 su sterrato) Alle 07:15 siamo al cancello del parco dopo aver ritirato il permesso valido per l’inera giornata pagando complessivamente N$ 170,00.

Davanti a noi un’ampia vallata che si restringe man mano che procediamo; ai lati dune di sabbia con colorazione dal grigio all’arancio al rosso e che cambiano colore in funzione di come la luce le illumina. Uno spettacolo che da solo vale il viaggio; avevamo visto decine di foto ma trovarsi li in mezzo è tutt’altra cosa. Di incomparabile bellezza anche il gioco delle ombre con il sole ancora basso all’orizzonte.

Arriviamo al quarantacinquesimo chilometro dove c’è la “Duna 45” vicinissima alla strada e credo che quello della facilità di accesso sia l’unico motivo per cui è la più frequentata e la più famosa. Il cielo è di un azzurro intenso, la temperatura è ancora fresca e noi iniziamo la salita lungo la cresta che risulterà agevole e priva di difficoltà. Siamo quasi soli e questo rende tutto più bello, se guardiamo a 360° non vediamo che dune. Arrivati in cima procediamo per qualche centinaio di metri lungo la cresta e poi scendiamo lungo il ripidissimo pendio. Facile e divertente, provare per credere.

Risaliti in macchina procediamo fino al km. 65 dove c’è il parcheggio delle auto “normali”. Solo con le auto 4×4 si possono percorrere gli ultimi 4 chilometri fino al Sossusvlei Pan, un’enorme pozza, raramente piena d’acqua ma che si trasforma in un lago azzurro/verde circondato da vegetazione e popolato da uccelli acquatici quando il fiume Tsaucham, a causa delle forti piogge, si riempie d’acqua e lo alimenta. Ma ora siamo d’inverno, la stagione secca, ed il fango è “essiccato”.

Poiché abbiamo l’auto adatta ci avventuriamo in un mare di sabbia ed arriviamo al parcheggio delle 4×4. Di qui parte una traccia di sentiero di due chilometri, fra andata e ritorno, che conduce alla Dead Vlei. Si pronuncia “dedflei” e la parola “vlei” significa luogo aperto pianeggiante. Bellissimo. Il caldo comincia a farsi sentire ed attingiamo abbondantemente dalla nostra riserva idrica.

Ritorniamo verso il parcheggio delle auto “normali” e…Ci insabbiamo a causa della mia imperizia alla guida su questo tipo di terreno. Ci viene subito in soccorso un sudafricano bianco parlante solo tedesco che, prima prova a ripartire guidando lui la nostra auto ed aumentando l’insabbiatura, poi prova a trainarla ( a bordo del suo fuoristrada ha un’attrezzatura impressionante) e…Rompe il cavo di traino. Fortunatamente fra i due parcheggi fanno la spola “navette” guidate da indigeni ed, alla prima che passa, chiediamo aiuto. Sono sicuramente abituati a tirar fuori dai guai gli automobilisti in panne ed inoltre, sapendo come fare, è semplicissimo. Si deve ridurre la pressione dei 4 pneumatici, riempire di sabbia le buche scavate dalle ruote (io mi ero affannato a togliere manualmente la sabbia davanti alle ruote) far oscillare lateralmente la vettura, violentemente e per il tempo che serve a far si che, la stessa, come per miracolo si sollevi; la sabbia scende e l’auto sale…Semplicissimo. Ripartiamo e senza altri problemi raggiungiamo il parcheggio. Scacciamo la tensione accumulata facendo uno spuntino (sono le 13:10) e poi partiamo per una camminata di 4 chilometri, fra andata e ritorno alla Hidden Vlei (idden = nascosto). Il caldo è molto forte ma l’aria è così priva di umidità che il sudore vaporizza nell’istante in cui si forma per cui siamo sempre asciutti e…Disidratati. Facciamo tesoro dei consigli ricevuti e beviamo in continuazione. Siamo equipaggiati con occhiali con lenti scurissime e con cappello sotto il quale posizioniamo un fazzoletto bagnato (che si asciuga nel giro di dieci minuti). La passeggiata è bellissima, impedibile e…Siamo completamente soli. Con una punta di presunzione mi piace pensare che i turisti arrivano, fotografano e se ne vanno, solo i viaggiatori si addentrano nei luoghi cercando di viverne l’essenza.

Ritornati alla macchina, mentre ci riposiamo sotto un albero, arrivano ( anche loro si sono insabbiati) gli sposini nostri compagni di barca a Luderitz; fanno un giro molto simile al nostro e li incontreremo più volte.

Prima di arrivare all’uscita del parco una strada a sinistra conduce alla Elim Dune. Mi diverto a salire e scendere immerso in questa sabbia finissima.

Alla stazione di servizio rimettiamo la giusta pressione ai pneumatici e prendiamo la strada di 4 chilometri che porta al Canyon di Sesriem. Trattasi di un piccolo canyon lungo un chilometro e profondo una trentina di metri, ma è anche poco largo e di conseguenza il sole fa fatica a penetrarvi, l’aria è fresca ed è una piacevole “sgambata” al termine di una giornata faticosa ma che ci ha regalato sensazioni e panorami di una bellezza indescrivibile.

La sera, a cena, c’è più gente con noi al coperto. 11° giorno – Domenica 14 Agosto: SESSRIEM – SWAKOPMUND (km. 426 dei quali 30 su asfalto e 396 su sterrato) Alle 07:30 lasciamo il lodge in direzione nord lungo la “C19” fino a Solitarie dove facciamo il pieno di benzina ed acquistiamo, allo spaccio annesso, mezza torta di mele. Dicono che sia la più buona della Namibia e noi la mangeremo per pranzo; lo strano è che non siamo nel trentino ma in pieno deserto e le mele arrivano dal Sud Africa…

Prendiamo la “C14” sempre in direzione nord e superiamo il Gaub Pass, non aspettatevi i nostri passi di montagna, la strada sale di poco per scavalcare piccole colline, superiamo la linea ideale del Tropico del Capricorno e, poco dopo, il Kuiseb Pass. Qui abbiamo un grosso rimpianto, quello di non aver raccolto la sabbia di color viola presente solo in questa zona ed un’area veramente ristretta. Mi aspetto che chi utilizzerà questi appunti sia riconoscente portandomene un barattolino. Speriamolo.

Alle 10:30 arriviamo al bivio con la “D1998” e quindi a Walvis Bay. Anche se il traffico è scarsissimo troviamo in funzione un semaforo, è il primo che incontriamo da quando, sembra passato un secolo, abbiamo lasciato Windhoek.

I fenicotteri si fanno trovare numerosi all’appuntamento. La laguna ne è piena. Spettacolo unico. Ci sono molti altri uccellini ed uccellini, ma non vediamo pellicani. Soffia un vento fortissimo. Andiamo anche a visitare le saline con le “piscine” di acqua che assumono un forte colore rosa non so per quale processo chimico.

Riprendiamo il viaggio verso nord sulla “B2”, asfaltata, ed alle 12:00 ci fermiamo alla Duna 10 troppo vicina a Swakopmund (si pronuncia “suacopmund”), troppo frequentata da turisti e locali che si divertono a praticare il sandboerding e lo sci, ma ugualmente molto bella con una sabbia ambrata ed, alla base, un palmeto.

Ci rilassiamo un po’ e poi andiamo alla ricerca dell’albergo Sea Breeze Guest House dove abbiamo prenotato pernottamento e prima colazione. Si trova in una zona tranquilla, fuori dal centro, dalla parte opposta a quella da cui siamo arrivati e fatichiamo un po’ a trovarlo perché, di recente, sono stati cambiati i nomi alla maggior parte delle strade e quindi la mappa che abbiamo non corrisponde alla realtà.

Ci accoglie, con molta cordialità, Giancarlo uno dei proprietari, italiano trapiantato qua da molti anni e ci mostra la nostra camera che si affaccia su un giardino pieno di piante mai viste. Più tardi conosciamo anche l’altro proprietario, Oscar che ci fornisce una carta aggiornata della cittadina e ci informa che essendo oggi Domenica, sia i musei che molti negozi sono chiusi, ma noi prendiamo ugualmente la macchina, la parcheggiamo in centro ed andiamo a zonzo.

Swakopmund, stazione turistica della costa ovest della Namibia, è un luogo di singolare bellezza, che ricorda vagamente un villaggio Bavarese, tra il mare e il deserto. L’atmosfera è calma e rilassante, vi sono splendide passeggiate, palme e dei bellissimi giardini pubblici. La vera attrazione del luogo, è il fatto che si possono visitare sia il mare che il deserto, ma allo stesso tempo è possibile rilassarsi in qualche albergo, o in una pensione, o in uno dei tanti ristoranti locali. L’atmosfera continentale di Swakopmund è creata dagli edifici di inizio secolo. La prigione, ad esempio, ricorda una casa padronale e la stazione è un edificio ricco di ornamenti. Undici di questi palazzi sono monumenti nazionali. Il museo di Swakopmund mostra la storia della città insieme alla flora, alla fauna e alla vita marina del luogo. La spiaggia che si estende verso nord è un paradiso per gli amanti della pesca. Quest’area, una fascia lunga 200 Km e larga 25 Km, che comprende il litorale da Swakopmund fino al fiume Ugab è conosciuta come il Parco Nazionale Turistico della Costa Ovest.

Troviamo un supermercato Spar aperto e facciamo rifornimento di frutta e di acqua minerale, quest’ultimo si rivelerà un acquisto sbagliato perché troveremo acqua potabile buonissima da per tutto. L’unico posto dove l’acqua potabile è cattiva, perché troppo clorata, è Windhoek. Stasera pizza ma non in un ristorante italiano, da “Debonairs” : ottima ed abbondante.

12° giorno – Lunedì 15 Agosto: SWAKOPMUND – CAPE CROSS (km. 295 dei quali 102 su sale e 193 su sterrato) Gli uffici governativi aprono alle 08:00 e noi alle 07:45 siamo davanti al Wildlife Conservation Office per ritirare il permesso di accesso alla Welwitschia Drive. Come in tutto il mondo gli impiegati statali arrivano in ritardo; devo riempire il solito registro e pagare N$ 90,00. Timbri controtimbri e possiamo partire muniti di un opuscolo che descrive il percorso da seguire con indicati i punti di maggior interesse chiamati “beacon”.

Usciamo dalla città sulla “B2”, poi a destra sulla “C28” ed infine a sinistra imbocchiamo la Welwitschia Drive. I punti di interesse non sono tutti così interessanti ma il paesaggio è molto particolare e quello della Moon Landscape desolato ed affascinante con i colori così cupi da richiamare alla mente l’inferno dantesco. Superati i due Swakop River Camp Site la strada attraversa un altopiano sassoso nel quale crescono numerosissime piante Welwitschia, un vero e proprio rarissimo fossile botanico vivente che si trova solo in pochissime aree della Namibia del nord.

Qui abbiamo la fortuna di imbatterci in un fenomeno veramente raro e del quale ci accorgiamo solo perché eravamo a conoscenza della sua esistenza : “i sassi che camminano”. Un grosso masso di circa 50 cm. Di diametro si è spostato lasciando una traccia di una decina di metri. Assicuro che non è una bufala; in particolari condizioni la dilatazione e la contrazione di certe rocce, a causa della notevole variazione di temperatura fra il giorno e la notte provoca lo scivolamento della roccia stessa che lascia una traccia sul terreno, che rimane nel tempo a causa della mancanza di piogge consistenti che livellerebbero il terreno.

La strada termina con una piazzola al lato della quale si può vedere la Welwitschia Mirabilis ( o di Usab) vecchia di oltre 1500 anni.

Sulla via del ritorno facciamo una deviazione, di alcuni chilometri, verso Goanikontes per attraversare la Moon Landscape che però risulta più bella vista dall’alto.

Alle 11:00 siamo ritornati a Swakopmund dove facciamo qualche acquisto e cambiamo un po’ di soldi.

Ci dirigiamo verso nord sulla “C14” sperimentando una “salt road” (strada in terra battuta che la presenza di sale marino, in superfice, rende molto simile ad una strada asfaltata) molto confortevole anche se scivolosa.

Ci troviamo all’interno del National West Coast Tourist Recreation Area ed ai margini dello Skeleton Coast Park. Per molti questo tratto di costa è sinonimo di naufragi ed in ogni cartolina che raffigura questo luogo vi è rappresentato un relitto arrugginito arenatosi sulla spiaggia. A causa della forte corrente di Benguela, del mare burrascoso e delle nebbie che avvolgono questa zona, in tempi passati, numerosissime navi hanno concluso il proprio viaggio naufragando lungo queste coste sabbiose. I portoghesi usavano chiamare quest’area “le spiagge dell’inferno”, poiché prima dei moderni trasporti e comunicazioni questa desolata costa, lunga oltre 1600 chilometri, rappresentava una reale problema per la navigazione. I marinai sapevano che se fossero sopravvissuti ad un naufragio in questa zona, i loro problemi erano solo all’inizio, poiché il peggio era ancora di là da venire, essendo l’entroterra un vasto ed arido deserto con scarse pozze d’acqua dove abbeverarsi. Sono le 15:35 quando arriviamo a Cape Cross ed andiamo al Cape Cross Lodge, delizioso albergo che sorge isolato, proprio sulla spiaggia, in una magnifica insenatura. E’ anche arredato in maniera raffinata. Abbiamo prenotato pernottamento e prima colazione e la sistemazione è incantevole.

A soli tre chilometri di distanza bagnata dalle fredde acque delle correnti del Benguela, a nord della Baia di Henties, nella Cape Cross Seal Reserve vive una vasta comunità di leoni marini. Questa è anche una zona d’importanza storica, in quanto è qui che il navigatore portoghese Diego Cao piantò una croce in segno del suo passaggio, nel 1485.

Superato il cancello, riempiamo il solito modulo e paghiamo complessivamente N$ 70,00. Il numero di animali presenti è impressionante ma il puzzo è inferiore alle attese forse perché soffia un forte vento da terra verso il mare. Le scene che si presentano ai nostri occhi sono da cinema : sulla battigia grossi maschi che si fronteggiano urlando, più indietro piccoli attaccati al seno materno, ovunque animali spaparanzati al sole, in mare i leoni marini cacciano e giocano con le onde. Sono presenti in buon numero anche sciacalli con la gualdrappa, pronti a ghermire i deboli per cibarsene.

Restiamo li fino all’ora di chiusura poi una passeggiata in riva al mare ed una foto del tramonto dalla camera.

13° giorno – Martedì 16 Agosto: CAPE CROSS – TWYFELFONTEIN (km. 353 dei quali 66 su sale e 287 su sterrato) Colazione alle 06:50 ed alle 07:40 partenza percorrendo a ritrovo la “C34” in direzione sud. Andiamo fino ad Henties Bay a fare rifornimento e poi procediamo sulla “C35” in direzione nord/est. Prima di Uis la strada corre fra le catene del Brandeberg ed il Spitzkoppe (con i suoi 1728 m. È detto il “Cervino d’Africa”) ma non vediamo niente perché c’è una intensa foschia che sparirà solo nel pomeriggio.

Superiamo Uis e procediamo fino ad incontrare, sulla sinistra, la “D2612” che imbocchiamo con direzione nord/ovest. Ancora 73 km. Ed alle 12,30 arriviamo a Twyfelfontein (= sorgente incerta). Il luogo non è segnato sulle carte perché non c’è nessun insediamento umano fatta eccezione per il Twyfelfontein Country Lodge dove abbiamo prenotato pernottamento e prima colazione.

Altra “location” fuori dal comune. Il complesso sorge alla base di una montagna in un semicerchio di rocce rossastre ed è perfettamente mimetizzato nell’ambiente. Dal parcheggio non si vede la reception perché la visuale è coperta da grossi massi ed un sentiero lastricato conduce, passando attraverso un arco naturale, superando un ponticello su un fiume in secca, al giardino, alla piscina ed alla reception con annesso ristorante e negozio di souvenir. Splendida costruzione così come sono belle e spaziose le camere situate a gruppi di tre o quattro in basse costruzioni di pietra e paglia in pieno rispetto ambientale.

Le attrattive della zona, a pochi chilometri dal lodge, sono tre, ma sia l’ “Organ Pipes” (canne d’organo) che la “Burnt Mountain” (montagna bruciata) sono assolutamente insignificanti. Unica consolazione ; la loro visita richiede solo trenta minuti. L’unica cosa da vedere degna di rilievo è l’area delle “Rocks Engravings Paintings”. I documenti iconografici qui rinvenuti che sono giunti fino a noi sotto forma di petroglifici e pitture sono assolutamente di straordinaria bellezza e qualità. Questo notevole patrimonio archeologico, tra i più importanti a livello mondiale, è fondamentale per conoscere la preistoria dell’Africa Australe, un subcontinente dove la documentazione scritta, i resti monumentali o le epigrafi scarseggiano o sono d’epoca relativamente recente, sebbene questa sia la culla della più antica presenza umana. La visita non può essere libera ma serve una guida locale che ci viene assegnata all’ingresso dell’area protetta, dopo aver riempito il solito librone e pagato, per due persone, N$ 50,00. Le incisioni rupestri sono oltre 2500 ma le autorità competenti hanno organizzato due percorsi (dobbiamo forzatamente scegliere uno dei due) che mostrano le opere più significative.

Terminata la visita abbiamo ancora il tempo di andare a fare il pieno di benzina alla pompa che dista 3 km. Dall’albergo e poi di fare una passeggiata dentro il letto di un fiume in secca alla ricerca di animali che non troviamo ma, dalle impronte, notiamo che il luogo è molto frequentato; fra le altre anche numerose orme di elefanti.

Arriviamo a cena alle 18:40 ed il ristorante è mezzo pieno. Ci accompagnano ad un tavolo d’angolo esterno. Posizione molto romantica ma c’è uno spiffero pauroso in assenza totale di vetri, per cui ripieghiamo su una posizione interna, meno bella ma più confortevole. 14° giorno – Mercoledì17 Agosto: TWYFELFONTEIN – ETOSHA (OKAUKUEJO) (km. 347 dei quali 145 su asfalto e 202 su sterrato)+(km.136 su sterrato nel parco) Colazione alle 06:30 ed alle 07:20 partenza seguendo la mappa presa in albergo, per raggiungere la “C39” a destra in direzione est. Alle 08:20, percorsi 52 km., ci fermiamo alla “Petrified Forest” (Verspeende Woud). Qui giacciono numerosi alberi pietrificati, portati dalle acque di un fiume che attraversava questa regione circa 250 milioni di anni fa. I tronchi, ricoperti dal fango e dalla sabbia hanno trovato qui la condizione ideale per la quale le loro cellule sono state sostituire dal silicio, cha ha svolto l’opera di pietrificazione. Anche in questo posto le visite sono permesse solo con guida. Solito librone da riempire e pagamento, per due persone , di N$ 45,00. Servono circa 30 minuti per compiere il percorso circolare che consente di vedere vari alberi pietrificati. Interessante. Non avrei dovuto ma ho raccolto una piccola pietra.

Notevoli presenze di piante Welwitschia.

Riprendiamo il viaggio verso est con un fondo stradale pessimo, superiamo Khorixas e ritroviamo la strada asfaltata. Giunti a Outijo ci immettiamo a sinistra sulla “C38” in direzione nord. Alle 12,15, percorsi 334 chilometri arriviamo ad Andersson’s Gate e, previa registrazione, entriamo nell’ Etosha N.P.. Etosha è il più grande parco naturale della Namibia e anche uno dei più famosi in Africa. Situato a nord del paese, non lontano dal confine con l’angola, ha una superficie di circa 23 mila chilometri quadrati (pari a quella della Lombardia), 5000 dei quali occupati da una vasta ed antichissima depressione salina che, nella stagione delle piogge, diviene un immenso acquitrino. Il parco ospita una gran varietà di animali: oltre un centinaio di specie di mammiferi e più di 300 specie di uccelli. Gli “inquilini” più illustri in cui ci si imbatte lungo le innumerevoli piste che attraversano il parco sono elefanti, rinoceronti, zebre, giraffe, struzzi, antilopi e soprattutto i re dei mammiferi: i leoni. Il parco Etosha è uno dei migliori luoghi dell’intero continente africano dove è possibile avvistare un gran numero di animali nello stesso luogo. Questo avviene grazie al numero esiguo di pozze d’acqua presenti nel parco durante la stagione secca (la nostra estate) che costringe così gli animali ad incontrarsi insieme per bere in prossimità di esse. Su quest’ampia distesa di boscaglia e vaste savane, i ritmi della natura e della vita degli animali hanno mantenuto il loro millenario ecosistema e la presenza umana si è piegata alle loro leggi. Al centro del parco si estende una bianca e lunare depressione (Pan), piatta ed arida, bruciata dal sole e dai venti, lunga 120 chilometri e larga 70. La vegetazione del parco è formata da numerose specie d’acacia, dal mopane, dal tambote, dal salice rosso, dall’euforbia a forma di candelabro e dall’omumborombonga, alla quale la leggenda lega la nascita dei progenitori e del fuoco sacro degli Herero. La strada asfaltata prosegue fino al Okaukuejo (pronuncia = ocauqueio) Rest Camp dove abbiamo prenotato il solo pernottamento. All’ufficio del campo paghiamo N$ 490,00 quale tassa di soggiorno per tre giorni e due persone e prendiamo possesso della camera assegnataci. E’ spartana ma provvista di tutte le comodità quali aria condizionata, frigorifero, bollitore oltre ovviamente al bagno. Quello che difetta nei “rest camp” gestiti dal Namibia Wilflife Resorts Ltd. (www.Nwr.Com.Na ) è la manutenzione, per il resto sono perfetti : negozio di alimentari, negozio di souvenir, ristorante, piscina, telefono e poi i tre dell’ Etosha hanno tutti una pozza d’acqua che, illuminata di notte, offre eccezionali spettacoli.

Alle 14,20 partiamo per esplorare tutte, ma proprio tutte le pozze d’acqua, naturali ed artificiali, in direzione ovest arrivando fino a Ozonjuiti M’Bari e quindi attraversando la Ghost Tree Forest ( chiamata anche Haunted Forest o Foresta incantata) che deve il suo nome ad alberi particolarissimi chiamati Moringa, simili a Baobab, che sembra crescano al contrario con le radici al posto dei rami.

Vediamo un numero incredibile di animali terrestri quali springboks, giraffe, zebre, kudu (femmine), orici, gnu, facoceri, steinboks, struzzi oltre a tantissime specie di uccelli. Dobbiamo rientrare al campo entro le 17:30, orario di chiusura del cancello.

Il tramonto ce lo godiamo dalla cima di una torre ma non risulta eccezionale.

Alle 18:00 a cena nel ristorante superaffollato e poi alla “pozza” illuminata dove trascorriamo almeno tre ore. Al nostro arrivo un enorme Rinoceronte Nero sta bevendo. Quando se ne va arriva una Iena e successivamente zebre, giraffe e springboks. Poi tutti gli animali spariscono all’arrivo di una leonessa che, dopo essersi dissetata, si acquatta tra i massi. L’aria è carica di tensione. Dal buio avanzano altri animali ma evidentemente percepiscono la presenza del predatore perché si fermano lontani e restano in attesa quasi immobilizzati. Non appena la leonessa decide di andarsene ricomincia il va e vieni di animali. Spettacolo bellissimo.

15° giorno – Giovedì 18 Agosto: ETOSHA (OKAUKUEJO / HALALI) (km. 220 di sterrato) Partiamo alle 07:00 ed esploriamo coscienziosamente tutte le strade e tutte le “pozze” che incontriamo avvistando tantissimi animali delle stesse specie di quelli visti ieri ed in più gruppi di elefanti e leoni. Notevole doppio incontro con una leonessa seguita da due cuccioli mentre andava ad abbeverarsi e mentre tornava. Ci vorrebbe una pinna migliore della mia per raccontare ogni avvistamento e la relativa emozione. Suggestivo è anche il panorama del “Pan” che si gode dall’ Etosha Lookout.

Alle 17:00 prendiamo possesso della mamera all’ Halali Rest Camp dove abbiamo prenotato il solo pernottamento.

Alle 18:00 siamo a cena e subito dopo a…Teatro. Quello che infatti vediamo alla “Meringa Waterhole” pare una vera rappresentazione teatrale con branchi di elefanti che vanno e vengono, intervallati da rinoceronti neri, zebre, giraffe e via dicendo.

Andiamo a letto solo perché ad un certo momento non riesco a tenere gli occhi aperti e questo è il secondo ed ultimo rimpianto di questo viaggio : non essere stato capace di restare più a lungo a godere uno spettacolo unico che non mi capiterà più di vedere.

16° giorno – Venerdì 19 Agosto: ETOSHA (HALALI / NAMUTONI) (km. 255 di sterrato) Partenza alle 07:20 per quella che sarà l’ultima giornata di permanenza nell’ Etosha.

Di “pozza” in “pozza” alle 12:00 siamo al Namutoni Rest Camp dove abbiamo prenotato il solo pernottamento.

Nel 1897 i tedeschi costruirono a Namutoni un forte che fungeva da posto di polizia, sede di una guarnigione militare e in seguito raso al suolo9 dai guerrieri Ovambo in rivolta contro gli occupanti bianchi. Ricostruito seguendo il disegno originale, nel 1958 fu aperto al turismo e trasformato in uno dei camp oggi più frequentati dalla Namibia.

Proseguiamo l’esplorazione prima con un giro intorno a “Fisher’s Pan” e poi verso nord fino a Negale Gate. Siamo arrivati al capolinea e non ci resta che tornare indietro.

Oggi da segnalare la vista di altri leoni e quella di un branco composto da centinaia di gnu che, proveniente dal “pan” ci ha attraversato la strada.

Alle 17:55 a cena e poi al “Waterhole” ma la presenza di animali è scarsissima e, trascorse quasi tre ore abbandoniamo la postazione un po’ delusi: purtroppo ci eravamo abituati male.

Resta da vedere se la nostra esperienza nelle “pozze” dei tre campi è la norma o una combinazione casuale. Con gli animali selvatici in libertà, anche se di regola sono abitudinari, gli incontri non possono essere garantiti.

Per concludere desidero evidenziare che ritengo assolutamente indispensabile che la visita di questo parco duri almeno tre giorni. Se nel giro complessivo “avanzasse” una giornata, adesso, la aggiungerei alla permanenza nell’ Etosha N.P..

17° giorno – Sabato 20 Agosto: ETOSHA – WATERBERG (km. 512 dei quali 456 su asfalto e 56 su sterrato) Alle 07:00 siamo già in viaggio perché vogliamo arrivare a Waterberg prima delle 14:00 per fare il “tour” dell’altopiano.

La “C38” è asfaltata e, anche se ha un limite di 60 km./h., è un piacere viaggiare. Incontriamo la “B1” ad arriviamo alla cittadina mineraria di Tsumeb : da qui sono stati estratti 184 tipi di minerali (compresi quelli secondari) dieci dei quali sono unici al mondo e si trovano solo in questa zona.

A nord-est della città, a 24 Km di distanza si trova il Lago Otjikoto, profondo 76m. Al suo interni vivono diverse specie di pesci, comprese alcune molto rare. Del medesimo tipo, a soli 15 Km di distanza, profondo 132m, si trova il Lago Guinas. Decidiamo di non visitarli e proseguiamo sulla “C42 fino a quando, circa a 4 km. Da Grootfontein, troviamo il bivio con l’indicazione “Meteorite”. Giriamo a destra sulla “D2859” e ci facciamo 18 km. Di sterrato ed arriviamo al Meteorite di Hoba, scoperto nel 1920. Questo è il più grande meteorite al mondo, ha una massa di circa 54 tonnellate e si stima che sia caduto sulla terra circa 80.000 anni fa.

Riguadagniamo la “C42” fino a Grootfontein e proseguiamo, senza fermarci, sulla “B8” fino ad Otavi. Abbiamo allungato il percorso perché non siamo stati abbastanza attenti a leggere la carta stradale; dal meteorite avremmo dovuto prendere la “D2860” che porta alla “B8” saltando Grootfontein. Prendiamo la “B1” in direzione Sud. Superato Otjwarongo bivio a sinistra sulla “C22” in direzione Okakarara.

Alle 12:35 troviamo a sinistra la “D2512” sterrata con fondo di sabbia rossa che percorriamo per 19 km. Fino a raggiungere, alle ore 13:00 il Warerberg Rest Camp dove abbiamo prenotato il solo pernottamento.

La strada inizia a salire, troviamo un cancello con guardiano che ci fa riempire un modulo, poi proseguiamo, sempre in salita, fino all’ufficio del parco dove paghiamo N$ 170,00 per l’ingresso e veniamo informati che lo “Scenic tour” del pomeriggio è già completo così come è completo quello dell’indomani mattina !!!!!! Impariamo a nostre spese che il luogo è molto frequentato, per il fine settimana, dagli abitanti della zona e che quindi è indispensabile prenotare in anticipo.

La strada continua a salire, con notevole pendenza, fino ad un pianoro dove sono costruiti i cottages, alle spalle dei quali si erge un imponente anfiteatro di rocce rossastre a strapiombo sopra le quali c’è il “plateau” vero e proprio. E’ possibile accedervi con un sentiero ben segnato ma piuttosto ripido, una passeggiata di circa 40 minuti, o in auto con un tour organizzato; l’accesso è vietato alle auto private.

Mentre Luciana si riposa io ritorno a piedi, per il “Forest walk” fino all’ufficio del parco e chiedo di parlare con il responsabile al quale faccio presente che siamo venuti dall’Italia per visitare il “plateau” e che non possiamo farlo perché loro organizzano le visite con una sola auto a fronte di richieste che giustificherebbero l’impiego di più mezzi. Non so se le mie argomentazioni o altri fattori lo abbiano convinto, ma il fatto è che iscrive i nostri nomi per il tour dell’ indomani mattina. Missione compiuta anche se qualche dubbio rimane dato che non ha voluto che pagassi anticipatamente, come di consueto, dicendo che lo avrei fatto alla partenza.

Fa un caldo tremendo ed andiamo a fare una lunga passeggiata nel bosco, almeno al riparo del sole la temperatura è più accettabile. Percorriamo il “Fig Tree Walk” ,’ “Aloe Circe” e rientriamo dal “Resthaus Way”.

A cena niente buffet, i clienti sono pochi e tutti stranieri, ma si mangia ugualmente benissimo. I locali preferiscono farsi una bella grigliata all’aperto.

18° giorno – Domenica 21 Agosto: WATERBERG – WINDHOEK (km. 278 dei quali 217 su asfalto e 61 su sterrato) Alle 05:45 siamo all’ufficio del parco ed un impiegato ci dice che, poiché non gli è chiaro se tutti potremo partecipare allo “Scenic Tour”, pagheremo al rientro. Ancora pochi minuti di suspance poi arrivano due auto e possiamo salire tutti a bordo e partire puntualissimi alle 06:00. Il giro dura 4 ore e si svolge in un bellissimo contesto scenografico, peccato che non abbiamo visto animali, salvo alcune giraffe e due rinoceronti molto in lontananza.

Lasciamo il Waterberg Plateau alle 10:25 e percorriamo a ritroso la strada del giorno prima fino a trovare la “B1” che imbocchiamo verso sud.

Alle 12:20 fermata d’obbligo al mercato di Okahandja per la visita al tradizionale mercato degli intagliatori di legno.

Okahandja, una piccola città a circa 71 km. A nord di Windhoek. Questo è il centro amministrativo e luogo di culto dell’etnia Herero, anche se è situata all’estremo sud-est del territorio da essi occupato. Mercato artigianale del legno ed abitanti vestiti con abiti/divise. I missionari raggiunsero quest’area alla fine del 1820 ma fu solo nel 1849 che il primo di essi, Friedrich Kolbe, si insediò qui. Vi rimase per meno di un anno perché fu costretto a fuggire in seguito agli attacchi dei Namas. Il 23 Agosto dell’anno successivo, infatti, circa 700 tra donne e bambini furono uccisi dai Namas ai piedi di quella che venne poi chiamata la Collina del Sangue. Si dice che dopo il massacro gli arti degli uccisi vennero staccati ed usati quali sostegni per le loro teste mozzate come monito per eventuali altri usurpatori di quel territorio. La fermata successiva doveva essere a Penduka, 10 km. Prima di Windhoek, per la visita ad un altro mercato, ma non troviamo il cartello indicatore per detta località e così alle 14:00 siamo alla Pensione Hotel Handke dove abbiamo prenotato pernottamento e prima colazione.

Windhoek è la capitale amministrativa e legislativa della Namibia e, più semplicemente, il luogo dove quasi certamente hanno sempre inizio tutti i viaggi in questo paese. Con una storia decisamente recente, è il luogo d’incontro delle differenti culture del paese, Ova-Himba, Hereros, Damara, Namas, per citarne solo alcune. Qui diversi edifici testimoniano, ancora al giorno d’oggi, i legami del passato con la cultura tedesca: il museo delle Alte Feste, la Stazione Ferroviaria e l’imponente chiesa luterana.

Essendo domenica molti negozi sono chiusi e quindi prendiamo l’auto per fare il giro esplorativo della città che si conclude presto perché il “centro” è veramente piccolo e la periferia altrettanto. Parcheggiamo e giriamo a piedi. L’atmosfera è piacevole e rilassata. Se non fosse per il colore della pelle della maggioranza delle persone potremmo essere in una cittadina europea. Scopro che il mio amico “FCK” è presente con due ristoranti e non ho esitazioni : stasera pollo fritto. Ottimo, abbondante ed…Estremamente conveniente. Se mangiate il gelato buttate il cono che sa di petrolio.

19° giorno – Lunedì 22 Agosto: WINDHOEK – JOHANNESBURG (km. 62 su asfalto) Ci svegliamo presto come al solito ma possiamo un po’ poltrire perché stamani abbiamo un unico compito : fare acquisti ed i negozi aprono alle 08:30.

Lasciamo l’auto ed i bagagli pronti in albergo e ci muoviamo a piedi.

Giriamo per negozi, grandi magazzini, mercati, visitiamo anche il “centro” cittadino, l’ “Owela (State) Museum” e la “National Art Galery”.

Rientrati in albergo ci riposiamo fino alle 14:30 e poi andiamo all’aeroporto dove arriviamo alle 15:30. Facciamo il pieno di benzina e restituiamo l’auto all’ Avis che, dopo un minuzioso controllo, trova tutto in ordine.

Nel salone d’ingresso dell’aeroporto c’è un ufficio (bisogna cercarlo perché non è visibile) dove è necessario far vistare i documenti sui quali è possibile ottenere il rimborso del VAT, che corrisponde all’ IVA nostrale.

Senza code facciamo il check-in ed otteniamo le carte d’imbarco per i due voli fino a Milano mentre mandiamo i bagagli direttamente a Pisa. Entrati nell’area delle partenze sbrighiamo, ad uno sportello, le pratiche per il rimborso del VAT, ed ad un altro sportello, il cambio dei N$ rimasti in Euro. Adesso non dobbiamo far altro che attendere tranquillamente la partenza del volo di linea South African Airways (Sa) 1736 ( Canadair Reg. Jet) diretto per Johannesburg alle ore 18.25. Puntualissimo è il decollo ed il tempo di volo è di 1h e 30’, anziché due ore, quindi alle 21,55 atterriamo a Johannesburg. Sbrigate velocemente le formalità doganali usciamo dall’aeroporto e prendiamo “al volo” lo shuttle-bus per il “Caesars”. Non racconterò niente di questo complesso alberghiero mi limito a dire che se un turista deve soggiornare in questa città allora non può non fermarsi qui, tanto più che la città non ha niente di particolarmente interessante da vedere oltre ad essere più pericolosa del normale. Provare per credere.

All’interno del “Caesars” abbiamo prenotato all’ Hotel Senator il solo pernottamento.

Alla reception un cortesissimo impiegato ci informa che hanno la nostra prenotazione ma non hanno camere disponibili e di conseguenza non dormiremo nella hall ma nella suite “Capitoline”. Ci accompagna fino alla porta dell’appartamento e ci fa da guida all’interno. La prima stanza è un grandissimo ingesso/soggiorno. Ci sono quattro porte delle quali una resta chiusa, e non sapremo mai cosa nasconda; delle altre una è l’ingresso al bagno, la seconda si apre su un grande studio ( il quale ha un altro bagno) e dalla terza si accede ad una camera con superficie di almeno cinquanta metri quadrati. Nella camera ci sono altre due porte : una è l’ingresso ad una camera matrimoniale stile impero (dotata di altro bagno), la seconda è l’ingresso ai “servizi” che consistono in una stanza armadi, un piccolo bagnetto ed un bagno monumentale con doccia, vasca idromassaggio e due piani lavabi ( attenzione non due lavandini in uno stesso piano!). E’ superfluo aggiungere che tutti i bagni sono in marmo e granito, che gli arredi sono sontuosi e che disponiamo di quattro televisori. Sistemazione da non disprezzare, proprio niente male.

20° giorno – Martedì 23 Agosto: JOHANNESBURG – MILANO – PISA Avendo già la carta d’imbarco per il prossimo volo non è necessario arrivare in aeroporto con molto anticipo per cui, sempre prudenti, prendiamo la navetta delle 07:25 (le partenze avvengono ogni 20’).

Quando ho pagato il conto ho controllato che l’addebito corrispondesse al prezzo fissato; non avevo dubbi ma non si sa mai.

Giunti in aeroporto accediamo direttamente alla sala partenze ed imbarchiamo puntualissimi sul volo South African Airways (Sa) 242 diretto per MILANO alle ore 08.35. Airbus 340-200 – ( 333 passeggeri, lungo 75,30 m., apertura alare 63,50 m., alto 17,30 m., velocità di crociera 886km/h. Tempo di volo previsto: 10h20 minuti) che decolla in perfetto orario.

L’aereo non è di ultima generazione, come all’andata, anzi è piuttosto vecchio, anche se lindo, e non ha molto “intrattenimento”. Ho visto due film in italiano, uno molto divertente “L’autostoppista galattico”, e l’altro una insulsa commediola americana più adatta alle giovanissime che non a me.

Il vitto è passabile ed il servizio nella norma.

Il volo è tranquillo ed udite, udite atterriamo a Milano Malpensa con trenta minuti di anticipo (sono le ore 18:25). Poiché fra l’orario di arrivo e quello di partenza c’era solo 1h e 40. Eravamo quasi rassegnati a perdere la coincidenza ed invece… Ci toccherà attendere.

Al cancello del “transfer” c’è una coda lunghissima per cui usciamo dal cancello della dogana, prendiamo l’ascensore ed andiamo al 2° piano (partenze) a fare il check-in trovando tutti gli sportelli vuoti. Rapidissimi siamo al cancello A18 in attesa d’imbarco.

A costo di ripetermi debbo dire ancora una volta che è difficile, anche in paesi sottosviluppati, trovare un aeroporto più brutto della Malpensa.

Alle 20:35, ancora una volta puntuali, partiamo con il volo di linea Alitalia (Az) 1659 diretto per Pisa (Aeromobile: MD 80– Servizio a bordo: rinfreschi ( n.2 biscotti !!)) e per la terza volta di seguito (sembra incredibile ma è vero) arriviamo in anticipo; stavolta di venti minuti ed aspettiamo che nostra figlia Rossella venga a prenderci per portarci a casa.

Tutto ha funzionato alla perfezione ed inoltre ritengo che abbiamo avuto alcuni colpi di fortuna. Bellissimo viaggio e possiamo ancora una volta dire : “…Abbiamo visto luoghi e cose che voi umani non potete neppure immaginare…..”.

RIEPILOGO DISTANZE PERCORSE IN AUTO : Totale 5.225 Km. dei quali 1.692 su strade asfaltate, 3.274 su strade sterrate, 259 su strade di sale.

RIEPILOGO VOLI PRENOTATI 04.08 PISA – MILANO MALPENSA AZ 1658 17.20-18.25 04.08 MILANO MALPENSA – JOHANNESBURG SA 243 21.05-07.30 05.08 JOHANNESBURG – WINDHOEK SA 76 13.20-14.20 22.08 WINDHOEK – JOHANNESBURG SA 1736 18.25-21.25 23.08 JOHANNESBURG – MILANO MALPENSA SA 242 08.35-18.55 23.08 MILANO MALPENSA – PISA AZ 1659 20.35-21.35 AGENZIA VIAGGI OASIS Via Francesco Carrara, 14 55100 Lucca, Italia Tel. 0583 496482/3 Fax. 0583 48297 e-mail : oasislu@tin.It Sig.Ra RENZA PETRONI

CORRISPONDENTE LOCALE EAGLES ROCK TOURS & SAFARI P.O. BOX 6176 Ausspannplatz WINDHOEK – NAMIBIA TEL. 00264 – 61 – 234 542 fax. 00264 – 61 – 257 122 info@eaglesrock.Com RIEPILOGO HOTEL PRENOTATI WINDHOEK 05 – 06 AGOSTO PENSIONE HANDKE 3, Rossini Street Tel. 00264 – 61 – 234 904 Fax. 00264 – 61 – 225 660 pensionhandke@iafrica.Com.Na KALAHARI DESERT 06 – 07 AGOSTO BAGATELLE KALAHARI RANCH P.O. Box 212 Mariental Tel. 00264 – 63 – 240 982 Fax. 00264 – 63 – 241 252 info@bagatelle-kalahari-gameranch.Com www.Bagatelle-kalahari-gameranch.Com KEETMANSHOOP 07 – 08 AGOSTO CANYON HOTEL P.O.Box 950 Tel. 00264 – 63 – 223 361 Fax. 00264 – 63 – 223 714 canyon@namibnet.Com www.Canyon-namibia.Com

FISH RIVER CANYON 08 –10 AGOSTO CANON LODGE Fish River Canyon Tel. 00264 – 61 – 230066 Fax. 00264 – 61 – 251863 info@gondwanapark.Com www.Gondwanapark.Com LUDERITZ 10 – 12 AGOSTO NEST HOTEL P.O.Box 690, Luderitzbucht Tel 00264 – 63 – 204000/2/3 Fax: 00264 – 63 – 204001 reservations@nesthotel.Com www.Nesthotel.Com SESSRIEM 12 – 14 AGOSTO SOSSUSVLEI LODGE Tel. 00264 – 63 – 693 223 Fax. 00264 – 63 – 693 231 adventure@sossusvleilodge.Com www.Sossusvleilodge.Com SWAKOPMUND 14 – 15 AGOSTO SEA BREEZE GUEST HOUSE 48 Turmalin Street Tel. 00264 – 64 – 463348 Fax. 00264 – 64 – 463349 seabre@bigfoot.Com www.Seabreeze.Com.Na CAPE CROSS 15 – 16 AGOSTO CAPE CROSS LODGE P.O.Box 259 Hanties Bay Tel. 00264 – 64 – 694 012 Fax. 00264 – 64 – 964 013 adri-info@capecross.Org bookings@capecross.Org www.Capecross.Org TWYFELFONTEIN 16 – 17 AGOSTO TWYFELFONTEIN COUNTRY LODGE Tel. 00264 – 61 – 240 375 Fax. 00264 – 61 – 256 598 afrideca@mweb.Com.Na www.Namibialodges.Com ETOSHA (OKAUKUEJO) 17 – 18 AGOSTO OKAUKUEJO REST CAMP www.Nwr.Com.Na ETOSHA ( HALALI) 18 –19 AGOSTO HALALI REST CAMP www.Nwr.Com.Na ETOSHA ( NAMUTONI) 19 – 20 AGOSTO NAMUTONI REST CAMP www.Nwr.Com.Na WATERBERG 20 – 21 AGOSTO WATERBERG REST CAMP www.Nwr.Com.Na WINDHOEK 21 – 22 AGOSTO PENSIONE HANDKE 3, Rossini Street Tel. 00264 – 61 – 234 904 Fax. 00264 – 61 – 225 660 pensionhandke@iafrica.Com.Na JOHANNESBURG 22 – 23 AGOSTO SENATOR AT CAESARS 64 Jones Raod Kempton Park Tel. 11 – 928 10 00 Fax. 11 – 928 12 01 caesars@grsa.Co.Za www.Caesarsgauteng.Co.Za

DESTINAZIONE NAMIBIA • Nome completo del paese: Repubblica di Namibia • Superficie: 825.418 kmq • Popolazione: 1.954.033 abitanti (tasso di crescita demografica 1,25%). Densità : 2 abitanti per km2 • Capitale: Windhoek (221.000 abitanti) • Popoli: 87,5% africani (50% ovambo, 9% kavango, 7% herero, 7% damara, 5% nama, 4% caprivian, 3% san, 2% baster, 0,5% tswana), 6% tedeschi e boeri, 6,5% meticci • Lingua: afrikaans (parlato dalla maggior parte della popolazione), 32% tedesco, 7% inglese (lingua ufficiale); ovambo, bantu, khoisan, herero, nana • Religione: 80-90% cristiana (luterana oltre il 50%), 10-20% animista • Ordinamento dello stato: repubblica democratica • Presidente: Sam Nujoma • Primo ministro: Theo-Ben Guribab Profilo economico • PIL: 13,72 miliardi di dollari • PIL pro capite: 7.100 dollari • Tasso annuale di crescita: 3,3% • Inflazione: 8% Documenti notizie e indirizzi utili • Visti: ai cittadini italiani non occorre il visto per una permanenza fino a 90 giorni. È però necessario avere un biglietto aereo, ferroviario o di autobus per uscire dal paese. Chi intende fermarsi oltre i 90 giorni consentiti deve rivolgersi al Ministry of Home Affairs di Windhoek • Rischi sanitari: pressoché assenti. bilharziosi (nell’est), malaria (nel nord-est) • Fuso orario: due ore avanti rispetto al meridiano di Greenwich. Dalla prima Domenica di Aprile alla prima Domenica di Settembre adottano l’ora legale per cui, durante tale periodo, sono un ora avanti rispetto al meridiano di Greenwich ed un ora avanti rispetto all’Italia.

• Elettricità: 220 V, 50 Hz • Pesi e misure: sistema metrico decimale • Prefisso telefonico : 00264 • Sos internazionale (sistema medico di soccorso) : Windhoek 00264 61 230 505/ 00264 61 249 777 Swakopmund 00264 64 400 700 Tsumeb 00264 811 285 501 Walvis Bay 00264 64 200 200 Cellulare 112 • Alberghi interessanti : Kalahari Game Lodge Hosts : Hennie & Nettie Möller P O Box 22, Koës Tel : +264 (0)63 693105 Fax : +264 (0)63 693106 kgl@africaonline.Com.Na Situated : On the C15, 18 km from the Mata-Mata border post; 120km from Gochas; 120km from Koës. Rooms : 3x Double en-suite chalets; 6x Camping sites 4 hours Game drive to see Kalahari lions, cheetahs and a lot of antilopes; swimming pool; bar; restaurant; farmstyle cooking • Ambasciata Italiana in Namibia : Windhoek 1, Anna Street – Ludvigsdorf Tel. 0026461 228602 Fax 229860, Ambasciatore : Sig. Massimo Baistrocch Email : ambitwin@iafrica.Com.Na , italy@ambitwin.Org.Na • Consolato Onorario della Namibia in Italia : Via Quintino Sella 4 – 20121 Milano tel. 0289013530, fax 02804041, www.Lanamibia.It (da non perdere) • Tour Operetor in Namibia : LATITUDINE 24° di Michele Dutto –P.O. Box 24627, Ziergler Street 39 – Windhoek tel./fax. 00264 61 221056 info@latitude.Com.Na micheledutto@libero.It • Ministero del turismo (MET) – gestisce i parchi nazionali PrivateBag13267 Windhoek, tel. 00264 61 236915, fax 00264 61 224900 • Namibia Tourism Board : Private Bag 13244, 4th. Flr. Capital Ctr Bldg, Levinson Arc, Windhoek – tel. 00264 61 2842178-2842368 fax 00264 61221930 –2842364, www.Iwwn.Com.Na/namtour gideons@namibiatouriem.Com.Na • Windhoek Tourism Information : P.O.Box 1868 – Post Street Mall – Windhoek tel. 00264 61 2902092, fax. 00264 61 2902203, sts@windhoekcc.Org.Na • Air Namibia – a Roma 06 59602148, a Windhoek 00264 61 2982552 www.Airnamibia.Com • Siti Internet www.Natron.Net/etour.Htm www.Satern.Com/nammap.Html www.Republicofnamibia.Com (sito nazionale) www.Etosha.Com/overview.Html www.Atta.Com/paesi/africa/namibia.Htm (in italiano) www.Flysaa.Com (South Africa Airways) www.Namibiatourism.Com.Na www.Innamibia.Com/frameset.Htm • Vitto – Si mangia benissimo da per tutto ed a prezzi estremamente contenuti. Ottime le carni alla griglia sia di manzo e di maiale che di cacciagione (orici, zebre, kudu, springboks, struzzo, impala etc. Etc.) • Clima – Da Maggio a Ottobre in Namibia è inverno ed il clima è ottimo, piove pochissimo ed il tasso di umidità è bassissimo. La temperatura varia molto da zona a zona ma per semplificare possiamo dire che la sera, la notte e la mattina presto ed il termometro si avvicina ovunque allo 0. Durante il giorno il termometro sale oltre i 30° nell’interno, con eccezione della capitale, mentre si mantiene intorno a 25° sulla costa. E’ indispensabile vestirsi a cipolla partendo dalla “t-shirt” per arrivare alla giacca a vento.È meglio evitare il Namib-Nankluft Park e l’Etosha National Park nei periodi di maggiore caldo, ovvero da dicembre a marzo. Le località di villeggiatura sono affollate durante il periodo delle vacanze scolastiche di Namibia e Sudafrica, cioè di solito da metà dicembre a metà gennaio, dalla fine di aprile ai primi di giugno, e dalla fine di agosto a metà settembre.

Temperature min/max G F M A M G L A S O N D Tsumeb 31/18 30/18 30/17 29/15 27/10 25/7 25/7 28/10 32/15 34/18 33/18 32/18 Windhoek 30/17 28/16 27/15 26/13 23/9 20/7 20/6 23/9 29/11 29/15 30/15 30/16 Swakopmund 20/15 21/16 20/15 18/13 18/11 20/11 18/9 16/9 16/10 16/11 18/13 19/14 Pioggia/num. Di giorni G F M A M G L A S O N D Tsumeb 120/12 140/12 80/9 40/5 6/1 0/0 0/0 0/0 1/0 19/3 55/6 95/11 Windhoek 75/8 75/9 80/8 40/3 6/1 1/0 1/0 0/0 1/0 12/2 35/4 45/6 Swakopmund 1/0 2/0 2/0 2/1 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 0/0 1/0 0/0 Feste e manifestazioni Un evento straordinario cui assistere è il Maherero Day, verso la fine di agosto, quando la popolazione herero si raduna in abiti tradizionali a Okahandja (poco a nord di Windhoek) per celebrare una funzione in memoria dei capi caduti nelle guerre contro i Khoi-Khoi e i Tedeschi. In ottobre c’è una manifestazione simile a Omaruru (a nord-ovest di Windhoek) in onore del capo herero Zeraua. Il giorno dell’Indipendenza, il 21 di marzo, viene celebrato con festeggiamenti in tutta la Namibia. Il Windhoek Karnival, che dura una settimana verso la fine di aprile è un grosso evento sociale cittadino, così come il Küste Karnival a Swakopmund alla fine di agosto o all’inizio di settembre, e il Windhoek Agricultural, Commercial and Industrial Show alla fine di settembre. L’Oktoberfest, con i suoi fiumi di birra e la salsicce sfrigolanti, è festeggiato in tutto il paese verso la fine di ottobre.

• Valuta Dollaro namibiano Euro 1 = N$ 7,83 N$ 1 = Lit. 247,85 N$ EURO LIRE N$ EURO LIRE N$ EURO LIRE 1 0,13 248 110 14,08 27.263 350 44,80 86.745 5 0,64 1.239 120 15,36 29.741 375 48,00 92.941 10 1,28 2.478 130 16,64 32.220 400 51,20 99.137 15 1,92 3.718 140 17,92 34.698 425 54,40 105.333 20 2,56 4.957 150 19,20 37.176 450 57,60 111.529 25 3,20 6.196 160 20,48 39.655 475 60,80 117.725 30 3,84 7.435 170 21,76 42.133 500 64,00 123.921 35 4,48 8.674 180 23,04 44.612 550 70,40 136.313 40 5,12 9.914 190 24,32 47.090 600 76,80 148.706 45 5,76 11.153 200 25,60 49.569 650 83,20 161.098 50 6,40 12.392 210 26,88 52.047 700 89,60 173.490 55 7,04 13.631 220 28,16 54.525 750 96,00 185.882 60 7,68 14.871 230 29,44 57.004 800 102,40 198.274 65 8,32 16.110 240 30,72 59.482 850 108,80 210.666 70 8,96 17.349 250 32,00 61.961 900 115,20 223.058 75 9,60 18.588 260 33,28 64.439 950 121,60 235.450 80 10,24 19.827 270 34,56 66.917 1000 128,00 247.843 85 10,88 21.067 280 35,84 69.396 1050 134,40 260.235 90 11,52 22.306 290 37,12 71.874 1100 140,80 272.627 95 12,16 23.545 300 38,40 74.353 1150 147,20 285.019 100 12,80 24.784 325 41,60 80.549 1200 153,60 297.411 La Namibia è un paese relativamente poco caro. Chi viaggia all’insegna del risparmio, dormendo in campeggio o in ostello, andando a farsi la spesa per mangiare e muovendosi con i trasporti pubblici, se la caverà con US$25 circa al giorno. Con una spesa media di US$60 al giorno si può dormire in un albergo economico e assicurarsi un paio di pranzi al ristorante. Una vacanza in alberghi di categoria elevata, con escursioni organizzate e noleggio di fuoristrada costerà almeno US$100 al giorno.

Le principali valute straniere e i travellers’ cheque si possono cambiare in qualunque banca. I tassi di cambio per i travellers’ cheque sono migliori che per il contante. Quando cambiate il denaro, potete scegliere tra il dollaro namibiano e il rand sudafricano, il quale è preferibile per riconvertire i soldi avanzati alla fine del viaggio. Vale la pena notare che il rand e il dollaro namibiano hanno lo stesso valore in Namibia, mentre in Sudafrica il valore del dollaro namibiano equivale a circa il 70% di quello del rand. Le carte di credito sono accettate nella maggior parte dei negozi, alberghi e ristoranti.

Esiste una tassa sul consumo dell’15,5% che viene applicata a quasi tutto ciò che si acquista, compresi il cibo, l’alloggio e il carburante, ma è normalmente inclusa nei prezzi indicati. La mancia è consuetudine solo nei ristoranti di lusso, e solo se nel conto non è stata inclusa una percentuale per il servizio. È proibito lasciare mance nei parchi nazionali e nelle riserve. Contrattare, specie nei mercati rurali, è normale, soprattutto sui prodotti d’artigianato.

Cultura Gli abitanti della Namibia appartengono ad almeno 11 principali gruppi etnici che comprendono cacciatori, raccoglitori, abitanti delle campagne e delle città, ed è ancora forte la rappresentanza tedesca e sudafricana. Il gruppo più cospicuo è quello degli owambo (650.000), che vivono soprattutto nel nord. Altre tribù importanti sono i kavango, gli herero, i damara, i nama e i basters. Un gruppo più esiguo, i san, un tempo aveva il proprio sistema di divisione della terra e all’inizio del XIX secolo gestiva una delle più estese reti pre-coloniali di commercio nella regione.

Nonostante il paese debba ancora sviluppare una tradizione letteraria, la musica, la danza, le arti figurative e l’architettura fanno parte da tempo della cultura locale. I primi musicisti della Namibia furono i san, la cui musica emulava i suoni prodotti dagli animali ed era suonata come accompagnamento di danza e recitazione. All’inizio i primi nama usavano percussioni, flauti e strumenti a corda; successivamente i bantu introdussero la marimba (uno strumento simile allo xilofono), dei sonagli realizzati con zucche vuote e delle trombe ricavate da corna di animali. I missionari istituirono dei gruppi corali locali. L’ ‘arte delle riserve’, che sviluppa tematiche di un certo spessore attraverso forme espressive molto colorate e generalmente allegre, ebbe origine nelle riserve del Sudafrica durante gli anni dell’apartheid e si è diffusa in Namibia sviluppandosi rapidamente come forma d’arte popolare; tra gli artisti da ricordare ci sono Tembo Masala e Joseph Madisia.

Ogni gruppo etnico all’interno della Namibia ha le proprie tradizioni culinarie. Piatti base degli owambo sono il ‘mielie pap’, una specie di porridge preparato con farina gialla, o il ‘mahango’ (miglio), con cui cucinano sempre una specie di porridge o una zuppa. Sia il mielie sia il mahango vengono di solito accompagnati con pesce oppure stufato di capra, agnello o manzo. Altri ingredienti importanti sono zucche, peperoni e cipolle. Le popolazioni nama, che vivono nel deserto, hanno venerato una specie di melone, per centinaia e centinaia di anni: il suo raccolto annuale è un evento di particolare rilievo. Secondo alcuni è proprio questo melone spinoso, tipico del deserto, ad aver reso possibile l’esistenza umana nel Namib. Gli Herero si nutrono principalmente di prodotti derivati dal latte, come ricotta e burro. L’eredità culinaria europea è principalmente tedesca, basti pensare alle enormi salsicce chiamate ‘boerewors’. Anche pane, pasticcini, torte e dolci vari sono di origine tedesca. Tra le bevande tradizionali ricordiamo il ‘mataku’ (un vino di anguria) e il ‘walende’, un liquore di palma distillato dal sapore simile a quello della vodka.

Ambiente La Namibia si trova sulla costa occidentale dell’Africa meridionale. Confina con il Sudafrica a sud, il Botswana a est, e l’Angola a nord. La lunga e sottile appendice orientale, la Caprivi Strip, collega la Namibia allo Zambia e allo Zimbabwe. Il paese è in gran parte arido, ma presenta una notevole varietà di caratteristiche geografiche e viene generalmente diviso in quattro regioni: il deserto del Namib e le pianure costiere; l’altopiano centrale, coperto di arbusti e digradante verso est; le sabbie del Kalahari lungo i confini con il Botswana e il Sudafrica; e il bushveld (foresta), coperto da una fitta vegetazione, delle regioni di Kavango e del Caprivi. La zona più settentrionale è bagnata da fiumi che forniscono acqua a gran parte del paese.

Il deserto del Namib, una delle regioni desertiche più antiche del mondo, esiste da circa 80 milioni di anni. Si estende lungo l’intera costa atlantica della Namibia. Il paesaggio del Namib è caratterizzato dalle montagnose dune rosse del sud, dalle pianure dell’interno e dagli inselbergs (montagne isolate con i fianchi scoscesi e la cima piatta) della zona centrale. Il deserto è attraversato da diversi fiumi che nascono nell’altopiano centrale, ma raramente portano acqua. A est del deserto l’altitudine aumenta e le dune lasciano spazio a distese di ghiaia. Nel nord queste pianure sono piene di grotte e caverne, che offrirono un rifugio ai primi uomini.

La Namibia riunisce alcuni tra i più diversi habitat naturali africani. Anche nel deserto potrete trovare elefanti, giraffe e zebre; i leoni un tempo si spingevano fino al mare, ma sono stati allontanati dalle dune dai cacciatori. Stormi di fenicotteri vivono nell’Etosha National Park, nel nord del paese. La colonia di foche di Cape Cross sulla costa centrale ospita 100.000 esemplari di foche del Capo.

Benché sia prevalentemente un paese desertico, la Namibia presenta notevoli variazioni climatiche da regione a regione. Il clima più arido si trova nel Namib centrale, dove la temperatura di giorno può superare i 40° C e di notte può scendere sotto lo zero. Di giorno le temperature della zona montuosa e semi-arida dell’altopiano centrale (compresa Windhoek) sono generalmente inferiori rispetto al resto del paese. Sulla costa c’è spesso la nebbia. Dicembre è il mese più caldo in tutto il paese, quando la temperatura di giorno si aggira su una media di 30° C. Ci sono due stagioni delle piogge: una breve da ottobre a dicembre e una principale tra gennaio e aprile. Le basse regioni nella parte orientale del paese sono generalmente più calde dell’altopiano centrale e, a parte le zone del Kavango e del Caprivi nel nord-est, ricevono poca pioggia.

Notizie generali per la guida e per l’assicurazione. Guida a sinistra. Traffico scarsissimo su tutte le strade con eccezione della B1 Sebbene molti posti siano accessibili con auto berline durante tutto l’anno, bisogna considerare che le strade del paese sono principalmente sterrate (anche se ben battute). Durante la stagione delle piogge (da novembre a marzo) è raccomandabile sia il noleggio di auto 4WD sia il noleggio di auto equipaggiate con aria condizionata, date le temperature (anche estreme) dell’ estate australe. Durante l’inverno australe da maggio a ottobre si può considerare anche il noleggio di auto berline, tranne per alcuni itinerari (specialmente del nord: Epupa e Ruacana) in cui è tassativo l’utilizzo di 4WD. Si deve anche valutare bene la quantità di bagaglio che verrà trasportata dall’auto, in quanto il sovraccarico è una frequente causa di incidenti, così come sottostimare le distanze, porta a aumentare la velocità di percorrenza e incrementa molto la possibilità di incidenti.

Guidare con estrema prudenza in quanto sullo sterrato si incontrano condizioni variabili di fondo, buche non segnalate con possibilità di perdita di controllo del mezzo ed ai bordi un “marciapiede” di detriti blocca le auto che sbandano con conseguente ribaltamento del mezzo. E’ indispensabile una seconda ruota di scorta perché le forature sono frequenti ed …I “gommisti” no.

Assicurazione: Super Cover Gruppo Marca/Modello 1-6 gg 7-13 gg 14-30 gg giorno in più Franchigia A Toyota Tazz 1.3 o simili € 61,00 € 58,00 € 55,00 € 53,00 € 0,00 B Toyota Corolla GLE / VW Polo 1.6 € 71,00 € 65,00 € 58,00 € 56,00 € 0,00 C Toyota Corolla 160 o simili € 88,00 € 81,00 € 77,00 € 73,00 € 0,00 D VW Jetta o simile € 96,00 € 90,00 € 87,00 € 79,00 € 0,00 E Toyota Condor 2.4 € 86,00 € 83,00 € 78,00 € 70,00 € 0,00 H Toyota Single Cab 4×4 € 127,00 € 121,00 € 117,00 € 103,00 € 0,00 I Toyota Condor 2.4 4X4 € 134,00 € 129,00 € 117,00 € 103,00 € 0,00 K Toyota Single Cab 2X4 € 89,00 € 86,00 € 81,00 € 72,00 € 0,00 M Mercedes Benz C200 € 130,00 € 124,00 € 121,00 € 105,00 € 0,00 N Toyota Hilux Double Cab 4X4 € 134,00 € 129,00 € 124,00 € 109,00 € 0,00 S VW Chico o simile € 58,00 € 56,00 € 54,00 € 52,00 € 0,00 W VW Caravelle T4 € 151,00 € 137,00 € 132,00 € 126,00 € 0,00

I noleggi includono: 15% di Iva , Super Collision Damage Waiver (Casco), Super Theft Loss Waiver (Protezione Furto), Personal Insurance (Assicurazione personale), chilometraggio illimitato e oneri aeroportuali. IMPORTANTE: I noleggi sono calcolati su cicli di 24 ore, il ritardo nella riconsegna del veicolo, verrà addebitato con un giorno in più al costo indicato nelle condizioni di noleggio.

La macchina non viene noleggiata senza la garanzia di una carta di credito del cliente.

Il costo della benzina varia nel paese in base alla distanza dalla capitale (e quindi alle spese di trasporto): si va dai 50 centesimi di euro a litro di Windhoek ai 54 centesimi di Opuwo. E’ escluso dal noleggio: Carburante, cauzione carburante (1000 Rand =€ 128,00 , costi per i guidatori addizionali (Rand 110 = € 15,00 a noleggio), franchigia in caso di incidente e furto (indicata a lato di ogni categoria), tassa sul contratto (Rand 30 = € 4,00). Eventuale ruota supplementare extra (Rand 30=€ 4,00) al giorno di noleggio (i modelli N e H sono già dotati di seconda ruota di scorta). Rilascio in Sudafrica o Botswana Rand 3.000 = € 384,00, l’attraversamento dei confini in Botswana e Sudafrica, con riconsegna del veicolo nel paese di noleggio ha un costo di € 125,00. Mancato ritiro dell’auto penale di € 70.00. L’assicurazione del veicolo NON include il danneggiamento o la rottura di ruote o parabrezza, e il traino con carro attrezzi . Non vengono accettate ruote riparate anche in seguito a forature. L’autonoleggio richiede pertanto il cambio completo del pneumatico, in modo da fornire al cliente successivo una macchina in perfetta efficienza.

Letture consigliate Himba di Sergio Caminata (Motta Editore, Milano 1997) Il racconto di una popolazione antichissima che vive nel Namib, il più antico deserto del mondo. Kalahari: viaggio tra i Boscimani di Namibia, Botswana e Sud Africa di Silvana Olivo (Polaris, Faenza 2001) Un racconto antropologico, uno sguardo a un popolo antichissimo e avvolto in epiche leggende. La canzone di Be di Lesley Beake (Mondadori, Milano 1997) Un racconto per ragazzi che narra la storia di una bambina Boscimana costretta a lasciare la sua terra per ceracre lavoro. La questione della Namibia: Africa di Sud ovest di Beatrice Megevand (Giuffré, Milano 1982, reperibile in biblioteca) È l’unico testo in lingua italiana che contiene fonti e studi di storia della Namibia, nel periodo compreso fra il 1884 e il 1981. La spiaggia infuocata di Wilbur Smith (Superpocket, Milano 2001) Questa divertente storia è forse il miglior romanzo ambientato in Namibia.



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