Malesia peninsulare, Sabah e Singapore

Un viaggio di quattro settimane alla scoperta di città, giungle, mare... in una terra dove le persone sono ospitali e cordiali
Scritto da: puremorning1999
malesia peninsulare, sabah e singapore
Partenza il: 14/08/2012
Ritorno il: 13/09/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Dal 14.8.2012 al 13.9.2012 – due persone – Spesa approssimativa, € 2430.

Alcune indicazioni generali prima di passare al racconto delle singole giornate:

1. In termini di sicurezza, i posti che abbiamo visitato ci sono sembrati davvero sicuri e non abbiamo mai avuto alcun tipo di problema in merito.

2. Il periodo da noi scelto ci è sembrato buono. Com’è tipico del clima equatoriale, c’è stato qualche sporadico acquazzone, ma non c’è stata alcuna giornata di inattività a causa del maltempo.

3. In Malaysia i prezzi sono sicuramente più bassi rispetto agli standard occidentali; a Singapore gli alberghi hanno prezzi paragonabili a quelli europei, mentre si riesce a mangiare con molto meno.

A titolo esemplificativo, una cena in un locale decoroso in Malaysia si aggira sui 6/8 €, tranne che a Kuala Lumpur, che è un po’ più cara. Il prezzo degli hotel (quasi sempre stanze doppie con bagno) da noi utilizzati è compreso tra 13 € e 45 € in Malaysia, mentre abbiamo speso circa 80 € a Singapore.

E’ facile cambiare gli Euro nelle valute locali ed in genere anche i bancomat sono diffusi, tranne che in alcune località (ad esempio, il Taman Negara e le isole Perhentian), che comunque sono sempre segnalate dalle guide. L’utilizzo della carta di credito a volte è soggetto ad un sovrapprezzo del 3/5%.

Si contratta senza problemi nei mercati ed a volte anche nei negozi, ma i prezzi non sono così gonfiati come in altri paesi come la Cina o il Marocco. I taxi non utilizzano quasi mai il tassametro, tranne che a Kuala Lumpur – e solo in alcuni casi – per cui è opportuno contrattare prima della corsa.

4. Viaggiare all’interno della Malaysia è generalmente facile e noi ci siamo avvalsi di autobus, taxi, aerei e traghetti e non abbiamo mai avuto bisogno di noleggiare un’auto. L’unico inconveniente che abbiamo avuto è stata l’impossibilità di trovare posto sul bus notturno da Kota Bharu a Penang, solo perché ci siamo arrivati l’ultimo giorno delle vacanze scolastiche ed i posti erano tutti prenotati da tempo. Per quanto riguarda i voli, l’ottima Air Asia consente di spostarsi facilmente ed economicamente anche se i biglietti si prenotano con pochi giorni di anticipo. Abbiamo avuto anche una buona esperienza con Firefly e con MASwings. Attenzione solo ai periodi di alta stagione, perché i posti disponibili scompaiono rapidamente ed i prezzi aumentano.

Spostarsi all’interno della caotica Kuala Lumpur può essere più complesso, ma l’utilizzo della monorail e dei taxi riesce a risolvere la maggior parte dei problemi. Per quanto riguarda i taxi della città, noi abbiamo chiamato spesso quelli della Public Cabs (03 6259 2020), che, quando sono prenotati telefonicamente, hanno l’obbligo di attivare il tassametro e risultano più convenienti di qualsiasi contrattazione. Singapore, al contrario, ha un’ottima rete di metropolitana e autobus.

Per quel che riguarda i tour, non abbiamo organizzato niente dall’Italia e ci siamo sempre rivolti ad agenzie locali o agli uffici del turismo che, quando sono aperti, riescono ad organizzare ciò che si chiede in maniera molto efficace.

5. Quanto tempo occorre per visitare i due paesi? Noi in un mese abbiamo dovuto operare importanti tagli alla nostra scaletta di partenza eliminando totalmente il Sarawak e Brunei. Per quanto buoni siano i mezzi di trasporto, soprattutto gli aerei, si tratta comunque di un’area molto vasta e dispersiva, per cui organizzate il vostro viaggio focalizzandovi sulle cose che vi interessano maggiormente (ad esempio, il trekking nella giungla, il mare o le città) senza avere la pretesa di voler vedere tutto – a meno che non abbiate almeno 5 settimane a disposizione.

6. Gli Uffici del Turismo locali sono generalmente funzionali e possono organizzarvi tour e spostamenti in pochissimo tempo. Ad esempio, ottima è stata la nostra esperienza con gli uffici di Kuala Lumpur e Singapore. L’unico problema è che in Malaysia sono chiusi a volte dal venerdì al lunedì. In tal caso abbiamo chiamato l’Ufficio Centrale (Tel.: 1300 885050), dove abbiamo trovato delle operatrici disponibili e competenti. Anche l’Ufficio del Turismo a Milano si è dimostrato molto efficiente, per cui, se avete dubbi prima della partenza, rivolgetevi a loro con fiducia.

7. Capitolo alberghi: siamo andati al risparmio utilizzando i suggerimenti delle nostre guide turistiche e di Tripadvisor ed in questo modo siamo riusciti a trovare delle sistemazioni essenziali, ma decorose a prezzi davvero bassi. Anche i prezzi delle sistemazioni di livello più elevato sono comunque più che abbordabili, se paragonati ai prezzi occidentali. Abbiamo sempre prenotato con qualche giorno di anticipo – mossa, questa, sicuramente necessaria in alcuni posti come le Isole Perhentian – ed abbiamo dovuto fare qualche telefonata in più del previsto per Penang e Singapore, ma nel resto del paese non abbiamo avuto difficoltà.

8. Il cibo in entrambi i paesi è fantastico e la cucina locale è una delle esperienze che si ricorda con maggior piacere del viaggio. Non perdetevi il cibo delle food courts a Singapore e Kota Bharu.

9. Telefonare con una scheda malese sia in Malaysia che verso l’Italia è convenientissimo, per cui acquistatene una al vostro arrivo e non utilizzate il cellulare italiano. La nostra, comprata al 7Eleven, era della U Mobile (www.u.com.my).

10. Le guide che abbiamo usato in questo viaggio sono state le aggiornatissime Rough Guide di Malaysia, Singapore e Brunei e la Bradt per il Borneo. Entrambe decenti, ma ci aspettavamo di più sulla base delle nostre precedenti esperienze con guide di altri paesi delle stesse edizioni.

1°/2° giorno

Abbiamo due biglietti gratuiti grazie al Programma MilleMiglia ed il nostro piano voli, come è già accaduto, è abbastanza complesso, prevedendo un Milano Linate – Parigi CDG con Air France, un Parigi CDG – Hanoi con Vietnam Airlines ed un Hanoi – Kuala Lumpur con Malaysia Airlines per uno e Vietnam Airlines per l’altro. In sostanza, pur partendo la mattina del 14, arriviamo a KL nel tardo pomeriggio del 15. Dall’ultramoderno aeroporto KLIA prendiamo il treno rapido che ci porta a KL Sentral e di là con un taxi raggiungiamo la casa dei nostri amici, dai quali ci fermiamo per qualche giorno. Dopo una cena da loro, crolliamo verso le 23 ed andiamo a letto.

3° giorno

Sveglia dopo mezzogiorno, con molta calma per recuperare il sonno perduto durante il viaggio. Il primo giorno effettivo a KL è dedicato ad una prima visita della città: Moschea Jame, Distretto Coloniale e Museo Tessile. KL inizia ad apparirci come una città interessante (museo a parte!), ma la sera arriva presto e raggiungiamo i nostri amici per cenare insieme al Pelita di Desa Sri Hartamas (24 Ground Floor Jalan 25/70A Desa Sri Hartamas; Tel: 03 620 18532), parte di una catena di ristoranti locali davvero economici (81.60 MYR in 4), ma men che eccezionali.

4° giorno

La giornata inizia con una calma visita al Mercato Centrale, molto turistico ma alla fine gradevole. Proseguiamo con un giro a Chinatown, non particolarmente memorabile, ma nemmeno spiacevole. Da lì continuiamo a piedi fino a Little India e ci spingiamo fino al fetido mercato di Chow Kit, da cui ci dirigiamo grazie alla Monorail verso l’Ufficio del Turismo. Qui in pochissimo tempo otteniamo un’organizzazione perfetta dei complessi trasporti necessari per le nostre successive tappe (Han Travel, c/o Radius International Hotel, Ground Floor No. 3 & 4, 51-A, Changkat Bukit Bintang, 50200 Kuala Lumpur; Tel. : 03 – 2144 0899; Fax : 03 – 21452889; http://han-travel.com).

Soddisfatti, ci prendiamo una pausa disimpegnata passeggiando nella zona commerciale e, dopo aver evitato una serie di centri all’apparenza equivoci, ci fermiamo per un massaggio Thai completo al Reborn (18, Jalan Bukit Bintang). Ne usciamo decisamente ritemprati.

Torniamo dai nostri amici in tempo per la cena e con loro decidiamo per il BBQ Korean Restaurant (16-1 Jalan 23-70A Desa Sri Hartamas; Tel +603 2300 2819). Probabilmente sbagliamo la scelta dei piatti, che non ci piacciono, ma abbiamo l’impressione che altrimenti avremmo avuto una bella esperienza.

5° giorno

Appena svegli prendiamo un taxi fino ai Lake Gardens, iniziandone la visita dal National Monument, molto più carino del previsto. Dopo una breve sosta ai giardini delle orchidee e degli ibiscus, che a causa della stagione sbagliata non danno il meglio di sé, ci fermiamo per un po’ alla Moschea Nazionale, che ci piace molto e dove passiamo un po’ di tempo a parlare con uno degli addetti alla struttura.

Raggiungiamo con un treno la KL Sentral per addentrarci nel quartiere indiano di Bricksfields, sicuramente interessante e colorato. Purtroppo lo spuntino a base di pakora e samosa ce lo servono freddo.

La Monorail ci riporta verso le Petronas e qui decidiamo di dedicare un’oretta a quello che sembra il passatempo nazionale: girare per i centri commerciali. Scegliamo il Suria, il più evidente. In realtà per lo più ci fermiamo in uno dei tanti bar per organizzare telefonicamente gli hotel di alcune delle tappe successive del viaggio, compito non banale a causa delle festività locali, il che non ci frena però dall’acquistare una macchina fotografica subacquea.

Per il resto, il centro commerciale non è dissimile dalle sue controparti nel mondo e pertanto di scarso interesse, a meno che uno non sia uno sfegatato dello shopping griffato.

Ci trasferiamo quindi di buon passo alla Menara Tower, la torre delle telecomunicazioni, per ammirare la città dall’alto (Petronas comprese): carina ma non eccezionale.

Ritornati in tarda serata dai nostri amici andiamo con loro a cena all’Ole-Ole Bali, ottimo ristorante balinese (Lot 15 e 16, Ground Floor Block J, Soho KL, Solaris Mont Kiara; Tel: +6012 459 2689; 308,55MYR in 4).

6° giorno

Decidiamo di fare una gita fuori porta con i nostri amici e la scelta cade su Kuala Selangor, non distante da Kuala Lumpur e famosa per i ristoranti sull’acqua che servono pesce. Purtroppo l’indomani è l’Hari Raya, festa nazionale, per cui la strada è trafficatissima e ci impieghiamo un bel po’ per arrivare a destinazione. I ristoranti sono tutti pieni, ma in uno di questi un gruppo di ragazzi e ragazze malesi molto simpatici, che ha appena finito di pranzare, ci cede uno dei tavoli migliori vista fiume (Kedai Makanan Laut Hai Ung (Branch), 146, Jalan Rimbunan Raya, Taman Laman Rimbunan Kepong; Tel.: 03-62598932/3). Dopo un lauto pranzo – molto buono – decidiamo di visitare il limitrofo Kuala Selangor Nature Park. Nonostante la pioggerellina, lo spettacolo è affascinante, anche se la passerella sulle mangrovie avrebbe bisogno di una sistemata. Inoltre, questo incontro ravvicinato con la natura ci dà l’opportunità di vedere per la prima volta un gruppo di curiose scimmiette. E’ quasi il tramonto, ma prima di tornare a Kuala Lumpur optiamo per una breve crociera sul fiume per vedere le lucciole. Nonostante la fila, ne vale decisamente la pena, anche perché, indipendentemente dalle lucciole, il giro in barca in notturno sul fiume è proprio piacevole. Al termine della giornata, torniamo in città e, dopo un memorabile bagno nella piscina del complesso dove abitano i nostri amici, con una splendida vista sulla città, andiamo a dormire.

7° giorno

L’inizio della giornata è travagliato: alle 8 dovremmo essere a Chinatown per prendere il pullman che ci porterà al Taman Negara, ma, nonostante abbiamo cercato di prenotare un taxi la sera prima, al mattino il taxi non è disponibile a causa dell’Hari Raya. Per fortuna il nostro amico si sacrifica e ci accompagna in auto al punto di partenza. Arriviamo verso mezzogiorno all’imbarco sul Tembeling e, dopo tre ore di navigazione rilassante, arriviamo a Kuala Tahan, dove prendiamo possesso della stanza che abbiamo prenotato qualche giorno prima (Tahan Guesthouse, Taman Negara, Kuala Tahan; Tel.: 09-2667752; MYR 50 la doppia con bagno – spartano, ma molto economico e tutto sommato discreto). E’ troppo tardi per un trek nella giungla, per cui decidiamo di fare un giro notturno in barca sul fiume. Scopriamo però che per questa attività è richiesto un minimo di quattro persone. Fortunatamente, mentre siamo a cena nell’unico ristorante aperto del villaggio, conosciamo una coppia di ragazzi olandesi che si uniscono a noi. L’escursione notturna è bellissima: anche se non abbiamo visto molti animali, i suoni e le sensazioni della giungla sono comunque indimenticabili.

8° giorno

Prendiamo la barca per attraversare il fiume e iniziare il trek nella giungla. Arriviamo facilmente fino al Canopy Walkway attraverso un percorso molto agevole su tavolati di legno. Scopriamo che una parte del CW è chiusa, ma la porzione agibile è comunque un’esperienza simpatica. Purtroppo nelle nostre intenzioni ci sarebbe di proseguire oltre, ma, sebbene un paio di guide ci assicurino che ciò sia possibile, il percorso ci sembra indicato come chiuso e, in effetti, a una iniziale ricognizione, è evidentemente oggetto di lavori in corso che lo rendono, al meglio, estremamente disagevole. Incerti sulle condizioni del cammino e oppressi da un umidità del 100%, alla fine decidiamo di abbandonare l’impresa e tornare a Kuala Tahan.

Avendo a questo punto del tempo a disposizione, prenotiamo un giro in barca articolato in una visita al villaggio Orang Asli e in quello che viene definito “rapid shooting” e che in realtà consiste nell’affrontare a velocità sostenuta le timide rapide del fiume con l’unico scopo apparente di fare arrivare a destinazione gli occupanti dell’imbarcazione completamente fradici. La visita al villaggio è, come previsto, decisamente turistica, ma nonostante tutto molto più interessante di quanto ci si possa aspettare. L’unico neo è l’impressione che parte degli abitanti sia men che felice della nostra presenza.

Torniamo in albergo per cambiarci gli abiti zuppi, andiamo a cena nel solito ristorante e dopo aver cercato di organizzare via internet le successive tappe, andiamo a dormire.

9° giorno

Alle 8.00 veniamo recuperati dal pulmino per Kuala Besut, prenotato presso l’Ufficio del Turismo di KL. Dopo un’ora e mezza il viaggio viene interrotto per poco più di mezz’ora da un guasto, alla fine efficientemente risolto dall’autista. Viene così vanificato l’isterismo ingiustificato di una ragazza italiana, che era nello stesso pullman, la quale ci dava già per spacciati!

Dopo una breve sosta per il pranzo, verso le 18.00 prendiamo come previsto il ferry per Perhentian Besar, dove arriviamo con una traversata di una quarantina di minuti. La nostra impressione è che indipendentemente dai ritardi, in caso si abbia acquistato un biglietto del ferry in anticipo, un motoscafo per raggiungere le isole venga comunque assicurato.

L’albergo prenotato, Reef Chalet (135 Straits of Perhentian, Pulau Besar; Tel: 013-9816762, 09-6911762, 019-9816762; e-mail: thereefpp@hotmail.com; MYR 180 per il bungalow con bagno) è carino e proprietari e staff sono squisiti. Ceniamo all’adiacente Paradise Restaurant, un locale con i tavoli sulla spiaggia, davvero essenziale, ma ottimo. Inoltre è gestito da una fantastica signora cinese, assurdamente tabagista ma simpaticissima. Purtroppo, tornati in camera, abbiamo la sfortuna di trovarla abitata da due enormi scarafaggi, che sterminiamo in un lampo grazie ai mezzi di cui ci siamo premuniti! D’altronde sapevamo che questo è un problema non risolvibile in queste zone, indipendentemente da livello e pulizia delle sistemazioni.

10° giorno

Dopo un’ottima colazione dalla nostra amica cinese del Paradise a base di roti canai alla marmellata, ci uniamo ad un tour di snorkeling in barca organizzato dall’hotel. Passiamo quindi le successive 4 ore ad ammirare i meravigliosi fondali dell’isola, la sua ricchissima fauna marina e, soprattutto, a fare la conoscenza ravvicinata di due enormi tartarughe marine che, placidamente, ci permettono di accompagnarle a lungo nel loro ozioso girovagare.

Tornati in hotel pranziamo al Paradise assieme ai turisti con cui abbiamo condiviso il tour, rivelatisi simpatici e socievoli. Ci offrono oltretutto diverse dritte sul Borneo, da loro precedentemente visitato.

Proseguiamo la giornata con un bagno rilassante nella bella spiaggia del vicino Coral Bay Hotel, che ci seduce a sufficienza da tentare la cena nel suo ristorante (Coral View Island Resort, Pulau Perhentian Besar;

Tel.: 09-6974943; http://www.coralviewislandresort.com), decisamente più chic del nostro spartano Paradise. Purtroppo, ad esclusione dei sensazionali succhi di frutta fresca, le pietanze risultano abbastanza mediocri.

11° giorno

Ritorniamo al Paradise per un’altra dose di roti canai e poi noleggiamo un kayak per rivedere, con maggiore calma, alcuni dei posti che abbiamo visitato il giorno prima. Stavolta con le tartarughe giganti ci siamo solo noi e questa circostanza non fa altro che aggiungere fascino alla nostra esperienza. Anche le altre calette e spiaggette sono splendide, per cui non possiamo non consigliare le Perhentian a chiunque venga in questa parte del mondo. Il primo pomeriggio arriva presto e ci aspetta il motoscafo che ci porta a Kuala Besut, dove ci attende un tassista, contattato tramite il Reef Chalet, per portarci a Kota Bharu. Il nostro intento è quello di trascorrere il pomeriggio e l’intera giornata successiva in questa città, per poi prendere un bus notturno alla volta di Palau Penang. Una volta scaricati i bagagli in hotel (l’ottimo Tune Hotel – Kota Bharu City Centre, KBCC, Jalan Hamzah; Tel.: 09-7443822; MYR 99 la doppia con bagno), ci rechiamo in entrambi i terminal degli autobus a lunga percorrenza per comprare un biglietto per Penang, ma purtroppo a causa della fine delle festività scolastiche, non ci sono posti disponibili. Tra l’altro, inizia anche a diluviare, per cui prendiamo un taxi e decidiamo di andare a cena nel mercato notturno: una delle migliori esperienze culinarie dell’intero viaggio!

12° giorno

Qualche giorno prima abbiamo parlato con un addetto all’Ufficio del Turismo di Kota Bharu, il quale ci ha detto che, se fossimo andati da lui, ci avrebbe dato una mano a trovare i biglietti dell’autobus. Nonostante avessi chiesto esplicitamente se l’Ufficio fosse aperto il sabato e questa persona mi avesse risposto affermativamente, una volta giunti a destinazione, scopriamo che è tutto chiuso. Per cui torniamo di corsa in hotel per vedere, con l’aiuto del concierge, se c’è qualche mezzo alternativo per raggiungere Penang e constatiamo che l’unica soluzione possibile è il volo delle 13 della Firefly. Per fortuna che in Malaysia l’aereo è davvero economico: anche se ci spiace dover lasciare subito Kota Bharu, ci imbarchiamo in un battibaleno ed arriviamo all’hotel di Penang nel primo pomeriggio (Peking Hotel, 50-A, Penang Rd., Tel.: 04-2636191; MYR 81,20 la doppia con bagno; nella media). Stavolta decidiamo di fare una pausa e pianificare meglio le tappe successive, recandoci in uno degli internet cafè di Chinatown, per concludere nel fantastico ristorante Passage Thru India (11 Lebuh Leith; Tel.: 04-2624644), caldamente consigliato.

13° giorno

Visita di Penang: iniziamo dal Distretto Coloniale e dal forte, proseguiamo per Chinatown, dove consumiamo un triste pane cinese in una sordida bettola all’aperto e visitiamo la vivacissima Little India. Ci rechiamo poi nella Marina, dove ci concediamo un succo d’arancia in un bar supertrendy sul porto e visitiamo il quartiere costruito sulle palafitte (Chinese Jetty). Tornando indietro in direzione dell’hotel, ci fermiamo nell’affascinante Eastern & Oriental Hotel, lo splendido albergo storico della città e concludiamo la serata di nuovo a Chinatown di fronte ad uno “steamboat”, vale a dire una versione locale della bourguignonne (Goh Huat Seng Steamboat, 59-A Kimberley St.; Tel.: 04-2615811, 2615646).

14° giorno

Al mattino, dopo una breve sosta presso gli uffici della Olympus ed un’ottima colazione, proseguiamo verso l’Ufficio del Turismo locale, che troviamo chiuso per il terzo giorno consecutivo. Un po’ troppo per una città che è Patrimonio dell’Unesco! Fortunatamente sulla saracinesca troviamo il numero verde dell’eccellente Ufficio Nazionale del Turismo, che contattiamo subito e che prontamente ci fa rivolgere all’Ufficio Turistico dell’aeroporto. Comunque, forse la nostra piccola protesta non cade nel vuoto, visto che proprio al termine della telefonata, arriva trafelato l’addetto… ma per noi è troppo tardi, visto che abbiamo ricevuto ottima assistenza dai suoi colleghi degli altri uffici. Torniamo a visitare la città: prima la Pinang Peranakan Mansion, poi la Cheong Fatt Tze Mansion, con una guida molto simpatica. Alla fine, il taxi che abbiamo prenotato ci attende all’uscita e facciamo un giro nei dintorni: la Moschea Galleggiante, il Tempio Thai del Reclining Buddha ed il suo dirimpettaio birmano dei Mille Buddha, il Tempio dei Serpenti (ma saranno davvero vivi?), la Moschea di Stato e la funicolare per la collina, da dove ammiriamo lo splendido panorama. Tornati in città, ci facciamo lasciare in un ristorante indiano assolutamente trascurabile e, sfuggendo miracolosamente ad una breve pioggia torrenziale, raggiungiamo il Red Garden Night Market per provare i due dolci locali: il Cendol e l’ABC. Penang è una città davvero bella, ma il giorno dopo dobbiamo andare via: ci aspetta Langkawi.

15° giorno

Sveglia all’alba per raggiungere il molo dei traghetti (abbiamo acquistato i biglietti in hotel), da dove partiamo verso le 8.30 sotto una forte pioggia e con un mare davvero mosso: nel giro di un’ora più della metà dei passeggeri del traghetto inizia a vomitare. Tra l’altro, con un senso dell’umorismo alquanto dubbio, i film che vengono proiettati sono “Viaggio nell’isola misteriosa”, con scene di tempesta e caduta di aerei e “Battleship”, con scene di battaglie navali! Dopo circa tre ore di passione arriviamo a Langkawi dove, ancora sotto la pioggia, raggiungiamo il nostro albergo a Pantai Cenang (AB Motel, Pantai Cenang, Temonyong; Tel.: 604-9551300; MYR 120 il bungalow sulla spiaggia con bagno; carino). Approfittiamo del tempo poco conciliante, anche se presto spiove e ritorna il sole, per pianificare le ulteriori tappe e prenotare voli ed alberghi in un internet cafè. E’ anche il momento giusto per un massaggio rigenerante dopo le fatiche degli ultimi giorni. Cena in un ristorante mediorientale (Mumbai Palace, Lot 47, Jalan Pantai Cenang, Mukim Kedawang; Tel.: 04-9532104; e-mail: easy-crystal@yahoo.com), discreto ma non proprio a buon mercato per gli standard locali.

16° giorno

Abbiamo prenotato un’escursione al Parco Marino di Pulau Payar. Dopo le Perhentian ci aspettiamo grandi cose dalla celeberrima Langkawi, ma le aspettative vengono un po’ deluse. Non che il parco sia brutto, ma lo spettacolo che abbiamo visto nelle altre isole è nettamente superiore. Unica new entry, gli innocui squaletti. Tornati in hotel a metà pomeriggio, replichiamo il massaggio e, tramite un’agenzia sulla via principale (DK Holiday Enterprise, Lot 1, Langgura De Baron Building, Jalan Panti Cenang, Langkawi, Kedah Darul Aman; Tel.: 017 5407124/011 14706750; http://dkholiday.blogspot.it/; KV 0006375-W), prenotiamo un tour di snorkeling per il giorno dopo. Cerchiamo un ristorante thai per cena, ma sono tutti chiusi, per cui ripieghiamo in un ristorante cino-thailandese (Palm View Seafood Restaurant, Pantai Cenang): è la cena peggiore del viaggio.

17° giorno

Langkawi sembra sempre di più una delusione: il tour di snorkeling che abbiamo prenotato è un imbroglio, perché a Langkawi i fondali e l’acqua fangosa non consentono tale attività. Per questo motivo, sentendoci presi in giro, andiamo dalla polizia per denunciare l’accaduto. La polizia, pur essendo molto disponibile, non può fare altro, per cui a noi non resta che tornare in hotel e sconsigliare vivamente a tutti i lettori l’agenzia indicata sopra anche perché, come abbiamo scoperto una volta tornati in Italia, pare che la stessa non abbia le necessarie autorizzazioni per operare. Passiamo il pomeriggio in spiaggia – l’unica cosa davvero degna di nota dell’isola – anche se la quantità incredibile di acquascooter e motoscafi che passano a velocità sostenuta molto vicino ai bagnanti, non rende la sosta molto rilassante. Per fortuna che la cena è davvero ottima in un eccellente ristorante turco quasi alla fine di Pantai Cenang (Hungry Monkey Café, Lot 589, Jalan Simpang 3, Pantai Tengah; Tel.: 04-9552100; e-mail: hungry_monkey2010@hotmail.com). In sostanza, Langkawi è consigliata a chi voglia trascorrere qualche giorno in un posto che offre dei divertimenti all’occidentale, mentre chi ama lo snorkeling farebbe meglio a scegliere qualche altra destinazione sulla costa opposta.

18° giorno

Sveglia all’alba per prendere il volo Air Asia per Singapore, dove atterriamo a metà mattinata. Dopo una breve, ma illuminante sosta all’Ufficio del Turismo dello splendido aeroporto, andiamo in hotel (Value Hotel Balestier, 218 Balestier Rd., Singapore 329 684; Tel.: +65 – 63522323; www.valuehotel.com.sg; ca. 80€ la doppia con bagno; molto buono), lasciamo i bagagli ed iniziamo la visita della città-stato, partendo dal mercatino alimentare nei pressi di Maxwell Road. L’esperienza è ottima e consigliatissima a tutti! Iniziamo poi a visitare il quartiere di Chinatown, a partire dal maestoso Buddha Tooth Relic Temple, continuando poi con l’interessante Heritage Center ed un piacevole giro tra moschee e templi indù. Dopo una sosta al simpatico parchetto vicino a Neil’s Rd., ceniamo in un ottimo ristorantino (Jing Hua Restaurant, 21/23 Neil Rd.; Tel.: +65-62213060), dove facciamo scorpacciata di dumplings.

19° giorno

Terminiamo la nostra esplorazione di Chinatown e oggi scopriamo degli angoli dal sapore anche più interessante di quelli di ieri – tra tutti Ann Siang Hill. Attraversiamo poi il Cavenagh Bridge per passare al Distretto Coloniale, ma purtroppo buona parte delle attrazioni e degli edifici sono impacchettati nei ponteggi per lavori di restauro. Quindi, ci infiliamo nel quartiere indiano, apprezzando particolarmente la moschea Abdul Gafoor e l’architettura Baba Nyonya. Ceniamo dunque in un buon ristorante con cucina dell’India del Nord (Delhi Restaurant, 195C Serangoon Rd.; Tel.: +65-62971148; www.delhi.com.sg), per poi andare a Marina Bay per un vero e proprio reportage fotografico by night!

20° giorno

Iniziamo la giornata con una visita del quartiere di Bugis, che in tutta onestà non ci sembra niente di che, con l’eccezione di una bella sinagoga e dell’arcinoto Raffles Hotel, del quale visitiamo il museo. Continuiamo a passeggiare fino ad arrivare ad Arab St., che ci accoglie in quello che a nostro parere è il più bello dei quartieri di Sinagapore: il quartiere arabo. La prima sosta è culinaria (Zam Zam Restaurant, 697/699 North Bridge Rd.; Tel.: 65-62967790, 62986320, 62987011) e proviamo un piatto fantastico, il murtabak, che fino ad ora ci ha eluso, accompagnato da un frozen yogurt. Proseguiamo con un giro in libertà nelle belle strade della zona ed una visita alla Sultan Mosque fino al cimitero musulmano e alla Moschea Blu. Decidiamo a questo punto di cambiare radicalmente atmosfera, per cui ci dirigiamo in metrò nella zona di Orchard Rd. La parte più interessante di quest’area, per chi non è maniaco dello shopping, è senza dubbio l’insieme di case Peranakan subito dietro la strada in questione. Per il resto, ci sono una serie di centri commerciali più o meno di lusso uno dietro l’altro. Torniamo in metrò a Chinatown per cenare con un satay in un banchetto in Smith St., con breve continuazione in un buon ristorante di quella strada (Lan Zhou La Mian, 19 Smith St.; Tel.: +65-63271286) e, prima di tornare in hotel, ripassiamo brevemente da Orchard Rd. per una serie di foto notturne, che rendono al meglio questo quartiere.

21° giorno

Al mattino abbiamo il pullman per Melaka. Dopo qualche difficoltà a raggiungere la fermata dovuta ad una incomprensione con il conducente dell’autobus pubblico, arriviamo in tempo e, dopo circa quattro ore di viaggio, giungiamo a Melaka e ci rechiamo nella guesthouse per lasciare i bagagli (Old Town Guesthouse, 119-1, Jalan Temenggong; Tel.: 06-2860796; e-mail: hello@melakaguesthouse.com; www.melakaguesthouse.com; MYR 50 la doppia con bagno in comune e colazione; molto buono). La visita della città parte dalla bella Chinatown ed alterniamo moschee, templi e case tradizionali ad un po’ di shopping. Ceniamo a base di otak-otak al Famosa Chicken Rice Ball (28-30 Jalan Hang Kasturi off Jonker St.; Tel.: 06-2860121). E’ ancora presto, per cui raggiungiamo a piedi il jetty per una crociera notturna sul fiume, che ci offre una Melaka splendida ed inaspettata, forse grazie anche ai colorati murales che ornano tutte le facciate delle case che danno sul fiume.

22° giorno

Continuiamo la nostra visita a Melaka partendo da quello che resta del Distretto Coloniale olandese e portoghese, inclusa la Chiesa di San Paolo sulla collina ed una breve sosta al piccolo museo filatelico. Oggi fa davvero molto caldo e si sente sin dall’inizio della mattinata. Dopo essere stati intervistati da uno studente universitario sulla nostra esperienza turistica in Malaysia, ripercorriamo il lungofiume, che senz’altro è la zona meglio conservata della città, fino al Kampung Mortem e proseguiamo a piedi fino a Bukit China, la collina destinata a cimitero cinese, un luogo pieno di atmosfera. Tornati alla guesthouse, passiamo un’oretta nel vicino negozio di suppellettili low cost per la cucina, che svaligiamo volentieri e decidiamo di concederci un massaggio in un centro consigliato dalla Lonely Planet (Putuo Traditional Chinese Medical Therapy Centre, 134 Jln Hang Jebat; Tel.: 286 1052): la guida ha proprio ragione e questo trattamento è uno dei migliori dell’intero viaggio. Chiudiamo la giornata con una cena memorabile in quello che è uno dei ristoranti più gettonati della città, a giudicare dalla fila e famoso per la sua versione locale della steamboat (Capital Satay, 41, Lorong Bukit Cina; Tel.: 06-2835508). Assolutamente da provare.

23° giorno

Appena arrivati a Melaka, abbiamo contrattato con il tassista una gita di quasi un giorno da Melaka al LCCT-KLIA, passando per Sri Menanti e Seremban. Dopo una puntata rapidissima al Portuguese Settlement, arriviamo a Sri Menanti in più di due ore, perché il nostro autista non conosce la strada e si perde. Il palazzo reale è interessante ed abbiamo anche il piacere della compagnia di una gattina in calore che ci segue per tutto il corso della visita! In poco tempo giungiamo poi a Seremban, ma a causa della pioggia decidiamo di limitare la visita al museo con i palazzi reali ricostruiti in loco. Giunti al Terminal Low Cost del KLIA, ci imbarchiamo per Tuwau, dove prendiamo un taxi che ci porta a Semporna (Sipadan Inn, Block D, Lot n. 19-24; Tel.: 089-781766; e-mail: spd.inn@streamyx.com; www.sipadaninn-hotel.com; MYR 85 la doppia con bagno; buono).

24° giorno

Ci svegliamo di buon’ora e andiamo allo Scuba Junkie per prenotare una giornata di snorkeling, ma i posti a disposizione sono esauriti, per cui ripieghiamo sul Sipadan Scuba, che è una scelta, sì, più economica ma non per questo meno valida. Cerchiamo un bancomat per ritirare, ma quello più vicino è fuori uso, per cui attraversiamo il paesino ed il mercato in T-shirt e costume da bagno senza pantaloncini, destando gli sguardi critici dei locali. Siamo stati poco sensibili alla cultura del posto e ce ne rendiamo conto un po’ in ritardo. L’organizzazione del tour è mirata ai divers, ma gli snorkellers sono i benvenuti: arrivati in un luogo in cui si può fare snorkeling, la barca ci lascia e, restando sempre nelle vicinanze, accompagna i divers in acque più profonde. Le escursioni del giorno sono programmate a Sibuan e Sabanka e lo spettacolo è davvero incredibile: mare cristallino, stelle marine e coralli multicolori, isoletta quasi deserta con sabbia bianca e palme, pesci coloratissimi… insomma, tutto quello che si potrebbe desiderare da un’isoletta tropicale da manuale. Abbiamo anche la fortuna di essere sommersi per pochi minuti da una pioggia torrenziale. Calda proprio come il mare e di sicuro effetto. Torniamo nel tardo pomeriggio a Semporna e ceniamo nel vicino Ristoran Bismallah, molto buono e con portate non comuni.

25° giorno

Il mercato dal quale siamo passati il giorno prima ci ha incuriositi, per cui al mattino presto ci passiamo di nuovo. E’ un mercatino davvero semplice, destinato agli abitanti del posto piuttosto che ai turisti e per questo interessante. Tornati al Sipadan Scuba, ci imbarchiamo per Mantabuan, che, se possibile, offre un panorama anche migliore di Sibuan, anche se forse i fondali non reggono il paragone con quest’ultima. La giornata ci regala anche i fondali strepitosi di Bohey Dalang, con le loro tridacne giganti. Superfluo dire che questa regione del Borneo è assolutamente consigliata a chi abbia un pur minimo interesse nei confronti della vita marina e dei panorami tropicali. Cena nel ristorante più chic del paesino (Anjung Lepa, Jalan Kastam; Tel.: 089-782333; ). Molto buona.

26° giorno

Con un volo della MASwings arriviamo in mattinata a Sandakan, dove abbiamo prenotato il Mayfair Hotel (1° piano, 24 Jalan Pryer; Tel.: 089-219 855; MYR 50 per la doppia con bagno). Tripadvisor lo classifica ai primi posti e le guide che abbiamo lo raccomandano. L’hotel in effetti è spartano, ma funzionale e pulito. Inoltre, il proprietario ha un giro di tassisti che vi possono portare dovunque a prezzi davvero competitivi. Il primo approccio a Sandakan ci lascia perplessi: sembra una città un po’ sporca e trasandata. In realtà, le cose stanno cambiando e pian piano, a partire dal lungomare, edifici e strade vengono gradualmente rimessi a nuovo. La prima cosa che facciamo è recarci in una vicina agenzia (Sepilok Tropical WIldlife Adventure Sdn Bhd; Ground Floor, Lot 3A, Block13, Jalan Tiga; Tel.: 089- 271077/88; email: info@stwadventure.com; http://stwadventure.com; MYR 337 a testa l’intero tour, tutto compreso) per prenotare un tour di un giorno e mezzo nella regione del Kitabatangan e comprensivo di una visita all’Orang Utan Rehabilitation Center. Poi, con uno dei taxi prenotati dall’ineffabile proprietario del Mayfair, andiamo a Labuk Bay, dove facciamo conoscenza con le nasiche ed i presbiti argentati. Sono animali davvero simpatici: uno dei presbiti prende in simpatia uno di noi, lo scala ed inizia a leccarlo! Dopo questa bella esperienza, anche se un po’ umida, torniamo in città e ceniamo in un locale sul lungomare (Harbour Bistro café, Lot 88, Block HS-09 Harbour Square; Tel.: 089-235315), ma non è niente di che. Molto bello, invece, il massaggio di un’ora e mezzo presso il limitrofo Lynn Beauty Centre (Lot 112, Block HS12, Swiss Inn Building; Tel.: 089-246002).

27° giorno

Giornata di pausa destinata alla visita della città. Sandakan non è proprio tra le città più belle della Malaysia, ma ha qualche punto di interesse, per cui in mancanza di meglio si può pensare di passarci una giornata. Carina soprattutto la English Tea House (No. 2002 Jalan Istana; Tel.: 089-222-544) e consigliabile il ristorante sul lungomare Harbour Garden Cafè. Ma la cosa migliore della giornata è senz’altro la cena memorabile al Sim Sim Restoran sulle palafitte del Water Village (Bridge 8), dove abbiamo fatto fuori quantità incredibili di granchi, cicale di mare, cappesante ed altro pesce al prezzo di una pizza a Milano. Da non perdere per nessun motivo.

28° giorno

Lasciamo Sandakan alla volta dell’Orang Utan Rehabilitation Center, dove arriviamo in tempo per il pranzo dei primati. Gli oranghi, però, evidentemente non hanno fame, per cui alla fine, per accontentare il pubblico, i custodi tirano fuori due esemplari quasi addomesticati. I simpatici macachi, che cercano di sottrarre il cibo agli oranghi, rubano la scena a questi ultimi e risultano più interessanti, perlomeno all’apparenza. Dopo un’oretta e un rapido pranzo nel ristorante dell’hotel, arriva l’autista che ci preleva, ma il viaggio non è senza inconvenienti, perché sullo sterrato una delle gomme si buca e, nonostante gli sforzi sia dell’autista che nostri, non riusciamo a risolvere il problema. Fortunatamente sono ben organizzati, per cui dopo un’attesa limitata, viene a prelevarci un pullmino sostitutivo che ci porta nel nostro spartanissimo lodge (Bilit Adventure Lodge; tel.: 089-271077; discreto). Verso le 16 ci imbarchiamo per una gita sul bellissimo fiume Kitabatangan. Non vediamo moltissimi animali, oltre ai tucani, agli aironi, alle immancabili nasiche e macachi e ad un elefante pigmeo. Ma il fiume e la natura sono davvero affascinanti: è evidente che siamo in una parte della giungla molto meno antropizzata. Appena dopo aver visto l’elefante pigmeo, inizia a piovere: un diluvio incredibile ci bagna da capo a piedi! Torniamo fradici al lodge e, dopo una cena essenziale, andiamo a dormire.

29° giorno

Ultimo giorno di vacanza ed uno dei più lunghi di tutto il viaggio. Sveglia all’alba per un altro giro ricognitivo sul fiume Kitabatangan ed anche questa volta la bellezza del paesaggio è tale da non farci sentire la mancanza di animali nuovi. Ci rimettiamo poi in viaggio verso Sandakan, dove, dopo aver ripreso possesso dei bagagli, che abbiamo lasciato presso il Mayfair Hotel, prendiamo il volo per Kuala Lumpur, atterrandovi nel tardo pomeriggio. Torniamo dai nostri amici, ai quali facciamo un racconto dettagliato della nostra bella vacanza. Ceniamo nel distretto di SoHo in un ristorante mediorientale che non è niente di che (Dareen Restaurant, L-01-01, Solaris Mont Kiara, Soho KL No. 2, Jalan Solaris; Tel.: +603-62117550; e-mail: dareen.restaurant@yahoo.com).

30/31° giorno

Il nostro lunghissimo viaggio di ritorno inizia con un volo da KL alle 9.40 per Guangzhou, dove, dopo una lunghissima attesa di circa 10 ore, prendiamo il volo per Amsterdam. Arriviamo ad Amsterdam la mattina del giorno successivo e, dopo un’ulteriore attesa di circa cinque ore, prendiamo un volo per Milano Linate. A caval donato non si guarda in bocca, ma la stanchezza si fa sentire presto.

Il nostro viaggio in Malaysia è stato proprio bello e soprattutto vario: città patrimonio dell’Unesco, giungla rigogliosa, mare spettacolare, cibo ottimo, persone gentili e disponibili ed animali interessanti ed inconsueti sono in sintesi le ragioni principali per visitare questa parte del mondo. Un viaggio che sicuramente non vi deluderà.



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