Singapore e Kuala Lumpur, due mondi a confronto tra isole poco turistiche e grattacieli sfavillanti

Come organizzare un viaggio easy
Scritto da: mokina
singapore e kuala lumpur, due mondi a confronto tra isole poco turistiche e grattacieli sfavillanti

Dopo un bellissimo ed impegnativo viaggio di 10 anni fa dal Borneo alle Perenthian, abbiamo deciso di tornare in Malesia con un giro poco impegnativo, anche perché organizzato un po’ in fretta e furia all’ultimo momento. Mi metto alla ricerca di un volo e trovo un Milano-Singapore in andata e un Kuala Lumpur-Milano in rientro (Emirates, senza supplemento); non voglio prendere  ulteriori voli interni, quindi aggiungo l’isola di Tioman (perfetta per qualche giorno di relax) e Malacca, due posti non ancora visitati. I transfer via terra li cercherò sul posto scegliendo tra l’opzione bus o taxi privato. Questo giro è davvero semplice è facilissimo da organizzare perché richiede la prenotazione del solo volo aereo e dei pernottamenti: inutile un racconto giornaliero, mi limiterò invece a scrivervi ciò che è necessario sapere per organizzare il giro al meglio.

Informazioni utili sul viaggio

Voli

Il volo Emirates è sempre una garanzia, anche se un temporale su Milano ci costringe ad attendere due ore sull’aereo per il decollo ed una corsa a Dubai per raggiungere il gate della coincidenza: all’arrivo comunque la valigia è già sul nastro che gira, anche se abbiamo passato la dogana in 10 minuti di orologio. Prima cosa da sapere: dopo il Covid in molti posti nel mondo hanno dematerializzato il famoso visto che si compilava sull’aereo e va quindi richiesto prima di partire. Quindi, anche per Singapore dovete compilare da casa la Sg Arrival Card da tre giorni a 12 ore prima dall’arrivo: il visto che vi verrà inviato per mail conservatelo, ma in realtà non vi servirà a nulla perché, una volta arrivati, la dogana di Singapore incrocerà automaticamente i dati con il vostro passaporto aprendo automaticamente le porte di uscita.

Trasporti

Un secondo consiglio importante: portate una carta di credito a testa. A Singapore ogni mezzo pubblico si prende passando la carta di credito in ingresso e in uscita e, la stessa, logicamente non può essere passata più volte. In alternativa, sempre con la carta che si usa in ogni dove, potrete acquistare delle card valide più giorni(comunque ogni membro della famiglia ne deve avere una). 

Smartphone

Terzo consiglio importante: è necessario un telefono con internet perché serve per un sacco di opzioni. In Malesia in ogni ristorante o locale devi scaricare il menù e ordinare tramite internet. A Kuala Lumpur è altamente consigliato scaricare l’app di GRAB (quadratino bianco, scritta verde): è un app fantastica per chiamare un taxi. Vieni geolocalizzato per la posizione di partenza, gli scrivi dove vuoi andare e GRAB ti manda targa, colore auto, nome autista, prezzo corsa e ti fa vedere il percorso in arrivo. Mai speso più di due euro a corsa! Mille volte meglio della metropolitana che ha un ingresso diverso per ogni colore e, se sbagli, devi ricomprare il biglietto. Con il telefonino contatti i transfer privati via WA, prenoti biglietti per l’ingresso alle attrazioni, insomma non se ne può proprio fare a meno. Quindi, se non avete una tariffa mondo, compratevi una schedina locale appena arrivati (avrete diverse opzioni, ma per la più performante dovrete spendere una trentina di euro circa).

Ferry e trasporti interni

Ultimo, ma non meno importante consiglio: alla frontiera via terra in uscita da Singapore hanno voluto vedere il biglietto aereo di ritorno e i biglietti del ferry per Tioman.

Anche i biglietti del ferry vanno acquistati online sul sito di Cataferry o BlueWater: il primo parte alle 11,30 ed è più nuovo è un po’ più grande, il secondo è più piccolo, parte alle 12,30 e fa più fermate sull’ isola(controllate gli orari sul sito). Il biglietto in partenza da Mersing costa circa 30 euro a testa andata e ritorno, ma fate attenzione perché spesso c’è ne è solo uno al giorno e se lo perdete potrebbe essere un problema. Questo il motivo per cui siamo partiti alle 5,30 della mattina da Singapore; purtroppo o per fortuna non abbiamo trovato traffico in dogana e alle 8 eravamo già al porto, attendendo per tre ore la barca.

Il primo bus per Mersing parte alle 6: non ci siamo fidati, quindi abbiamo optato per un comodo transfer privato; vi consiglio Sgmytaxi, contattabile tramite Whatsapp. Non è economico, ma sono efficienti e con un van davvero comodo: per la tratta Singapore-Mersing in due abbiamo speso 160 euro (il bus costa circa 30 euro). L’isola di Tioman per me è stata una vera scoperta: è completamente ricoperta da una fitta foresta, poco turismo per lo più locale ed un’unica strada che porta dal molo principale di Tekek alla bella spiaggia di Juara, dall’altra parte dell’isola. Gli altri villaggi sparsi sono raggiungibili solo in barca: degno di nota quello di Kampung Salang, a nord ovest per la bellissima spiaggia di sabbia bianca ed un mare che più azzurro non si può. La nostra scelta è stata comunque Juara: due grandi baie di sabbia caramello con un mare pulito e verde.

Resort

Il nostro The Barat Tioman è il resort più vicino allo standard europeo, in fondo alla seconda baia, quella lontano dal molo e dal piccolo villaggio, con grandi camere, piscina, spiaggia attrezzata con lettini e ombrelloni di paglia, servizio diving ed escursioni. Lo standard del servizio è davvero scarsino: pulizia camera solo a richiesta, bagno che si allaga per mancanza box doccia, lenzuola e asciugamani non proprio candidi. Asciugamani spiaggia a richiesta alla reception, però è il meglio che si può trovare.

Degna di nota la serata BBQ (quando la fanno): si ordina il pesce fresco che verrà servito in ristorante o in uno dei tavoli con i piedi nella sabbia (prezzo circa 20 euro a testa per due grossi calamari, un gamberone gigante, pannocchia e patate arrostite). Ottimo il caffè espresso.

Affianco sulla destra i boungalow del Coconut Grove 1511 (carino anche questo è si mangia discretamente ), poi il sito di conservazione delle tartarughe ed un altro piccolo resort chiuso; sulla sinistra un ristorantino a conduzione familiare davvero economico (provate il cheese roti, una sorta di piadina al formaggio tipo Recco) poi, il nulla. La strada vi porterà in circa 20 minuti a piedi (ma il resort offre bici, scooter e canoe a pagamento) al piccolo villaggio di Juara, ma non aspettatevi nulla perché a luglio era praticamente quasi tutto chiuso se non un paio di piccoli resort con terrazza sulla spiaggia dove si può mangiare qualcosa ed un negozietto trovato aperto solo una volta. Lungo il percorso, un piccolo market di alimentari, un ristorantino sul mare è ancora qualche semplice boungalow in affitto. A proposito di aperture e orari, qui fanno quello che vogliono e aprono e chiudono senza avvisare. Quindi quest’isola non la consiglierei a tutti perché è pura pace e,se vogliamo, il mare è molto bello ma non scenografico, molto frequentato per il diving;detto questo, per me sono stati 7 giorni di relax. 

Questo non vuol dire che non abbia esplorato l’isola: molto carina l’escursione con snork alla Coral Island, la camminata a piedi per il bagno alle cascatelle di acqua dolce in mezzo alla foresta( mi raccomando, non fate come noi che abbiamo fatto un trekking piuttosto impegnativo prendendo il sentiero a desta subito dopo il sito delle tartarughe, ma proseguite ancora dritto, attraversate il pontile e salite verso la centrale elettrica: vi risparmierete un vero sentiero degno di Indiana Jones) o la risalita del fiume per vedere le mangrovie partendo con la canoa e costeggiando la prima e la seconda baia sulla sinistra fino ad arrivare allo sbocco del fiume ( praticamente oltre il molo di Juara). Per vedere l’altro lato dell’isola abbiamo contattato via internet un altro sito di escursioni che ci ha organizzato un transfer in taxi fino a Tekek ed un barchino privato che ci ha portato nella parte nord-ovest dell’isola fino alla Monkey beach e alla bellissima Salang, con un paio di soste per snorkelling ( la barca porta 6 persone ed il costo è di 60 euro per tutti, 10 euro a testa). A questo proposito, se non volete dormire a Tekek che è il porto principale (quello più facile per organizzare le escursioni), vi consiglio Juara per la tranquillità o Kampung Salang per il mare (anche in questa località troverete qualche resort, un paio di ristorantino è un paio di negozietti).

La strada che da Tekek porta a Juara in circa 20 minuti è davvero bella ripida perché scollina nella foresta. Io non me la sono sentita di farla in scooter, ma sicuramente è possibile. Visitate il posto della conservazione delle tartarughe. I volontari che lo gestiscono alle 5 del pomeriggio spesso rilasciano in mare le piccole tartarughine: un vero spettacolo!

Durante la mia settimana ho trovato sempre bel tempo, con un paio di acquazzoni serali; qualche zanzara e, purtroppo, anche qualche sandfly, i famosi moschini della sabbia che lasciano morsi con bolla d’acqua assolutamente da non grattare. Mare calmo e sabbioso, leggermente degradante, adatto ad ogni età: nessuna medusa, nonostante il cartello di attenzione. Le scarpette scoglio vi serviranno solo per le escursioni in barca.

Con questo, capitolo Tioman chiuso: ho preferito cercare di essere il più precisa possibile perché in internet si trovano davvero poche informazioni e sono consapevole che l’isola potrebbe non piacere a tutti perché un po’ fuori dagli standard più turistici.

Singapore e Kuala Lumpur, qualche spunto di viaggio

Per quanto riguardo le città, Singapore e Kuala Lumpur, sono davvero cambiate dopo 10 anni: ancora più moderne, anche qui cantieri aperti ovunque per la costruzione di nuovi grattacieli o, a Singapore, la costruzione di tutta una nuova ala per lo zoo. Fra le due, la mia scelta è sicuramente Singapore anche se decisamente più cara (prezzi esattamente come Milano); qui c’è davvero moltissimo da visitare e necessita di almeno 5 giorni interi se si vuole vedere quasi tutto.

Il nostro hotel in zona Chinatown si è rivelato davvero strategico: 100 metri dalla metro marrone Maxwell e poco di più per quella rossa, Chinatown. Due fermate o 20 minuti a piedi e siete sulla famosa baia; tutto questo però si paga, e lo Scarlett hotel offre delle belle e silenziose camere a circa 200 euro a notte (unica piccola pecca: la moquette). Abbiamo preferito dedicarci alle cose che, durante la prima visita, ci avevano colpito di più, tralasciando la zona di Sentosa e del Monte Faber con la funivia che per noi non meritavano una seconda visita. Siamo tornati allo zoo (calcolate un’ora e mezzo di viaggio fra metro e bus), ai Garden by the bay (non perdete lo spettacolo di suoni e luci alle 7,45 seguito da quello nella baia alle 20 con i giochi d’acqua che dovrete necessariamente fare la serata successiva perché arriverete solo per il finale).

Sempre bello il quartiere di Chinatown e Little India, bello cenare in uno dei numerosi ristorantini orientali nella zona della Grande Moschea, imperdibile la serata ai Quay, Clarke o Boat, molto simili ai nostri Navigli. Se avete voglia di un po’ di shopping, oltre al famoso Marina bay (tanto ci passerete spesso nella baia) vi segnalo il Vivo city, vicino a Sentosa con prezzi più abbordabili (meraviglioso il negozio monomarca Crocs con centinaia di spillette-ciabatte). Attrazioni e cose da fare a go-go, ma tutte a pagamento e niente a Singapore costa poco. Noi abbiamo avuto la fortuna di vedere i fuochi d’artificio nella baia perché siamo capitati durante una loro festa nazionale, questa però è stata solo fortuna!

Malacca è stata una bella sorpresa; noi ci abbiamo passato tre notti, ma due sono sufficienti a patto che includano un venerdì o un sabato. Infatti, il famoso mercato notturno pieno di bancarelle e stupidaggini cinesi altamente irresistibili c’è solo nel weekend in Jonker street. La cittadina è piuttosto piccola e là si gira velocemente: bellissima la passeggiata e la crociera sul lungofiume, con le sue case dipinte ed i locali per bere qualcosa. Imperdibile la chiesetta e la porta antica a Famosa sulla collina e, se avete tempo, vi consiglio di andare a vedere l’Oceanarium all’interno del centro commerciale. Sempre in questo centro, salite al 43° piano con l’ascensore: il terrazzo sul tetto del grattacielo ha una vista a 360 gradi sulla città (costo irrisorio: 6 euro in due). Imperdibile la visita alla casa antica di Baba e Nyonya Heritage, davvero stupenda, ed almeno un pasto alla Baboon House, un altra casa antica trasformata in un ottimo ristorante con prezzi competitivi (il posto poi è meraviglioso). Un altro posto da provare per una fetta di torta o uno spaghetto è il Chop thiang bee, un piccolo locale carinissimo in stile cinese in una traversa della famosa Jonker street (provate la cheesecake: crea dipendenza).

Caratteristici i risciò con i personaggi Disney che ti conducono per brevi tour del centro. Il nostro hotel, Jonkered Heritage (altamente consigliato, meglio le camere standard perché più tranquille) era a pochi metri dalla piazza principale ed affianco ad un 7Eleven, piccolo supermercato fornito di tutto. Sappiate che i locali aprono al mattino dopo le 9,30, tranne il Crazy Baby proprio sul ponte principale dopo il fiume (cucina abbastanza internazionale, non particolarmente economico). Carino per un dopocena l’Hard Rock cafe: al venerdì sul palco suonano musica dal vivo; da non provare invece il ristorante Bambino, davvero poco italiano.

Noi abbiamo provato anche la SPA dell’hotel Puri, davvero valida. A proposito dei transfert in Malesia, vi consiglio di contattare il servizio taxi +60 18-7838486: il transfert privato Malacca – Kuala Lumpur ci è costato 30 euro a testa (1,30 ore) mentre il Mersing-Malacca circa 130 euro in due (4 ore circa).

A Kuala Lumpur abbiamo pernottato solo due notti, ma è stato l’hotel più bello; consigliatissimo quindi il Kloe Boutique Hotel, una piccola chicca a pochi passi dallo shopping district. Paragonabile ad un nostro 4 stelle, con tanto di ciabattine, accappatoi e prodotti bagno di Aesop, l’hotel ha un piccolo bar in zona reception con ottimi cappuccini ed una piccola perla di ristorante, il Monroe, davvero consigliato per il rapporto qualità prezzo al primo piano, affianco alla piscina. Dimenticavo: in camera aria condizionata centralizzata, cassaforte e macchina espresso con cialde per un caffè ad ogni momento.

Siamo tornati sulla KL Tower (sempre uno spettacolo) e sulle Petronas Towers; su queste ultime, a differenza di 10 anni fa, si sale prima sul Bridge e poi all’83° piano. La visita dura circa 1,30 ore e il biglietto lo abbiamo fatto direttamente sul posto con attesa di 45 minuti circa (si possono trascorrere all’interno del centro commerciale situato proprio sotto).

Poi ancora la vecchia stazione, il vicino Central market a caccia di souvenir e il quartiere cinese con la sua Petaling Road; un po’ di shopping nei famosi centri commerciali di Bukit Bintang e i due giorni sono già passati.  Anche questa vacanza, come tutte le cose belle, è finita presto: con questo racconto spero di avervi aiutato ad organizzare la vostra. Due volte in Malesia bastano, il mondo è grande e mi aspettano altri popoli e paesi, anche se, per esperienza personale, è sempre bello tornare perché un viaggio non è mai uguale ad un altro e c’è sempre qualcosa di nuovo o di diverso da vedere!

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