Per me l’Africa..

Sono partito pieno di belle speranze e certo di poter fare della mia esperienza un bagaglio culurale. Senza dubbio la cultura africana non mi è mancata. I colori, i sorrisi, i bambini, gli animali, la strade caotiche e pure quelle deserte per km, le persone di tutti i ceti sociali... Vi chiederete come sono capitato in un posto così per lavoro....
Scritto da: Tashdiaketto
per me l'africa..
Partenza il: 10/02/2007
Ritorno il: 27/04/2007
Viaggiatori: da solo
Spesa: 2000 €
Sono partito pieno di belle speranze e certo di poter fare della mia esperienza un bagaglio culurale. Senza dubbio la cultura africana non mi è mancata. I colori, i sorrisi, i bambini, gli animali, la strade caotiche e pure quelle deserte per km, le persone di tutti i ceti sociali… Vi chiederete come sono capitato in un posto così per lavoro. Beh! Certo non posso dirvi tutto, solo che un amico di famigia costruisce strade e io sono andato a raggiungerlo… Da Venezia passando per Francoforte arrivando fino a Johannesbourg e finalmente a Blantyre. Blantyre non è la capitale del Malawi ma è di sicuro la seconda cittadina per densità di popolazione. Attorniata da savana e piantagioni di the, trova racchiuse in se tutte le contraddizioni del continente africano. Grandi sacche di povertà e anche una buona ricchezza. Chi sta bene non si distingue in africano o bianco, chi invece ha fame sta nelle zone rurali ed è nero. Voglio precisare che mi trovavo con il campo base a Phalombe ai piedi del monte Mulanje. Quindi una zona moto al di fuori della città. Per molto intendo almeno 2 ore di strada nelle più tremende condizioni. Lunghissime strade sterrate che nel periodo delle piogge(cioè quando c’ero io n.D.R.) si allagavano e creavano dei veri e propri fiumicciattoli. Senza contare le buche profondissime che scomparivano sotto l’acqua… Tutto ciò creava disagi alla popolazione e pure a noi che in quella zona ci lavoravamo. Per l’approvvigionamento del cibo di tutti i giorni l’addetto era un filippino della mia età con il quale ho fatto subito amicizia. Mi raccontò che a casa aveva lasciato tre figli e una moglie. Il mondo è proprio strano ho pensato. Da noi a 24 anni al massimo vai all’università… Con lui e Oduri, il contabile indiano, siamo andati in periodo pasquale al lago Niassa detto anche lago Malawi. Un viaggio lunghissimo in auto accompagnati dal nostro autista, lungo un strada per molti tratti desertissima fatta eccezione per qualche furgoncino giappponese ricolmo di gente e scassatissimo utilizzato per il trasporto pubblico. Di ritorno da Mangochi abbiamo sostato per qualche ora al parco nazionale di Liwonde. Qui savana, grandi mammiferi, scimmiette e piccoli uccelli che sbucavano da ogni parte fanno da cornice ad un posto che toglie il fiato. Per il resto del periodo in cui sono stato in Africa ho avuto un sacco si esperienze, sentimentali e non. Gente stupenda soprattutto tra i locali che mi hanno accolto calorosamente. I bambini numerosissimi accorrevano da ogni perte un pò per chiedere soldi un pò per quell’aggeggio che li ritraeva. Un pezzo del mio cuore non nego che sia rimasto con i vari Bambo, Wisdom, Nkhata, Sylvester e con quella parte d’Africa che porterò sempre con me.


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