Malesia peninsulare

Il nostro itinerario alla scoperta della Malesia, tra città, giungla e spiaggia
Scritto da: babisa
malesia peninsulare
Partenza il: 25/12/2011
Ritorno il: 10/01/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Atterriamo a Kuala Lumpur verso le 14.00 ora locale, dopo un lungo volo con scalo a Dubai. Perdiamo più di un’ora alla immigration. Non serve compilare nessuna richiesta di visto per entrare in Malesia. In aeroporto ritiriamo del contante e compriamo un buono per il taxi per 75 Myr (circa 18 €), e in 40 minuti siamo in albergo, il Concorde Hotel. L’albergo è bello e in ottima posizione, a pochi minuti di cammino dalle Petronas Towers e vicinissimo a una fermata dello skytrain. Lasciamo i bagagli in camera e usciamo subito, con lo skytrain ci dirigiamo a Chinatown. Sono le 18.00 e sembra tutto semichiuso, ma in breve aprono tanti localini e la via del mercato si anima di turisti. Siamo quasi gli unici occidentali, ci sono molti indiani e cinesi: sembra che la maggior parte del turismo qui sia orientale. Avremo questa impressione anche in seguito. Le bancarelle sono piene di (bella!) merce contraffatta, e ci sono moltissimi chioschi che vendono cose da mangiare di vario tipo. Molti hanno anche dei tavolini ma sono tutti pieni, perciò dopo aver gironzolato un po’ per il mercato, entriamo nel Tang City Food Court, dove troviamo un tavolo libero e mangiamo la nostra prima (ottima) cena malese a base di riso e carne, spendendo in tutto poco più di 4 €. Il cibo è speziato ma non piccantissimo, l’ambiente è simpatico e ci sentiamo proprio immersi nella vita locale. Ritorniamo verso l’albergo, e ci dirigiamo sotto le Petronas Towers che nonostante siano imponenti, così illuminate trasmettono un senso di leggerezza. Facciamo varie foto e finalmente rientriamo. Kuala Lumpur fin’ora mi sembra una città pulita e tranquilla, niente donnine allegre ad ogni angolo, niente go-go bar, pochi rifiuti in giro. 27/12 Kuala Lumpur. Usciamo dopo colazione, pronti ad esplorare la vera KL. Seguendo le indicazioni della Lonley Planet, ci dirigiamo verso il quartiere di Kampung Baru, che dovrebbe essere una zona pittoresca dove vedere le abitazioni tradizionali malesi. Camminiamo per un tempo infinito sotto il sole a picco – fa molto caldo, e l’umidità è alta – e alla fine cediamo alla comodità, fermiamo un taxi e gli chiediamo di portarci a destinazione. Il tassista ci guarda perplesso, e appena raggiungiamo Kampung Baru capiamo il perché: le abitazioni tradizionali sono state quasi tutte sostituite da case moderne, e le poche rimaste sono fatiscenti. Inoltre, non c’è in giro nessuno. Insomma, non c’è nulla di interessante da vedere, quindi chiediamo al tassista di portarci verso Merdeka Square. La piazza è in pratica un grande prato (era il primo campo da cricket costruito dagli inglesi ai tempi del colonialismo) circondato da diversi edifici molto belli. Entriamo nel KL City Gallery, una specie di piccolo museo dove viene raccontata la storia della città; a ingresso libero, è molto interessante e istruttivo. Accanto alla galleria c’è un laboratorio dove vengono prodotti oggetti in legno molto belli e delicati, che è possibile anche acquistare. Il caldo non ci dà tregua, ma resistiamo e ci avviamo a piedi verso gli Orchid Garden. La strada è più lunga del previsto, ma passeggiando passiamo vicino alla National Mosque e al Museo Islamico che avremo comunque voluto vedere dall’esterno. Salendo la collina che porta all’Orchid Garden si ha la sensazione di poter entrare in pochi passi nella giungla; vediamo dei banani e alcune scimmie che se ne stanno placidamente sugli alberi a bordo strada. La sensazione che abbiamo è che la vegetazione stia continuamente spingendo per riappropriarsi delle terre che l’uomo ha strappato. Davvero suggestivo. Dopo aver ammirato i fiori, usciamo dall’Orchid Garden sotto un cielo che minaccia pioggia, così decidiamo di rinunciare alla visita del Bird Park e cerchiamo un taxi per scendere la collina. Tutti quelli che riusciamo a fermare però sono senza tassametro e impongono tariffe esagerate, quindi scendiamo a piedi e una volta arrivati in fondo, prendiamo un taxi regolare per andare in hotel e sfuggire al diluvio. Cadranno solo poche gocce, ma ne approfittiamo per riposare un po’ in piscina, e poi ci rechiamo al Suria Mall, il raffinato centro commerciale sotto le Pertonas towers per fare un po’ di shopping. Infatti, convinti di poter trovare tutto qui, siamo partiti dall’Italia senza attrezzatura per il trekking nella giungla che ci aspetta tra qualche giorno. Iniziamo quindi a cercare un negozio di articoli sportivi dove comprare pantaloni tecnici e le scarpe adatte alla giungla di cui abbiamo letto sia sulla LP che su vari siti internet (delle scarpette di gomma note come Adidas Kampung, di cui però nessun commesso ha sentito parlare, nè qui, nè in nessun altro negozio o bancarella, e che cercheremo inutilmente per giorni). Non troviamo niente che ci soddisfi, quindi rinunciamo, e dopo uno spuntino usciamo dal Mall e ci dirigiamo a Little India. Purtroppo tutte le bancarelle e i negozi stanno chiudendo, le vie sono abbastanza desolate e quindi ritorniamo verso Chinatown che invece è molto animata nelle ore serali. 28/12 Kuala Lumpur Stamattina visitiamo la KL Tower, che raggiungiamo a piedi dall’Hotel in poco più di 10 minuti: il Concorde è veramente in una posizione perfetta per visitare la città. Paghiamo 45 Rym (11 € circa) e saliamo sulla torre. Dalla terrazza panoramica si gode una ottima vista su tutta la città, e ci si rende conto di quanto sia enorme e piena di aree verdi. Mentre ci avviamo all’ascensore per tornare giù, sentiamo una coppia di italiani alle nostre spalle fare i piani per la giornata: guida alla mano, affermano che in una mattinata hanno esaurito quasi tutti i posti da visitare: al massimo entro le 17.00 avranno visto tutto, e se non trovano nulla di interessante da fare, prenderanno un volo per Singapore e trascorreranno la serata lì… E dire che noi stiamo girando come trottole da più di due giorni, e abbiamo ancora così tante cose da fare! Visitiamo brevemente la Animal Zone, il cui ingresso è incluso nel biglietto della KL Tower: si tratta di una stanzetta con varie teche nelle quali si trovano ragni e serpenti più un paio di piccole gabbie con dentro delle scimmie, che dovrebbe illustrare la fauna malese ma che risulta piuttosto triste, e ci fa cambiare idea sulla voliera del Bird park: decidiamo di non voler vedere altri animali in cattività. Torniamo quindi a Little India, che di giorno è molto più animata, c’è un sacco di traffico, tanta gente per le strade e molto rumore – questa zona di KL è la più caotica di quelle viste finora. Sempre alla ricerca delle Adidas Kampung, vaghiamo nel centro commerciale Imby Plaza, che però vende solo roba elettronica a prezzi così bassi da sembrare sospetti, e per il Times Square Mall, 10 piani di negozi di ogni tipo – tranne che di articoli sportivi! La sera andiamo a fare una lunga passeggiata nella Bintang Walk, e decidiamo di cenare in una delle numerose bancarelle. E’ tutto molto bello e caotico e l’odore del Durian prevale sopra tutti gli altri. Dopo cena, camminiamo fino a Jalan Bukit Bintang dove ammiriamo l’esposizione degli United Buddy Bears, delle statue raffiguranti orsi dipinti da diversi artisti di tutto il mondo che simboleggiano la fratellanza tra i popoli.

29/12 Kuala Lumpur

Passiamo la mattinata a Chow Kit, girovagando per il mercato, con bancarelle di carne, pesce, frutta (il Durian! La puzza è inconfondibile…) e verdure – caratteristico e consigliatissimo, ma bisogna avere lo stomaco forte perché gli odori sono veramente penetranti – e finalmente dopo ulteriori ricerche infruttuose, rinunciamo alle Adidas Kampung! Compriamo dei pantaloni in cotone e delle pedule spendendo in tutto 15 € a testa. Pensavamo che sarebbero state da buttare dopo due giorni, invece le pedule ce le siamo portate in Italia perché si sono dimostrate molto comode e resistenti… I prezzi a Chow Kit sono molto più bassi rispetto alla zona del Klcc, conviene venire qui per comprare. Con lo Skytrain arriviamo a Brickfields, dove ammiriamo il portale del tempio buddista di Sri Kandaswami Kovil; purtroppo è chiuso e non possiamo entrare, ma il portale è spettacolare, decorato fino all’inverosimile da coloratissime statue di legno; poi camminiamo per mezzora sotto un sole cocente fino a raggiungere la pagoda buddista, che non meritava per niente. Incomprensibile il motivo per cui sia citata sulle guide, più che un centro religioso sembra un parcheggio delle corriere. Lungo la strada per raggiungerla, assistiamo a una scenetta bizzarra: un lieve tamponamento tra un camion in retromarcia e una scassatissima automobile viene risolto dopo una discussione civile di una decina di minuti: i due guidatori probabilmente convengono che entrambi possiedono due bidoni che non valgono la pena di essere riparati, e dopo una stretta di mano se ne vanno ognuno per la sua strada. Questa è l’ultima sera a Kl e decidiamo di festeggiare andando a mangiare al Bijan in Jalan Ceylon, la migliore cena dalla vacanza in un ambiente raffinato.

Note su Kuala Lumpur: Vale la pena spendere per avere un albergo in posizione favorevole. La vita costa pochissimo: noi mangiavamo abbondantemente e bene con pochi euro: un pasto alle bancarelle costa in media 4-5 € bevande incluse. C’è un traffico pazzesco, sempre. Conviene spostarsi con lo skytrain. In alternativa, il taxi costa poco e ce ne sono tantissimi. L’unico posto dove abbiamo trovato i taxi illegali – senza tassametro – è stata la collina dell’Orchid Garden. Pur essendo una una metropoli, la città è pulita e sicura. Secondo noi, tre giorni sono appena sufficienti per visitarla. Noi avevamo già prenotato al Taman Negara e abbiamo dovuto partire, ma non ci sarebbe dispiaciuto trascorrere una giornata in più in città.

30/12 Da Kuala Lumpur al Taman Negara National Park

Oggi partiamo in direzione Nord, verso il Taman Negara National Park. Dopo numerosi intoppi riusciamo a ritirare la macchina che abbiamo noleggiato direttamente dall’ albergo. Abbiamo deciso di prenotare in loco la macchina per il viaggio, perché i vari preventivi che avevamo fatto via internet dall’Italia erano estremamente costosi; in effetti abbiamo risparmiato, ma è stato necessario armarsi di pazienza: la macchina ci è stata consegnata in Hotel, ma contrariamente a quanto pattuito non è stato possibile addebitare il noleggio su carta di credito; abbiamo dovuto quindi recarci in agenzia e effettuare il pagamento da lì, pagando una commissione del 5% di cui non eravamo al corrente, e perdendo un sacco di tempo. Finalmente partiamo, e giriamo a vuoto per un’ora nel tentativo di andare nella direzione giusta per arrivare alla Batu Caves; la viabilità e la segnaletica di Kl sono terribili, ma la cosa peggiore è stato il Gps fornitoci dalla agenzia di noleggio, le cui mappe non aggiornate ci spediscono ad est verso la costa anziché a nord! C’è molto traffico, ma guidare non è impossibile come avevamo letto, si riesce tranquillamente a destreggiarsi. Alla fine raggiungiamo le Batu Caves: non sono delle grotte tradizionali, ma delle grandi rocce cave: per accedervi saliamo 272 gradini facendo attenzione alle scimmie sedute sui corrimano, che ogni tanto si sporgono e prendono il cibo dalle mani dei turisti, o rubacchiano cose come occhiali, fermagli per capelli, eccetera. Sono carine ma vagamente inquietanti, hanno occhi intelligenti e molto espressivi. Dentro la grotta fa caldissimo e l’aria è soffocante. Ci sono alcuni altari con divinità variamente abbigliate e dipinte e un paio di chioschi che vendono souvenirs estremamente pacchiani. Non sono niente di speciale, se avessimo saputo che cosa ci aspettava probabilmente non saremmo venuti fin qui. Lasciamo le Batu Caves e in circa 4 ore arriviamo al Taman Negara. Il nostro albergo – anche questo consigliatissimo dalla nota guida – si chiama Traveller’s Home e non lo consiglierei a nessuno. Veniamo accolti da una signora che ci risponde a malapena, il bungalow è sporco e fatiscente, con grosse macchie di umidità sui muri, per non parlare delle condizioni del bagno. Il condizionatore per quanto rumoroso funziona, per fortuna perchè basta lasciarlo spento 10 minuti perché la stanza si trasformi in un forno. Alle 19.30 in punto viene servita la cena nella sala comune. Qui mangiamo un pasto frugale (riso e pollo – molte ossa e poca carne- del tutto anonimi) assieme a una coppia di francesi che ci raccontano della loro esperienza di trekking nella giungla: non sembrano molto entusiasti e si lamentano che ha piovuto tutto il giorno. Alle 20.15 siamo già in stanza. Viste le precarie condizioni igieniche della stanza, non mi fido della pulizia delle lenzuola: benedetto il giorno che ho deciso di portare con me il sacco-lenzuolo!

31/12 Taman Negara National Park

Ci svegliamo presto, fa molto caldo e il sole splende! Consumiamo una colazione triste al pari della cena, poi ci vestiamo con gli indumenti acquistati ad hoc a KL, e saliamo in macchina per raggiungere l’ingresso del parco. Arriviamo in pochi minuti, attraversiamo il fiume con una taxi-boat e chiediamo informazioni al tourist center del Taman Negara Resort. L’escursione di gruppo con la guida partiva alle 9.30 e l’abbiamo persa per poco, ma ci dicono che possiamo facilmente fare da soli. Partiamo quindi per il Canopy Walk. Dopo 5 minuti siamo già fradici di sudore: ci rendiamo presto conto che il trekking nella giungla è molto più duro del previsto: siamo felici delle nostre pedule, per fortuna non abbiamo comprato le scarpette di gomma! A causa della pioggia di ieri il terreno è scivoloso e sono indispensabili delle suole che garantiscano una buona presa nel fango. La camminata sui ponti sospesi è molto bella, vediamo la giungla dall’alto e anche qualche animaletto tra cui un serpentello verde. Terminato il canopy, decidiamo incautamente di salire fino al belvedere in cima alla collina Bukit Terisek. La camminata è breve, ma sarà il caldo, sarà terreno fangoso che rende i passi pesanti, arriviamo in cima distrutti. Inoltre il belvedere non è nulla di speciale. Scendiamo e cerchiamo di riprenderci mangiando qualcosa in uno dei risto-boat sul fiume, poi rientriamo al nostro loculo e ci prepariamo per la cena. Ne abbiamo abbastanza di ossa di pollo, così rinunciamo alla cena in hotel e mangiamo al ristorante del Taman Negara Resort, la cena è decisamente migliore di quella di ieri. Dopo mangiato facciamo un giro per il resort, e all’improvviso, vediamo un tapiro intento a brucare l’erba! Lo seguiamo per un po’, tenendoci però a una certa distanza.

01/01/2012 Dal Taman Negara National Park verso Malacca

Il tavolo per la colazione oggi è stato apparecchiato all’aperto, così sono costretta a cospargermi di repellente per insetti e passo il tempo a scacciare le mosche dal cibo. Nel frattempo, il proprietario della stamberga ci indica un albero a 300 metri di distanza, sulla cima dal quale un cobra e un pitone starebbero combattendo. Per quanto guardiamo, non vediamo nulla. Siamo alquanto scettici, perchè dopo mezz’ora circa di tentativi di avvistamento con binocolo e teleobbiettivo della fotocamera non vediamo nulla, perciò gli chiediamo di fotografare la scena: ovviamente, quando a casa ingrandiremo l’immagine, vedremo che i serpenti combattenti non sono altro che un ramo più nodoso degli altri. Decidiamo di abbandonare la giungla con un giorno di anticipo rispetto a quanto programmato, un po’ per il clima caldo-umido insopportabile e un po’ per la sistemazione notturna davvero deprimente. Ci dirigiamo quindi verso Malacca: seguiamo la strada statale anziché l’autostrada, pensando di vedere dei panorami meno monotoni, cosa che si rivelerà non del tutto vera. Non troviamo tanto traffico, in fondo è il primo dell’anno, ma trattandosi di una statale la strada è comunque più lenta della autostrada e arriviamo a destinazione dopo più di 5 ore di viaggio. L’albergo che abbiamo scelto è l’Holiday Inn, che la LP etichetta come albergone anonimo e privo di fascino e che invece, sarà per la piscina, o per la stanza bella grande e pulita, a noi piace moltissimo. Ceniamo al Seri Nyonya, all’interno dell’ Hotel Equatorial, ma non é stata una buona scelta: il cibo è mediocre, la sala triste e il personale scortese. Passiamo la notte con i tappi alle orecchie, perché dalla strada sotto l’hotel sale il rumore del traffico e nel centro commerciale di fronte c’è una discoteca che spara musica a tutto volume. Noi siamo al 17 piano, non posso immaginare come sia trascorrere la notte nei caratteristici alberghetti di due piani a bordo strada… Comunque, caldamente consigliato chiedere una stanza con vista sulla piscina.

02/01 Malacca

Dopo una colazione molto abbondante e buonissima trascorriamo la mattinata girando per il distretto storico di Malacca e a Chinatown. Vediamo due grossi varani nuotare placidamente nelle acque del fiume che scorre in mezzo alla città. C’è un traffico pazzesco e alle auto si aggiungono i risciò, che spesso hanno delle radio che diffondono musica a tutto volume: per niente attraente… non mi sembra particolarmente romantico venire portati in giro con tutto quell’ unz-unz di sottofondo. In un negozietto di Chinatown vediamo le scarpette che venivano usate un tempo per fasciare i piedi delle donne, e il proprietario cerca di convincerci a comprarne un paio come raffinato souvenir da mostrare agli amici una volta tornati a casa. Noi ci rifiutiamo di acquistare simili oggetti di tortura e tagliamo corto. Passiamo per caso davanti a una rivendita di miele fatto dalle api dell’albero della gomma, c’è una porzione di alveare e gli insetti sono lunghi 3-4 cm, davvero enormi. Il miele è molto diverso da quello a cui siamo abituati, è quasi acidulo. Ne compriamo una bottiglietta sperando che non esploda nel bagaglio durante il trasporto. Nel pomeriggio ci rilassiamo in piscina, e proprio mentre ci stiamo preparando per la cena, scende il diluvio. Dopo mezz’ora smette, rapidamente com’era iniziato. Su consiglio del portiere dell’hotel andiamo a cena da Makko, e mangiamo molto bene. Arriviamo appena in tempo, perché alle 21.00 esatte la cameriera chiude il locale e inizia le pulizie, così siamo costretti a mangiare in fretta e a scappare fuori. Passeggiamo un po’ nel centro commerciale di fronte al ristorante, e poi rientriamo.

03/01 Malacca

Trascorriamo l’intera giornata in piscina. In serata ci spostiamo verso l’aeroporto di KL, da dove domani decolleremo per Langkawi. Dormiamo al Concorde Inn KLIA Hotel all’interno del complesso aeroportuale: piuttosto squallido, va bene solo se non si hanno alternative.

04/01 Langkawi

Il volo da KL dura un’ora. I controlli di sicurezza sono approssimativi, salgo tranquillamente in aereo con la mia bottiglietta d’acqua portata dall’esterno. In aeroporto a Langkawi, di fronte ai nastri per la consegna bagagli ci sono i banchetti di varie agenzie di noleggio auto e scooter. Partiamo con l’idea di prendere un motorino e dopo un paio di contrattazioni noleggiamo una macchina – la più piccola e scassata possibile – per 200 Rym (50 €) per una settimana, pagamento in contanti, nessun documento da compilare o da lasciare come cauzione. Ci chiedono solo 50 Rym di caparra, che ci verranno restituiti alla riconsegna del mezzo. È molto meglio avere una macchina per girare l’isola, perché Langkawi è grande e gli acquazzoni possono essere improvvisi. Dal nostro hotel – il Mutiara Burau Bay Resort – a Pantai Cenang, dove ci sono la gran parte dei ristoranti e bar, ci vogliono 25 minuti di guida. Quando arriviamo al Mutiara, la nostra stanza non è ancora pronta (il check-in é alle 14.00) così lasciamo i bagagli in reception e andiamo a pranzo al Rita Seafood a pochi minuti dal Resort, niente di speciale, non ci torneremo più. Rientriamo alle 15.00 e la nostra stanza è pronta, ma è letteralmente invasa dalle zanzare, ne schiacciamo una decina e corro in reception a farmi dare un fornellino. Dovremo tenerlo acceso giorno e notte, facendo attenzione a lasciare le porte aperte il minimo indispensabile. Il Mutiara Murau Bay é stata una mezza delusione. Ottima colazione, bella spiaggia e bella piscina, ma lo stato delle stanze lasciava a desiderare. Non essendo esattamente economico, ci aspettavamo qualcosa di più. In serata andiamo a Pantai Cenang, dove ci sono molti posti per mangiare o bere qualcosa, scegliamo il Rose Tea, tailandese, che però non ci soddisfa per niente.

05/01 Langkawi

Andiamo in spiaggia dopo colazione, ma sono solo le 9.00 e i lettini sono già tutti occupati! Decidiamo quindi di esplorare l’isola, e a bordo della nostra fida utilitaria ci dirigiamo a nord. Arriviamo fino all’estremità della strada, di fronte al Danai Resort, vorremmo entrare a dare un’occhiata, ma la guardia all’ingresso è piuttosto minacciosa così rinunciamo senza neanche scendere dalla macchina. Andiamo quindi a vedere la Black Sand Beach che è davvero nera, e ci fermiamo a fare il bagno sulla spiaggia vicino al Four Season: la sabbia è bianchissima e la spiaggia deserta, è un posto fantastico! Basta fare attenzione a non avvicinarsi troppo al Resort, perché si viene immediatamente avvicinati da una guardia che informa che la spiaggia è privata e invita ad allontanarsi. Di fronte al tratto di spiaggia accessibile, dall’altro lato della strada, c’è il Motel Isa che non sembra male. Lasciamo la spiaggia per recarci alle 7 pozze: la salita per arrivarci è lunga ma ne vale la pena, le pozze sono fresche e si riesce a scivolare da una all’altra. Mentre ci rilassiamo sulle rocce, una scimmietta ruba una lattina di Coca-Cola lasciata incustodita, la rompe a morsi e beve il contenuto – tutto abbastanza inquietante. Raggiungiamo in auto l’Oriental Village dove c’ è la stazione del cable car. Saliamo su questa funivia che ci porta in cima alla montagna più alta di Langkawi, e da lì passeggiamo fino alla passerella sospesa: la struttura pare piuttosto arrugginita, ma è stabile e ci permette di vedere un magnifico panorama. L’Oriental Village ci sembra molto artificiale, facciamo un giretto ma vediamo solo negozi di souvenir ai quali non siamo interessati. Facciamo una sosta in una spa per il fish massage, fa il solletico e alla fine i piedi sono meno lisci di quanto pensavo, ma è stato comunque divertente. A cena torniamo a Pantai Cenang: cerchiamo di entrare al Champor-Champor, lodato dal Tripadvisor come uno dei migliori ristoranti di Langkawi, ma è chiuso perché, come spiega un cartello appeso alla porta, hanno “raggiunto il numero massimo di clienti che possono servire al meglio”, quindi rimandiamo a domani. Poco lontano ci fermiamo di fronte a un chiosco che serve Bbq alla malese: scegliamo il pesce dal bancone e lo chiediamo alla griglia senza nulla, però ce lo portano stracotto e spalmato di peperoncino, immangiabile. Riusciamo a farci sostituire il pesce incendiario con qualcosa di non condito, ma è comunque stracotto – avremo lo stesso problema altre volte, si vede che qui usano cuocere tutto così.

06/01 Langkawi

Sveglia all’alba per fare delle foto ma soprattutto per accaparrarsi un tendalino in spiaggia. A colazione, lascio incustodite delle brioche sul tavolo, e una scimmia nera me le ruba dal piatto… Queste scimmiette sono proprio sfrontate: rimangono nei paraggi della terrazza ristorante nonostante una delle guardie cerchi di allontanarle con una fionda. Ma sono divertenti, e diversi turisti gli passano dolcetti e frutta nonostante ci siamo dei cartelli che invitano a non nutrire la fauna. Passiamo la giornata in spiaggia. Verso le 14.00, i camerieri iniziano ad apparecchiare i tavoli per il beach-grill della serata. Dopo qualche ora, devono sbaraccare tutto in fretta e furia perché il tempo volge al brutto… questa storia si è ripetuta ogni giorno. Ceniamo al Champor-Champor, decisamente sopravvalutato, cibo di scarsa qualità e proprietaria arcigna.

07/01 Langkawi

Passiamo la giornata in spiaggia. La sera facciamo un’ottima cena a base di scamponi grigliati in un baracchino accanto al Cenang Market. Non c’è molto da fare di sera qui, è un posto perfetto per rilassarsi e godersi il mare.

08/01 Langkawi

La mattinata è nuvolosa, migliora nel primo pomeriggio. In serata si mette a piovere ma noi abbiamo la macchina, quindi non siamo prigionieri del Resort e torniamo a Pantai Cenang. Cerchiamo di non rientrare troppo presto anche perché, come ogni sera, nel bar della spiaggia del Mutiara Bay c’è un complessino che suona a tutto volume fino a oltre mezzanotte. Nonostante le numerose lamentele anche da parte di altri ospiti, hanno suonato imperterriti ogni sera – anche se il bar era sempre praticamente vuoto.

09/01 Langkawi

Mattinata decisamente nuvolosa. Sembra migliorare, quindi proviamo a stare in spiaggia per un po’, ma verso le 15.00 inizia a piovere. Decidiamo di andare a dare un’occhiata a Kuah, montiamo in macchina e dopo circa 40 minuti arriviamo. Ce ne andiamo quasi subito, Kuah è proprio brutta e non c’è nulla da vedere o per cui valga la pena restare. Come ultima cena, scegliamo il Putumayo e non restiamo delusi: è stato decisamente il miglior pasto a Langkawi.

10/01 Giornata di rientro

Mentre prepariamo i bagagli, il personale del Mutiara Bay inizia a lavare il bungalow all’esterno: entra acqua da tutte le parti, questo a conferma del pessimo stato della struttura. Peccato, perché la spiaggia è bellissima e basterebbe un po’ di manutenzione per rendere il Resort un posto molto più accogliente. Il volo da Langkawi a KL è semivuoto. Da KL a Dubai viaggiamo su un A380, è veramente enorme! Purtroppo non riesco a salire al piano superiore per dare un’occhiata. Facciamo scalo a Dubai e ci fermiamo a dormire in un albergo messo gentilmente a disposizione da Emirates, cena e colazione incluse. Un servizio davvero fantastico che ci evita il pernottamento sulle poltroncine dell’aeroporto.



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