Città, giungla e mare mosso: il Sud-est asiatico all’avventura per un viaggio di 21 giorni
Eccoci qui a raccontare un nuovo viaggio. Visto lo stop forzato causa pandemia, questo viaggio ha maggior valore! Rispolveriamo il progetto annullato nel 2019 ad un mese dalla partenza, nota di merito alla compagnia aerea Emirates che ci rimborsò totalmente la spesa dei voli! Partiamo da Bologna alle 14.30 con volo Emirates, scalo intermedio a Dubai con destinazione finale Singapore. Il ritorno sarà da Kuala Lumpur a Bologna sempre con Emirates. Spesa A/R per 2 persone 1735 euro, nel 2019 stesso volo, stessi giorni, stesso periodo ci costò 1200 euro!
Indice dei contenuti
Diario di viaggio
1° giorno
Arriviamo a Singapore il giorno dopo in perfetto orario, 14.40. Ne approfittiamo per visitare i giardini pensili, le fontane e le cascate che formano giochi d’acqua, che si trovano in una megastruttura all’interno dell’immenso Changi Airport, molto belli! Compriamo la sim telefonica per 25 sgd e cambiamo gli euro in moneta locale, compriamo anche 2 tessere ricaricabili per la metropolitana e mezzi pubblici di superficie a 10 sgd l’una. Una corsa da aeroporto al centro città costa 1,95 sgd. Abbiamo scelto di soggiornare nella zona di Fort Canning, un po’ decentrata ma ben servita dai mezzi pubblici, presso l’Hotel Ywca Fort Canning. Struttura ordinaria ma pulita, personale poco affabile ma posizione strategica, 555 euro per 4 notti, senza colazione. Lasciati gli zaini in camera usciamo per le prime escursioni, salendo verso nord dove visitiamo il tempio cinese/buddista, poi scendendo verso sud direzione centro, visitiamo il tempio Indù, per raggiungere poi Clarke Quay, zona bella sul canale, con negozi, mercati e ristoranti. Ceniamo in uno strano locale, il Siam Square Mookata, dove ciò che ordini te lo cucini al tuo tavolo in una padella su un fornello a gas, risultato scadente vista la nostra inesperienza.
2° giorno
Dopo una notte un po’ insonne causa jet lag, partiamo alle 9 del mattino con l’addetta alle pulizie che ci pressa fuori dalla porta! Giornata di lunghi cammini, attraversiamo il Fort Canning Park, un isola verde di tranquillità in una città affollata. Seguiamo l’itinerario della LP, sempre a piedi raggiungiamo la statua del Merlion, un simbolo di Singapore, affacciata sulla baia. All’ora di pranzo raggiungiamo Chinatown dove mangiamo in un ristorante tipico vietnamita, il May Pho Culture, avevamo voglia di un buon Po Bho e saremo accontentati, veramente buono! A Singapore ci sono bagni pubblici ovunque, tanto che i ristorantini di medio livello non hanno il bagno e invitano i clienti ad utilizzare quello pubblico. Questi bagni pubblici sono sempre tenuti bene, puliti, ben accessoriati e nessuno ti chiede denaro per l’utilizzo. Dopo pranzo torniamo in hotel, troppo stanchi per continuare. Verso le 18, quando ormai è buio, usciamo per raggiungere Marina Bay, centro dove il futuro è già arrivato! Vediamo prima lo spettacolo di fontane e luci che si muovono a suon di musica al centro della baia, spettacolo fantastico. Gli spettacoli si ripetono quotidianamente due volte al giorno, il tutto gratuitamente. Ci sono migliaia di turisti e l’atmosfera è magica.
Pensavamo di aver già visto il meglio quando raggiungiamo il Garden Bay dove l’immaginazione si supera con uno spettacolo di luci a ritmo di musica classica dove i protagonisti sono costruzioni altissime che rappresentano alberi, completamente illuminati e collegati tra loro da passerelle sospese! Singapore è una città veramente molto bella e pulita, con costruzioni bellissime e modernissime. Cena nel centro commerciale di Marina Bay, c’è tutto un piano dedicato alla ristorazione con tutti gli stand gastronomici posizionati a raggera e nel mezzo i tavoli! Mangiamo bene con una spesa contenuta.
3° giorno
Usciamo alle 9 e facciamo colazione in un localino vicino all’hotel, poi ripartiamo alla scoperta della città. Visitiamo la zona residenziale di Tiong Bahru, carina con qualche negozio per turisti, ci spostiamo in bus utilizzando la tessera della metro. Decidiamo di pranzare all’Ion Orchard, un centro commerciale imponente con le migliori marche mondiali e con una zona sotterranea dedicata alla ristorazione. Pranzo più che buono, qui beviamo più che altro te, la birra oltre ad essere molto cara non è buona. Dopo pranzo passeggiata a Chinatown, rientriamo in hotel per il riposo necessario! Alle 18 usciamo e torniamo al Marina Bay per rivedere gli spettacoli della sera prima, tuffandoci nella calca di turisti. Prima però saliamo in cima al Marina Bay Sands, famoso grattacielo icona di Singapore, per prendere un aperitivo al 57° piano, purtroppo però l’attesa per entrare nel bar e di circa un’ora quindi desistiamo, teniamo più agli spettacoli, ma ne approfittiamo per goderci e fotografare la magnifica vista della baia e della città dall’alto! Dopo aver visto sia lo spettacolo della baia che quello del Garden, tornando a ripetere per quest’ultimo bello ed emozionante, ceniamo al Canton Paradise dove mangiamo discretamente ma con un servizio molto frettoloso, esperienza da non ripetere, della serie, spendere molto non sempre vuol dire mangiare bene!
4° giorno
Un’altra giornata dedicata alla visita della città ci porta a Little India, un quartiere pieno di negozietti, un po’ più sporco di quanto già visto fino ad ora! Visto che non c’è nulla da vedere che non abbiamo già visto in altri parti del mondo decidiamo di tornare a Marina Bay per pranzare con una zuppa leggera per essere pronti alla visita del Cloud Forest e Flower Dome (ticket 106 sgd), due immense strutture con ampie vetrate con all’interno piante da tutto il mondo, anche dall’Italia e un’area dedicata al film Avatar, con tutti i suoi personaggi presentati a grandezza uomo, i mostri, le musiche e le ambientazioni in una giungla verdissima.
Suggestivo, nello sfondo delle vetrate la vista della città di Singapore. Serata al Clarke Quay, molto affollato in particolare la zona della partenza dei tour in barca al quale rinunciamo per la troppa fila e andiamo a mangiare qualcosa in un locale un po’ più defilato, il Sghawer, che fa parte di una catena di locali sparsi in tutta la città che propongono cibo semplice ad un buon prezzo, a parte le birre che ovviamente costano un rene ovunque! Questa è l’ultima sera in questa splendida Città/Stato. Una terra molto tranquilla e sicura, abbiamo visto giovani donne girare tranquillamente da sole la sera e fare attività sportiva nel parco anche a tarda ora! Molto pulita, spesso sono soprattutto anziani, forse pensionati, che si occupano di tenere pulite le strade! I pagamenti avvengono tutti con carta di credito o cellulare anche per un caffè, è raro poter pagare cash!
5° giorno
Sveglia alle 9, prepariamo le valigie e usciamo per colazione. Alle 11 partiamo, destinazione Malesia, Johor Bahru. Attraversiamo la periferia della città con la metro esterna, una zona ad edilizia popolare, un panorama molto diverso dal centro città. Poi prendiamo un bus per il confine fino alla reale dogana malese dove il contesto cambia radicalmente, poca organizzazione e strutture più semplici anche se moderne. Per il controllo passaporti ci sono code infinite, tutti assiepati in un enorme salone. Staremo in fila in piedi per ben 4 ore e mezza… una situazione vergognosa. Tutti in una sala d’attesa strapiena di gente che dopo un po’ inizia a sdraiarsi a terra, per fortuna siamo in anticipo! Passato l’agognato controllo andiamo velocemente alla stazione centrale dei treni dove cambiamo denaro ad un tasso più favorevole che alla dogana e compriamo una sim telefonica malese ( 53 myr per un mese). Mangiamo qualcosa aspettando il treno KTM per Jerantut. Il treno parte alle 20.25, abbiamo due cuccette prenotate dall’Italia. Arriveremo alle 05.07 del giorno dopo, la lunga attesa in dogana ci ha provato molto ma c’è tanto entusiasmo per la prossima avventura. Il treno è spartano, poco pulito, il bagno una bomba batteriologica ma una volta sistemati nella propria cuccetta dentro il nostro sacco lenzuolo non si sta male!
6° giorno
Riusciamo a dormire fino alle 4.45, il treno arriva a Jerantut con un quarto d’ora di ritardo. La fermata è una stazione di periferia dove chiediamo alle poche persone scese dal treno, indicazioni per la stazione dei bus per Kuala Tahan perché sappiamo esserci un bus che parte alle 7 del mattino ma ci dicono che non c’è nessun bus che parte per quella destinazione. Un tipo si offre di portarci alla stazione dei bus per 20 myr, ci accordiamo per 10 myr, anche se sappiamo che dista meno di un km, ma è buio, abbiamo le valige e siamo in un posto isolato. Il tipo ovviamente farà la strada più lunga (abbiamo il GPS) per giustificare la cifra richiesta e ci lascia vicino a dei bus parcheggiati. È mattina presto e i locali stanno aprendo ora, in giro ci sono solo 2 o 3 persone e tutte concordano nel dire che non esiste il bus per Kuala Tahan ma solo minivan da chiamare al bisogno.
Dopo un giro di verifica tra i vari bus parcheggiati decidiamo di chiamare il minivan tramite il gestore di un locale che sta aprendo in quel momento. Alle 7 partiamo con il minivan, con una spesa di 35 myr a testa, ma appena ingrana la marcia l’autista urta violentemente un muretto e rompe una gomma, è costretto a fermarsi lato strada e chiamare soccorso. In pochi minuti arriva un suo collega per fornirgli un altro mezzo. Ripartiamo ma l’autista continua a dimostrarsi poco affidabile, forse colpa del fatto che ha dovuto cambiare mezzo, sta di fatto che corre come un pazzo facendo sorpassi pericolosi in una strada piena di curve. Dobbiamo percorrere 62 km per raggiungere la meta ma non in questo modo, mi arrabbio molto con lui e riesco a fargli ridurre la velocità! Kuala Tahan è un paesino adagiato sul fiume Tembeling ai margini della foresta ed è la porta di accesso al Taman Negara National Park. Qui si vede un via vai continuo di piccole imbarcazioni che trasportano turisti tra le due sponde del fiume ( 1 myr a testa) e ci sono ristorantini lungo la via principale e su chiatte lungo il fiume, un panorama molto interessante. In attesa della camera al Tebing guesthouse (652 myr per 4 notti con colazione) facciamo un giro in paese e pranziamo a bordo di una chiatta/ristorante spendendo pochissimo, l’equivalente di 7 euro in due, poi in camera a riposarci un paio d’ore. Stasera abbiamo il tour notturno nella giungla prenotato da casa, 70 myr in due. La camera è carina, funzionale e il personale gentile e disponibile. Ceniamo sempre sul fiume al Kuala View e alle 20.20 siamo davanti alla guesthouse per iniziare il tour, oltre a noi ci sono altri tre italiani di Riccione. Partiamo con la guida, un ragazzo giovane, attraversiamo il fiume ed entriamo nel Parco. Il tour purtroppo è un po’deludente, forse perché abbiamo già l’esperienza di altri trekking del genere e questo è una semplice passeggiata ai margini della giungla dove gli unici animali che avvistiamo sono degli scorpioni, nota positiva è la compagnia dei tre italiani. Finito il giro andiamo tutti e cinque alla ricerca di un locale per bere qualcosa, lo troviamo e passiamo la serata a chiacchierare sui viaggi passati.
7° giorno
Dopo una grandiosa dormita e una colazione discreta alla guesthouse ci incamminiamo verso il molo, attraversiamo il fiume e ci presentiamo alla Direzione del parco per comperare i permessi per l’ingresso (2 myr a testa) e i biglietti per il canopy (5myr a testa). Ci incamminiamo lungo il sentiero costeggiando i bungalow dell’unico Resort all’interno del parco, il Mutiara Taman Negara Resort, camminiamo per ore, il sentiero diventa subito impervio e non si allontana mai dalla riva del fiume. Solo quando deviamo per la cima del Bukit Indah, una suggestiva collina, il sentiero sale e diventa difficile, con corde per aiutare la salita. Arrivati in cima però la fatica viene ripagata dal bellissimo panorama sul fiume sottostante. Il ritorno sarà accompagnato da una pioggerella. Bello anche il Canopy Walkway attraverso tanti ponti sospesi! Rientro in guesthouse molto stanchi, un te caldo e una dormitina ci vuole proprio. La sera gironzoliamo per cercare un ristorante diverso dai precedenti tanto per cambiare un po’ ma alla fine torniamo al Kuala View, mangiamo comunque bene. Dopo cena nella piazza del paese la gente del posto ha allestito un complesso musicale, avendo notato la nostra presenza, suoneranno e canteranno anche canzoni italiane di Vasco Rossi.
8° giorno
Ci svegliamo con la pioggia, prevista e purtroppo le previsioni non sono buone anche nei prossimi giorni. Dopo colazione ci annoiamo fino all’ora di pranzo, questa è una zona dove a parte il trekking non c’è molto altro da fare. Decidiamo di tornare sul fiume a pranzare in un altro ristorantino/chiatta, osserviamo che la vita dei locali rimane invariata nonostante la pioggia. Non abbiamo intenzione di perdere totalmente la giornata e rientriamo in hotel dove ci organizziamo con mantelle e cappelli antipioggia per un trekking umido, nel parco. Rimaniamo rigorosamente sulle passerelle in legno predisposte, non è consigliato seguire i sentieri con questa pioggia monsonica. L’umidità risveglia le sanguisughe che ci si attaccano inesorabilmente alle caviglie. Rientriamo in camera fradici, felici ma con il grosso problema di far asciugare i vestiti con questa umidità. Dopo una doccia calda tutto torna a posto tranne le ferite delle sanguisughe che continuano a sanguinare. Ceniamo di nuovo sul fiume perché qui gira tutto intorno ad esso. Sicuramente la pioggia rende tutto molto triste ma in ogni caso questa tappa non merita più di 2/3 giorni, quattro notti sono troppe! Ci consoliamo con una birra sulla nostra veranda.
9° giorno
Stanotte ha piovuto come mai visto fino ad ora, si dorme fino a tardi e dopo colazione usciamo per andare verso il fiume, il paesaggio è cambiato completamente perché il fiume è salito di 7/8 metri (incredibile) e quello che prima stava in mezzo all’acqua, le chiatte e i ristoranti, ora sono praticamente a pochi metri dalla piazzetta del paese, l’acqua marrone scorre impetuosa con forti correnti. Ci facciamo traghettare sull’altra sponda e decidiamo di pranzare al ristorante del Mutiara Resort. Nulla di speciale ma piatti ben curati (87 myr) buon servizio, spesa doppia ma sempre bassa per i canoni italiani. Dopo pranzo sotto la solita pioggerella con impermeabile e cappello andiamo a fare l’ultima passeggiata nel parco Taman Negara, percorriamo pochi km ma facciamo una discreta fatica. Si torna in guesthouse e dalla reception ci avvisano che anche alle isole Perhentian piove molto e forse i traghetti per raggiungerle domani non partiranno. Le isole sono la nostra prossima tappa dove era previsto sole, mare, spiagge e relax! Per noi comunque la traversata è prevista per dopodomani… speriamo in bene!
Direttamente alla reception della guesthouse prenotiamo e paghiamo il minivan per l’indomani per Kuala Besut (120 myr a testa), si va in camera per doccia te caldo e valige da preparare. Questa tappa ci ha fatto vedere la Malesia rurale e poco costosa, dove si incontrano molti inglesi, francesi e ci sono molti giovani. Stasera cena da “Ann” locale distante dal fiume, tavoli grezzi, scarsa pulizia, tanti giovani, ci servono due bambini di 5/6 anni che fanno un po’ di confusione con l’ordinazione, comunque quello che mangiamo è buono e diverso dagli altri locali, spesa molto bassa. Domani si parte, nuova meta, nuova avventura e tanto entusiasmo!
10° giorno
Si riparte, sveglia alle 6.30, abbiamo appuntamento alle 7.45 alla reception per attendere il minivan. Partiamo in orario direzione Kuala Besut (420 KM e 6 ore), il minivan fa subito una tappa, dopo solo 500 metri, presso la fermata dei bus di linea (che quindi scopriamo esserci!) per aspettare un viaggiatore ritardatario, scopriamo durante il viaggio che è italiano, parla molto bene l’inglese e dice di essere in viaggio da 6 mesi. Il minivan è sgangherato come spesso accade in queste zone, salgono altri viaggiatori lungo il tragitto. Alle 12 sosta pausa pranzo come di consueto in un luogo prestabilito (parente/amico del driver sicuramente), una sorta di self-service fatiscente che ci propone pollo e riso. Si riparte dopo aver fatto il cambio autista attraversando immense piantagioni di palme, in parte allagate dalle piogge monsoniche del giorno precedente. Verso le 14 altra sosta per poi arrivare al porto di Kuala Besut in orario, i nostri compagni di viaggio scendono per andare ad imbarcarsi subito per le isole Perhentian perché pare che nonostante il mare molto mosso vi sia un traghetto in partenza. Il fatto che noi abbiamo una prenotazione per il giorno seguente sembra strano a tutti, soprattutto all’addetta della biglietteria! Per 10 myr l’autista del minivan ci accompagna direttamente all’hotel prenotato, Hotel Temu Primula.
Alla reception troviamo un uomo che inizia subito a fare dei gran complimenti a mio marito Ernesto e senza vergogna lo lusinga chiedendogli se è un attore e non sembra convinto del no come risposta, strana ma simpatica situazione ! Dopo aver lasciato gli zaini in camera usciamo per fare una passeggiata al mare e per cercare un posto dove cenare. Ci troviamo in una grande piazza con vari ristoranti, bancarelle varie e stand di cibo, Il mercato è molto grande e noi siamo gli unici occidentali, molte persone ci salutano e ci sorridono, siamo l’attrazione del momento oppure anche qui sono convinti che mio marito sia un attore! Scegliamo un ristorante che espone vari tipi di pesce fresco, al momento dell’ordinazione per il solo fatto che ordiniamo un pesce intero a testa si crea scompiglio tra il personale, dobbiamo insistere e ci viene il dubbio che forse i pesci sono di taglia grande! Anche qui la ragazza che prende l’ordinazione è particolarmente gentile soprattutto con mio marito, poco dopo torna e ci chiede se può farci una fotografia! Il pesce è della taglia giusta e cucinato discretamente, quando andiamo via tutte le donne del ristorante salutano chiassosamente solo mio marito, una cosa mai successa!
11° giorno
Ci svegliamo con la sensazione di dover arrivare presto al porto, nonostante la nostra prenotazione sia per il traghetto delle 11, quando scendiamo alla reception il tipo che ci deve accompagnare non c’è, quindi ne verrà chiamato un altro che arriverà 20 minuti dopo. Arrivati al porto andiamo all’agenzia per ritirare i ticket della prenotazione fatta da casa ma la troviamo chiusa, l’addetto arriverà in ritardo e ci avviserà che il traghetto partirà in anticipo! Il tempo non è granché e ogni tanto fa qualche rovescio. Ci sono tanti turisti molti asiatici e pochi occidentali, l’agenzia scelta da noi non è molto organizzata ma non si capisce comunque come funziona la salita nei vari traghetti. Il tutto è gestito da persone sul molo, riempiono le barche in base al numero di persone e al Resort di destinazione, una volta saliti ti indicano dove sederti per distribuire uniformemente il peso. Il traghetto in realtà è una barca di medie dimensioni che a noi sembra troppo piccola per l’attraversata che deve fare. A noi tocca un traghetto mezzo scoperto con al timone un vecchio uomo, il mare è molto mosso quindi ci copriamo subito con le mantelle. La barca non naviga ma salta tra un’onda gigante e l’altra, sembra di essere sulle montagne russe, il tutto ad alta velocità con giganteschi spruzzi, non tutti sono attrezzati con mantelle, di fianco a noi proprio sul lato destro c’è seduta una mamma con al collo una bambina di pochi mesi che da li a poco si sarebbe inzuppata, mio marito le cede giustamente la sua mantella. La situazione però degenera velocemente perché la velocità folle con un mare così grosso fa paura a tutti e molti (me compresa) iniziano a stare male. Questo finalmente convince il pilota a ridurre la velocità, sarà comunque una traversata da incubo che mi ridurrà ko per diverse ore!
Dopo un’ora circa arriviamo all’isola Pulao Perhentian Besar, sbarchiamo sul piccolo molo del Perhentian Island Resort ma io rimango stesa su una panchina per una buona mezz’ora per cercare di riprendermi, intanto gli addetti ai bagagli caricano i nostri zaini per portarli alla reception. Arrivati finalmente alla reception ci avvisano che la camera ci verrà consegnata tra due ore. Io mi ristendo su un’altra panchina in riva al mare, non sono in grado neanche di stare diritta figuriamoci pranzare! Mio marito ne approfitta per fare un giro di ispezione di parte dell’isola pranzando (da solo) in una spiaggia limitrofa con una buona zuppa di pesce. Finalmente otteniamo il bungalow, bello, grande e accessoriato, dopo aver depositato i bagagli torniamo in spiaggia, fa caldo ma il cielo è coperto. Ceniamo al ristorante del Resort che offre sia un menù alla carta che un menù completo a buffet, prezzi ovviamente più cari del resto della Malesia. Alla sera non c’è molto da fare, forse perché la stagione turistica è appena iniziata e al momento non c’è possibilità di sorseggiare una birra fresca, il nostro Resort è a gestione musulmana quindi vige il divieto di vendere birre e alcolici.
12°giorno
Dopo una colazione abbondante compresa nel Resort andiamo con un taxi boat (10 myr) alla Tuna beach e con una bella passeggiata lungo la spiaggia raggiungiamo Cave Rock, un angolo di mare cristallino e una bella spiaggia contornata da grandi rocce. La mattinata c’è un gran via vai di barche che sbarcano tanti turisti cinesi e malesi per fare snorkeling, ma dopo pranzo tutto si quieta e noi ci godiamo una splendida giornata di sole mare e snorkeling. In realtà la spiaggia si chiama Teluk Keke, mentre Cave Rock è solo l’insieme di massi rotondeggianti che delimitano la fine della spiaggia e l’inizio di una piccola baia solitaria con alle spalle la giungla.
Alle 15 un po’ affamati ci dirigiamo verso il Beach Box a Tuna beach, consigliato dalla LP, con l’intenzione di mangiare qualcosa. Purtroppo il ristorante è chiuso a pranzo e quindi ci limitiamo ad acquistare qualche birra, visto che nel nostro Resort non le hanno. Con un passaggio in barca, un ragazzo di nome Edi, per 10 myr ci porta al Barat Resort, dove c’è un pontile da dove partono tutti i taxi boat per le varie spiagge dell’isola e poi con una passeggiata a piedi verso il nostro Resort facendo tappa per mangiare qualcosa al Coral View, menù vario e prezzi leggermente meno cari. Mangiamo bene e quindi torneremo e infatti torniamo per cena per un bel pesce alla griglia.
13° giorno
Oggi tentiamo il trekking all’interno dell’isola, dopo una buona e abbondante colazione ci rimettiamo le giuste scarpe i pantaloni lunghi, zaino ben fornito di acqua e cibo e partiamo imboccando il sentiero segnato come jungle e segnalato con nastri bianchi e rossi legati agli alberi, che parte direttamente dall’interno del nostro Resort e si inoltra al centro dell’isola per terminare nel versante opposto. Il sentiero non è semplice ed è tenuto male, prima si sale e poi si scende, verso la fine ci si inoltra in un acquitrino e dobbiamo necessariamente entrare nel fango. Alla fine del sentiero ci imbattiamo in un bel varano lungo più di un metro e poi finalmente arriviamo al mare, una bella spiaggia lunga con alcuni localini e hotel ma la maggior parte sono chiusi, ci dicono che molti non hanno più riaperto dopo la pandemia, vi sono tante barche in un mare azzurro, ma una bassa marea importante, difficile fare una bella nuotata. È la spiaggia di Flora Bay, c’è poca gente, pranziamo mangiando bene al Fauna chalet, ci stendiamo poi a prendere il sole cercando di far asciugare un po’ sia scarpe che calzini. Verso le 17 prendiamo una barca e ci facciamo portare al Barat per 30 myr. In serata si torna al Coral view per un altro bel pesce alla griglia. Dall’Italia ci arrivano notizie che in Malesia ci sono stati allagamenti e morti per le piogge monsoniche tardive, noi qui non sappiamo nulla, le zone colpite le abbiamo attraversate in treno di notte due giorni prima che accadesse. Effettivamente nello spostamento in minivan dal parco al mare abbiamo visto zone allagate con strade da guadare, ma nulla di catastrofico. Rientro nel nostro Resort, che è molto bello ma la sera è un mortorio, come del resto gran parte dell’isola, qui comunque la stagione turistica è appena iniziata! Abbiamo notato che tra i bambini del posto spopola il clic clac, il gioco spaccapolsi in voga in Italia negli anni ’70/80.
14° giorno
Dopo colazione decidiamo di goderci la spiaggia del Resort che è comunque considerata la più bella e grande dell’isola, abbiamo scoperto che il giardino molto grande con tanto di piscina, situato nel mezzo del Resort, tra i bungalow e la zona ristorante è popolato da tanti animali più di quanti avvistati nei vari trekking nell’isola. Ci sono grossi e piccoli varani, koala ingessati alle palme, scimmiette stranamente silenziose e ragni enormi. Nel giardino c’è anche un grande stagno, habitat preferito dei varani. Nella spiaggia del Resort c’è più gente che nelle altre spiagge, forse perché privo di arrivi e partenze dei taxi boat e un mare sempre calmo adatto al bagno anche per i bambini. Conosciamo due donne Italiane, Mara e Teresa, due viaggiatrici come noi, tante storie da raccontare. Per cena andiamo al Barat dove mangiamo discretamente, buono il servizio e qui hanno le birre! Conosciamo altri due italiani di Bologna, anche loro viaggiatori, altre storie da raccontare.
15° giorno
Oggi tanto mare e tanto sole alla Teluk Keke beach, per noi la più bella tra le viste fino ad ora, con noi anche Mara e Teresa. Tanto snorkeling, perché il mare offre molto da vedere e una bella camminata in spiaggia lungo la piccola baia oltre alla Cave Rock. Al termine della baia c’è una zona, l’ultimo tratto si fa a nuoto, dove il fondale è pieno di grandi panettoni di corallo. Un bellissimo luogo, peccato che al mattino anche qui è affollato di barche turistiche, che purtroppo fanno scendere i turisti in acqua consentendogli di appoggiare i piedi su queste formazioni, distruggendo ovviamente il corallo. Ci torneremo anche nel pomeriggio quando non ci sarà più nessuno! Per pranzo compriamo degli spiedini di pesce che preparano al momento in un baracchino sulla spiaggia. La sera ceniamo al Coral view (117 myr), perché è l’unico che ha esposto un bel banco di pesce fresco da scegliere!
16° giorno
Dopo colazione con Mara e Teresa decidiamo di andare a visitare l’altra isola più piccola, come viene definita qui, Pulao Kecil, ma che tanto piccola non è. Come ci avevano detto, qui c’è più vita locale, ci sono negozi e mercatini è meno esposta al turismo anche se ci sono molti ristorantini, c’è anche la stazione di polizia e un piccolo punto di primo soccorso. Tentiamo di costeggiare a piedi l’isola seguendo un sentiero che porta alla spiaggia più famosa, la long beach, ma dopo poco desistiamo per l’impraticabilità del sentiero mal tenuto, pieno di immondizia e vetri, noi tra l’altro calziamo infradito. Dopo un breve giro tra i negozi prendiamo un aperitivo sul molo, un’ora di chiacchere poi con l’ennesimo taxi boat (30 myr) torniamo alla nostra isola sulla spiaggia di Flora beach. Altro pomeriggio di sole cocente, c’è chi sta all’ombra e chi sta in acqua fino all’ora di pranzo. Pranziamo di nuovo al Fauna chalet anche perché non c’è molta scelta, ma mangiamo comunque bene. Purtroppo dopo pranzo Ernesto scivolando cade e si fa male ad una gamba. Il trauma sembra serio e con difficoltà riuscirà a salire su una barca per far rientro in hotel. La sera cena al ristorante del Resort per non fare troppa strada e saluti alle amiche che l’indomani partiranno per far rientro in Italia.
17° giorno
Sveglia, colazione e decisioni da prendere. Stiamo pensando di rimanere altri 2 giorni saltando la tappa a Malacca, abbiamo avuto notizie che lì impervia ancora il monsone e la strada per arrivarci è complicata, è uno spostamento lungo e laborioso che ci occuperebbe tutta la giornata. Abbiamo fatto anche di peggio in passato ma sole, mare bellissimo, spiagge idilliache ed Ernesto che ha ancora difficoltà a camminare per il trauma ci fanno decidere per restare. Al Resort hanno ancora posto e possiamo rimanere nello stesso bungalow, unica nota stonata è che lo paghiamo di più delle notti precedenti (97 euro più tasse a notte). Per fare tutto ciò abbiamo perso la mattinata ora si va in spiaggia! Per cena raggiungiamo l’altra coppia di italiani, Marcella e Mauro, che ci aspettano al Barat dove mangiamo del buon pesce e chiacchere fino al rientro in hotel.
18° giorno
Tarda mattinata andiamo a Cave Rock con Marcella e Mauro, altra bella giornata di sole, tante nuotate tra pesci colorati e scorpacciata di spiedini di pesce. Rientriamo verso le 18.30 con un taxi boat, cena al Coral view con gli amici bolognesi con i quali rimaniamo fino alla chiusura del locale.
19° giorno
Sveglia, colazione per poi raggiungere il pontile dei taxi boat e ci facciamo portare a Turtle beach, dove a dispetto del nome non vedremo neanche una tartaruga. È una spiaggia isolata, raggiungibile solo via mare, non c’è nessun servizio quindi bisogna concordare con il barcaiolo sull’orario di rientro. Noi decidiamo di rimanere fino alle 13. Appena arrivati siamo in compagnia di altre 3- 4 persone ma poco dopo rimaniamo soli, padroni di questo angolo di paradiso, bella sensazione. Il mare è un po’ mosso ma si riesce comunque a fare snorkeling. Alle 13, puntuale, il taxi boat ci viene a riprendere e in 10 minuti siamo di nuovo al Resort, quasi ci dispiace lasciare la spiaggia delle tartarughe. Dopo pranzo di nuovo in spiaggia, qui c’è un angolo di fitta vegetazione con un ruscello, popolato da varani e tante scimmiette che si lanciano tra un albero e l’altro, guardandoti incuriosite e lasciandosi fotografare.
20° giorno
Oggi mattinata dedicata a trovare soluzioni per lo spostamento da Kuala Besut a Kuala Lumpur, il tipo dell’agenzia dove abbiamo prenotato il traghetto per/dall’isola non sembra trovare soluzioni, abbiamo tentato anche con l’agenzia utilizzata dagli amici italiani ma nulla da fare. Decidiamo quindi di raggiungere KL in aereo e prenotiamo un volo da Kota Bharu, che si trova a 50 km dal porto di Kuala Besut, con AirAsia (519 myr per due persone). Ci rimane da trovare come spostarsi dal porto all’aeroporto, ma ci penseremo domani! Nel pomeriggio volevamo andare di nuovo nell’altra isola, Pulao Kecil per vedere la sua spiaggia più famosa, la Long beach, ma non troviamo nessun taxi boat disposto a portarci perché il mare è molto mosso. Rimaniamo nella spiaggia del Resort fino a sera per poi rientrare in camera per preparare le valigie e poi raggiungiamo Marcella e Mauro al Barat per la cena, ottimo pesce.
21° giorno
È arrivato il giorno di lasciare questa bella isola, dopo una leggera colazione alle 7 saldiamo il conto con la reception e andiamo al molo del Resort in attesa del traghetto che arrivando alle 8.20 invece che alle 7.45 ci farà perdere il bus per Kota Bharu delle 9. La traversata a differenza del viaggio di andata sarà tranquillissima, il mare è una tavola. Al molo di Kuala Besut inizia la caccia ai turisti da parte della gente del posto per proporre ogni tipo di trasporto, prendiamo tempo facendo un po’ di acquisti nei vari negozietti, ma il sospetto è che tutto sia predisposto perché il “povero” turista sia indotto a prendere un taxi! Non si riesce ad avere informazioni sui bus, da dove partono, a che ora ecc. Alla fine cediamo e prendiamo un taxi che per 80 myr ci porterà al terminal dei bus di Kota Bharu, il driver avvisato all’ultimo momento della destinazione ci chiede 10 myr in più, perché deve attraversare tutta la città, per 2 euro in più non discutiamo. Arrivati alla stazione dei bus ci guardiamo intorno per trovare un ristorantino per pranzare. L’occhio ci cade su un enorme edificio nelle vicinanze, è un centro commerciale frequentato da persone del posto che ha come al solito tutta un’ala dedicata alla ristorazione con stand di cibi vari. Mangiamo bene, piatti tipici malesi tra i più buoni fino ad ora assaggiati. Non avendo trovato un bus in partenza per l’aeroporto prendiamo un taxi che in 30 minuti ci porta a destinazione. Volo tranquillo di circa 1 ora, arrivati a KL prendiamo il treno diretto per il centro (60 km), il Klia Express, costo 110 myr in due, molto comodo. Scendiamo all’ultima fermata a KL Sentral ubicata in una zona un po’ caotica, siamo nel quartiere indiano. Ci dirigiamo a piedi verso l’hotel prenotato, il Nu hotel KL (180 myr), l’hotel non è granché ma la stanza è grande e pulita. Chiediamo se c’è la possibilità di fare il late check out, ci faranno sapere domani! Cena in un ristorante indiano, nulla di speciale, tutto troppo speziato e uno dei piatti talmente piccante da risultare immangiabile.
22° giorno
Ultimo giorno a KL e ultimo giorno del nostro viaggio, la reception non ci da la disponibilità di ritardare il check out, quindi tramite booking prenotiamo un’altra stanza nello stesso Hotel che sfrutteremo solo fino alle 21. Usciamo per fare colazione e troviamo nella zona un buon locale che offre brioches buone e un caffè discreto, queste sono belle soddisfazioni quando da tanti giorni si fa colazione alla malese. Torniamo in hotel per spostarci di camera e finalmente possiamo prendere il trenino e andare a visitare Chinatown con i suoi mercati. A pranzo troviamo un ottimo ristorante con piatti tipici di Hong Kong, ottima scelta, mangiamo oca e altre specialità. Visitiamo un altro mercato coperto e poi rientriamo in hotel verso le 17 per un aperitivo.
Alle 21 lasciamo l’hotel e prendiamo il Klia Express (5 myr) direzione aeroporto, facendoci spiegare in biglietteria a quale fermata scendere per il volo degli Emirates. Ci indicano il Terminal 1 ma a noi risulta, dalla carta d’imbarco, che il volo partirà dal Terminal 2, ricerca frenetica su internet per chiarire la questione ma senza un esito certo. Decidiamo di dar retta a quello scritto nelle carte d’imbarco quindi scendiamo al terminal 2, dal tabellone delle partenze risulta la scelta sbagliata, quindi riprendiamo il treno e scendiamo al terminal 1. Facciamo il check in, imbarchiamo i bagagli e con un bus ci portano al Terminal 2. Conclusione: avevano ragione tutti! Cambiamo i soldi locali rimasti e si parte destinazione Italia con un volo strapieno!