Giordania fai-da-te con Sabbah: il modo migliore per iniziare il 2011

Bellissima vacanza fai-da-te in Giordania ed a Gerusalemme, il miglior modo di iniziare il 2011, grazie anche al nuovo amico Sabbah, il nostro autista!
Scritto da: carmenlu
giordania fai-da-te con sabbah: il modo migliore per iniziare il 2011
Partenza il: 31/12/2010
Ritorno il: 08/01/2011
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
Ciao a tutti. Dopo una preparazione di diversi mesi e dopo aver letto e riletto i vari diari di viaggio su questo sito, è finalmente arrivato il momento della nostra partenza per la Giordania. Siamo 3 amici del veneto, Amanda, Carmen ed Alessio e potremmo benissimo essere considerati cittadini del mondo considerando i numerosi viaggi che ognuno di noi ha fatto negli ultimi anni. In seguito alle varie recensioni lette su questo sito, per la Giordania abbiamo optato per la soluzione dell’autista personalizzato e ci siamo rivolti al mitico Sabbah consigliato nei diversi racconti che abbiamo letto ed il quale si è dimostrato non solo molto professionale ed affidabile ma anche un vero amico nei momenti di necessità.

Partiamo però dall’inizio. L’arrivo di noi tre ad Amman era previsto per il 31 dicembre 2010 con la Turkish Airlines da Venezia via Istanbul ed è ormai un dovere fare i complimenti alla compagnia turca la quale ci ha stupiti dal primo momento con un servizio letteralmente fantastico. Pensate che non appena si è spenta la spia delle cinture allacciate le hostess sempre carine e disponibili passavano con il menù! Beh direte che novità … lo fanno tutti! Invece no, passano con il menu dei pasti completi e gratuiti offerti dalla compagnia aerea, che ti dà la possibilità di scegliere il piatto principale in base alle proprie preferenze (di solito tra pollo e pesce o manzo). Il menù e stato sempre ottimo e abbiamo subito concordato che nel futuro per i nostri viaggi prenderemo sicuramente in considerazione i voli della compagnia turca.

Tornando alla Giordania però, per motivi personali ho dovuto cambiare il mio volo di andata e partire il giorno successivo, il 1 gennaio, mentre i miei amici partivano comunque il 31 dicembre. Anche qui la disponibilità della compagnia è stata ottima, avendo subito operato il cambio di volo e senza applicarmi una penale eccessiva.… la sorpresa però l’avrei avuta ad Amman. Una volta atterrata alle 01.30 am, nel cuore della notte, e dopo aver superato i vari controlli e formalità, mi rivolgo verso l’uscita per incontrare Sabbah, il quale mi aspetta sorridente con un caloroso “Carmen, Welcome to Jordan”. Ci mettiamo in moto verso la città, per quella notte era previsto il mio soggiorno presso lo Sheperd Hotel ad Amman, hotel scelto da noi e senza aver chiesto l’aiuto di Sabbah. L’hotel l’avevamo scelto poiché consigliato dalle guide, in buona posizione e più economico di tanti altri della stessa categoria. I miei amici erano già arrivati il giorno prima ed era andato tutto bene, mi avevano scritto che erano addirittura contenti della camera e del servizio. Al mio arrivo in hotel non manca però la sorpresa, nonostante io avessi più volte avvisato l’hotel riguardo l’orario dell’arrivo, risulta che la camera non c’era più (o c’era ma il portiere era troppo addormentato per rendersene conto, ipotesi sostenuta pure dai miei amici…) e quindi continuavano a dirci (a me ed a Sabbah) che non c’era camera per me e quindi devo andare da un’altra parte. Svegliare gli amici che soggiornavano lì non mi andava proprio ed erano già le 3 di mattina passate. Dopo un altro paio di chiamate che Sabbah ha fatto agli altri hotel, ero sempre più convinta di dover passare il resto della notte in giro senza alcuna idea di dove andare ed ormai molto stanca dopo diverse ore di viaggio. In questo momento però interviene Sabbah il quale, sentendo probabilmente la mia stanchezza, mi dice calorosamente: ok, andiamo a casa. Mentre lo guardavo incredula, mi stava rassicurando dicendomi..” dai, ho appena avvisato mia moglie e non ci sono problemi. Ora andiamo a casa mia e dormirai sul nostro divano fino alla mattina”… difficile spiegarvi la sorpresa, ero appena arrivata in Giordania da qualche ora ed una persona che appena mi conosceva mi offriva la sua casa come ospitalità, nel cuore della notte! Il risultato è che ho dormito le 4 ore restanti sul divano della casa di Sabbah e la mattina mi sono svegliata con un fantastico profumo di thè che sua moglie aveva preparato appositamente per me. E mettiamo anche la sorpresa di incontrare i suoi figli i quali mi guardavano con curiosità accogliendomi con un caloroso abbraccio! Ho ringraziato Sabbah e la famiglia di cuore e sicuramente non dimenticherò mai l’accoglienza che mi hanno riservato, davvero incredibile se pensiamo alle abitudini dei paesi occidentali. La mattina dopo ho ritrovato i miei amici ed insieme a Sabbah abbiamo iniziato la nostra avventura giordana.

In seguito eviterò i dettagli sulle bellezze turistiche ormai note a tanti di voi, mi soffermerò soltanto su alcuni aspetti che per noi sono stati importanti e che mi sento di condividere nella speranza che possano servirvi nel futuro.

Giorno 1: Amman – Castelli del Deserto Sabbah ci ha organizzato la visita ai castelli dalle 10.00 am in poi, purtroppo d’inverno il sole va giù molto presto ed alle 16.30 è già buio. Pur non essendo spettacolare, l’escursione è stata interessante per vedere alcuni castelli abbandonati nel deserto e per rendersi conto, dai cartelli stradali, della vicinanza all’Iraq che fa una certa impressione!…Vale la pena farlo per chi ha una mezza giornata a disposizione ma non è una cosa irrinunciabile.

Giorno 2: Amman – Madaba – Monte Nebo – Betania – Dead Sea – Madaba Premesso che ci siamo resi conto subito di essere molto fortunati poiché pur essendoci inverno le temperature che ci hanno accompagnato durante l’intero viaggio sono state tra 15 e 20 gradi, fare il bagno nel Mar Morto il 2 di gennaio fa un po’ impressione. Noi abbiamo approfittato anche dei fanghi e l’esperienza è stata senz’altro molto interessante! Attenzione solo a non toccarvi gli occhi mentre siete in acqua altrimenti sarà proprio difficile arrivare alla prima fonte d’acqua dolce. Portatevi sempre un costume da bagno vecchio/usato perché c’è una grande probabilità di buttarlo via una volta usato nel Mar Morto, il mio pur essendo prodotto da una grossa azienda italiana specializzata, si stava praticamente sciogliendo a causa del sale. Il sito del Battesimo di Gesù, chiamato Betania, è un’esperienza interessante e ben organizzata, si paga l’ingresso di 15 EURO circa e poi il pulmino accompagna i visitatori nelle vicinanze del percorsi di un’ora circa da fare poi a piedi. E’ affascinante vedere il cambio dei colori e della vegetazione man mano che si va verso il Fiume Giordano e pensare che si è praticamente nel punto più basso della Terra. C’è sempre la guida che accompagna il gruppo, inclusa nel biglietto, ma consigliamo di prendere comunque l’audioguida (anche essa inclusa nel biglietto), in italiano offrirà tutte le informazioni necessarie. La sera abbiamo cenato al Haret Jdoudna a Madaba, secondo noi il miglior ristorante della Giordania e dove abbiamo avuto la miglior cena dell’intero viaggio. Veloci, molto curati, disponibili, con meno di 15 euro a testa abbiamo fatto un ottimo assaggio della cucina giordana (vari antipasti/mezes più un piatto di carnea testa, dolci e caffè o thé, tutto decisamente abbondante!). Abbiamo pernottato presso un hotel prenotato per noi da Sabbah, il Mosaic City Hotel 3* con ottimo servizio e colazione e collegamento wi-fi gratuito (utile per chiamare gratis in Italia via skype, utilizzando l’iphone per collegarsi all’internet).

Giorno 3: Madaba – King Hussein Bridge/ Allenby – Gerusalemme Giorno 4: Gerusalemme – Amman Considerando la vicinanza di Gerusalemme ad Amman, non abbiamo resistito alla tentazione di andare a visitare anche Gerusalemme. Dopo aver letto i vari racconti sui tempi impossibili da stimare per attraversare il confine con l’Israele, abbiamo deciso di dormire una notte a Gerusalemme e quindi rientrare il secondo giorno nel pomeriggio, il più tardi possibile. Successivamente ci siamo resi conto che la nostra decisione è stata non solo molto saggia ma anche da consigliare a tutti perché cercare di visitare Gerusalemme in un solo giorno con la partenza dalla Giordania la mattina è veramente impossibile e non fa che creare forti sentimenti di frustrazione. In andata ci abbiamo messo più di 4 ore per passare i vari controlli e si potrebbe dire che ci è andata proprio bene visto che da altre persone che erano lì con noi abbiamo saputo dopo che erano riuscite a passare l’ultimo controllo in Israele alle 16.00! Sabbah ci ha aiutati per l’uscita dalla Giordania, poi per il transfer con lo shuttle verso Israele ed i successivi controlli non potevamo che aspettare e seguire gli altri. Quando l’autista del pulmino shuttle ha acceso la tv dopo un’ora di attesa al confine Israeliano, l’abbiamo vista brutta pensando di dover passare lì in fila tante altre ore…. Per fortuna siamo riusciti a passare in tempi ragionevoli (rispetto a ciò che avevamo letto) ed alle 12.30 eravamo pronti ad andare verso Gerusalemme, abbiamo preso un taxi collettivo che nel giro di 40 minuti ci ha portati alla Porta di Damasco, uno degli ingressi nella città vecchia. Alle 13.30 eravamo in Hotel (Little House in Rechavia, un ottimo 3 stelle con colazione fantastica ed a 15 minuti a piedi dalla città vecchia, consigliato da una nostra parente residente a Gerusalemme da anni) pronti ad iniziare la nostra visita della città Santa. Diverse volte abbiamo pensato ai nostri compagni di pulmino al confine, romani, i quali avevano organizzato il viaggio dalla Giordania a Gerusalemme in giornata, praticamente hanno finito le formalità d’ingresso in Israele alle 12.30, poi alle 16.00 dovevano essere di nuovo al confine per rientrare in Giordania. Pensare di vedere Gerusalemme in 3.5 h con i transfer verso la città inclusi è a nostro avviso una missione impossibile! E la frustrazione è ancora più grande se si pensa che all’uscita dall’Israele sono da pagare 172 NIS (circa 40 euro), non importa se visiti il paese per 3h o 3 mesi! Contenti quindi della nostra scelta abbiamo passato il pomeriggio nella città vecchia girando i vari quartieri ed i vari luoghi di importante significato religioso per le varie religioni, poi il giorno successivo ci siamo dedicati alla visita della spianata con la Cupola della Roccia (è aperta ai turisti solo la mattina fino alle 10.30 e per un’oretta verso pranzo), poi un salto al mercato Mahane Yehuda davvero interessante sia per i colori affascinanti sia per gli ottimi prezzi per qualsiasi tipo di prodotto alimentare e non solo.. Abbiamo provato il succo fresco di melograno, i biscotti all’anice, i dateri freschi immensi, etc, poi abbiamo pranzato in uno dei vari ristorantini al mercato dove mangiavano anche i venditori, non ricordo più il nome ma ricordo di aver mangiato il miglior falafel della vacanza. E’ una specie di self service molto pulito e colorito che prepara al momento una lunga lista di piatti tipici su richiesta, a prezzi davvero economici. Nel primo pomeriggio siamo andati sul Monte degli Ulivi. Nonostante ci avessero consigliati di non andarci a piedi perché lontano e quindi impossibile, a fine giornata eravamo fieri di aver visto in un giorno e mezzo tutto ciò che ci eravamo proposti di vedere (tranne i musei)… alle 17.00 ci aspettava all’Hotel il nostro amico Ramsi, professore di storia che per arrotondare faceva il tassista. Ramsi ci ha accompagnati al confine con la Giordania facendoci un ottimo prezzo (circa 20 euro a persona per un tragito fuori città di quasi un’ora) e soprattutto dandoci la possibilità di restare a Gerusalemme più a lungo. Parla italiano ed è stato diverse volte in Italia, inoltre fare il viaggio con lui è stato molto interessante perché ci raccontato anche la versione palestinese sul problema dell’Israele. L’orario della chiusura del confine è sempre un mistero, nessuno è in grado di saperlo veramente visto che c’è anche la possibilità che chiuda all’improvviso. Noi abbiamo chiesto all’ufficio di informazione turistica a Gerusalemme per averne la certezza, ma poi i bus che vanno da Gerusalemme al confine passano ogni tanto e fino ad una certa ora e per sicurezza meglio concordare un transfer privato. Ramsi l’avevamo conosciuto casualmente all’arrivo a Gerusalemme il primo giorno, è stato subito molto gentile e abbiamo subito concordato di accompagnarci il giorno dopo al confine. Meglio prendere gli accordi in anticipo altrimenti prendendo il tassista di turno può risultare molto caro. Al rientro in Giordania (le formalità sono state un po’ più veloci rispetto al giorno precedente) ci aspettava Sabbah il quale era arrivato al confine almeno 3 ore prima, non perché non l’avevamo avvisato del nostro rientro ma perché non vedeva l’ora di vederci, ci ha subito detto che gli mancavamo ed anche se in primo momento ci sembrava una battuta di cortesia, ci siamo poi resi conto che è cosi appassionato del suo lavoro che ci tiene davvero tanto ad offrire il meglio del suo paese a chiunque intende visitarlo ed ogni volta che accompagna delle persone in giro per la Giordania è come se andasse in vacanza anche lui. Un consiglio importante: non andate mai a Gerusalemme di venerdì o sabato, venerdì è giorno di Shabat e quindi il confine chiude alle 11.30 e poi anche in città è praticamente impossibile muoversi vista che gente locale che ci va per le preghiere. Giorno 5: Amman – Karak – Showbak – Petra Rieccoci in Giordania, pronti ad immergerci nell’immensità di Petra. Prima di arrivare però a Petra abbiamo concordato con Sabbah di fare parte del percorso seguendo la Kings Road ( in alternativa all’autostrada Desert Road) per poter visitare anche Karak e Showbak, due bellissimi castelli con una vista panoramica mozzafiato. Le soste per i due castelli sono state interessante non solo per vedere i castelli ed i paesaggi molto diversi da quelli europei ma anche per ammirare la gente per strada, il loro modo di vestirsi, le abitudini. Contenti della ns. Scelta e vista la partenza da Amman la mattina alle 6.30, siamo arrivati a Petra verso le 13.00 e dopo una breve sosta in hotel per lasciare i bagagli eravamo già pronti per la visita del sito archeologico. Premesso che prima della partenza avevamo letto e riletto tutte le guide disponibili sulla Giordania (non che ce ne siano tante però e questo dovrebbe far pensare visto che gli italiani sono tra i più numerosi a livello di visitatori di Petra, comunque avevamo in dotazione sia la Rough Guide che la Lonely e la guida della Mondadori che tratta Gerusalemme e la Giordania). Premesso che una volta arrivati a Petra abbiamo riscontrato nella Rough Guide alcune piccole inesattezze, dalla nostra lettura non eravamo riusciti a capire veramente l’immensità di questa meraviglia del mondo. Come primo approccio Sabbah ci ha accompagnato in un posto panoramico di Wadi Musa per la prima veduta esterna di Petra … che meraviglia … ed ancora non avevamo visto niente! Non mi soffermerò sull’immensità e sulla bellezza di Petra, cercherò solo di intervenire con alcune informazioni pratiche ed a nostro avviso importanti: – Dal 1 novembre 2010 l’ingresso è aumentato, il costo del biglietto per un giorno è di 50 JOD (circa 58 EURO) e per due giorni 55 JOD (circa 60 EURO). L’aumento del biglietto è giustificato dall’intenzione di migliorare il servizio di informazione ed accoglienza all’interno del sito archeologico, al momento questi miglioramenti non si vedono ma un’amica archeologa ci ha rassicurati che una volta chiarito il problema delle competenze, i lavori saranno avviati a breve. Nell’ingresso è inclusa anche la guida per 2h ma sinceramente non la consigliamo poiché molto veloce e non permette di godersi veramente la bellezza di questa città nabatea andata persa per cosi tanto tempo. Leggete però le guide prima di andarci e siate sicuri che c’è molto di più da vedere rispetto al Tesoro cosi tanto pubblicizzato. Il Tesoro è soltanto la prima tappa, dopo aver percorso il Siq tra carrozze in velocità con a bordo turisti che hanno scelto la via più veloce ma forse meno riflessiva e gruppi di turisti organizzati che all’improvviso ti circondano come funghi senza tener presente che tu eri arrivato per primo a guardare una certa roccia e che per rispetto bisognerebbe dare tempo a tutti di godersi il paesaggio! Siamo riusciti ad arrivare fino al Tesoro percorrendo il Siq e poi all’Anfiteatro, poi abbiamo scelto di fare la salita a piedi fino all’Altare del Sacrificio…nelle guide è indicata come una delle salite più accessibili di Petra, è vero…non è particolarmente impegnativa e facendola con calma ci si gode un panorama fantastico della “piazza centrale” di Petra, dell’Anfiteatro, delle Tombe Reali. Consiglio di non prendere gli asini, se non altro perché abbiamo avuto modo di notare come vengono maltrattati quando non ce la fanno più a salire con il peso, per non dire che a volte abbiamo assistito anche a scene di persone che dovevano scendere dall’asino per qualche metro e dargli tempo di riprendersi per poi risalire. Insomma, se volete salire in alto (e vi consiglio pienamente di farlo perché ne vale la pena), andateci a piedi … magari con calma godetevi il panorama mozzafiato. – Il primo giorno a Petra è stato molto bello però la folla di gente non ci ha permesso forse di goderci questa meraviglia cosi come avremo sperato. Qui però interviene nuovamente Sabbah il quale per il secondo giorno ci organizza una giornata speciale. Prima però, per la sera, Sabbah ci ha preso i biglietti (12 JOD = 15 Euro) per Petra by Night …. Un’esperienza molto bella però molto pubblicizzata e quindi con tantissima gente anche qui… Ad un certo punto sembrava una fiaccolata e si fa fatica a godersi la bellezza del Siq illuminato da migliaia di candele quando intorno è pieno di gente che ride, parla ad alta voce e non si immedesima minimamente nell’ambiente. Bellissimo però il momento davanti al Tesoro, con tutta la spianata illuminata da centinaia di candele, il thé beduino che viene offerto ai turistici sulle notte di una canzone beduina suonata con uno dei loro strumenti tradizionali. Contenti ed abbastanza stanchi siamo tornati in hotel verso le 23.00 (il Petra Sella Hotel 3*** prenotato da Sabbah, la colazione è buona e nuovamente c’è il wi-fi nella hall, cosa che personalmente ho apprezzato moltissimo dovendo restare il contatto con l’Italia).

Giorno 6: Petra – Deserto Wadi Rum La mattina successiva Sabbah ci ha riservato una sorpresa che avremo poi apprezzato moltissimo: la sveglia molto presto (qui abbiamo un po’ brontolato però alla fine aveva decisamente ragione lui) e ci ha accompagnati in auto fino all’ingresso di Petra dal villaggio dei beduini … praticamente è un secondo ingresso a Petra, utilizzato dai beduini che poi vanno a lavorare all’interno del sito archeologico, vendono praticamente qualsiasi tipo di ciondolo, pietre, argento cosiddetto beduino, etc e poi sono loro ad offrire i vari servizi con i cavalli, asini, carrozze … l’ingresso è poco conosciuto e le uniche persone che abbiamo incontrato erano i beduini ed i loro bambini che si dirigevano verso il sito. Entrando da li abbiamo percorso circa 40 minuti fino ad arrivare al Tempio che una volta era il cuore di Petra ed a qualche metro dalla salita verso il Museo ed il Monastero. E la cosa più bella NON C’ERA NESSUNO! Tutta la gente entrava nel sito dal solito ingresso, percorrendo il Siq e quindi sarebbero arrivati alla salita verso il Monastero dopo almeno 3h. Abbiamo quindi avuto modo di goderci pienamente la salita verso il Monastero da soli, le uniche persone che incontravamo erano i beduini che preparavano i loro banchetti per la vendita e con cui abbiamo avuto modo di interagire comprando anche qualche piccolo souvenir. La salita al Monastero è indicata nelle guide come molto difficile, ci sono 800 gradini da percorrere e si consiglia anche qui di prendere l’asino. Noi siamo però saliti a piedi e ci è sembrata meno difficile di quanto ci saremo aspettati, anche Alessio e Amanda entrambi con ginocchia infortunate sono riusciti a salire senza problemi … ci sono sì 800 gradini però non dovete immaginare i soliti gradini che si succedono l’uno dietro l’altro e che ti tolgono il fiato.. Ci sono delle pause importanti che permettono di mantenere un ritmo abbastanza equilibrato ed alla fine arrivare in cima e godersi il panorama è una bellissima soddisfazione! Per la salita a piedi con calma considerate circa 1,5h, poi un’altra oretta per scendere con calma. Mentre stavamo scendendo abbiamo incontrato la folla di gente che saliva e ci siamo resi conto di quanto sia stato ispirato Sabbah e farci entrare dall’ingresso secondario per poterci godere il sito archeologico in pace … per qualche ora all’interno eravamo solo noi e la sensazione di pace e serenità era davvero fortissima. Con Amanda ed Alessio ci siamo guardati diverse volte sentendoci davvero felici di aver compiuto una tale impresa ed increduli di essere a Petra e soprattutto da soli e ringraziando mille volte Sabbah per averci regalato questi momenti indimenticabili. Ritornati giù siamo andati ad ammirare le Tombe Reali e l’Anfiteatro per poi tornare verso l’uscita dall’ingresso principale percorrendo stavolta il Siq pieno di gente che stava ancora entrando nel sito. Verso le 14.00 abbiamo abbandonato il sito per la prossima destinazione il deserto di Wadi Rum. A causa di alcuni problemi con le banche, il fatto che praticamente in Giordania (e soprattutto nella zona di Petra)è difficile trovare dei bancomat che permettano di prelevare dalle carte italiane (sia carte di credito che bancomat comunemente accettati all’estero), abbiamo accumulato un po’ di ritardo e quindi riuscire a vedere il tramonto nel Deserto sembrava abbastanza difficile. Sabbah però anche stavolta ha trovato una soluzione alternativa che ci ricorderemo a lungo. Appena fuori dal Deserto ha fermato l’auto nelle vicinanze di giardino immenso con all’interno una coltivazione di pomodori ed un numero molto alto di cammelli. Non abbiamo capito se si trattava di un allevamento di cammelli ma sicuramente abbiamo capito che i cammelli mangiano di tutto tranne i pomodori. Mentre aspettavamo il tramonto ammirando i cammelli, la famiglia che custodiva il giardino ci ha avvicinati … per primo ci hanno offerto dei pomodori per poi invitarci ad entrare nel giardino ed ammirare da vicino i baby camel nati 2 giorni prima! Ovviamente abbiamo accolto subito l’invito e abbiamo passato una bella mezz’oretta di tempo facendo delle foto ai baby camel ed a tutta la famigliola che ormai ci stava guardando incuriosita. Pur non parlando ne l’italiano ne l’inglese, sono riusciti a farci sentire benvenuti ed i pomodori che ci hanno regalato erano un bel segno di accoglienza. Abbiamo poi seguito la strada verso il nostro Camp nel deserto per la notte in tenda beduina! Abbiamo alloggiato presso il Hillawi Camp, anche questo prenotato da Sabbah, e si è dimostrato una bella sorpresa..le tende individuali con letto matrimoniale e bagno interno con lavandino, water, doccia fredda e specchio mentre l’acqua calda era disponibile nello stabilimento principale del camp. All’arrivo nel camp era in corso una dimostrazione di danza araba alla quale abbiamo assistito insieme ad un gruppo di turisti tedeschi anche loro ospiti, poi abbiamo assistito all’apertura dello zerb (la carne di agnello e pollo cucinata nel forno sottoterra dalle 8.00 di mattina fino alle 19. 00). Dopo le spiegazioni relative alla modalità di cottura abbiamo cenato con un bellissimo buffet di salse e verdure e la carne cotta allo zerb. Dopo cena Sabbah ci ha accompagnati in un posto su una duna di sabbia vicina al campeggio per guardare le stelle … davvero incredibile quanto possa essere stellato il cielo nel deserto rispetto alla città! Siamo andati poi a dormire presto, la mattina dopo la sveglia era prevista alle 5.30 per la gita di 4h nel deserto di Wadi Rum con l’alba inclusa. Le nostre paure riguardo il freddo nella tenda durante la notte sono state smentite, ci avevano fornito diverse coperte e siamo riusciti a dormire molto bene, ad un certo punto faceva addirittura troppo caldo.

Giorno 7: Wadi Rum – Amman Sveglia prima dell’alba e partenza per la gita con la jeep nel deserto. Guardare l’alba è stato un bel momento anche se i colori del deserto sono molto più belli ed affascinanti dopo che il sole è già alto. … il Wadi Rum Desert è forse il più bel deserto del mondo, sicuramente ha superato di molto le nostre aspettative … una distesa infinita di rocce e di sabbia, ricorda moltissimo il Gran Canyon americano ed è sicuramente un’esperienza imperdibile! Il nostra giro vero e proprio è iniziato dopo l’alba, con la colazione beduina con thè preparato nel mezzo del deserto e biscotti. Facendo il giro di 4h (c’erano diverse possibilità, incluso giri da 2h o 3h) abbiamo avuto modo di vivere veramente il deserto, con il passare del tempo i colori cambiano e i panorami sono veramente mozzafiato. Consigliamo quindi un giro più lungo, è un’esperienza unica e ne vale la pena. L’escursione ci ha costato circa 27 euro a testa ma ne è valsa veramente la pena. Finito il giro è arrivato il momento di salutare il deserto e rientrare verso Amman. In alternativa Sabbah voleva portarci a Jerash però abbiamo preferito di fermarci ad Amman e goderci un po’ la città alla luce del sole. Amman è una città molto particolare, piena di contrasti, si passa da un colle all’altro dalla modernissima zona occidentale Rainbow Street al suq arabo dove le merci in vendita sono molto diverse.

La nostra avventura si è conclusa con una cena al Wild Jordan vicino alla Rainbow Street. Sette giorni sono pochi per poter veramente conoscere un paese come la Giordania però sono sufficienti per capire la fantastica ospitalità ed accoglienza della gente, la bellezza dei posti da rivedere ed approfondire. Tutti e tre abbiamo girato il mondo ma questo è stato uno dei più bei viaggi fatti finora e vogliamo ringraziare gli amici Valentina, Serena ed Enrico che tramite il loro racconto su questo sito ci hanno aiutato a conoscere una brava persona come Sabbah, che si è dimostrato molto disponibile e con ottimi consigli per migliorare la nostra vacanza. Pur non essendo una guida turistica specializzata, è molto più di un semplice autista e durante le attraversate della Giordania insieme ci sono state delle ottime occasioni quando ci ha fornito degli approfondimenti sulla vita in Giordania, il modo di essere e di pensare della gente. Una delle cose che ci ha stupiti di più di lui è la sua puntualità, cosa che non avremo mai considerato come appartenente alla cultura araba. Abbiamo capito poi che essendo un buon conoscitore dei percorsi è in grado di apprezzare molto meglio di noi i tempi che avremo dedicato ad ogni attrazione per potercela godere pienamente. Sperando che il nostro racconto possa essere utile a chiunque decidesse di avventurarsi nella Giordania fai-da-te, salutiamo il nostro nuovo amico con la promessa di ritornarci presto. Buon viaggio a tutti voi e non esitate a contattarci se avete bisogno di altre informazioni! Carmen, Amanda & Alessio



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