Succo di Cambogia

Un gran bel caos nelle grandi città, un gran bel vedere Angkor Wat. Le nuove generazioni, cresciute nelle campagne e nelle capanne, si ritrovano catapultati nel mondo dei grandi, a 18 anni guidano enormi autobus tra piccole strade semi asfaltate. Affrontano la vita alla leggera, come è giusto che sia alla loro età, ti trascinano, con il loro...
Scritto da: chica1275
succo di cambogia
Partenza il: 10/08/2010
Ritorno il: 24/08/2010
Viaggiatori: 3
Spesa: 2000 €
Tre persone giovani spesa 1200 euro tutto compreso. Una settimana è il tempo utile per visitare la Cambogia.

Il tutto ebbe inizio una calda notte d’estate, poco distante da noi, sfrecciavano auto in tutte le direzioni, un taxi ci accompagnò all’albergo, odori forti, caos, riempivano la città di Bangkok. Siamo rimasti una sola notte, come dice la famosa canzone. Albergo Rambrutty (OK), vicino alla zona dei mercatini e dei ristoranti. E’ sufficiente un giorno x visitare il palazzo reale e i tre Buddha giganti, (seduto, in piedi e sdraiato) e la sera x mercatini e pub. Da evitare l’escursione in barca e i tuk tuk che ti portano a vedere le fabbriche di camicie e altre ditte manifatturiere. Per Phon Phen, in un certo senso, vale il solito discorso di Bangkok. Palazzo Reale, due ore di tempo, pomeriggio dedicato al mausoleo dello sterminio e al carcere dove venivano eseguite le torture, (non sono d’accordo sul biglietto d’ingresso in entrambi i luoghi a prescindere), nonostante i cartelli invocassero il rispetto del luogo, c’è sudicio. Infine trascorrere la serata lungo il fiume dove conviene rimanere a dormire. In entrambe le città, un occhio di riguardo, al traffico, disordinato e intenso, e hai furbetti, che cercano di venderti sempre qualcosa fino a sviarti palesemente da un’altra parte. E’ consigliabile il taxi al tuk tuk anche perché costa pochissimo. Shinockville: noi siamo rimasti al orchidee guest house, con piscina, ed è pulito. Piccola tranquilla e piena di ristorantini organizzati x il BBq, ottimo anche il prezzo, mezzo kilo di gamberoni giganti 5 Euro. I negozi x massaggi sono economici, c’è persino un ristorante italiano, di nome Marco Polo. Il mare della Cambogia non è azzurro ma verde. Da qui organizzano le escursione x le isole circostanti, dove l’acqua è blu e c’è tranquillità, durante il tragitto c’è la possibilità di fare snorkeling. Sulla spiaggia occhio alle borse, sarete prese d’assalto dei vari venditori, dalla tenera età, ma dopo un po’ smettono e vi lasciano in pace. Da evitare il centro e se avete poco tempo, il parco Riemp. I tuk tuk sono insistenti come in ogni luogo della Cambogia, purtroppo è una croce da sopportare. Siem Reap, questa è la base logistica x visitare Angkor Wat, da qui parte il viaggio vero. Ottimo la guest house Golden Temple Villa, anche x colazione o cena. Questa è una piccola cittadina occidentalizzata, qui non manca davvero niente, persino il vero caffè italiano, divertimenti, mercatini artigianali e quanto altro potete immaginare. Occorrono almeno tre giorni, intensi piovosi faticosi afosi, x osservare i templi, ma ne varrà la pena, è qui che rimarrete a bocca aperta. A dicembre, durante la stagione secca, ci sono tantissimi turisti rispetto ad agosto, a voi la scelta. E’ importante trovare un guidatore di tuk tuk che parla inglese che vi consiglierà sul giro da fare. I percorsi sono cinque, tre corti e due lunghi. Quello breve con Angor wat è il più bello, il mio consiglio è l’utilizzo della bicicletta x fermarsi ogni qual volta lo riterrete necessario, visto le mille cose da vedere. Quelli lontani sono meno interessanti (1 o 2 ore di tuk tuk). In compenso potrete vedere come vivono i Cambogiani. Incredibile a dirsi ma gli spostamenti sono la parte più colorita del viaggio. Circondati dalle capanne, ci si sposta fra strade motose, animali della fattoria liberi, mucche, maiali, bufale, polli, anatre e tanti cani randagi. Numerosi sono i bambini semi nudi che giocano nei cortili e che ti salutano con il classico Hallo e il simbolo della vittoria. I vecchini sonnecchiano sdraiati sulle amache. I giovani scorrazzano con i motori, quasi tutti delle Honda di colore nero, con la sella lunga x trasportare più persone, anche fino a quattro. Persino i giovani monaci approfittano dei passaggi in motore. Il loro è un lungo cammino, perché iniziano la mattina presto il loro giro, per raccogliere donazioni. Una escursione da fare forse si, forse no, è quella del villaggio galleggiante sul fiume marrone, c’è persino la scuola, negozi ambulanti, come tutto il villaggio, lì le passeggiate sono solo in barca. Biglietto d’ingresso caro e poco chiaro, personaggi strani, davanti alla biglietteria ufficiale. Ti fanno pagare da un’altra parte. Kampot, oramai un’ex città quasi in disuso. Una zona di tranquillità nel bel mezzo del caos. Una cena lungo il fiume con il vento che ti rinfresca, il silenzio circostante, un pò di relax. Ristorante Moldeni e Mambrutti, per dormire Little Garden. Ci sono un paio di escursioni poco interessanti compresa quella di Bokor, la quale è da evitare sicuramente, infatti, si tratta di edifici vuoti lasciati al loro destino, con i depositi dei rifiuti nascosti dietro i muri. Le nuvole basse rendono l’atmosfera lugubre, tutto qua.

Considerazione generale sulla Cambogia

Gli spostamenti non sono facili e non sempre funzionanti, l’autobus si è rotto tre volte su tre, una bella media, l’ultima volta abbiamo dovuto anche spingerlo x farlo partire e salire al volo come nel telefilm Hazzard, aggiungendo pochi dollari è meglio prendere un taxi. Dal punto di vista alimentare si difendono piuttosto bene, riso o noodles, pesce sulla costa, la birra è buona. Chiara Ale Fabio



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