Hasta luego Argentina

Il nostro viaggio di nozze alla scoperta di Buenos Aires, cascate di Iguazù, Salta, Cordoba e un salto veloce in Uruguay
Scritto da: cla&cor
hasta luego argentina
Partenza il: 11/01/2013
Ritorno il: 25/01/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 3000 €
Costo per persona (voli interni compresi): 2.500 euro circa

Argentina. L’abbiamo scelta come meta per il nostro viaggio di nozze. Avevamo voglia di andare lontano, di vedere qualcosa di diverso, di conoscere un popolo sullo sfondo di paesaggi immensi…eh sì, Il paese è talmente esteso che abbiamo dovuto decidere quali posti visitare, parte nord oppure Patagonia? Entrambe, per il nostro budget, era impossibile. A nostro gusto personale, abbiamo optato per il giro: Buenos Aires; Iguazù; Salta; Cordoba, che ci ha permesso di vivere sia le atmosfere urbane che ammirare le meraviglie della natura che offre questo grande paese. La Patagonia la riserveremo ad una prossima visita…speriamo, perchè ci è rimasta davvero la voglia ci tornarci!

11 gennaio 2013

Partiamo da Venezia con volo Alitalia per Roma di venerdì sera. Da Roma poi volo diretto per Buenos Aires in partenza alle 22e10 (acquistato quasi 8 mesi prima per poter risparmiare un pò), con arrivo a Buenos Aires alle 08:10 del giorno dopo (orario locale) ; dopo 14 lunghissime ore di volo, dal gelo dell’inverno padano veniamo finalmente catapultati nel caldo torrido della capitale federale!

12 gennaio SABATO

Appena atterrati perdiamo un pò di tempo per uscire dall’aeroporto. In tutta sincerità, ci ha dato l’impressione di avere un’organizzazione non proprio impeccabile; soprattutto la lunga coda per i controlli da passare per uscire, dopo aver recuperato i bagagli.

Dall’aeroporto prendiamo taxi Ezeiza per raggiungere l’albergo nel quartiere Recoleta spendendo 220 pesos per la corsa (alberghi tutti prenotati su booking.com: i prezzi sono espressi di solito in dollari e senza iva, per cui bisogna tenerne conto per non avere spiacevoli sorprese al momento del pagamento ed è utile anche avere ben presente quelli che accettano carte di credito – cosa che abbiamo scoperto non essere così scontata in Argentina – e quelli invece che ricevono pagamenti soltanto in efectivo; anche perchè i pesos cambiati ed avanzati al termine del viaggio non si possono riconvertire in euro…). Nota sui taxi argentini: tutti fanno scattare il tassametro e quindi non si usa fare contrattazione sul prezzo prima di salire a bordo. Ci sono sovrapprezzi per i tragitti all’aeroporto, ma soltanto uno ci ha chiesto 5 pesos in più a valigia, che poi ci è stato confermato da receptionista dell’albergo che non erano dovuti… Comunque, alla fine dei conti, ci sono sembrati abbastanza convenienti e funzionali.

All’arrivo al boutique Hotel Onze abbiamo una spiacevole sopresa, nel senso che non potevano consegnarci la camera se non dopo le 15… stanchi e veramente molto assonnati, ma non volendo sprecare altro tempo del nostro viaggio, depositiamo i bagagli e corriamo a Plaza del Congreso dove sapevamo che alle 11 iniziava il BA free tour. Piccolo appunto: da quando viaggiamo insieme, mio marito mi ha fatto scoprire questi tour gratuiti delle città , che spesso sono organizzati da studenti e che si possono trovare segnalati facilmente in internet. Fino ad ora avevamo sempre seguiti quelli di Sandeman, che sono a scelta sia in inglese che in spagnolo. Sono tour che si fanno a piedi, di solito sono passeggiate di due/tre ore nei luoghi più significati della città, utili soprattutto per avere una prima infarinata e poi proseguire con la visita per conto proprio. Al termine del giro di solito si dà una mancia, liberamente, decidendo l’importo che si vuole lasciare. A Buenos Aires per il momento sono soltanto in inglese. Gaston, la ns guida, ci ha fatto scoprire in una volta sola: Teatro Colòn,Cabildo, Catedral, Manzana de las luces, Calle Florida, Av 9 de Julio, Casa Rosada, Tribunales, Plaza de Mayo, Av de Mayo fermandosi all’Obelisco. È stato molto interessante sentire da un autentico porteno i commenti sui caffè di BA, la tradizione del mate e il racconto della lunga e dolosa storia della Guerra Sporca e tante altre infomazioni sull’ attuale situazione del paese. Tornati all’hotel abbiamo fatto doccia, con il buon proposito di fare un breve pisolino per poi uscire a cena. Purtroppo ci siamo dimenticati di mettere la sveglia e ci siamo svegliati soltanto la mattina del giorno dopo, complice la notte insonne in aereo e le 4 ore di fuso orario (in Argentina non viene adottata l’ora legale).

13 gennaio DOMENICA

Avevamo appuntamento con un’amica di mio marito, originaria di Salta, ma che vive a Buenos Aires. Essendoci alzati molto presto e decisamente in anticipo per incontrarla, ne approfittiamo per farci una passeggiata nelle vicinanze. Così visitiamo il famoso cimitero della Recoleta, a quell’ora affollato di gatti randagi. Ci ha impressionato la quantità di tombe di famiglia dove le casse non erano interrate, ma ben visibili. E abbiamo dovuto chiedere aiuto ad un inserviente perchè ci indicasse la tomba della famosa Evita; ci aspettavamo una costruzione grandiosa, mentre invece è poco appariscente. In questo frangente, abbiamo potuto subito sperimentare l’affabilità della popolazione argentina: quando viene chiesta un’indicazione, immediatamente si fanno in quattro per dare una mano! In generale ci sono sembrati persone generose, rumorose, passionali, gentili e che hanno in simpatia chi viene dall’Italia. Una cosa mi è rimasta molto impressa: soprattutto quando ci si ferma a mangiare in locali all’aperto, nelle grandi città come Buenos Aires o Cordoba,capita spesso di essere avvicinati da bambini che chiedono un pezzo di pizza o una bottiglia d’acqua o da anziani zoppicanti che chiedono l’elemosina. Da noi il più delle volte sono persone invisibili, perchè spesso gli si dà appena uno sguardo sfuggevole per poi girarsi dall’altra parte, senza dargli retta…invece, durante il nostro viaggio, ho visto tutti gli argentini cui veniva chiesto qualcosa allungare un pezzo di quello che stavano mangiando, versare un pò di quello che stavano bevendo o dare qualche pesos, magari anche facendo due parole di cortesia. Sono davvero gesti di gratuità e gentilezza che mi hanno colpita per quanto fossero fatti con naturalezza.

La nostra passeggiata mattutina si è conclusa con le foto alla Floralis d’acciaio in Plaza de las Naciones Unidas, passando per il Museo de Bellas Artes dove era in corso una mostra su Caravaggio!

Tornati all’albergo, prendiamo un taxi per farci portare alla Feria artesanal di San Telmo, che si tiene tutte le domeniche e i festivi a partire dalle 9 di mattina fino alla sera. Praticamente negozi aperti e poi tantissime bancarelle che vendono prodotti artigianali, con tanto di esibizione di ballerini di tango per la strada. Davvero carina! Ci ha incuriosito la quantità di sifones d’epoca che andavano a ruba, pur non essendo per niente a buon mercato, e abbiamo poi scoperto che vengono molto utilizzati in Argentina per la soda e spesso, quando sono antichi, fanno bella mostra di sé sugli scaffali di alcuni locali alla moda.

Dopo un giro da soli, nel quale abbiamo iniziato a compraci qualche quadretto (mentre mio marito si è preso la maglietta del Boca d’annata dal simpatico Edoardo detto CiCin), incontriamo Stella, la ns amica argentina, che ci ha portati a casa sua. Vive in un appartamento nel quartiere della Boca, e qui ha cucinato per noi (la nostra prima bistecca gustata in Argentina !), in attesa che passasse un pò la calura per avventurarci alla scoperta delle altre bellezze della città. Quindi ci ha condotti alla famosa Bombonera dove, fortunatamente, stavano facendo dei lavori, per cui era aperta una breccia tramite la quale gli operai dirigevano il traffico dei passanti che si mettevano in coda per fare una foto all’interno del mitico stadio! Da qui siamo passati per il museo all’aria aperta Caminito, allegramente colorato, e abbiamo visitato il Museo de Bellas Artes di Quinquela. Siamo stati fortunati a visitarlo con lei perchè, da argentina appassionata, ci ha trasmesso la sua ammirazione per quelle opere che ritraevano soprattutto il porto della Boca, popolato agli inizi dagli emigranti genovesi. Emozionante! Dalla terrazza si può ammirare anche un bel panorama del quartiere.

Per un pò abbiamo proseguito a piedi, apprendendo le distinzioni tra una Milanesa e una Milanesa alla Napoletana (piatti diffussisimi qui!) e quanto sia popolare in Argentina il Fernet…ma ad un certo punto, per non scioglierci al sole, ci siamo arresi alla fermata dell’autobus!

Prendendo i bus pubblici,Stella ci ha fatti spostare a Puerto Madero, davvero moderno ed elegante, anche se non abbiamo tanto capito il senso del ponte di Calatrava, denominato De la Mujer…

Da qui, la passeggiata si è protratta fino a giungere alla stazione storica di BA , passando prima per quella degli omnibus per comprare per tempo il biglietto per la tratta che ci avrebbe condotto qualche giorno più tardi da Cordoba a BA, decisione che si è rivelata fortunata, dato che abbiamo pagato con la compagnia Chevallier 380 pesos cadauno (cambio di quei gg era intorno a 6,5), mentre più tardi, a Cordoba, avremmo scoperto che in pochissimo tempo il prezzo si era alzato 3 volte, fino ad arrivare a 400 pesos. In Argentina l’inflazione è davvero a livelli pazzeschi…

Piccola annotazione: per quanto riguarda invece i prezzi delle entrate ai musei e i prezzi per l’acquisto dei biglietti della compagnia di volo di bandiera, Aerolinas Argentina, sono più alti per i turisti rispetto a quanto invece viene chiesto alla gente del posto.

Dopo una breve sosta in albergo, per una doccia rigenerante, la sera la ns amica ci è venuta a prendere per andare a cenare in un ristorante tipico, Cumanà,sempre in quartiere Recoleta. Ci ha fatto provare Humitas, Empanadas e Pastel de Papas, mentre mio marito sorseggiava la sua prima Quilmes. Salutata la ns amica (che ci ha consigliato di provare anche il Tamales una volta arrivati a Salta), siamo tornati in albergo esausti. L’indomani il ns primo volo interno, che ci avrebbe portati a Puerto Iguazù.

14 gennaio LUNEDì

Taxi per Newberry. Nostro primo check in con Aerolineas Argentina. Stella ci aveva messo in guardia sul fatto che potevano capitare episodi di overbooking e che era buona norma chiamare il giorno prima per verificare che il volo non fosse stato spostato, cosa che le era capitata spesso… Eravamo particolarmente preoccupati per il bagaglio (dato che ci era consentito un bagaglio massimo di 15 kg per la valigia da imbarcare e 5 per il bagaglio a mano) considerando che dovevamo portarci dietro cambi per 15 giorni… fortunatamente questo primo imbarco è andato benissimo, con aereo partito puntuale.

Atterrati a Puerto Iguazù, a mezzogiorno, veniamo investiti dal primo di una lunga serie di cambi di clima: dal gran caldo di Buenos Aires,passiamo al mega caldo con una percentuale di umidità del 98%…

Non avevamo ancora idea di come avremmo impiegato quella prima mezza giornata, già sapendo che il giorno dopo sarebbe stato dedicato alla visita del lato argentino delle cascate. Al ritiro bagagli però erano strategicamente allestiti due banchetti, dove venivano proposti remis per gli alberghi e varie visite guidate. Acquistiamo al volo quella che parte alle 13 e 30 per il lato brasiliano delle cataratas perchè, in una mezza giornata appena, non avremmo potuto avere il tempo di organizzarci con mezzi propri… Invece così veniamo comodamente prelevati dall’albergo con una corriera con autista e guida che ha espletato tutte le formalità in dogana per il passaggio del confine col Brasile e che poi ci ha lasciati liberi nel sito, dandoci appuntamento per riaccompagnarci al prezzo totale di 140 pesos, entrata al parco esclusa (41 real). Al lato brasiliano si può tranquillamente dedicare soltanto una mezza giornata, è sicuramente più panoramico e consigliamo ugualmente di andarci per avere una spettacolare visione d’insieme, ma sicuramente,, se si ha a disposizione una giornata soltanto, ci sentiamo di privilegiare il più emozionante e composito lato argentino.

Durante l’escursione ci siamo letteralmente innaffiati di repellente. È buona norma farlo, ma personalmente non abbiamo riscontrato fastidi per punture di zanzare…

Mio marito aveva la maglietta madida di sudore già dopo un solo minuto, per cui la passerella accanto al salto della Garganta del Diablo è stata, oltre che emozionante, anche refrigerante!

Tornando indietro, la guida ci ha procurato un passaggio dall’autista di un altro partecipante, che era ospite di un hotel spa in mezzo alla vegetazione…ci siamo passati per lasciarlo prima di tornare alla nostra sistemazione…che invidia! Quindi ritorno al ns Residencial Iguazù in Villa 14, più che un albergo, una camera affittata in casa delle simpatica e disponibile Claudia (!). Essenziale, ma molto pulito e con piacevole colazione all’aperto.

La sera giretto per Puerto Iguazù, veramente piccolissimo centro che ci è parso viva solo di turismo delle cascate. Abbiamo gustato la ns prima pizza e parilla al ristorante Parilla Pizza Color. Pizza da dimenticare,ma parilla buonissima!

Tornati a dormire, abbiamo avuto una spiacevole sorpresa: il condizionatore era rotto…a gennaio alle Iguazù è pressoché una tragedia!

15 gennaio MARTEDì

Partiamo di buon’ora per visitare il lato argentino del parco. Il progetto è quello di essere lì entro le 8e30, orario di partenza del primo trenino per la Garganta del Diablo, in modo da non ritrovarsi sotto il sole cocente bloccati in coda nelle passerelle. Affaticati dalla nottata afosa, preferiamo recarci in taxi alle cataratas spendendo 100 pesos per percorre 20 km circa. In alternativa c’era l’autobus al costo di 40 pesos che partiva ogni 20 minuti (alle 10-alle 30- alle 50) che abbiamo comunque preso per il ritorno.

Costo d’entrata 130 pesos in efectivo per stranieri e non mercosur…

Fortunatamente siamo riusciti a prendere il primo trenino e recarci con il primo gruppo per la Garganta. Il parco è aperto fino alle 18, ma da metà mattinata in poi il percorso per andare alla Garganta è piuttosto affollato, quindi è consigliabile andarci tra i primi gruppi, oppure aspettare gli ultimi turni alla sera. Si può anche arrivarci a piedi, ma noi abbiamo optato per prendere subito il trenino, che nelle ore successive era intasato, e poi fare gli altri percorsi a piedi prendendocela comoda.

L’esperienza alla Garganta è formidabile, praticamente ci si trova sopra di essa e gli spruzzi sono assicurati, ma non serve portarsi il kway, anzi, col caldo torrido essere bagnati è alquanto piacevole! In ogni caso, per prudenza, è meglio munirsi di sacchetti di plastica per proteggere documenti e oggetti sensibili come macchine fotografiche.

Il parco pullula di coatì, animaletti curiosi e buffi che fanno tanta simpatia ai bimbi, ma che però sono micidiali se ti vedono mangiare qualcosa…

La cosa bella del lato argentino è che si può passare l’intera giornata, perdendosi tra i vari sentieri, per vedere le cascate da varie angolazioni. Ogni volta un’emozione diversa. C’è anche la possibilità di prendere il gommone per avvicinarsi ai salti, ma io non sono così intrepida!

I souvenirs nei negozi hanno prezzi mediamente alti, ma in compenso c’è la possibilità di pagare con carta di credito.

Al ns ritorno la cortese Claudia ci mette un biglietto sotto la porta assicurandoci che entro sera il condizionatore verrà riparato e nel frattempo ci lascia un ventilatore e ci dice che possiamo usare la piscina quando vogliamo : )

La sera torniamo a mangiare allo stesso posto del giorno prima, semplicemente perchè io avevo adorato il pane che ci avevano portato!

L’indomani abbiamo il secondo volo interno, stavolta per Salta.

16 gennaio MERCOLEDì

Arriviamo a Salta verso le 12e35, taxi e poi molliamo i bagagli al Satiri (niente di che , ma come prezzo e posizione, va più che bene!). Usciamo e iniziamo una lunga vasca lungo via Buenos Aires (dove ogni due metri ci sono uffiici di tour operators) per capire cosa ci aspetterà nei prossimi due giorni. Molti aprono verso sera, per cui entriamo in cinque che riusciamo a trovare aperti prima di decidere cosa fare. I prezzi e i mezzi utilizzati per le escursioni divergono molto (si va dal giro in 4×4 a combi da 20 persone) per cui vogliamo sentirne almeno 2 o 3 per farci un’idea prima di decidere. Noi optiamo per l’offerta dell’agenzia Paradigma, prezzi ragionevoli e viaggio in combi max 15 persone. Scegliamo subito un’uscita a Cafayate (per vedere la parte sud) mentre per la seconda scelta c’è un pò di battaglia: mio marito parteggia per Salinas Grande, mentre io voglio andare a Humahuaca (per vedere la parte nord). Alla fine vince Humahuaca. È meglio perchè ci troviamo nel mese delle piogge in questa zona e passare per San Antonio de los Cobres per andare alle saline si può rivelare difficoltoso, visto che la strada può essere chiusa se le precipitazioni sono troppo abbondanti; mentre per andare ad Humahuaca si percorre la più sicura panamericana. Mangiamo un’empanda e una milanesa al volo e andiamo a vedere il museo de alta montana dove sono conservate le mummie dei famosi bimbi del Llullaillaco. È il turno in cui viene esposta la Donzella…conservata perfettamente, impressionante..e la sua sorte mette anche molta tristezza…

Nel frattempo ha iniziato a piovere. Una pioggerellina costante e fastidiosa che non ci abbandonerà mai qui a Salta, ma che si può fronteggiare semplicemente col kway (gli abitanti del luogo spesso non usano nemmmeno quello…) quindi visitiamo le attrazioni più significative di Salta la linda, ceniamo e andiamo a letto presto per la prima escurisione dell’indomani (quasi tutte le escursioni in giornata da Salta partono fra le 6:45 e le 7:30, perciò gli alberghi in città sono attrezzati a preparare la colazione all’orario che si desidera)

17 gennaio GIOVEDì

Per arrivare al Cafayate passiamo per la suggestiva Quebrada de las Conchas. Durante il tragitto il nostro autista-guida ci fa notare come alcune rocce della quebrada possano fantasiosamente somigliare a qualcosa…come prima tappa ci fermiamo alla Garganta del Diablo e l’emozione che suscita questa meraviglia della natura ci rimanda all’altra Garganta incontrata alle Iguazù…qui siamo invitati da un cartello a rispettare la Pachamama, parole sagge…altra tappa al Mirador Tres Cruces e quindi ripartiamo alla volta della bodega La Banda, dove una competente guida ci spiega tutto quanto c’è da sapere del vino e in particolare di questa azienda che produce la Vasija Secreta. Increduli e orgogliosi fotografiamo una macchina per la lavorazione dell’uva che viene da Limena (Padova!) e terminiamo immancabilmente con l’assaggio di un vino bianco e di un vino rosso e una passeggiata tra i vigneti. Quindi fermata a Cafayate città per mangiare di nuovo Humitas e Tamales e scopriamo che la soda non è quellapensavamo noi…Immancabilemente comincia a piovere. Siamo seduti vicino ad un tavolo di una famiglia di tre generazioni di Argentine che vengono da Santa Fe. Con la curiosità e la simpatia che le contraddistingue ci chiedono se siamo brasiliani perchè ci hanno sentito parlare una lingua strana (il dialetto veneto!) e iniziamo a conversare tra un boccone e l’altro.. Facciamo ritorno a Salta, sempre attraverso la Quebrada, dove stavolta ci fermiamo a fare foto panoramiche alla Yesera e infine all’Anfiteatro. La fomazione rocciosa è molto suggestiva e ha un’acustica formidabile, che dicano sia pari se non migliore al Teatro Colòn! In effetti al suo interno troviamo un duo che suona e il suono è formidabile. Sulla strada del ritorno passiamo sguazzando fra l’acqua, effetto dell’incessante pioggia, ma anche di una rete di scolo non certo all’avanguardia. Vedremo la sera in tv varie interviste di abitanti del luogo che si lamentano. A Salta però la situazione è tranquilla e usciamo per andare a mangiarci della buona carne da Alvarez,muy barato e cortese!

18 gennaio VENERDì

Si parte per Humahuaca. Il giorno non promette nulla di buono. Puntuale ci viene a prendere un’altra guida che presto scopriremo lavorare per le varie agenzie come freelance: Patricio. Il combi è nuovo di zecca e, a parte una turista che soffre di caldo e continua a tenere il finestrino aperto nonostante fuori piova, il viaggio è una meraviglia. Stavolta si va a nord e la combriccola è composta quasi esclusivamente da argentini, unici turisti noi e un ragazzo inglese, che verrà preso in consegna da un trio di briose signore che gli faranno da traduttrici (la guida è in spagnolo). L’escursione è fantastica,la guida di Patricio competente ed estremamente interessante: mentre attraversiamo un tratto di foresta nebulare ci spiega tutto meravigliosamente, spaziando tra informazioni storiche, geografiche e politiche…gli argentini quando iniziano a chiacchierare di politica non finiscono più, anche se poi alla fine si mettono a scherzare e parte la ridarella ( ad un certo punto nel pulmino si finisce per ridere di qualsiasi cosa e pure mio marito si lancia nelle battute…). Entriamo nella provincia di Jujuy e la nostra prima tappa è Purmamarca, dove ci fermiamo a fotografare il Cerro de siete colores; entriamo a Purmamarca e nostro compagno è il fango portato dalla pioggia. Ma anche qui le persone del luogo sembrano non badarci più di tanto … altra tappa a Maimarà, che ha il suggestivo cimitero ben visibile su uno dei fianchi della montagna; accanto, si può ammirare la tavolozza del pittore, uno spettacolo! E qui Patricio ci racconta un aneddoto commuovente: tempo fa, una signora che non aveva mai visitato Salta, si era fermata piangendo vedendo le montagne colorate durante una sua visita guidata. Si trattava di una maestra in pensione che aveva maltrattato un suo alunno perchè dipingendo le sue montagne le faceva coloratissime e lei pensava la prendesse in giro, ma arrivata qui si era accorta di quanto invece fosse vero…Alla fine arriviamo ad Humahuaca. Patricio ci affida ad un ragazzo che ci farà da guida locale. Aspettano all’entrata della città e si spartiscono i bus. È un modo per loro di guadagnare qualcosa e giustamene le altre guide li fanno lavorare. Patricio ci fa notare quanto sia utile sentire descrivere la propria città, spiccatamente andina,dai discendenti degli unici veri argentini che abitavano queste montagne prima dei colonizzatori. Ci chiede di notare come questi ragazzi difficilmente guardino i turisti negli occhi, anche quando stringono la mano abbassano lo sguardo: un evidente retaggio del passato, del loro popolo che ha dovuto soccombere ai conquistatori…ci allerta anche che potremmo sentirci affaticati, col fiato corto e col mal di testa per via dell’altitudine (siamo a 2400 m) e quindi dobbiamo bere molta acqua. Abbiamo il tavolo riservato in un ristorante per pranzare, ma noi due preferiamo utilizzare il tempo a disposizione per farci un giro nella deliziosa Humahuaca. Al ritorno facciamo tappa al Jardin botanico de altura a Tilcara, ma soprattutto al Pucarà, dove ci sono un sacco di cactus e la vista è formidabile. Peccato solo che avevo bisogno del bagno, ma avevano tolto l’acqua in tutta la città… infine tappa a Jujuy città, per vedere la prima bandiera argentina, creata dal generale Belgrano. Siamo sfiniti e Corrado attacca bottone con due signore argentine al bar per sedersi, visto che tutti gli altri posti sono occupati! Loro sono socievoli e molto contente di chiacchierare con due italiani! Apoteosi finale: scendiamo dal combi mentre i ns compagni di tour gridano “viva italia”nella simpatia generale, mentre si stanno accordando per andare la sera ad uno spettacolo di pena tutti insieme..che simpatici!

19 GENNAIO sabato

L’ultimo volo con Aerolineas Argentina ci fa capire quanto sia vero il detto “non cantar mai vittoria troppo presto”. Ci eravamo abituati alla loro puntualità ed efficenza, invece arriviamo al check-in e ci dicono che il ns aereo è stato spostato a qualche ora dopo per una manutenzione. Corrado inizia a scaldarsi quando la tipa rincara la dose dicendo di aver chiamato per avvertirci il giorno prima, ma nessuno ha risposto. Certo, mandare una mail o un messaggio dopo che magari si era provato a contattare il cliente un paio di volte sembrava brutto??? Poco male, almeno non è stato spostato al giorno dopo, e in ogni caso, anche se fossimo rimasti a Salta città, ci sarebbe stata sempre la solita pioggia a infastidirci, per cui la passeggiata sarebbe stata molto breve lo stesso… ci accomodiamo al bar dell’aeroporto e aspettiamo. Io ne approfitto per provare il mio primo submarino e, forse ancora infastidita dall’hostess, mi chiedo “ma fare una cioccolata calda non facevano prima?”. Arrivati a Cordoba ci accoglie un cielo piuttosto grigio. Il tassista che ci accompagna al Savannah Hotel dice che è brutto tempo, ma non pioverà.Meno male! Fa caldo lo stesso, ma è più secco e molto più sopportabile. Lasciati i bagagli in hotel andiamo subito in strada. Abbiamo tre giorni a Cordoba e il progetto è trovare un paio di tour interessanti nei dintorni e dedicare una giornata alla visita della città. Ormai i contanti scarseggiano, perciò dobbiamo assolutamente trovare qualche agenzia che accetti le carte di credito…impresa ardua!

Ecco il nostro suggerimento: non arrivate mai a Cordoba nel weekend! Soprattutto d’estate! È tardo pomeriggio e la città sembra deserta. I negozi sono chiusi e troviamo soltanto un’agenzia aperta, che però accetta soltanto pagamenti in efectivo. Altro consiglio, se volete fare qualche visita guidata nella zona di Cordoba cercate di organizzarvi con un pò d’anticipo. Ok, le nostre finanze non ci permettono di spendere altri contanti, perciò ci arrangeremo. Ci fermiamo all’ufficio informazioni di Cordoba dove apprendiamo che la maggior parte dei musei il fine settimana è chiuso, mentre il mercoledì sono gratuiti…un pò scoraggiati andiamo a vedere ciò che possiamo visitare: al momento soltanto la cattedrale! poi torniamo a farci la doccia. La sera facciamo una passeggiata al Paseo del Buen Pastor dove ci fermiamo a guardare lo stucchevole gioco di luci della fontana, mentre quindicenni agghindate e sposi si fanno immortalare nella loro memorabile giornata. In lontananza echi di tamburi per la partita tra River e Boca al torneo del Verano . Vediamo bar addobbati con colori diversi, a seconda della squadra che supportano, e ragazzi e ragazze che sfilano con la maglietta della propria squadra, tanti tifosi che cantano e ballano e si divertono. Questo tifo è davvero pittoresco!

Finiamo per mangiare una pizza non proprio indimenticabile, ma il posto accetta carte di credito…

Una bella sorpresa: il tango ballato in piazza con la milonga che si sposta ogni sera in un luogo diverso e il buonissimo gelato argentino assaggiato per la prima volta (gusto maracuja, slurp!).

20 GENNAIO domenica

Oggi partiremo dalla stazione dei minibus di Mercado Sur. Vogliano andare a Colonia Caroya e Jesus Maria per un itinerario alla scoperta dei siti gesuitici. I minibus partono ogni venti minuti per Jesus Maria e ogni ora per Colonia Caroya e costano pochi pesos. Il conducente dell’autobus ci spiega che purtroppo il sito a Colonia è distante dalla rotta dell’autobus e per 4 pesos in più ci porta subito fino a Jesus Maria. Intanto ci spiega che a Colonia Caroya si trova una vera e propria colonia di emigranti friulani, dove i più vecchi mantengono ancora le tradizioni, le festività, la cucina e il dialetto della loro terra d’origine. A Jesus Maria si sta svolgendo il mercato ed è finito da poco il festival del folclore, per cui lo stadio è ancora agghindato per l’evento. Troviamo subito una gentile signora che ci dà indicazioni per arrivare all’estancia. Fa molto caldo e facciamo un lungo tratto a piedi. Arriviamo quando manca circa un’ora alla chiusura dell’estancia. È importante informarsi sempre preventivamente sugli orari di apertura, in quanto noi ne abbiamo trovato tre versioni a seconda che consultassimo la guida, internet o brochures locali…la maggior parte delle estancia il lunedì sono chiuse, per cui è importante saperlo prima per organizzarsi. Nell’estancia c’è una mostra che illustra il contatto dei gesuiti con le popolazioni indigene riportando vari manufatti.

Prendiamo l’autobus e facciamo ritorno a Cordoba. È una calda domenica d’estate e la città sembra sempre vuota. Facciamo un lungo giro a piedi e ci inoltriamo nel parco Sarmiento, la zona verde della città.Ne restiamo abbastanza delusi. Il manto erboso è spelacchiato e sembra lasciato a se stesso, ma qui ci sono almeno un sacco di famiglie che vanno alla piscina pubblica oppure allo zoo o fanno un picnic… Torniamo indietro passando per piazza di Spagna e ci prendiamo un altro gelato.

Doccia e via alla Feria artesanal nel Paseo del Las Artes nel quartiere di Guemes. Semplicemente fantastica: si tiene nei fine settimana ed è composta da bancarelle fantasiose, negozi aperti e coloratissimi e locali originali. Il nostro preferito si chiama Mercado Central e ci lascia letteralmente a bocca aperta… Facciamo incetta di souvenirs e poi ci lanciamo alla ricerca di un posto che accetti carte di credito per cenare. Troviamo un bar/ristorante all’aperto molto simpatico, ma che però non ha il pos funzionante… comunque finalmente abbiamo visto una bella e vitale Cordoba, animata soprattutto da giovani in vacanza.

21 GENNAIO lunedì

Le estancias oggi sono chiuse. Visita a Cordoba: iniziamo dalla Manzana Jesuitica con la Cripta Jesuitica (niente di che e afosissima), visita all’Università, dove c’è una targa intitolata a Leonardo da Vinci nel centenario della sua nascita. Pausa in uno dei tanti locutorios per chiamare casa. Paseo del Buen Pastor di giorno (bella la scultura della donna che emerge dalle acque) e poi Chiesa dei Cappuccini, cui manca una guglia (ci torneremo alla sera per la Messa. Curiosa: una lettura saltata, elemosina saltata e baci&abbracci per il segno della pace). Pranziamo al Gatto. Caro, ma ti portano un pane strepitoso e un vero caffè espresso! Giro per il quartiere dei negozi, pieno di gente(ma dove eravate tutti due giorni fa?), fino al Mercado Norte. Hanno delle confezioni formato famiglia di patatine! La sera torniamo a mangiare al Gatto per provare la pasta.

22 GENNAIO martedì

Oggi si va ad Alta Gracia! Di nuovo partiamo dal Mercado Sur e prendiamo l’autobus, dove facciamo conoscenza con una signora che lavora all’ufficio informazioni turistiche di Alta Gracia che ci segnala quello che c’è di interessante durante il tragitto e ci porta al suo posto di lavoro per darci qualche mappa. Molto gentile!

Oggi è il primo vero giorno di sole e si suda tantissimo. Purtroppo stasera dovremo prendere l’autobus notturno per Buenos Aires senza poter prima farci una doccia…cerchiamo di non pensarci!

L’estancia di Alta Gracia è davvero tenuta bene e vale la pena visitarla. Da lì ci incamminiamo a piedi per il museo casa di Che Guevara. Sotto il sole non è proprio una passeggiata di piacere, ma ancora una volta lungo il cammino ci sono vecchi in trattore e vigilantes sorridenti che ci indicano la strada. Arriviamo in un bel quartiere. Le visite guidate ci sono solo per gruppi consistenti e per gli stranieri l’entrata costa ben 75 pesos. Ma per me, che mi sono commossa al mausoleo di Santa Clara, questa era una tappa quasi obbligata. Però anche mio marito, meno coinvolto, commenta che il museo è davvero interessante e inizia a scattare foto a raffica. Ci sono foto, lettere, oggetti del periodo passato qui dalla famiglia del Che, comprese le sue pagelle! e poi una curata ricostruzione di tutti i suoi viaggi in sudamerica prima di diventare il Comandante e delle sue imprese poi. Devo dire che mi sono molto emozionata nella stanza dedicata alla sua balia, dove è riportata una sua testimonianza, in cui dice che per tutti lui è stato il grande personaggio, ma per lei resterà sempre il suo Ernestito… altro gelato e poi ritorno a Cordoba per recuperare i bagagli prendere il ns autobus alla stazione centrale, che parte verso le 22. Ricordarsi di tenere d’occhio le corsie dove vengono appiccicati cartelloni con orari e destinazioni e tenere mancia per chi si occupa di caricare i bagagli sennò si arrabbiano e li fanno volare…comunque questi sono mezzi molto utilizzati dagli argentini ed è fantastico scoprire che si viaggia in poltrona, sedili mooolto reclinabili, con poggiapiedi e copertina e cuscino in dotazione. Qui si dorme sul serio, altro che aereo!

23 gennaio MERCOLEDì

Poco dopo le 7 arriviamo a Buenos Aires. Ci svegliamo alle prime luci dell’alba da un sonno piacevolmente ristoratore…e chi l’avrebbe mai detto!

La nota stonata ci viene dalla tassista che ci porta al fantastico Icaro: ci chiede 15 pesos supplementari a valigia! È la prima volta che ci capita e scopriremo che non è per niente corretto, ma abbiamo voglia di farci una doccia e soprassediamo…l’hotel è fantastico, ma purtroppo la zona non lo favorisce.

Più tardi ci viene a prendere Stella e andiamo a fare una passeggiata a Palermo. Prendiamo una serie di autobus (durante il tragitto Corrado rischia letteralmente di colare di sudore)…Il quartiere ha tanti negozi stilosi e locali per tutti i gusti. Forse il modo per coglierne meglio l’essenza è tornarci di sera. Andiamo a pranzare a LA CABRERA. Ennesimo asado squisito, posto molto carino e alla fine ci portano anche un mega albero di lecca lecca cui attingere come dolcetto! Altro bus e andiamo a bere qualcosa in una libreria-caffetteria ricavata da un ex teatro. Meraviglioso: si può comprare un libro e leggerlo sorseggiando un tè e ascoltando musica dal vivo dal pianoforte. Bella atmosfera!

A questo punto facciamo un salto al Teatro Colòn e riaccompagnamo Stella nella zona dell’obelisco dove lei lavora e la salutiamo ringraziandola per la compagnia. Torniamo in zona nostro albergo e andiamo a prendere dei libri di portoghese che una nostra amica non riusciva a trovare in Italia. Rientriamo in hotel a farci una doccia e poi usciamo a mangiare. Prendiamo un taxi per andare a Palermo e goderci anche lì una passeggiata serale. In giro ci sono un sacco di ragazzi brasiliani in vacanza.

24 gennaio GIOVEDì

Oggi andiamo in Uruguay! Prendiamo il traghetto Colonia Express (biglietto acquistato in loco via internet) nella tipologia ½ DIA EN COLONIA con visita guidata a 168 pesos in totale. Arrivati, ci accoglie una guida che ci spiega che c’è un’ora di fuso e ci fa fare una passeggiata nella città vecchia. Fa molto caldo, ma è un giro molto interessante. E Colonia è davvero molto linda. Ci fermiamo a pranzare e subito ci accorgiamo che ci conviene pagare in euro, piuttosto che in pesos argentini. Non valgono niente al di fuori del loro paese…più tardi parleremo con un ristoratore del posto, di origine italiana, che è piuttosto disperato per la situazione: dice che da settembre il turismo argentino è letteralmente precipitato dopo che la loro moneta è stata ulteriormente svalutata. Infatti notiamo anche noi che se fossimo stati argentini coi ns. pesos avremmo fatto ben poco per via del cambio…ci accorgiamo che se avessimo avuto ancora qualche euro avremmo potuto fare un sacco di acquisti carini, perchè la cittadina pullula di negozietti originalissimi, ma coi pesos argentini i prezzi sono proibitivi, così come è impensabile cambiarli in pesos uruguayani. purtroppo di euro ce ne sono rimasti pochi e si fatica a trovare qualcuno che accetti carte di credito…peccato!

Facciamo un giro al faro, l’accesso costa pochi spicci che vanno a finanziare il mantenimento della costruzione. Bel panorama!

Ci sarebbe la possibilità anche di passare la giornata nella spiaggia vicina, ma l’acqua è marrone e poco attraente…

Purtroppo la cittadina è deserta, ma meriterebbe davvero molti più vistatori. È un piccolo gioiello. L’ideale sarebbe venirci la sera e passare qui la notte, visto che la sera tutti i musei sono aperti e gratis! Maybe next time…

Salutiamo anche Colonia del Sacramento e ci dirigiamo al porto per riprendere il Colonia Express. Si sta alzando il vento e il cielo si sta facendo minaccioso, ma davvero non mi aspettavo un viaggio di ritorno così turbolento. Il mare è grosso e le onde fanno sobbalzare il traghetto…il capitano aveva risposto “mal” a Corrado che sulla passerella per entrare gli aveva chiesto come vedeva il tempo, e aveva ragione…fortunatamente non abbiamo cenato e quindi non dobbiamo fare come tanti che corrono sul ponte presi dalla nausea! Torniamo in albergo, doccia e poi usciamo in strada per andare a cena. Non abbiamo voglia di fare tanta strada e ci fermiamo dal bibitaro lì davanti per chiedergli un posto vicino e a buon mercato. Accorre in nostro aiuto anche il poliziotto di pattuglia lì vicino per darci gentilmente indicazioni. Cominciano a guardarsi intorno, ma hanno paura di farci inoltrare in zone poco raccomandabili e quindi ci indirizzano al ristorante di fronte, Chiquilin, che ha anche specialità uruguayane (tra Sarmiento e Montevideo), il cameriere è gentilissimo e ci consiglia per finire una mousse al cioccolato fatta in casa, squisita! Finiamo in bellezza il nostro meraviglioso viaggio di nozze in Argentina !

25 gennaio VENERDì

Abbiamo soltanto il tempo per fare i bagagli e andare all’aeroporto con questo bel paese rimastoci nel cuore… hasta luego Argentina!

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Ernestito

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floralis

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cactus

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Garganta del Diablo

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la forza dell'acqua

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perfetta imperfezione

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voglia di patatine?



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