L’incanto delle Sporadi: Skopelos e Skyathos

Due settimane immersi in uno splendido paesaggio: mare azzurro, spiagge lunghissime di sabbia dorata, verdi pinete e il fascino delle isole greche
Scritto da: celegiga
l'incanto delle sporadi: skopelos e skyathos
Partenza il: 05/08/2014
Ritorno il: 19/08/2014
Viaggiatori: 2
Spesa: 2000 €
Anche quest’anno abbiamo scelto le isole greche per le nostre vacanze al mare: ormai è un appuntamento fisso e, considerate le bellezze del paesaggio, la trasparenza e la limpidezza delle acque del mare, l’ottimo rapporto qualità-prezzo, penso che non sapremo più farne a meno. Non so se si può parlare di “mal di Grecia”, come di “mal d’Africa”, ma ormai, ogni volta che si conclude il periodo trascorso in queste splendide isole, comincio già a pensare alla meta per il prossimo anno. Dopo Rodi, Santorini, Mikonos, Naxos e Kos, quest’anno la scelta è ricaduta sulle Sporadi, precisamente Skopelos e Skyathos . Le Sporadi sono diversissime dalle altre isole che abbiamo visitato, forse meno affascinanti delle Cicladi, ma dal paesaggio più dolce, e caratterizzate da una rigogliosa vegetazione mediterranea, dove abbondano pini, viti, ulivi e alberi da frutto.

La prima meta è stata Skopelos, che abbiamo raggiunto facilmente partendo da Roma Fiumicino alle 6.30 con volo della Blue Panorama con arrivo puntualissimo a Skyathos; quindi traghetto della Hellenic Seaways e arrivo a destinazione in tarda mattinata.

Come ormai facciamo ogni anno, abbiamo optato per uno “studio”, termine che si riferisce ad un miniappartamento arredato ed equipaggiato anche per prepararsi da mangiare (senza troppe pretese, però…). Abbiamo scelto gli studios Panorama, attratti dalle foto pubblicate su Booking.com che mostravano affacci con viste mozzafiato sulla baia sottostante. E infatti tutti gli appartamenti di questa struttura affacciano sul mare con un piccolo balconcino da dove lo sguardo può spaziare nel blu, fino alla linea dell’orizzonte. L’appartamento è arredato semplicemente, in maniera un po’ spartana, ma tutto questo non ha alcun valore di fronte alla bellezza del paesaggio di cui si può godere. La proprietaria e le figlie, inoltre, sono gentilissime, sempre a disposizione per qualunque necessità: sono venute a prenderci al porto e a riaccompagnarci alle 6.30 del mattino, sempre col sorriso sulle labbra, e in più, al momento dei saluti, ci hanno donato un barattolo di prugne immerse nel miele, che sono una specialità locale.

Il giorno dopo il nostro arrivo abbiamo ritirato la macchina prenotata già da Roma attraverso l’Enterprise , e abbiamo così cominciato a girare l’isola in lungo e in largo. La macchina era una Fiat Panda, a dir il vero con una ripresa un po’ debole, e certo poco raccomandabile per percorrere le numerose strade sterrate che sono presenti in queste isole, e noi ce ne siamo guardati bene. Per poterlo fare con sicurezza, è più opportuno noleggiare un motorino, o un quad, o, meglio , una 4 x 4 (tipo Jimny della Suzuki). Comunque abbiamo visitato quasi ogni giorno una spiaggia diversa, scegliendo sempre tra quelle attrezzate. In quest’isola è possibile usufruire per un giorno intero di ombrellone e due lettini senza pagare nulla, ma facendo soltanto una consumazione anche piccola ai vari bar che gestiscono queste strutture.

Le spiagge più belle si trovano sulla costa sud e sud occidentale dell’isola, diverse una dall’altra, alcune con sabbia, altre con ciottoli, altre con piattaforme di scogli, ma tutte caratterizzate da grande pulizia e mare limpidissimo.

Una delle più frequentate è Kastani, grande e larga, nella parte retrostante alla quale è stato creato un prato verde dove fanno bella mostra di sé cuscinoni colorati sparsi qua e là e tende con lettini, tutte da utilizzare sempre gratuitamente. Purtroppo noi siamo capitati in una Domenica d’Agosto, e quindi, dopo una prima parte della giornata segnata da una pace paradisiaca, la spiaggia è stata presa d’assalto da turisti e bagnanti ed è stato difficile anche trovare un posticino al bar dove poter mangiare. Nel pomeriggio, proseguendo sulla litoranea verso nord, ci siamo fermati a Glossa, il secondo centro abitato di Skopelos , un delizioso paese minuscolo in salita che ha il suo punto più suggestivo nella piazza superiore da dove lo sguardo può spaziare.

Di qui abbiamo tagliato alla volta della Baia di S. Giovanni, da dove parte la famosa scaletta che porta in cima ad uno sperone di roccia: qui si trova la cosiddetta Cappella “Mamma mia”, quella, per intenderci, dove si svolge il matrimonio nell’omonimo musical con Meryl Streep. Il consiglio è di salire questi 150 gradini al mattino presto o al tramonto, come abbiamo fatto noi, perchè la salita è piuttosto faticosa: ma ne vale la pena! Arrivati in cima, si resterà incantati dalla bellezza del paesaggio e l’azzurro del mare ovunque dominante.

Un’altra spiaggia molto suggestiva è Panormos, anch’essa circondata dal verde e attrezzata; tra le varie taverne disposte alle sue spalle, noi abbiamo scelto Linarakia, dove abbiamo mangiato godendoci la vista del mare.

Ci è piaciuta moltissimo anche Agnontas, situata nella parte sud dell’isola, piccola e con acque subito profonde ma sempre limpidissime. Qui abbiamo mangiato un’ottima orata alla Farotaberna.

Non abbiamo apprezzato invece la tanto decantata Limonari, stretta e circondata da un muro di roccia, per cui risulta caldissima. Per di più, l’ingresso al mare è reso difficile da una piattaforma di scogli.

Un’ultima spiaggia che voglio segnalare è Staphilos beach, situata a sud dell’isola, caratterizzata da ciottoli e un magnifico fondale dove poter praticare lo snorkeling.

All’interno dell’isola si trovano poi diversi monasteri; approfittando dell’unico giorno di pioggia, abbiamo visitato il più importante, Moni Evangelistrias, raggiungibile attraverso una strada prima asfaltata e poi sterrata, dal quale si gode di una spettacolare vista panoramica . Il monastero, tenuto da una sola anziana suora di nome Maria, presenta vari ambienti visitabili, tra cui una antica cucina al centro della quale campeggia un enorme forno. Nella cappella principale, si può ammirare un’antichissima iconostasi dorata della vergine Maria risalente all’XI sec.

In Skopelos town, la passeggiata lungo il porto termina con la bianchissima mole del Kastro. Da qui parte una lunga scala che porta sino alla parte più alta della città, da dove lo sguardo spazia su tutti i tetti di tegole rosse. Lungo questa scalinata , da dove si aprono scorci mozzafiato sul mare, si susseguono quattro piccole chiesette.

Per quanto riguarda i ristoranti, consiglio in Skopelos town la Taverna Ta Kumata, la più vecchia dell’isola, che si trova alla fine del molo vecchio quasi ai piedi della salita per il Kastro, dove è possibile assaggiare le specialità locali consigliate da un cameriere che parla in italiano.

Un altro consiglio è quello di fermarsi alla pasticceria Ambrosia, sempre lungo la stessa strada ma leggermente più arretrata rispetto al mare, dove è possibile gustare i dolci tipici dell’isola, tra cui le Skopelos pie che sono delle spirali di pasta fritta ripiena con formaggio di capra nella versione salata, o di crema pasticcera in quella dolce, e le Honey balls, frittelle ricoperte di miele, cioccolato o gelato. Una vera delizia!

Non ci siamo trovati bene invece alla taverna Klimataria, forse perchè siamo capitati in una sera in cui c’era il pienone, i camerieri correvano come matti e non ci hanno dato nessuna indicazione, per cui abbiamo mangiato i soliti piatti turistici (frittura di calamari e saganaki) che non ci sono nemmeno piaciuti.

Nella seconda settimana della nostra vacanza ci siamo spostati a Skyathos, considerata la più “mondana” delle tre Sporadi. Infatti l’isola è affollatissima, piena di turisti provenienti da tutta Europa, dall’Italia prima di tutto, e infatti qui più che altrove l’idioma italiano era presente dappertutto; ma Skyathos è anche meta di turismo locale: qui vanno in vacanza infatti i Greci, per cui si nota moltissimo il colore locale. Questo affollamento lo si può notare soprattutto passeggiando per Papadiamanti, che è la via principale, ove si susseguono uno accanto all’altro ristorantini, taverne e negozi di souvenir. Altra zona di passeggio è il lungomare, che fiancheggia il porto nuovo e il porto vecchio, dove la passeggiata è più rilassante e si possono ammirare i tanti yacht ormeggiati. Ma Skyathos è anche organizzatissima nelle linee pubbliche: proprio a un centinaio di metri a destra del porto nuovo c’è la fermata del bus che porta a ben 28 spiagge tutte numerate. Le fermate sono indicate benissimo, non c’è rischio di sbagliare, il prezzo del biglietto varia in base alla distanza, e non c’è nemmeno sovraffollamento perchè i bus partono ogni 5 minuti.

E anche sulle spiagge voglio subito precisare che , pur riversandosi in esse tanta gente, specialmente in quelle più belle, non si è mai disturbati dai vicini perchè gli ombrelloni sono a distanza l’uno dall’altro. Rispetto a Skopelos, qui c’è una tariffa fissa, uguale dappertutto: 8 Euro per un ombrellone e due lettini per tutta la giornata, niente comunque rispetto ai nostri prezzi….

Quando poi volevamo godere della vista del mare rimanendo lontani da tutto, gente e rumori, ci bastava rimanere sul terrazzo della bellissima Pensione Babis, dove avevamo prenotato, sempre attraverso Booking.com, un appartamentino che si è rivelato molto più bello rispetto a quello di Skopelos per l’arredamento, moderno e funzionale, e la pulizia (la biancheria veniva cambiata ogni giorno) , oltre che per questo grande terrazzo con vista porto. Era un piacere la sera veder ritornare le barche, o veder arrivare le grandi navi di linea, sentir il rumore dell’ancora che veniva calata, e poi pian piano veder accendersi tutte le lucine sulle vele, un vero spettacolo di luci variopinte! La pensione, che raccomando caldamente, è gestita da una coppia che fa di tutto per mettere a proprio agio gli ospiti dando indicazioni utili su tutto ciò di cui si possa aver bisogno. Anche loro ci hanno offerto una bottiglietta di un olio speciale prodotto in famiglia, dei dolcetti di pasta di mandorla e, alla partenza, una coppia di tazze da caffè.

Anche in quest’isola ci sono molte strade sterrate, e quindi ci siamo dovuti limitare nel visitare le varie spiagge, perchè quelle del versante occidentale sono le più difficili da raggiungere, ma abbiamo rimediato con il giro in barca.

Comunque, le spiagge che ci sono piaciute di più sono le seguenti:

n.16 “Agia Paraskevi”, con acqua limpidissima e fondale chiaro e sabbioso

n.26 “Koukounaries”, la più grande e più famosa, lunga ben 1200 metri, di finissima sabbia chiara, incorniciata da una pineta e inserita in un biotopo protetto, dove siamo riusciti a trovare posto anche il giorno di Ferragosto pur essendo arrivati in ritardo, proprio grazie alla sua lunghezza. La spiaggia è attrezzatissima, con vari punti di ristoro ed è ottima per famiglie con bambini.

Mikros Aselinos, sulla costa occidentale, non raggiungibile col pullman e quindi non numerata, ma attraverso una strada prima asfaltata e poi sterrata: anche questa attrezzata come le altre ma, per noi, la più bella in assoluto grazie alla particolare conformazione della baia. Qui sul fondo ci sono ciottoli, l’acqua diventa subito alta, ed è ottima per praticare lo snorkeling.

Mantraki beach, sempre sulla costa occidentale ma più giù rispetto a Mikros Aselinos, anche questa decantata dagli altri “Turisti per caso”, ma noi ci siamo trattenuti poco perchè il mare era troppo agitato.

n.22 “Maratha”, sabbiosa, elegantissima, con una sola fila di ombrelloni, piuttosto esclusiva.

Abbiamo inoltre fatto il consigliatissimo giro dell’isola con la Poseidon, una bella e grande imbarcazione che si prende dal porto vecchio, come tutte le altre, escluso la Kalipso che è ormeggiata al porto nuovo ma non consiglio perchè il costo del biglietto è troppo alto rispetto alla concorrenza.

Tutte le imbarcazioni fanno lo stesso giro, ma attenzione perchè il prezzo varia di giorno in giorno, bisogna andare la sera prima e informarsi; credo di aver capito che vari anche in base al numero dei passeggeri che si prenotano; in Agosto la media era di 13/15 Euro a persona.

Si parte alle 10 del mattino, con appuntamento mezz’ora prima. La nave risale la costa orientale per fare la prima sosta a Lalaria, una spiaggia fatta di ciottoli bianchissimi che quasi abbagliano alla luce del sole e inserita in una cornice naturale di scogli che formano un arco dove, ovviamente, abbiamo scattato tantissime fotografie. Questa è ritenuta la spiaggia più bella di Skyathos, irraggiungibile via terra. Risaliti a bordo, la nave si è poi fermata a Kastro, un’altra bellissima insenatura, dove chi ha voluto ha fatto il bagno, mentre noi ed altri siamo saliti proprio sul Kastro, che è la parte alta dell’isola e ne è stato il capoluogo fino al 1829. Si tratta di una fortificazione che ha resistito per anni alle scorrerie dei pirati, ma noi ci siamo soffermati a visitare le varie chiesette che si incontrano lungo la salita. Quest’ultima è faticosa, e, per rispettare i tempi imposti dal tour, l’abbiamo dovuta percorrere molto velocemente ma, volendo, si può visitare con calma per conto proprio perchè vi arriva la strada.

Risaliti a bordo, ci siamo diretti verso Kati Yorgi sulla terra ferma, attraversando uno stretto braccio di mare che la separa da Skyathos.

Qui non c’è assolutamente niente, e devo dire con rammarico che si tratta di una delle solite trappole per turisti perchè ci si arriva proprio all’ora di pranzo e quindi i passeggeri vengono invitati a mangiare in una taverna evidentemente convenzionata con l’organizzazione.

Noi lo sapevamo già per cui avevamo portato dei panini, ma, in ogni caso, abbiamo scoperto che questa è una puntata obbligatoria che fanno tutte le compagnie anche se sul depliant scrivono il nome di un’altra località. (Per es. sul nostro depliant c’era l’alternativa tra questa località e Mikros Aselinos, ma, quando ho chiesto perchè stessimo andando a Kati Yorgi , il capitano mi ha imbastito una risposta poco chiara).

Risaliti sull’imbarcazione, l’ultima tappa è stata l’isola di Tsougrias, dove chi ha voluto ha fatto un ultimo bagno. Il giro è stato comunque interessante, più lungo del previsto (siamo rientrati alle 18 invece che alle 17) ed è l’unico che consente di vedere le coste e le spiagge irraggiungibili via terra.

Consiglio vivamente la Poseidon perchè la barca è grande, sicura, è il prezzo è onesto.

All’ interno dell’isola è possibile visitare l’interessantissimo Moni Evangelistrias, a pochi chilometri dal capoluogo, che è un complesso monastico ricco di storia in quanto rifugio, ai primi anni dell’800, dei combattenti per la libertà. Un ricco museo testimonia questa pagina di storia a noi poco nota. I pochi monaci che vi sono rimasti, si dedicano all’agricoltura biologica e producono vino e olio che si possono acquistare. E’ molto rilassante passeggiare tra gli antichi edifici di questo monastero, accompagnati dai gatti che nelle isole greche sono molto numerosi.

Per quanto riguarda i posti dove mangiare, consiglio Lyknari (in fondo a Papadiamantos, alla fine della zona pedonale girando a destra e poi la prima a sinistra), dove abbiamo mangiato un ottimo kleftikò con contorno e un’orata arrostita, serviti dal proprietario che parlava mezzo italiano e mezzo spagnolo e che ci ha inoltre offerto a inizio pasto l’ouzo, il pane con patè di olive, e alla fine un assaggino di yogurth al miele che dire paradisiaco è poco! Per chi non lo sapesse, il kleftikò è un’antica pietanza a base di tenerissimo spezzatino di agnello accompagnato da verdure, cotto e servito in ciotole di coccio.

Siamo stati molto bene anche alla Taverna Selini che si trova nei vicoli dietro al vecchio porto , dove i tavoli sono disposti in terrazze con vista porto, ovviamente un panorama incantevole! Anche qui siamo stati serviti da un gentilissimo cameriere che parlava molto bene l’italiano (e questo è un dato da tenere in considerazione per orientarsi in menù con nomi di pietanze a noi non familiari).

Qui abbiamo gustato come antipasto un piatto per due di mezedes taste, cioè assaggini di antipasti locali, come le dolmades (foglie di vite con ripieno), le polpette, salse come la tzatziki e la roe (salsa rosa a base di salmone), i yigantes (grossi fagioli bianchi in salsa di pomodoro) e dopo ancora un ottimo kleftiko per me e un’orata per mio marito, il tutto accompagnato da contorno di verdure.

Non consiglio invece i ristoranti della zona più turistica, cioè quelli che si trovano girando a destra all’uscita del porto e proseguendo per un centinaio di metri; sono specializzati nella cucina di pesce, che vien ben esposto in grossi frigoriferi all’aperto, ma quando ci sono molto avventori, come è capitato a noi da Scuna, i camerieri non hanno tempo per aiutare nella scelta e si rischia di mangiare le solite cose spendendo anche più che altrove.

Concluso questo splendido soggiorno, l’ultimo giorno siamo partiti al mattino presto lasciando a malincuore il panorama del porto a cui ci eravamo affezionati e siamo stati accompagnati all’areoporto dal signor Babis, gentilissimo come sempre.

Partenza con l’aereo della Blue Panorama e rientro a Roma in perfetto orario.

In conclusione, i consigli che mi sento di dare sono:

-Portare sempre scarpette da scoglio, utili per spiagge con fondali rocciosi o con ciottoli;

-Portare una maschera e un boccaglio, perchè il fondo del mare, anche a pochi metri dalla spiaggia, racchiude tesori immensi;

-Stare attenti alle strade perchè non tutte sono asfaltate. Informarsi prima dall’albergatore sulla strada che si vuole percorrere e, se proprio si vogliono percorrere le sterrate, affittare un motorino, o un quad o, meglio, una 4 x 4.

Per il resto, lasciarsi cullare dallo sciabordio delle onde, deliziarsi alla vista dell’azzurro e cristallino Egeo, respirare il profumo dei pini e prendersi un po’ di tempo per girare per i vicoletti senza una meta precisa, scambiando magari anche qualche chiacchiera con la gente del posto, sempre gentile e accogliente.

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Balconcino dello studio Panorama a Skopelos

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Cappella "Mamma mia" a Skopelos

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Skyathos, spiaggia di Lalaria

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Alba a Skopelos

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Il porto di Skyathos visto dal terrazzo della pensione Babis

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Lungo la salita del Kastro a Skopelos

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La spiaggia di Maratha a Skyathos

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