Puntura medusa: cause, rimedi e prevenzione
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In cosa consiste la puntura di medusa
La puntura di medusa è una reazione cutanea di tipo orticarioide (che quindi può provocare dolore, arrossamento e gonfiore) dovuta al rilascio di sostanze urticanti da parte dei tentacoli al contatto accidentale con la nostra pelle. Si tratta in effetti di scontro involontario dal momento che questi organismi marini non si avvicinano all’uomo, muovendosi verticalmente o lasciandosi trascinare dalle correnti; in realtà sono i bagnanti che si avvicinano alle meduse, finendo per toccarle. D’altronde accade spesso che i tentacoli raggiungano alcuni metri di lunghezza, rendendo ancora più difficile notarli.
In realtà, alle nostre latitudini, l’inconveniente porta davvero scarse conseguenze; infatti le meduse del Mar Mediterraneo sono tendenzialmente meno pericolose rispetto a quelle che popolano i mari tropicali e le coste australiane. Possono però verificarsi anche sulle nostre coste casi in cui il contatto può provocare reazioni allergiche o addirittura severe complicanze come lo shock anafilattico. In questi casi un intervento tempestivo è più che decisivo.
Come avviene un morso di medusa
In realtà definire morso o puntura l’azione della medusa è improprio, dal momento che essa non ricorre ad una bocca o ad un pungiglione per provocare la reazione cutanea. Infatti la medusa va definita come un animale urticante in quanto, quando viene inavvertitamente toccata, i suoi tentacoli si appoggiano sulla pelle della vittima umana rilasciando delle sostanze fortemente irritanti che producono una reazione cutanea talvolta paragonabile ad un’ustione di primo grado. La miscela tossica, che sull’essere umano genera gonfiori, prurito ed eritemi, è costituita dal mix di tre proteine e serve all’animale per difendersi in caso di attacco e paralizzare una potenziale preda bloccandola con le ventose dei tentacoli.
Si può evitare la puntura medusa?
Una domanda che spesso si fa è se si possa evitare di essere morsi, anche in caso di un incontro ravvicinato con l’organismo marino. In effetti esistono delle misure che possono limitare il rischio di incorrere nei tentacoli di una medusa. Oltre a controllare le acque prima di immergersi, si dovrebbe sempre prestare un occhio ai cartelli segnaletici lungo la spiaggia. Comunque queste buone norme non scongiurano del tutto il rischio di incontrare una medusa durante una nuotata. Che fare allora? Rinunciare ad un bel bagno nelle acque cristalline del Mediterraneo? Ovviamente no.
Una soluzione per prevenire la puntura di medusa consiste in Respingo Jellyfish: un innovativo dispositivo medico che riduce il rischio di irritazioni derivanti dal contatto con una medusa. Basta spalmare su tutto il corpo il prodotto prima di immergersi e il gioco e fatto: voi potete godervi la nuotata e al resto pensa l’emulsione che crea una barriera protettiva a base di lantanio cloruro e altri principi attivi.
E se per caso non si è fatto in tempo ad acquistare Respingo Jellyfish in farmacia e la medusa affonda il colpo?
Cosa fare in caso di punture di meduse
Nel caso in cui doveste accidentalmente entrare in contatto con una medusa senza poter evitare di essere urticati, ci sono alcuni accorgimenti a cui ricorrere per minimizzare le conseguenze.
Innanzitutto evitare movimenti eccessivamente repentini: mantenere la calma e allontanarsi senza agitarsi. Una volta a riva, è il caso di sciacquare abbondantemente la parte colpita con acqua di mare, in modo da diluire e mandare via le tossine rilasciate dai tentacoli e non ancora penetrate nella pelle. Viceversa è decisamente sconsigliato sciacquare con acqua dolce, in quanto potrebbe provocare la rottura delle cnidocisti (le vescicole urticanti con cui la medusa si difende). Sempre nell’ottica di eliminare ogni traccia residua della medusa sulla pelle, vanno asportati i filamenti dei tentacoli dal momento che potrebbero continuare a rilasciare veleno anche una volta fuori dall’acqua. Come fare? Con tanta pazienza e ricorrendo ad una tessere in plastica rigida adatta a recidere, come ad esempio una carta di credito, ma anche grazie al dorso di un coltello.
Per lenire il prurito, è il caso di acquistare una lozione in farmacia; solitamente si tratta di creme o gel a base di cloruro di alluminio, meglio se presenta una concentrazione del 5%, che bloccano anche il diffondersi delle tossine.
Talvolta potrebbe capitare che i disturbi manifestati siano più complessi rispetto ad un arrossamento o ad un semplice eritema. L’insorgere di nausea, giramenti di testa o vomito potrebbe infatti essere il segnale di una manifestazione allergica o peggio di uno shock anafilattico. In questi casi non bisogna perdere tempo e rivolgersi prontamente al 118 o andare direttamente al pronto soccorso.
Cosa non fare nel caso di punture di medusa
Una volta constatato di essere stati punti da una medusa, bisogna evitare di peggiorare la situazione e attenuare i sintomi. Pertanto ci sono alcune cose che non devono essere assolutamente fatte:
Non strofinare la parte colpita con le mani, con la sabbia o con una pietra. Sicuramente il prurito è forte, ma cedere alla tentazione porta al rischio di rompere le eventuali cnidocisti residue, liberando ulteriore veleno. Inoltre, nel caso del morso di una medusa, i rimedi della nonna come ammoniaca, urina, o limone non funzionano, anzi potrebbero infiammare ulteriormente la parte colpita. Se gli effetti della puntura di medusa sono localizzati, cosa alquanto comune, sarebbe meglio evitare di ricorrere a creme contenenti cortisone o antistaminico, dal momento che i principi attivi entrano in azione solamente dopo circa 30 minuti dall’applicazione, quando ormai la reazione urticante è già naturalmente scomparsa!
Nelle settimane successive alla puntura di medusa è meglio non esporre direttamente al sole la parte colpita. Infatti, nei giorni seguenti il contatto, l’arrossamento lascia il posto ad un’iperpigmentazione che potrebbe essere resa definitiva dai raggi ultravioletti.