Weekend lungo tra Friuli e Slovenia

Prima a Trieste, poi Lubiana, Capodistria e Portorose
Scritto da: elisag81
weekend lungo tra friuli e slovenia
Partenza il: 01/11/2012
Ritorno il: 05/11/2012
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Qual è il regalo più bello da fare a una girandolina come me? Un viaggio inaspettato!

Come mi e’ successo recentemente, quando una sera di meta’ ottobre, Alessio e’ ritornato dal lavoro dicendomi di aver preso 4 giorni di ferie, approfittando del Ponte del 2 Novembre!

Che dire? Mentre una parte del mio cervello gioiva della notizia, l’altra parte, stava gia’ lavorando febbrilmente per organizzare un breve viaggetto.

Con cosi’ poco preavviso ( circa 10 giorni), dopo aver spulciato tutti i siti di compagnie aeree low cost, ho dovuto rinunciarvi, perche’ la data cosi’ ravvicinata, non permetteva prezzi modici e convenienti, anzi erano tutti prezzi alti!

Quindi rinunciato a qualsiasi citta’ europea non ancora visitata, ho deciso di fare un piccolo viaggetto nella nostra bella Italia, terra secondo me ricca di bellezze naturali e architettoniche senza rivali.

La scelta del luogo e’ stata molto facile, il nome Trieste c’e’ venuto spontaneo, innanzitutto perché era da tanto tempo che volevo andarci, spinta anche dalla curiosita’ che mi aveva messo Alessio negli anni, (lui c’era gia’ stato in gita scolastica circa 20 anni prima, e ne e’ sempre rimasto incantato!). E poi a Trieste c’era il famoso Castello di Miramare! E come poteva un‘appassionata di castelli e della Principessa Sissi come me rinunciarvi?

Essendo Trieste citta’ di confine, e a circa un’ora e mezza distante da Lubiana capitale della Slovenia, decido di aggiungere anche una piccola puntatina di un giorno a questa citta’, che non avevamo potuto visitare anni addietro, quando andammo in Slovenia la prima volta.

Come mio solito quando devo organizzare un viaggio, inizio a informarmi su tutto, gli orari dei siti da visitare, le distanze equindi ho contattato gli uffici Del Turismo di Trieste e Lubiana, che mi hanno subito inviato il materiale richiesto gratuitamente a casa mia, cosi’ ho potuto studiare un piccolo itinerario da fare in 4 giorni, per sfruttare al meglio il poco tempo! Ecco, quindi, una lista di cose da vedere. E con il bel programmino fatto, la scelta del mezzo e’ stata obbligata (la nostra macchina) per essere piu’ liberi nei nostri spostamenti che però ha complicato la ricarca per un Hotel in centro con parcheggio annesso. Alla fine la scelta e’ ricaduta sull’Hotel Novo Impero ( 220 euro 3 notti a camera in BB), in Piazza Liberta’ (piazza della Stazione), con un parcheggio convenzionato dall’altra parte della strada, a 10 euro a notte.

Pochi giorni prima di partire, avevo controllato le previsioni meteo, che mi davano molte speranze di bel tempo e giornate soleggiate, anche se un po’ ventose;conoscendo la fama del vento famoso di Trieste , la Bora, mi ero equipaggiata con sciarpe e cappellini antivento!

PRIMO GIORNO

Ma una bellissima e anche insolita giornata calda di circa 20 gradi, ci accolse il giorno del nostro arrivo a Trieste, infatti appena usciti dall’ autostrada ,iniziando a scendere la collina che circonda la citta’ fino al porto, un bellissimo sole e un inconfondibile odore di salsedine , ci davano il benvenuto in citta’!!Quasi quasi avevamo caldo con i nostri piumini addosso!!!

Sistemati i bagagli in camera( piccola e di arredamento modesto, ma comunque funzionale!!), iniziamo subito a esplorare la citta’, per non perderci il tramonto sul mare!

Piazza Liberta’ e’ un ottimo punto di partenza per la visita della città e, soprattutto, a quella parte di citta’ che si chiama ancora Citta’ Nuova o Borgo Teresiano; infatti fino al 1600, la citta’ di Trieste era limitata entro le mure medioevali del Colle di San Giusto, ma dopo l’avvento del Porto Franco, la popolazione inizio’ ad aumentare a tal punto che si decise di costruire anche in questa zona, che fino ad allora era stata adibita a Saline. Con il prolungamento della ferrovia verso il nucleo urbano e la costruzione con le necessarie infrastrutture della Nuova Stazione Ferroviaria Centrale, Piazza Liberta’ inizio’ a diventare una piazza importante di collegamento e le famiglie piu’ importanti e in vista di Trieste iniziarono a costruire dei bei palazzi in stile rinascimentale italiano e tedesco, intorno alla piazza e nelle vie limitrofe. Tuttora questi Palazzi adornano Corso Cavour (la via che porta a Piazza dell’ Unita’ D’ Italia e il Porto), come il Palazzo delle Assicurazioni Generali, o gli edifici della Banca D’Italia. Nella piazza e’ stata collocata una statua dell‘imperatrice Elisabetta, meglio conosciuta come Sissi, moglie dell’ Imperatore Francesco Giuseppe, in onore alla famiglia imperiale austriaca, in quanto ricordiamo Trieste e’ stata per tanti secoli sotto l’Impero Austro-ungarico e il suo ruolo nel regno era estremamente importante, in quanto era l’unico porto dell’intero Impero.

Camminando arriviamo al Canale Grande, ovvero cuore del Borgo Teresiano, e ci fermiamo alla Piazza Ponte Rosso, che prende il nome dal colore dell’antico ponte levatoio che attraversava il Canal Grande. Al centro della piazza c’e’ la Fontana del Giovannin, uno degli sbocchi dell’ acquedetto Teresiano, fatto fare appunto dall’Imperatrice Maria Teresa, che portava l’acqua potabile alla citta’ nuova e fino alla Piazza Unita’ D’Italia.

Questa piazza e’ la prima del Borgo Teresiano, ed e’ sede del mercato. Poco piu’ di un secolo fa, da queste parti passeggiava James Joyce, e tutt’ora la sua statua e’ lungo il ponte sul lato rivolto al mare.

I dintorni della piazza Ponte Rosso sono ricchi di curiosita’: lungo la riva del canale all’altezza del numero civico 10 di via Rossini, c’e’ una pietra di marmo incastonata, essa serviva a misurare l’ altezza del punto zero sul livello del mare e le escursioni di marea. Il punto zero di questa pietra divenne, durante la dominazione asburgica, lo zero di tutto l’impero perche’, come ho detto prima, all’epoca ne era il porto principale.

Un’altra curiosita’ della piazza si trova sotto di essa… interrato insieme alla parte terminale del Canale c’e’ un torpediniere della marina austriaca e si trova esattamente sotto la fontana davanti alla Chiesa di Sant’Antonio Nuovo. La nave, lì abbandonata dopo la fine della prima guerra mondiale, poiche’ fuori uso, non fu rivendicata da nessuno, e tuttora giace nel sottosuolo di Trieste.

La Chiesa di San’Antonio Nuovo e’ il luogo di culto dei cattolici del Borgo Teresiano ed e’ la piu’ ampia della citta’.

Vicino c’e’ il Tempio di San Spiridione, luogo di culto della comunita’ serbo-ortodossa, una comunita’ presente a Trieste fin dal settecento e che ha notevolmente contribuito allo sviluppo della città stessa.

La chiesa sorge sul luogo di una precedente chiesa condivisa per un certo periodo con la comunita’ grego-ortodossa, ma dopo la scissione per motivi religiosi delle due comunita’, quella greca si trasferi’ sulle rive, dove edifico’ la chiesa di San Nicolo’, la comunità serba rimase qui. La chiesa e’ un edificio a pianta greca coronato da cupole e fa respirare un‘aria d’oriente in una delle maggiori piazze di Trieste, l’entrata e’ gratuita e, secondo me, merita davvero una visita!

E’ l’ora del tramonto, l’ora per me piu’ magica della giornata, e correndo arriviamo in tempo sul Molo Audace, il molo piu’ lungo della città e il piu’ famoso, per fotografare questo bellissimo momento, in cui l’acqua del mare si tinge letteralmente di rosa! Molo Audace… come il cacciatorpediniere italiano che attracco’ a Trieste il 3 novembre 1918, e dal quale sbarcarono i bersaglieri per ricongiungere l’Italia a Trieste. Infatti di fronte a Piazza Grande (il nome in origine di Piazza dell’ Unita’ d’Italia) c’e’ un gruppo scultoreo che ricorda proprio questo momento storico, raffigurando un bersagliere di corsa e due ragazze triestine (le mule). L’origine di questo molo, che punta al mare aperto, risale a un fatto avvenuto nel 1740, quando la nave austriaca San Carlo, affondo’ proprio in questo punto, e con essa i suoi 70 cannoni. Si cerco’ in tutti i modi di salvarne almeno uno, ed il molo allora nacque come monumento commemorativo alla nave asburgica.

Da questo Molo si ha una completa visuale della citta’ e della sua bellissima piazza simbolo, ovvero Piazza Dell’ Unita’ D’Italia. Non vi dico la mia emozione nel vedere questa piazza che al calar del sole, con l’ accendersi delle luci, cambiava letteralmente aspetto davanti a noi!

Questa piazza e’ considerata il salotto buono della citta’, si apre con un intero lato sul mare, creando un effetto scenico, che testimonia l’amore, e la dipendenza della citta’ dal mare stesso! Nel corso dei secoli questa piazza ha subito vari rimaneggiamenti, ma l’aspetto odierno si inizia ad avere dall’ inizio del 800, quando dove adesso ci sono le luci blu nel pavimento, c’era un piccolo giardino, e dopo successive modifiche ai palazzi che la delimitano, inizio’ ad essere come adesso.

Aspettiamo che tutta la piazza si illumini, e migliaia di foto dopo, continuiamo la nostra passeggiata, ammirando prima la Chiesa di Santa Maria Maggiore, imponente costruzione barocca, e poi siamo andati a vedere il bellissimo Teatro Romano (monumento che da il nome alla strada). Eretto nel I secolo, costruito sfruttando la protezione del Colle di San Giusto, alla sua epoca, doveva essere molto suggestivo, con il mare che ne lambiva le fondamenta (scavi recenti hanno ritrovato resti di banchine e porticcioli!). Secondo me e’ molto suggestivo anche adesso in notturna, con le luci che sapientemente lo illuminano.

Ritorniamo sui nostri passi e andiamo alla Piazza della Borsa, nome che deriva dal Palazzo della Borsa Vecchia, che attualmente ospita la Camera del Commercio; la piazza deriva da un interramento del Canal Piccolo (la via d’acqua usata per approvvigionare di merci e vettovaglie il vecchio borgo. Piazza veramente bella!

Dalla Piazza della Borsa intraprendiamo Corso Italia, la via principale di Trieste, che costeggia la base del Colle di San Giusto fino a Piazza dell’ Unita’, notate tutti i bellissimi palazzi in stile liberty che la delimitano! Arriviamo alla Piazza Goldoni snodo del traffico urbano per ammirare e salire la Scalinata dei Giganti, costruita a conclusione dei lavori di scavo della sottostante galleria Sandrelli.

Salendo, vi assicuro che si fa veramente fatica, pero’ ogni sforzo e’ ricambiato dal panorama che si ha man mano che si sale; si percorre il parco della Rimembranza, creato a memoria dei caduti della Prima Guerra Mondiale, con una lapide incisa con un nome sotto ad ogni albero, e si arriva a una bellissima fontana illuminata con il tricolore italiano!

Qui siamo stati un po’ ad ammirare il paesaggio e il Castello di San Giusto in notturna, poi volevamo prendere l’ autobus che ci avrebbe riportato in Piazza Liberta’ dal nostro hotel, ma purtroppo come nella peggior abitudine italiana, l’autobus non si e’ visto! Siamo stati una buona mezz’ora sotto la pensilina della fermata speranzosi, poi ho addirittura chiamato il numero dei trasporti di Trieste (ovviamente non mi ha risposto nessuno!) e sconsolati e molto arrabbiati abbiamo dpvuto rifare tutto il percorso a piedi verso il nostro hotel (un male alle gambe!). In questi momenti, penso sempre a come si devono sentire dei turisti stranieri da noi in Italia, tipo turisti inglesi o tedeschi, abituati alla loro impeccabile sistema di trasporto! Che vergogna!

Archiviato l’episodio, ci siamo un po’ riposati in hotel, e dopo cambiati per la cena, ci siamo fatti consigliare dalla nostra reception per cena. Ci ha consigliato un paio di ristorantini tipici nella zona del Borgo Teresiano e apparte il primo che era pieno (ma abbiamo preso nota per il giorno dopo!) ci siamo fidati del secondo consiglio e siamo andati da Pepi. Tipico ristorante dove viene servita esclusivamente carne di maiale bollito, in tutte le salse,wurstel, salsicce, coda, zampa, il tutto servito con una saporita salsa alla mostarda e in un simpatico piatto a forma di maiale!!

Per digerire la sostanziosa cena ci ritroviamo a passeggiare per Piazza dell’Unita’ d’Italia, ora piu’ gremita di gente !!!Poi subito a nanna stanchi morti!

SECONDO GIORNO

Oggi giornata dedicata ai castelli. Appena fatta colazione prendiamo l’ autobus per tornare al Castello di San Giusto, e appena arrivati riammiriamo il panorama che avevamo visto la sera prima in notturna, la vista spazia per tutto il golfo di Trieste, e si vede pure il Castello di Miramare( prossima meta della giornata!)

Con il biglietto d’ ingresso e’ possibile avere un audioguida. Seguendo il percorso guidato conosciamo la storia di questa fortezza voluta dagli Imperatori d’Austria in pieno Medioevo, ma la sua costruzione si e’ protratta per 600 anni e ogni successivo passaggio ha lasciato i segni. Perduta la sua funzione difensiva, fu utilizzato come residenza del Capitano della citta’, i sotterrani usati come prigioni durante la prima guerra mondiale, e adesso sede del Lapidario Tergestino.

Vicino al Castello c’e’ la Cattedrale di San Giusto, ma il caso ha voluto che proprio questo giorno fosse San Giusto, quindi dentro la cattedrale c’era una messa dedicata al Santo patrono della citta’, e tutto fuori nel piazzale, c’era la banda musicale, varie autorita’ locali e forze dell’ Ordine!!Non abbiamo potuto quindi visitare la Cattedrale, ma ci siamo goduti un po’ dello spettacolo folkloristico fuori! Poi subito di ritorno al nostro hotel, per prendere la macchina, per andare a visitare il Castello di Duino! Oggi infatti i nostri ritmi saranno molto serrati per riuscire a vedere tutti i castelli di Trieste!

Questo Castello (controllare per gli orari di apertura sul sito), arroccato sull‘ultimo sperone roccioso del Carso proprio a precipizio sul golfo di Trieste, e’ di proprieta’ dei Principi della Torre e Tasso che hanno deciso di aprirlo al pubblico, sia il parco (ricco di statue e le terrazze a picco sul mare), che gran parte della loro signorile dimora. L’edificio si presenta come una costruzione composita che ruota attorno alla Torre. Al suo interno si possono visitare ben 18 sale perfettamente arredate con oggetti di pregio, e di uso quotidiano. Degno di nota la bellissima scala Palladio.

Nel corso dei secoli numerosissimi sono stati gli ospiti illustri, fra cui anche la mia adorata Imperatrice Sissi, Gabriele D’ annunzio e il poeta Rainer Rilke, ma il primo ospite secondo la tradizione, fu Dante Alighieri, inviato qui in qualita’ di ambasciatore da Cangrande. Durante il suo soggiorno si tramanda che amasse ritirarsi sullo scoglio che si staglia fra i due castelli, e che qui abbia composto alcune terzine della Divina Commedia! Con la visita del parco, e’ possibile vedere anche il Bunker sotterraneo (circa 200 scalini), fatto costruire dai tedeschi durante la seconda guerra mondiale, quando il Castello fu requisito. Da una delle terrazze panoramiche forse piu’ famosa (il terrazzo Rilke), si puo’ vedere le rovine che si stagliano a picco sul mare dell’ antico Castello di Duino, chiamato CastelVecchio, abbandonato dopo la costruzione dell ‘attuale castello.

Intorno a CastelVecchio, gira la leggenda della Dama Bianca, si racconta infatti che il signore del Castello, il malvagio Ritisperga, volesse liberarsi della moglie gettandola in mare.La dama cadendo lancio’ un urlo al cielo, che impietosito non la fece morire, ma la trasformo’ nello scoglio bianco che si vede sotto il Castello Vecchio.In alcune notti si dice che la Dama Bianca si risveglia e vaga fino all’ alba tra le stanze in rovina, alla ricerca invano della culla di sua figlia.

Nel biglietto di ingresso e’ compresa la visita a entrambi i castelli e, sicuramente, ne vale la pena! Abbiamo pranzato li’ ed essendo gia’ le 15:00 ci avviamo verso l’ultimo Castello della giornata, ma forse il piu’ importante, il Castello di Miramare!

Si puo’ parcheggiare lungo la strada costiera che affianca il mare ( non a pagamento), oppure dentro il parco del Castello Miramare ( a pagamento ma molto piu’ vicino), noi non abbiamo avuto scelta, e abbiamo preferito parcheggiare piu’ lontano, in quanto la lunga fila di auto in attesa del parcheggio a pagamento, ci hanno fatto desistere, e io avevo troppo fretta di andare!

Il Castello di Miramare ( 09:00/19:00, 6,00 euro a testa) e’ un luogo da favola, un castello incastonato tra il mare e il Carso, la sua costruzione fu voluta da Massimiliano D’Asburgo (fratello del piu’ celebre Imperatore Francesco Giuseppe, e quindi anche cognato dell’Imperatrice Sissi) per la sua sposa Carlotta del Belgio. Si dice che Massimiliano, giovane ufficiale di Marina e esperto di botanica, di ritorno da uno dei suoi viaggi a Trieste, si innamoro’ di questo costone di roccia a picco sul mare, e compro’ subito tutto l’appezzamento.

Deciso di costruirsi una dimora “ di vacanza” per lui e la sua sposa, fece erigere il Castelletto per poter essere sempre presente a tutte le fasi della realizzazione del suo grandioso progetto.

La visita all’ interno del Castello, si puo’ fare con un audioguida compresa nel biglietto, che illustrera’ tutto il percorso nelle sale. Nell’arredamento originale del castello, si ritrova la passione per la navigazione e per il mare di Massimiliano, infatti ogni stanza ha un suo nome come la sua camera da letto “ la Cabina”, essenziale come la cabina di una nave, lo studio “la Novara”, che riproduce il quadrato di poppa della nave( la Novara appunto), che lo vide giovane ammiraglio e con la quale intraprese poi la sua avventura in Messico; la stessa fregata poi ne riporto’ le spoglie a Trieste, dopo il suo assassinio in Messico, poi trasferite a Vienna nella Cappella dei Cappuccini. La Biblioteca ricca di volumi rarissimi e preziosi erbari ( ricordo la sua passione per la botanica e il giardinaggio), e poi ancora l’ appartamento di Carlotta, e culmine della visita la Sala del Trono, con i ritratti dell’ albero genealogico della famiglia Asburgo.Lorena con all’ apice Massimiliano e Carlotta. In ogni stanza, comunque si respira l’essenza dell’ amore dei due, infatti in ogni sala o angolo e’ presente un ritratto della moglie adorata. Effettivamente la storia d’amore dei due consorti e’ stata molto bella e triste nell’epilogo. Massimiliano D’Asburgo, secondogenito dell’Arciduca Francesco Carlo D’Asburgo, fratello dell’ Imperatore Francesco Giuseppe, era amante del mare, e intraprese presto la carriera nella marina militare, arrivando ben presto a raggiungere alti gradi di ufficiale e portando anche grossi rinnovamenti nel porto di Trieste. Da sempre affascinato dalle idee progressiste dell’ epoca, cerco’ invano di provare a portare dei cambiamenti nella politica estera e nella diplomazia, ma fu sempre ostacolato dal fratello Imperatore,di idee decisamente diverse e piu’ conservatrici. Sposo’ la principessa Carlotta del Belgio, e con lei si stabilì a Milano, dopo che qualche mese prima era stato nominato dal fratello governatore generale del Lombardo-Veneto, stato dipendente dall’impero austriaco. Ma la permanenza degli Arciduchi nella citta’ milanese duro’ poco, in quanto Massimiliano venne congedato dall’incarico, perche’ aveva tentato di governare il regno secondo i suoi principi liberali, scontrandosi con le autorita’ di Vienna. Allora Carlotta e Massimiliano si ritirarono per qualche tempo a vita privata, soggiornando soprattutto a Trieste nel castello di Miramare, fino a quando nel 1863, giunse alla loro residenza una delegazione di emigrati messicani per offrire ufficialmente all’arciduca la corona del Messico.

Era scoppiata la Guerra di Secessione in America, e Napoleone III di Francia era molto interessato alla formazione di un‘area di cultura latina e cattolica in America Centrale e aveva bisogno di un candidato da manovrare a piacimento. Purtroppo, visto gli indubbi meriti maturati come Governatore del Regno Lombardo-Veneto e il disagio e la rivalita’ sempre piu’ crescente con il fratello Imperatore, designarono Massimiliano D’Asburgo come candidato ideale. Cosi’ con un’allettante offerta di sostegno militare, Napoleone III convinse Massimiliano ad accettare la corona Messicana, essendo anche stato informato da lui di un referendum della popolazione messicana, favorevole alla presa di potere della citta’ da parte di due monarchi stranieri. Massimiliano accettò la corona messicana, e con Carlotta parti’ alla volta del Messico con la sua Novara, ma appena arrivati lì, si accorsero ben presto di essere davanti a un paese disorganizzato e vittima dell’ anarchia, e risulto’ anche che solo la minoranza della popolazione aveva parteggiato per loro, ma non la maggioranza. Fiduciosi iniziarono a regnare, ma nel frattempo la politica internazionale stava cambiando, la Guerra di Secessione americana era finita, con la vittoria dei Nordisti, e a causa dei mutamenti politici avvenuti, Napoleone III perse ogni interesse a patrocinare e proteggere il Messico, e lascio’ Massimiliano al suo destino.

Carlotta, dal canto suo, torno’ in Europa e cerco’ di patrocinare la causa del marito, sia a Parigi che a Roma dal Papa, ma senza risultato. Gia’ allora furono evidenti i gravi disturbi di squilibrio mentale che l’ affliggevano, disturbi che la portarono alla follia, quando seppe dell’assassinio di Massimiliano da parte dei Repubblicani americani. Fini’ i suoi giorni in totale isolamento in un castello in Belgio.

Finita la visita interna al castello, iniziamo a passeggiare nel bellissimo parco e nei suoi giardini disegnati da Massimiliano stesso, godendoci del tramonto sul mare. Sulla via del ritorno all’ hotel, mi ricordo del suggerimento della reception per la cena della sera prima e prenoto per la sera stessa. Mai scelta fu piu’ azzeccata, il ristorante “la Tecia” e’ un locale molto piccolo e dopo poco che siamo arrivati noi si era gia’ riempito! Ristorante tipico, prezzi un po’ piu’ alti, ma sicuramente cibo eccellente, consiglio le “verdure alla tecia”buonissime!

Decidiamo di concludere questa bellissima giornata, andando a prendere il caffe’ al Caffe’ degli Specchi, uno dei Caffe’ storici piu’ famosi di Trieste, che si trova in Piazza dell’ Unita’!

Poi stanchissimi, a nanna!

TERZO GIORNO

Gita in Slovenia. Stamattina sveglia presto, perche’ vogliamo andare all’ Estero in Slovenia e piu’ precisamente a Lubiana la sua capitale, a circa un‘ora e mezzo distante da Trieste!

Ricordatevi che dovete comprare la vignette autostradale appena varcate il confine sloveno, e purtroppo vendono solo quelle settimanali (della serie abbiamo dovuto spendere piu’ di 10 euro per un solo giorno!). Fiduciosi ci siamo affidati al navigatore satellitare, e impostato come destinazione centro citta’, ci ha veramente portato nel parcheggio piu’ vicino al centro, ovvero quello sotterraneo del Parco Zwezda (Stella), praticamente nella Piazza del Congresso e in pieno quartiere universitario. Lasciamo la macchina nel parcheggio sotterraneo e giriamo un po’ in questa bellissima piazza, ammirando il Palazzo dell’Universita’ (un tempo palazzo della Regione), il Palazzo della Filarmonica, una delle piu’ antiche istituzioni musicali d’ Europa e del Mondo, e il convento delle Orsoline, uno stupendo esempio di barocco lubianese. Proseguiamo a fianco dell’Universita’ in Kongresni Trg, e davanti a noi troviamo il fiume che attraversa la citta’ di Lubiana, il Ljubljanica, siamo in pieno centro storico e essendo domenica mattina, era pieno di gente che passeggiava per il lungofiume. Purtroppo tempo non era dei migliori, il sole andava e veniva e anche i negozi per mio sommo dispiacere erano chiusi, ma ci siamo divertiti ugualmente a camminare e fotografare questa bellissima cittadina sul suo lungofiume, ricco di salici piangenti in pieno colore autunnale! Mi sarebbe piaciuto fare la gita sul battello, ma essendo piovuto anche nei giorni precedenti, il Ljubljanica, in alcuni punti era veramente alto e faceva quasi impressione.

Molto importanti nella storia di Lubiana i suoi ponti: Il Ponte dei Calzolai, progettato dall’architetto Jose Plecnik come una piazza sull’ acqua, chiamato cosi’ perche’ nel passato qui c’erano le botteghe dei ciabattini. Al suo ingresso un curioso monumento con delle scarpe appese a una fune! Il Triplice Ponte forse e’ il simbolo piu’ riconoscibile della capitale; questo passaggio a 3 corsie progettato nel 1929 sempre dall’ architetto Plecnik, fu costruito per ampliare l‘arteria principale di Lubiana per sostenere il traffico crescente, quindi l’architetto decise di mantenere il ponte gia’ esistente al centro, e di aggiungerne altri due laterali disposti ai lati per i pedoni.Fu una scelta davvero innovativa dal punto di vista urbanistico, che trasformo’ la Piazza Presernov, nel fulcro della citta’. Tuttora questa piazza e’ il cuore di Lubiana, prende il suo nome dal Poeta nazionale Preseren, omaggiato qui anche da una statua in suo onore, e abbellita da palazzi in stile Art Nouveau, come il Palazzo Centromerkur, ora sede della Galleria Emporium, boutique di moda. La Chiesa Francescana dell‘Annunciazione chiude il quadro di questa bellissima piazza! Da qui andiamo al Municipio settecentesco, con un piano terra porticato e una torre dell’ orologio esagonale. E’ possibile entrare ad ammirare il cortile interno, con un bellissimo pozzo. Davanti c’e’ la bellissima Fontana dei Fiumi Carniolani, che prende nome dalle tre figure munite di anfora, che dovrebbero simboleggiare i 3 fiumi principali dell’ antico ducato la Carniola, ovvero il Ljubljanica, la Sava, e la Krka. Si ritiene che questa opera abbia ispirato il Bernini per la Fontana dei Fiumi in Piazza Navona a Roma. Più avanti troviamo la Cattedrale di San Nicola (entrata gratuita), dedicata appunto a San Nicola protettore di marinai e pescatori. Ha un’architettura interna in stile barocco, in netto contrasto con quella esterna molto spoglia, se non dai portoni in bronzo decorati, che commemorano la visita del Papa Giovanni Paolo II in Slovenia nel 1996. Arriviamo al Mercato centrale, che si trova nella piazza Vodnikov Trg, progettato negli anni 30 del secolo scorso, tuttora funzionante, e’ il mercato per eccellenza dei cittadini lubianesi, qua e’ possibile comprare di tutto, pesce, frutta e carne di qualita’.

Il Ponte dei Macellai e’ il terzo ponte di Lubiana e interrompe il colonnato del mercato coperto, per celebrare il nome del ponte, ci sono delle statue raffiguranti quarti di bue (molto orrendi!). Il Ponte dei Draghi, situato appena oltre il confine orientale del mercato, fu la prima grande costruzione in Art Nouveau realizzata in citta’, realizzato in occasione del sessantesimo compleanno dell’ Imperatore Francesco Giuseppe, prende il nome dai draghi in rame battuto che ne sorvegliano le estremita’. Si narra che Giasone e gli Argonauti combatterono e uccisero un drago nelle paludi a sud di Lubiana.

Sfortunatamente, il tempo cambia e inizia piovigginare, cosi’ prendiamo la decisione di salire al castello e approfittare per una visita al chiuso. Prendiamo la funicolare che si trova nella piazza del Mercato e in 5 minuti saliamo sulla collina. Il Castello di Lubiana (aperto tutti i giorni 10:00/18:00, 10 euro a testa) domina la citta’ vecchia da un colle. Risale al XI secolo, ma dopo che la citta’ fu annessa all‘Austria, esso stesso divenne proprieta’ della famiglia degli Asburgo, che se ne servi’ prima come caserma, poi come prigione. Oggi e’ una meta turistica classica nella visita di Lubiana.

Passeggiamo per il cortile interno e saliamo sulla Torre Pentagonale, da dove si ha un bel panorama, della citta’ sottostante ( peccato per il tempo). Poi visitiamo la Cappella di San Giorgio, con il soffitto riccamente decorato, e vista l’ora decidiamo di pranzare al ristorante panoramico, che si trova nel cortile interno; credevo, visto l’ambiente piuttosto chic, che fosse anche costoso, invece abbiamo pranzato benissimo, gustando tipiche prelibatezze slovene (la zuppa jota, ad esempio), spendendo relativamente poco.

Quando scendiamo in citta, piove incessantemente e il centro prima pieno di gente prima, si inizia a svuotare piano piano. Cosi’ decidiamo di tornare alla macchina, ma ci ferma un simpatico ragazzo italiano, proprietario di un negozio di souvenir, che ci offre da bere e ci da dei preziosi consigli, sul come finire la giornata in Slovenia.

Infatti aveva smesso di piovere e con Alessio decidiamo di fare una puntatina a Capodistria (Koper in Sloveno), il principale porto della Slovenia, che divenne un centro importante di scambi sotto l’influsso del dominio veneziano… e per questo ha un bellissimo centro storico. La città dopo la prima guerra mondiale fu assegnata all’Italia, ma nel 1954 fu assegnata alla Slovenia, per questo la maggior parte dei suoi abitanti parla italiano e anche i cartelli stradali sono bilingui! Parcheggiamo sul porticciolo appena fuori il centro storico, e ci avviamo verso quella che secondo la nostra guida e’ la piazza principale, la Piazza Tito, ma vuoi per il vento che impetuoso ci sferzava la faccia, vuoi perche’ era domenica sera (neanche relativamente tardi pero’ circa le 18:00), era tutto chiuso, neanche un bar aperto, o una persona che passeggiava. Sembrava di visitare un paese fantasma, con addirittura molte strade senza illuminazione, sinceramente non mi sentivo sicura, e infatti abbiamo fatto frettolosamente le foto nella piazza al bellissimo Palazzo Pretorio e alla Cattedrale dell’Assunta, e poi con la cartina in mano andiamo a vedere la Fontana da Ponte, la fontana simbolo della citta’.Dei ragazzotti li intorno, ci hanno solo fatto scappare piu’ velocemente verso la macchina, lasciandoci una bruttissima sensazione addosso, come di averla scampata! Ora obbiettivamente, forse mi sono fatta suggestionare dalla situazione, sono sicura che la citta’ vista di giorno e in un altro periodo dell’ anno, piu’ turistico, sia sicuramente piu’ bella, ma secondo me qui il turismo non ha ancora preso campo, e ce ne vorrà ancora di tempo! Al “sicuro” in macchina, decidiamo di cenare in un’altra citta’ slovena, che conoscono bene i miei genitori, in quanto ci sono stati per le sue terme, ovvero la citta’ di Portorose. La citta’ piu’ elegante e glamour della Slovenia, ricca di casinò e bellissimi hotel e frequentata dalla bella gente. Una piccola Montecarlo slovena.

Ma anche qui abbiamo una brutta sorpresa, io mi immaginavo una citta’ vivace, piena di luce e di gente, ma in realta’ era deserta, anche i ristoranti erano tutti vuoti e lungo il viale del lungomare, dove sono ubicati gli hotel, le persone che passeggiavano si potevano contare sulle dita! Che dire, forse qui il fuori stagione esiste davvero! Comunque ci fermiamo a cenare in un grazioso ristorantino sul lungomare, spendendo anche stavolta meno di quanto mi aspettavo, e piano piano ritorniamo verso L’Italia e Trieste!

Questa puntatina all’estero, mi e’ comunque piaciuta, la citta’ di Lubiana e’ veramente carina, una piccola perla, ma il turismo ancora non vi e’ sfruttato bene, come nel resto delle citta’ slovene (o almeno quelle che ho visto), i prezzi sono relativamente bassi, e infatti ne abbiamo approfittato anche per fare un bel pieno di benzina prima del confine italiano!

QUARTO GIORNO

Il nostroweek end inizia a volgere al termine, sbrighiamo il check out e riprendiamo la nostra macchina per andare alla Risiera di San Sabba, l’unico campo di concentramento presente in Italia. L’entrata e’ gratuita, tutti i giorni dalle 9:00 alle 19:00. Viene fornito un‘audioguida che spieghera’ la triste storia di questo lager. Costruito nel 1913 come stabilimento per la pilatura del riso, fu poi trasformato nel 1943 in campo si sterminio e smistamento. Quando nel settembre del 1943, le provincie italiane di Trieste, Udine, Gorizia, Fiume e Lubiana furono sotto il controllo del regime nazista, con il nome di Litorale Adriatico, qui vennero condotti i prigionieri provenienti da quelle stesse zone. I resti del Campo sono scarsamente visibili, in quanto nella notte tra il 29 e il 30 aprile 1945, l’ edificio del forno crematorio e la ciminiera, fu fatto saltare con la dinamite dai nazisti, per eliminare prove scomode. Sulle pareti delle celle c’erano numerose scritte e incisioni fatte dai poveri prigionieri, ma sia a a causa dell’ incuria, o a causa del successivo utilizzo della Risiera come campo profughi, o forse per la volonta’ di qualcuno di nascondere importanti testimonianze, oggi sono scomparse! Prima di sparire del tutto pero’ un certo Diego, riusci’ a trascriverle su un diario che ora e’ esposto nel museo della pace. Si stima che il numero delle vittime furono fra i 3000 e i 5000, ma sicuramente il numero delle persone transitate qui e’ nettamente superiore. Nella visita e’ possibile vedere le celle in cui i prigionieri venivano rinchiusi in attesa delle torture o della morte, piccoli loculi di neanche 3 metri quadri, dove ci stavano anche fino a 3 persone.

Io e Alessio abbiamo avuto la fortuna di visitare il campo in completa solitudine, in quanto ne eravamo i soli visitatori,ma credetemi nonostante il silenzio che c’era nell’ ambiente, mi sembrava ancora di sentire le urla strazianti delle persone morte qui, come se il dolore e la sofferenza fossero permeati in queste mura. E’ stata una visita, che sicuramente ci ha turbato molto, ma ci ha anche aperto gli occhi, di come la vita e la liberta’ di ogni essere vivente sia preziosissima, e niente e nessuno, dovra’ piu’ tentare di ostacolarla nel nostro prossimo futuro! Pranziamo tardissimo alle 15 del pomeriggio, in una trattoria li davanti, la visita infatti ci ha fatto perdere la cognizione del tempo! E poi subito verso il Sacrario Militare RediPuglia che è un cimitero militare sito in Italia, dedicato alla memoria di oltre 100.000 soldati italiani caduti durante la prima guerra mondiale. Le enormi dimensioni e l’ampia area coinvolta a parco della memoria ne fanno il più grande sacrario militare d’Italia e uno dei più grandi al mondo. Il sacrario serve anche come luogo di commemorazione per tutti i 689.000 soldati morti durante la prima guerra mondiale, e ogni 4 novembre alla presenza del presidente del Senato vengono fatte delle celebrazioni per la commemorazione ufficiale; noi ci siamo stati solo il giorno dopo e, infatti, sul palco d’onore c’erano ancora le sedie e i fiori. Davanti al sacraio c’e’ la collina di Sant’Elia, sede del principale cimitero di guerra, i cui resti poi furono traslati nel sacrario. I lavori iniziarono nel 1935 con un impiego enorme di uomini e mezzi che dopo 3 anni ininterrotti di lavori permisero l’inaugurazione del monumento nel 1938 davanti a Mussolini e i più di 50.000 veterani della Grande guerra. La maestosa scalinata, formata da 22 gradoni su cui sono allineate le tombe dei caduti, hanno tutti l’iscrizione Presente incisa sopra, che si rifa’ al rito d’appello dei soldati. Sul davanti e’ collocata quella del duca d’Aosta, comandante della 3ª armata, fiancheggiata dalle urne dei suoi generali, il duca d’Aosta, morto nel 1931, chiese di avere l’onore di poter essere qui deposto tra le migliaia di soldati che persero la vita sul campo di guerra. In cima al monumento c’e’ una grossa croce. L’unica donna seppellita nel sacrario è una crocerossina morta a 21 anni di nome Margherita Orlando. La sua tomba si trova nella prima fila e si distingue perché nella facciata c’è scolpita una grande croce.

Oggi, purtroppo, l’intero monumento e’ sotto l’incuria e l’abbandono, senza nessun tipo di recinzione o protezione, non viene neanche illuminato la sera, ed e’ un vero peccato pensando a quello che dovrebbe significare, ma anche questa e’ Italia, no?

Dalla cima del monumento ci siamo goduti un bellissimo tramonto sulla citta’ sottostante, e piano piano quando il sole iniziava a scendere, una dolce melodia (la suonata militare il silenzio) suonava nell’aria da un autoparlante nascosto!

Prima di andare via siamo andati a vedere anche le trincee, illuminate solo dalla torcia del nostro telefono, sinceramente un po’ da scellerati, camminare nelle pozze e nel fango (nei giorni precedenti era piovuto), completamente da soli. Ma non volevo andare via senza aver visitato il luogo dove tanti giovani italiani come noi hanno combattuto e sofferto!

Poi di ritorno verso casa!

Che dire, e’ stato un weekend intenso, abbiamo visto cose bellissime e altre che ci hanno veramente toccato nel profondo del cuore. Sicuramente Trieste e’ una citta’ magnifica che mi sento di consigliare! Spero di esservi stata utile. www.girandolina.it. Alla prossima.

Elisa

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