Weekend lungo sul Lago Maggiore

Alla scoperta delle famose Isole Borromee
Scritto da: BarbaraCera
weekend lungo sul lago maggiore
  • Partecipanti: mio marito ed io

Finalmente, venerdì 8 aprile partiamo per il Lago Maggiore: per entrambi è la prima volta, che emozione! Da casa avevo già prenotato le visite alle tre località di nostro interesse: Rocca di Angera, Isola Bella ed Isola Madre.

Il biglietto (a data aperta e non rimborsabile) costa 33 euro a persona.

Giorno 1

Rocca di Angera

Venerdì partiamo verso la nostra prima meta: la Rocca di Angera, splendida e vuota, in questo giorno feriale.

È in corso un’attività con dei ragazzi di una vicina scuola elementare e ci sono anche piccoli gruppi di turisti, soprattutto stranieri (in questi tre giorni sentiremo parlare sia francese che tedesco, durante le nostre visite). Alla biglietteria sono disponibili le mappe cartacee delle nostre tre mete: le consigliamo, perché sono utilissime e permettono ottime visite in solitaria.

All’interno della Rocca, ben preservata e restaurata, si snoda un interessantissimo Museo delle bambole, che spazia anche in generale sul giocattolo e sulle marionette. Molto interessanti anche le altre sale del palazzo, fra le quali spicca la Sala della Giustizia, con affreschi medievali ancora visibili.

Da questa sala, una scala un po’ ripida porta al tetto della struttura, dalla quale si possono ammirare i dintorni. Il giardino della rocca è ridotto, come dimensioni, rispetto alla struttura architettonica, ma piacevole e ben tenuto.

Per una visita approfondita, sono necessarie tre ore circa: un lasso di tempo che ti catapulta in un mondo antico, con qualche sprazzo più moderno durante la visita al museo.

A questo proposito, segnalo che la collezione museale – che copre praticamente tutte le culture del mondo – parte da reperti del 1700 fino ad arrivare a circa la metà del Novecento. Contiene molti pezzi curiosi, fra i quali sono degni di particolare nota i personaggi meccanici dell’ultima sezione.

Sono le 14:00, quando ci mettiamo alla ricerca di un luogo dove pranzare e per caso ci imbattiamo in una gastronomia che offre anche un piccolo spazio all’aperto, su una specie di terrazzino, per consumare sul posto. Si tratta di Sapori di Lago, negozio al contempo gastronomia, friggitoria e pastificio. Sul terrazzino una simpatica coppia di gallaratesi sta già consumando il proprio pasto. Il nostro, a base di fritto misto di lago, verdure e patate, è allietato dalla compagnia di questi avventori e della simpatica proprietaria, il cui figliolo è il pescatore che tutti i giorni procura la materia prima al negozio. Se passate da Angera, fermatevi lì e non ve ne pentirete.

Baveno

Circa 50 km. di statale ci separano da Baveno, dove arriviamo verso le 17:00. L’hotel prenotato su booking (Hotel Azalea, sito in via Domo 6) è un tre stelle con ottimo rapporto qualità-prezzo.

L’unico neo è che si trova in zona a traffico limitato, in un dedalo di viuzze strette. Tuttavia, con le indicazioni fornite direttamente dall’hotel, arriviamo sani e salvi. L’hotel è dotato di un parcheggio gratuito di 20 posti (fino ad esaurimento) e di un parcheggio a pagamento di 14 posti (5 euro/giorno). Siamo fortunati e riusciamo a parcheggiare gratuitamente. La nostra camera è situata al quarto nonché ultimo piano, dove una splendida terrazza panoramica si affaccia sul lago. Abbiamo anche un terrazzino coperto privato, vista lago: è stato uno dei soggiorni alberghieri più romantici della nostra vita, nella stanza n. 405, affacciata sul lago! Lasciati i bagagli, usciamo ad esplorare questo piccolo centro.

Pochi passi (meno di 100 metri) ci separano dal complesso religioso per cui Baveno è rinomata: chiesa e battistero risalgono al X-XI secolo, mentre la Via Crucis è stata inserita nel corso del XIX secolo.

Il colpo d’occhio è magnifico!

Ancora pochi metri e siamo in riva al lago: ci rechiamo immediatamente al pontile per avere informazioni sull’indomani e – rientrando in hotel – ci fermiamo ad acquistare un paio di ottimi panini imbottiti presso la gastronomia che si trova nelle vicinanze.

Si chiama I Commestibili e devo dire che i panini – acquistati per il giorno dopo – sono ottimi. La giornata si conclude con una cena a base di ottima pizza presso l’alloggio-ristorante Il Portico.

Giorno 2

È sabato mattina e spira un vento piuttosto tagliente, nonostante il sole.

Alle 9 siamo alla biglietteria del trasporto pubblico (13,60 euro a testa, che include gli sbarchi ad Isola Bella e ad Isola Madre) e segnaliamo che i prezzi dei motoscafi privati sono comunque allineati.

Isola Bella

La nostra prima tappa è l’Isola Bella – bella sia di nome che di fatto – composta non soltanto dalla villa con giardino, ma anche da un piccolissimo centro cittadino, che si snoda su viuzze strette e ramificate. È famoso il Vicolo del Fornello, dove è possibile acquistare anche alcuni marchi del lusso italiano.

Dopo una breve visita del centro, andiamo a visitare il complesso composto dal Palazzo Borromeo e dai suoi meravigliosi giardini.

Come recitano le informazioni reperibili sul sito, fino al 1630 l’isola era un semplice scoglio, trasformato in uno scrigno d’arte barocca sospeso sull’acqua. Il palazzo è molto interessante, anche perché a piano terra sono visitabili le sconcertanti grotte-appartamento, studiate appositamente per combattere l’afa estiva.

Il giardino è, a nostro avviso, il pezzo forte della visita. Ne è monumento principale il Teatro Massimo: statue, obelischi e fontane si integrano perfettamente con la vegetazione delle dieci scenografiche terrazze, sulla cui cima svetta la statua dell’Unicorno, simbolo araldico della famiglia Borromeo. La vista dalla terrazza panoramica superiore è un incredibile colpo d’occhio non solo sull’acqua, ma anche sui sottostanti giardini all’italiana. Terminata la visita (da calcolare tre ore, per gustare al meglio soprattutto il giardino, piccolino ma ricco), ci fermiamo in un punto meno ventoso per consumare il nostro ottimo pranzo al sacco.

Il vento spira sempre forte, ma fortunatamente scaccia le nuvole e comunque, anche se con ritardo rispetto all’orario, riusciamo ad approdare anche alla nostra seconda tappa.

Isola Madre

L’Isola Madre ci lascia semplicemente a bocca aperta: qui è la natura a parlare, rigogliosa ed incredibilmente folta. Il suo giardino è all’inglese ed è estremamente esotico: unica al mondo è la terrazza delle protee, il fiore preistorico simbolo del Sudafrica. Non per niente, Gustave Flaubert la descrisse come “il luogo più voluttuoso visto al mondo” e noi concordiamo con lui.

Siamo in molti a sbarcarci, ma subito ci disperdiamo in piccoli gruppi, in quello che definirei uno dei giardini più belli che io abbia visitati (e le regge di Caserta e di Versailles non me ne vogliano).

Quest’isola appartiene alla famiglia Borromeo dal 1501 ed il suo aspetto non è sostanzialmente cambiato dopo la fine del XVIII secolo. Non stentiamo a credere che sia considerata luogo di pace e di riposo: a causa del vento, l’acqua rumoreggia tutt’intorno, ma è attutita dalla lussureggiante natura. Il giardino è di tipo romantico, secondo il gusto di inizio Ottocento: è il momento in cui scompaiono i terrazzamenti, per fare spazio a scorci prospettici. Cambiano anche le coltivazioni, con l’introduzione di piante rare ed esotiche.

Anche in quest’isola si è catapultati in un altro mondo!

A chiudere la prospettiva del parco, c’è il palazzo, sontuosamente arredato, ma in maniera più semplice rispetto a quello sito sull’Isola Bella. Degni di nota e stupefacenti sono il Teatro delle Marionette (arricchito da una notevole collezione non soltanto limitata a marionette, ma anche fondali e marchingegni scenici) ed il salotto veneziano, dove un accurato trompe-l’oeil ambienta il salotto stesso sotto un pergolato all’aperto.

È l’isola più grande (otto ettari di estensione) ed è aperta al pubblico a partire dal 1978. Qui non c’è un borgo a fare da contraltare, ma solo un ristorante nascosto in un angolino. Anche per quest’isola, consigliamo di considerare tre orette per la visita.

Torniamo in hotel stanchi ma felici: oggi ci siamo proprio goduti due perle! Entrambi abbiamo maggiormente ammirato l’Isola Madre, più selvaggia e naturalistica, rispetto alla barocca Isola Bella.

I giardini delle due isole da oramai 20 anni fanno comunque parte del prestigioso circuito inglese della Royal Horticultural Society.

Per cena, stasera proviamo un altro localino del centro di Baveno: è il Golfo di Napoli (consultabile la loro pagina Facebook, per ulteriori informazioni), dove proviamo dei primi a base di pesce, davvero gustosi.

Giorno 3

È arrivata domenica in un lampo: il nostro programma prevede una tappa a Stresa e poi il rientro a casa.

Lasciata l’auto in una zona di parcheggio pubblico, percorriamo tutto il lungolago, splendido, dal quale la vista sull’Isola Bella è particolarmente piacevole. Dall’altra parte della strada, si snodano splendidi alberghi di lusso, con spiagge private.

Percorriamo qualche chilometro, fino ad arrivare alla funivia del Mottarone, la cui visita però lasciamo alla nostra prossima volta. Abbiamo anche l’occasione di vedere un raduno d’auto d’epoca (vecchi modelli di Cinquecento, in particolare), che si sta organizzando nelle vicinanze della funivia.

Il lungolago pullula di localini e noi ci fermiamo al Marconi Beach per un buon caffè ristoratore. Rientriamo verso il centro storico e ammiriamo le splendide viuzze che si aprono, quasi a sorpresa, su larghe piazze.

Per pranzo, ci fermiamo presso un hotel ristorante che ha uno splendido giardino esterno: è l’hotel ristorante Fiorentino, che consigliamo per qualità, prezzo e cortesia.

Alle 17 circa siamo già a casa: abbiamo fatto la scelta di partire subito dopo pranzo, per evitare gli ingorghi del traffico domenicale.

È stato un weekend assolutamente perfetto e ci siamo già segnati di tornare, per Arona, per Villa Taranto, per il Parco Pallavicino e per il Lago d’Orta!

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  • BarbaraCera BarbaraCera
    Buonasera, sono l'autrice del diario di viaggio e l'hotel Azalea - dove abbiamo soggiornato - mi ha giustamente chiesto di precisare che non si tratta di zona a traffico limitato, ma di zona con sensi unici, nel centro storico di Baveno. E' possibile? Grazie mille, saluti. Barbara Cera"
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