Viaggio in Norvegia autogestito
Dall’Italia abbiamo prenotato tutti i trasporti (aerei, treno, crociera con l’Hurtigruten), il pernottamento a Oslo, Bergen e alle Lofoten, il noleggio delle auto alle Lofoten e a Trondheim. Per i pernottamenti nella zona dei fiordi abbiamo proceduto di giorno in giorno, prenotando per il giorno successivo attraverso internet, in base all’evolvere del programma.
Siamo rimasti soddisfatti dell’organizzazione. Unico neo il noleggio delle auto effettuato tramite internet (sito: www.atlaschoice.com) che non fornisce un proprio servizio, è solo un intermediario, ma questo è stato chiaro solo alla fine della transazione, nel momento di stampare i vouchers. Alle Lofoten l’auto ci è stata fornita da Avis e, tranne un problema sul luogo di consegna, non abbiamo patito disservizi. A Trondheim l’auto è stata fornita da Sixt. Le informazioni sul luogo di consegna erano errate, in quanto l’agenzia si era trasferita e il sito della Atlaschoice non era aggiornato. La riconsegna a Bergen è stata un’avventura: l’agenzia, difficile da localizzare nonostante il GPS, alle 5 del pomeriggio era già chiusa e non era chiaramente individuabile il posto dove lasciare la chiave. Solo contattando telefonicamente l’agenzia dell’aeroporto riusciamo ad avere indicazioni. Altro aspetto negativo riguarda il supplemento di assicurazione che avevamo stipulato già in Italia per abbassare la franchigia che, se abbiamo capito bene, non è stato stipulato con la compagnia del noleggiatore, ma con quella dell’intermediario. Mi immagino in caso di danno la difficoltà a gestire la questione, con diverse compagnie di assicurazione all’estero!
Altro aspetto organizzativo che riteniamo importante sottolineare, se si decide di muoversi per il paese con l’auto, riguarda la lentezza degli spostamenti, dovuta a strade strette (non più di due corsie) e piene di curve, che rallentano l’andatura. L’orografia del paesaggio, poi, comporta l’esigenza di utilizzare traghetti che attraversano i fiordi o portano da un’isola all’altra. Per la nostra esperienza il servizio è complessivamente efficiente, ma ovviamente influenza i tempi di percorrenza.
Sotto il profilo economico: beh, si tratta di una vacanza costosa, in quanto il livello dei prezzi norvegesi è ben più alto di quello italiano.
Nel complesso: è stato un viaggio bellissimo e le nostre aspettative sono state pienamente realizzate. Avremmo preferito avere qualche giorno a disposizione in più per la zona dei fiordi, ma il tempo era quello… I norvegesi ci sono sembrati disponibili con i turisti, anche se un po’ chiusi, ma in realtà non abbiamo avuto molte occasioni di interagire, oltre quelle standard. Ci aspettavamo comunque un atteggiamento fortemente rigoroso, trattandosi di una popolazione “nordica”. Di fatto siamo stati smentiti da alcuni comportamenti osservati. Esempio: nei rari casi in cui abbiamo pagato in contanti ci è stato chiesto esplicitamente se avevamo bisogno della ricevuta, oppure no!
Ecco il nostro itinerario e la nostra esperienza.
30 luglio – 31 luglio – Oslo
Partiamo da Roma, aeroporto di Fiumicino alle 10.20, volo Norwegian airways (351 € a persona) che in tre ore ci porta a Oslo con un volo diretto. Il trattamento è spartano, ma puntuale. Arrivati a Oslo il Flybussen in 45 minuti ci porta al centro della città (150 NOK a persona). Dal terminal dei pullman arriviamo a piedi all’albergo prenotato su Internet della catena Confort Hotel (110 € al giorno la camera doppia). Le stanze sono un po’ piccole, ma pulite e con tutto il necessario (cioè nulla di superfluo), il personale disponibile. Punti di forza della scelta: la collocazione centrale, la disponibilità gratuita durante tutta la giornata di tè e caffè e un buon buffet per la prima colazione.
In un primo giro esplorativo della città, cartina alla mano imbocchiamo la Karl Johans Gate, isola pedonale, strada commerciale affollata nel pomeriggio del sabato, ma non ci sembra particolarmente interessante. Una piccola deviazione alla Domkirke, sulla cui piazza (Stortorvet) una vasta area è ricoperta di fiori, alcuni già appassiti, ma altri freschissimi e circondata di lumini in ricordo delle vittime dell’attentato folle che ha sconvolto la Norvegia solo una settimana prima. Nella piazza regna un silenzio irreale, in confronto all’animazione che si incontra nelle strade attorno ed è una processione continua di persone che si avvicinano, lasciano un fiore, portano i loro bambini. Arriviamo nella piazza principale piena di caffè all’aperto, costeggiamo il Palazzo reale con i suoi giardini e ci dirigiamo verso il Vigelandparken, parco che ospita le sculture di Vigeland, statue in granito che rappresentano l’uomo nelle diverse fasi della vita. Molto bello è soprattutto l’obelisco e il parco intorno, verdissimo con grandi alberi ad alto fusto. È sabato, il tempo è bello e anche piuttosto caldo e il parco è affollato di tantissime persone che fanno picnic. Tornando indietro ci fermiamo a cenare al caffè della Casa della letteratura (Literaturhuset – Wergenlandsveien 29 – vicino al palazzo Reale), che ha un bel dehors. Lo avevamo letto e l’esperienza ce lo conferma: i prezzi sono molto elevati, un piatto di pesce (halibut) con verdure (poche) ci viene 220 NOK e ci lascia un po’ di fame.
La domenica passiamo la giornata a passeggiare per la città, cercando di toccare i punti più caratteristici e degni di nota: l’antica fortezza di Akershus, il Municipio, l’Opera House, modernissima, costruita sull’acqua. Saltiamo il Museo di Munch, pittore per il quale non abbiamo una grande predilezione. Per cena scegliamo uno dei caffè sulla Spikersuppa, dove ci accontentiamo di un modesto hamburger con verdure e feta (sic!), a un prezzo accettabile (140 NOK).
In generale Oslo ci ha fatto una buona impressione: è una città allegra, vitale e giovane (ci sono tantissimi bambini); multiculturale con un buon grado apparente di integrazione; le persone con cui siamo venuti in contatto sono state gentili e disponibili.
1° agosto – 3 agosto Crociera
Partiamo la mattina in aereo per Kirkenes (estremo Nord, quasi al confine con la Russia); optiamo per un taxi per l’aeroporto (690 NOK, prezzo fisso). Il volo sempre della Norwegian (circa 90 € a persona) ci porta a Kirkenes in poco meno di due ore. Qui al porto, che raggiungiamo con il Flybussen (85 NOK a persona), ci aspetta il postale della Hurtigruten per due giorni di crociera fino alle isole Lofoten. La motonave su cui ci imbarchiamo è la Lofoten, tra le più vecchie impiegate su questo percorso: è stata varata nel 1964. Questo le conferisce un certo fascino – è piuttosto piccola, tutta di legno – ma le cabine sono un po’ vecchiotte e non ci sono grandi attrazioni – meglio così. I ritmi sulla nave sono rallentati e ti devi adeguare, ma ti lascia tantissimo tempo per leggere, godere del panorama, fare fotografie, decidere di scrivere questo resoconto. La nave non è affollata, le persone sono silenziose e l’atmosfera gradevole. Ci sono salottini, verande, sdraio sul ponte di poppa: si può scegliere in base alle preferenze e al meteo. Facciamo una sosta a Vardo – villaggio insignificante – ma scendiamo per sgranchirci le gambe. Per la cena scegliamo il secondo turno, alle otto: siamo italiani e facciamo fatica a mangiare alle sei. La sera ci regala un tramonto lunghissimo fino a oltre le undici, immortalato in mille foto.
Abbiamo deciso di partecipare all’escursione per Capo Nord (996 NOK a persona), un po’ costosa, ma immancabile. È la classica escursione guidata con accompagnatore che in tre lingue illustra i posti che si attraversano, le particolarità che si incontrano, aneddoti del luogo. Viene confermata la nostra allergia a questo tipo di visite, ma nell’occasione non si poteva fare diversamente. Il percorso fino a Capo Nord mostra un paesaggio entusiasmante: una tundra verde chiaro, punteggiata di piccoli fiori rosa e bianchi, nessun albero, piccoli stagni azzurri. Tantissime renne con le corna vellutate si incontrano sulla strada. Il tempo è bello, sembra che siamo stati particolarmente fortunati. Arriviamo a Capo Nord: ecco il globo che si trova in tutte le immagini, un panorama ampio che spazia senza ostacoli, il centro visite non particolarmente interessante. Alla fine è un po’ deludente, come avevamo letto, ma simbolicamente è una meta che non poteva essere mancata. Quella che invece si poteva evitare è la visita al villaggio Sami (popolazione di origine finnica che vive a queste latitudini tra Norvegia, Svezia, Finlandia e Russia). Si tratta di due tende simili ai tepee indiani, una renna e un anziano uomo in abito tradizionale, messi lì per i turisti e per le loro foto! L’escursione continua passando con il pullman per una zona costiera che a poco a poco diventa noiosa. Arriviamo fino a Hammerfest, città completamente distrutta durante la seconda guerra mondiale. E cominciamo a percepire come il ricordo di questa guerra, subita dai norvegesi che furono invasi dai tedeschi, sia ancora vivo nella memoria.
La sera alle 23.30 arriviamo a Tromso, Non prendiamo parte al concerto nella cattedrale, ma scendiamo a terra a fare un giro in città. È ancora chiaro, la città è pressoché deserta, tranne due locali ancora aperti e affollati. Alcune strade sembrano curate e gradevoli, c’è una bella costruzione moderna che ospita la biblioteca: ci è sembrato un segno di civiltà. Dopo una mezz’ora torniamo sulla nave, una città priva dei suoi abitanti ci appare un controsenso e non riusciamo ad apprezzare la situazione più di tanto.
Il giorno successivo passiamo tutta la giornata sulla nave, tranne due scali a Risoyhamn in mattinata e Stokmarknes nel primo pomeriggio. Si tratta di due località di scarso interesse, ma nella seconda approfittiamo di un supermercato per fare un po’ di spesa. Nel pomeriggio la nave passa per il tratto di mare che separa la terraferma dalle isole Vesteralen. Il paesaggio si fa via via più interessante, con montagne a picco sull’acqua, cascate, boschi. Il passaggio per il Trollfjord, particolarmente stretto e suggestivo è uno spettacolo.
Alle 18.30 circa finisce la nostra esperienza con il postale, arriviamo a Svolvaer (Lofoten) e continuiamo il nostro viaggio in autonomia. Abbiamo prenotato una auto a noleggio con l’Avis (415 € per 4 giorni, pagati dall’Italia) e una sistemazione in cabins al Lofoten Feriensenter (830 NOK a notte + 130 a persona per il noleggio della biancheria). La nostra cabin può ospitare 3 persone. È una comoda struttura in legno con cucina e balcone, immersa nel verde e affacciata su un laghetto dove i norvegesi fanno pure il bagno.
4 agosto – 7 agosto Isole Lofoten
Alla scoperta delle Lofoten. I paesaggi ci sono apparsi strepitosi e molto differenti tra le isole settentrionali e quelle meridionali. Il clima ci ha aiutato con giornate assolate e limpide; solo in qualche occasione un vento eccessivamente teso non ha reso troppo gradevole rimanere all’aperto.
Prendiamo la strada E10 che collega le isole tra di loro e ci dirigiamo verso sud, facendo tappa a Eggum dove ci concediamo una passeggiata sulla spiaggia di sabbia bianca, con un mare trasparente e scogli di granito arrotondati. I gabbiani sono i padroni del luogo, troviamo persino i resti dei loro banchetti a base di pesce. Continuiamo a sud fino a Leknes dove facciamo un po’ di spesa e poi ancora verso Stamsund, dove ci fermiamo per uno spuntino sul porticciolo prospiciente l’ostello per la gioventù. Anche qui il paesaggio è veramente incantevole, complice un sole abbagliante e una luce nitidissima. È tardo pomeriggio quando torniamo al nostro alloggio per una cena casalinga (abbiamo fatto la spesa) e una passeggiata più tardi per goderci il tramonto.
Vicino a Svolvaer, Kabelvag e Henningswaer sono due paesi graziosi. Sulla strada per Henningswaer ci fermiamo sulla Rorvikstranda, spiaggia di sabbia bianca e sottile, contornata da massi di granito e lambita da un’acqua limpidissima che invita a bagnarsi almeno i piedi. Nel pomeriggio ci dirigiamo verso Brenna, sulla costa dell’isola di Austvagoya che dà sull’oceano. Facciamo una passeggiata lungo la costa, incontrando pecore timorose e qualche raro turista. Il tempo continua a essere bellissimo, un po’ ventoso, con una luce nitida che invita a scattare foto all’impazzata.
La sera ci concediamo una cena a base di baccalà (195 NOK) e zuppa di pesce (135 NOK) al Prestenbrygga Pub di Kabelvag. Buona scelta, siamo soddisfatti, e neanche cara.
Verso le isole meridionali. Il paesaggio ha qui una connotazione alpina, di montagne granitiche che si gettano nel mare. Rimaniamo fortemente impressionati da Nusfjord, un paesetto di pescatori che ha mantenuto la propria impronta marinara senza renderla eccessivamente turistica. È vero, ti chiedono un ingresso (50 NOK a persona) per visitare il paese, che però è davvero suggestivo con belle casette in legno, una sala d’esposizione dove ci sono foto in bianco e nero del lavoro dei pescatori nei primi 50-60 anni del ‘900 e alcuni attrezzi che venivano usati per la lavorazione e la conservazione del pesce. Molto divertente è il negozietto che vende oggetti e souvenir per turisti e occupa un vecchio emporio di cui ha mantenuto intatto il mobilio di 50 anni fa, con scatole e insegne pubblicitarie di latta e una bellissima cassa che risale probabilmente agli anni ’30. Abbiamo cercato di scambiare qualche impressione con la ragazza che lo gestisce, ma non siamo andati aldilà di qualche ammissione monosillabica sul fatto che si tratta di un vecchio negozio. Non è facile interagire con i norvegesi. Continuiamo lungo la E10 fino a A, ultimo villaggio dell’isola di Moskenes. È grazioso con le sue casette di legno, il museo dello stoccafisso, i gabbiani che urlano in continuazione.
Sulla strada del ritorno decidiamo di fermarci per la notte all’ostello per la gioventù di Stamsund, dove avevamo già fatto una sosta e ci aveva favorevolmente impressionato per la collocazione pittoresca sul porticciolo. Il gestore dell’ostello ci assegna una camera con cinque letti, affacciata sul porto a un prezzo di 230 NOK a persona: la sistemazione è molto spartana, ma allegra e colorata, con pavimenti di legno scricchiolante e una splendida stufa in ghisa. Il posto è affascinante e poi finalmente troviamo un norvegese che ha voglia e piacere di parlare.
Cena allo Skiaerbrygga: il locale è gradevole, in legno con molti oggetti vecchiotti esposti (scatole di latta dove veniva conservato il baccalà, attrezzi diversi, una macchina da scrivere) e una libreria con libri a disposizione degli avventori. La cena è buona e i piatti molto abbondanti (260 NOK a persona).
L’ultimo giorno, domenica, alle 16.00 parte il catamarano che in tre ore da Svolvaer ci conduce a Bodo (333 Nok a persona).
Alle 21.00 da Bodo parte il treno per Trondheim, con vagone letto, prenotato dall’Italia dal sito delle ferrovie norvegesi NSB, che ci consente di risparmiare oltre 700 km di macchina (biglietto circa 700 NOK a persona).
8 agosto – 11 agosto La regione dei fiordi
Arriviamo puntualissimi alle 7.40 a Trondheim, sotto una pioggia persistente. Lasciamo i bagagli al deposito, facciamo colazione e ci dirigiamo verso il centro per una visita della città. La nostra meta è la cattedrale, bella chiesa gotica (50 NOK l’ingresso). La pioggia non ci facilita e quindi decidiamo di andare a ritirare la nostra auto che utilizzeremo fino a Bergen.
Sempre sotto la pioggia ci dirigiamo verso sud e decidiamo di fermarci a Kristiansund per la notte. Troviamo posto al Quality Hotel Grand (1150 NOK la camera doppia, 1380 la tripla), molto confortevole, con stanze ampie e ben equipaggiate, anche se un po’ anonime e un ottimo buffet per la prima colazione. Cena al ristorante Smia, consigliato dalla guida, ottima scelta e prezzo abbastanza conveniente (210 Nok a persona). Abbiamo capito che i norvegesi, a differenza dei portoghesi, hanno un solo modo di cucinare il loro ottimo baccalà: con cipolle e pomodoro.
Da Kristiansund verso sud lungo la statale 64. Percorriamo la bellissima Strada Atlantica, dove numerosi ponti collegano tra loro le isole: il panorama è notevole e ci fermiamo più volte per fotografare. La nostra meta è Hellesylt, da dove parte il traghetto per il paesino di Geiranger, che percorre l’omonimo fiordo (sito protetto dall’UNESCO). Il traghetto che prendiamo, senza imbarcare la macchina, (180 Nok a persona a\r) è quello di linea, molto meno costoso di quelli turistici, comunque confortevole. Nonostante il vento e la pioggia intermittente siamo comunque riusciti a uscire sul ponte per goderci il panorama. Rientrati a Hellesylt quasi alle 8 di sera, l’unica possibilità per mangiare è stata quella di un locale gestito da un egiziano molto cortese, che ci ha preparato un ottimo salmone alla piastra, con abbondante contorno di patate e insalata, a un prezzo assolutamente conveniente (180 Nok a persona). Per dormire l’ostello di Hellesylt è stata una scelta spartana, ma obbligata, in quanto l’unica disponibile (due stanze, una singola e una quadrupla per un totale di 1500 Nok, compreso il noleggio degli asciugamani e prima colazione).
È il giorno di Alesund. Il tempo sta migliorando e quando arriviamo in città non piove nemmeno più. Questo ci permette di visitarla con agio. Tappa allo Jugendstilsenteret (75 Nok a persona), che presenta un bel documentario sull’incendio che ha distrutto la città nel 1905, una farmacia con l’arredamento originario in legno e un appartamento completamente arredato in stile liberty. All’ora di pranzo ci concediamo un caffè e una fetta di torta al Nomaden Espressobar, in Apotekergata. Per la notte abbiamo ricorso ancora a un ostello a Ulsteinvik. Questa volta si tratta di una sistemazione molto più comoda delle precedenti: è una costruzione anni ’70, che avrebbe bisogno di interventi di ristrutturazione, ma dispone di bagno privato in tutte le camere, di amplissime e confortevoli sale comuni e di una posizione invidiabile per il panorama che offre (680 Nok la camera tripla e 570 la doppia, oltre a 50 Nok a persona la prima colazione). La cena a Usteinvik è in un locale molto luminoso che ci consente di godere del sole e che serve ottimi e abbondanti kebab (210 Nok a persona).
Di buon mattino ci dirigiamo verso l’isola di Runde, meta prediletta degli ornitologi, dove nidificano, dicono gli opuscoli, 100.000 coppie di uccelli, tra cui le simpatiche pulcinelle di mare, cui abbiamo dato la caccia invano in altri viaggi. L’isola è percorsa da sentieri tracciati, decidiamo di intraprendere quelli che ci portano sul versante nord-ovest che, con un percorso ad anello ci dovrebbe fornire le migliori opportunità di avvistamento. L’inizio è piuttosto ripido, in quanto si percorrono oltre 200 m. di dislivello in un breve tratto, il terreno è acquitrinoso e alcune passerelle di legno aiutano, a volte, ad evitare i tratti più fangosi. È una bellissima giornata, un po’ ventosa e limpida. Una volta sul crinale si gode di panorami magnifici. Abbiamo avvistato uccelli: gabbiani e urie, per lo più. Niente pulcinelle di mare. Commentiamo la questione con umorismo insieme ad altri turisti tedeschi. Una volta ridiscesi veniamo a sapere che il periodo non è quello giusto, bisognava venire verso maggio, giugno, non oltre. Forse con le escursioni organizzate in barca potrebbe essere ancora possibile vedere qualche coppia lungo le scogliere. Non importa, l’isola è molto bella anche così e la camminata fatta vale la pena. Solo un’annotazione: il percorso non ci è sembrato “facile”, come da informazioni che avevamo. Non difficile, ma impervio, con una forte presenza di acqua che in alcuni tratti lo rendeva particolarmente scivoloso e in qualche punto un po’ esposto, aspetto che infastidisce parecchio chi soffre di vertigini.
Ci dirigiamo verso il ghiacciaio Jostedalbreen. La strada che percorriamo è paesaggisticamente molto bella, soprattutto il tratto che costeggia il Nordfjiord. Non avendo molto tempo a disposizione per una vera escursione andiamo verso il Kjenndalsbreen, vicino il paese di Loen. Da questo in circa 20 km di una strada strettissima che costeggia il lago Lovatnet (non riesce a passare più di una macchina per volta) si arriva alla base di una lingua secondaria del ghiacciaio, che si raggiunge con una facilissima passeggiata di 20 minuti. Anche in questo caso lo spettacolo è grandioso, il fronte del ghiacciaio presenta sfumature azzurre e dalle montagne circostanti scendono cascate d’acqua, che vanno a formare un ruscello ricco e impetuoso.
Rientriamo verso il campeggio Sande, lungo la strada per Loen, dove abbiamo prenotato un appartamento. Ci hanno assegnato un alloggio con due piccole camere da letto, una cucina ben equipaggiata, un soggiorno comodo aperto sul balcone che si affaccia sul lago Lovatnet: vista sublime! E tutto al costo complessivo di 1040 Nok al giorno. È una zona dove si potrebbero passare più giorni, ma noi non abbiamo tempo per concederci escursioni e altre attività all’aperto.
12 agosto – 14 agosto Bergen
Abbiamo deciso di partire da Loen abbastanza presto, visti i 290 Km che ci separano da Bergen e la velocità media che si riesce a tenere.
IL viaggio è lungo e in alcuni tratti un po’ noioso, i panorami sono belli, ma ripetitivi. A Bergen, grazie al GPS, troviamo abbastanza facilmente la casa che abbiamo prenotato. Si tratta di una villetta deliziosa a circa 2 Km dal centro della città, ben equipaggiata e arredata con un certo stile. Considerati i prezzi norvegesi ci è sembrata una scelta conveniente (2000 NOK al giorno per tutti e cinque). La scelta è stata fatta in Italia tramite Internet, ma non siamo riusciti a recuperare l’indicazione del sito, e poi mettendoci direttamente in contatto con i padroni di casa per posta elettronica. Il nostro padrone di casa, Terje, è molto simpatico e ci dà utili indicazioni sulla città, come spostarci etc.
Consegnata la macchina, non senza qualche difficoltà, ci dirigiamo verso il centro per una prima esplorazione. Il Bryggen è il primo posto che ci attira ed è effettivamente molto pittoresco con le case di legno prospicienti il porto. Il quartiere, con stradine strette e case antiche, protetto dall’Unesco, ha una vocazione essenzialmente turistica. Ci spostiamo poi sulla penisola di Nordnes, caratterizzata da stradine in salita e discesa fiancheggiate da case in legno con minuscoli giardini fioriti. Arriviamo all’USF, antica fabbrica di sardine oggi riconvertita a centro culturale, e ceniamo al Cafè Kippers, che ha una bella terrazza (costo circa 220 NOK a persona).
La funicolare ci porta al monte Floyen (35 Nok a persona). Il panorama in cima è magnifico e spazia sulla città vecchia e sul porto. Scendiamo a piedi verso il centro città in mezzo a un bosco di abeti bianchi e betulle. Una volta arrivati in centro girovaghiamo per le stradine acciottolate alle spalle del Torget, che hanno mantenuto un grande fascino. Per pranzo un panino al mercato del pesce (50 NOK) ben imbottito con polpa di granchio e salmone affumicato: delizioso. Decidiamo di organizzarci una cena casalinga comprando, sempre al mercato, salmone affumicato selvaggio e spiedini di gamberi, sidro e un dolce, per finire in bellezza.
Il nostro volo per Roma parte alle 6.30 dall’aeroporto di Bergen con la Norvegian Airways (70 € a persona il biglietto). Considerato l’orario prenotiamo il giorno precedente un taxi che in 30 minuti ci conduce in aeroporto (900 Nok). La vacanza è finita!