Verso la Danimarca: un Interrail per tutte le età

Cose che non sapevo: i biglietti Interrail non sono più a zone, e sono gratuiti fino a 11 anni. Un breve racconto di come ne abbiamo approfittato in tre al prezzo di uno…
Scritto da: ludiaman
verso la danimarca: un interrail per tutte le età

Diario pubblicato un po’ in ritardo, ma ancora in tempo per poter essere utile, magari, a chi sta pensando a un viaggio di questo genere per la prossima estate.

Luglio 2023: l’idea era di fare un nuovo viaggio di esplorazione verso nord. Purtroppo però ho dovuto organizzare tutto ancora più all’ultimo momento del solito, e con molte più incognite sulla reale possibilità di partire, fino all’ultimo. Come fare per ridurre al minimo le prenotazioni, i voli, i vincoli? Ed ecco che salta fuori l’idea: viaggiare in treno! Un abbonamento Interrail acquistato solo per me (unico adulto) mi permette di salire su quasi qualsiasi treno europeo per un massimo di 7 giornate in un mese, mentre per le bimbe (7 e 10 anni) lo stesso abbonamento è gratuito. A questo, ho aggiunto una settimana di autonoleggio in Danimarca per essere più liberi di girare sul posto.

L’abbonamento Interrail è molto comodo, basta scaricare l’app e prenderci un po’ la mano, per capire come funziona. Purtroppo su alcune tratte occorre prenotare il posto, e questo ha un costo aggiuntivo, per quanto piuttosto limitato. In generale, risulta molto difficile trovare posti in cuccetta, i treni notturni sono pochi e prenotati per molti mesi in avanti, motivo per cui il viaggio è stato suddiviso in tappe più brevi, cosa che peraltro ci hanno permesso di esplorare velocemente alcune città lungo il percorso, cogliendo pian piano i cambiamenti di paesaggio e di cultura man mano che salivamo verso nord (o scendevamo verso sud).

Le tratte sono state:

  • Da Milano a Friburgo (diretto), arrivando a destinazione nel pomeriggio e potendoci così godere per qualche ora il piccolo e piacevole centro della cittadina.
  • Da Friburgo ad Amburgo (diretto), anche qui arrivando sufficientemente presto da poter visitare un museo poco noto ma davvero particolare: il Miniaturwunderland, ovvero il paradiso dei plastici ferroviari e non solo. Hotel a portata di stazione e di museo, perché tra valigie e tempi ristretti non era il caso di aggiungere anche lunghi spostamenti in città.
  • Da Amburgo a Kolding, in Danimarca, dove ci aspettava l’auto a noleggio.
  • Il ritorno è stato simile ma con tappe diverse: da Kolding a Brema (con visita del centro, e ricerca della statua dei quattro famosi musicanti).
  • Da Brema a Colmar (tre cambi, è stato il giorno di trasferimento più lungo e faticoso, nonché il più complicato a causa di ritardi e “overbooking” sui treni tedeschi). Colmar però valeva la deviazione e abbiamo potuto visitare con calma il centro, coi suoi canali, le case a graticcio e le cicogne. Carino anche il museo dedicato ad Hansi, un illustratore alsaziano che rende molto bene lo spirito del Novecento di Colmar.
  • Infine, da Colmar a Milano, con un cambio a Basilea.

Si poteva fare in mille altri modi diversi, io ho deciso un po’ in base agli orari, un po’ in base agli interessi, un po’ in base al fatto che le bambine non avevano tanta voglia di girare per città, cosa che limita molto i vantaggi dell’Interrail. Ma facendo tappa quasi sempre in cittadine in cui la stazione, il centro, e l’hotel erano attaccati fra loro, è stato semplice gestire gli spostamenti. Ovviamente le valige erano state ridotte al minimo, ma su questo siamo esperti.

E pensare che io stesso non avevo mai fatto un Interrail! Sì, ricordo ancora le vacanze dopo la quinta superiore quando sono andato a Parigi, e poi il mese dopo a Praga e Vienna, tutto in treno dato che le low cost non esistevano ancora, però probabilmente per quel tipo di viaggio l’abbonamento non conveniva, e avevamo acquistato dei biglietti standard. E così quest’anno è stato un po’ tutto nuovo anche per me.

In Danimarca, una volta noleggiata la macchina, ci siamo limitati a visitare lo Jutland, la penisola principale, sia perché a Copenaghen ci eravamo già stati, sia perché ci interessava di più la natura e i giorni disponibili non erano molti. E naturalmente dovevamo dedicare un giorno a Legoland, il parco divertimenti che sorge a Billund, patria del LEGO, e che offre attrazioni a tema e la possibilità di ammirare magnifici paesaggi e modellini ricostruiti internamente in mattoncini. Ad esempio, c’è da perdersi ad osservare le chiatte che girano per i canali di Amsterdam, tra ponti levatoi che si alzano e perfette casettine in Lego. Intorno a Billund non è facile trovare sistemazioni a prezzo contenuto, ma noi ci siamo spostati di una mezz’oretta e abbiamo trovato posto in un accoglientissimo B&B (Heddahgaarden, poco spora Vejle), in una di quelle tipiche fattorie danesi col tetto in paglia e un bellissimo giardino curato e pieno di fiori. Nonché una colazione fantastica in camera ogni mattina.

Dopo Legoland ci siamo mossi verso nord, cercando di dormire sempre in bungalow dotati di cucina, che abbiamo trovato disponibili in diversi campeggi (tutti senza bagno interno, ma i campeggi erano molto organizzati, puliti, verdi e tranquilli).

Come in tanti Paesi del Nord, potersi godere un piccolo spazio nel verde, cucinandosi quel che si desidera dopo aver fatto spesa nei supermercati, è – oltre che molto rilassante – anche l’unico modo per non spendere capitali in ristoranti, per potersi godere le serate e gli orari come meglio si preferisce, e per mangiare ogni tanto anche qualcosa che non sia fritto o affumicato. Che è tutto buonissimo, per carità, ma dopo un po’ variare la dieta con una bistecca in padella o un piatto di pasta liscio fa anche piacere. E poi vagare per supermercati e mercati (quando li si trova) è sempre molto istruttivo e permette di conoscere qualcosa in più del Paese che si va a visitare.

Nel salire verso nord, abbiamo fatto tappa a Jelling, sito UNESCO dove sono esposte due grandi pietre runiche e dove sorge un moderno e interessante museo vichingo. Non solo trovo affascinante lo stile di vita di questo popolo che ha girato mezzo mondo e vissuto in climi rigidi e ambienti difficili, ma mi piace sempre andare a “rendergli omaggio” e a scoprirne qualcosa di nuovo ogni volta, dopo che negli anni passati ero riuscito a vederne resti archeologici alla Faroe, in Islanda e perfino in Canada. Il mio sogno rimane sempre quello di seguire tutto il loro percorso, almeno dal lato atlantico: direi che adesso mancano quantomeno le Shetland e la Groenlandia!

Sempre con questa curiosità, siamo poi stati anche a Fyrkat. Su una collina si trovano i resti originali di un antico villaggio vichingo, di cui con qualche spiegazione si riesce a ricostruire la pianta seguendo terrapieni e pietre disposte tra i prati, in mezzo alle pecore che pascolano tranquille. Subito accanto al sito archeologico vero e proprio, si stava svolgendo una sorta di raduno storico, con persone che lavoravano la lana secondo l’antico metodo, tende montate nello stile vichingo, e artigiani vari. A meno di un chilometro di distanza, poi, sorge la ricostruzione di un antico villaggio, edificio per edificio, con molti volontari che si prestano a spiegare a grandi e soprattutto piccini le varie attività che venivano svolte un tempo, e come venivano svolte con le tecniche di allora. Il tutto molto interessante, e con vista su un bel laghetto che ha poi ospitato il nostro picnic di quel giorno.

A proposito di laghi, in un paio di occasioni ne abbiamo trovati di balneabili, in giornate assolate, e ci siamo tuffati volentieri, anche se le acque erano piuttosto fredde. La spiaggia più organizzata, riportata anche anche dalla guida, è a Ostre Sobad (vicino a Silkeborg), dove ci sono pontili, tavolini, bagni e spogliatoi, ed era piuttosto frequentata.

La sorpresa più bella però è stata nell’ultimo giorno danese, sulla via del ritorno verso Kolding: abbiamo deviato più o meno a caso in cerca di un posto dove fare il nostro picnic, ci siamo fermati, siamo stati sorpresi da un improvviso scroscio di pioggia e abbiamo mangiato in macchina, ma al termine del veloce pasto è spuntato un bel sole caldo, e ci siamo accorti di essere accanto a un laghetto placido e completamente deserto. C’erano solo tre ragazzi che, fatti alcuni tuffi da un pontile, stavano riprendendo le loro cose per tornare a casa. Subito dopo, anche noi siamo tuffati nella quiete della campagna, per poi asciugarci rapidamente e riprendere il viaggio. Sembrava di essere in una scena di Pippi Calzelunghe.

Ma torniamo a raccontare il nord e passiamo a parlare di mare: la nostra meta finale era Skagen, o più precisamente la punta sabbiosa di Grenen, dove si uniscono il Mare del Nord e il Mar Baltico e le correnti offrono uno spettacolo particolare. Pioggia, nuvole, vento…. il meteo non era il massimo, ma forse era proprio il clima giusto per vedere un posto così. Anche se poi, lo confesso, per tornare al parcheggio eravamo stanchi e bagnati, e abbiamo ceduto: abbiamo comprato il biglietto per salire su una specie di “bus delle dune”, trainato da un trattore, che porta i turisti su e giù per quella punta sabbiosa.

A Skagen abbiamo anche pranzato in uno dei tanti ristoranti che offrono pesce (soprattutto crostacei) pescato nei paraggi. E rimanendo nei dintorni, siamo andati a vedere anche Den Tilsandede Kirke, una chiesa del XIV secolo ormai inghiottita dalle dune, motivo per cui fu abbandonata alla fine del XVII secolo e una parte dell’edificio fu demolita. Rimane la torre campanaria, su cui si può salire in mezzo ad un surreale paesaggio di dune e boschi.

Alla costa sabbiosa del Mare del Nord abbiamo dedicato diverse esplorazioni in diverse giornate. Per esempio, un pomeriggio abbiamo fatto il bagno, dove la marea creava lungo la spiaggia delle pozze più protette, che si riscaldavano al sole, nella zona del parco nazionale di Thy.

Abbiamo anche visitato il faro di Ribjerg Knude, anch’esso abbandonato per via dell’instabilità delle sabbie e perché probabilmente entro pochi anni la scogliera che lo sorregge sarà completamente erosa dal mare. Per ora vi si può salire, come sul campanile della chiesa insabbiata, per ammirare il panorama.

Abbiamo dormito alcune notti al Tranum Klit Camping, verso Brovst, da cui si accede in pochi minuti ad un’altra spiaggia che verso sera diventa completamente deserta, e si può godere il rumore del mare gironzolando soli tra le dune. Diciamo che per chi ama le spiagge infinite, il vento e le dune, tutta la regione si presta a visite ed esplorazioni molto interessanti. Poi alle volte ci si imbatte in spiagge strapiene di gente (per quanto pochi facciano il bagno), altre volte in spiagge deserte, ma anche questo è il bello dell’esplorazione.

Che dire? Come forse si può capire da questo diario, tutto sommato piuttosto stringato, è stato un viaggio più breve rispetto ad altri fatti in passato. Però ci ha dato molte soddisfazioni, e in conclusione mi sembra utile poter condividere la scoperta di questo Interrail gratuito per i bambini, che è poco noto ma può facilitare molti viaggi in Europa. Per famiglie che abbiano voglia di lanciarsi alla scoperta, che si tratti del Nord, o dell’Est (fino a Istanbul!), o anche solo dei Paesi più vicini a noi.

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