Verona in un giorno

Alla scoperta di una città piccola ma bella
Scritto da: gigi55
verona in un giorno
Partenza il: 02/03/2013
Ritorno il: 03/03/2013
Viaggiatori: 2
Spesa: 500 €
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Le nostre figlie, per togliersi dalle scatole i genitori ci hanno regalato una vacanza smart box e abbiamo scelto Verona. La notte era all’Hotel Martini, la prima cosa arrivati all’hotel, è stato l’acquisto della Verona Card 15€, per 2gg. assolutamente da fare.

A piedi, attraverso Porta Palio ci siamo recati a visitare Castelvecchio, originariamente chiamato Castello di San Martino in Aquaro, ospita il museo civico (in circa trenta sale ed in relativi settori: scultura, pittura italiana e straniera, armi antiche, ceramiche, oreficerie, miniature e le antiche campane cittadine). L’insieme del castello è dominato dall’alta mole del Mastio, che si erge sul fronte occidentale, in riva all’Adige, presso il ponte fortificato, a tre grandi archi diseguali supera il fiume, con l’audacissimo slancio dell’arcata maggiore, sulla luce di 48,69mt. Il Ponte fu edificato in cotto, demolito interamente dalle bombe durante la seconda guerra nel 1945, nei successivi 5 anni fu ricostruito letteralmente mattoncino per mattoncino, andando infatti a recuperare i pezzi caduti nel fiume Adige durante il crollo, e fatti ricuocere in vecchie fornaci ricostruite con gli stessi canoni dell’ epoca, in modo da poter riutilizzare la stessa tecnica di costruzione del ponte all’ origine. In epoca absburgica la torre ospitava la stazione del telegrafo ottico militare, in comunicazione con la rete di segnalazione istituita tra le fortezze del Quadrilatero.

Con l’indispensabile cartina fornitaci dall’hotel abbiamo deciso di iniziare con la meta più lontana la Basilica di Sant’Anastasia, in stile gotico dove si trovano i singolari gobbi acquasantiera e nota soprattutto per il famosissimo “San Giorgio con la principessa e il drago” di Pisanello.

Da qui abbiamo proseguito per il vicino Duomo che custodisce una preziosa pala del Tiziano, l’Assunta. Su consiglio di un passante, ci siamo fermati al Romeo e Giulietta, trattoria caratteristica dove abbiamo scelto bigoli con ragù d’asino e sfilacciato di cavallo buono 17€ escluso il bere e dei tagliolini al sugo d’anatra e uno stufato di manzo all’amarone con polenta 21€ ma mi è rimasto sullo stomaco per tutta la giornata. Vicino sono le Arche scaligere, monumentale complesso funerario in stile gotico della famiglia degli Scaligeri, destinate a contenere le arche (o tombe) di alcuni illustri rappresentanti della casata, tra cui quella del più grande Signore di Verona, Cangrande.

Da qui a Piazza delle Erbe, molto grande (evitate le bancarelle con articoli da mercato). Ammirate invece quei magnifici palazzi che la circondano su cui s’innalza la Torre del Gardello, merlata e in mattoni. Siamo passati all’adiacente Piazza dei Signori o Dante, con palazzi scaligeri (Consignorio e del Podestà), la Loggia del Consiglio, la Torre dei Lamberti e la Scala della Ragione. Con l’ascensore 1€ a testa siamo saliti in cima alla medievale Torre dei Lamberti (si poteva salire per le scale ma è abbastanza alta, 84mt e 368 scalini), la vista dall’alto merita. All’ingresso c’è un cartello che avvisa il pubblico che le campane rintoccheranno ogni mezzora e ogni ora. La sua costruzione iniziò nel 1172 per volontà della famiglia omonima. Nel maggio del 1403 un fulmine abbatté la cima della torre e solo nel 1448 iniziarono i lavori di restauro e di innalzamento, che durarono sino al 1464. Inizialmente la torre aveva un’altezza minore rispetto a quella odierna, e la differente età di costruzione è visibile ancora grazie ai differenti materiali utilizzati: prima mattoni e tufo, poi solamente mattoni, ed infine il marmo. Il grande orologio venne aggiunto, solo nel 1779. Su di essa vi sono quattro campane in accordo fondamentale (Sib2-Re3-Fa3-SIb3). La più grande è considerata una delle migliori della sua epoca. È detta Rengo, per radunare il consiglio comunale e per chiamare alle armi i cittadini. Il nome Rengo deriva da arengo, il luogo in cui, durante il Medioevo, si svolgevano le assemblee.

Poi, sempre a piedi verso la Casa di Giulietta, un palazzo medievale. Varcato il portone ci si ritrova in un ampio cortile dove c’è la statua di Giulietta… si dice che porti fortuna toccarle il seno sinistro. Si paga (per chi non ha la Verona card) solo se si vuole visitare l’interno e affacciarsi dal celebre balcone per una foto.

La casa è disadorna senza mobili e senza suppellettili, all’infuori di qualche mobile di scena del film “Romeo e Giulietta” di Zeffirelli. Infatti nella camera da letto si possono trovare anche i costumi di scena dei due attori protagonisti. Sono esistite effettivamente due famiglie di nome Montecchi e Capuleti (il nome esatto è però Cappelletti): dei Cappelletti si ha conoscenza della loro presenza fino agli anni della permanenza di Dante a Verona, dove la loro presenza è testimoniata dallo stemma del cappello sulla chiave di volta dell’arco di entrata al cortile della casa. I Montecchi, importanti mercanti ghibellini veronesi, furono veramente coinvolti in lotte sanguinose per il controllo del potere a Verona, in particolare con la famiglia guelfa dei Sambonifacio, ma non si hanno notizie di rivalità con i Cappelletti. Poco lontano, c’e’ la casa di Romeo Montecchi, che ora non e’ più possibile visitare in quanto proprietà privata.

Prossima tappa Chiesa di San Fermo, una delle costruzioni religiose più significative di Verona. È composta da due edifici sovrapposti, ma connessi. La chiesa inferiore, rarissima per le quattro navate, è romanica, la superiore è gotica. A 10′ di strada c’è la Tomba di Giulietta, si trova in un ex convento dei frati cappuccini risalente al XIII secolo. L’aspetto del luogo, come lo vediamo ora, risale al 1937.

La nostra prossima meta è Piazza Bra, (chiamata così perchè in dialetto braida significa campo), la piazza più grande della città dove sono collocati la famosa Arena, Palazzo Barbieri nonché sede del Comune, la Gran Guardia. Oltre alla grande Statua di Vittorio Emanuele, lungo tutta la piazza ci sono varie targhe commemorative di varie e poche ed eventi. Un monumento che mi ha colpito è stato quello denominato “Presenze”, due frammenti di muro su cui, a partire dalla storia di Verona, si narrano sofferenza e speranze umane.

Meta obbligatoria della passeggiata veronese, che inizia da qui con il famoso Liston, il marciapiede in pietra rosa veronese lastricato nel 1770 e prosegue verso la Via Mazzini, sede di numerosi negozi per lo shopping. Arena le sue scalinate sono veramente alte. Anfiteatro Romano, terzo per grandezza dopo il Colosseo Romano e l’ Anfiteatro di Capua, è sicuramente il più antico in quanto dai documenti emerge che sia stato costruito circa 2000 anni fa. All’inizio non faceva parte delle mura della città, poi successivamente vi e’ stato introdotto nella costruzione delle nuove fortificazioni. Deve il suo nome al toponimo latino che indica la sabbia, che ne ricopriva la platea.

In questi giorni al Palazzo della Gran Guardia c’era la mostra: Da Botticelli a Matisse, volti e figure. Veramente splendida. Prossima meta San Zeno, capolavoro dell’arte romanica, visibile nella struttura dell’edificio, nel portale bronzeo, nel chiostro, che ospita tra gli altri un capolavoro del Mantegna.

Siamo poi ritornati in hotel e con un loro pulmino navetta ci hanno portato al ristorante convenzionato, non ricordo il nome. Poi con lo stesso il pulmino ci siamo fatti accompagnare verso il centro, bella l’arena illuminata di sera, piazza delle Erbe, via Mazzini con tutte le sue vetrine illuminate. Stanchi, ci siamo fatti accompagnare in albergo da un taxi, 10€.

La mattina, con la nostra macchina ci siamo diretti verso Castel San Pietro, edificio militare che sorge sul colle San Pietro, su una spianata in cui in età romana sorgeva un tempio collegato al teatro romano. La caserma asburgica, inutilizzata, è quasi integralmente conservata. Gli spazi esterni sono accessibili come parco pubblico. Dall’alto splendida veduta della città, poi siamo scesi al Teatro Romano che sorge ai piedi del colle. E’ stato costruito alla fine del I sec. a.C. Prima della sua costruzione tra il ponte Pietra ed il ponte Postumio vennero costruiti dei muraglioni sull’Adige, paralleli al teatro stesso, per difenderlo da eventuali piene del fiume. Oggi sono visibili solo i resti dell’opera: rimangono la cavea e la gradinata, molte arcate di logge e importanti resti della scena. Rimangono altresì muri portanti dell’ edificio scenico. Sulla sommità del colle, nel 1851 vennero ritrovati resti del tempio che coronava la magnificente struttura originaria del teatro, il complesso si ergeva dalla riva dell’Adige per estendersi con vari terrazzamenti fino alla cima del colle con un salto di quota di circa 60 metri. Oggi su parte della cavea sorge la chiesa di SS. Siro X secolo d.C. nel corso del XIV secolo venne ricostruita e dedicata anche a Santa Libera. È ritenuto il più importante teatro romano del nord Italia. Poi ci siamo incamminati sul vicino Ponte Pietra a 5 arcate. Le prime due sono romane, in grossi blocchi di calcare bianco locale; nella pila fra le due arcate è visibile una delle finestrelle (in origine, una su ogni pila) che assicuravano un efficace sfogo alla corrente del fiume in piena.



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