Un mese in Francia con bimbi al seguito
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Il viaggio è stato pensato e organizzato molti mesi prima per poter coniugare la nostra passione per arte, storia, cultura e natura con le esigenze delle nostre bambine. Sara Thai infatti ha 6 anni e Giulia solo 2 e mezzo. Volevamo che fosse un viaggio piacevole per tutti e non un “tour de force” per le nostre piccole. Abbiamo quindi pensato di suddividere il viaggio in tappe, prendendo in affitto delle gites (case-vacanza) trovate e prenotate via internet (di siti ce ne sono tanti tra cui spulciare) e concentrando le escursioni durante la giornata in modo di poter cenare a casa alla sera in tutta tranquillità e poter poi mettere le bambine a dormire presto; inoltre le case-vacanza ci potevano permettere, in caso di bisogno (con due bimbe non si sa mai!), di annullare i nostri giri all’ultimo minuto per restarcene comodamente “in pantofole”.
Non l’avrei mai pensato, ma alla fine è diventato un “viaggio a misura di bambino”: nonostante i nostri programmi (avevamo fatto una lista assai lunga di possibili cose da fare e da vedere), ci ritrovavamo alla sera, io e Andrea, ad organizzare le gite per il giorno dopo e finivamo per scegliere sempre posti che potessero piacere alle nostre piccole.
SABATO 26 MAGGIO
Partenza alle ore 08.30. Passiamo dal tunnel del San Gottardo, in Svizzera, ed entriamo in Francia, nella Franca Contea. Arriviamo alle 17.30 (9 ore! Comprendenti però diverse tappe) al B&b “Le Gros Chênes” a Frahier-et-Chatebier, vicino a Belfort: un posto incantevole, decisamente molto rilassante! I proprietari Philippe ed Elisabeth, ci hanno subito messo a nostro agio. Ambiente familiare, sembra di essere a casa. Immerso nella verde campagna, con polli e mucche, dalla casa partono diversi sentieri, che, a sentire gli altri ospiti della casa, portano a delle piacevoli passeggiate. Attorno al B&b c’è un bel giardino fiorito con altalene e dondolo per la gioia delle nostre bimbe che si sono scatenate a giocare. Temperatura all’arrivo 24 gradi, bella giornata di sole. Comoda la camera a noi riservata (chambre familiale), buona la cena e la colazione offertaci (costo totale: 78 euro per camera e colazione + 28 per la cena).
DOMENICA 27 MAGGIO
Altra giornata di sole. Ci mettiamo in viaggio verso la Borgogna. Il paesaggio è meraviglioso! Il verde è il colore dominante: si vedono solo prati, colline e boschi, campi coltivati e pascoli con mucche, pecore o cavalli. Un paradiso! I paesi sono come isole, separati gli uni dagli altri da almeno 15-30 minuti di strada e circondati dal verde.
Dopo un viaggio di un paio d’ore arriviamo a Nuits Saint Georges: è un paesino grazioso, tranquillo, non tanto grande, con case antiche. Siccome abbiamo ancora un po’ di tempo prima dell’appuntamento con i nuovi padroni di casa, facciamo una sosta al Jardin de l’Arquebuse, un parco pubblico con tanto verde e un bel parco giochi per bambini. Alle 16.00 ci avviamo alla Maison d’hôtes La Paillonnée dove abbiamo preso in affitto la gîte Marey (377,00 euro per una settimana + 21,00 euro di tassa di soggiorno). I proprietari, Sophie e Alain Meo , sono gentilissimi, simpatici e molto disponibili, con loro ci siamo trovati benissimo. Ci hanno subito mostrato tutta la casa e lasciato in regalo un vasetto di marmellata, uno di mostarda, biscotti e una confezione di caramelle all’anice preparate nella vicina Abbazia di Flavigny (di cui in seguito mi sono comprata una scorta gigante). La casa sarebbe forse un po’ stretta per 4 persone, ma, avendo due bimbe ancora piccole, gli spazi erano comodissimi così. Inoltre la casa, pur essendo datata e con mobili vecchi, era attrezzata proprio di tutto, non mancava niente. C’era una camera soltanto (lo sapevamo), ma, oltre al lettino con le sponde cha avevamo richiesto per Giulia, ci hanno fatto trovare anche un altro lettino per Sara! Il giardino era proprio piccolo per noi ma per le bimbe andava bene. Unico inconveniente che non ci aspettavamo è stato scoprire che in Francia si usano le spine tedesche, quelle con due buchi, mentre noi abbiamo il PC portatile con la spina tripla come si usa in Italia! Per fortuna Alain ci presta volentieri un adattatore, dimenticato da un precedente affittuario (per fortuna perché solo alla fine della settimana scopriremo che questi adattatori si trovano solo al Castorama!).
Pomeriggio dedicato a disfare le valigie e poi alle 19.00 appuntamento in giardino con i padroni di casa, che, come da loro tradizione, ci hanno invitato a prendere insieme un aperitivo. Abbiamo così assaggiato diversi tipi di formaggi della zona (di cui purtroppo non ricordo i nomi), di cui uno arancione e il Super Cassis, un liquore forte e rosso fatto con il “cassis” (ribes nero), che qui viene coltivato e usato per fare qualsiasi cosa (marmellate, liquori, mostarda, creme, burro, ketchup…). La serata è passata piacevolmente a chiacchierare; ci hanno dato un sacco di consigli sui posti da visitare, quelli più adatti all’età delle bambine e ai nostri gusti. Abbiamo poi avuto la soddisfazione di sentirci dire che il nostro francese è molto buono (incredibile!). Meno male: temevamo di non riuscire a capire e a farci capire, invece… Soprattutto Andrea è bravissimo, anche perché ha il coraggio di parlare di più e di aprire la conversazione.
LUNEDì 28 MAGGIO
Mattina dedicata a fare la spesa (c’è un Carrefour a 5 minuti di strada, all’interno di un Centro Commerciale appena fuori dal paese). Dopo pranzo, caffè e chiacchierata con i padroni di casa.
Su consiglio di Alain e Sophie, nel pomeriggio andiamo a Reulle-Vergy, un paesino sperso tra le colline, dove una volta all’anno fanno la Grande Fête de l’Enfance (Grande Festa dell’Infanzia), una festa allestita lungo le vie del villaggio dedicata ai bambini, con divertimenti volutamente semplici. C’era un angolo dedicato alla pittura: dei fogli bianchi vengono appesi su cavalletti di legno dove i bambini, vestiti con dei poncho fatti con i sacchetti di plastica (così non si sporcano i vestiti), possono dipingere usando pennelli e colori a tempera; poi i disegni vengono messi ad asciugare e vai a riprenderli prima di tornare a casa. Ci sono animatori che dipingono le facce dei bimbi o gli fanno dei “tatuaggi” sulle braccia; che raccontano favole o li fanno divertire con bans e bolle di sapone. Ci sono dei pagliacci (sembravano più zingari) che attirano i bambini con musiche, maschere, cappelli buffi ed una piccola giostra che gira alimentata da una bicicletta. C’è la possibilità di fare una passeggiata a cavallo, anche per i bimbi piccoli come Giulia; un’area per fare “arrampicata” e una giostra cavalli con gli animali in legno dipinti a mano! Sembra di essere tornati indietro nel tempo, alle fiere a cui andavano i nostri genitori o i nonni da giovani. Che bello! Per gli adulti poi ci sono una mostra di pittura e dei banchetti che vendono articoli artistici e di artigianato locale. L’ingresso alla festa costa 3,50 euro a partire dai 10 anni d’età. Sono a parte solo le consumazioni di alimenti e bibite. In questa occasione ho mangiato la mia prima “gaufre”: una frittella con la forma a griglia spolverata con lo zucchero a velo; il gusto è simile a quello dei “galani” veneti che si mangiano a carnevale.
MARTEDì 29 MAGGIO
Trascorriamo la mattina al Parc de la Bouzaize, a Beaune: bellissimo, grande e verdissimo, si articola attorno ad un lago, con cigni, anatre e colombe. C’è anche un parco giochi per la gioia delle nostre piccole. Poi stendiamo una coperta (ottimo acquisto fatto poco prima del viaggio: coperta da pic-nic pieghevole con un lato impermeabile; chiusa occupa poco posto) e facciamo pranzo al sacco. Sara aveva grandi aspettative sul pic-nic (chissà cosa immaginava) perché quelli precedenti non li può ricordare (era troppo piccola) e ne è stata contentissima. Anche nei giorni seguenti ha continuato a chiedere di fare un pic-nic. Dopo pranzo partiamo. Direzione: l’Asinerie de l’Orbize. Si trova a Mellecey (in fondo a Rue de Grapigny), un piccolo paesino sperduto, dove il signor Hugues Chapon alleva due asinelli. Con questi, su prenotazione (abbiamo telefonato al mattino e ci ha dato appuntamento per il pomeriggio), vi fa fare una passeggiata di un’oretta in mezzo alle colline. Mi aspettavo qualcosa di più organizzato, non dico un vero centro equestre, ma almeno una fattoria, una casa… Invece, chiedendo informazioni, ci hanno indicato un terreno erboso recintato, con degli animali e una stalla, dicendoci che il signor Chapon forse doveva ancora tornare dalla passeggiata e di aspettarlo vicino alla sua auto parcheggiata. Alla fine lo abbiamo visto arrivare lungo la strada con passo lento e regolare e i suoi due giovani asinelli, un maschio e una femmina, al seguito. Ci siamo presentati e poi lo abbiamo seguito. Ha legato gli animali vicino ad una rimessa e poi, mentre, su richiesta di Andrea, ci parlava degli asini e delle loro abitudini, ci ha insegnato ad accudirli, ci ha dato degli attrezzi in mano e ce li ha fatti strigliare e spazzolare e pulire gli zoccoli (anche alle bambine). Giulia, che adora tutti gli animali, era fuori di sé dalla gioia: poteva abbracciare gli asini, accarezzarli quante volte voleva e con una spazzolina morbida poteva pettinarli, come fa con le bambole! Poi le bimbe hanno indossato un caschetto protettivo, una carrozzella è stata attaccata all’asinello e l’asina legata dietro al carrozzella. Io, le bambine e i nostri zaini, siamo salite sul veicolo e poi via tutti in passeggiata. E mentre Andrea chiacchierava con il proprietario raccogliendo ancora informazioni su questi animali, siamo passati tra le vie del paese ed attraverso i sentieri tra i campi. La gente sembrava più che abituata a veder sfilare un simile corteo. Poi a turno le bambine sono salite a cavallo dell’asina. Inutile dire che si non divertite. Finito il giro, siamo tornati alla rimessa ed abbiamo dato le carote agli asinelli. Senza fretta ci siamo fermati ancora un po’ a fare foto e ad accarezzarli, le bimbe sono salite ancora più volte in groppa agli animali e Giulia in particolare non finiva più di abbracciarli. Dopo aver pagato (45,00 euro, prezzo fisso per una passeggiata) salutiamo e torniamo a casa soddisfatti, mentre il signor Chapon si avviava con gli asinelli per un’altra passeggiata.
MERCOLEDì 30 MAGGIO
Andiamo al Parc du Clos du Roy di Chenove, un paese vicino a Dijon. Parco pubblico gratuito, si snoda su una collina; carino ma niente di entusiasmante. Ci sono delle aree gioco per bambini, un piccolo labirinto (nel quale ci siamo persi, non riuscivamo più ad uscire) e una piccola fattoria di animali.
Dopo il pranzo a pic-nic, ci dirigiamo a Dijon a vedere il Musée de la Vie Bourguignonne e il Musée d’Art Sacré, entrambi gratuiti ed allestiti all’interno di un antico monastero. Parcheggiamo in Rue Sainte-Anne (parcheggio a pagamento) ed entriamo nel monastero. Passando dal chiostro si accede al Museo della Vita Borgognonese dove su 3 piani sono esposti manichini con i vestiti dei tempi antichi (“vestiti da principessa” come dice Sara), oggetti della vita quotidiana e stanze allestite come i negozi e le botteghe di una volta. Bellissimo e molto interessante. Sara, nonostante la sua giovane età, ne è rimasta affascinata (soprattutto dai vestiti), mi chiedeva continue spiegazioni. Il Museo dell’Arte Sacra è allestito all’interno della Chiesa del monastero e propone dipinti, statue ed oggetti religiosi antichi. Piccolo, ma piacevole da visitare.
Finiamo il pomeriggio al Parc de la Colombière di Dijon: da togliere il fiato! E’ immenso, non se ne vede la fine! Un parco pubblico gratuito con una fitta foresta attraversata da un vasto viale, da cui partono numerosi sentieri laterali che si inoltrano tra gli alberi. Alla fine del viale c’è un gigantesco prato con diversi parchi gioco e giostre per tutte le età. Altri parchi gioco sono disseminati nel parco; c’è inoltre una serie di recinti con animali, qualche chiosco per fare merenda e la possibilità per i bimbi di fare il giro del parco a cavallo. All’entrata c’è pure una giostra cavalli, che naturalmente è impossibile evitare quando hai due bimbe al seguito.
GIOVEDì 31 MAGGIO
Giornata tranquilla a casa; per me dedicata a caricare una lavatrice di vestiti da lavare (ci sporchiamo più di quanto avevo previsto). Dopo pranzo, caffè e chiacchierata con i signori Meo, con i quali abbiamo instaurato un buon rapporto di amicizia. E’ con noi anche l’altra ospite, un’americana, che martedì scorso ha avuto la sfortuna di rompersi un piede facendo jogging, così fra qualche giorno tornerà in America interrompendo così la sua vacanza in Francia. Oltretutto viaggia sola e non sa neanche una parola di francese. Fortunatamente per lei Alain e soprattutto Sophie parlano abbastanza l’inglese e così hanno potuto aiutarla, soprattutto in ospedale.
VENERDì 01 GIUGNO
Pranzo con pic-nic ancora al Parc de la Bouzaize, a Beaune.
Poi ne approfittiamo per visitare un po’ la città di Beaune. E’ una città antica, bella, che ha il suo fascino, ma, abituata alla tranquillità di Nuits Saint Georges, l’ho trovata troppo trafficata e caotica. Bella la Basilica di Notre Dame, anche se un po’ scura. Particolari però le sue vetrate colorate con gradazioni di grigio, nero e giallo.
Favoloso invece il Musée de l’Hôtel-Dieu, l’antico ospedale di Beaune, edificato a partire dal 1443 e usato fino agli anni ’60 quando è stato costruito il nuovo ospedale, mentre quello vecchio è stato trasformato in museo. Sono a disposizione (comprese nel prezzo d’entrata) delle audio-guide (anche in italiano) dove idealmente le voci della coppia che fece edificare l’ospedale accompagnano i visitatori alla scoperta dell’edificio e del museo, descrivendo ogni particolare, gli oggetti usati, storia, usi e costumi dell’epoca. Il museo è molto grande e ricco di cose da vedere. La visita è molto interessante, mi è piaciuta tantissimo, ed anche a Sara che con la sua audio-guida si sentiva importante e cercava di seguire e capire, nel suo piccolo, la spiegazione. Prezzo dell’ingresso: 7,00 euro x adulto; le bimbe non pagano.
SABATO 02 GIUGNO
Giornata dedicata a preparare i bagagli e riordinare la casa.
DOMENICA 03 GIUGNO
Verso le 10.00, dopo i dovuti saluti con Alain e Sophie, partiamo, ripromettendoci di tornare, magari già l’anno prossimo. Ci siamo trovati bene qui e, complice il bel tempo di sole, abbiamo fatto tante cose all’aperto. Certo non abbiamo visitato tanti castelli e musei come avrei voluto, e un po’ mi dispiace, ma conoscendo le nostre figlie, soprattutto la vivacità di Giulia, era impensabile. Magari quando saranno più grandi… inoltre devo dire che siamo stati fortunati: questa è stata l’unica settimana di sole e bel tempo in un periodo di piogge continuo (ha piovuto infatti tutta la settimana scorsa e ha ripreso oggi a piovere). La temperatura inoltre era l’ideale: jeans e maglietta a maniche corte erano sufficienti, al limite una felpa di cotone alla sera.
Partiamo quindi con la pioggia. Attraversiamo la regione del Centro (le colline spariscono, il paesaggio rimane verde, ma pianeggiante; spariscono le mandrie di mucche e pecore) e arriviamo nella Loira (tornano le colline, le mandrie, i boschi).
Alloggiamo all’hotel Mister Bed di Le Mans: camera dal 4 persone ma piccolissima, essenziale, il bagno è talmente minuscolo che si fa fatica a starci (sembra quello dei Puffi), nella doccia si entra a malapena, del lavandino poi non parliamo, non ci sono saponi a disposizione e gli asciugamani appesi al lavandino toccano terra. Ma per una notte ci adattiamo. Costo totale: 55,00 euro, senza colazione.
Nel pomeriggio facciamo un giro a Le Mans ed in particolare nel centro storico, piccolo ma molto bello, passando di fianco alla favolosa Cattedrale St-Julien. Poi ci spostiamo nel centro, più moderno, alla ricerca di un posto dove mangiare. Proprio di fronte al McDonald troviamo una brasserie (di cui non ricordo il nome purtroppo): con 34,00 euro mangiamo proprio bene e a sazietà.
LUNEDì 04 GIUGNO
Partenza. Ci fermiamo al vicino Castorama per acquistare gli adattatori per le spine tedesche e per far colazione al bar di un centro commerciale di Le Mans.
Entriamo in Bretagna e, devo dire, rimango stupita: me l’ero immaginata molto diversa. E’ molto verde, come tutta la Francia vista finora, ma la natura è più “selvaggia”, ricchissima di boschi e fitte foreste.
Arriviamo a Keravy, un borgo di poche case nascoste tra gli alberi alla periferia di Vannes. Ci accoglie la proprietaria della nostra nuova casa, Marie-Annick, una signora cordiale e disponibile ma con un fare più pratico. Ci mostra la casa e ci dice che è un’abitazione tipica bretone. E’ bellissima e molto spaziosa, articolata su due piani. I mobili in generale sono vecchi e alcuni molto lavorati. Rispetto alla casa lasciata in Borgogna, questa ha il vantaggio di avere uno spazio per parcheggiare l’auto di fronte a casa ed è esteticamente molto più bella e spaziosa, ma vivendoci, con un occhio più attento da casalinga, la vedrò meno curata, meno pulita nei particolari e meno pratica. Il giardino però è e resterà un incanto: gigante, con la sua erba verde ben curata, tanti alberi, fiori e recinti di animali: tortore che tubano, polli, pecore, una capra e un cane dolcissimo che non abbaia mai e vuole sempre le coccole. E poi le giostre: un’altalena, un trampolino, uno scivolo, un dondolo… il Paradiso dei bambini! Prezzo della casa 460,00 euro di 10 giorni + 50,00 euro per le pulizie finali.
Conosciamo anche il marito della signora, Marcel Le Ray, il classico contadino semplice, tranquillo e bonario. La signora ci lascia in omaggio una bottiglia di cidro fatto da loro. Va detto che di cidri ne esistono tante varianti e noi abbiamo assaggiato solo questo, ma non ci è piaciuto assolutamente! Dedichiamo il resto della giornata a disfare le valigie.
MARTEDì 05 GIUGNO
Facciamo la spesa al vicino Hyper U, all’interno del centro commerciale (appena fuori Vannes ci sono altri centri commerciali con Carrefour, Lidl…). Passiamo la giornata a casa e cerchiamo di organizzare le uscite con le notizie che abbiamo accumulato nei giorni scorsi (purtroppo qui non abbiamo la connessione internet) e con i numerosi volantini e le riviste lasciati a disposizione degli ospiti della casa. Il tempo poi è sempre brutto, continua a piovere, e il meteo non promette nessun miglioramento.
MERCOLEDì 06 GIUGNO
Facciamo un giro di Vannes, carina, con un piccolo porto. Visitiamo il mercato settimanale (la cosa che mi ha colpito di più di questo mercato è stato il silenzio che vi regnava, al contrario di tutti gli altri mercati che andremo a vedere in Francia,che sono comunque molto più silenziosi e composti di quelli italiani) allestito lungo le vie del centro storico, molto bello; entriamo nella Cattedrale di Saint-Pierre e sostiamo davanti al famoso busto detto “di Vannes e sua moglie”. Poi ricomincia a piovere a dirotto e riprendiamo così la macchina lasciata al parcheggio vicino al porto.
Dopo il pranzo al Buffalo Grill, andiamo all’Aquarium di Vannes (ingresso 12,00 euro x adulto; 8,40 euro x Sara; Giulia entra gratis). Bello, soprattutto per i bambini, ma piccolo; visto il prezzo ci aspettavamo qualcosa di più grande.
GIOVEDì 07 GIUGNO
Giornata a Josselin. Parcheggiata la macchina, arriviamo a piedi alla chiesa di Notre Dame du Roncier (Nostra Signora dei Rovi). Io e Sara vogliamo salire sull’alto campanile: la porta dietro alla chiesa è aperta e l’accesso è gratuito. C’è una scala a chiocciola in pietra che sale in penombra, stretta e claustrofobica, su, sempre più su. I gradini non finiscono mai e quasi mi pento di essere salita, soprattutto con Sara. Ogni tanto una micro-finestrella fa intravedere il panorama ed il vento, che soffia forte, romba all’interno della torre. Ad un certo punto mi da quasi la sensazione di sentir scuotere la torre. Vediamo la campana gigante con il batacchio grosso come la mia gamba e finalmente dopo un’ultimo sforzo arriviamo in cima. Dopo di noi arriva anche un altro turista. Il panorama è notevole ma il vento è molto forte. Decidiamo di scendere. Io, che ho da sempre paura delle scale, cerco di non farlo notare a Sara; scendo un passo alla volta, sfiorando il muro con la schiena e dando la mano alla mia bambina che scende dopo di me e non posso fare a meno di sperare con tutto il cuore che nessun altro turista stia salendo mentre noi scendiamo: non c’è abbastanza spazio! Bella esperienza, da ricordare, ma non so se la rifarei.
Breve visita al paese, tranquillo e pittoresco, e poi ci dirigiamo al Museo delle Bambole al cui interno c’è la biglietteria anche per il Castello di Josselin. Abbiamo intenzione di visitare entrambi; prendiamo quindi il biglietto cumulativo (13,00 euro per adulto; bimbe gratis). Ci fanno dirigere prima al castello. Vediamo in modo sbrigativo i giardini e ci accodiamo al gruppo che si raccoglie attorno alla guida. La visita al castello è solo con la guida, in francese o in inglese, per una durata di circa 45 minuti. Scegliamo la spiegazione in francese, di cui peraltro capisco poco, un po’ perché parla troppo in fretta, un po’ perché Sara, accanto a me, continua a chiedermi di raccontarle ciò che so sul castello. Le stanze da visitare sono poche, ma interessanti. Mi sarebbe piaciuto attardarmi nei giardini, ma la pioggia, come la nuvola di Fantozzi, ci segue continuamente.
Andiamo poi al Museo delle Bambole, ricchissima collezione di bambole e giochi provenienti da tutto il mondo e appartenuti alla famiglia Rohan, proprietaria del castello di Josselin. Bella e grande, vale la visita. Anche a Sara è piaciuta molto.
VENERDì 08 GIUGNO
Primo giorno di sole da quando siamo arrivati. Cambiamo i nostri programmi all’ultimo minuto e, cercando di approfittare del bel tempo, ci dirigiamo al Parco Zoologico di Branféré a Le Guerno (ingresso 17,00 euro x adulto; 11,50 euro per Sara). Appena entrati ci ha dato l’impressione di essere un parco piccolo, invece si è rivelato grande, ben tenuto, una meraviglia! Ci sono tanti animali, ma, a differenza dei soliti zoo, non sono in gabbia: hanno grandi appezzamenti di terreno recintati con palizzate basse in legno, oppure ci sono piccoli fiumi che li separano dai turisti. Cosicché quasi tutti gli animali hanno la possibilità, volendo, di uscire dei recinti e di girare per il parco. Alcuni esemplari vengono volutamente lasciati fuori, sotto la custodia dei guardiani, perché ad orari stabiliti si possa assistere al loro nutrimento o accudimento. E’ bellissimo: ci si può avvicinare fin quasi a toccarli a lama, wallaby (canguri nani), pappagalli ara… Abbiamo assistito ad uno spettacolo con gli uccelli ed è stato molto divertente: gli uccelli in volo sfioravano gli astanti e spesso si fermavano a zampettare tra la gente (ricordo un pellicano enorme che si faceva pure accarezzare sulla testa). All’interno del parco ci sono pure ristoranti e chioschi che oggi, non so perché, con la nostra solita fortuna, sono chiusi. E siccome andando via in fretta non ho preparato il pic-nic (volendo c’è un’area apposita fuori dal parco) approfittiamo del ristorante self-service, l’unico aperto, fuori dal parco (all’ingresso ti fanno un timbro sulla mano che ti permette di uscire e di rientrare quante volte vuoi in giornata): cibo discreto a prezzi non troppo alti. Riprendiamo la visita e a metà pomeriggio, quando il cielo si sta già oscurando di nuvole, torniamo a casa.
SABATO 09 GIUGNO
Visitiamo la Basilica di Sant’Anna d’Auray a Sainte Anne d’Auray, considerata una piccola Lourdes. Qui agli inizi del ‘600 Sant’Anna, madre della Vergine Maria, è apparsa più volte ad un povero contadino, facendo da allora conversioni e grazie a chi la prega. E’ divenuta la Santa protettrice della Bretagna, a lei è dedicata questa basilica ed ogni chiesa della Bretagna custodisce una sua immagine (dipinto o statua).
Approfittiamo per assistere alla Santa Messa, celebrata poco dopo il nostro arrivo. Quando usciamo è già ora di pranzo. Io vorrei vedere il Museo di Arte Sacra e soprattutto quello delle Cere Storiche che si trovano intorno alla Basilica, ma le bimbe premono per andare a mangiare e nel pomeriggio abbiamo altri programmi. Così pranziamo in una Creperie lì di fronte dove finalmente mi tolgo lo sfizio di mangiare crêpes e galettes (crêpe bretone fatta con cereali scuri; da non confondere con le Galettes Bretonnes, biscotti che trovate anche al supermercato dal gusto simile alla nostra pastafrolla fatta in casa, buoni con il caffèlatte del mattino). Personalmente preferisco la crêpe, ha un sapore più delicato! Il locale è piccolo e discreto come discreto è il servizio (Les Ajoncs eurl Chlea –Creperie –Salon de the – Rue de Vannes 4).
Dopo pranzo ci rechiamo a Moustoir-Ac, un paesino sperduto in mezzo alla campagna e ai boschi, dove, una volta all’anno si tiene la Fiera dell’Allevamento per i villaggi della zona. Chissà perché, trovando l’annuncio in internet la cosa mi aveva incuriosita. Ancora una volta il navigatore satellitare è stato indispensabile per non perderci. Arriviamo alla Fiera, dove bovini e cavalli, in due aeree distinte, sfilano di fronte al pubblico e ad una giuria in una sorta di concorso di bellezza. In base a determinati canoni riceveranno un punteggio e poi eventualmente un premio. Credo che in questa stessa occasione gli animali possano essere venduti ed acquistati. C’erano alcuni esemplari in recinti a parte (vitellini, pavoni, tortore), stand gastronomici (ancora chiusi, forse aprivano verso sera perché la Fiera iniziava nel primo pomeriggio), alcuni giochi per bambini (un percorso da fare con trattorini a pedali, un paio di cavallini da montare per fare una piccola passeggiata…). Dava proprio l’idea di una festa di paese, dove ci si diverte per il solo fatto che si conoscono tutti. C’erano molti giovani che si occupavano degli animali in concorso ed intere famiglie tutte attente alle sfilate. E noi, che non ci intendiamo di queste cose e che poco ci interessano, sentendoci un po’ fuori posto, dopo aver assistito un po’ alla Fiera e accarezzato un po’ di cavalli e puledri, decidiamo di riprendere la macchina.
Ci fermiamo a far merenda nell’altro centro commerciale, non lontano dalla nostra Keravy, quello con il Carrefour e poi a casa.
DOMENICA 10 GIUGNO
Al mattino ci rechiamo a vedere il mercato settimanale a Saint Gildas de Rhuys. Secondo la pubblicità trovata su internet, il mercato doveva essere grande, con area giochi per bambini e area pic-nic. Invece, niente di tutto questo! E’ un normale mercato di paese, non molto grande anche se ricco di bancarelle, con tanta scelta di frutta e verdura soprattutto: un buon posto dove fare la spesa.
Partiamo poi alla volta dell’oceano: finora non l’abbiamo ancora visto! Arriviamo al dei paesi di mare: Port-Navalo, Arzon… Facciamo in particolare una sosta ad Arzon, dove passeggiamo lungo la costa, arriviamo alla spiaggia e cerchiamo le conchiglie da portare a casa. Le bambine si divertono tanto. Poi mangiamo ad una creperia nella zona del porto, “La Sorciere” (“La Strega”) (59 Rue Fontaines – Arzon): locale particolare, con buon rapporto qualità-prezzo, interamente decorata con streghe di tutti i tipi (bambole, statuette, dipinti, streghe carine e streghe spaventose). Sara, che si spaventa facilmente non vedeva l’ora di andarsene.
LUNEDì 11 GIUGNO
Giornata passata a casa. La mattina in particolare approfittiamo di un po’ di bel tempo per uscire a giocare in giardino; per queste occasioni, visto il fango persistente ovunque, onde evitare di dover buttare le scarpe appena lasciata la Bretagna, siamo stati costretti a comprare degli stivaletti di gomma alle bambine (e quasi quasi era meglio comprarli anche per noi). Dopo pranzo la nostra padrona di casa ci porta una tortina fatta da lei per le bambine: è il Far Bretonne, torta tipica bretone (una delizia!) di cui mi lascia la ricetta, che proverò appena tornata in Italia.
Per chi fosse interessato: FAR BRETONNE
Sbattere insieme 4 uova, 180 g di zucchero e 180 g di farina. Aggiungere poi 1 lt di latte caldo. Volendo si può aggiungere un po’ di vaniglia per dargli sapore o del liquore (loro ci mettono il loro liquore tipico, fatto in casa). Far scaldare il forno a 180 gradi. Mettere l’impasto in uno stampo unto precedentemente con del burro fuso e far cuocere in forno per 1 ora.
Mi ha anche consigliato di comprare in una boulangerie il Quin Aman-na, altro dolce tipico, grondante burro, che, a suo dire, è divino mangiato tiepido. Personalmente non l’ho mai preso, ma per chi volesse provare…
MARTEDì 12 GIUGNO
Al mattino approfittiamo di una pausa dalla pioggia per visitare i dintorni della casa. Ci sono dei sentieri che si inoltrano tra i prati o nei boschi, alcuni belli altri meno. Poi giochiamo ancora un po’ in giardino.
Pomeriggio a Quistinic dove è stato ricostruito l’antico villaggio di Poul-Fetan, risalente al ‘500 e abitato fino agli anni ’60. Una serie di attori mostrano ai visitatori come si viveva lì nel 19° secolo, la vita e i lavori di tutti i giorni. Bellissimo e molto interessante! Costo dell’ingresso: 9,80 euro x adulto e 6,00 euro x Sara. Naturalmente è tutto in francese. Peccato non saperlo meglio perché nella rievocazione del lavaggio dei panni al fiume, le attrici, oltre a dare al pubblico le dovute spiegazioni storiche su questo lavoro, hanno dato vita ad una serie di sketch impersonando delle lavandaie pettegole che spettegolano sugli abitanti del villaggio e si raccontano le ultime novità. I visitatori, per la maggior parte francesi, continuavano a ridere! Verso la fine della nostra visita, come al solito, è arrivata la pioggia a rovinare tutto. Viste in fretta le ultime cose, ce ne siamo andati. Peccato però: probabilmente con il bel tempo ed un maggiore afflusso di turisti le rievocazioni storiche e gli artisti in campo saranno più numerosi.
MERCOLEDI’ 13 GIUGNO
Giornata dedicata a preparare i bagagli e riordinare la casa.
GIOVEDI’ 14 GIUGNO
Salutiamo la nostra padrona di casa naturalmente sotto la pioggia e partiamo alla volta del Poitou-Charentes. Questa volta, devo dire, la Bretagna non ci mancherà. Il panorama qui è stupendo, cose da vedere ce ne sarebbero tante, ma la maggior parte sono all’aperto e con un tempo così piovoso è stato impossibile godere appieno del soggiorno.
Partiamo da Keravy in Bretagna poco dopo le 10.00 con 10 gradi, freddo, pioggia e cielo nuvoloso. Arriviamo al cartello che indica l’inizio della regione Loira e improvvisamente non piove più, si vede un lontano squarcio di cielo azzurro. La temperatura sale in fretta. Arriviamo a Trizay nel Poitou-Charentes alle 16.00 con 26 gradi, cielo azzurro e sole splendente.
Alloggiamo alla Maison d’hôtes Le Chizé (2, Allée de Chizé – Le Chizé, frazione del comune di Trizay, a mezz’ora da Rochefort e da Saintes) dove abbiamo preso in affitto la gîte L’Arnoult (prezzo della casa 558,00 euro di 10 giorni + 30,00 euro per le pulizie finali). La Maison gestisce un’altra casa, più grande, la Champagne e un B&b, tutti confinanti tra loro.
Ci accoglie la proprietaria, Fabienne Pasquier, detta “Madame” dagli ospiti della casa. Mi sembra un po’ timida e riservata, ma simpatica. Ci indica dove parcheggiare l’auto e ci mostra la casa. Il giardino è bello, con piante e fiori, più piccolo di quello in Bretagna, ma è tutto nostro; è chiuso su tre lati così da mantenere la nostra privacy ed ha una porta che comunica con la corte del B&b. Purtroppo non ci sono giostrine ma vedo già le bimbe lanciarsi felici sul prato verde. Entro in casa e resto stupita: mentre la signora ci illustra la casa, mi accorgo subito che non è l’abitazione che avevo prenotato, è completamente diversa da quella vista su internet. Faccio finta di niente, riservandomi di parlarne più tardi con Andrea. La casa è più grande, più spaziosa, ma ha il difetto di essere su due piani (anche in Bretagna era così ma, con due bimbe piccole, non è stata una buona idea prenotarla, mi rende ansiosa; L’Arnoult doveva essere su un piano solo). Tuttavia scale e pavimenti non scricchiolano (in Bretagna erano un tormento), mobili ed accessori sono nuovi e la casa è pulita e ben tenuta (la migliore delle tre in cui siamo stati). Madame ci lascia un quaderno dove sono raggruppate tutte le informazioni utili sulla zona circostante e le informazioni turistiche; ci da qualche consiglio sui posti più adatti da visitare con le bambine e ci lascia una tortina al cioccolato come segno di benvenuto, poi se ne va.
Parlo con Andrea dei miei dubbi sulla casa e lui va a parlarne con Madame. Veniamo quindi a sapere che la casa da noi prenotata è occupata quindi ci hanno dato la casa più grande, la Champagne, allo stesso prezzo dell’altra. E la cosa mi andrebbe benissimo se non per il fatto che la proprietaria ci ha chiuso la porta di accesso ad un’ala della casa che conteneva altre camere (che effettivamente a noi non servono) e un bagno al piano terra (che invece farebbe comodo, soprattutto con due bimbe piccole), in modo da non dover pulire anche quelle stanze, lasciandoci un’ala della casa in cui camere e bagno sono al piano superiore. Il giorno dopo Andrea andrà a lamentarsi di questo, ottenendo così l’apertura dell’ala rimasta chiusa per permetterci di usare il bagno al piano terra.
Dedichiamo il resto della giornata a sistemare le valigie ed approfitto del bel tempo per caricare la lavatrice.
VENERDì 15 GIUGNO
Al mattino facciamo la spesa al vicino Super U, che dista da noi 4,8 km. Volendo c’è anche il Carrefour con un grosso centro commerciale ad Angoulins, vicino a Rochefort.
Nel pomeriggio ci rechiamo a Saint-Porchaire, un villaggio carino dove si trova il castello di La Roche Courbon. Visita guidata al castello + giardini: 7,50 euro x adulto e bimbe gratis. Interessante come sempre la visita guidata (secondo me vale la pena farla anche se non si capisce benissimo il francese, anche solo per vedere l’interno dei castelli), solo in francese ma stavolta con dei fogli (anche in italiano) che spiegano ogni singola stanza che si va a percorrere. Facciamo una passeggiata nei mega giardini del parco e sostiamo alla mostra dei giochi antichi che si tiene in un’ala del castello. Vorremmo fare anche una passeggiata nei boschi del parco fino ad arrivare alle famose grotte preistoriche ivi custodite, ma non abbiamo tempo: manca mezz’ora alla chiusura ed è quasi ora di cena per noi. Per puro caso, decidiamo, prima di uscire, di chiedere alla biglietteria l’eventuale costo per visitare solo il parco visto che non abbiamo terminato il giro e loro gentilmente ci mettono un timbro sul biglietto d’ingresso e ci rispondono che il biglietto lo abbiamo già pagato, ma che possiamo tornare quando vogliamo e mostrando all’entrata il biglietto timbrato potremo passare senza doverlo pagare nuovamente. Fantastico!
SABATO 16 GIUGNO
Destinazione Aquarium de La Rochelle: ingresso 14,50 euro x adulto e 11,00 euro x Sara. Tempo di visita: 1 ora e mezza – 2 ore. Bellissimo, molto grande e ricco di cose da vedere. Le bimbe si sono divertite tanto e il prezzo vale la visita.
Facciamo poi un giro nel centro storico de La Rochelle, in particolare alla zona attorno al Vecchio Porto, da cui una volta gli emigranti francesi partivano per raggiungere il Canada e al cui imbocco si ergono 3 antiche torri. Al loro interno vi sono mostre e musei che non abbiamo visitato. Ci accontentiamo di passeggiare per le vie di questa bella città piena di vita.
DOMENICA 17 GIUGNO
Al mattino approfittiamo per assistere alla S.Messa nella chiesetta di Saint-Porchaire e poi torniamo al castello di La Roche Courbon per il pranzo. Sostiamo nell’area pic-nic del parco e poi ci inoltriamo nella foresta seguendo il sentiero principale (volendo ce ne sono altri, che poi si ricongiungono a questo) che porta alle grotte dell’uomo preistorico. Proprio un bel percorso e le grotte sono interessanti da scoprire: sembrano comunicanti e hanno numerosi cunicoli che purtroppo non abbiamo potuto esplorare perché troppo bui ed io non avevo pensato a portare una torcia.
Ci spostiamo poi al castello di Crazannes, nell’omonimo paese, detto Il castello del “Gatto con gli Stivali” perché in qualche modo è legato a questa favola. Facciamo la visita guidata e stavolta, pur essendo in francese, riesco finalmente a capire quasi tutto (un mese in Francia sarà pur servito a qualcosa!). Interessante, come sempre. Facciamo poi il giro dei giardini ma non c’è molto da vedere (secondo me è più bello il castello dei giardini). Ingresso: 8,00 euro x adulto e bimbe gratis.
LUNEDì 18 GIUGNO
Giornata dedicata a La Palmyre Zoo, a Les Mathes, vicino a Royan. Ha un parco molto grande, con moltissimi animali che si riesce a vedere molto da vicino (sono riuscita ad accarezzare una giraffa sul muso e a farmi leccare un dito da una scimmietta!). Abbiamo assistito al simpatico spettacolo con le otarie, sorvolando invece su quello con i pappagalli, e abbiamo pranzato al bar del parco (anche volendo non ho notato nessun’area pic-nic), che invece non è stato un granché. Nel complesso è stato bellissimo!
Prima di tornare a casa decidiamo di far tappa a Royan. Città molto carina, che da sull’oceano, con tante vie piene di negozi. Sembra di essere a Iesolo Lido: è la classica città di mare molto turistica.
MARTEDì 19 GIUGNO
Giornata a Rochefort. Giriamo per le vie del centro e troviamo allestito anche il mercato settimanale (grande e ricco di cose da comprare per uno che deve fare la spesa). Troviamo la città, nel complesso, più bella di La Rochelle sebbene più piccola.
Visitiamo le Corderie Reali e Parte dell’Arsenale Marittimo, che hanno reso famosa questa città per la sua produzione di cordame per le navi. Ingresso: 9,00 euro x adulto e 5,00 euro x Sara). Pensavo che le bambine si sarebbero annoiate, invece c’è andata bene: Giulia ha dormito per la maggior parte del tempo e Sara si è divertita tanto, soprattutto perché mi fermavo a spiegarle ciò che vedeva. Interessante anche la mostra temporanea, allestita all’interno della Corderia, sulle imbarcazioni della Polinesia.
Sarebbe stato bello visitare anche il cantiere per la ricostruzione dell’Hermione, una nave da guerra francese (fregata a tre alberi) del 18° secolo, che da anni stanno ricostruendo fedelmente all’interno dell’area dell’Arsenale. E’ possibile fare una visita guidata della nave, in ogni suo piano, ma sapendo che la visita è riservata ai maggiori di 6 anni, siccome abbiamo anche Giulia, a malincuore rinunciamo.
MERCOLEDì 20 GIUGNO
Mattina a casa. Pomeriggio a Saintes. La città è divisa a metà dal fiume Charente e le vie del centro sono veramente belle, con molti negozi. A nostro parere la città più bella in cui siamo stati.
Ci fermiamo nel Parco Pubblico della città che si trova vicino all’Ufficio Informazioni Turistiche e al fiume. Un parco grande, molto fiorito, con una piccola fattoria di animali e un grande parco giochi con giostre adatte a età diverse. Le bimbe, neanche a dirlo, si sono scatenate.
GIOVEDì 21 GIUGNO
Al mattino ci alziamo tardi e decidiamo all’ultimo minuto di visitare l’Isola d’Oléron, legata al Poitou da un lungo ponte. Il tempo è molto nuvoloso, ma fiduciosi partiamo. Ci fermiamo a Saint-Trojan-les-Bains (paese piccolissimo) a prendere la piantina della zona ed il pane per il pic-nic che speriamo di fare. Ci sconsigliano di recarci alla Petite Plage, perché c’è la bassa marea e quindi la zona sembra più una grande palude, e ci indicano invece la Grande Plage. Nel frattempo il vento aumenta ed inizia a piovere. Arriviamo nei pressi della Grande Plage e mi rifiuto di scendere per fare il pic-nic (Andrea insisteva a chiamarla nuvola passeggera, beata innocenza). Facciamo così il pranzo in macchina. Alla fine esce il sole, la pioggia cessa ma il vento no. Decidiamo di incamminarci comunque verso la spiaggia. La strada è in salita ed il vento assomiglia ad un tornado. Giulia, per mano ad Andrea, sembra volare via ogni volta che fa un saltino. Arrivati sulla cima, vediamo il sentiero scendere sulla spiaggia sabbiosa, bellissima con il mare che invita a fermarsi. Ma il vento è insopportabile, l’aria mi toglie il respiro impedendomi di parlare alla telecamera e la sabbia si alza fino ai nostri visi. A malincuore ce ne andiamo. Facciamo solo una breve passeggiata lungo un sentiero lì vicino, un po’ più riparato dal vento. Peccato la spiaggia era proprio bella.
Prima di lasciare l’isola, ci fermiamo un attimo a Le Château d’Oléron, paese piccolo e insignificante.
Mentre torniamo a casa, decidiamo per caso di fermarci a far merenda all’Auberge du Lac, un bar- ristorante vicino a casa nostra e scopriamo con sorpresa che si trova all’ingresso di un parco pubblico che porta lo stesso nome, attorno ad un lago con le papere, dove è possibile pescare, e circondato dal bosco. C’è un piccolo parco giochi e dei tavoli da pic-nic. E c’è un sentiero sopraelevato che si inoltra nel bosco e raggiunge dei percorsi ciclabili che raggiungono le più vicine città. Bellissimo! All’ingresso c’è inoltre un mini-golf e un sentiero che collega l’Auberge du Lac al Jardin Compostelle, altro parco pubblico alberato con tavoli da pic-nic, che purtroppo non abbiamo avuto l’occasione di visitare.
VENERDì 22 GIUGNO
Oggi ci alziamo presto e prendiamo il traghetto che dal porto di Fouras arriva all’Isola d’Aix. Il viaggio piace molto alle bambine. L’isola è proprio carina, non molto grande e tranquillamente visitabile sia a piedi che in bicicletta. Il paese è piccolino, con molti negozi per i numerosi turisti. C’è una chiesetta che faceva parte di un’antica abbazia e l’isola porta ovunque i segni del suo passato militare: mura, torrette, forti, batterie… In tutto il percorso troviamo spesso tavoli da pic-nic e toilettes e volendo ci sono anche delle spiagge, intervallate da costa rocciosa. Purtroppo anche oggi c’è molto vento (mai come ieri!), ma il panorama è stupendo. Bella gita!
SABATO 23 GIUGNO
Prepariamo i bagagli per la partenza. Purtroppo la vacanza è finita!
DOMENICA 24 GIUGNO
Salutiamo Madame, tranquillissima come sempre e di poche parole, e partiamo alle 09.48 con una temperatura di 17°. La vacanza è finita (che tristezza!); anche le bimbe non vorrebbero partire. Ci siamo trovati bene qui e di cose da fare e da vedere ce ne sarebbero tante. Siamo stati poi fortunati a trovare un tempo abbastanza buono; avremmo preferito qualche giorno di sole in più, ma siamo comunque riusciti a pare gite ed escursioni tutti i giorni, senza freddo o troppa pioggia.
Arriviamo a Bourges, nel centro, alle 15.00 con 27 gradi, che però non si sentono perché c’è il vento che mitiga il caldo. Alloggiamo all’Ace Hotel, che si trova appena fuori dalla città, in un’area commerciale piena di ristoranti e fast-food. Siccome la nostra camera è pronta dopo le 17.00 e non prima, decidiamo di visitare il centro città. Bourges è magnifica. Il centro storico è pieno di case a graticcio e anche il resto della città è ricco di belle case e palazzi storici. La cattedrale poi è spettacolare, anche vista da fuori (non siamo entrati), anche se coperta in parte per restauri. Personalmente ho trovato Bourges la città più bella che ho visto, anche più di Saintes, anche se c’è da dire che la prima è una grossa città, trafficata e piena di gente, mentre la seconda è molto più piccola, con traffico e folla più limitati e quindi risulta più a misura d’uomo, più tranquilla.
Dopo la merenda in una gelateria e una bella passeggiata, ci rechiamo (più per mia insistenza che per volontà di Andrea) in Rue de Séraucourt, dove il parcheggio gratuito (dove volevamo fermarci) è stato sostituito da un grosso Luna Park. Le bimbe emozionate vorrebbero provare tutte le attrazioni. Scegliamo per loro le giostre più adatte alla loro età: si divertono un sacco! Poi ci fermiamo in uno degli stand di pesca alle ochette: scelta fortunata perché il biglietto da diritto alla pesca di 10 ochette e alla scelta, senza limiti, di uno qualsiasi dei giochi esposti. Neanche a dirlo le bimbe vengono via contente!
Prima di cena, ci rechiamo all’hotel. Che bello, decisamente nessun confronto con il Mister Bed! Ad un prezzo di 59,80 euro (senza colazione) riceviamo una stanza da tre persone, grande, comoda, con sufficienti ripiani ed un armadio con le grucce (che al Mister Bed neanche c’era). Il bagno è molto ampio, con una grande doccia, molte bustine di sapone bagno-doccia e diversi asciugamani. Che meraviglia! Mai più Mister Bed!
LUNEDì 25 GIUGNO
Fatta colazione al Patapain vicino all’albergo (un mix tra bar fornitissimo e fast-food) ripartiamo alla volta di Belfort.
Per nostra sfortuna nel tragitto ci fermiamo a pranzare al McDonald di Autun. Ci sono due entrate al parcheggio; sfuggitaci la prima, prendiamo la seconda ed ecco il guaio: la strada alla base del parcheggio ha un grosso dosso (non segnalato) di cui non ci accorgiamo e così entrando sentiamo una botta sotto l’auto. E’ tardi, quindi andiamo subito a mangiare, ma prima di ripartire Andrea vuole controllare la macchina: sotto al motore c’è qualcosa che perde! Dobbiamo portarla subito da un meccanico! Andrea rientra al McDonald per chiedere aiuto: le dicono che non siamo gli unici ad aver avuto questo problema anzi con quel dosso capita spesso e gli danno il nominativo di una carrozzeria lì vicina (Garage Desuignes Carosserie) disegnandogli su un foglio una piantina per arrivarci. Col mio solito ottimismo, già mi vedo fare un giro di telefonate per informare i nostri familiari che dovremo ritardare di qualche giorno il ritorno, disdire l’albergo di Belfort, trovarne un altro nei pressi di Autun… Andrea, più ottimista di me, già immagina un grosso danno al motore, un pezzo di ricambio che non arriva, settimane per riavere la macchina… Arrivati alla carrozzeria invece tutto si risolve in breve tempo: un omone ci controlla il motore e ci dice che non ha subito danni, quello che vediamo perdere è l’acqua del sistema di condizionamento! Gentilissimo, ci rassicura che tutto va bene e, senza voler soldi in cambio, ci lascia andare.
Arriviamo a Belfort più tardi del previsto e troviamo il nostro ultimo albergo: il Premiere Classe di Belfort. L’omino alla reception è molto cordiale e ci accompagna alla nostra camera: si passa all’esterno attraverso una serie di scale fino al secondo piano (e mi viene spontaneo pensare: e se dovesse piovere, o grandinare, magari mentre porti le valigie?). La nostra camera non è pronta, la signora delle pulizie indica all’omino le stanze già fatte e quindi ci cambiano subito stanza. Ecco, se pensavo che non potesse esserci di peggio del Mister Bed di Le Mans, mi sbagliavo. La stanza è ancora più piccola, quasi claustrofobica, arredamento essenziale, bagno microscopico. A differenza degli altri alberghi questo non ha ristoranti o fast-food nelle vicinanze. Ci dirigiamo nella periferia di Belfort (non abbiamo tempo per girare nel centro storico, ma quello che vediamo in periferia già non ci piace: sembra una brutta città) dove il nostro navigatore ci indica un Quick per la cena.
MARTEDì 26 GIUGNO
Partiamo da Belfort alle 09.05 con 17°. Per la colazione ci spingiamo fino al centro commerciale di Mulhouse, dove ci fermiamo per fare un ultimo shopping. Rientriamo in Italia passando per il tunnel del San Gottardo in Svizzera, come all’andata. Alla dogana italiana ci sono già 30° e tanta afa. Come rimpiangiamo la Francia, così fresca e ventilata! Arriviamo a Colognola ai Colli (VR) intorno alle 18.30. La vacanza è finita.
CONSIDERAZIONI FINALI
Per questo viaggio meraviglioso fondamentali sono state due cose: internet, al quale ci siamo affidati per trovare le gites, i luoghi da visitare con indirizzi, orari e prezzi e per tenerci aggiornati sul meteo (in Bretagna non è stato piacevole restare senza connessione wifi) e il navigatore satellitare, senza il quale è impossibile trovare tanti paesini spersi nella campagna (soprattutto in Bretagna dove i cartelli stradali sono scarsi al di fuori dei grandi paesi) e si rischia di perdere molto tempo girando a vuoto; inoltre il navigatore ti aiuta a trovare in fretta supermercati e posti dove mangiare.
Per la lingua non abbiamo avuto difficoltà. Anche conoscendo poco il francese si riesce comunque a farsi capire. E’ vero che l’inglese è poco diffuso e la gente ti preferisce se sente che cerchi di parlare francese, ma in generale sono persone molto cordiali, che cercano di venirti incontro, gentili e molto più sorridenti che in Italia. L’ho notato soprattutto nelle persone che si incontra per strada: anche se non ti conoscono, ti salutano sempre con un sorriso (un po’ meno in Bretagna).
I prezzi nei supermercati sono simili a quelli in Italia e i prodotti che si trovano sono quelli a cui siamo abituati, con solo qualche piccola variante. Ad esempio ho notato che si usa moltissimo la mostarda, in tantissime varianti, spesso inserita tra gli ingredienti dei prodotti, perfino nella maionese che si compra al supermercato o nel panino Royal Deluxe del McDonald: a chi non la ama, come me, consiglio di stare attenti quando ordinate un cibo o fate la spesa. I crackers non sono molto usati ed è impossibile trovare i classici succhi di frutta con la cannuccia ai gusti che per noi sono comuni (pesca, albicocca, pera): al contrario si trovano ai gusti arancia, ananas, uva, mela. Spesso si trovano anche le stesse marche che troviamo in Italia (es. Pampers, Rana, Barilla, Findus, anche la Nutella e i biscotti Baiocchi) o prodotti tipici italiani anche se la scelta non è così vasta naturalmente e i prodotti spesso non sono proprio gli stessi: es. i bastoncini di merluzzo della Findus hanno un formato e un gusto diversi e anche i pannolini Pampers Baby Dry sono diversi, più fini.
La benzina fatta ai distributori dei supermercati costa meno: quando siamo partiti il Diesel in Italia costava 1,65 €/lt, mentre in Francia costa 1,36 al Carrefour e al Super U, 1,45 €/lt all’Agip e 1,35 €/lt all’Auchan.
Girare la Francia con dei bambini non è un problema, perché in autostrada ad es. è facile trovare aree di sosta con toilettes e tavoli da pic-nic; si trovano facilmente supermercati, posti dove mangiare (dalle creperie o brasserie, ai fast-food come McDonald e Quick, alle bisteccherie come Buffalo Grill e Courtpaille) o toilettes. I parchi e i giardini solitamente sono gratuiti e ben tenuti. Nei parchi si può fare pic-nic senza problemi, anche nei parchi all’interno dei castelli (se non si può, viene specificato all’ingresso).
Dal punto di vista ambientale personalmente preferisco la Borgogna, così verde con tanti boschi fitti e alberi rigogliosi, con chiome grandi e piene di foglie (fantastico!) intervallati da campi ordinati, prati immensi e verdi e pascoli di mucche e pecore. Un paradiso! Anche la Bretagna è verdissima, ma ci sono pochi pascoli e molti più boschi, grandissimi, che danno però anche il senso della natura spontanea e selvaggia, meno curata. Le Poitou-Charente invece la natura mi è piaciuta di meno: ci sono anche qui i boschi, ma sembrano più radi, con un sottobosco pieno di sterpaglia ed erbe alte; l’erba era spesso ingiallita e perfino le chiome degli alberi spesso sembravano un po’ secche e con poche foglie, decisamente meno rigogliosi e verdi. Non ci sono pascoli, sostituiti da immensi campi, soprattutto di cereali che, essendo ormai maturi, con il loro colore giallo mi dava ancor più l’idea del secco. Per quanto riguarda invece la temperatura il Poitou sembra il migliore: mentre in Borgogna la temperatura si aggirava tra i 15 e i 20 gradi e in Bretagna c’erano tra i 10 e i 15 gradi, in Poitou c’erano 20 – 30 gradi e probabilmente con la vicinanza dell’oceano anche gli inverni sono miti e le estati più fresche che da noi (anche perché c’è spesso il vento).
Riassunto delle spere fatte:
Alloggi 1.646,00; Divertimenti 406,80; Vitto 703,70; Tasse 1,46; Spesa al supermercato 537,18; Spese per pulizie 80,00; Parcheggi 18,10; Regali 30,48; Pedaggi autostrade 161,90; Benzina 354,35; Totale spese 3.939,97