Umbria, il cuore verde dell’Italia

Itinerario di una settimana alla scoperta dell'Umbria.
Scritto da: I viaggi di Ines
umbria, il cuore verde dell'italia

Il cuore dell’Italia ha la forma e i colori dell’Umbria, una piccola Regione adagiata sugli Appennini nel bel mezzo dello Stivale, a metà strada tra il Tirreno e l’Adriatico. Un territorio in cui perdersi tra le colline coltivate a viti da cui nasce il Sagrantino, tra gli spazi smisurati della Piana di Castelluccio che nel mese della fioritura si trasforma in un tappeto arcobaleno, tra gli innumerevoli campanili delle chiese costruiti impilando mattoni e sassi. Nonostante la piaga dei terremoti che da secoli affligge queste zone (il più recente risale al 2016), la gente mostra uno spirito resiliente e continua a rimettersi in piedi, tra le macerie e i tanti disagi.

Il mio itinerario estivo è spalmato su una settimana e si snoda tra le tortuose strade provinciali che collegano le principali città.

Orvieto, prima tappa

Il centro di Orvieto coincide con la grande Piazza dominata dal Duomo. Ad ogni ora del giorno (e della sera) troverete qualcuno in contemplazione davanti a questo capolavoro. La bellezza si concentra nella facciata dove le aspre linee gotiche si fondono con i classici elementi del romanico italiano: il rivestimento in marmi policromi, i portali strombati, i bassorilievi. Ad impreziosire questa vera e propria opera d’arte ci pensano i mosaici che narrano alcuni episodi tratti dall’Antico Testamento. Coprotagonista di questo spettacolo che va in scena ogni giorno è la luce: a seconda dell’orario, la facciata cambia colore tingendosi ora di sfumature rossastre, ora di riflessi dorati.

Su Piazza Duomo, più esattamente in corrispondenza del civico 23, trovate la biglietteria (ed il punto di partenza) della Orvieto Underground. Si tratta di un percorso fruibile solo accompagnati da una guida che conduce nelle viscere della città attraverso una serie di cunicoli e grotte di origine Etrusca. Una vera e propria “città sotto la città”, scavata inizialmente per l’approvvigionamento di acqua in caso di assedio. Nel corso dei secoli questi ipogei si sono trasformati in base al bisogno del periodo storico divenendo talvolta frantoi, allevamenti di piccioni o semplici cantine. E’ un’esperienza che consiglio fortemente, insieme alla visita dello spettacolare Pozzo di San Patrizio. Dovete sapere, infatti, che Orvieto è conosciuta anche per la sua particolare conformazione geologica: sorge, infatti, in cima ad una collina di tufo e detriti lavici. Questa peculiarità si nota soprattutto arrivando da fuori, prima di imboccare la strada in salita che porta in centro oppure affacciandosi da uno dei tanti balconi che si aprono sulla campagna circostante.

Il centro storico di Orvieto è attraversato da Corso Cavour, la via principale su cui affacciano le botteghe che vendono prodotti alimentari e artigianali legati al territorio. Da lì si diramano tante stradine acciottolate, spesso riservate al solo transito pedonale che conducono a chiese, piccoli parchi e graziose piazzette. Durante la vostra visita annotate di dare un’occhiata alla rinomata Torre del Moro e alla Fortezza Albornoz che sorge di fianco al Pozzo di San Patrizio.

Informazioni pratiche

Dove dormire? Ho trovato nell’Hotel Duomo una soluzione pratica e conveniente per dormire in pieno centro. Dalla finestra della mia camera si godeva di una splendida vista sui tetti e si riusciva ad intravedere persino il Duomo.

Dove lasciare l’auto? Molti alberghi che si trovano nella zona pedonale sono sprovvisti di parcheggio oppure consentono di usufruire di appositi stalli a prezzi spropositati. Vi consiglio di lasciare l’auto nel grande parcheggio in Via Roma (ex Caserma Piave). La sosta costa un euro al giorno.

Cosa e dove mangiare? Tra il lungo elenco di pietanze tipiche di Orvieto segnalo innanzitutto la palomba (o il piccione). La potrete gustare con un contorno di fagioli all’uccelletto nella trattoria che ne porta il nome (La Palomba, appunto). La prenotazione è obbligatoria per riuscire a trovare posto. Ovviamente tutta la selvaggina in Umbria viene cucinata sapientemente, ma non sono da meno i primi piatti. Il taglio di pasta tipico di queste zone è l’umbricello (o umbrichello) servito con un ragù di carne oppure con il tartufo (inutile dirvi che quello è buono anche grattugiato al momento su una bruschetta di pane caldo). Altri due primi deliziosi sono la panzanella (una zuppa di pane bagnato servita con verdure) o i nidi di rondine guarniti con pecorino e miele. Questi ultimi li ho provati alla Trattoria del Moro Aronne, un’altra istituzione orvetana. Per un pranzo veloce, invece, consiglio l’Oleoteca Bartolomei che nel retro della bottega ospita alcuni tavoli dove poter degustare il loro olio (prodotto ad una trentina di chilometri, tra gli uliveti vicino a Montecchio) accompagnato con taglieri coloratissimi. Per concludere consiglio una sosta per un caffè o per un dolce allo storico Caffè Montanucci (lo trovate su Corso Cavour).

Consiglio di viaggio: Orvieto si trova in una posizione strategica, a pochi chilometri dal Lazio. Può diventare la base perfetta per visitare:

  • Civita di Bagnoregio il borgo in provincia di Viterbo definito “il paese che muore” a causa dell’avanzata erosione della collina su cui poggia. Un lungo ponte (sempre affollato, tranne che la mattina presto) separa questa manciata di case dalla “terraferma”. Tutto intorno una valle di calanchi che la rende ancora più suggestiva. L’accesso è a pagamento ed il biglietto può essere acquistato online oppure direttamente sul posto.
  • Parco dei Mostri di Bomarzo conosciuto per le grandi sculture in pietra, dai tratti grotteschi, che si nascondono tra la vegetazione.

Todi, seconda tappa

Per arrivare a Todi, partendo da Orvieto, si costeggiano l’azzurro Lago di Corbara dove i filari ordinati degradano verso la riva ed il letto del fiume Tevere. Una strada alternativa è la SP92 che sale fino a Montecchio, tra vigneti ed uliveti, e che poi ridiscende a valle. Immersa nella verde Val Tiberina, Todi è una delle cittadine umbre più affascinanti: la città antica appoggia sulla cima di una collina e le case sembrano incastrarsi alla perfezione l’una con l’altra, in un puzzle dominato da sfumature ocra. Una combinata vincente, capace di rubare il cuore ai tanti turisti che ogni anno passano da queste parti.

Il centro storico di Todi si può raggiungere comodamente a piedi attraversando il Parco della Rocca con una piacevole passeggiata tra i pini marittimi, accompagnata dal canto delle cicale. È una soluzione economica che consente di lasciare l’auto in uno dei pochi parcheggi gratuiti. L’area di sosta si trova di fianco al Tempio di Santa Maria della Consolazione, un edificio rinascimentale progettato probabilmente da Bramante (in linea con lo stile della Basilica di San Pietro) che sorge al di fuori delle mura medioevali. La risalita si conclude in prossimità della Chiesa di San Fortunato, conosciuta per la sua posizione sopraelevata e per i due leoni che vegliano il portone d’accesso. L’interno è abbastanza spoglio, ma merita comunque di essere visitata perché custodisce la tomba di Jacopone Da Todi.

Proseguendo si raggiunge Piazza del Popolo, il vero cuore della città. Attorno al grande spiazzo sorgono gli edifici politici più importanti: il Palazzo dei Priori, quello del Capitano e quello del Popolo. Gli ultimi due sono collegati da una scalinata ed ospitano il Municipio ed il Museo Civico. Sulla piazza affaccia anche la Concattedrale della Santissima Annunziata, meglio conosciuta come “Duomo”. Piazza del Popolo è il luogo ideale per fermarsi a bere qualcosa approfittando della vista esclusiva che regalano i tavolini all’aperto. Se invece siete assetati di bellezza consiglio di spostarvi nella comunicante Piazza Garibaldi (la riconoscerete per la grande statua bianca dell’Eroe dei due mondi che domina il parcheggio). Sporgendovi dalla balconata potrete godere di una vista mozzafiato con le case in primo piano, i giardini nascosti e le colline che riempiono l’orizzonte. L’altro affaccio che regala il tradizionale scorcio sulla città si incontra scendendo verso il parcheggio, al rientro. Annotate di soffermarvi al Belvedere dei Giardini Oberdan.

A completare la scoperta della Todi medioevale non può mancare la sosta alla Fonte Cesia (detta anche Fontana della Rua), uno dei primi luoghi di approvvigionamento idrico. Per raggiungerla imboccate prima Via Lorenzo Leoni e poi scendete su Via Roma passando dalla pittoresca Via San Fortunato. Questo breve itinerario consente di immergersi nella vera essenza dei borghi umbri, caratterizzati da uno stile edilizio omogeneo in cui le pietre ed i coppi si sposano perfettamente in un’armonia cromatica pazzesca. Questo tratto distintivo lo ritroverete costantemente, anche nelle prossime tappe.

Informazioni pratiche

Dove mangiare? Per un pranzo veloce da consumare passeggiando o seduti su una panchina potete optare per Dige’s Pizza. Si tratta di una focacceria d’asporto molto gettonata, a due passi dalla piazza centrale. Se, invece, avete più tempo a disposizione fermatevi da Pane e Vino che propone specialità umbre a prezzi onesti o in uno dei tanti locali che affacciano su Via Ciuffelli.

Consigli di viaggio: Anche Todi, così come Orvieto, nasconde un mondo sotterraneo. Piazza del Popolo, ad esempio, sorge su due antiche Cisterne Romane. L’Associazione Todi Sotterranea organizza (previa prenotazione) visite guidate per piccoli gruppi nelle viscere della città della durata di circa un’ora.

Deruta, terza tappa

Risalendo verso Perugia si incontra Deruta, una tappa irrinunciabile per gli amanti della ceramica dipinta. Vale davvero la pena di fare questa veloce deviazione per vedere da vicino i vasi e le maioliche decorate a mano e per passeggiare nei vicoli del centro dove anche le facciate di alcuni palazzi sono ornate da cocci colorati che si fondono con i mattoni. Per ammirare alcuni dei principali capolavori potete visitare il Museo Regionale della Ceramica oppure dare un’occhiata alla Ditta Grazia & C. (su Via Tiberina) dove ancora oggi si porta avanti questa tecnica artistica.

Perugia, quarta tappa

Perugia rispecchia alla lettera l’impianto del classico borgo umbro, ovviamente con un’estensione maggiore. Il centro storico è racchiuso in una cinta muraria a tratti ancora visibile, con grandi porte di accesso che delimitano i cinque quartieri. Il cuore della città sorge in posizione sopraelevata ed è accessibile, oltre che con strade e scalinate, mediante scale mobili collegate ad alcune zone periferiche (dove potrete lasciare comodamente l’auto). Due sono i corsi principali e paralleli che convergono in Piazza IV Novembre: Corso Vannucci e Via Baglioni. Il primo è un lungo viale che vede susseguirsi negozi e boutiques firmate. Prestando un po’ di attenzione troverete anche la storica bottega della Perugina. Il secondo è un viale meno commerciale su cui affacciano due istituzioni culinarie: l’Antica Porchetteria Granieri per un panino d’asporto gourmet e l’Antica Latteria dove potrete assaggiare la famosissima (e buonissima) panna montata “a braccio” dal Sig. Umberto.

Per un percorso “ad anello” che consente di toccare i principali punti di interesse consiglio di seguire il mio itinerario:

la visita comincia da Porta San Pietro, imboccando Corso Cavour. Lungo Via Tancredi Ripa di Meana, infatti, ci sono molti parcheggi -sia liberi che a pagamento- che permettono di raggiungere facilmente il centro, con una breve passeggiata. Sulla strada incontrerete il Convento di San Domenico che merita una sosta. Poco più avanti è un altro edificio religioso a catturare l’attenzione: la chiesa di Sant’Ercolano regala uno scorcio bellissimo, con la lunga scalinata (Via Sant’Ercolano, appunto) sullo sfondo. Fate una deviazione per visitare la vicina Rocca Paolina che custodisce una mostra sulla città. Salite poi i gradini fino a Piazza Italia per una visione molto bella sulla Basilica di San Pietro.

Proseguite ora verso il cuore di Perugia, percorrendo Via Baglioni fino alla Piazza principale (IV Novembre): la Fontana Maggiore decorata dalle sculture dei Pisano rappresenta il fulcro della città. Sullo spiazzo si rivolgono anche la Cattedrale di San Lorenzo e l’affrescata Sala dei Notari (entrambi ad ingresso gratuito). Il percorso circolare si completa percorrendo fino in fondo Corso Vannucci fino ai Giardini Carducci.

Il capoluogo umbro è intriso di arte e cultura, basti pensare che da Perugia nacquero o passarono molti dei più grandi geni italiani. Per respirare questa atmosfera è sufficiente passeggiare per le strade, dando un’occhiata alle facciate dei palazzi ed entrando in alcune chiese. Per gli appassionati d’arte ci sono anche parecchi Musei che custodiscono capolavori dal valore inestimabile.

Consigli di viaggio: Perugia è conosciuta per due grandi ed importanti manifestazioni (Eurochocolate e Umbria Jazz) che hanno come palcoscenico il centro storico della città. Nel primo caso il capoluogo viene letteralmente invaso da bancarelle che espongono cioccolati di ogni provenienza, forma e colore. La seconda porta in città artisti di fama mondiale del panorama musicale Jazz, regalando concerti di alto livello. Date un’occhiata sui siti per conoscere le date aggiornate e per prenotare con anticipo.

Assisi, quinta tappa

Come tutte le più famose mete di pellegrinaggio, anche Assisi si è trasformata (purtroppo) una città esageratamente turistica, con le vetrine dei negozi che espongono ogni tipo di gadget legato alla figura di San Francesco. E pensare che per il suo stile di vita sobrio probabilmente lui non l’avrebbe gradito! Preferite alle botteghe che vendono statuette e amuleti le vetrine delle pasticcerie in cui sono esposte meringhe dalle dimensioni esagerate! E poi passeggiate lungo le vie che si arrampicano sul pendio della collina, allontanandovi dal caos dei turisti per una meditazione più intima e per godere anche della bellezza dei colori della città.

Tra i luoghi da non perdere (fatta eccezione per la militare Rocca Maggiore) ci sono principalmente edifici di culto. Che siate credenti oppure no, vi elenco quelli che vale la pena visitare, anche per le bellezze artistiche che custodiscono:

  • Basilica di San Francesco Consiglio la visita la mattina presto per evitare code all’ingresso e per godere con calma dei fantastici affreschi di Giotto e Cimabue. La Basilica si sviluppa su due livelli: quello superiore di interesse principalmente artistico, mentre la Chiesa inferiore ha una dimensione più spirituale in quanto ospita la Tomba di San Francesco, luogo di raccoglimento e preghiera. Iconico anche il giardino antistante la Basilica, con una aiuola in cui è rappresentato il simbolo del TAU accompagnato dalla scritta PAX (pace)
  • Cattedrale di San Rufino
  • Chiesa di Santa Chiara
  • Tempio di Minerva, tempio romano che affaccia su Piazza del Comune
  • Eremo delle Carceri, lungo la strada che porta alla sommità del Monte Subasio. Immerso in un bosco, era luogo di meditazione frequentato anche da San Francesco
  • Chiesa di Santa Maria degli Angeli (detta La Porziuncola) Sorge nella piana ai piedi della collina. E’ famosa perché ogni anno l’1 e il 2 Agosto è possibile ottenere il Santo Perdono di Assisi. Potrete vedere anche il roseto nel quale San Francesco si rotolò per vincere la tentazione, rimanendo illeso dalle spine

Assisi è stata inaspettatamente la base perfetta per visitare la provincia di Perugia. Nonostante l’afflusso di pellegrini ed il periodo di vacanza sono riuscita a spostarmi in auto liberamente, senza rischiare di rimanere imbottigliata nel traffico. Tutto merito dell’Hotel Ideale (di nome e di fatto), il nostro magnifico ristoro dopo intere giornate trascorse sotto il solleone. La nostra bellissima stanza all’ultimo piano regalava una vista superlativa sia su Assisi che sulla campagna circostante. Punto di forza anche la ricca colazione (dolce o salata) servita su un balcone con vista sui tetti e (non da ultimo!) il parcheggio interno riservato agli ospiti.

Informazioni pratiche

Dove mangiare? Tra le tante “trappole per turisti” non mancano i locali tipici che, oltre a proporre una cucina tradizionale con prodotti del territorio, sono avvolti da un’atmosfera magica. In cima al mio elenco personale ci sono La Stalla e le splendide Terrazze di Properzio. Per un’esperienza originale rivolgetevi alla Cantina SAIO : propongono pic-nic tra le loro vigne e gli uliveti, ai piedi della collina con una vista privilegiata su Assisi.

Consigli di viaggio: Vi lascio alcuni spunti per le gite (in giornata) che potrete organizzare partendo da Assisi.

Spoleto. La vita semplice degli abitanti si intreccia a quella dei viaggiatori che fanno tappa a Spoleto per visitare il bellissimo Duomo con la scalinata che scende (o che sale, a seconda del vostro punto di arrivo), la Rocca ed il Ponte delle Torri (che oggi, purtroppo, non è più percorribile). Attorno alla Piazza principale trovate le botteghe di una volta, alcuni bar e gli ambulanti che vendono frutta, verdura e panini con la porchetta. Una città in salita collegata efficientemente da una rete di scale mobili che partono dalla zona più moderna e salgono verso il cuore antico.

Gubbio. A rendere famosa questa cittadina ci ha pensato la fiction “Don Matteo” in cui Terence Hill pedala su Piazza Grande. Mettendoci piede capirete quanto surreale possa essere spostarsi in bici, con tutti gli saliscendi che ci sono. Simbolo della città è il maestoso e bianco Palazzo dei Consoli che domina Gubbio e la collina su cui gli edifici si adagiano, incastrati con armonia. Passeggiate per il centro tra le botteghe di prodotti tipici e artigianali, date un’occhiata agli scorci che mostrano scalinate perfette, non tralasciate di ammirare gli affreschi del Duomo per poi dirigervi alla Funivia del Colle Eletto. Per chi non soffre di vertigini la salita è davvero originale, chiusi in queste “gabbie” di ferro sospese a mezz’aria capaci di trasportare fino a due persone per volta. In cima trovate la Basilica di Sant’Ubaldo che, a mio avviso, custodisce la vera identità degli eugubini: oltre al corpo mummificato del Patrono ci sono i tre ceri in legno che ogni 15 maggio vengono impiegati per la tradizionale (e scenografica) corsa. Ultima particolarità di Gubbio: sul versante del Monte Ingino viene allestito ogni anno l’albero di Natale più grande del mondo. Per vedere come è fatto e conoscerne la storia, fate visita alla Sede dei volontari che si trova appena sotto la Basilica, lungo la strada sterrata che scende verso il centro.

Bevagna, Trevi, Spello. Questi borghi sono tre perle che vale davvero la pena visitare. Si girano comodamente a piedi e ognuno ruota attorno ad un elemento naturale che vi invito a scoprire. Vi lascio solo le tre parole chiave che potrete divertirvi ad associare: fiori, viti, ulivi.

Norcia, sesta tappa

Norcia (ed i paesi della circostante Valnerina) portano ancora oggi i segni e le ferite dell’ultimo devastante terremoto del 2016. Per chi a Norcia ci era già stato prima del sisma, ritornarci è davvero un colpo al cuore. La Basilica di San Benedetto che prima era il centro cittadino è ridotta ad un ammasso di macerie: è l’ennesimo pezzo di storia che non c’è più. Tra i ponteggi e le transenne che delimitano le zone rosse sopravvivono alcune delle storiche botteghe. Le altre sono state sistemate fuori dalle mura, lungo Via Della Stazione in strutture che sembrano tutt’altro che provvisorie. Questo territorio è fortemente legato alle attività rurali: agricoltura e allevamento sono alla base dell’economia. Norcia, infatti, è famosa in tutta Italia per la lavorazione delle carni che qui vengono sapientemente trasformate in salumi ed insaccati. Se non l’avete mai provato assaggiate il ciauscolo (un salame spalmabile davvero squisito).

Informazioni pratiche

Dove mangiare e dormire? La famiglia Bianconi gestisce da anni buona parte delle strutture ricettive di Norcia: trovate il loro nome dietro diverse sistemazioni alberghiere come il bellissimo Palazzo Seneca (con prezzi di fascia medio – alta) o Les Dependances. Anche molti bar e ristoranti sono affidati alla loro professionalità. Per una buona cena a base di prodotti e ricette tipiche consiglio il Granaro del Monte.

Piana di Castelluccio

A pochi chilometri, risalendo una strada a tornanti, si arriva nell’immensa Piana di Castelluccio. Il Borgo si è sbriciolato, ma resta in piedi il fiorente sistema agricolo che vede impiegati questi ampi terreni a 1452 m slm. per diversi tipi di colture, principalmente legumi. Regina incontrastata è la lenticchia: i fiori colorano i campi durante lo spettacolo di luglio, dando vita ad un tappeto arcobaleno. In questo periodo la striscia di asfalto che taglia a metà la Piana si riempie di lunghe file di auto, con i turisti che spesso manifestano inciviltà per andare a caccia dello scatto perfetto, calpestando le coltivazioni. State ben attenti ai cartelli che segnalano i sentieri percorribili ed “accontentatevi” di ammirare da lì lo spettacolo mozzafiato della fioritura. In Agosto c’è la raccolta del fieno, altrettanto suggestiva. Questo luogo è davvero affascinante: capita raramente in Italia di trovare degli spazi così vasti. Sono sicura che, come me, ve ne innamorerete!

Informazioni pratiche

Dove mangiare? Potete assaggiare i legumi prodotti a Castelluccio in uno dei tanti ristoranti che hanno dovuto abbandonare gli edifici originari per spostarsi in strutture temporanee allestite fuori dal centro. Io ho scelto la Taverna Castelluccio, prenotando con anticipo un tavolo in posizione panoramica, con vista sui campi. Optate per un menu a base di lenticchie. Lungo le strade vi capiterà di incontrare i furgoncini degli ambulanti che vendono i prodotti della terra raccolti dalle Aziende Agricole locali.

Consigli di viaggio: Dopo avere fatto una bella passeggiata nella Piana (per chi volesse è possibile anche prenotare un’escursione a cavallo), prendete l’auto e dirigetevi a Forca di Presta, il passo che divide l’Umbria dalle Marche. Qui siamo nel Parco dei Monti Sibillini. Da questa località parte un bel trekking (della durata di un’ora e mezza, per chi ha il passo allenato) che porta in Cima al Monte Vettore (2476 m s.l.m.). Risalendo (con attrezzatura adeguata, scorte d’acqua e scarpe da montagna) vi renderete conto di quanto l’Umbria sia varia in termini di paesaggi. L’impressione sarà quella di camminare su un vero e proprio sentiero di montagna, tra conformazioni rocciose che nulla hanno da invidiare alle Dolomiti. Per chi volesse è possibile allungare il percorso, scendendo verso il Lago di Pilato. Attenzione: in agosto non è possibile avvicinarsi alle sponde perché è il periodo di riproduzione del chirocefalo, un piccolo crostaceo che vive solo qui.

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