Tra Puglia e Basilicata 2
Giovedì 27/09/2018
Atterriamo all’aeroporto di Bari e siamo accolti da un fortissimo vento. Ritiriamo la nostra auto a noleggio e poi ci dirigiamo verso Alberobello che sarà la nostra sede per 5 giorni. Arriviamo al b&b che si trova a 3 km circa da Alberobello, in aperta campagna; il gestore ci presenta subito la struttura formata da due trulli uniti tra di loro; quello più piccolo è una deliziosa cucina in muratura arredata con tutti gli accessori, mentre quello più grande è una camera con un soffitto a cono altissimo. Ci sorprende per la mancanza di finestre se non due piccole aperture sul cono, ma le pietre bianche rendono la stanza comunque molta luminosa anche se quasi priva di luce. La struttura è composta da altri 7 trulli che ci spiega, in tempi passati erano le abitazioni dei suoi nonni e genitori ma soprattutto le stalle e ricovero per animali. In effetti, la camera dove dormiremo in tempi non troppo antichi fungeva da mangiatoia per gli animali. Ora è diventata una bellissima struttura, come dire: dalle stalle alle stelle in questo caso. Ci fa vedere le foto dei trulli lasciati in decadimento e poi ristrutturati con molto impegno e fatica per farli diventare dei fantastici b&b pur mantenendo sempre un contatto con i ricordi del passato.
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Venerdì 28/09/18
Partiamo alla volta di Locorotondo, il primo paese dopo Alberobello. Si presenta sull’altura di una collina delle Murge e dal suo balcone possiamo affacciarci per vedere la campagna sotto composta da vigneti, uliveti e punteggiata qua e là da numerosi trulli. Passeggiamo per le vie di questo paese che non presenta tante mete di eccellenza ma ci permette di scoprire tanti luoghi e scorci tipici di questi paesi. Ci addentriamo così all’interno di stretti vicoli dove il bianco sgargiante delle case la fa da padrona, dove i fiori e le piante messe suo gradini delle scale e sui balconi sembrano i dipinti la cui tela bianca sono le case bianchissime. Ci piace poi sederci al tavolino di un bar per gustarsi con calma la quiete di questo paese, molto simile a Cisternino e Ostuni che andremo a visitare di seguito. Ostuni detta anche città bianca si staglia dall’alto del colle affacciato sulla pianura e sul mare poco distante. L’interno è un dedalo di vicoli e salite percorsi da turisti ma anche da veicoli stretti, gli unici in grado di accedervi. È una cittadina molto turistica e nelle vie principali i negozi vivacizzano la giornata con i loro prodotti tipici quali olio, taralli e vino messi in bella mostra per i tanti visitatori.
Sabato 29/09/2018
Oggi usciamo dalla zone dei trulli per dirigersi a nord. Prima tappa ad Altamura città antica dove ovunque viene ricordato Federico II di Svevia, che da queste parti è considerato ancora oggi un personaggio illustre ed eroe. Facciamo sosta presso uno dei tre forni più antichi di questa città celebre in Italia per il suo pane. In effetti siamo attratti da un profumo che ci conduce all’entrata di una panetteria a prima vista molto anonima. Entrati dentro ci sembra di essere catapultati nel medioevo, il locale è molto cupo, spartano composto solo da un forno a legna enorme che sforna focacce e pane in continuazione. Ci piace osservare il fornaio che probabilmente ripete gli stessi gesti di antenati vissuti 300 anni fa ossia l’età del forno. Se non fosse per un registratore di cassa, potremmo pensare per un attimo di essere sul set di una ricostruzione storica. Passeggiamo per le vie di Altamura confortati dalla calda e profumata focaccia comprata al suo interno. Proseguiamo alla volta di Castel del Monte entrato anche lui nella lista dei patrimoni dell’Unesco nel 1996. Questa struttura dalle forme perfette, simbolo di armonia e fusione di elementi culturali del nord Europa, del mondo musulmano e dell’antichità classica. Costruito nel 1240 per volere di Federico II di Svevia è composto da otto enormi colonne che formano una corona ottagonale. Con una guida accediamo all’interno per visitare questo luogo che da sempre è simbolo di mistero; non è ben chiaro infatti la destinazione di questa struttura in quanto al suo interno non sono presenti cucine, stalle, stanze, magazzini o fossati. Gli storici hanno formulato varie ipotesi tra le quali quella che fosse una università, un padiglione per la caccia, un luogo di bellezza e di culto dell’anima; certi sostengono fosse il luogo dove custodire il Santo Graal o più semplicemente un edificio di propaganda, per dimostrare la supremazia dell’imperatore. L’atmosfera particolare che si respira passeggiando tra i due livelli fa pensare anche a luogo di magie nere e esoterismo. A me piace pensare che fosse un luogo adibito al sapere, una sorta di università in cui convergevamo i migliori medici, letterati, astronomi del periodo e mi piace soprattutto pensare che da questo luogo situato in alto che domina il mare si potesse studiare il cielo e le sue costellazioni, rientrando così nel pensiero di molti che Castel Del Monte serva per collegare la terra con il cielo
Domenica 30/09/2018
Questa mattina dopo un’abbondante colazione prendiamo la via di Polignano a Mare. Il percorso è breve e si snoda attraverso una strada di campagna cosparso da un numero infinito di piante di ulivo. Notiamo i tronchi nodosi, dalle forme spesso bizzarre, causate dagli anni di queste piante; sono piante sicuramente secolari che hanno attraversato varie epoche. Immancabili sono i muretti a pietra bianca che delimitano le proprietà e la carreggiata; nell’insieme un quadro armonico e ordinato dove percepiamo anche le fatiche che l’uomo deve compiere ogni giorno per mantenere intatto questo luogo. E’ domenica e ce ne accorgiamo quando raggiungiamo la nostra meta. Molte famiglie si apprestano con molta probabilità a trascorrere una domenica in spiaggia e neppure il vento e le temperature in discesa scoraggiano nessuno. Raggiungiamo la conca di Polignano famosa per averla vista in televisione e sede di spericolati tuffi durante l’anno. L’acqua si infrange con violenza su questo angolo di mare fatto di spiaggia e di roccia. Passeggiamo per il centro che ci appare molto caratteristico, con le solite case dal bianco abbagliante; i locali sono ancora pieni di gente malgrado la stagione estiva sia giunta al termine, ma possiamo immaginare il via vai di gente che affolla questo centro cittadino nel periodo di piena estate. Proseguiamo alla volta delle grotte di Castellana, ma essendo mezzogiorno ed il prossimo turno è previsto per le quindici decidiamo di rientrare ad Alberobello per anticipare la visita della cittadina. Oggi percorriamo le vie del rione Aia Piccola . Da subito saliti dei brevi gradini ci troviamo sul terrazzo Belvedere da cui si ha una vista impagabile sul rione Monti posto di fronte. Possiamo vedere gli oltre 1000 trulli con i loro pinnacoli ed i simboli in calce bianca disegnati alti sulle estremità dei tetti. Passeggiamo tra i vicoli ordinatissimi di questo rione, dove ammiriamo i lavori di ristrutturazione che hanno portato queste abitazioni ad essere un Patrimonio dell’Unesco dal 1989.
Lunedì 01/10/2018
Ci dirigiamo subito in direzione Castellana Grotte e anche qui il percorso è un susseguirsi di campi coltivati a ulivi, terre arate, muretti a secco che delimitano i terreni. Scorgiamo delle masserie e dei trulli molti dei quali ristrutturati ed in ottimo stato ma altri in stato di abbandono,ma siamo sicuri che torneranno ben presto ad essere degli edifici splendidi. Arriviamo in tempo per effettuare subito la visita alle grotte che richiederà circa due ore in quanto vogliamo fare il percorso completo. Dall’ingresso scendiamo nella grave, un’apertura naturale a cielo aperto che ha permesso nel 1938 a due speleologi di scoprire questa meraviglia della natura. Passate le Colonne d’Ercole si entra nella caverna della Lupa così chiamata per una formazione che ricorda la lupa capitolina. Il percorso si snoda attraverso 1,5 km ed è un susseguirsi di stalattiti, stalattiti, concrezioni e spesso ci vengono fatte notare le figure che possiamo immaginare osservando certe strutture naturali; vediamo così la civetta, il presepe con un’immaginaria e solitaria Madonna, un cammello, la torre di Pisa. Attraversiamo poi il corridoio del deserto e ci sembra di attraversare i paesaggi di Petra o le gole del Todra in Marocco. Quasi al termine ci troviamo di fronte a quello che viene chiamato laghetto o aiuola di cristallo, un piccolo e ideale laghetto composto da finissimi cristalli. Ed infine raggiungiamo la grotta bianca che si rivela in tutta la sua lucentezza e ci lascia a bocca aperta. Non a caso è tra le grotte più belle del mondo e ne capiamo il motivo. Seguiamo il percorso inverso ed una volti usciti dalle grotte ci dirigiamo ad Alberobello per visitare la parte di rione Monti, non prima di avere fatto tappa presso un frantoio per l’assaggio e acquisto di olio. Rione Monti ci delude pur essendo il quartiere dove sono concentrati il maggior numero di trulli, 1000 circa su 1500 di tutta Alberobello. Il quartiere è molto turistico e tantissimi trulli sono adibiti a negozietti per la vendita di souvenir, prodotti tipici e ristoranti. Anche le foto perdono quella magica atmosfera che al contrario abbiamo trovato passeggiando per rione aia piccola. Anche il trullo siamese all’interno si presenta con il locale adibito alla vendita di oggetti turistici e perde quel tocco di romanticismo che invece ci aspettavamo di trovare in questo edificio. La sera passeggiamo ancora per Alberobello, e da rione Aia Piccola ammiriamo il rione Monti illuminato che ci appare finalmente più suggestivo rispetto a questa mattina.
Martedì 02/10/2018
Lasciamo Alberobello ed il nostro bellissimo b&b per raggiungere in circa un’ora e mezza la città di Matera. Il tempo è sempre bello e finalmente anche il vento ci ha abbandonato per lasciare spazio ad una giornata piacevolmente calda e quasi estiva. Visitiamo questa città senza una meta precisa e ci accorgiamo subito di quanto sia grande ed articolata. Da subito ci troviamo nella parte di Sasso Barisano, un luogo di vie che si intrecciano e si inerpicano tra case bianche. Ma è solo quando, dopo un lunghissimo giro raggiungiamo Sasso Caveoso, che restiamo impressionati dall’unicità di questo luogo, patrimonio mondiale dell’Unesco dal 1993. Qui si ha l’impressione di essere all’interno di un enorme teatro . Le case ricavate nella roccia sono tanto semplici quanto in stato di abbandono e ci possiamo rendere conto solo minimamente della fatica e del degrado in cui viveva la gente prima di essere trasferita fuori da questo abitato. Era questo il luogo adibito ad abitazione della gente povera e spesse volte le case erano condivise con animali, senza mezzi igienici e sovraffollate. Al contrario, la Citade, situata in posizione prominente, arroccata a scopo difensivo è la parte alta che divide Sasso Barisano da Sasso Caveoso ed era la zona riservata alla borghesia e gente benestante. Camminiamo senza meta attraverso questi vicoli che spesse volte ci conducono a scorci di incredibile bellezza. Raggiungiamo infine piazza Vittorio Emanuele da dove attraverso una serie di scale scendiamo nei sotterranei di Matera dove erano situate le cisterne che contenevano l’acqua pubblica. Prenotiamo quindi una visita guidata al Palombaro lungo. Qui a metà del 1800 circa le cantine che erano presenti i questa zona vennero unite tra di lavoro attraverso un lavoro di scavi nella roccia per dar vita ad un enorme cisterna che avrebbe raccolto le acque piovane e delle falde, permettendo i fabbisogni della popolazione. Anche dopo cena passeggiamo per queste vie di Matera che ci mostrano la città in una veste più intima. Soggiorniamo in un b&b situato proprio all’inizio di Sasso Barisano; dalla finestra si può vedere il Canyon scavato dal fiume Gravina. Anche questa struttura, benché all’esterno appare anonima, era un tempo una edificio adibito sia ad abitazione della povera gente che ricovero per gli animali; e anche qui per due notti dormiremo in quella che un tempo era una stalla con tanto di mangiatoie riconvertite sapientemente in armadi e nicchie dall’aspetto architettonico decisamente insolito.
Mercoledì 03/10/2018
Le previsioni annunciavano acqua per oggi ma la buona sorte ci sveglia con un cielo velato e qualche raggio di sole. Di recente e per puro caso abbiamo visto un servizio in televisione che parlava di un paese fantasma situato in Basilicata, Craco. A pochi chilometri da Matera, si raggiunge percorrendo un paesaggio unico che racchiude distese di campi di grano, paesini arroccati sulle montagne e strade larghe che si snodano in questo paesaggio che a volte si rivela aspro e brullo tanto da far pensare di essere atterrati su Marte. La strada inizia a salire e lo vediamo, arroccato e imponente sulla cima di un cucuzzolo che domina il paesaggio sottostante. Craco è divenuto un paese fantasma da quando i lavori per la costruzione dell’acquedotto negli anni 70 hanno destabilizzato il terreno con le varie perdite di acqua che si sono riversate sul terreno argilloso andando a creare delle frane che hanno fatto spostare il paese sorto sotto la parte antica. Da quel momento la gente è stata fatta sgombrare e si è creato un nuovo paese a circa 8 km di distanza. Il successivo terremoto che ha interessato sopratutto l’Irpinia nel 1980 ha peggiorato la situazione, facendo crollare le case oramai abbandonate. Da allora il paese è stato preda di saccheggi, di furti, di riti esoterici e solo da pochi anni una cooperativa di volontari ha messo in sicurezza un percorso che permette di visitare questo luogo estremamente affascinante che è stato il set di alcuni film come la passione di Mel Gibson, Basilicata Coast to Coast. La guida ci introduce alla visita facendoci immaginare il paese come poteva essere circa 50 anni fa, con la sua piazza principale, il cinema, l’ospedale appena costruito, la rinomata pasticceria. La parte inferiore è la scena che si presenta dopo un terremoto, solo che qui i saccheggi hanno tolto ogni traccia del passaggio umano. La parte superiore, quella antica non ha invece subito danni e si è ben conservata pur essendo anche qui oggetto di furti che hanno creato un danno incalcolabile per la cultura. Ci piace passeggiare attraverso questo paese rimasto sospeso nel tempo; potremmo essere nel medioevo così come nei primi del Novecento. Il fascino di Craco è proprio questa immobilità che ti confonde e ti sconvolge. Rientriamo a Matera e anche se incomincia a piovere non ci scoraggiamo; acquistiamo un ombrello e girovaghiamo così la città gustandoci questo spettacolo che anche sotto la pioggia conserva sempre una certa atmosfera. Entriamo in una casa museo arredata con le stoviglie e mobile di circa cinquant’anni fa e la voce narrante ci illustra quanto dura e faticosa fosse la vita nei sassi. La cena di questa sera è degna di nota; capitiamo per caso in un ristorante apparentemente anonimo ma l’interno è composto da locali disposti su tre livelli inferiori, ovviamente scavati nella roccia. Quello che però lo rende particolare è la presenza di una cisterna per l’acqua, qui detta Palombaro corto, con al suo interno la scala originale per scendere nella parte più bassa. Adesso con abili idee architettoniche è diventato un pub di tendenza e moderno ma ha conservato quella bellissima parte storica a disposizione di tutti i turisti e clienti.
GIOVEDÌ 04/10/2018
Oggi è il giorno del rientro a casa; lasciamo Matera ma prima ci dirigiamo sulla sponda opposta per ammirare la città dal belvedere; in effetti vista frontale ci appare completa, splendida e affascinante e ci stupiamo nuovamente di come l’uomo possa unitamente alla natura creare certe meraviglie. Arriviamo nel pomeriggio a Bari, il tempo di una breve passeggiata per le vie di Bari vecchia e poi partenza con il volo di rientro.
Anche questo è stato un viaggio culturale che ci ha fatto scoprire una parte di Italia molto diversa dalla nostra in cui abitiamo, sia per il cibo, per le costruzioni, per le vicende storiche e per le bellezze naturalistiche.