San Pietroburgo: 6 giorni nel disgelo

Contrasto tra realtà e sogno, una finestra sull'Europa
Scritto da: toni07
san pietroburgo: 6 giorni nel disgelo
Partenza il: 24/03/2013
Ritorno il: 29/03/2013
Viaggiatori: 4
Spesa: 1000 €
Contrasto tra realtà e sogno, questa città sull’acqua costruita da Pietro il Grande nel 700, testimonia con i suoi ecclettici edifici, dai teneri colori pastello e cupole d’oro, la volontà dello zar di aprirsi all’Occidente. Una finestra sull’Europa, una vetrina che fa rifulgere i delicati ma imponenti palazzi, disegnati da architetti italiani, Rastrelli, Rossi. Questa struttura settecentesca, inserita come un gioiello, in un contesto da realismo socialista affascina. Fra la il riverbero della neve e i canali ghiacciati, riecheggiano intorno le parole dei grandi scrittori/trici che l’hanno abitata: Pulskin, Gogol, Dostojeski, Achmatova. Ho letto tanti libri prima di partire, consiglio soprattutto Il Mito Pietroburgo di Ettore Lo gatto e gli imperdibili Racconti di Pietroburgo di Gogol.

Partenza da Firenze e ritorno a Firenze il con scalo a Monaco arrivo a san Pietroburgo alle 17, volo Lufthansa, ritorno ore 18.15, arrivo a Firenze alle 20.45. Il visto fra assicurazione, inviti e pratiche ci è costato 210 euro a testa e il volo andata e ritorno 330 euro. Complessivamente abbiamo speso poco più di 1000 euro a testa.

1° giorno. Partenza da Firenze alle 6.40, sosta di tre ore a Monaco, arrivo all’aeroporto Pulkovo di san Pietroburgo alle 17, puntualissimo. Volo Lufhtansa, con ottimo pranzo caldo e tanta birra. Gli amici con cui viaggiamo sono stati invitati per un convegno, dunque approfittiamo anche noi dei vantaggi: vengono a prenderci in delegazione con due macchine. I Russi sono gentilissimi e premurosi, ci hanno accompagnato fino in camera, scambio di doni fra la delegazione e i nostri amici. L’albergo Park Inn Pulkovskaya è una struttura sovietica, grandissima e con lunghi corridoi di stanze(usato proprio per i convegni) E’ stato rimodernato, nell’insieme piuttosto confortevole e pulito, vicino a una fermata importante della Metro. Moskovskoja, comoda per raggiungere tutte le destinazioni. Usciamo per fare un giro sulla Moskovskij prospect una strada lunghissima, 11 Kilometri diritti diritti, che arrivano in centro. Bei palazzi in stile novecento, da un lato, forse le residenze dei funzionari, dall’altro cantieri e case in ristrutturazione. Visitiamo in piazza della Vittoria il suggestivo monumento agli eroici difensori di Leningrado: Struttura circolare con statue che esprime un misto di dolore e celebrazione: fiaccole sempre accese e note di musica classica. Racconta i terribili giorni dell’assedio. Poco distante, superato il colossale monumento a Lenin, davanti alla casa dei Soviet, con il grande fregio dei giganti che costruiscono l’utopia socialista osserviamo increduli la vicina chiesa di Cesme, costruita per celebrare una vittoria sui turchi. Buffissima, sembra una torta di marzapane rosa.

Cena in hotel, birreria tedesca consigliata sulle guide ma non adeguata. Piatti tipici russi. Borsh, filetto Strogonoff.

2° giorno. Giro con guida e pulmino. Assaggio della città, e dei suoi monumenti. Costeggiando i canali, guardiamo i palazzi, fra cui quello Jusupov, una famiglia ricchissima, ancor più dei Romanov. Vediamo il quartiere di Dostojeski con il cortile in cui avrebbe abitato Raskolnicoff e la casa di Sonia. La caratteristica di questi edifici è di essere un intrico di cortili comunicanti fra palazzi, con porte, scalette e resti di pensiline in ferro battuto. Arriviamo alla chiesa di S. Nicola, azzurra e bianca, con un bel campanile di fronte all’entrata. Ci sono importanti icone, che le persone baciano, raccomandandosi per la protezione non tanto al santo, ma proprio all’icona. C’è un prete barbuto, tutto nero col caratteristico cappello a tamburo che canta. Il piano di sopra contiene un’altra chiesa che è aperta solo per le cerimonie. Ci raccontano che in città c’è luogo sacro con icona per mariti e figli ubriaconi. E’ molto frequentata dalle donne che sperano in un’intercessione della Vergine, comunque si ritrovano e si scambiano opinioni consolandosi a vicenda.

Uno sguardo alla fortezza di Pietro e Paolo, voluta da Pietro il Grande, sosta davanti alla mitico incrociatore Aurora da cui tutto ebbe inizio, la Rivoluzione e il resto. Da qualsiasi luogo si nota la punta dorata dall’Ammiragliato, a indicare la via verso il mare. Usciamo e sempre costeggiando la Neva ghiacciata, arriviamo in piazza San Isacco con la statua di Nicola I a cavallo. La chiesa è un imitazione delle nostre in stile europeo, con tanto di cupolone, colonne di malachite e lapislazzuli decorano l’iconostasi. Interamente affrescata e decorata a mosaici, ogni opera, spesso copia di quadri rinascimentali italiani possiede elaborate bordure dorate.

Proseguiamo verso la Chiesa del Sangue Versato in una traversa della Nevskiy. Si tratta di una bellissima chiesa in Stile russo, con facciata tutta colorata, e decorata con materiali vari e preziosi, lambita da un pittoresco canale. All’interno, la chiesa è completamente ricoperta da suggestivi mosaici blu, raffiguranti i principali episodi del Vangelo. Di grande effetto cromatico e molto visitata anche dai Russi, perché fu edificata nel punto in cui assassinarono lo zar Alessandro II, proprio il più aperto, colui che aveva abolito la servitù della gleba. Strano destino quello dei progressisti! Continuiamo il giro in zona. Quello che colpisce è l’imponente aspetto neoclassico, i tanti canali e altrettanti ponti, caratterizzati da statue equestri, sfingi egiziane, o grifoni con le ali dorate, i lunghi e larghi viali, le immense piazze e gli edifici sontuosi, l’oro che riveste le cupole, l’acqua che circonda il tutto, i ponti lunghissimi tra le isole e i colori dei palazzi che alleggeriscono l’architettura barocca ricchissima.

Attraverso una galleria a vetri ottocentesca, tutta bianca, su cui si aprono i negozi raggiungiamo la Nevskij, affollata come sempre, vivace e variopinta. Proprio di fronte si erge la chiesa di Nostra Signora di Kazan, con il colonnato, stile Bernini. All’interno è conservata la più preziosa icona della Russia. Entrando la vediamo, piccola piccola, su una parete: sono tutti in fila per baciarla. Ha una cornice d’argento con rubini e brillanti incastonati.

Uscendo in una strada che si apre sulla Prospettiva, la nostra guida ci fa notare la statua di un gatto. Dopo la guerra Stalin inviò un treno pieno di gatti, per salvare gli abitanti dai topi che si erano moltiplicati.

La sera cena con i congressisti, a base di tartine al salmone, caviale e champagne russo. E tanta wodka naturalmente. Atmosfera piacevole e rilassata.

3° giorno visita del Palazzo d’Inverno sede del museo Ermitage: Prendiamo la metro, costo 28 rubli, circa 70 centesimi di euro, veloce e pratica. Molti ci avevano raccomandato di stare attenti ai borseggi, è andato tutto bene e non abbiamo mai avuto la sensazione di pericolo, ovviamente siamo stati attenti.

All’uscita della Metro, percorriamo la Prospectiva e in 20 minuti arriviamo all’Ermitage, splendente nel verde smeraldo delle facciate, sotto la neve che ha cominciato a cadere lenta. Costo del biglietto circa 10 euro; i russi pagano un po’ meno. Costruito come reggia da Pietro il Grande per dimostrare l’opulenza del suo regno, ricco di decorazioni barocche, il tetto è sormontato da statue che sembrano volersi tuffare nella Neva. Oggi uno dei più grandi musei al mondo, occupa sei bellissimi palazzi e raccoglie milioni di oggetti d’arte: hanno calcolato che fermandosi un minuto davanti a ogni opera occorrerebbero almeno 190 giorni! Accontentiamoci di fermarci solo davanti alle più note opere: Canova, Caravaggio, Leonardo da Vinci, Matisse, Michelangelo, Raffaello, Rembrandt, Tiziano, Van Gogh etc.. etc. si allineano alla pareti delle sale. Intanto è straordinario osservare gli interni, spettacolari, specialmente la grande scala degli ambasciatori. Ci hanno colpito Caravaggio e Matisse, “La danse”, ma sono tantissime le opere di rilevo, e poi ori, argenti, colonne di malachite e di lapislazzuli, statue greche e romane…

4° giorno In metropolitana arriviamo alla fine della Nievski, dove appunto si trova il Lavra Aleksandr Nevskij, monastero dove erano le reliquie dell’omonimo, trasferite ora all’Ermitage. Visita ai due cimiteri, in particolare interessante quello degli artisti e scrittori, Mussoski, Dostojeski …

Abbiamo poi raggiunto a piedi la casa dello scrittore, interessante e d emozionante per chi ama la grande letteratura. Questo è l’ultimo appartamento in cui ha abitato Dostoieski, ma in complesso ne ha cambiati almeno 20. Tutti all’incrocio fra due vie, vicini a una chiesa che poteva vedere dalla finestra dello studio. Sarà un caso, ma i personaggi dei suoi romanzi sono tutti messi all’angolo, senza vie d’uscita, la redenzione? La fede? Non distante dalla casa museo si apre la Seddaja con il mercato. Interessante, frequentato più che altro da russi. Anziane espongono verdure lesse nei sacchetti di plastica in terra e poveri oggetti che testimoniano la miseria che si respira appena fuori dalla città.

Passeggiata sulla Prospectiva Nievski: arriviamo alla casa di Puskin ma è troppo tardi chiude alle 17, dunque ci avviamo al teatro Mariinskij dove abbiamo prenotato su internet i biglietti per assistere all’Opera. Prima di entrare una cena veloce ma ottima in un ristorante russo lì accanto, Sadko, bella atmosfera con lampadari rossi a gocce luccicanti nel grigio scuro degli arredi, molto curato e accessibilissimo. Senza vino meno di 20 euro a testa.

Il teatro non è grandissimo ma sfarzoso, i prezzi dei biglietti contenuti. Per un posto nell’ultimo palco, circa 15 euro a testa. Lo spettacolo inizia alle 19 in punto. Si alza il sipario che è un velo dipinto che sembra tessuto di ragnatele dorate e argentee. Al centro nel palco reale campeggia una grossa corona con sotto la doppia aquila imperiale.

5° giorno. Partiamo con una marshrutka per Tsarkoe Selo, ci accompagna una signora russa che ha voglia di parlare italiano: Visita al palazzo di Caterina a Puskin e il liceo ove studiò il poeta. Sotto la luce del sole e tutto innevato il palazzo e il parco sono davvero un incanto. Bianco, turchese e oro. Ma, meraviglia delle meraviglie, ci appare la camera d’ambra, misteriosamente scomparsa durante la guerra. Era stata impacchettata dai nazisti in scatoloni, mai più ritrovati, ricostruita con finanziamenti tedeschi, pare più bella della vecchia. Un gioiello nel gioiello che è la reggia! Assolutamente da vedere, è stata inaugurata nel 2003.

Facciamo uno spuntino all’ingresso con blini ottimi e te russo, il tutto per pochissimi rubli.

Cena in piazza Seddaja, in un ristorate georgiano, atmosfera carina, piatti gustosi e prezzi abbordabilissimi.

6° giorno. Passeggiata lungo la Prospektiva, osserviamo da vicino i palazzi Eliser e Singer, art decò, belli anche gli interni! Shopping ai magazzini Gostinyj dvor. Caviale e wodka, un braccialetto d’ambra. Passiamo davanti ai monumenti più importanti che ora ci danno un senso di comprensione del paesaggio e della città innevata. Una sosta per un pasto rapido in una tipica stolovaya, ex-mensa sovietica.

Mancano ancora tanti luoghi da visitare e musei. Si parte con l’idea di aver assaporato tanto, ma non abbastanza, se non fosse per il visto costosissimo, ci torneremmo per le notti bianche! O forse l’obiettivo sarà Mosca, perché “Mosca è necessaria alla Russia, ma a San Pietroburgo è necessaria la Russia”, come dice Gogol.

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